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Autore: Sia_    06/03/2020    3 recensioni
"Fred e George ci hanno offerto di provare il loro nuovo prodotto una mezz’oretta fa e abbiamo accettato tutti, però ci sembrava brutto lasciarti fuori dai giochi." dice Harry, confondendo le sue parole in un rumoroso sbadiglio.
"E cosa farebbe esattamente questa caramella?"
"Non lo sappiamo." si affretta a dire Ginny, innocentemente.
"Mi state dicendo che voi tre, coscientemente, avete ingerito un loro prodotto senza controllare cosa fosse o cosa facesse?" chiede a questo, tremendamente preoccupata, "Voi siete pazzi."
"Hermione, siamo grati del fatto che ritieni le nostre invenzioni prive di pericolo." commenta ironicamente George, passandosi una mano tra i capelli.
"Ma per provare che è tutto completamente sicuro… " Fred apre la bocca, facendo cadere velocemente una caramella in bocca e, tanto velocemente, la manda giù verso lo stomaco, "Abbiamo deciso di prenderla anche noi."
La sicurezza dei movimenti di Fred la stupisce e una piccola vocina nella parte più recondita del suo cervello comincia a dirle che forse, ma solamente forse, non è una cosa così… pericolosa.
La vista di Fred viene oscurata dalla mano di George, che le offre la stessa caramella di prima con un sorriso a trentadue denti, "Cosa ne dici allora?"
Oh, al diavolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Oh, al diavolo - Capitolo dieci


Hermione, dopo aver finito la colazione ed essere tornata in camera, sposta il maglione che ha appoggiato sulla scrivania il pomeriggio di qualche giorno prima: si accorge subito che il libro di Fred è rimasto nascosto lì sotto per tutto il tempo, da quando i due hanno sorvolato il lago insieme. Una volta essersi salutati davanti al quadro della Signora Grassa, il gemello è tornato a ritirare la scopa e lei è salita veloce in Sala Comune, cercando di calmare il suo cuore, finendo poi per svuotare la tracolla, dimenticandosi del libro di Pozioni del gemello, oramai nascosto tra quelli di lei. 

Hermione, a vederlo, arrossisce: non tanto per il volume che prende tra le mani, ma per il ricordo del corpo del ragazzo così vicino al suo. 

Apre il libro di Pozioni, osservando la scrittura del gemello, mischiata a quella di Percy di qualche anno prima. Nota la netta differenza, perchè quella di Fred è meno ordinata, più scombussolata, creativa. Scorre le pagine, cercando di leggere tutto quello che ha scritto: dalle note più elementari, a qualche appunto più farcito. Quindi sì, adesso Hermione ne ha la prova, sta attento a lezione e prende appunti per riprodurre le pozioni al meglio, per provarle ad utilizzare in qualche nuovo articolo dei Tiri Vispi. 

Sentendosi colpevole di invadere la privacy altrui, perché si tratta sempre di un libro, lo chiude di scatto, decidendo di andare da Fred, per restituirglielo. Lo stringe tra le dita con cura, come se stesse tenendo la mano ad una persona, mentre in punta di piedi lo cerca per la Sala Comune e scruta ogni angolo anche per i corridoi del castello, impaziente di incontrarlo. 

Dopo l’ultimo volo, dopo averlo chiamato per nome, non hanno avuto tanto tempo da passare insieme: nelle ultime giornate della settimana scolastica si sono visti nei corridoi, tra una lezione e l’altra, si sono lanciati degli sguardi, magari dei sorrisi, ma non ha mai avuto il tempo di fermarlo e parlargli per davvero. Non c’è stato più il tempo per essere Fred ed Hermione ed è una cosa, nota la ragazza, che le manca realmente. L’emozione le prende il cuore quando qualcuno la chiama alla spalle, ma si arresta notando che nessuna testa rossa spunta nella sua visuale: troppo semplice, troppo bello. 

"Granger, che strano vederti in giro di giorno: non te ne stai sempre sui libri tu?" attacca Draco, nascondendo le mani dentro le tasche dei pantaloni. È tutto il giorno che il Serpeverde gira per i corridoi senza apparente motivo, ma appena la vede qualcosa dentro lui si illumina. Alza un sopracciglio nel momento in cui lo sguardo gli cade sul volume rovinato che ha lei tra le mani, indeciso o meno se commentare anche quello, ma la risposta di Hermione arriva prima di qualsiasi nuova frecciatina. 

"Davvero molto divertente, Malfoy." taglia corto, riprendendo la sua camminata. Quel sabato i corridoi non sono pieni quanto nei giorni della settimana, è sicura che qualche studente sia ancora a fare colazione, che altri ancora stiano dormendo: per questo non è strano che non ci sia quasi nessuno in giro.

