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Autore: mikyintheclouds    29/03/2020    1 recensioni
Lily, James e tutti i loro compagni stanno per iniziare il sesto anno ad Hogwarts, ma un evento improvviso, inaspettato e molto triste sconvolge l'estate di tutti, in particolare quella di James.
Questo, quindi, lo porta a maturare e Lily, che l'aveva sempre accusato di essere un bambino, inizia a vederlo con occhi diversi, inizia a considerarlo un uomo, forse il suo uomo.
Tra la guerra, la resistenza, i compiti e i piccoli grandi drammi di Hogwarts, vi propongo una storia James/Lily, in cui sono presenti ovviamente anche i Malandrini, le amiche di Lily e gli altri personaggi che tanto amiamo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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James impiegò intere giornate ed infinite nottate a mettere a punto un piano che fosse a prova di bomba. Niente sarebbe dovuto andare storto e, divorato dall’ansia, pensava e ripensava al più piccolo dettaglio, affinché tutto fosse perfetto. Non aveva seguito una sola lezione quella settimana e se ne sarebbe pentito perché di lì a poco sarebbe stato dicembre e avrebbe avuto i primi esami, ma la cosa non gli importava, Lily era più importante, andava vendicata e lui doveva sapere chi fossero le serpi che l’avevano avvelenata.
Se le cose fossero andate esattamente come le aveva pensate, il suo piano sarebbe passato alla storia come la migliore impresa mai raggiunta dai Malandrini; mai nessuno prima, infatti, aveva fatto irruzione nella Sala Comune di un’altra Casa. Ma si sa, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, per questo doveva programmare tutto alla perfezione.
Quando arrivò il fatidico sabato, James si svegliò all’alba (evento rarissimo per lui che amava dormire) e scese in Sala Grande a fare colazione, anche se non aveva per nulla fame. Non poteva sopportare, però, di aspettare fermo senza fare niente, doveva muoversi, agire, camminare, correre, avrebbe volentieri fatto un giro sulla sua amata scopa per calmare i nervi, ma non era il momento. Doveva concentrarsi, pensare, ripassare il piano e metterlo in atto.
Quella sera avrebbe finalmente scoperto se davvero Avery e Mulciber avevano fatto del male alla sua Lily e, con un po’ di fortuna, anche chi fosse la terza persona dietro a quel meschino attacco.
Tutto era già stato definito: Remus sarebbe stato di ronda in quella zona del castello, in modo da intercettare eventuali Professori che si fossero aggirati da quelle parti o studenti troppo chiassosi che avrebbero potuto creare problemi a James e Sirius che, nascosti dal Mantello dell’Invisibilità, avrebbero fatto da palo dietro un arazzo fuori dalla Sala Comune delle Serpi. Peter, infine, la chiave di quell’ingegnoso piano, sarebbe arrivato nei sotterranei già trasformato in topo, comodamente trasportato nella tasca dei pantaloni di James e sarebbe entrato nella Sala Comune alla prima occasione, pronto a perlustrare il dormitorio di Avery e Mulciber in cerca di risposte.
 
La giornata trascorse in trepidante attesa per i Malandrini che non sapevano più come fare ad ingannare il tempo. Avevano pensato che il momento migliore per entrare nella sala fosse stato alla sera, durante la cena, quando la maggior parte degli studenti sarebbe stata in Sala Grande o da qualche parte del castello per qualche appuntamento romantico.
Non avevano calcolato, tuttavia, come poter riempire tutte quelle ore che li separavano dal loro obiettivo. Remus cominciò a leggere un nuovo capitolo del libro di Difesa Contro le Arti Oscure ma, quando si rese conto di aver letto per la sesta volta consecutiva la stessa frase, decise di lasciar perdere e di andare, invece, a cercare Mary; magari la compagnia della ragazza avrebbe giovato al suo umore.
Sirius e James cercarono di giocare agli Scacchi dei Maghi, poi passarono a Gobbiglie e Sparaschiocco, ma non riuscivano a concentrarsi e anche loro decisero che non era il caso di continuare. Sirius andò da Marlene e James, invece, nonostante non ne avesse molta voglia, si diresse verso la biblioteca, dove era sicuro che avrebbe trovato Margareth.
