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Autore: EcateC    14/04/2020    5 recensioni
Vorrei raccontarvi una storia antica, forse già sentita, ma sempre riuscita e in ogni universo gradita.
Parla di due ragazzi nati in due famiglie avverse, diverse, che hanno combattuto una guerra tra luce e oscurità, senza timore né pietà, finche una di esse non è perita nel noto giorno di inizio maggio, sconfitta dal Prescelto e dal suo indomito coraggio. Ma una bambina si salvò, Delphini il mago oscuro la chiamò. Ella intraprese un viaggio temporale, per riscattare suo padre e ristabilire il suo ordine del male. Alla fine non ci riuscì, ma qualcuno di lei si invaghì.
A Harry Potter la cicatrice faceva di nuovo male, perché di Delphini e di Albus Severus vi voglio parlare...
Albus Severus Potter/Delphini Riddle; Post "The Cursed Child"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Delphini Riddle, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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La colazione, insieme alla cena, era forse il momento più bello della giornata. C’era un clima piuttosto disteso, che veniva rovinato solo dall'ansia per i compiti in classe o le interrogazioni. 

Tre di ragazzine del secondo anno stavano ripetendo a gran voce Storia della Magia ormai da dieci minuti e Albus si sentì molto felice all’idea che quel giorno sarebbe stato tranquillo. Non erano programmate né verifiche né interrogazioni, apparentemente.

-Al, tuo padre e tua zia sono di nuovo in prima pagina- lo informò distrattamente Scorpius, con il Profeta tra le mani.

-Capirai. Loro sono sempre in prima pagina- gli rispose Albus, secco, senza nemmeno guardare l’articolo. 

Si imburrò il pane con una generosa quantità di burro e di marmellata, e lo addentò, con lo sguardo vacuo e fisso di fronte a sé.

-Oh, Al! Questo per me ti interessa!- esclamò Scorpius, che alla mattina era fin troppo vivace e ciarliero per i suoi gusti -Hanno anche scritto un lungo articolo su Rodolphus Lestrange, pare che sia scomparso nel nulla.-

-Spero sia morto- suggerì Albus, cupo.

-Chi è Rudolph Lestrange?- domandò invece Marlena, mettendosi a sedere vicino ad Albus.

-Rodolphus- la corresse Scorpius -Non è molto famoso, in effetti. È stato un Mangiamorte, conosciuto soprattutto per essere stato il marito di Bellatrix Lestrange.-

-Il marito di Bellatrix Lestrange?- ripeté la ragazza, sorpresa -Ma Bellatrix Lestrange non era sposata con Voldemort?-

Albus aggrottò le sopracciglia nere e la guardò come se fosse impazzita.

-Ehm, no- borbottò Scorpius, stranito -Cioè... Credo che andassero a letto e basta, ecco.-

-Oh… Capito- sorrise lei, lanciando uno sguardo malizioso ad Albus, che si sentì arrossire.

Il giovane terminò in fretta la colazione, ignorò gli sguardi insistenti di Marlena e si diresse col migliore amico nell’aula di Divinazione, dalla un po’ scriteriata Professoressa Cooman.

Albus non amava l’arte della Divinazione, e questa era forse l’unica cosa che aveva in comune con suo padre.  

Quel giorno la lezione era con i Corvonero e come sempre la veggente li accolse con la sua distorta passione per la materia. Tutto di lei ricordava una gitana, dagli scialli colorati che aveva sulle spalle ai lunghi pendagli coi talismani e i tintinnanti bracciali nei polsi. Inoltre, più passavano gli anni, più la professoressa sembrava schizzata, a maggior ragione ora che aveva un cespuglio bianco al posto dei capelli.

Quel giorno Albus scoprì all’improvviso che ci sarebbero state delle interrogazioni a tappeto. Lo sorprese Scorpius con questa brutta notizia mentre salivano le scale a chiocciola verso la Torre Nord. E chi fu la prima persona che la Cooman interrogò? Albus Severus, naturalmente.

