Anime & Manga > Card Captor Sakura
Segui la storia  |       
Autore: steffirah    28/03/2020    3 recensioni
Tratto dalla terza one-shot: I suoi occhi cominciarono a luccicare come gemme preziose, il suo sorriso divenne più luminoso delle stelle, al che incuriosito sollevò anche lui il viso verso la volta celeste. Socchiuse le labbra, stupito, non ricordando che per quella notte ci sarebbe stata una pioggia di comete.
«Ricordati di esprimere un desiderio», cantilenò allegra e rimembrando che lì si usasse così lasciò ai suoi occhi seguire quelle scie, formulando una sorta di desiderio.
Il suo cuore accelerò di poco e sviò lo sguardo, riportandolo sulla fanciulla, la quale nello stesso tempo si voltò a guardarlo con dolcezza.
«Lo hai trovato?»
Annuì, incapace di parlare, rispondendole nei suoi pensieri.
“Di non perderti.”

_____________________________________________________________________________________
Raccolta dedicata alla Syaosaku week "spring bash" tenutasi dal 4 all'11 aprile 2019.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lee Shaoran, Li Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Syaoran Li | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Stelle di mezzanotte




 
Aprii gli occhi di scatto, svegliandomi di soprassalto. Mi portai una mano sul cuore, sperando rallentasse, ansante. Con la destra mi asciugai rapidamente le guance e afferrai il telefono, controllando l’orario: era a malapena mezzanotte, ma cosa mi aspettavo?
Quel giorno era stata una giornata piena, non avevo avuto un attimo di respiro e appena tornata a casa, seppure fossero le 7, ero crollata senza neppure cenare. A malapena avevo avuto la forza di fare un bagno e indossare il pigiama – Kero-chan mi aveva assistita affinché resistessi in piedi finché non fossi arrivata in camera. E qui, una volta stesa sul letto, il tempo di chiudere gli occhi ed ero caduta in un sonno profondo.
Speravo che la fatica mi facesse semplicemente galleggiare nell’oblio più oscuro, senza mostrarmi nulla; e invece non importava quanto mi sentissi distrutta fisicamente e mentalmente, i sogni dovevano giocare con la mia psiche e mostrarmi scene tanto… tanto orribili, dilanianti, traumatiche.
Nonostante fossi madida di sudore mi ristesi sotto le coperte, stringendomi la maglietta all’altezza del petto, sentendomi mancare l’aria. In maniera quasi automatica afferrai il telefono affianco al letto, digitando frettolosamente il numero di Syaoran-kun.
«Sakura? Cosa succede?» rispose immediatamente.
«Scu-scusami se ti disturbo...» esordii schiarendomi la gola, sollevata di sentire la sua voce.
«Non disturbi e tranquilla, non mi hai neppure svegliato. Tra l’altro, ti ho sempre detto che mi puoi chiamare a qualsiasi ora, no?»
«Mmh», mormorai, non sentendomi in grado di pronunciare molto. Mi bastava ascoltare lui.
«È successo qualcosa?» Il suo tono immediatamente cambiò, divenendo apprensivo, il che mi fece sorridere mio malgrado.
Presi un respiro tremante, spiegando: «Ho… ho avuto un incubo. Riguardava noi, anche se… forse non eravamo propriamente noi. Non lo so, non sono sicura».
Sospirai affranta, avvertendo il mio cuore infrangersi in mille pezzettini al solo ricordo, sebbene esso avesse continuato a persistere nella mia mente per tutto il tempo. Quelle immagini… Tutto quel sangue, quelle ferite, quei ciliegi, quei frammenti…
Tirai su col naso, trattenendo un singhiozzo per non far preoccupare Syaoran-kun più di quanto già stessi facendo, assicurandomi però nel panico: «Tu stai bene, vero?»
«Sì.» La sua voce, per qualche ragione, sembrava più cupa. O forse mi si stavano tappando le orecchie per lo sforzo di contenermi. «Dammi cinque minuti.»
«Hoe?»
