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Autore: Wall_Hellsong    03/05/2020    6 recensioni
George Weasley e una giovane Serpeverde di nome Claire Ritcher passano anni ad incontrarsi e ri-incontrarsi quasi per caso. Lui, un mago solare e burlone appartenente ad una famiglia numerosa. Lei, una giovane strega sola, proveniente dal mondo babbano nel quale si sente estremamente fuori posto. Con il tempo si ritroveranno giorno dopo giorno ad affrontare i propri vuoti, difficili da colmare. Dopo la perdita dell'amato fratello gemello Fred, George non sarà più lo stesso ma sarà l'amore complicato di Claire a rendere il suo mondo meno buio e tempestoso.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Sfaccettature


Ti mostrerò ogni parte più oscura della mia anima,
e quando saprai sorridere dinanzi ai miei difetti
saprò di aver trovato il mio piccolo paradiso”

 

QUARTO ANNO – DURANTE GLI EVENTI DE “L'ORDINE DELLA FENICE”

 
Una volta sul treno per Hogwarts, Claire si lasciò cadere pesantemente sul suo sedile. Si era infilata in un vagone in coda al treno e non aveva nemmeno notato in compagnia di chi fosse. A momenti aveva rischiato di perdere l'Hogwarts Express e di rimanere come un pesce lesso alla stazione di King's Cross.
Con il respiro ancora affannato, Claire si allentò il cravattino verde e argento e si lasciò scivolare bruscamente contro lo schienale. Non era nemmeno riuscita a salutare i propri amici, pensò.
La strega si stropicciò goffamente il viso con una mano coprendosi gli occhi, ma ad un tratto, sentendo degli strani brusii attorno a lei, sbirciò tra gli spazi delle dita della mano. “Cazzo” sussurrò tra sé e sé. Era capitata nello stesso vagone di alcuni Grifondoro del settimo anno e tra di loro vi era anche Angelina Johnson. L'ultima volta che si erano incrociate, Claire l'aveva quasi strangolata; le mancava anche trovarsi nella sua stessa carrozza.
Cercando di mimare un'aria assolutamente indifferente, Claire si risistemò il cravattino e la divisa, per poi tornare a sedersi composta, incrociando le braccia sul petto.
La Johnson iniziò a farfugliare qualcosa nell'orecchio della sua vicina di posto e poi iniziò a fissarla in cagnesco. Era ovvio che stessero parlando male di lei. Claire pensò che avrebbe avuto voglia di sputarle in un occhio, nonostante non fosse nella posizione di farlo.
Se inizialmente Claire avesse provato dei forti sensi di colpa per quello che aveva fatto alla strega, in quel momento ogni piccolo segno di rimorso era scomparso.
Se l'è meritato la stronza” pensò Claire. “Ha osato parlare di Riley. Se solo ci dovesse riprovare, sarà l'ultima cosa che farà”.
Claire cercò di fare un respiro profondo e di controllare la rabbia, senza però smettere di pensare per un istante al come la Johnson avesse fatto a scoprire di quello che era successo a Riley.
Ad un tratto la Grifondoro seduta al fianco della Johnson si schiarì la voce: “Non pensi di essere nella carrozza sbagliata?” disse la biondina.
“Sono esattamente dove voglio essere” rispose insolentemente Claire.
“Forse dovresti stare con gli altri Serpeverde...” continuò la Grifondoro della quale Claire non sapeva nemmeno il nome.
“Io mi siedo dove voglio e quando voglio. Se la mia presenza vi disturba potete tranquillamente alzare le terga e trovarvi un altro vagone.” continuò Claire senza scomporsi di un millimetro. Le due ragazze, sedute davanti a lei iniziarono a borbottare qualcosa che Claire non colse, ma poco le importava.
Ad un tratto, a spalancare la porta scorrevole del vagone fu Cal Denvers.
“Claire, sei qui!” esclamò la strega dai folti capelli ricci. “Si, a momenti perdo il treno, guarda...” rispose Claire notando come l'aspetto di Cal fosse estremamente più distinto e autorevole rispetto all'ultima volta che si erano viste. Cal si rese contro che le ragazze attorno a lei stavano sparlottando della sua amica, quindi le lanciò delle occhiatacce.
“Cosa avete da parlottare voi?” esclamò Cal.
“Uh, vedo che la Umbridge ha mandato uno dei suoi scagnozzi a reclutarti, Ritcher!” esclamò Angelina indicando la Denvers.
Ebbene si. Cal era entrata nel corpo studentesco d'inquisizione della Umbridge e venirlo a sapere da Angelina Johnson, infastidì e non poco Claire.
Quest'ultima si alzò dal sedile e si avvicinò esterrefatta alla sua amica Cal.
“Ma di cosa sta parlando questa qui?” disse Claire ancora incredula di quello che aveva appena scoperto.
Questa qui?? Si da il caso che io abbia un nome!” esclamò la Johnson.
“Ah si? Quale? Rincitrullita?” rispose Claire senza nemmeno guardare la Grifondoro negli occhi.
“Io questa la strangolo!” esclamò Angelina, guardando la sua amica.
“Mi sembra che l'ultima volta, quella appesa per il collo fossi tu” fece Claire.
