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Autore: Sia_    17/04/2020    6 recensioni
"Fred e George ci hanno offerto di provare il loro nuovo prodotto una mezz’oretta fa e abbiamo accettato tutti, però ci sembrava brutto lasciarti fuori dai giochi." dice Harry, confondendo le sue parole in un rumoroso sbadiglio.
"E cosa farebbe esattamente questa caramella?"
"Non lo sappiamo." si affretta a dire Ginny, innocentemente.
"Mi state dicendo che voi tre, coscientemente, avete ingerito un loro prodotto senza controllare cosa fosse o cosa facesse?" chiede a questo, tremendamente preoccupata, "Voi siete pazzi."
"Hermione, siamo grati del fatto che ritieni le nostre invenzioni prive di pericolo." commenta ironicamente George, passandosi una mano tra i capelli.
"Ma per provare che è tutto completamente sicuro… " Fred apre la bocca, facendo cadere velocemente una caramella in bocca e, tanto velocemente, la manda giù verso lo stomaco, "Abbiamo deciso di prenderla anche noi."
La sicurezza dei movimenti di Fred la stupisce e una piccola vocina nella parte più recondita del suo cervello comincia a dirle che forse, ma solamente forse, non è una cosa così… pericolosa.
La vista di Fred viene oscurata dalla mano di George, che le offre la stessa caramella di prima con un sorriso a trentadue denti, "Cosa ne dici allora?"
Oh, al diavolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Oh, al diavolo - Capitolo quindici


La mattina dopo, Hermione è indecisa se scendere o meno in Sala Comune. L’idea di incontrare gli occhi di Fred, di vederlo e di parlargli le mandano lo stomaco sottosopra. Si ferma davanti allo specchio, lasciandosi scappare un lungo sospiro: è solo Fred Weasley, non Lord Voldemort. Quindi prende coraggio, saluta Lavanda che è ancora a letto e scende gli scalini, raggiungendo presto la Sala Grande per la colazione. Nota, appena arriva, che la conversazione che Ron sta avendo con Harry muore subito, la troncano ancora prima che lei possa sentire una parola. Le sorridono innocenti, facendole posto. Non dà peso al loro comportamento, ancora presa ad immaginare il prossimo incontro con il gemello. 

Ginny è la prima degli altri fratelli che raggiunge la tavolata: sfoggia un sorriso a trentadue denti, che qualcuno all’inizio non riesce a concepire, perché Ginevra non è mai stata così felice di mattina, ma quando le labbra di lei raggiungono velocemente quelle di Harry Potter è chiaro a tutti gli altri studenti di Hogwarts: è nata una nuova coppia.

Ron alza gli occhi al cielo, "Dovete proprio? Di prima mattina? Mi smorzate l’appetito." 

Ginny, sedendosi alla destra di Hermione, scuote il capo, "Sei solo geloso." 

"Non sono geloso, dico solo che la mattina la gente dovrebbe pensare a mangiare, non a sbaciucchiarsi, o no? Hermione, ti sembro geloso?"

L’amica, che ha lo sguardo perso nel suo piatto vuoto, ci mette qualche secondo per rendersi conto della situazione, "Puoi ripetere, Ron? Non ti stavo ascoltando." Neville, che è sempre stato lì, smette di mangiare, seguito a ruota da Harry e da Ron stesso: Hermione ha perso il filo del discorso? Capita che si distragga a guardare qualcosa fuori dalla finestra, ma quando torna con la mente all’argomento, è in grado di ripetere a memoria tutto quello che sembra aver perso qualche secondo prima: per questo è così faticoso per i gemelli vendere i loro prodotti in Sala Comune, perché Hermione difficilmente non si accorge o non sente qualcosa. 

"Ti senti bene?" le chiede Harry, genuinamente preoccupato, appoggiando la testa sul palmo della mano. 

La giovane strega, prima di rispondere, si rende conto che una risposta proprio non ce l’ha: carica come un mulo di responsabilità, è inseguita in ogni angolo da un eccitato Draco Malfoy e la caramella continua a farle pensare di essere perdutamente innamorata di...

