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Autore: Sia_    09/04/2020    5 recensioni
"Fred e George ci hanno offerto di provare il loro nuovo prodotto una mezz’oretta fa e abbiamo accettato tutti, però ci sembrava brutto lasciarti fuori dai giochi." dice Harry, confondendo le sue parole in un rumoroso sbadiglio.
"E cosa farebbe esattamente questa caramella?"
"Non lo sappiamo." si affretta a dire Ginny, innocentemente.
"Mi state dicendo che voi tre, coscientemente, avete ingerito un loro prodotto senza controllare cosa fosse o cosa facesse?" chiede a questo, tremendamente preoccupata, "Voi siete pazzi."
"Hermione, siamo grati del fatto che ritieni le nostre invenzioni prive di pericolo." commenta ironicamente George, passandosi una mano tra i capelli.
"Ma per provare che è tutto completamente sicuro… " Fred apre la bocca, facendo cadere velocemente una caramella in bocca e, tanto velocemente, la manda giù verso lo stomaco, "Abbiamo deciso di prenderla anche noi."
La sicurezza dei movimenti di Fred la stupisce e una piccola vocina nella parte più recondita del suo cervello comincia a dirle che forse, ma solamente forse, non è una cosa così… pericolosa.
La vista di Fred viene oscurata dalla mano di George, che le offre la stessa caramella di prima con un sorriso a trentadue denti, "Cosa ne dici allora?"
Oh, al diavolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Oh, al diavolo - Capitolo quattordici
 

La Sala Comune quella notte brulica di ragazzi: quelli più giovani si sono stipati nella parte sinistra, mentre gli altri riempiono la destra in ogni suo punto. Tra questi ultimi, Ron Weasley è il più atrocemente stanco: da giorni è venuto a patti con il fatto che Harry Potter, il suo migliore amico, è innamorato perso della sua unica sorella. E sopportare quello è per lui un peso terribile. 

Eppure Hermione, ignara della sua instabilità emotiva, è riuscita a dargli il colpo di grazia: invaghita di Draco Malfoy. Draco Malfoy e Hermione Granger provano interesse reciproco, la sua dolce e cara amica sta di nuovo fraternizzando con il nemico: deve essere attratta da quella tipologia di uomini, pensa ancora Ron, sprofondando nella poltrona. La osserva in Sala Comune, mentre batte stressata il piede a terra e continua a cercare l’orologio alla parete con lo sguardo. Che abbia un appuntamento? 

Hermione un appuntamento ce l'ha eccome, sta aspettando da tanto di uscire dalla Sala Comune per incontrare uno dei due gemelli e fare quello che deve fare: trovare l’ingrediente, creare la pozione, berla. Sono tre piccoli passi che la separano dalla sua amata tranquillità, solo quelli. Ne ha parlato con Ginny fino a qualche minuto prima e poi è scesa a controllare che cosa Harry e Ron stessero facendo del loro tempo. Ha cercato George tra la moltitudine di gente, sperato di vedere Fred sorriderle da una delle poltrone, ma quando i suoi occhi non hanno intravisto né uno, né l’altro, ha cominciato ad attendere con ansia l’ora dell’appuntamento. Si sarebbe presentato anche Fred? George glielo ha detto? 

Battendo sempre più velocemente il piede per terra, si chiede quanto Fred in realtà sappia. George, una delle due menti diaboliche, deve essersi fatto qualche domanda quel pomeriggio, non può certo andarsene in giro per il castello senza il pensiero fisso che anche Hermione Granger abbia preso quella caramella. Deglutisce, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ignorando palesemente lo sguardo che Ron le sta lanciando da qualche mintuo. Quest’ultimo difatti fa per alzarsi e chiederle qualcosa, ma non fa in tempo ad aprire la bocca che, dalle scale del dormitorio femminile, Ginny scende velocemente. A pugni stretti, lanciando uno sguardo indecifrabile ad Hermione, si ferma solo quando ha raggiunto Harry, che alza titubante il volto dal suo compito di Pozione

Per un attimo è ancora la pace che regna, ma la situazione fa presto a precipitare: la mano di Ginny afferma la cravatta del Prescelto e la ragazza unisce le loro labbra. La Sala Comune, che deve ancora riprendersi dal bacio di Lee e Katie, viene ribaltata per la seconda volta, ma questa volta lo scoop che aleggia è più importante, vale numerose scommesse. Chi pensa sia solo uno scherzo, chi vorrebbe parlare con gli amici delle altre case e chi, ancora, punta a sentire le urla di Ron Weasley molto presto. Ginny non si preoccupa di nessuna delle voci che sente in sottofondo: si sta focalizzando solo sul sorriso da ebete che vede stampato sulla faccia di Harry, non appena si separano per la prima volta. Gli lascia la cravatta, memorizzando nel cervello il ricordo di quel bacio, le sue labbra, l’odore di pergamena che riempie la Sala, insieme a quello del camino. 