Angelina scattò in piedi e la sua amica la trattenne per un braccio, ma Claire rimase ferma a braccia conserte, rivolgendo vagamente alla Johnson soltanto il capo. L'espressione imperturbabile della Serpeverde non mutò nemmeno per un istante. Non sembrava per nulla intimorita dallo scatto della Grifondoro, anzi, pareva apparentemente piuttosto impassibile.
“Piantatela immediatamente! Volete passare le prossime due settimane a pulire le segrete in compagnia di Gazza?” Esclamò Cal con tono autorevole, poco prima di trascinare via Claire per un polso.
Una volta lontane da quel vagone Cal si voltò bruscamente verso Claire e le disse: “Per la barba di Merlino, Claire! Cosa diavolo ti è preso prima??” sbottò.
Effettivamente, quell'atteggiamento non era proprio da Claire. Sebbene la ragazza avesse una bella lingua sciolta e un caratterino niente male, normalmente avrebbe ignorato le provocazioni della Johnson e delle sue amiche. Invece dopo l'incidente al pub del mese prima, Claire aveva iniziato a comportarsi in maniera diversa. Non si sentiva nemmeno più dispiaciuta per quello che era capitato con la Grifondoro, quando fino a qualche settimana prima si era sentita terribilmente sommersa dai sensi di colpa.
“Non è da te comportarti in quel modo!” disse Cal incredula.
“Tu dici? Nemmeno un mese fa l'ho quasi strangolata!” rispose Claire.
“Claire, non volevi farlo, io lo so!”
“E tu che ne sai, eh?! Sei sparita! Hai deciso di smettere di far parte della mia vita da quando hai iniziato a frequentare Malfoy e i suoi amichetti del cazzo! È gia tanto se ci becchiamo la mattina nel nostro dormitorio! In più ora vengo a sapere da quell'arpia della Johnson che sei iscritta al gruppo scelto della Umbridge! Che cosa ti sta succedendo?!” sbottò Claire inaspettatamente.
Cal si portò un dito alla bocca per chiederle di fare silenzio, poi si sfregò la fronte con una mano. “Allora? Non hai niente da dire?” continuò Claire abbassando di poco il tono della voce. “A Jamal si è spezzato il cuore vederti con Malfoy!” continuò la strega “Soprattutto dopo che quest'ultimo ha iniziato a prendersi gioco di lui con i suoi amici per via del suo sangue!” concluse Claire dando una manata alla porticina della toilette del treno.
“Claire io non ho avuto scelta! È stato l'unico modo!” cercò di articolare Cal.
“Non capisco, Cal!” continuò la Ritcher.
“Non posso dirti niente per ora, ma sappi che io sarò sempre dalla tua parte, Claire!” disse Cal abbassando il capo.
Claire sentì una morsa stringerle la bocca dello stomaco. Mai e poi mai avrebbe voluto mettersi a discutere con quella che una volta era una delle sue migliori amiche, ma non riusciva a capire perché Cal fosse scomparsa dalle loro vite.
“Perché non vuoi parlarmi di quello che ti sta succedendo, Cal?” disse Claire, cambiando nettamente tono. Ora la sua voce aveva un'intonazione decisamente triste e malinconica. “Mi sembra che anche tu non mi abbia raccontato diverse cose.” sorrise Cal maliziosa cercando di smorzare un po' la tensione tra le due.
Claire alzò lo sguardo verso quello dell'amica e immediatamente capì a cosa si stesse riferendo. La strega dai capelli castani curvò appena le labbra formando quello che pareva essere un piccolo sorrisino.
“Cioè, hai baciato George Weasley e io lo devo venire a sapere da altri, tu guarda!” sbuffò Cal, ironica.
“E tu come fai a saperlo? Toglimi la curiosità!” esclamò Claire.
“Semmai la domanda giusta è come avrei fatto a non saperlo!” rispose la Denvers sistemandosi l'acconciatura che le domava i folti e biondi ricci.
Claire per un attimo sbiancò. “P-perché, chi lo sa?” sussurrò.
“Tutta la scuola lo sa!” esclamò Cal “Quelli che ancora non lo sanno, fidati che lo verranno a sapere stasera agli allenamenti di Quidditch!” concluse.
Claire balbettò non essendo visibilmente in grado di proferire una parola di senso compiuto.
“Stavo giusto cercando te tra i vagoni quando ho incrociato i gemelli. Fred stava dolcemente punzecchiando il tuo George per quanto fosse cotto dopo quel bacio. Peccato che non ero sola. Almeno cinque ragazze dietro di me hanno sentito. Lo sai. Le voci corrono.” fece Cal un filino compiaciuta.
“Bhé non si era creata l'occasione per dirtelo! E poi non credevo ti importasse...” bofonchiò la Ritcher.
“Certo che m'importa! Sono due anni che te lo volevi fare e non ci riuscivi, perciò...” continuò l'amica sotto le risate di Claire.
“In ogni caso, il tuo rosso ti stava cercando come un matto! Pensavamo tutti avessi perso il treno!”