-Io…Credo sia un uccello rapace- mormorò il giovane, cercando di dare un senso alla sagoma che aveva dentro la sfera di cristallo.

-Fammi vedere- esclamò la Cooman, strappando di mano ad Albus la sfera di cristallo. Aumentò la gradazione dei suoi spessi occhiali e guardò attentamente la nebulosa immagine oltre il vetro.

-Non è un rapace- lo contraddisse la Cooman, stupita -È un Augurey!-

Molti studenti trattennero il fiato, Albus sgranò gli occhi.

-Cosa simboleggia l’Augurey nella chiaroveggenza, signor Potter?-

“Delphini Diggory” pensò subito lui, arrossendo.

-Ehm, beh… Sì, ecco, è un uccello che… Che vola e…- Albus guardò Scorpius in cerca di aiuto -Che, beh, può avere vari colori e… e… È molto bello e…-

Scorpius aveva iniziato a sfogliare freneticamente il libro con la simbologia della chiaroveggenza, avvertendo le occhiate disperate del migliore amico.

-…E? Cos’altro, signor Potter?- lo incalzò severamente la Cooman, attraverso i suoi spessi occhiali, che rendevano enormi i suoi già di per sé grandi occhi tondi.

Albus non aveva la benché minima idea di cosa aggiungere. Per mille serpi, non si aspettava un’interrogazione e naturalmente c’erano già quattro Corvonero -tra cui Lysander Scamander- con la mano alzata.

-…E l’Augurey…-

“Canta solo quando sta per piovere” gli sussurrò una certa voce femminile nella sua testa.

-E canta solo quando sta per piovere- disse subito Albus a voce alta, ricambiando lo sguardo della Professoressa, che si fece sorpreso.

“Un tempo si credeva che il suo canto fosse un presagio di morte”

-Un tempo si credeva che il suo canto presagisse la morte di una persona- continuò il giovane, fiducioso -Ma ora non più. E… Ama l’acqua e la pioggia e infatti vola solo quando piove. Il suo nido è a forma di lacrima-

Scorpius smise di sfogliare il libro e guardò il migliore amico a bocca aperta. Anche quei secchioni dei Corvonero tirarono giù la mano, increduli e delusi.

-Hm, qualche tentennamento iniziale ma nel complesso bene. 10 punti a Serpeverde- sentenziò la Prof, facendo sorridere la metà destra della classe -Più sicurezza nelle tue conoscenze, Potter.-

Il ragazzo annuì e forzò un sorriso, sentendo nella sua testa il suono beffardo di una risatina.

-Prof, posso… Posso andare in bagno?- domandò Albus alla Cooman, sotto lo sguardo sempre più stranito di Scoprius. Dire che era paonazzo, era un eufemismo.

-Un quarto di clessidra, non un granello in più- gli fu concesso. Albus annuì e uscì subito dall’aula, sentendo quel maledetto cerchio alla testa.

 

A mille miglia di distanza, Delphini guardava con avidità ogni dettaglio di quel castello che aveva tanto sognato di frequentare. Ma tramite gli occhi di Albus Severus, poteva vedere solo un paio di scarpe allacciate che si muovevano velocemente su un pavimento lastricato -il ragazzo si stava fissando i piedi, accidenti!- e dei muri di pietra, vecchi e scuriti dai secoli.

-Puoi alzare lo sguardo? I tuoi piedi non mi interessano- gli disse Delphini, la sua voce gli trapanò il cervello.

“Sta zitta, lasciami stare.”

-Che scortese- gli rispose Delphi -Non mi ringrazi nemmeno per averti suggerito all’interrogazione?-

-Beh, g-grazie… Non che te l’abbia chiesto, comunque- borbottò Albus, camminando rasente ai muri. Più i secondi passavano, più lui la sentiva vicina e più la sensazione di essere un goffo impiastro aumentava.