A sentire Margareth, le cose tra loro andavano alla grande, ma se qualcuno si fosse soffermato ad osservare il volto di James, in particolare i suoi occhi, avrebbe capito che la realtà non era esattamente come la vedeva la Tassorosso. Dopo quel primo bacio a stampo in Sala Grande ne erano seguiti degli altri, anche più appassionati, ma, se per Margareth era l’inizio di qualcosa di importante, per James era solo questione di meccanica e chimica. “Se una ragazza ti si avvicina troppo, è normale che scatti il bacio e se in più sei un uomo, nel pieno dell’adolescenza e con gli ormoni impazziti, c’è poco che puoi fare.” Adorava prenderlo in giro Sirius quando James si confidava con lui e gli altri Malandrini.
Sapeva che Sirius aveva ragione, ma sapeva anche che quella situazione non gli stava affatto bene. Non poteva baciare e toccare Margareth per una questione puramente ormonale, quando non provava nulla nel farlo, quando ogni volta che chiudeva gli occhi e appoggiava le labbra su quelle della ragazza desiderava che fossero quelle di Lily Evans. In realtà, impegnato com’era a definire il suo piano, non aveva avuto molto tempo per vedere la Tassorosso quella settimana, ma lei, imperterrita, lo aspettava alla mattina e alla sera in Sala Grande e in qualche occasione era persino andata a salutarlo tra una lezione e l’altra. Sembrava quasi che non avesse avuto notizia del battibecco che Lily e James avevano avuto in Sala Grande la domenica precedente, o, se l’avesse saputo, aveva completamente deciso di ignorarlo.
Da una parte, a James cominciava un po’ a pesare tutto quell’attaccamento di Margareth, ma dall’altra, adorava vedere il bel visino di Lily farsi scuro ogni volta che si accorgeva della presenza della Tassorosso e sentire la freddezza nella sua voce quando Margareth la salutava ed era costretta a ricambiare. Merlino solo poteva sapere quando avrebbe ammesso a sé stessa, agli altri, ma soprattutto a lui i reali sentimenti che provava per il bel Grifondoro. Ormai era evidente anche alle statue che a Lily piaceva James.
Ovviamente, non si erano più parlati dopo quell’adorabile scambio di battute in Sala Grande e Lily non perdeva occasione di menzionare ed elogiare Sebastian ogni volta che vedeva avvicinarsi Potter che non poteva fare altro che fare finta di non aver sentito. Anche se sapeva benissimo che Lily lo faceva per farlo innervosire (e ci riusciva benissimo, per altro), non poteva proprio sopportare quel nome e quel ragazzo che comunque aveva la possibilità di toccare e accarezzare la sua Evans. Da quello che gli era stato detto, però, i due ancora non si erano scambiati nemmeno un bacio, quindi, una volta passato l’attimo di furia omicida che lo invadeva al sentir nominare quello sfigato, non poteva fare a meno di sogghignare. In fondo, infatti, se Evans ancora non aveva voluto avvicinarsi ad Harrison, un motivo c’era ed era senza dubbio che non le importava nulla del povero Cercatore Corvonero.
 
Come volevasi dimostrare, James trovò Margareth seduta al suo tavolo preferito, proprio sotto una delle ampie finestre che illuminavano la biblioteca.
Si avvicinò piano per non farla spaventare e si sedette di fronte a lei. Margareth alzò gli occhi violetti dal libro di Pozioni Avanzate che stava leggendo e, appena vide James, si aprì in un luminoso sorriso.
“Ciao!” Bisbigliò. “Non ti aspettavo. Cosa ci fai qui?”
“Avevo voglia di vederti.” Mentì James.
“Qualcosa non va? Hai una faccia…”
“Niente, lascia perdere.”
“No, davvero, dimmi. Sono qui per te. Sai che puoi parlarmi di tutto.”
“Davvero, lascia perdere.”
“Come vuoi.” Si arrese alla fine un po’ dispiaciuta, continuando la sua lettura.
“Scusami.” Riprese lui poco dopo. “Non volevo essere sgarbato, ma la cosa non riguarda solo me. Non te ne posso parlare.”