“Eh, ci è mancato poco...” disse Claire perdendosi però a quel ' il tuo rosso ti stava cercando'. “E comunque, giuro che stasera ne riparleremo, però stai lontana dai guai Claire” fece Cal avvicinandosi all'orecchio della sua amica “La Umbridge ha occhi e orecchie ovunque, devi stare molto attenta! Sai a cosa mi riferisco!”
Claire pensò che fosse impossibile che Cal sapesse degli insegnamenti segreti che Harry avrebbe dato agli altri e che George avrebbe a sua volta dato a lei. Insomma, non poteva trattarsi di questo, pensò.
Alcuni istanti dopo aver visto Cal allontanarsi per l'ennesima volta da lei, Claire cercò tra le varie carrozze gli altri, fino a che non sentì una mano darle un pizzicotto sul fianco. “No! Le manigliette dell'amore no!” fece Claire avvertendo un piccolo formicolio solleticarle quella zona. Come fece per voltarsi di scatto vi trovò una testa rossa e due occhi castani con dei delicati riflessi verde oliva che la guardavano. Era proprio il suo George.
“Eccola qua la nostra fuggitiva!” esclamò Fred Weasley qualche metro più indietro al fratello. Claire lo salutò calorosamente stropicciandogli un po' i capelli, ma quando fu il momento di salutare George, la ragazza non seppe come salutarlo. “Un abbraccio classico? Un bacio sulla guancia? O un limone bello tosto lì davanti a tutti?” Questo fu quello che Claire si chiese nel giro di un nano secondo, per poi goffamente mettersi in punta di piedi, prendergli la testa tra le mani e portarsi la fronte del ragazzo alla bocca.
George rise un po' confuso.
“Ok, è stato imbarazzante.” constatò Claire e George sorrise.
“Dove l'avete lasciata Ginny?” chiese la strega cercandola con lo sguardo.
“È nella carrozza con Harry, Ron ed Hermione!” disse Fred.
“Soprattutto con Harry!” ridacchiò George.
“In che senso?” chiese Claire incuriosita.
I gemelli si guardarono divertiti ma non risposero.
“Vabbè ci andiamo a sedere o no?” chiese Fred facendo strada verso il loro scomparto, lasciando per qualche istante il fratello e la strega da soli.
“E comunque ora mi baci sulla fronte?” disse George abbassando il capo all'altezza del viso di Claire. La ragazza arrossì lievemente, senza però evitare di punzecchiarlo. “Bhé senza farina almeno posso almeno individuarla!”
“E comunque hai mancato il bersaglio.” disse George posando le proprie labbra su quelle di Claire. Fu un bacio a fior di labbra, che però durò diversi secondi.
Quando la bocca di George schioccò via da quella della strega, entrambi sorrisero. Quanto le erano mancate quelle labbra, pensò Claire.
I giorni precedenti alla ripartenza verso Hogwarts, la ragazza aveva pensato continuamente a quel bacio del primo Gennaio; caldo, infarinato e frenetico. Ne avrebbe voluto un altro, anzi, molti altri. “Scusa, potresti mostrarmi ancora una volta dove sarebbe il bersaglio?” chiese la Serpeverde ancora inebriata dal sapore delle labbra del suo Grifondoro. “Come desideri, piccola serpe.” ammiccò il ragazzo per poi chiudere gli occhi e baciarla ancora. Claire si avvicinò a George stringendogli i lati della divisa, per poi approfondire il bacio di sua spontanea volontà.
George, non appena percepì la lingua della ragazza sfiorargli fugacemente più e più volte la sua, alzò le sopracciglia, piacevolmente stupito.
Dopo qualche secondo le loro labbra si separarono e George disse compiaciuto: “D'ora in poi quando ti chiamerò Lingua Sciolta saprai che sarà attribuito a due significati”. A Claire scappò una pernacchia, poi entrambe seguirono Fred verso la loro carrozza. Quando scesero dal treno, una volta arrivati ad Hogwarts Claire ritrovò Ginny, Harry, Ron ed Hermione. Ognuno di loro si salutò con affetto; era bello rivedere tutti loro, finalmente insieme. Claire con la coda nell'occhio vide Jamal scendere dal treno, sistemandosi furtivamente il collo della camicia. Claire giurò di aver intravisto delle tracce di rossetto sul collo dell'amico.
La ragazza prese coraggio ed andò a salutarlo. Prima dell'arrivo delle vacanze di Natale, i due non si erano lasciati benissimo, soprattutto dopo la discussione avvenuta per la questione dell'Esercito di Silente, ma era ora di sistemare le cose.


Ormai erano quasi le sette di sera e il cielo stava iniziando ad imbrunire.
Claire aveva ricevuto un bigliettino da Rooney, la sua civetta, in cui vi era scritto di fare un salto alla capanna, che Hagrid era appena tornato.
La ragazza, senza farselo ripetere due volte corse dal guardiacaccia e non appena gli vide il viso pieno di lividi sussultò.
“Hagrid ma cosa diavolo ti è successo?” chiese Claire.