-Non farti strane idee. L’ho fatto solo per ricambiare il favore della sciarpa, non voglio essere in debito con un Potter- gli rispose la voce di Delphi, sempre meno distante -Ma dimmi. Sai perché hai visto un’Augurey?- 

-Perché ci sei tu che mi tormenti, suppongo- esclamò Albus, a bassa voce. In realtà la risposta era un'altra ed era molto più romantica.

-Bravo. Ti tormento esattamente come tuo padre ha fatto con me.< -

Albus si fermò un attimo, aveva sceso talmente velocemente le scale a chiocciola che aveva il fiatone.

-Mio padre ti ha parlato?- disse a voce alta, arruffandosi l’imponente ciuffo di capelli -E come? Come ha fatto a raggiungere Azkaban?-

-E cosa importa di come ha fatto?- rispose la voce di Delphi nella sua testa. 

Albus non replicò e riprese a camminare a passo svelto. L’idea che suo padre potesse arrivare Azkaban lo metteva a disagio. La prigione d’altronde era inaccessibile a chiunque, nessuno tranne i Dissennatori e le nuove guardie inserite dal M.A.C.U.S.A. potevano raggiungerla, anche perché la Materializzazione, le Passaporte (legali), la Metropolvere e ogni sistema magico di trasporto erano rigorosamente vietati.

-Cosa ti ha detto?-

Delphi sentì la domanda di Albus nella mente, il moccioso sembrava in ansia.

-Mi ha detto di starti lontano- gli rispose lei, tranquillamente -E per questo farò l’esatto opposto.-

-Vai a quel paese!- esclamò Albus a voce alta, tanto che un quadro lo rimproverò, indignato.

-No, manderò te a quel paese- la sua voce gli arrivò vicina all’orecchio, Albus quasi ne percepì il fiato -Ti starò così vicina che inizierai a confondere il tuo corpo con il mio.-

Il ragazzo si sentì arrossire in modo plateale. Si voltò e se la ritrovò davanti. Delphini era più alta di lui e ancora più pallida e provata, magra. Gli occhi grigi scuri lo pungevano come due spilli, i capelli erano nivei come la sua pelle, screziati di azzurro solo nelle lunghezze. Sembrava una creatura strana, una ninfa del mare o qualcosa del genere. Intorno al collo, però, aveva la sciarpa di Serpeverde, quella che Albus le aveva stupidamente regalato.

-Mio padre ti fermerà- vacillò, poco convinto.

-Sai anche tu che non può. Non ne ha la forza- gli rispose Delphini, compiaciuta -Come può il buon Harry Potter fare del male a una povera e dolce ragazza di appena diciannove anni? Si sentirebbe in colpa, poverino.- 

Albus fece per ribattere ma in quel momento passò una studentessa del quarto anno, Casa Grifondoro. Sia Albus che Delphi si bloccarono, ma costei si limitò a salutare il Serpeverde come se niente fosse, come se Delphi fosse stata invisibile.

-Quindi nessuno può vedermi a parte te. Forte- gli sorrise lei con cattiveria.

Albus continuò a camminare e andò verso i bagni dei maschi, cercando come poteva di mantenere la calma. Ma Delphi lo seguì, imperterrita. Mentre camminava, si guardava avidamente intorno, bevendosi ogni più piccolo dettaglio di Hogwarts, la scuola che avrebbe tanto voluto frequentare.

-Non puoi ignorarmi, moccioso.-

-E tu non puoi farmi del male- le rispose di getto -Non in questa dimensione, non sei realmente qui.-

-Forse no…- gli rispose Delphi, solo che poi levò lentamente una mano affusolatissima verso di lui -Ma posso toccarti.- 

Gli sfiorò una guancia rovente con attenzione, come se la sua pelle fosse stata infiammabile. 
-Perché sei così rosso?-

Il corpo di Albus ebbe uno spasmo, un tuffo, come se avesse mancato un gradino scendendo le scale. Ovviamente, non le rispose.

