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Autore: _Misaki_    21/03/2020    12 recensioni
Ogni cuore ha la sua storia. Ogni storia la sua canzone.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Breathing #4
 
 
 
With you breathing
Everything is beautiful
breathing
Feels as if I’m walking in heaven
If the world wears me down
Will you embrace me like you are doing now?
I hug you fully against my heart
And shout to the world
“Breathing”, Kim Jaejoong –
 
 
 
  Era la loro prima vacanza all’estero insieme. La sera, al tramonto, avevano deciso di andare in spiaggia per fare una passeggiata prima di cena. Le onde si infrangevano sulla riva, producendo il loro suono inconfondibile, e un leggero vento estivo rinfrescava l’aria che per tutto il giorno era stata torrida. Mentre si tenevano per mano e guardavano il cielo dai colori rosati e aranciati, lei non poté fare a meno di pensare a quando si erano conosciuti per la prima volta.
   Era una torrida giornata di luglio di quattro anni prima. Lei si trovava a Milano per lavoro. Era in pausa pranzo ma il caldo le aveva tolto completamente l’appetito, così aveva pensato di prendersi almeno un gelato per non restare a digiuno fino a sera. Giunta davanti a una gelateria che a giudicare dalla coda che si era formata all’ingresso sembrava buona, aveva deciso di perdere un po’ di tempo e si era messa in fila. Le giornate in quella città erano sempre così frenetiche che a volte aveva solo voglia di fermarsi anche se intorno a lei tutti gli altri correvano affaccendati per rispettare chissà quale scadenza o per portare a termine chissà quale commissione. Per non parlare poi delle settimane della Fashion Week. Le strade diventavano un delirio e i mezzi pubblici erano più affollati e soffocanti del solito. Mentre era persa in queste sue considerazioni, qualcosa catturò la sua attenzione, riportandola alla realtà. Un ragazzo biondo che doveva avere all’incirca la sua età stava cercando di entrare in gelateria passando dall’uscita. Tutti lo guardavano male ma lui sembrava non capire. Era un turista straniero, evidentemente non sapeva la lingua, ma nessuno si era preoccupato di parlargli in inglese. Così lei decise di lasciare il proprio posto in fila per andare a parlargli. Vederlo così spaesato era una scena abbastanza buffa ma le aveva anche messo tenerezza. Quando realizzò l’errore, lui si mise a ridere imbarazzato e chiese scusa più volte con un piccolo inchino del capo. A quel punto si erano messi di nuovo in coda. Durante l’attesa avevano parlato del più e del meno e alla fine si erano scambiati il numero di telefono. Per quasi una anno erano rimasti in contatto scrivendosi tutti i giorni, potevano praticamente definirsi una coppia non dichiarata. Finché, un bel giorno, capitò qualcosa di inaspettato. Lei ricevette un’offerta di lavoro proprio nella città dove abitava quel ragazzo e, visto l’entusiasmo con cui anche lui aveva accolto la notizia, decise di accettare e si trasferì.
   Dal giorno del suo arrivo erano diventati una coppia a tutti gli effetti. Potevano considerarsi miracolosamente ben assortiti. A entrambi piaceva ballare, provare nuovi ristoranti, fare brevi gite al mare e guardare film al cinema. Avevano in comune persino il fatto di essere i secondogeniti delle loro rispettive famiglie. A dire il vero avevano anche molte differenze, ma non sembravano importare più di tanto, anzi, li univano ancora di più perché era bello scoprire di volta in volta cosa piaceva all’altro, conoscerlo meglio e magari, grazie a lui, scoprire nuove passioni. Insomma, per entrambi era forse il periodo più felice della loro vita. Tutto andava a gonfie vele e anche quello che non andava bene non era un problema perché erano in due e sentivano che insieme avrebbero sconfitto ogni difficoltà sul loro cammino.
   In uno scatto di euforia lui si mise a correre sulla spiaggia deserta senza smettere di tenerla per mano, trascinandola dietro di sé e distogliendola dai suoi pensieri. Anche lei si rese conto di aver bisogno di sfogare la gioia di quel momento, così si misero a giocare, a rincorrersi e a schizzarsi come dei bambini, finché, esausti, si lasciarono cadere sulla sabbia, fregandosene del fatto che si erano già preparati per la cena e si sarebbero sporcati i vestiti.
   Mentre ancora ridevano contenti e cercavano di riprendere fiato dalla corsa, senza preavviso, lui la abbracciò, stringendola forte a sé.
   «Che c’è?» chiese lei.
   «Non mi lasciare mai.»
   Rimasero ancora un po’ abbracciati l’uno all’altra, assaporando la felicità, mentre le onde si infrangevano sulla battigia. Dopotutto sperare nel “per sempre” non è un crimine. Anzi, un po’ di sogni e speranze in più non farebbero certo male a questo mondo frenetico che a volte si dimentica persino di respirare.
  
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