“Oh nulla di cui preoccuparsi!” rispose Hagrid evasivo. Sembrava non poter parlare di ciò che gli era successo, quindi cercò immediatamente di cambiare argomento. Le chiese degli unicorni, di come stavano anche le altre creature e se per caso avesse notato qualcosa di strano nella scuola prima delle vacanze di Natale. Claire trovò Hagrid decisamente strano e in apprensione. Non lo aveva mai visto così e soprattutto, iniziò a farsi diverse domande quando il guardacaccia le chiese di occuparsi degli unicorni e delle altre creature nel caso ci fossero stati degli sviluppi inaspettati. “Artemis ed Ermes oltre a me, si fanno avvicinare solo da te, Claire!” la Serpeverde in quel momento pensò che in realtà, Artemis si fosse fatta avvicinare anche da George, ma forse questo sarebbe stato meglio tenerselo per sé.
Da lontano Claire sentì dei passi e Hagrid le intimò di correre nella foresta, al rifugio degli unicorni. La strega inizialmente esitò, ma poi, quando intravide il cappotto rosa della Umbridge da lontano, gli diede retta, scomparendo nel verde della Foresta Proibita. Quando giunse dinanzi la scuderia di Artemis e di Hermes, Claire ne approfittò per aggiungere del fieno nelle loro mangiatoie e per cambiare l'acqua alle due creature argentee. Nel farlo si sporcò di letame fino alle ginocchia, dopotutto non indossava i suoi stivali di gomma.
“Cazzo!” borbottò tra sé e sé, mentre con una mano accarezzava il muso di Artemis. “Sai che meraviglia tornare al castello conciata in questo modo?” sbuffò.
Ad un tratto si rese conto che iniziava a farsi tardi e che sarebbe stato meglio rientrare. “A quest'ora la bisbetica in rosa sarà già rientrata nei suoi alloggi” pensò la strega dirigendosi nuovamente verso la dimora di Hagrid.
Diversi minuti dopo Claire notò che come previsto, la Umbridge se n'era finalmente andata, ma al suo posto, in compagnia di Hagrid c'erano Harry, Ron ed Hermione. La Serpeverde tirò un sospiro di sollievo, ma poi notò che i quattro stessero parlando di qualcosa di decisamente preoccupante. Lo vedeva dalle loro facce e sì, in qualche maniera lo percepiva. Claire si avvicinò furtiva alla casetta di mattoni e cercò di udire le voci provenienti da dentro ma, ahimè non riuscì a sentire con chiarezza. Per qualche breve istante si sentì incredibilmente esclusa e sola; Hagrid stava svelando ai tre ragazzi quello che non aveva voluto dirle poco prima. Claire sapeva che il guardiacaccia aveva un legame speciale con quel trio, ma pensava che si sarebbe potuto fidare anche di lei. Dopotutto era stata lei a occuparsi delle creature magiche di Hagrid fin dal secondo anno, era stata lei ad aiutarlo a medicare e ad allevare gli unicorni, ed era sempre stata lei a continuare le ricerche di Hagrid durante l'assenza dell'uomo. Eppure lui, agli occhi della strega, pareva non fidarsi ancora totalmente di lei.
Claire si morse l'interno della guancia e abbassò il capo, ma poi ebbe uno slancio. Come se nulla fosse, presa da un impeto di irrequietezza aprì la porta d'ingresso e vi entrò interrompendo la conversazione.
Hermione sobbalzò. “Uh santo cielo, Claire! Mi hai fatto prendere un colpo!” disse la strega dai folti capelli.
“Miseriaccia Claire, pensavo fosse la Umbridge, ma che...” fece Ron interrompendosi non appena percepì l'odore di letame provenire dalla ragazza.
“Ho cambiato l'acqua e ho aggiunto del fieno alla mangiatoia di Artemis e di Hermes.” buttò lì Claire come se nulla fosse.
Harry rivolse uno sguardo dubbioso in direzione di Hagrid a cui scoppiò un risolino. “Effettivamente lo immaginavo” disse l'omaccione notando che gli stivali di Claire fossero effettivamente rimasti accanto all'uscio di casa.
“Quantomeno portavi i pantaloni.” asserì Harry divertito.
Claire non riuscì a fare a meno di sorridere divertita.
Per fortuna Hermione era la migliore con gli incantesimi e in un batter d'occhio, agitando appena la bacchetta riuscì a pulire i calzoni e le scarpe di Claire.
La Ritcher fece un ampio cenno con il capo per ringraziarla, sorrise ai presenti ed uscì. “Aspetta Claire!” le fece la Grifondoro andandole dietro.
La strega dagli occhi verdi si fermò e con aria interrogativa aspettò che la Granger parlasse.
“Sei sicura che vada tutto bene Claire?” chiese lei.
“Sì, benone!” fece la Serpeverde come se nulla fosse.
“È che non abbiamo avuto più modo di parlare come si deve, dopo...”
“... la mia esclusione dall'ES?” la interruppe Claire. “Va tutto bene credimi! Mai stata meglio!” mentì.
“Claire sei sicura che...”
“Certo Hermione!” rispose fingendosi completamente a proprio agio.
“Anzi, grazie ancora per i pantaloni!” sorrise la Serpeverde riprendendo a incamminarsi verso il castello.
Quando Hermione rientrò nella casetta di Hagrid mostrò un'aria preoccupata.