Da quel momento non udii altro che fruscii e tintinnii, lo scorrere della finestra che si apriva e qualche altro suono indefinito, prima che tornasse la sua voce, seppure non fosse definita come prima, quasi ci fossero delle interferenze.
«Come ti senti?»
«A pezzi», risposi onesta, raggomitolandomi su me stessa. Affondai la faccia tra le ginocchia e lo sentii emettere una sorta di mormorio incomprensibile, prima che pronunciasse:
«Resisti un altro po’».
«In che senso?» domandai confusa.
Proprio allora, invece della sua risposta mi giunse alle orecchie un ticchettio accanto alla finestra. Sollevai la testa e mi voltai, trovandovi al di fuori Syaoran-kun in pigiama.
Mi alzai in fretta e furia, correndo ad aprirla, domandandogli sbigottita: «Come sei arrivato?»
«Volando», rispose con naturalezza, saltando dentro, concedendomi a malapena il tempo di richiudere il vetro prima di avvolgermi del tutto tra le sue braccia.
Superando la sorpresa ricambiai, lasciando che mi trascinasse verso il letto, e senza allontanarmi vi si sedette sopra, stendendosi e portandomi giù con sé. Mi carezzò con leggerezza i capelli, domandando con delicatezza: «Ti va di raccontarmelo?»
Strinsi le dita attorno alla sua maglia, annuendo appena.
«Non ricordo tutto nei minimi dettagli, solo due scene in particolare.»
«In cui c’eravamo noi?»
«Sì e no, eravamo io e te, ma non eravamo propriamente noi. Era come se… come se fossero altre esistenze di noi stessi. Ma questa è solo un’impressione, perché non erano altro che sagome, ombre nere…» Sollevai di poco lo sguardo, vedendolo a malapena attraverso le lacrime. «Ciò non toglie che è stato tremendo… E se fosse… se fosse un sogno premonitore… che sia il nostro destino o il destino di un altro Syaoran-kun e un’altra Sakura… non posso accettarlo…»
A stento riuscii a contenere un singulto. Chiusi le palpebre, avvertendo le lacrime cominciare a scorrermi sulle guance, e scossi la testa, rifiutandolo.
Syaoran-kun mi riaccompagnò sul suo petto, quasi cullandomi.
«Che cosa hai visto?» sussurrò, anche il suo tono sembrava impaurito.
Mi tremavano le labbra mentre lo rievocavo, quasi percependo quello stesso dolore.
«Te che mi… mi trafiggevi il petto… Mi uccidevi, per sbaglio, e io mi disintegravo in tanti petali di ciliegio, svanendo. E poi tu… tu ti autopunivi per quello che avevi fatto e ti lasciavi…» Feci una breve pausa, raccogliendo fiato, perché quella era stata la parte peggiore. «Ti lasciavi volontariamente uccidere e… e anche tu ti disintegravi in tanti piccoli cocci di vetro…»
Strinsi maggiormente le mani attorno alla sua schiena, quasi temessi potesse avvenire in quello stesso momento, che Syaoran-kun potesse dissolversi da un momento all’altro. E se ciò fosse avvenuto, non sapevo più cosa avrei fatto. Non sapevo neppure se fossi stata in grado di sopravvivere.



 
***
 


Non appena Sakura mi ebbe raccontato quel sogno – anzi, quell’incubo, mi sentii ghiacciare il sangue nelle vene. Come lei, mi auguravo con tutto me stesso che non fosse veritiero.
Io che la uccidevo, con queste mie mani… Con queste mani con cui tentavo costantemente di proteggerla… Il solo pensiero mi terrorizzava. E se un altro me stesso avrebbe dovuto vivere un fato simile, non mi stupiva che decidesse di autodistruggersi. Era esattamente quel che avrei fatto anche io.
Ma la morte di Sakura… era ciò che mi faceva paura, più di ogni altra cosa. Che lei potesse essere ferita, nel corpo o nell’anima. Cercavo di evitare sempre tali situazioni, ma già una ferita emotiva gliela avevo inferta, e se per qualche assurda ragione gliene avessi anche inflitta una fisica…
Al solo pensiero mi sentivo soffocare.
