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Autore: 404    15/04/2020    5 recensioni
Due tipi di ragazze frequentano i calciatori, quelle che vedono il ragazzo dietro la divisa, quelle che vedono il calciatore. A lui era toccata la ragazza che vede lo stereotipo del calciatore…
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider, Taro Misaki/Tom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. AMBURGO
 
Anche se si erano trasferiti a Monaco da poco più di tre anni, tutti i componenti della famiglia di Karl Heinz Schneider consideravano casa Amburgo. Avevano tenuto l’appartamento e non solo perché la madre ci tornava periodicamente per lavoro. Lo stesso Karl tornava spesso in città, alle volte stava lì, altre veniva ospitato dall’amico Benjamin Price, suo ex compagno di squadra.
La sorella poi, aveva sempre detto di voler frequentare l’Università ad Amburgo, mancavano un paio d’anni, ma aveva le idee chiare nonostante fossero in lizza tre facoltà.
Già l’Università, argomento spinoso! Suo padre premeva perché si iscrivesse. Nella vita non si può mai sapere. La carriera di un calciatore può essere stroncata in un attimo. Non è detto poi di continuare nel campo, una volta appesi gli scarpini al chiodo. Per non parlare della propria ricchezza culturale.
Tutta una serie di discorsi che proprio era stufo di sentire. Non che non volesse continuare a studiare, ma non sapeva cosa. Ciò che gli sarebbe stato utile per una carriera all’interno del mondo del calcio, non lo entusiasmava molto. Ciò che gli piaceva, sarebbe stato più un passatempo, poiché non c’entrava nulla con quello che avrebbe potuto fare in seguito. Voleva prendersi del tempo, ma il padre non gli dava tregua. Così aveva seguito il consiglio di Benji: studiare privatamente alcune lingue straniere! Perfezionare l’inglese era qualcosa che già faceva, principalmente per ciò che poteva essergli utile in campo, nelle interviste, in conferenza stampa e in viaggio.
La cosa aveva acquietato il padre, ma non completamente. Lo esortava comunque a pensarci, gli chiedeva spesso cosa avesse deciso, ma in modo meno martellante, anche se in alcuni momenti, pareva recuperare in una volta sola i silenzi.
 
Karl era arrivato ad Amburgo per ora di pranzo. Aveva sentito Benji una mezz’oretta prima di attraversare il confine della città.  Gli aveva proposto di andare a mangiare da lui. Come dire di no sapendo che cosa aveva in forno. Lui sì, che aveva una carriera assicurata se avesse dovuto smettere di giocare, cucinava benissimo! Sorrise al suo stesso pensiero. Anche l’amico aveva molti interessi; frequentava l’Università per quanto gli era possibile, non poteva andare a tutte le lezioni, ma come faceva uno studente-lavoratore studiava molto a casa.
 
Prima di videocitofonare, Karl aveva pensato di prendere le scale, aveva bisogno di sgranchirsi un po’ invece, sovrappensiero, si era reso conto di essere entrato nell’ascensore solo dopo la chiusura delle porte. Sospirò. Aveva troppe cose per la testa ultimamente. Arrivato al piano andò a sinistra, secondo a destra ed eccolo, l’appartamento di Benji.
La porta era accostata.
“Benji?!”
“Sono in cucina!”
“Ehi, che profumino. Sono arrivato giusto, giusto! Oh, hai apparecchiato per tre, chi c’è anche?”
“Ciao Karl!” la risposta alla sua domanda era apparsa alle sue spalle.
“Ciao piccola svitata! Ma da dove spunti tu?”
 
Karl fissava quei due, erano la coppia meno probabile che gli fosse capitata davanti. Sapeva che prima o poi Benji avrebbe ceduto ai sentimenti, ma era l’esatto opposto della tipologia di ragazza che ci si sarebbe aspetti. Eppure, non lo aveva mai visto guardare nessuna come guardava lei.
“Allora Karl, com’è la vita senza la scuola?”
La guardò male
“Non mi dire che tuo padre ti tormenta ancora?” Benji aveva ascoltato molti dei suoi sfoghi, ma ultimamente pareva tutto tranquillo.
“Meno, ma non molla. Vai a capire perché è così fissato! Se si considera la sua fissazione per il calcio. Si è persino allontanato dalla famiglia quando…vabbè ormai sono trascorsi alcuni anni.”
“Forse proprio per quello” lo disse con tale disinvoltura che Karl smise di mangiare e iniziò a fissarla “Lui si è trovato con le spalle al muro. Non vorrà che anche tu possa trovarti nella stessa situazione.”
“Dici? Fare sesso con Benji ti ha resa saggia!”
“Io sono acuta, non saggia! E poi, chi ti ha detto che facciamo sesso, magari gliela sto facendo sudare?!”
Karl rise, ma come guardò Benji gli venne il sospetto che fosse vero “Ma…”
“Allora tuo padre…” Benji gli impedì di continuare in quella direzione.
“Ecco, per farlo contento sono andato a dare un’occhiata a un’università e…” si fece nuovamente pensieroso “…Secondo voi come di pronuncia L-A-U-R-A?”
“Che?”
“Ho conosciuto una ragazza che usciva da un laboratorio e su un cartellino…”
Lora?”
“Ma come?”
“Be’ anche il mio nome si scrive I-V-Y, ma si pronuncia Aivi! Quindi se è un nome nord-europeo…che c’è? Ho sbagliato? Oh no, ho indovinato e tu no! Tu hai fatto il piacione e lei ti ha stroncato!” Ivy scoppiò a ridere
“Non è andata così! Sì l’ho chiamata Laura, ma per il resto io… Non faccio il piacione!”
 