“Beh sì, Claire Ritcher è un filino strana. Dopotutto deve esserlo per stare con mio fratello.” constatò Ron.
“Sta con tuo fratello??” domandò Hermione decisamente sorpresa.
“Bhè penso di si! O almeno, Bill e Charlie, la mattina di capodanno li hanno beccati a sbaciucchiarsi cosparsi di farina contro il frigorifero...” fece Ron come se nulla fosse “... suppongo quindi che stiano insieme!” concluse.
“Ma Claire e George??” chiese Hermione con un'espressione colma di stupore.
“Ovvio che si!” rispose Ron affondando contro lo schienale della sedia.
“Ce l'hanno fatta finalmente!” esclamò Hermione divertita.
Hagrid guardò Harry con aria confusa; effettivamente quella conversazione, in quel momento, era decisamente fuori luogo.
“Non vi pare sia un tantino superfluo in questo momento parlare degli sbaciucchiamenti di Claire con tuo fratello, Ron?” fece Harry sbattendosi un palmo sulla fronte.


Claire fece per dirigersi verso le scale che conducevano alla propria sala comune quando improvvisamente si sentì stringere da dietro in quello che sembrava essere un affettuoso abbraccio. “Vedo che siamo di fretta” le sussurrò George Weasley in un orecchio. Claire strinse i denti sperando che George non si accorgesse dell'odore che emanavano i suoi pantaloni. Hermione aveva brillantemente ripulito il tessuto, ma l'odore, ahimè, era ancora persistente.
George tirò su ripetutamente con il naso e poi disse: “Ma cos'è questo odore?”
Claire si voltò lentamente, cercando di rimanere sempre incastrata tra le braccia del mago. “Potrei aver fatto visita ad Artemis e ad Hermes, e dico, potrei non aver fatto in tempo a mettere gli stivali... sai, prima di entrare nel recinto...” fece Claire arricciando il naso. George la squadrò da cima a fondo ma non trovò tracce di fango e di letame, così la guardò con aria interrogativa.
Claire gesticolò goffamente con le mani appoggiate al petto del ragazzo.
“Ecco, Hermione è riuscita a restituire un aspetto decente ai miei pantaloni, ma l'odore...”
“Me ne sono accorto!” asserì George sventolandosi una mano sotto al naso.
“Suvvia è un po' di cacca e niente più!” fece Claire, cercando di trattenere con scarso successo una risata.
“Lo sai che ora ti tocca venire agli allenamenti così, sì?” fece George divertito.
Claire quando sentì la parola allenamenti fece un'espressione confusa.
“Quali allenamenti?” chiese.
Il mago dai capelli rossi le sorrise con aria vispa ed estrasse furtivamente la bacchetta sotto la sua divisa. Claire immediatamente capì a quali allenamenti si riferisse. George, poco prima delle vacanze di Natale le aveva promesso di insegnarle a sua volta ciò che Harry avesse insegnato ai membri dell'ES e ovviamente aveva intenzione di mantenere la parola data.
“Adesso?? Fra poco più di mezz'ora dobbiamo ritrovarci in Sala Comune per la cena, ci beccheranno!” esclamò Claire ansiosa.
“Fidati, non ci beccheranno se ci muoviamo” constatò George facendo cenno alla strega di seguirlo.
“Ok, ok, va bene, va bene, però almeno fammi cambiare i pantaloni!” gesticolò freneticamente la ragazza.
“Sì, ma sbrigati!”
“Sarò un fulmine!”
“Ti accompagno?”
“Dove?”
“A cambiarti”
“No!”
“Potrei esserti utile!”
“Ti piacerebbe”
“Oh si!”
Claire gli diede una piccola spinta sotto il gomito per poi sorridere divertita da quello che era il suo idiota e poi corse nel proprio dormitorio a cambiarsi alla svelta.

Quando Claire e George varcarono la soglia della stanza delle necessità, la strega spalancò la bocca. Com'era possibile che esistesse un'ala del castello così grande e così segreta, fuori dagli occhi indiscreti di chiunque volesse ficcanasare?
“È una roba assurda!” esclamò la strega meravigliata.
“Lo devo tradurre come una cosa positiva?” ridacchiò George.
“Cavolo, sì! È qua che vi allenate con Harry, quindi?” fece Claire.
“Esattamente!” disse il ragazzo con aria compiaciuta.
Claire iniziò a girovagare per la stanza soffermandosi su ogni piccolo dettaglio che la circondava, fino a che notò un bellissimo specchio di fronte a lei.
Con passo felino la ragazza vi si avvicinò e non appena si trovò davanti all'oggetto vi si specchiò. Aveva i capelli arruffati tenuti da una treccia disordinata che le cadeva su una spalla; la frangia le era già cresciuta molto e ormai, i ciuffi più corti le superavano gli zigomi. Claire pensò di avere delle occhiaie notevoli e sperò che George non le avesse notate.
La Serpeverde aveva dei tratti del viso piuttosto pronunciati e la sua carnagione pallida risaltava ancor di più la mascella lievemente squadrata e le labbra rossastre. “Che mostro” fece Claire a bassa voce, mentre con ambedue le mani si pressava le gote. Poi però, il suo sguardo andò a posarsi sulla superficie dello specchio dove vi erano incollate diverse foto e la lista con i membri dell'ES.