“Non dirmi che tu e i tuoi amici vi state cacciando in qualche guaio? Conosco la tua fama James Potter e non voglio essere la ragazza di un attacca brighe.” Disse, diventando rossa quando pronunciò la parola ‘ragazza’.
James scoppiò a ridere. “Ma è proprio l’essere un attacca brighe che mi rende così affascinante.” Le ricordò, facendole il suo miglior sorriso malandrino, accompagnato da un’arruffata ai capelli.
Margareth scosse la testa divertita in segno di resa e tornò nuovamente alla sua lettura.
James rimase ad osservarla per un attimo.
Era davvero una bella ragazza e molto simpatica, per giunta. Non si capacitava di come gli altri ragazzi se la fossero lasciata scappare solo perché amava studiare e starsene per i fatti suoi.
Anche se non aveva una reale voglia di stare con lei, la piacevolezza della sua compagnia lo stava aiutando a rilassarsi. Era sempre così calma e pacata che avrebbe acquietato anche quell’anima in pena di Pix, se solo avesse passato un po’ di tempo in sua compagnia.
Ripensò a quel suo improvviso rossore di poco prima quando si era definita la sua ‘ragazza’ e gli venne da sorridere. 
Si accomodò meglio sulla sedia, alzò i piedi e li appoggiò su quella di fronte a sé e cominciò a giocare distrattamente con il boccino che teneva sempre in tasca, mentre ripensava nuovamente a quello che avrebbero dovuto fare quella sera. Ancora non sapeva bene come avrebbe reagito una volta scoperto chi fossero gli artefici di quella bravata contro la sua Lily.
Li avrebbe affrontati? No, non voleva cacciarsi nei guai, non quando aveva promesso alla memoria di suo padre di comportarsi come si deve per poter diventare un Auror come lui.
Li avrebbe denunciati? Impossibile. Non avrebbe mai saputo come giustificare di fronte alla McGranitt o a Silente come fosse venuto in possesso di certe informazioni.
Li avrebbe osservati, tenuti d’occhio, presi nel mirino. Non avrebbe permesso loro che facessero nuovamente del male a Lily o a qualche altro Nato Babbano. Avrebbe atteso, li avrebbe segnati nella sua personale lista nera e, una volta diplomato e uscito da Hogwarts, li avrebbe cacciati, catturati e sbattuti ad Azkaban.
Perso nei suoi pensieri, non si accorse nemmeno che Madama Pince lo stesse sgridando per il disturbo che recava col boccino.
“Te lo ripeto, Potter, esci se non vuoi beccarti subito una punizione e lascia che la Signorina Lynch possa studiare in santa pace.”
“Oh, ma non si preoccupi, Madama Pince.” Intervenne Margareth. “Non mi dà fastidio.”
“Beh, a me si.” Le rispose di rimando la povera donna, irritata. “Quindi, FUORI!” Ripeté nuovamente rivolta a James, alzando di un tono il livello della voce.
Il ragazzo non poté fare altro che alzarsi e andarsene, dopo aver scoccato un sonoro bacio sulla guancia di Margareth.
 
Per fortuna arrivò il momento tanto atteso dai quattro ragazzi. Si ritrovarono nella Sala Comune, scesero rapidi fino alla Sala Grande con gli altri loro compagni e consumarono una cena scarsa in tutta fretta. Sebbene all’inizio avessero pensato di saltare la cena, infatti, ritennero che fosse più opportuno farsi vedere al banchetto, in modo da escludere eventuali domande dei loro compagni sul perché non fossero presenti a cena.
Mangiarono un boccone e uscirono di corsa dalla Sala Grande, senza rivolgere la parola a nessuno, stando bene attenti a controllare la Mappa, per evitare di incontrare le ragazze. Di sicuro, infatti, Marlene e Mary avrebbero voluto spiegazioni sul perché avessero già finito di cenare il sabato sera e Lily era troppo intelligente per non capire che stessero tramando qualcosa.
Le mancarono per un soffio e si rifugiarono in uno sgabuzzino per le scope. Lì, Peter si trasformò in topo, James lo mise nella tasca dei pantaloni della divisa e, insieme a Sirius, si nascose sotto il mantello dell’invisibilità.