"Aspettami, dove stai andando?" Draco le si affianca, intento a non farsela scappare per nessuna ragione: ora che l’ha trovata da sola, senza quegli stancanti Harry e Ron tra le scatole, non può tirarsi indietro. 

"Scusami?" Hermione si blocca in mezzo al corridoio, confusa. 

"Ti ho chiesto dove stai andando." A dispetto della loro inimicizia, la Grifondoro comincia a preoccuparsi: non è da Malfoy seguirla, parlare come amici, essere talmente vicini da potersi toccare. Quello, due ragazzi che parlano in tranquillità, non possono essere loro. Non il più famoso Serpeverde della scuola e la Mezzosangue che tanto odia. Per questo Hermione abbandona definitivamente la sua corazza protettiva, cercando di capire cosa stia succedendo. 

"Stai bene, Malfoy?" la ragazza inclina il volto di qualche grado, allungando la mano libera per sentire la temperatura della fronte del Serpeverde che, al contatto, arrossisce sulle guance. Lei lo nota, sempre più confusa. 

Draco le prende la mano, utilizzandola per avvicinare il corpo della ragazza al suo, "Va tutto bene, se stai intorno con la tua saccente faccia da Grifondoro." sussurra, con un semplice sorriso. Non sa cosa diavolo gli sia preso, dentro si sta maledicendo, ma non riesce a mollare la presa, nonostante il libro che la Granger ha in mano gli sbatta contro l’addome. E fa male, ma farebbe più male perdere il contatto con lei. 

Hermione lo guarda, abbassando poi lo sguardo al braccio che le cinge il fianco, "Draco… " apre la bocca per parlare, ma viene fermata da una voce in fondo al corridoio. 

"Hermione! Ti ho trovato, finalmente." l’arrivo di Harry interrompe velocemente il loro abbraccio. Hermione scivola via dalle braccia di Malfoy con la stessa velocità in cui ci è finita poco prima, mentre sul volto di Draco compare una smorfia di tristezza e fastidio. 

"Potter, che piacere vederti." esordisce appunto, ironicamente. 

"Una delizia anche per me, devi credermi e starei ore a discutere con te se non avessi delle cose da chiarire con Hermione, i giri della pozione di Piton erano sei o otto? Non mi ricordo mai." finge Harry, tornando verso la Sala Comune di Grifondoro, portandosi dietro anche l’amica, che lancia un ultimo sguardo confuso a Draco prima di girare l’angolo. 

"Harry, che diavolo succede?" È l’unico commento che riesce a partorire la sua mente, mentre stringe il libro di Fred al petto. Ora come ora, è l’unica cosa che la tiene ancorata alla realtà. Al silenzio del Prescelto, Hermione decide di smetterla di osservare le sua spalle e lo affianca, "Harry James Potter, cosa Merlino sta succedendo?"

Il tono accigliato di lei lo spaventa e, come manovra difensiva, le sorride timidamente, "Ho davvero dimenticato il numero dei giri della pozione, non vorrei sbagliarmi un’altra volta." cerca di essere convincente, anche se George – che li sta seguendo sotto il mantello dell’invisibilità – è sicuro che sia una recitazione scadente. Ma al di là delle poche capacità di Harry, quello che più l’ha colpito è stato il comportamento di Draco Malfoy: da quando i Serpeverde si innamorano dei Grifondoro? 

Preoccupato per gli effetti delle caramelle, lo ha seguito per tutta la mattina, credendo di beccarlo ad amoreggiare con la Parkinson in meno di due ore, ma Draco non ha smesso un attimo di girare per il castello, alla ricerca di qualcosa – o qualcuno – di preciso. Preso da una folle voglia di vedere Hermione, quando l’ha beccata tutta sola nel corridoio non è riuscito a contenere la sua felicità. È dalla notte precedente che non riesce a togliersi la Mezzosangue dalla testa: è un pensiero continuo, più insistente del solito. Non a caso, è convinto che se Harry non fosse arrivato, probabilmente avrebbe rubato le labbra della Granger senza rimorso: è solo un bacio, è solo Hermione. 

Da quando il terzo anno il pugno di lei si era infranto sul suo volto, il desiderio di una rivincita pulsa nella sua testa come il sangue nelle vene: lo mantiene attivo. All’inizio ha trovato conforto in qualche insulto, in qualche scherzetto, ma da qualche sera non fa altro che desiderarla, sentirla sotto le sue mani, plasmarla a suo piacimento. Scuote il capo, smettendo di fissare il punto in cui Hermione è sparita, per poi riprendere a camminare, scorgendo con la vista la Parkinson, che sta venendo nella sua esatta direzione. 

"Draco, hai da fare?" gli chiede, sorridendo maliziosamente. 

"Sempre libero per te."