Quando Claire notò il viso sorridente di Cedric muoversi nella piccola carta da foto, si incupì. Quel povero ragazzo non meritava di certo quell'orribile fine, pensò. Sopra il giovane Tassorosso, invece vi era una foto piuttosto vecchia. C'erano diverse persone riunite, tra le quali Claire riconobbe i coniugi Weasley.
“Qua ci sono anche i tuoi genitori!” esclamò la ragazza voltandosi indietro in direzione del mago dai capelli rossi. George le si avvicinò abbracciandola da dietro. Claire si lasciò scaldare da quell'abbraccio e poi continuò a riempire il ragazzo di domande, fino a che lui decise di dirle tutta la verità.
“Vedi, questo era L'Ordine Della Fenice. Molti maghi ne facevano parte, incluso come puoi vedere, Sirius Black...” fece lui. Mentre George le raccontava tutta la verità su Sirius e sull'ordine, Claire non riuscì a trattenere delle piccole smorfie di stupore. Credeva ad ogni parola che George le riferisse; da sola non sarebbe mai potuta arrivare a tali conclusioni. Tra di loro, oltre a un profondo sentimento, stava anche nascendo una forte fiducia. Claire aveva mostrato al ragazzo ogni sua piccola sfaccettatura, inclusi quei lati oscuri che ogni tanto emergevano prepotentemente dentro di lei. Avrebbe anche voluto parlargli degli scatti di rabbia che ogni tanto la facevano sentire sopraffatta, ma che per fortuna, il più delle volte riusciva a reprimere sul nascere; quando non ci era riuscita aveva comunque trovato George al suo fianco, pronto a sostenerla.
Al ragazzo non importavano tutte quelle voci su di lei e sugli studenti appartenenti alla casa Serpeverde. Certo, molti dei compagni di corso della Ritcher non erano di certo degli ottimi esempi di persone per bene, anzi. Però non era giusto accomunare tutti gli altri a degli studenti con la puzza sotto al naso, fissati con il sangue puro. Claire non era così. Jamal nemmeno. Cal neppure. C'erano molte brave persone all'interno di quella casa e George lo aveva capito conoscendo Claire nel profondo.
La strega ad un tratto lesse la lista dei membri dell'ES e non poté fare a meno di notare il nome di Angelina Johnson tra i membri.
“Lo so perché gli altri non mi hanno voluta.” sussurrò Claire, ancora fra le braccia del mago. “Oltre ai pregiudizi riguardanti la mia casa, non avrebbero mai accettato il mostro che ha quasi strangolato una loro compagna, nell'Esercito di Silente.” continuò lei. “E per quest'ultima cosa, onestamente li comprendo.” concluse la ragazza. I sensi di colpa le stavano di nuovo pervadendo mente e cuore; non come quella mattina sul treno, quando aveva avuto uno di quei suoi momenti di rabbia.
George posò il capo sulla spalla della ragazza e la cullò appena. “Shhh...” le sussurrò in un orecchio, rassicurandola.
“Ormai è passato...” le fece George “Io lo so che non volevi realmente farle del male... Qualcosa è scattato dentro di te e quel qualcosa ti ha fatto soffrire a tal punto da avere quella reazione... neanche tu pensavi di poter essere in grado di generare tale magia.” continuò il mago piazzandole un piccolo bacio su una guancia. “Non siamo tutti cavalieri senza macchia, piccola serpe. Ognuno di noi ha delle sfumature di grigio dentro di sé... Bisogna solo imparare a non farci sopraffare da esse.” Claire istintivamente si voltò e posò la fronte sul petto del ragazzo. George la strinse più forte e le sussurrò qualcosa all'orecchio.
Claire scattò sull'attenti e tirò fuori la bacchetta, pronta per le lezioni private di George. “Allora vogliamo iniziare con gli schiantesimi?” propose lui.
“Perfetto. Dopotutto una volta mi ci hai salvato le chiappe con uno di quelli.” constatò Claire riferendosi a quando George l'aveva difesa da quel mangiamorte alla coppa del mondo di Quidditch.
“Ti faccio un esempio con quel manichino!” esclamò George indicando il fantoccio di legno con il quale spesso di allenava con gli altri membri.
“Perché non usi me invece?” propose la strega con aria vispa.
George per un attimo si sentì stranamente confuso.
“In che senso?”
“Nel senso che... Schiantami!”
George deglutì pensando chiaramente ad un'altra cosa.
“Bhè? Non mi rompo mica!” disse Claire divaricando le braccia.
“No, non è questo...” fece George stropicciandosi i capelli con una mano.
“Tranquillo, ti ricambierò il favore!” fece Claire ironica, facendogli l'occhiolino per poi posizionarsi qualche metro di fronte a lui.
I pensieri di George non riuscivano a cambiare direzione.
“Però stavo pensando che forse sarebbe meglio iniziare con l'imparare a disarmar-”
Eddai Georgie!” fece Claire con voce languida e ironica allo stesso tempo. “So come si disarma qualcuno!” concluse vivacemente.