 

Due ore dopo, Albus aveva raccontato tutto a Scorpius e a Rosie. Non riusciva più a fingere che andasse tutto bene e a tenersi tutto dentro. Scorpius aveva già intuito che c'era qualcosa che non andava, ma Rose ne era rimasta davvero sconvolta.

-È una cosa gravissima, Albus, gravissima!- gli aveva detto, mentre scendevano per la lezione di Erbologia del Professor Paciock -Devi subito parlarne con tuo padre! Subito!-

-Rosie, se ne parlo con mio padre, lui come minimo viene qui e mi riporta a casa- replicò Albus, angosciato -Non posso parlarne con lui, ne farebbe una tragedia.-

La ragazzina abbassò lo sguardo, constando che sì, in effetti Albus aveva ragione. Iniziò a pensare…

-Parlarne con il Ministro Granger Weasley?- propose Scorpius, scendendo per il prato insieme a loro.

-No, mia madre si agiterebbe ancora di più- gli rispose Rosie, sicura.

-E allora cosa può fare, Albus?- chiese Scorpius, agitato -Insomma, a qualcuno dovrà pure dirlo!-

-Ma certo!- esclamò Rosie, bloccandosi all’improvviso -Devi parlare con l’unica persona al mondo capace di aiutarti davvero!-

-Mio padre?- chiese Albus, con riluttanza

-No, testa di pane!- lo riprese Rosie -Silente! Devi parlare con Silente!-

-Ma… È tipo morto, o sbaglio?-

-Lui sì, ma il suo ritratto no- intervenne Scorpius, beccandosi un’occhiata stupita dalla ragazza.

-Allora non sei così stupido come credevo, Malferett- soggiunse Rosie, compiaciuta.

Scorpius alzò le spalle, arrossendo un poco -Sono un Mangiamorte intelligente.- 

Rose gli accennò un sorriso e Albus si schiarì la voce.

-Rosie? Come diavolo faccio a parlare con Silente?- le domandò Albus, del tutto sfiduciato -I ritratti sono nell’ufficio della McGranitt e io non posso entrare nella sua stanza così, senza motivo.-

-A distrarre la preside se ne occuperà Scorpius- rispose Rosie, tranquillamente. Il Serpeverde biondo sobbalzò e la guardò con gli occhi grigi sgranati.

-Beh, che c’è? Sei intelligente, l’hai detto tu- rispose Rosie alla sua espressione sbigottita -Ora ho lezione di Antiche Rune. Fammi sapere se hai novità, Albus.-

-D’accordo. Ciao, Rosie-

-Ciao, rimbambiti- esclamò lei, prendendo la via opposta del castello.

Albus sospirò stancamente e poi lanciò uno sguardo fulminante al migliore amico -Ti vuoi togliere quell’espressione da pesce lesso dalla faccia?-

-Ma non capisci?- esclamò Malfoy, ancora incredulo -Mi ha chiamato Scorpius-

-Strano! Non ti chiamavi Sherman?- lo prese in giro Albus, dandogli uno strattone -Dai muoviti, abbiamo una marea di cose da fare-




Ministero della Magia




-Quindi non avete trovato niente? Proprio nulla?- esclamò Harry ai due colleghi, perplesso -Nemmeno un oggetto sospetto che potesse anche solo sembrare una Passaporta?-

-Niente- confermò Hermione, con gli occhi fissi sulla sua scrivania. Stava scrivendo qualcosa molto velocemente, seduta impettita sulla sua imponente sedia da Ministro. Sembrava estremamente nervosa.

-Nulla…- concordò Malfoy, rigido.

-Ma cosa hai fatto nel labbro?- gli chiese Harry, guardando il grosso livido violaceo sul volto dell’ex nemico. 

-Sono… Sono caduto dalle scale- esclamò Draco, lanciando un’occhiata a Hermione, la quale alzò lo sguardo giusto un istante, per poi riportarlo immediatamente sulle scartoffie.