 

 

Seduta in Sala Comune da una mezz’ora, Hermione si è già dimenticata di aver incontrato Draco Malfoy per i corridoi del castello, come si è dimenticata di tenere stretto tra le mani il libro di Fred. Ha imposto alla sua testa di focalizzarsi sul problema di Harry, per quanto buffo e inutile fosse, soprattutto per essere le dieci di un Sabato mattina. 

"Sei sicuro di aver capito questa volta?" chiede con premura, sorridendogli appena. 

"Hermione, hai per caso il mio libro di Pozioni?" Fred compare dal nulla – letteralmente dal nulla –, interrompendo la risposta di Harry, un’Harry che si sta maledicendo: avrebbe potuto pensare a qualsiasi altra scusa, piuttosto che sorbirsi l’ennesima spiegazione saccente di Hermione Granger.

"Me lo stavo dimenticando!" esclama lei, aprendo la finestra per la fuga del Prescelto, "Sono venuta a cercarti, ma mi hanno intercettato prima di trovarti." gli dice, porgendogli il libro, "Ti consiglierei di non utilizzare la pozione a pagina quarantasei, è altamente illegale."

"Lo hai letto?" Fred alza un sopracciglio, divertito: è ovvio che la più brillante strega della sua età non si sarebbe fatta scappare l’opportunità di dare una sbirciata al programma del settimo anno. 

"Si è aperto da solo." Hermione prova a difendersi, arrossendo leggermente sulle guance: nota come sia semplice per il gemello imbarazzarla, basta una parola per mandarla su di giri. Il cuore, anche solo guardandolo, comincia a pompare più velocemente e lei è già più felice, più imbranata in tutto quello che fa. 

"A pagina quarantasei?"

"E centosessantanove, altamente illegale anche quella." ne approfitta, tanto oramai è fatta. 

"Altre cose di cui dovrei venire a conoscenza?" Fred si lascia scappare una risata, appoggiandosi alla poltrona lasciata vuota da Harry. 

"Percy ha sbagliato il procedimento della pozione a pagina novantanove, ci sono alte probabilità che ti possa esplodere in faccia."

"Mi è esplosa in faccia." Hermione lo guarda, lasciandosi scappare una risata divertita, immaginandosi Fred con il volto tutto sporco di liquido verde, "Non è stato così divertente." lei comunque non smette e si copre la bocca con una mano, per evitare di fare meno rumore, "Forse è stato un pochino divertente." ammette infine il ragazzo, alzando gli occhi al cielo. 

"Hai una bella scrittura." conclude Hermione, appena è in grado di riprendersi e si accorge che lui la sta guardando con un dolce sorriso. Lo ricambia, passandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro. 

"A cosa devo questo modo di gentilezza, Hermione?" le chiede qualche secondo dopo, testando un sentiero quasi del tutto nuovo. 

"Io sono sempre gentile con te." commenta indignata, incrociando le braccia al petto. La mente di Fred corre velocemente alla settimana prima, a quando Hermione ha passato tutta la sera ad inseguirlo in Sala Comune con la bacchetta in mano, per recuperare una Merendina Marinara, alla colazione della mattina dopo, quando non lo ha degnato di un singolo sguardo, concludendo con la tagliente frecciatina del pomeriggio.

"Quasi, quasi sempre gentile con te." si corregge da sola, sicura che Fred abbia aperto la bocca solo per contraddirla. Difatti lui annuisce soddisfatto subito dopo.

"Accetterai gentilmente la mia proposta di una passeggiata lungo i chiostri o declinerai altrettanto gentilmente?" le chiede a quel punto, lanciando lo sguardo negli occhi di lei, che si illuminano per un briciolo di secondo. Hermione quella mattina ha pensato di portarsi avanti con lo studio di Trasfigurazione, ma la proposta del gemello arriva come una ventata d’aria. 

"Sono libera." il tempo di rispondergli, è già in piedi. Fred, con un incantesimo veloce, fa sparire il libro che ha tra le mani e la fa uscire per prima dalla Sala Comune. 

"Non ti ho vista questa mattina a colazione."

"Mi sono svegliata presto." Hermione cerca in tutti i modi di non guardarlo troppo, ma si accorge che è di nuovo girata verso di lui, "Lo so che è Sabato mattina, ma non avevo sonno."

Anche Fred ha lo sguardo fisso su di lei, ma non ha la minima intenzione di censurarsi, "Dovresti dormire di più, prima o poi potresti impazzire."

Hermione lo sa che è vero: seguire le lezioni, portarsi avanti con i compiti, organizzare le esercitazioni nella Stanza delle Necessità ed essere Prefetto è stressante. Stressante è rimanere in piedi fino a tardi per correggere i compiti di Ron o ascoltare le paure di Harry, ma ci è abituata. E, stanca come è, probabilmente avrebbe voluto dormire ancora qualche minuto, se non si fosse svegliata con il ricordo intenso di un pomeriggio estivo in compagnia di Fred Weasley. Troppo distratta per prendere sonno è scesa a fare colazione in una Sala Grande praticamente desolata. 