"Buon… "

"...  Giorno!" Fred e George rompono l’armonia della tavolata, sedendosi alla sinistra di Hermione, che li guarda, nascondendo il suo terrore. Ora che li vede insieme, forse perché già distratta di suo, non riesce a capire chi sia uno e chi l’altro, chi sia seduto a fianco a lei e chi, invece, sia un posto più lontano. Alla fine dei conti, sa già che il suo cuore sta battendo troppo velocemente nel suo petto. 

"Tutto bene, Harry." mente ai suoi amici, mentre Ginny osserva la scena divertita. 

"Quindi tu non pensi che io sia geloso?" le chiede di nuovo Ron a questo punto, adesso che l’attenzione di Hermione è tornata quella di sempre. 

"Geloso di?" George, che la giovane Grifondoro, con grande sollievo, scopre essere il gemello più vicino a lei, si infila nella conversazione con un largo sorriso.

"Di me e Harry, dice che vederci baciare gli smorza l’appetito." Ginny risponde per prima, ingoiando una grossa fetta di pane spalmato di marmellata in due morsi. 

"Dico solo che non è la prima cosa che mi interessa vedere la mattina, non è che glielo sto impedendo."

"Se è per questo, potresti anche non guardarci." la più piccola dei Weasley si impunta, lanciando un dolce sorriso ad Harry, che ha nascosto tutto il volto nella tazza del caffè, per evitare di schierarsi. Allo stesso modo, i gemelli si sono messi a fare colazione, parlottando tra loro dell’ultimo carico di Merendine Marinare prodotte e Neville si è alzato in fretta dalla tavolata, prima di essere buttato in mezzo alla conversazione. 

"Quindi?" Ron alza un sopracciglio verso Hermione, chiedendole la stessa cosa per la terza volta, imponendo di avere una risposta. Lei deglutisce piano, consapevole di non essersi impegnata abbastanza per essere trasparente quella mattina e di essere arrivata troppo tardi per leggere la Gazzetta. Sottopressione, mentre gli occhi di Ron, Ginny e Harry la fissano nel profondo, la sua mente comincia a correre come non mai: pensa ai genitori che la stanno aspettando a casa, all’ultima riga del compito di Trasfigurazione che ha consegnato alla McGranitt, al sorriso che Silente le ha lanciato nel corridoio e al miele. Si è chiesta, da quando ha preso posto a tavola quella mattina, perché la boccetta del miele le sembrasse così importante, ma in quel momento, mentre Ron si schiarisce la gola, lo comprende. Con una mano prende in mano il vasetto e con l’altra tira la manica del maglione di George, "È il miele." gli dice con un sorriso a trentadue denti. 

Ron non la segue, ancora una volta è sicuro di aver perso la sua attenzione e lancia un curioso sguardo ad Harry, che alza le spalle rassegnato.

"Il miele… Crea?" chiede George, lasciando Fred a rimpinzarsi delle frittelle appena comparse sul tavolo. 

"Viene utilizzato per la produzione di idromele e birra." annuisce lei tranquilla, alzandosi in piedi, "Mi verresti ad aiutare?" gli chiede, costringendo Ron a smettere di mangiare per la seconda volta quella mattina. 

George scuote il capo, ma in meno di qualche secondo è al suo fianco e ha già preso la boccetta del miele tra le mani, "Non ci sarei mai arrivato."

"Nemmeno io." commenta Fred, pulendosi un angolo della bocca e raggiungendoli il più velocemente possibile. L’altro gemello alza un sopracciglio, piuttosto divertito, mentre Hermione si ferma subito fuori dalla Sala Grande. 

"Mi serve l’aiuto solo di George… " dice quasi in un sussurro, evitando di alzare gli occhi su Fred che, può immaginare, la sta fissando confuso.  

"Oh… Non ti preoccupare, ho degli affari da portare avanti." dice con un sorriso, mettendo le mani nelle tasche e cominciando a dirigersi verso la Sala Comune di Grifondoro. 