-Caduto dalle scale?- domandò Harry, perplesso.

-Sì, Potter. Perché? Non ti è mai capitato di cadere dalle scale?-

-Sì, però… Strano che tu sia caduto proprio di faccia.- 

E questa volta fu il prescelto a guardare sospettosamente Hermione.

-Harry, stavo pensando- iniziò quest’ultima, togliendosi gli occhiali da lettura -Forse tu, col fatto che hai avuto un legame con Voldemort, potresti “percepire” la Passaporta, o magari qualche altro manufatto pericoloso rimasto a Malfoy Manor.-

Draco alzò gli occhi al cielo ma Harry esitò: parlare di Voldemort, o anche solo pensare a lui, lo faceva stare male. Voleva solo dimenticare quel passato, fingere che non fosse mai accaduto. Eppure il destino glielo rinfacciava praticamente ogni giorno, sembrava quasi che ci tenesse a ricordarglielo.

-Sì, immagino che un tentativo si possa fare- concordò Harry, debolmente. 

-Bene. Allora stasera, dopo il lavoro, vai e vediamo di concludere questa faccenda- esclamò Hermione, un po’ pedante.

-Tu non verrai?-

I suoi nocciola si puntarono su Draco, come se fossero stati attratti da una calamita. Hermione li abbassò subito, sentendosi arrossire.

-Certo che verrò, Malfoy- gli rispose freddamente, prendendo un'altra grossa pila di scartoffie.

-Molto bene- aggiunse quest'ultimo, sostenuto -Allora vi aspetto nella mia villa per le…?-

-Sei?- azzardò il prescelto, speranzoso.

-Otto e trenta- lo corresse la sua migliore amica, nonché suo capo.

-Otto e trenta- ripeté Harry, con tono rassegnato -Ci ho provato.-

-Tranquillo, Potter- soggiunse Malfoy -Tanto l’hanno sempre vinta loro. Ma sappiate che non vi chiederò di restare per cena, chiaro? Bene. Allora a dopo. Potter, Ministro.-

Hermione alzò solo lo sguardo, naturalmente per guardarlo male.

Appena Malfoy se ne fu andato, Harry si rivolse subito verso Hermione.

-Cosa-sta-succedendo?- scandì, con gli occhi verdi che brillavano dalla curiosità -Sei stata tu a prenderlo a pugni, vero? Perché?-

-Lascia stare…- borbottò lei, imbarazzata.

-Ma è successo qualcosa?- Harry si alzò di scatto, irrequieto -Ti ha forse messo le mani addosso? Guarda che esco e lo ammazzo!-

-No! No, niente del genere. O meglio non in modo… Violento.-

-Cioè?- le chiese lui, sorridendo appena.

-Harry, io… Io non so cosa dire, d’accordo?- iniziò Hermione, impacciata -Davvero, voi uomini mi mettete in difficoltà.-

-Noi uomini!?- ripeté il prescelto, esterrefatto -Noi uomini siamo dei libri aperti, Hermione! Siete voi donne che siete impossibili da capire!-

-Allora siete gli unici libri che non riesco a leggere- gli disse Hermione, sorprendendolo -Malfoy mi ha…- chiuse gli occhi e arrossì -Mi ha fatto delle avance.-

Il sorriso incredulo di Harry si allargò. Era esattamente come aveva sospettato.

-Malfoy ci ha provato con te?-

Hermione aprì le braccia e annuì. Harry ormai doveva mordersi il labbro per non sorridere, e d’altronde, il pugno era già una chiara anticipazione di come era andata a finire.

-Ok, e…?-

-E io gli ho tirato uno schiaffo.-

-Grande!- esultò Harry, felice come un bambino, sporgendosi per darle un bacio nella guancia -Ti amo, Hermione Granger!-

-Non ti ci mettere anche tu, adesso!- scherzò lei, scansandolo via.

