Capitolo 21 - Chiarimenti
08 Gennaio 2002
L’aria è
fredda intorno a me.
Gennaio è
arrivato.
Nevica.
E’ sera.
I fiocchi mi
scivolano piano contro il viso.
Un tremore.
Lungo la
spina dorsale.
Un sospiro.
Pesante.
Chiudo gli
occhi.
Ce la posso
fare.
Ce la devo
fare.
Mi sento
morire dentro.
Non posso
fargli questo.
Però devo.
Non posso
andare avanti così.
Come se
nulla fosse.
Come se
fosse tutto normale.
Perché non
lo è.
Nulla è più
come prima.
Come prima
che tornassi ad Hogwarts.
Ad
insegnare.
Avevo tutto
ciò che desideravo prima.
O così
almeno pensavo.
Un bel
lavoro.
Una famiglia
che mi ama.
Un migliore
amico.
Un amante.
Trevis.
E invece no.
Mancava
qualcosa.
Ed ora so
finalmente cosa.
Una persona
che con un solo sguardo mi fa sciogliere dentro.
Una persona
che con una sola parola sa farmi stare bene.
Una persona
che con un tocco mi fa sentire viva.
Una persona
che con la sua sola presenza mi fa sentire protetta.
Solo una
persona mi viene in mente.
Se penso a
tutto questo.
Severus
Piton.
Il mio
Severus.
Sorrido.
Un tempo lo
odiavo.
E lui odiava
me.
E ora?
Non mi
sembra vero.
Quanta
strada abbiamo fatto.
E quanta ne
dobbiamo ancora fare.
I ricordi di
pochi giorni prima mi tornano in mente.
Nel suo
letto.
Insieme.
‘Rimani.’
Così mi
aveva detto in un sussurro.
Quasi
esitante.
Forse
pensava che non sarei rimasta?
Pensava che
non desiderassi stare con lui?
Passare la
notte insieme a lui?
Merlino
quanto lo amo.
Sospiro.
E chiudo gli
occhi.
I brividi.
I ricordi mi
assaltano.
Ancora
brividi.
Le sue mani.
La sua
bocca.
Fuoco.
La sua
lingua dentro di me.
Profonda.
Sempre più
profonda.
Sospiro.
Non ci devo
pensare.
Non ora.
Devo parlare
con Trevis.
Non posso
più rimandare.
Voglio più
di questo.
Non mi
voglio accontentare.
Voglio
poterlo guardare negli occhi con sicurezza.
Dirgli che
sono sua.
Sua e basta.
Mi avvicino
velocemente alla casa.
Quella casa
che conosco così bene.
Ci ho
passato tante notti dopo la caduta di Voldemort.
Come un
rifugio.
Ho pianto
tanto.
Ho sorriso.
Ho riso.
Ho
scherzato.
Ho urlato.
Baciato.
Fatto
promesse.
Fatto
l’amore.
Respiro
piano e busso.
Ci ho
pensato tanto.
È la cosa
giusta.
-E tu cosa
ci fai qua?- chiede sorridente, felice, Trevis aprendo la porta e lasciandomi
entrare in casa sua.
Mi
abbraccia.
Per un
attimo penso di lasciare tutto com’è.
No, non è
corretto nei confronti di nessuno.
Gliela devo
un po’ di sincerità.
-Ciao.- gli
rispondo con un mezzo sorriso, -Posso disturbarti?- gli chiedo incerto sedendomi
sul suo divano color panna.
-Certamente!
Non ti aspettavo però…- commenta, -E’ successo qualcosa?- domanda preoccupato
accomodandosi accanto a me. -Tutto bene ad Hogwarts?-
Ecco.
Ci siamo.
Mi mordo il
labbro con i denti.
Sono
nervosa.
Quanto è
difficile?
-Sì, ad
Hogwarts tutto bene. Qualche studente mi odia, dicono che do troppi compiti!-
rispondo ridacchiando dal nervosismo, poi continuo. -Ecco, non so come
dirtelo…-
-Mia dolce
leonessa, stai tranquilla! Lo sai che con me puoi parlare… di qualsiasi cosa.-
commenta appoggiandomi una mano sulla guancia.
La sua mano
è calda.
Gentile.
Lo guardo.
I miei occhi
sui suoi.
Blu intenso.
Respiro.