"Fred." la voce di Hermione lo ferma proprio quando il suo piede destro tocca il primo scalino e lui si gira, con una stupida – davvero stupida – effimera speranza nel cuore, "Non provare a vendere prodotti ai primini mentre non ci sono, lo verrei a scoprire comunque." lo minaccia, tirando per la manica George, che saluta il gemello con cenno della mano poco convinto. 

 

 

Hermione continua a camminare a fianco a George, lanciando lo sguardo verso le finestre, per perdersi nel paesaggio esterno.

"Sai, Fred è molto bravo in Pozioni." esordisce lui ad un certo punto, appoggiando una mano sulle labbra, aspettandosi di vedere il viso di Hermione girarsi nella sua direzione. 

Ma lei non si volta, ha il cuore tutto in subbuglio e non si vuole far vedere con le difese abbassate, "Ah sì? Ho sempre creduto che fossi tu quello più dotato."

"Io e Fred ci completiamo, sono bravo esattamente quanto è bravo lui: conosce dei passaggi che a me sono problematici e allo stesso modo lo aiuto quando è in difficoltà." le dice con un sorriso malandrino, pensando a tutti gli esperimenti che hanno portato avanti negli anni, "Ci sarebbe potuto essere comodo."

Le parole “Fred” e “completiamo” sembrano colpirla nel profondo, tanto che abbassa lo sguardo verso il terreno, sconfitta. Anche lei vorrebbe poterlo dire, che si aiutano a vicenda, che sono due metà di una mela perfetta. Ma il solo pensiero la fa sentire strana: Fred è un amico, è la persona più vicina che ha da tanto tempo, senza togliere nulla a Ron e ad Harry. Fred non le chiede niente in cambio, c’è e basta. 

"Ho pensato che avremmo fatto più in fretta da soli." trova una scusa, "Quando siete insieme non fate altro che parlare e parlare, ci avrebbe rallentato."

I due ragazzi si guardano ora, tanto che a George basta solo alzare le spalle per concludere il discorso e accelerare il passo verso l’aula di Pozioni, "Scusa se abbiamo dovuto fare tappa qui, ho dimenticato il libro con la ricetta sotto al mio banco ieri, quando sono venuto a cercare gli altri ingredienti."

Hermione lo segue con lo sguardo, "Quindi è lì che ti siedi?" chiede, cercando di smorzare l’evidente imbarazzo che si è venuto a creare. 

"Questo è il mio posto, a fianco ovviamente voglio solo Angie, e qua davanti si siede Fred." dice lui, sparendo sotto al suo banco, riemergendo con in mano un paio di fogli scritti dalla sua ragazza, "Miseriaccia."

"Cosa succede?" Hermione piega la testa di qualche grado, incuriosita.

"Mi ero scordato di dover riportare questi ad Angelina, questa volta mi ucciderà veramente."

"Portaglieli, ti aspetto qui." offre lei tranquillamente, sfiorando con la mano la cattedra dell'aula. 

George alza lo sguardo verso la ragazza, che ha un sorriso raggiante stampato sul volto, "Ne sei sicura?"

Appena il ragazzo esce dell’aula, Hermione si gratta il collo con una mano, sentendo la pressione scendere. La solitudine calma il battito veloce del suo cuore, che è iniziato quando ha visto Fred in Sala Grande. Fa un paio di passi nella stanza, accarezzando quei tavoli che conosce bene, fermandosi ad osservare quello dove si siede lui, immaginandoselo. Alla fine, sorridendo, ci si siede. 

Appoggia il volto al legno, socchiudendo gli occhi. Fred è stato lì, ha scritto lì, ha riso lì. Il suo cuore, nonostante si fosse calmato, riprende a correre senza sosta. Cerca di ricordare il suo profumo, di imprimere nella sua mente la sua voce: immagina che sia vicino a lei, immagina che non sia successo niente. Da quando sono tornati a scuola si sono allontanati, per forza di cose. Si vedono nelle pause, nella Sala Comune prima di andare a letto, a volte si incontrano sul lago, ma non è come al solito. Non è come scontrarsi per Grimmauld Place ogni ora, sorridersi, parlarsi. Hermione lo comprende, Hogwarts è tutta un’altra cosa: ci sono le lezioni, i compiti, l’esercito di Silente e persino gli esami che sta preparando. 