“Certo che sei proprio una testa di zucca tu!” disse George divertito per poi mettersi in posizione di duello dinanzi a lei.
Nei giorni successivi George e gli altri membri dell'Esercito di Silente avevano continuato ad allenarsi sotto la guida di Harry Potter, sebbene fosse stato molto difficile evitare di venire scoperti da Gazza o dal gruppo di inquisizione della Umbridge. George ogni sera, prima di cena aveva continuato a tramandare tutto quello che poteva a Claire, che sembrava, anche se con qualche piccola difficoltà di tanto in tanto, applicarsi molto. “Sei un mago davvero in gamba lo sai?” gli aveva detto Claire e George le aveva risposto: “Anche in braccia e mani!”
Claire si era limitata a sbattersi il palmo della mano sulla fronte.
“L'hai capita?” aveva continuato lui.
“Sì, ed era terribile.”

Erano quasi le otto di sera e come consuetudine, George e Claire sgattaiolarono via dalla stanza delle necessità.
Dopo aver appurato che non ci fosse nessuno nei dintorni, a parte forse un quadro o due, George posò una mano sulla schiena della strega avvicinandosela al petto. Claire prima che George potesse baciarla gli disse: “Prima di andare a cena devi sistemarti quella cravatta. È imperativo. Penseranno che ti sia saltata addosso, così.” fece lei regalandogli un sorriso particolarmente vivace.
George arrossì lievemente su guance e naso, cosa che ogni volta faceva impazzire Claire. “Non mi dispiacerebbe se lo facessi...” farfugliò il mago.
La Serpeverde deglutì rumorosamente ma poi cercò di darsi un atteggiamento.
“Ma come siamo sfacciati Georgie!” fece la strega strizzandogli l'occhio.
George abbassò il capo mordendosi il labbro inferiore, per poi osservare con la coda dell'occhio ogni singola curva della ragazza.
Claire si aspettò una delle sue solite battute ma inaspettatamente il ragazzo la spinse contro il muro. Claire non appena percepì il freddo muro di pietra attraverso la camicia sussultò; ma non fu quel gesto a farla ansimare, bensì quello che ne seguì. George, anziché sistemarsi camicia e cravatta, allentò ulteriormente il nodo, per poi prendere la mano di Claire e portarsela al petto; lì in quel punto dove la camicia non riusciva a coprirgli la pelle.
Era caldo, pensò Claire non appena lo sfiorò sotto la camicia. Era caldo e profumava di buono. La ragazza si sentì elettrizzata da quel gesto così afferrò George per la cravatta, portandosi le sue labbra contro le proprie.
Il mago dai capelli rossi socchiuse gli occhi e buttò indietro il capo. Claire non perse tempo e iniziò a ricoprirglielo di baci. George le strinse la camicetta attorno ai fianchi e si lasciò completamente andare. Mentre Claire gli posava le labbra su ogni centimetro di pelle scoperta e gli passava una mano tra quei meravigliosi capelli arancioni, George sussurrò: “È proprio questo quello che intendevo” si fece scappare un sorriso d'estasi.
Mhm-mhm...” fece Claire iniziando a slacciargli ulteriormente la camicia.
Ad un tratto quel momento decisamente piccante fu interrotto da una voce tuonante in fondo al corridoio: “CHE STATE FACENDO?!”.
Claire e George sussultarono terrorizzati, pensando fosse la Umbridge. Ma quando entrambi sgranarono gli occhi, notarono che la voce tuonante proveniva da Angelina Johnson.
“George, ma che diavolo fai?!” disse la Grifondoro avvicinandosi ai due.
George si riabbottonò in fretta e la camicia, risistemandosi la cravatta rossa e oro. Claire si dovette mordere la lingua.
“Tu che dici Angelina...?” fece George chiaramente seccato.
“Mi stai forse prendendo in giro?! Ora te la fai con lei?!” continuò la strega dai capelli ebano.
“Angelina ora però basta. La mia vita sentimentale non ti riguarda.” disse George.
“Mi riguarda eccome dal momento in cui siete di fronte alla stanza delle necessità! L'hai portata lì, non è vero? Noi avevamo espresso chiaramente la nostra opinione a riguardo e tu...”
“E io ho deciso di non ascoltarla, Angelina!” la interruppe George. “Noi siamo sempre stati buoni amici oltre che essere compagni di squadra! Proprio non capisco perché devi portare avanti tutta questa storia!” continuò il mago.
“Proprio perché siamo amici non saresti dovuto uscire con lei, dopo quello che mi ha fatto!” sbottò la Grifondoro.
“E tu non pensi quello che tu hai fatto a lei? Quello che le hai detto?”
Claire si sentì decisamente di troppo e quella sensazione non le piaceva proprio, così intervenne. “Fermi tutti!” si interpose la Serpeverde. “Io non ho la più pallida idea del perché questa conversazione stia avvenendo... comunque...” fece Claire schiarendosi la voce. “Angelina, quello che ti ho fatto ai manici di scopa è imperdonabile e ce l'ho con me stessa per questo... ma tu perché cazzo sei venuta a grattarmi il naso? Che mi odiassi a morte si era capito, ma non pensavo fino a tal punto!” Per un attimo ci fu un silenzio assordante.