Controllarono di nuovo la Mappa, soprattutto per accertarsi che nella Sala Comune dei Serpeverde fosse rimasta qualche persona e, ben attenti a non essere scoperti, aprirono piano la porta dello sgabuzzino e uscirono. James e Sirius erano protetti dal mantello, mentre Remus camminava a testa alta, per niente preoccupato che qualcuno potesse fermarlo e chiedergli dove stesse andando. In fondo, era un Prefetto.
Scesero nei sotterranei e stavano per raggiungere la Sala Comune dei Serpeverde, quando dalla Mappa videro che si sarebbero imbattuti nel Professor Lumacorno appena girato l’angolo.
“Oh!” Esclamò sorpreso il Professore trovandosi davanti Remus che, per fortuna, aveva un allenamento di cinque anni abbondanti con le bugie. “Signor Lupin, cosa ci fa qui?” “Buonasera Professore. Vede, ero a cena e ho sentito per caso alcuni ragazzini Serpeverde del primo anno dire che stavano organizzando uno scherzo ai loro compagni, proprio qui, nei sotterranei. In quanto Prefetto, ho ritenuto opportuno venire a controllare.”
“Ma che comportamento esemplare, ottimo Signor Lupin! Buona serata!”
“A lei, Professore. E, buon appetito se sta andando a cena.”
“Grazie!” Esclamò gioviale.
Aspettarono che si fu allontanato, poi James e Sirius scoppiarono a ridere. “Ma si può essere più stupidi?” Sussurrò Sirius da sotto il mantello.
Controllarono di nuovo sulla Mappa e videro che uno degli studenti stava per uscire dalla propria Sala Comune, così si affrettarono a raggiungerla.
Ma quando arrivarono davanti all’ingresso, il passaggio si era già richiuso. Trovarono solo un ragazzino del secondo anno appoggiato al muro che quando vide Lupin fu molto meno gioviale di Lumacorno e disse: “E tu, Grifondoro, che ci fai qua?”.
“Si dà il caso che sia un Prefetto. Ho tutto il diritto di andare dove mi pare e piace nel castello. Tu, piuttosto, perché non sei a cena? E cosa ci fai appoggiato al muro da solo con fare sospetto?”
“Non che ti interessi, ma sto aspettando la mia ragazza.”
Proprio in quel momento, infatti, il buco del passaggio si aprì di nuovo e, rapidamente, James posò a terra Peter che si affrettò ad entrare nella Sala Comune dei Serpreverde prima che la porta si richiudesse.
“Eccola.” Disse con voce annoiata il ragazzino. “Ora levati, Grifondoro.” E, detto questo, prese per mano la ragazza e superò di malo modo Lupin che gli gridò dietro: “Bada a come parli, potrei toglierti dei punti.”
“Ma che ragazzaccio.” Sussurrò, poi, a James e Sirius quando la coppietta girò l’angolo. “Beh.” Riprese, “Io vado a fare un giro qua attorno, fate un fischio quando è fuori.”
“Perfetto, a dopo amico.” Rispose James da sotto il mantello.
 
 Sirius e James aspettarono per quelle che parvero ore, la cena era sicuramente finita da un pezzo e molti studenti erano rientrati nella Sala Comune, ma di Peter ancora non c’era traccia. Scambiandosi silenziose occhiate colme di parole, stavano entrambi pensando al peggio. Qualcosa era sicuramente andato storto e poi, finalmente, la porta della Sala Comune si aprì di nuovo ed uscirono niente meno che Severus Piton e Regulus Black. Sirius non poté fare a meno di bisbigliare un: “Che ci fa mio fratello con Mocciosus?”, quando sentirono un flebile squittio provenire dai loro piedi e, guardando verso il basso, videro che anche Peter era uscito.
James lo prese in mano e se lo mise nuovamente in tasca, poi, sempre nascosti sotto il mantello, si allontanarono rapidi dai sotterranei.
Avrebbero solo dovuto trovare Remus, che senza dubbio si trovava da qualche parte lì attorno e poi sarebbero dovuti tornare nella loro Sala Comune. Il piano era stato un successo.