-Non è
facile…- inizio, prendendo la sua mano tra le mie. -Ci abbiamo girato intorno
per tanto tempo ma penso sia arrivato il momento… di lasciar andare.-
Osservo la
sua reazione.
Non ho
lasciato il suo sguardo.
Neanche un
secondo.
No.
Deve capire.
Deve capire
quello che sento.
Lo porterò
sempre nel mio cuore.
Trevis è
parte di me.
Se non fosse
stato per lui non sarei qui ora.
Non sarei
sana di mente certamente.
Mi ha
aiutata tanto dopo la guerra.
Gli devo
tanto.
Mi guarda
anche lui.
Lo sguardo
intenso.
Forse ha
capito.
Ma non
riesco a leggere il suo sguardo.
Poi
all’improvviso sorride.
Non è
felice.
Sì.
Ha capito.
È un sorriso
amaro.
Triste
forse.
-Sapevo che
prima o poi sarebbe successo.- mi dice passandosi una mano sul viso. -In fin
dei conti una promessa è una promessa, no?-
‘Stiamo
insieme per non stare soli.’
Questo ci
eravamo detti.
Nessuno dei
due voleva stare solo.
Il peso
della guerra ancora sulle nostre spalle.
Soprattutto
sulle mie.
Ma non era
un vincolo.
Saremmo
stati vicini finché sarebbe durato.
Entrambi
aspettando qualcos’altro.
Evidentemente
il mio momento era arrivato.
Severus.
-Mi
dispiace. Credimi, mi dispiace tanto.- gli confesso per un momento allontanando
il mio sguardo dal suo. Una lacrima mi bagna il viso ma non voglio piangere.
-Ehi! Shhh…-
mi dice abbracciandomi. -Non piangere… è tutto okay.-
-Non sei
arrabbiato?-
-Perché
dovrei esserlo?- mi domanda incredulo. -Perché finalmente ti sei veramente
innamorata?-
Bè, sì.
Mi sono
innamorata.
Di Piton per
giunta.
L’ho odiato
per chissà quanto tempo.
Chi
l’avrebbe mai detto.
-Non pensavo
la prendessi così bene. Però, veramente, mi dispiace. Ci sei sempre stato per
me e sicuramente non deve essere stato facile.
-Hermione,
ti voglio bene… e proprio perché ti voglio bene sono felice per te. Se hai
deciso di fare questo passo è perché sei sicura al 100% di ciò che provi per
questa persona, altrimenti avresti aspettato ancora.
-Vero…-
commento pensierosa.
-Quindi?- mi
chiede poi, il tono di voce scherzoso. -Professor Piton, Hermione? Il
pipistrello dei sotterranei? Il Capo dei Serpeverde?-
Rimango
impietrita per un attimo.
Come fa a
saperlo?
Trevis non è
un Legilimens.
Ma anche se
lo fosse me ne sarei accorto.
Sono
sorpresa.
Arrossisco.
La bocca
aperta come un pesce.
Ma non posso
negarlo.
Severus.
-E’ così
ovvia come cosa?-
-No, non lo
è. Ho visto però il modo in cui lui ti guardava in infermeria… doveva per forza
essere lui.-
-E’ cambiato
molto, sai?- dico tra me e me osservando l’orologio appeso alla parete di
fronte a me, poi continuo volendogli spiegare la situazione. -Apparentemente è
sempre il solito Severus Piton, stronzo e senza cuore che ama detrarre punti a
Grifondoro e spaventare i Tassorosso, ma in fondo lo fa solo per mantenere le
apparenze. È una persona buona, è gentile a modo suo e sempre molto attento a
tutto ciò che dico. È premuroso, mi fa anche ridere!
E soprattutto, mi fa sentire…-
-...importante.-
finisce Trevis per me. -E sappiamo bene che Severus Piton non è il tipo da
sprecare il proprio tempo su cose e persone per il quale non prova alcun
interesse.
- È una persona molto… passionale.- gli
confido con un sorriso, il peso che sentivo sul cuore ormai sparito. -In ogni
caso grazie, perché mi capisci e non mi giudichi. Non so ancora come farò a
dirlo a Harry e Ron, e a tutti gli altri…-
Per un
attimo il suo sguardo cambia.
Lo vedo
subito.
E so cosa
sta per dirmi.
Ricordo
benissimo l’ultima volta che ho visto Ron.
In
infermeria.
Ciò che mi
ha detto.
Il suo viso
contorto.
L’odio nelle
sue parole.