"Più bella." sussurra Harry, cercando di non svenire di colpo.

"Come?"

Il Prescelto scuote il capo, sorridendo, "Sei più bella di quanto mi ricordassi." riesce infine a partorire, facendola arrossire. 

Ron si porta una mano sul cuore, perché sente una fitta dolorosa: Ginny ha smesso di essere la sua dolce e innocente sorellina, non tornerà mai più ad esserlo. Poi fissa Harry e una strana voglia di saltargli addosso viene presto soppressa, ricordandosi che è il suo migliore amico. La sua sorellina e il suo migliore amico. Ci pensa talmente tanto che non si accorge che sono passati almeno due minuti da quel bacio e che Ginny si è seduta a fianco al Prescelto, facendogli compagnia durante il suo compito di Pozioni, rendendo fin da subito tutto normale, come se la loro relazione fosse già consolidata da mesi e non da un paio di minuti. 

Hermione, che è finita nella parte più dimenticata della mente di Ron, sorride ai due e sembra essersi rilassata, ma al rintocco delle undici, torna a sbattere il piede contro il terreno, "Abbiamo la ronda." sussurra al suo amico, toccandogli appena la spalla. 

Ron non la ascolta del tutto, perché ha ancora gli occhi fissi su Harry e Ginny, che si baciano per una seconda volta come se niente fosse, "No."

"No cosa?"

"Stasera no, io non mi muovo da qui." il giovane Weasley sembra essere categorico e stringe con le mani i braccioli della poltrona su cui è seduto. 

"Ronald, è ridicolo." commenta lei, ritrovando un po’ di buon umore, "È Harry."

"E lei Ginny e io sono suo fratello, piacere."

Hermione gli dà ancora qualche secondo per cambiare idea e scusarsi, ma è tutto inutile, "Non mi muovo di qui fino a che non si muovono loro."

"Sei la persona con la testa più dura che conosco." dice infine lei, scuotendo il viso con un debole sorriso sulle labbra. 

 

 

Finita la ronda, Hermione si accorge che il cuore che le batte nel petto ha un peso enorme: camminare per i corridoi sapendo di star infrangendo le sue amate regole, ostentare la spilla da Prefetto per secondi fini, sono solo alcuni motivi per cui vorrebbe cancellare quell’appuntamento. 

"Passeggi tutta sola?" Draco intercetta il suo giro. Ha sperato di poterla incontrare, di poter stare con lei il tempo necessario per portare avanti una vecchia conversazione. 

"Non è la serata giusta, Malfoy." lo ferma subito lei, aumentando il passo, con il semplice intento di essere lasciata in pace.

"Sei noiosa quando fai così." non la molla, è delizioso quando Hermione si impunta, quando cerca in tutti i modi di sembrare superiore. 

"Draco, vai a dormire."  incrocia le braccia al petto, fermandosi in mezzo al corridoio. 

"Non posso dormire, se ti penso tutta sola per il castello: voglio stare con te tutta la notte." si lecca le labbra, facendo qualche passo verso Hermione, che oramai è abituata ad essere messa alle strette da Draco. Scuote il capo, sorridendo dolcemente: dopotutto, è la caramella che sta parlando.

"Sto andando a letto, dovresti andarci anche tu." taglia corto, ripercorrendo il suo sentiero, fingendo di tornare nella Sala Comune dei Grifondoro. Draco tuttavia le prende il braccio e la intrappola nella sua presa, stretta, sicura, calda. Hermione cerca di divincolarsi, ma è impossibile. Si ferma ad ascoltare il cuore di Malfoy che batte all’impazzata sotto il maglione, nell’attesa della sua prossima mossa. Se ne sta immobile, mentre lui appoggia il volto al suo capo, annusando il profumo dei suoi capelli, stringendo la mano sul ventre di lei. Si accorge che è piccola, così tremendamente piccola che non riesce a capire come sia stata in grado di tirargli un pugno tanto forte due anni prima. Sorride, baciandole i capelli, "Vieni via con me." le sussurra all’orecchio, solleticandole il collo. 

Hermione cerca disperatamente una figura nel buio: sa che il gemello è lì da qualche parte, che li sta osservando, che sta ponderando anche lui le sue mosse. A mente lucida, Fred potrebbe reagire con razionalità, ma osservando le mani di Draco Malfoy intorno alla ragazza che gli piace, sente una strana scossa percorrergli il corpo. 