Improvvisamente, però, mentre salivano le scale che portavano alla Sala Grande, si imbatterono nella gatta di Gazza, Mrs. Purr che si fermò e si sedette su un gradino, osservandoli.
Avevano sempre avuto il presentimento che quella dannata gatta riuscisse a vederli anche quando erano coperti dal mantello e quella sera ne ebbero la certezza.
Minus, infatti, mise il muso fuori dalla tasca dei pantaloni di James per capire il motivo per cui si fossero fermati. Lo intuì quando, girando il muso verso sinistra, incontrò con i suoi occhi quelli gialli di Mrs. Purr e la gatta, repentinamente, spiccò un balzo proprio nella sua direzione.
James e Sirius, per evitare che la gatta finisse loro addosso, ruotarono i loro corpi verso destra e la scartarono, ma così facendo Peter, già spaventato per via dell’attacco del gatto e con il corpo mezzo fuori dalla tasca dei pantaloni, venne completamente sbalzato fuori e atterrò con le zampe sui gradini.
I suoi sensi di animale captarono il pericolo della gatta, che nel frattempo si era voltata irritata in direzione della sua preda, proprio dietro di lui e si mise a correre risalendo i gradini più veloce che poteva.
La gatta non perse tempo e lo rincorse e James e Sirius, per un attimo rimasti attoniti da quello che era appena accaduto, controllarono rapidamente che non ci fosse nessuno nei paraggi, si levarono il mantello e rincorsero la gatta e il loro amico.
Salirono al primo piano e cercarono di stare al passo con i due animali, ma erano troppo veloci. James, quindi decise di estrarre la bacchetta e cercò di fermare con qualche incantesimo Mrs. Purr. Sirius fece lo stesso… sarebbe stato comodo anche l’aiuto di Remus… ma dove si era cacciato?
Stavano lanciando incantesimi a caso, da una parte desiderosi di bloccare quella stupida gatta, dall’altra timorosi di colpire Peter per sbaglio. Girarono l’angolo e, insieme, scagliarono un ‘Petrificus totalus’ alla cieca che, tuttavia, invece di colpire la gatta, investì in pieno Lily Evans.
I due ragazzi si bloccarono immediatamente e Sirius si scontrò contro il corpo di James, il quale per poco non cadde addosso alla povera Lily, stesa a terra e immobile come uno stoccafisso.
Finite incantatem!” Pronunciò subito James, liberando Evans dall’incantesimo.
James le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei la scansò con uno schiaffo e si rimise in piedi da sola.
James stava per iniziare a parlare e a scusarsi con la ragazza quando, intercettando il suo sguardo pieno di odio, decise che era meglio non aprire nemmeno bocca.
“MA SIETE IMPATTIZI? COSA DIAVOLO STAVATE FACENDO? ERA MRS. PURR QUELLA? STAVATE INSEGUENDO LA GATTA DI GAZZA E LANCIANDO INCANTESIMI NEI CORRIDOI? MA AVETE DODICI ANNI?”
“Vedi Evans, è quello che può sembrare, ma in realtà…”
“IN REALTÀ COSA POTTER? TI HO GIÀ DETTO UNA VOLTA CHE NON MI DEVI FAR PASSARE PER STUPIDA!”
“Va bene, scusa, noi stavamo…” Iniziò, cercando con lo sguardo Sirius per avere un po’ di aiuto.
Anche se Evans conosceva la loro capacità di tramutarsi in animali, non potevano di certo dirle che stavano inseguendo la gatta che a sua volta stava inseguendo Peter versione topo e che il loro amico era un topo perché si era appena intrufolato nella Sala Comune dei Serpeverde. Per fortuna, a quanto sembrava, non l’aveva visto.
“Si, Evans, calmati… noi stavamo solo…” Cominciò Sirius andando in aiuto di James, ma Lily non permise loro di fornire alcuna spiegazione.
“VOI SIETE IN PUNIZIONE! ENTRAMBI! E VENTI PUNTI IN MENO A GRIFONDORO!”
“Venti punti in meno? Ma sei impazzita Evans?”
“VENTI PUNTI A TESTA, COSÌ IMPARATE, BRUTTI IDIOTI CHE NON SIETE ALTRO!”
