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Autore: pokas    03/04/2020    2 recensioni
Quando dovrebbe essere una domenica calma e rilassante una password dimenticata fa partire il caos.
Un viaggio attraverso ricordi e amori, una sola domanda basta e spalancare il passato aperto a diverse esperienze e pieno di sentimenti di una persona semplice, una segretaria come tante che ha un'unica preoccupazione: rispondere alla domanda di sicurezza "chi è stato il tuo primo amore?".
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimasi a fissare il cel incredula -dopo così tanto tempo?- pensai andando in cucina. Distratta dal messaggio mi scontrai con Daniele che usciva dalla stanza -hey, sembri molto concentrata, tutto bene amore mio?- era ancora con l'accappatoio bagnato addosso e mi fissava con un sorriso assonnato 
-tutto bene piccolo…- dissi stringendolo a me 
-hey calmati che ti inzuppi la camicia- disse allontanandomi 
-e se mi andasse bene?- chiesi continuando a stringermi a lui 
-mi costringeresti a togliertela-  disse iniziando a sbottonare. Lo lasciai fare, lui mi tolse la camicia e la mise sul tavolo da stiro per sistemarla. -dovresti evitare di bagnarti Chiara, abbiamo un pranzo di lavoro dopo- mi richiamò dandomi l'indumento -con te in giro non è facile- gli risposi rossa in volto 
-mi fa piacere piccola, io mi vesto, devi uscire per fare qualcosa?- chiese, io guardai il cel e mandai un messaggio a Fabiana 
-una vecchia amica vorrebbe incontrarmi, potresti accompagnarmi al solito bar?- chiesi 
-certo, aiutami a trovare dei vestiti decenti e ti accompagno- mi disse andando in camera da letto.

Lo segui e lo aiutai a scegliere un completo elegante ma anche sportivo -chi è la fortunata che ritorna nella tua vita?-
-Fabiana-
-quella per cui avevi una cotta?-
-erano vecchi tempi-
-forse questa è la volta buona- rispose facendomi l'occhiolino
-non voglio nulla da lei, ci sei tu, non ho bisogno di nessuno oltre a te- lui non disse nulla, mi strinse a se e mi baciò -ti amo- mi bisbigliò dandomi un bacetto sul collo
-vai cercando qualcosa?- gli chiesi con tono malizioso 
-se il colloquio va bene, stasera festeggiamo, scegli tu la modalità, mi mancano i giochi di ruolo… per ora usciamo dai- disse iniziando ad uscire.

Presi una borsa e ci misi soldi, telefono e le chiavi, poi uscì seguendo Daniele. Salimmo in macchina e dopo circa cinque minuti scesi dall'auto per incontrare Fabiana.

La vidi seduta ad un tavolo da sola, in 10 anni non era cambiata molto, era maturata si, era una donna oramai, ma il suo modo impacciato di comportarsi la rendeva ancora la fragile Fabiana di anni prima. Mi sedetti davanti a lei e subito si accorse di me 
-Chiara? Sei tu?-
-già… a cosa devo la tua visita dopo 10 anni?-
-mi mancavi, mi ero trasferita in un'altra città e avevo lasciato qui il telefono, sono tornata a vivere qui e quindi sono riuscita anche a recuperare il mio telefono dalla vecchia casa con il tuo numero sopra. Mia zia è morta e la sua casa è diventata la mia. Non posso pagarmi un affitto e quindi per un po’ starò qui.-
-bhe bentornata-
-grazie, a te invece come va?- chiese
-bene. Mi sono laureata e ora sono sposata con Daniele, un compagno di università-
-vero! Ho visto le foto del matrimonio su Facebook, non avevi pianto nemmeno un po’- osservò lei
-bhe, ci ho messo molto ad organizzare la festa, ero più preoccupata per il benessere degli altri che del mio-
-un tuo difetto. A volte ti fai in quattro e non ti rendi conto che è troppo per te, era così anche quando facevamo campeggio- disse dando ad un cameriere un foglietto con le ordinazioni -spero ti piaccia ancora il succo alla mela- aggiunse mentre l'uomo se ne andava. Aveva una memoria parecchio buona.

Il cameriere mise la bevanda davanti a me e subito l'assaggiai -si, mi piace ancora. Sei piu tornata al campeggio?-
-no, essendomi trasferita dovevo sostenere altre spese e non avevo abbastanza denaro per tornare, tu?- 
-dopo quello che è successo con Carlo… non ci tornerò più. Siamo ancora buoni amici, ma nessuno del posto si è scordato l'accaduto- risposi e in quel momento mi tornò in mente una probabile risposta per il mio account.

Carlo fu un ragazzo che potrei considerare una delle mie cotte. Era più piccolo di me e frequentavamo entrambi sia il campeggio sia la stessa scuola media, avevamo avuto una relazione, se la vogliamo chiamare così, ma ovviamente non abbiamo mai fatto nulla, ero io quella forte e dominante, lui non aveva mai preso l'iniziativa, fino a quella notte di febbraio. 

Mi aveva lasciata per un'altra ragazza, ed ovviamente io ci stavo male, volevo sistemare le cose. Di notte tutti dormivano nel proprio sacco a pelo in una grande sala. Avevo probabbilmente la febbre ed ero molto stanca, ma non rinunciai a tentare di fare la pace con lui. Mi sdraiai vicino a lui e senza fiatare lui mi fissò -che ci fai qui?-
-è stato meschino ciò che mi hai fatto. Lei non è nessuno in confronto a me-
-forse…- disse baciandomi.

Ero confusa e stanca, senza rendermene conto me lo trovai addosso. Il calore del suo corpo era qualcosa di così inquietante addosso, un brivido di freddo e vaga paura si diffusero nella mia mente. -levati, per favore- bisbigliai, ma non mi sentì. Vidi la sua mano avvicinarsi alla zip della mia felpa che usavo come piggiama, dovevo intervenire, ma mi sentivo bloccata. -Posso vedere?- chiese io mi portai le mani al petto -no, non c'è assolutamente nulla da vedere, piuttosto levati di dosso- riuscì a dirgli mossa dall'imbarazzo per il mio corpo. 

Mi ripromisi che mai a nessuno avrei permesso di vedere oltre i miei vestiti, almeno finche non mi sarei sentita pronta, ma nemmeno con l'uomo che poi avrei sposato riuscì a nascondere la vergogna per me stessa. Lo lasciai guardare serrando gli occhi e chiudendomi in una bolla di paura e vergogna, sentivo che sarebbe scappato solo perché io non ero abbastanza, proprio come aveva fatto Carlo, ma non accadde.

Passai del tempo al bar a parlare con lei del piu e del meno, ci facemmo una passeggiata fino a casa mia e poi la salutai. La strinsi a me e poi feci per darle un bacio sulla guancia, ma la stessa idea la ebbe lei e le nostre labbra si toccarono. Imbarazzata si staccò da me con le guance completamente rosse 
-ti prego non fraintendere Fabiana, non era mia intenzione-
-non preoccuparti, lo so che non era intenzionale… è la prima volta che bacio una ragazza, non è stato male… alla prossima- disse andandosene.

Tornai a casa e mi buttai sul divano. Erano le 11.30 di domenica mattina ed io dovevo ancora mandare il documento al mio capo.
   
 
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