“Io non so nemmeno come tu faccia a sapere di Ril... della mia...” a Claire tremò la voce. La questione Riley era ancora un tasto dolente.
“Io so molto su di te, credimi!” esclamò la Johnson.
“Angelina finiscila...”
“No George, lasciamola parlare” intervenne Claire. “Davvero Johnson, continua. Cosa sai di me? Rendici partecipe!” Claire incrociò le braccia con aria di sfida.
“Il tempo mostrerà chi sei, Ritcher!” fece la Grifondoro.
“Sai, non credo che tu debba aspettare molto tempo per ritrovarti la mia bacchetta su per il...”
“Cosa ci fate qui nei corridoi invece di essere a cena?” intervenne Pansy Parkinson seguita da altre ragazze del gruppo d'inquisizione privato della Umbridge, inclusa Cal. “Pansy ci penso io qua, tu e le altre controllate l'altro corridoio!” fece la Denvers liberandosi così di loro.
Una volta rimasta solo in compagnia di George, Claire ed Angelina, Cal si interpose tra di loro ed esclamò: “Si può sapere che cosa state combinando voi tre? Non vorrete mica che riferisca alla nostra Inquisitrice Suprema del teatrino che state mettendo in scena qui!” fece la ragazza strizzando l'occhio alla sua amica e a George. “Weasley, dopo che ti sarai sistemato quella camicia, qualcuno può spiegarmi che state combinando qui?” concluse, cercando di non destare sospetti nella Johnson. “Denvers torna con i tuoi cobra!” fece Angelina.
“Oh lo farò senz'altro, dopo aver riferito alla Umbridge che stavi vagando nei corridoi oltre l'orario consentito!” Nessuno di loro parlò.
“Ascoltate, quello che è successo qui non mi interessa minimamente, quindi vedete di sgommare lontano da qui! Oggi mi sento buona...” disse Cal.
Angelina, prima di andarsene, lanciò un'occhiata colma di rabbia in direzione di Claire che ricambiò la cortesia con un insolente movimento della mano che la invitava, ben poco elegantemente, ad allontanarsi da loro.
Una volta rimasta sola con la sua amica e con George, Cal sbottò: “Si può sapere in che guai vi state cacciando, voi due??”
Claire si stropicciò il viso con ambedue le mani e rispose: “Ci stavamo facendo amabilmente gli affari nostri prima che miss simpatia venisse a scartavetrarci le...” “Le pluffe!” la interruppe George, finendo la frase al posto suo.
“Si quello lo avevo capito, testa bacata!” disse Cal. “Io intendevo prima! Ti avevo detto di non cacciarti nei guai!” concluse.
George e Claire si stupirono di come Cal potesse sapere di quello che avessero fatto prima nella stanza delle necessità.
“Ragazzi, questa volta ce la siamo cavata così... Ma se al posto di Pansy ci fosse stato Malfoy... bhè non oso immaginare...” aggiunse la strega dai capelli color del grano. “E comunque nessuno avrebbe sospettato di niente se la tua amichetta ci avesse lasciato in pace” fece Claire marcando un velo di ironia nel tono della voce.
“Facciamo le gelose?” disse George facendo l'occhiolino alla strega per spezzare la tensione. “No ragazzi, vi prego! Ora non accoppiatevi davanti a me!” fece Cal portandosi una mano alla fronte. Tutti e tre scoppiarono a ridere, ma dopo poco riprese la serietà.
“Ragazzi comunque dicevo sul serio. Dovete stare più attenti. La Umbridge da domani inizierà a interrogare chiunque, perché sospetta alcune attività illecite. Dovete tenere gli occhi aperti!” concluse la Denvers.
L'aria ad Hogwarts stava cambiando ed era giunto il momento di prepararsi ad una tempesta.



N.B. ANGOLO SCRITTRICE
Salve a tutti amici e amiche!
Eccoci qua con la conclusione di questo capitolo prettamente di passaggio.
In queste righe possiamo trovare una Claire con mille sfaccettature diverse.
Non è la classica eroina, non è una strega perfetta. Anche lei ha questi momenti cupi che spesso fanno sovrastare i lati peggiori del suo carattere: l'irrequietezza, la rabbia e l'insolenza.
Non amo gli scontri tra donne, ma quello con Angelina Johnson era inevitabile e necessario per gli eventi che capiteranno in futuro. La Grifondoro prova un forte astio e pregiudizio verso la nostra protagonista e cerca di attaccarla sul lato personale, (ricordiamoci che lei sa qualcosa che nessuno ancora sa...) Claire invece non ama gli scontri, ma dopo che la sua “rivale” ha tirato in ballo Riley, non è più riuscita a mantenere il controllo.
Claire oscilla tra due emozioni contrastanti. Da un lato prova un forte senso di colpa per l'incidente al pub, ma dall'altro, si lascia trasportare da questi forti momenti di rabbia. Riuscirà George a fare emergere la parte migliore di lei?
Alla prossima!
Wall Hellsong

P.s.s. Ringrazio di cuore Giulia, la mia beta, che mi sta aiutando molto con le correzioni e la revisione dei capitoli! Sei un angelo!
  
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