“Oh, avanti, Lily, calmati. Davvero non è come sembra. Venti punti a testa mi sembra un po’ esagerato… noi non stavamo facendo chissà cosa di male, dopo tutto.” Tentò di rimediare James. Mossa assolutamente sbagliata.
“NON STAVATE FACENDO NIENTE DI MALE? MA VI RENDETE CONTO? AVETE SEDICI ANNI! SIETE AL SESTO ANNO E ANCORA PENSATE A RINCORRERE I GATTI! E NON TI AZZARDARE PIÙ A CHIAMARMI PER NOME. SONO EVANS PER TE, SOLO EVANS! ORA VADO A RIFERIRE TUTTO ALLA MCGRANITT.” Sbraitò, scandendo ogni parola con delle piccole spinte con le mani sul petto di James che si ritrovò contro al muro e completamente incapace di ribattere.
Nonostante la situazione si fosse messa così male, però, James non poté fare a meno di notare quanto fosse bella Lily quando era fuori di sé. Il viso arrossato metteva in risalto le lentiggini e quella parte così vivace del suo carattere solitamente tranquillo lo faceva eccitare.
Ma Evans aveva ragione, il loro comportamento sembrava veramente quello di due bambini; tuttavia non sapeva tutto e mai avrebbe dovuto sapere quello che avevano appena fatto.
Non avrebbero replicato per quella volta.
Si sarebbero beccati la punizione.
Ma venti punti in meno a testa, accidenti! Avrebbero dovuto rimediare al più presto per non farsi odiare dai loro compagni.
Intanto, attirati da quel baccano, alcuni ritardatari ancora in giro nel castello si erano radunati intorno a loro ad ammirare lo spettacolino dei grandi e grossi Potter e Black fatti a pezzi dall’esile, quanto grintosa creatura che era Lily Evans.
Anche Remus arrivò e si beccò all’istante un’occhiataccia da parte dei suoi due amici.
“Dov’eri tu?” Sbottò Lily in faccia a Remus, ancora molto irritata.
Remus capì subito che i suoi amici erano finiti nei guai e cercò di parlare in maniera più calma possibile per rasserenare l’animo agitato di Lily.
“Ero già in giro per la ronda. Scusa se non ti ho avvisata Lily, ma sono andato a cena presto e poi mi sono subito messo al lavoro. Stavo perlustrando i sotterranei quando mi ha fermato Lumacorno per scambiare due parole nel suo ufficio.” Ed era vero. Purtroppo Remus si era nuovamente imbattuto nel Professore che aveva voluto sapere come fosse andata con i ragazzini di Serpeverde che minacciavano di fare uno scherzo ai loro compagni nei sotterranei. Aveva dovuto inventarsi balle su balle e il tempo era volato e poi si era messo a cercare James e Sirius, da cui non aveva ancora avuto alcun aggiornamento.
La risposta sembrò calmare un attimo Lily che, poi, guardandosi intorno e notando il gruppetto di persone che si era radunato attorno a lei e ai suoi compagni, sbraitò: “VOI! A LETTO! E ANCHE VOI!” Aggiunse rivolta a James e Sirius. “Domani parlerò con la McGranitt e vi farò sapere quale sarà la vostra punizione.” Riprese, con voce dura, ma più calma.
I due ragazzi non poterono fare altro che eseguire mestamente quanto era stato loro appena ordinato.
Nessuno dei due, inaspettatamente, tentò di replicare.
 
James e Sirius raggiunsero la Sala Comune dei Grifondoro in silenzio. Entrarono e salirono direttamente nel loro dormitorio. Videro che Peter non era ancora arrivato e si preoccuparono per lui. “Dove si sarà cacciato quell’imbranato?” Farfugliò James, con voce amara. Si sentiva in colpa. Le cose non sarebbero assolutamente dovute andare in quel modo.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” Disse per attivare la Mappa. Vide un puntino con scritto ‘Peter Minus’ che stava raggiungendo l’ingresso della Sala Comune e poco lontano anche quello di Remus Lupin. “Ottimo, stanno entrambi arrivando.” Disse a Sirius che nel frattempo si era messo in pigiama e si era sdraiato sul suo letto. “Fatto il misfatto.” Riprese, poi, James per disattivare la Mappa.