E ricordo
benissimo anche la mia reazione.
Forse
esagerata.
Forse no.
Mi ha fatto
del male quel giorno.
Le sue
parole peggio di pugno in pieno viso.
O di un
round di Cruciatus.
Ci ho
pensato per giorni.
E sono
arrivata ad una sola conclusione.
Non aveva
nessun diritto di chiamarmi così.
Di
offendermi.
Ma fa
comunque male.
-Non
preoccuparti ora.- mi assicura stringendo la mia mano. -Non sarà facile. Harry
probabilmente ti terrà il muso per un po’ mentre Ron sbraiterà prima di
rinchiudersi in camera sua per giorni inveendo contro di te, ma alla fine
capiranno entrambi. Sta a te fargli capire che è la tua vita e che con questa
ci fai quello che vuoi, con o senza il loro permesso, e soprattutto fargli
capire che sai quello che stai facendo. Vedrai che andrà bene.- termina con un
sorriso.
-Grazie,
veramente. Non so cosa farei senza di te!- lo abbraccio forte a me volendolo
sinceramente ringraziare per la sua amicizia. -Ora vado, devo fare una cosa
ancora prima di rientrare ad Hogwarts. Sai, domani è il compleanno di Severus.-
-Oooh! È il
compleanno di Severus? E cosa mai gli vorresti regalare, mmm?- chiede ridendo
sotto i baffi, le sue sopracciglia che si sollevano velocemente.
-Finiscila!-
esclamo dandogli divertita un colpo al braccio e sollevandomi poi dal divano,
la voce di nuovo seria. -Voglio che tu sappia che non ci siamo ancora arrivati,
a fare… insomma, lo sai…- dico incerta. -Non mi sembrava giusto nei tuoi
confronti considerato che ancora non avevo parlato con te.-
-Sei una
persona speciale, Hermione.- commenta sorridendomi mentre mi accompagna alla
porta. -Sono sicura che il Professor Piton… cioè, Severus… ti renderà felice, e
tu a lui. In fin dei conti, come potrebbe non essere grato per il tuo amore?-
Lo vedo il
suo sorriso triste.
Mi dispiace per
lui.
Mi dispiace
tanto.
Ma la mia
strada è altrove.
Ma non lo
dimenticherò mai.
Mai smetterò
di volergli bene.
E di
ringraziarlo.
Anche per
questo.
Perché mi
comprende.
Perché non
mi giudica.
E perché si
fida di me.
Lo stringo
forte.
Poi mi
smaterializzo.
I miei piedi
toccano terra soffice.
Il freddo è
pungente sulla mia pelle.
Non vedo l’ora
di tornare al castello.
Ma c’è una
cosa che devo fare ancora.
Che devo
raccogliere.
Ed è
importante.
Per questo
motivo sono qui.
Sulla cima
di un’alta montagna.
Sollevo lo
sguardo.
Gli occhi
chiusi.
Respiro
profondamente.
Poi li apro.
Eccolo.
Uno
spettacolo.
Sorrido.
Prendo in
mano la mia bacchetta.
La agito
piano.
Una scia
luminosa.
Argentea.
Che prende
la forma di una lontra.
Il mio
Patronus.
Lo guardo
estasiata.
È sempre
bello vederlo.
-23:30, Corridoio
Stanza delle Necessità. Ti aspetto.-
Questo è il
mio messaggio.
Per Severus.
Osservo la
mia lontra correre via.
Sorrido.
Questa notte
sarà la nostra notte.
*
Ciao a tutti!!! Scusatemiiii!!! Sono passati decisamenti TROPPI anni da quando ho aggiornato e mi scuso per questo. Purtroppo tra blocco dello scrittore e la vita che semplicemente va avanti, le fanfiction mi sono sfuggite di mano. Ora, a causa del virus, anche io sono a casa e ho un po' più di tempo per scrivere quindi farò del mio meglio! Lo prometto!
#stateacasa Vi voglio bene, Disincanto294
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Ciao a tutti!!! Scusatemiiii!!! Sono passati decisamenti TROPPI anni da quando ho aggiornato e mi scuso per questo. Purtroppo tra blocco dello scrittore e la vita che semplicemente va avanti, le fanfiction mi sono sfuggite di mano. Ora, a causa del virus, anche io sono a casa e ho un po' più di tempo per scrivere quindi farò del mio meglio! Lo prometto!
#stateacasa Vi voglio bene, Disincanto294