Eppure, nel suo cuore, nonostante l’incidente della sera prima, c’è solo il desiderio di poter passare altro tempo con lui. Serra gli occhi, socchiudendo le labbra per dire il suo nome. Fred.

 

 

Quando la schiena di Hermione sparisce dietro l’angolo, un’improvvisa morsa attanaglia il cuore di Fred: è gelosia? Scuote il capo, salendo le scale verso il suo dormitorio. 

Sta impazzendo, si sta lasciando trascinare in un baratro sempre più profondo. Vorrebbe poter osservare Hermione studiare in Biblioteca, come faceva a Grimmauld Place, vorrebbe sedersi accanto a lei a cena, vorrebbe passarle una mano fra i capelli, quando si addormenta esausta in un angolo della Sala Comune. Raggiunta la sua stanza si sdraia sul letto e nasconde il volto con le braccia, sorridendo maliziosamente: si è accorto che da Hermione Granger non può scappare. Perché quando la vede in fondo al corridoio, tutto sparisce. Perché quando sente la sua voce, tutti gli altri discorsi si silenziano. Perché, lo può dire, è la prima ragazza di cui si è innamorato. 

Si gratta il bicipite, mentre il suo cuore comincia a battere velocemente: sta pensando a lui. Per quanto vorrebbe esserne felice, lo sa, probabilmente lei e George stanno parlando di lui. 

Immagina il suo viso arrossato, lei che si morde un labbro, che si porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio: lo fa quando è stressata, o particolarmente focalizzata su quello che sta facendo. E mentre la immagina, si ricorda della sera prima, del suo volto a qualche millimetro di distanza, alla sua fronte che tocca piano quella di lei, degli occhi nocciola profondi come un calderone. Avrebbe voluto baciarla, passarle una mano dietro la testa, avvicinarla ancora un goccio per poterla abbracciare, ma alla fine si è fermato, come se si fosse dimenticato sia la pratica, che la teoria. Sul volto, gli è rimasto solo quello stupido sorriso malizioso. Hermione se ne è accorta? L’avrebbe voluto? Avrebbe risposto al bacio? O se ne sarebbe andata? 

Si alza dal letto, stressato, proprio mentre il pavimento sotto i suoi piedi comincia a sparire e si sente risucchiato in un buco nero. Per un attimo vorrebbe gridare, ma il suono della voce di Hermione, che chiama il suo nome, lo tranquillizza, annulla qualsiasi domanda. Fred.

La prima cosa che nota, quando tocca di nuovo terra, è lei. Sposta lo sguardo sull’aula, che gli è così familiare, rendendosi conto di essersi spostato dentro la scuola di Hogwarts. Inclina il capo, porgendo tutte le attenzioni ad Hermione, che è stesa sul suo banco. Seduta al posto di Fred, incurante che lui sia nella sua stessa aula, sorride. Sorride perché è stato bello poter pronunciare il suo nome, anche se non a voce alta. 

Un movimento improvviso alle sue spalle attira la sua attenzione e si gira: dietro di lei trova il gemello che la guarda malandrino, con il volto sorretto dal palmo della mano. Arrossisce vividamente, cercando di trovare una scusa nella sua mente, ma prima di poter parlare, lui si slancia e le dà un buffetto sulla fronte. 

"Dove hai lasciato mio fratello?" chiede, cercando di stare calmo. 

"È andato a portare una cosa ad Angelina, mi ha chiesto di aspettarlo qui."