"Vedi che stai impazzendo?" il gemello la riporta con i piedi per terra, "Nemmeno mi ascolti più."

Usciti fuori dal corridoio ed entrati nel chiostro, l’aria fredda scalfisce il volto di Hermione, che si stringe le braccia al petto, "Ti ascolto solo ne vale la pena, te l’ho già detto."

Fred alza gli occhi al cielo, scuotendo poi il capo, "A cosa stai pensando?" le chiede di colpo, mentre lei si appoggia ad una colonna del chiostro e Fred si siede sulla pietra fredda.

"Sono preoccupata per Harry, lo vedo sempre più perso nel suo mondo." confessa, lanciando lo sguardo al piccolo prato a fianco a loro, "A Ron non piace parlare troppo di quello che gli sta accadendo, così si tiene tutto dentro e io sono indietro con i miei studi, di questo passo, sono sicura che impazzirò per gli esami." 

Fred rimane zitto a guardarla, sapendo benissimo che non ha ancora finito di parlare. 

"E questa colonna è fredda, tutto il chiostro è freddo, perché ho accettato di venire a fare una passeggiata?" conclude infatti lei. 

Il gemello si alza, avvicinandosi, "Hermione Granger." le dice con tono solenne, riuscendo già a farla ridere, "Strega dai mille pregi, sei consapevole che Harry e Ron senza di te sarebbero già morti sei volte e che verranno presto a parlarti dei loro problemi?"

Annuisce timidamente. 

"E sei consapevole di conoscere il doppio degli incantesimi di una ragazza del quinto anno? Puoi ringraziarmi dopo per quelli che ti ho suggerito di imparare quest’estate."

Annuisce di nuovo, alzando gli occhi al cielo. 

"Allora credo che tu possa smetterla di pensare per qualche minuto." il gemello le sorride dolcemente, sicuro di essere stato impeccabile, ma presto nota che Hermione scuote il capo. 

"Ho ancora freddo." Fred nasconde la mano dentro la tasca del suo maglione, tirando fuori la sua cuffia, quella cucita da Molly Weasley in persona e, con un veloce movimento, la mette alla Granger.

"Lo so, non c’è limite alla mia perfezione e, sempre per evitare che tu possa pensare troppo, sono più che sicuro che tu abbia accettato perché la passeggiata era con il sottoscritto."

Hermione apre la bocca come per dire qualcosa, ma la richiude subito dopo, sconfitta. 

"Tu, a cosa stai pensando?" si limita a chiedere poi, sistemando al meglio la cuffia che ha sul capo. La osserva per qualche secondo: sta pensando che è tutta la mattina che ha voglia di vederla, tutta la mattina che la vuole sentire ridere, che parlare con lei è tutta la sua mattina e tutta la sua giornata, che è bella. A questo punto vorrebbe risponderle, ma quando apre la bocca le parole che Hermione sente, non sono quelle che lui pronuncia. 

"Fred, luce dei miei occhi, mi chiedevo dove fossi finito." commenta malizioso George, facendo cadere lo sguardo prima su di lui e poi sulla strega,  "Avrei dovuto cercare direttamente la prefetto-perfetto, ci avrei messo meno a trovarti. Ti dispiacerebbe venire con me?"

George interrompe così la loro passeggiata. Da qualche minuto ha restituito il mantello dell’invisibilità a Harry con un sorriso, ricordandogli quel suo problemino con Ginny, per poi scendere a cercare il gemello. 

Hermione scuote il capo, "Andrò a studiare." dice appena, lanciando uno sguardo severo ad entrambi, "Non combinate nulla di illegale, lo verrei a sapere." restituisce la cuffia a Fred, che sta fissando il fratello con occhi di fuoco, mentre quest’ultimo, innocente, sta sorridendo. 

"Non infrangeremo una sola regola, promesso."
 



Eccomi qui! Mi sono dimenticata di avvisare che avrei buttato Hermione e Fred come il prezzemolo ovunque da ora in avanti, ma immagino che ve ne siate accorti. Non posso più farne a meno. 
So anche che ho qualche spiegazione lasciata in sospeso, ma arriverà tutto il prima possibile, non c'è nulla al caso, giuro. Intanto ringrazio tutte le persone che seguono e che hanno la storia nei preferiti, mi spiace di aver cambiato il titolo così dal nulla, ma ho pensato che – a fronte dei prossimi capitoli – fosse più attinente. Grazie ancora per tutto il calore e il seguito, spero di sentirvi presto, 
Sia 
   
 
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