“È una studentessa di biologia. Mi ha preso per uno svogliato perditempo. Io ho solo cercato di essere gentile ed educato, ma è partita subito prevenuta nei miei confronti. Ammetto che è piuttosto carina ma è permalosa…”
“Permalosa? Davvero?” il tono di Ivy quasi pareva una presa in giro.
“Dico sul serio! Ho osato dire qualcosa che non le è piaciuto su un cantante che ha recitato in quel telefilm, dove pare che tutti i poliziotti della stradale, facciano l’addestramento al circo e apriti cielo!”
Ivy rise “Ah Karl, non ci vedo nulla di strano. Insomma se questo vuol dire essere permalosa, che avrebbe dovuto fare Benji? Chiamare l’esorcista? Insomma quando ha detto certe cose sul gruppo che ador…” si schiarì la voce “…Vabbè questo non importa. Tornando a noi, sicuro che il permaloso non sia tu?”
“Ehi, che vorresti dire?”
“Che ti sei offeso perché non ti ha sbavato dietro!”
“Ivy io non sono così, assolutamente! Benji?!”
“Be’ questo lo devo confermare.”
“Però la ragazza ha fatto colpo e gli brucia, dai è evidente” Ivy diede un leggero colpetto al piede di Benji, un segnale accompagnato da un sorriso, che gli rese chiaro quale ne fosse il messaggio
“Assolutamente no!” la voce di Karl trasudava convinzione “Come ho detto è bella…”
Ivy sorrise ancora a Benji. 
Era passato dal piuttosto carina al è bella senza nemmeno farci caso, non sarebbe mancato tanto dall’aggiungere un molto, ne era certa.
“…Ma non fa per me. Non mi dispiacciono in generale le persone dirette ma lei, come dire, è troppo! Troppo di tutto! È troppo pungente, fissata con lo studio, con quel cantante e poi le piacciono i gatti! Capite?! I gatti! Solo alle svitate piacciono i gatti! No, con una così nemmeno una botta e via! Che c’è? Perché quegli sguardi e quei sorrisetti fra voi?”
“Sai, ci ricordi qualcuno.” Ivy, allegra, accarezzò il braccio di Benji.
“Karl ne sai parecchio per averla incontrata fuori dal laboratorio…” Benji non staccava gli occhi della ragazza.
“L’ho incrociata anche alla caffetteria e… Qualche altro incontro casuale.”
“Casuale?” Ivy guardò Karl come se gli stesse facendo un interrogatorio.
“Più o meno! Ma mi hanno fatto capire che io e lei: mai!”
Ivy prese la mano di Benji “Mai, vero?” e lui rise.
Karl non poteva sapere il perché di quel gesto, di quegli sguardi, di quel sorrisetto quasi imbarazzato dell’amico, ma era abbastanza intuibile, specie per i suoi pregressi. Di sicuro aveva detto mai a un’eventuale storia con Ivy. Benji però era capitolato, ma Karl era certo, che nel suo caso non sarebbe stato così.
“Ah fatela finita, mi farete venire il diabete… Evy vuoi sapere di un po’ di ragazze che si è fatto?”
“Karl!” l’esclamazione di Benji la fece scoppiare a ridere.
 