"Mi sembrava che non mi volessi prima e adesso ti trovo seduta sul mio banco, mi stai lanciando messaggi contrastanti." lo ha detto, ha lanciato la bomba. Fred incastra lo sguardo con quello di lei, che vorrebbe scomparire. Non riesce a capire perché, dopo averlo abbandonato in Sala Grande, debba trovarla lì, con un sorriso stampato sul volto, seduta al suo banco. Non riesce a capire come sia riuscito a spostarsi dal dormitorio all'aula di Pozioni, ma non fa fatica a credere che sia a causa della caramella. E ancora, non riesce più a capire lei, non riesce più a leggere dietro i suoi occhi. È stanco di rimanere senza risposte, di rimanere e basta. Fred vorrebbe essere al corrente di tutti i pensieri di Hermione, essere la sua spalla, il suo confidente, vorrebbe persino essere il suo stesso banco, pur di poter passare altro tempo con lei. Eppure la sua espressione non dice niente, non vuole dirle niente. Anche lui, come lei, è insicuro. Buttarsi? L’avrebbe fatto, se non significasse rovinare una delle amicizie più importanti della sua vita. 

Oh, al diavolo. Ecco cosa pensa nello stesso momento Hermione. Ha rischiato di morire non sa nemmeno quante volte, ha dato un pugno a Malfoy, l’idea di creare l’Esercito di Silente è stata sua: ha fatto cose molto più pericolose, che ammettere di essere seduta nel posto di Fred. 

"Mi sono accorta di non essere stata gentile prima, mi è dispiaciuto chiederti di non venire." dice, tutto d'un fiato, mentre l’espressione di lui cambia poco a poco, "La verità è che, quando non ci sei, mi manchi. Mi manca il nostro rapporto prima di Hogwarts eppure, ogni volta che abbiamo l’occasione di passare del tempo insieme, non ho più idea di come comportarmi." Hermione gira tutto il corpo verso di lui, piegandosi sul tavolo di George, avvicinandosi sempre di più.

"È passato così tanto tempo, da quando ci siamo trovati a studiare insieme, ma non è che ti posso chiedere di venire in Biblioteca, tu odi entrare là dentro. E a cena passi il tempo con i tuoi amici, mentre io ho i miei e non mi pare carino venire a dirti che non devi mangiare veloce, che poi stai male. O ancora… " Fred non la lascia finire, perchè passa velocemente una mano dietro il capo di lei, come avrebbe voluto fare la sera prima, nascondendole il viso contro il petto. Il suo cuore sta battendo a mille: avrebbe voluto metterla alle strette, tenerla sui carboni ardenti, stuzzicarla maliziosamente, ma alla fine Hermione lo ha battuto di nuovo. 

 "Se vuoi passare il tempo con me, me lo devi solo dire." riesce a trovare le parole, appoggiando il capo alla testa di lei, che non si è ancora mossa, "Posso sempre ritagliare un pezzo della mia giornata per una chiacchierata con te."

Hermione ha la fronte accostata alla spalla di Fred, immersa completamente nel suo profumo e, per questo, è sicura che il suo cuore stia per esplodere. Ringrazia il cielo di essere appoggiata ad un tavolo, perchè altrimenti sarebbe già caduta a terra. 

"Hermione, sei ancora qua? Scusa se ci ho messo tanto, ma… " la voce di George si ferma a mezz’aria, osservando la ragazza e suo fratello dividersi velocemente, completamente imbarazzati. 

"Ci vediamo a cena, allora?" chiede lei, alzandosi dal tavolo senza aspettare una risposta e avanzando a passi larghi verso l’uscita dell’aula. 

George alza un sopracciglio in direzione di Fred, che non risponde. Nasconde la bocca dietro il palmo della mano, abbassando lo sguardo al terreno. Miseriaccia. Non riesce più a fermarsi. 

 



Aggiorno, ci ho messo qualche giorno in più, ma ho avuto un sacco da fare: tra l'università che è ricominciata e alcuni progetti esterni mi sono accorta che il tempo mi è proprio scappato questa volta. 
Sono qui adesso, ho amato scrivere questa scena, vedere Fred che mette Hermione alle spalle e le fa notare che è davvero seduta sul suo banco, che l'ha beccata con le mani nel sacco e la ragazza che alla fine lo ammette, che un po' gli manca. È il primo passo per qualcosa di più? 
Grazie ancora a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la quarantena non vi sia così pesante, 
Sia 

   
 
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