-Un due picche a Malfoy dopo tutto quello che ti ha fatto è… È fantastico, davvero. Mi sento realizzato.-

-Già- sussurrò Hermione, poco convinta. C’era solo un problema: lei non si sentiva realizzata proprio per niente.

 -Ah, non dirlo a…-

-Non lo dirò a Ron, stai tranquilla- l’anticipò Harry -E tu non dire a Ginny che ti ho detto…-

-No, non glielo dico- lo rassicurò Hermione.

 

…E finalmente arrivò sera. C’era sempre tanto, troppo da fare nel Ministero. Malgrado la guerra fosse finita ormai da vent’anni, i problemi e le grane fioccavano come margherite in un campo fiorito.

Adesso, ci mancavano solo i giganti che andavano in sciopero e i Berretti Rossi che invadevano le acque degli Avvincini.

Dopo una noiosa, pesante giornata di lavoro, Hermione si strinse nel proprio soprabito e chiuse il suo ufficio con la chiave, l’unica chiave che apriva tutti i luoghi e gli uffici del Ministero e che era sotto la sua sorveglianza.

Salutò tutti, scorgendo Harry ancora in divisa da Auror nell’enorme androne ministeriale.

-Generale- scherzò Hermione, facendogli il saluto militare.

-Ministro- esclamò Harry, percorrendo la strada con lei -Sai che io sto ancora esultando, vero? Un altro pugno a Malfoy, che incredibile soddisfazione. Ti bacerei in bocca solo per farlo ingelosire.-

-Sì, così finiamo sul Settimanale delle Streghe per un mese- gli rispose tra i denti Hermione, sorridendo e salutando con un cenno un po' tutti i lavoratori.

Continuarono a parlare, c’era un clima insolitamente spensierato. Fino a che non accadde un fatto.

C’era una piccola folla di maghi stranieri vicino ai camini della Polvere Volante. Si riconoscevano subito perché indossavano delle divise diverse, più pesanti e scolorite.

Harry si bloccò di scatto.

-Perché Goldstein è qui?- domandò subito, allarmato.

-Non lo so- gli rispose Hermione -Ma non credo sia qui per una visita di cortesia. Su, andiamo.-

Ovviamente c’era puzza di guai. Non capitava tutti i giorni che l’Auror più importante del MACUSA, il noto Gaston Goldstein, si trovasse nel Ministero della Magia inglese senza un mandato o un invito. E infatti costui li stava aspettando con un’espressione scura e accigliata. Accanto a lui c’era una guardia incappucciata della prigione di Azkaban, una di quelle che erano state inserite dal MACUSA per irrigidire i controlli.

Harry e Hermione gli si avvicinarono col cuore in gola.

-Ministro, collega- li salutò l’uomo, accennando un inchino col capo. Harry lo guardò male.

-Come mai si trova qui, signor Goldstein? È successo qualcosa?- chiese subito Hermione, seria. Dietro di lui, Hermione notò la figura slanciata e tutta vestita di nero di Malfoy, che li osservava da lontano.

-Abbiamo novità sul fronte di Azkaban, Ministro- iniziò Goldstein, untuoso - Posso dire con una certa sicurezza che la nostra indesiderabile numero uno ha contatti con l’esterno. E lui- Goldstein indicò la guardia, un uomo tarchiato col capo chino, chiaramente intimorito -Ce lo può confermare.-

 






 



Note

Ciao a tutti, compagni di domiciliari! 

Sappiate che da oggi ho deciso che continuerò solo e soltanto a scrivere questa storia finché non la porto a termine. Non pubblicherò altro, né qui né su Etace, il mio secondo account.  E ve lo dico, così poi sono costretta a farlo xD

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, non vedo l’ora di mostrarvi il vero cuore della storia, che non è ancora arrivato!

A presto e grazie per tutte le recensioni,

Ecate



ERRATA CORRIGE: Scusate, ma l'ispirazione ha avuto il sopravvento e mi ha imposto di pubblicare un'altra cosa... Non ho resistito!! xD

   
 
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