 
Poco dopo, entrarono nel dormitorio Remus ed uno scombussolato e sudato Peter.
“Vi odio!” Esclamò subito, puntando il dito in direzione di Sirius e James. “Siete in debito per questo! Quella stupida gatta mi ha fatto correre fino al secondo piano, dove per fortuna sono riuscito a nascondermi nel bagno di Mirtilla Malcontenta e sono ritornato umano!” Esclamò con la sua vocina stridula.
“Scusa davvero, Pete. Non volevo che questo capitasse.” Si scusò James, realmente dispiaciuto.
“Ha ragione, amico, abbiamo cercato di inseguirvi, ma eravate troppo veloci. Abbiamo provato a bloccare la gatta, ma invece abbiamo incantato la Evans che ci ha tolto venti punti a testa e ci ha messi in punizione.”
“Mi spiace, ragazzi, avrei dovuto esserci io a pattugliare quel piano, ma Lumacorno mi ha bloccato.” Intervenne Remus.
“Non ti preoccupare, amico.” Rispose James. “In fondo è tutta colpa mia. Ti sei dovuto inventare quella balla per Lumacorno per causa mia. Scusa. E scusa anche tu, Peter, ti ho messo in pericolo. E, Sirius, non voglio che anche tu ti prenda la punizione. Parlerò con la McGranitt, mi prenderò tutte le colpe e non dovrai scontare nulla.” Disse, sinceramente pentito.
“Non ti preoccupare, fratello. Era da un po’ che non finivamo in punizione. Ne sentivo la mancanza tutto sommato.” Replicò Sirius, ridacchiando con la sua risata che sembrava il latrato di un cane.
“Eravamo tutti favorevoli ad aiutarti, James. Non ti devi scusare e non ti devi incolpare.” Aggiunse Remus.
“Beh, un po’ dovrebbe.” Disse Peter, ancora risentito.
“Avanti, Codaliscia, almeno hai fatto un po’ di sport… dovresti farlo più spesso per buttare giù quei chiletti di troppo.” Lo prese in giro Sirius.
Gli altri ragazzi ridacchiarono e, dopo un momento, anche Peter si aggiunse, anche se la sua risata era totalmente finta. Non avrebbe mai perdonato James e gli altri per quello che era appena successo.
“Quindi?” Domandò James dopo qualche minuto di silenzio collettivo. “Hai scoperto qualcosa?”
“Sì.” Iniziò Peter. “Ho perlustrato i dormitori di Avery e Mulciber come mi avevi chiesto. Sono disgustosi, una vera fogna. Ma avevi ragione, nei loro bauli ho trovato i costumi con la maschera. Poi ho guardato anche in quello di Piton, ma non c’era nulla. Allora sono sceso nella Sala Comune. È spaventosa… ha una strana luce verdognola ed è molto umida. Comunque, stavo per andarmene, quando ho visto seduti su un divano Piton e il fratello di Sirius. Piton si stava complimentando con lui per essere riuscito a superare una prova, anche se secondo lui avrebbe dovuto ancora lavorare sulla maledizione Imperius. Allora mi è venuto un dubbio, sono risalito nei dormitori, ho cercato in tutte le stanze il baule di Regulus e ci ho guardato dentro. Mi spiace, Sirius, ma la terza persona è lui. Quello che ha maledetto Lily con l’Imperius per costringerla a bere quella Burrobirra avvelenata è tuo fratello.”
 
Sirius impiegò una vita ad assimilare quelle parole. Non ci poteva credere. Come tutta la sua famiglia, anche suo fratello era caduto tra le braccia delle Forze Oscure, tra le braccia di Voldemort.
Si fece pallido, poi sempre più rosso mano a mano che realizzava quello che Minus aveva appena detto.
Si alzò dal letto in preda alla collera.
“QUEL BASTARDO!” Gridò, dando un pugno alle travi del letto a castello.



Ciao! Non aggiorno da un secolo e me ne scuso. Spero che questo capitolo vi piaccia! Grazie per le visualizzazioni e le recensioni... sono sempre apprezzate! Fatemi sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo, mi raccomando.

Baci


 
  
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