"Non voglio venire via con te." sussurra Hermione, cercando di separare il suo corpo da quello del ragazzo che la tiene stretta, "Lasciami andare." 

"Non sarebbe divertente." Draco le gira il volto verso di lui, con un semplice e repentino gesto della mano, bramando di baciare quelle labbra che lo stanno facendo impazzire ad ogni parola, ad ogni supplica. Hermione invece, di quelle labbra non ne vuole sapere nulla, per questo cerca ancora di scappare da quella presa, guardando verso quello che sa – almeno che per lei dovrebbe – essere George. Ma la sua bocca non dice il suo nome, la sua bocca chiede il solo aiuto di Fred, di quel ragazzo che le riempie la mente senza sosta, che è sempre presente, che arriva inatteso, che sembra sempre sapere quando qualcosa non va, quando farla ridere, quando salvarla dalle grinfie di Draco. 

"Sono qui." dice appunto, comparendo a fianco dei due. Ha pensato di schiantare Malfoy, già con la bacchetta tra le mani e le labbra pronte a muoversi, ma quando ha sentito il suo nome, quando ha compreso che Hermione stava chiedendo il suo aiuto – e non quello di qualcun altro – è tornato con i piedi per terra, "Sono qui, Hermione." conferma ancora una volta, mentre Draco alza gli occhi al cielo, liberando la ragazza dalla sua presa e spingendola lontano. 

"Un giorno ti troverò da sola, nessuno potrà fermarmi ancora."

"È una minaccia?" chiede Fred, coprendo con il corpo quello di Hermione, che non osa pronunciare parola. 

"Una promessa." Draco lancia un ultimo sorriso malizioso verso la Granger, sparendo poi dietro l’angolo del corridoio. 

Fred si gira verso Hermione, "Va tutto bene?" le chiede, mentre tutta la tensione accumulata sembra sciogliersi in un istante, l’istante in cui i loro occhi si incontrano per la prima volta. 

"Grazie per l’aiuto, se non fossi intervenuto, l’avrei schiantato molto probabilmente." Hermione sorride, mostrandogli la bacchetta che tiene ancorata nelle sue mani, "D’altronde ho fatto una promessa a tuo fratello… A proposito, dov’è George?"

"Ha avuto da fare con Angelina e ha mandato me." chiarisce il gemello, grattandosi il capo, "Che promessa gli hai fatto?"

"Che non avrei mai e poi mai baciato Draco Malfoy."

Il gemello per qualche secondo non parla, ma si limita a guardarla in viso, tanto che lei è costretta a passargli una mano davanti agli occhi per riportarlo alla realtà, "Fred, tutto bene?"

"Tutto bene, tu piuttosto, sei sicura di voler fare qualcosa stasera?" le chiede con premura, ricordando improvvisamente le mani del Serpeverde attorcigliate attorno alla ragazza. 

"Cert… " non riesce a finire la frase, che il miagolio intenso di Mrs. Purr interrompe la loro conversazione. Fred si mette un dito sulla bocca, intimandole il silenzio e le offre l’altra mano per seguirlo. Hermione l’accetta, ringraziando la poca luce dei corridoi di notte, perché è sicura di essere diventata dello stesso colore degli stendardi di Grifondoro. È in giro per i corridoi, oltre l’orario del coprifuoco, con Fred Weasley in persona, che forse le piace e che sicuramente le sta tenendo la mano. Non è troppo? Impone alla mente di stare zitta, mentre il gemello la trascina in uno sgabuzzino poco lontano, accendendo la punta della sua bacchetta con un incantesimo. 

"Appena è sicuro torniamo nei dormitori." le dice maliziosamente, sedendosi su una cassa, "Non vorrei mai macchiare il buon curriculum di Hermione Granger con una punizione."

Lei alza gli occhi al cielo, sorridendo appena, "Temo che sia troppo tardi." commenta infine, "Ti devo ricordare che sono cinque anni che vado in giro con Harry Potter, per non parlare del fatto che… "

"La geniale idea dell’Esercito di Silente è stata tua, sì ne sono al corrente." conclude Fred, facendole spazio sulla cassa, in modo da farla sedere. 

Hermione, ancora imbarazzata per il complimento che il gemello le ha rivolto, cerca di smorzare la tensione, "Tu e George vi rinchiudete qui dentro spesso?"

"Noi ci rinchiudiamo sempre e ovunque, dovresti saperlo." le sorride, smettendo di guardarla e appoggiando la testa al muro, "Ovunque perché è bello scoprire che Hogwarts resta infinito e sempre beh… Perché aspettare che Gazza smetta di cercare dura l’eternità."