«Sakura…» provai a parlare, prendendo un profondo respiro. «Stai tranquilla. Non ti succederà niente, non ti farò mai del male -»
«Non è questo!» Mi interruppe bruscamente, fissandomi dilaniata. «Non voglio che sia tu a farti del male!»
Sgranai gli occhi, ma immediatamente le sorrisi. Aveva sempre, sempre, un pensiero per me.
La riabbracciai, lasciandola sfogarsi. Ascoltai il suo pianto sommesso, fissando lo sguardo sul soffitto bianco, massaggiandole la schiena per confortarla.
Sapevo che di questo passo non sarebbe più riuscita a prendere sonno, a meno che non fosse crollata del tutto. E sapevo anche che aveva appena trascorso una giornata pienissima, per cui il riposo era più che necessario. Pertanto scavai nella mia mente, alla ricerca di qualcosa che potesse distrarla, che potesse cancellare almeno per il momento, se non per sempre, quelle terribili immagini dai suoi ricordi, e sostituirle con qualcosa di più leggero. Qualcosa di piacevole…
Spostai distrattamente lo sguardo verso la finestra da cui ero arrivato, osservando imbambolato il piccolo cono di luce creato dalla luna.
La luna… ma certo!
Non ci fu bisogno che la chiamassi ad alta voce, Flower aveva già sentito quel mio piccolo desiderio. Le sorrisi grato e lei mi rivolse un ghigno allegro, prima di volteggiare attorno alla sua padrona, o meglio, alla sua migliore amica, sembrando proprio una fatina. Al suo passaggio lasciava dei petali di ciliegio dietro di sé, e dato che girava in tondo aveva finito con il creare una sorta di coroncina sulla sua testa.
Sakura non sembrò neppure essersene accorta, finché uno dei petali non scivolò dalla sua fronte, sfiorandole il naso. Ne arricciò la punta, strizzando gli occhi, e starnutì. Cercai di non ridere, ma era stata tremendamente adorabile. Mi morsi un labbro per trattenermi e lei finalmente sbatté le palpebre, sollevandosi di poco; così facendo tutti i petali le caddero attorno, finendo un po’ addosso a me, un po’ sul suo letto.
«Hoe?»
Mi guardò spaesata, ma piuttosto che darle spiegazioni le indicai Flower, ora impegnata a sostituire i fiori che aveva sul davanzale con di nuovi e più freschi.
«Oh!» esclamò, mettendosi più dritta, e finalmente sorrise. «Grazie», disse con dolcezza, rivolta ad entrambi.
Mi strinsi nelle spalle, visto che più di tanto non mi era concesso, e domandai: «Conosci il tan hua?»
«Il “tan hua”? No, non mi sembra di averlo mai sentito…»
Ci rimuginò su e io annuii, prevedendolo.
«È un fiore cinese, talmente raro che può sbocciare anche soltanto una volta all’anno ed esclusivamente di notte, quando è colpito dalla luce dalla luna, mentre all’alba appassisce.»
Mi guardò con occhi pieni di meraviglia, volendone chiaramente sapere di più.
Le raccontai che in India si credeva che i desideri espressi quando era fiorito si sarebbero realizzati e che anche in Giappone era conosciuto, col nome “gekka bijin”.
Quando sembrai essere giunto a conclusione chiese curiosa: «Tu l’hai mai visto?»
«Sì, quando ero bambino. Mia nonna, la madre di mia madre, ne possedeva una pianta e durante una visita a casa sua mi portò di sera nella sua serra, dove la conservava con cura. Ciononostante ne ricordo l’aspetto solo perché poco tempo fa mia madre ne stava parlando e, incuriosito, ero andato a cercarla, per capire cosa fosse.»
«Com’è fatta?»
Ormai pendeva totalmente dalle mie labbra.
«Le foglie sono larghe e d’un verde molto scuro, i fiori sono bianchi e profumati, ricchi di petali, a diversi strati, come le dalie. Alcuni però sono più lunghi e, per questo, sembrano delle stelle.»
«Sembra stupenda», sospirò, sognante. «Mi piacerebbe tanto vederla.»