Karl si avvicinò a Benji che stava caricando la lavastoviglie “Tieni” gli passò un piatto
“Grazie”
“Senti ma…” lanciò uno sguardo oltre la porta della cucina, Ivy stava scrivendo sul telefono “…Davvero non avete ancora fatto sesso?”
Benji strinse le labbra e sfuggì lo sguardo dell’amico prima di rispondere “Già!”
“Non è da te, da quando in qua aspetti per fare sesso?”
“È diverso. In fondo prima di lei non ho mai voluto una vera relazione!”
“E per questo vuoi aspettare?”
“Non ho mica detto che voglio.”
“Te la sta davvero facendo sudare?”
“Lei non se la sente ancora e io… E io credo che valga la pena… Insomma…”
“Sei cotto! Chi lo avrebbe mai detto!” e Karl sorrise con una certa soddisfazione “Ti tiene per le palle…oh no già, il problema che non fa nulla del genere!”
“Stronzo!”
“E chi ti ha detto che non faccio nulla del genere?” la ragazza era rientrata senza che l’avessero sentita “Vabbè fare la stronza, ma insomma lo sai che bel corpo ha Benji, ti pare che non ne approfitto proprio per niente?!” si avvicinò mettendosi fra loro e prendendo il suo ragazzo per la vita “Com’è che non ti affretti a dire che non sono stronza?”
“Ferma Ivy…” Karl si finse serio “… Metti in pausa! Vado in bagno, poi mi godo lo spettacolo.”
“Ok, ma solo se quando la ragazza del laboratorio ti sgriderà, mi farai un filmato!”
“Non credo proprio di rivederla, dubito che ci saranno occasioni, e se ce ne dovessero essere, la eviterò di sicuro.”
Come sparì Ivy guardò Benji “Quei tuoi amici, Holly e Tom, verranno per capodanno?”
Benji era perplesso, era ancora presto per organizzarsi, ma era fatta così, era capace di saltare con molta disinvoltura da un argomento all’altro. Forse aveva fatto una qualche associazione mentale. Li aveva conosciuti quando erano stati a trovarlo, il giorno prima che si mettessero insieme.
“Holly non credo, vuole tornare in Giappone in quel periodo, ma non sa se partire prima o dopo capodanno. Mi farà sapere. Tom invece, penso proprio di sì. Quella ragazza che ha una cotta per lui sta diventando un po’ troppo invadente, non credo abbia voglia di ritrovarsela appiccicata anche quella sera. Perché?”
“Niente, pensavo solo che… Se verranno, Karl presenterà loro Laura come sua ragazza.”
Benji rise “Dici?”
“Mah, se ha il caratterino che penso, più probabile che la presenti come la ragazza con cui sta uscendo.”
•••••
“Non mi fermo tanto!” Karl aveva raggiunto Benji e Ivy in un locale vicino al fiume. Quando aveva lasciato casa dell’amico, nel primissimo pomeriggio, si erano accordati per bere qualcosa dopo cena, sapendo che non ci sarebbero state altre occasione di vedersi prima di fine dicembre “Domani mattina mi alzo molto presto”.
 
Il pomeriggio era trascorso velocemente, Karl era andato all’appartamento di famiglia, aveva fatto alcuni giri, un paio di commissioni, si era visto con l’amico Hermann che, pur non sapendolo, era riuscito a distrarlo. Si era infatti ritrovato a pensare a Laura un po’ troppo, più del dovuto. Aveva dato mentalmente la colpa a Benji e Ivy, ai discorsi fatti, ai racconti scolastici, alla parola laboratorio usata più volte.
 
“Hermann?” Benji guardò verso l’ingresso “Non era con te?”
“Fino a un paio di ore fa. Ma ci raggiunge! Oh basta nominarlo...”
“Ciao!” Hermann prese posto a capotavola, con Evy e Benji alla sua destra, Karl a sinistra “Ah te sì che è andata bene con lei”
Ivy rise “Ma se solo due giorni fa, mi hai chiesto come avevo fatto a traviarlo?”
“E me lo chiedo ancora! Ma almeno tu stai con lui perché vuoi lui! Ci sono anche ragazze che puntano i calciatoti, o ne sono attratte per la notorietà.”
“Ahia!”
“Già!”
Karl sorrise, ma non per l’amico, per ciò che quelle parole avevano evocato “E poi ci sono ragazze che evitano i calciatori perché credono che siamo tutti superficiali, viziati, che non prendiamo nulla sul serio, e trattiamo le ragazze come deiKleenex, usa e getta.”  Laura era tornata ad affollare la sua mente.
“Autobiografico?” Ivy lo guardava, ed era chiaro che quella domanda in realtà era un’affermazione.
Prima che potesse trovare la miglior risposta, venne salvato dal telefono di Benji. Un messaggio che fece cambiare espressione al ragazzo.
“Che succede?” Ivy buttò l’occhio e scoppiò a ridere.
“Scusate un attimo…” Benji portò il telefono all’orecchio e i tre lo sentirono dire qualcosa in giapponese prima di alzarsi e fare qualche passo poco più in là.
“Ho sentito che l’interlocutore ha detto: salve Price, sempre in giapponese. Benji invece ha detto: che cosa sai?”
“Parli giapponese? È così seria con Ben?”
“Lo studio a scuola fin da piccola!”
“Ma che messaggio è arrivato a Benji?”
“La foto di un prodotto corpo al pepe rosa. Due suoi amici mi chiamano la ragazza del pepe rosa. Credo che uno abbia fatto la spia a Mark Lenders, il messaggio lo ha mandato lui.”
“Oh adesso ci divertiamo!” Hermann rise.
“Ma in fretta!” precisò Karl “Fra mezz’ora vado, lo sai che domani mattina devo andare a Berlino”
 
 
 
  
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