La mente di Hermione per un attimo si perde a pensare ad un’eternità di lei e Fred insieme, ma la ragazza scaccia subito quel sogno per tornare con i piedi sulla terra, "Ti ha fatto vedere la pozione?" chiede, mentre dei passi dall’altra parte del muro la allarmano. Fred si porta di nuovo un dito alle labbra e le fa un occhiolino, per intimarle ancora una volta di essere il meno rumorosa possibile. Il cuore di lei comincia a battere più velocemente e cerca la sua mano: la stringe leggermente, osservando la porta dello sgabuzzino.

Il gemello scuote il capo e, con un veloce movimento della mano libera, le gira il volto verso di lui, avvicinandosi, "Guarda me, non guardare la porta."

Apprezza il tentativo di tranquillizzarla, ma quando lo trova a distanza di qualche centimetro, è sicura di non potersi calmare. Si perde negli occhi magnetici di Fred, ne osserva ogni sfumatura, cerca di memorizzarne il colore. Nel mentre, ha finito ogni goccia di saliva nella bocca, distratta com’è dal gemello che ora le sorride, "Va meglio, vedi?"

Annuisce lentamente, rendendosi conto che l’aria è diventata più tesa e che Fred si è avvicinato ancora di qualche millimetro. O si è avvicinata lei? 

I secondi passano come minuti, è come se ne sentisse il rumoroso e lento ticchettio di un orologio nella testa: cerca di non pensarci, mentre il volto del ragazzo è sempre meno lontano. Fred appoggia la fronte a quella di Hermione e sorride maliziosamente, "La rugiada non si era ancora sciolta." le sussurra, rompendo la magia, "Questo pensavo stamattina, che se la rugiada non si è ancora sciolta, vuol dire che sta arrivando l’inverno e che tra poco sarà Natale e potrò regalarti i mutandoni di Zia Muriel, come promesso."

Hermione cerca di non ridere, perché sarebbe una risata davvero rumorosa e rimane ferma nella sua posizione, "Fred Weasley, tu sei… "

"Straordinario, bello, magnifico, indescrivibile?"

"Impossibile, cercavo impossibile." lo corregge lei, staccando infine i loro due volti, per osservare ogni angolo dello sgabuzzino, salvando nella sua mente il nome della cassa su cui sono seduti, la muffa nell’angolo a destra e il numero delle scope ritirate. 

"Credo che sia sicuro adesso, torniamo?" propone Fred, anche se per un attimo Hermione nota un briciolo di tristezza nei suoi occhi. Ma quella non è la serata giusta per risolvere un indovinello, ancora una volta, lei ha la testa da tutt’altra parte. 

Lo guarda, mentre si alza e le offre una mano per seguirlo fuori dalla porta. La ragazza cammina più lentamente, osservandolo da dietro, studiando la forma delle sue spalle: è sicura che si sia alzato di qualche centimetro dalla fine dell’estate, ma non sa dire precisamente il numero esatto. Ed è anche sicura che, in qualche strano modo, sia maturato: l’ha distratta per il tempo necessario a non pensare che dietro al muro qualcuno la stesse cercando e, proprio lì, sul confini delle sue labbra, si è fermato. Hermione porta gli occhi al pavimento, ignorando le parole che stanno uscendo dalla bocca di Fred in quel momento: si è fermato. A distanza bacio, con un sorriso malizioso, si è fermato. 

"E alla fine quello è il motivo per cui… " le dice, facendola entrare per prima in Sala Comune, dove il camino si sta lentamente spegnendo. 

"Ti sei fermato." sussurra, incrociando le braccia al petto. Di nuovo, come da troppo tempo, Hermione ha pensato che oh, al diavolo, ci sono momenti in cui non si può stare zitti. 

"Come?"

Tornando improvvisamente in sé stessa, diventa dello stesso colore dello stendardo di Grifondoro e si passa una ciocca di capelli dietro l’orecchio, spaventata che lui l’abbia sentita, "Sono stanca." è l’unica cosa che riesce a dire, cercando con gli occhi le scale del dormitorio femminile, per poi imboccarle velocemente, sentendo dal piano di sotto il sussurro di una buonanotte. 

 

Eccomi qui, finalmente aggiorno. Sto pubblicando questa storia di compleanno in compleanno: prima i gemelli, adesso il mio. E quale giorno migliore per un capitolo del genere? Lo sapete, per me Fred ed Hermione sono tanto e anche un loro tentativo di bacio è molto, quindi sono felice. Spero che l'aggiornamento vi piaccia e che la quarantena vi stia un po' meno stretta, 
Sia ❤
   
 
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