Ci guardammo per un po’ meditabondi, chiedendoci come fare, finché non venne ad entrambi un’illuminazione. Contemporaneamente ci voltammo verso Flower, la quale aveva appena fatto nascere nuovi germogli dal terriccio nella sua piantina. Ci fissò per un istante e prima ancora che potessimo aprire bocca annuì; volteggiò su se stessa, facendo apparire tra piccoli bagliori proprio quella pianta. Per non essere costretti ad accendere la luce e rischiare di svegliare qualcuno chiesi a Glow di illuminarla debolmente, e così mi resi conto che i fiori davvero sembravano tante piccole stelle.
Ripresomi dallo stupore, dedicai le mie attenzioni a Sakura, vedendola totalmente abbagliata.
«È bellissima!» esclamò sottovoce, a stento trattenendo l’entusiasmo.
Si allungò sul bordo del letto, annusandone i boccioli in fiore, sospirando appagata prima di ristendersi e chiudere gli occhi beata.
Sorrisi intenerito cercando di farle più spazio, carezzandole i capelli.
«Hai sonno?»
«Mmm», mugugnò appena insieme a uno sbadiglio, prendendomi debolmente la mano. «Resti ancora un po’?»
«Finché non ti addormenti», promisi, abbassandomi a darle un lieve bacio sulla fronte.
Rimasi al suo fianco, carezzandola e mormorando una qualche ninnananna, vegliando su di lei per tutto il tempo. Le carte intanto erano già tornate al loro posto e mentalmente le ringraziai per quello che avevano fatto, certo che potessero sentirmi.
Quando mi accorsi che Sakura era finalmente sprofondata nel mondo dei sogni mi concessi qualche altro minuto lì con lei, imbevendo semplicemente la mia anima con la sua compagnia. Inspirai il suo buon profumo mentre le lasciavo un altro bacio tra i capelli, augurandole buonanotte.
«Fai dolci sogni», sussurrai, e non appena un minuscolo sorriso si fece largo sul suo viso rilassato decisi di alzarmi, tornandomene a casa.
Rassicurai Kerberos che si era affacciato dal suo cassetto, assicurandogli che ora era tutto a posto, e prima di andarmene lasciai lì i fiori, impregnandoli di magia affinché non appassissero, cosicché le stelle sarebbero state presenti anche per darle il buongiorno.










 
Angolino autrice:
Hello! Come state? Io oggi mi sento un tantino fiacca, quindi vi prego di farmi notare eventuali errori perché, anche se ho revisionato il capitolo, potrebbero esserci.
Ma bando alle ciance, ecco che torno dopo una settimana con un capitolo angst (zan zaaan!) e dolcino. Ammetto che è per ciò che è contenuto qui che ho inserito spoiler tra gli avvertimenti, anche se in effetti già nel precedente per qualcuno avrebbe potuto esserlo, se non ha ancora visto Syaoran usare Fly (che poi qui la usa di nuovo, insieme alle altre carte, ma dettagli!). Comunque, lo spoiler a cui mi riferisco non riguarda solo CCS, ma anche Tsubasa Reservoir Chronicle - o per lo meno, per le persone che non hanno letto il manga. Naturalmente spero non ce ne siano, non vorrei aver rovinato niente a nessuno... Nel caso, fate finta di nulla e dimenticate se potete. 
Per chi invece conosce TRC, e in particolar modo mi rivolgo a fioredineve, Aretha e "te", dopo potete pure linciarmi. Lo so che non ve lo aspettavate, ma dovete credermi, nemmeno io me lo aspettavo ToT
E niente, passando a cose più belline, se non vi è capitato di vedere il fiore qui citato cercatevelo, è realmente bello! Probabilmente alcuni di voi lo conoscono avendolo visto in "Crazy rich asians" - aaah che emozione è stata ritrovarlo anche lì!
Bene, dopo aver fatto l'angolino autrice più lungo di questa raccolta, vi saluto. 
A sabato prossimo!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Card Captor Sakura / Vai alla pagina dell'autore: steffirah