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Autore: AkaNagashima    12/05/2020    0 recensioni
« TIKKI SPOTS ON! »
« PLAGG, CLAWS IN! »
Marinette ed Adrien sono i nuovi Ladybug e Chat Noir.
Ma cosa succederebbe se, dietro ai loro Miraculous, ci fosse un passato difficile dovuto ai vecchi supereroi?
Una lotta tra due ex colleghi che continua con le generazioni successive, un Miraculous rimasto nelle mani sbagliate ed una ragazzina che farebbe di tutto per salvare la propria madre dal coma.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sabine Cheng
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Parigi 2017

Ancora non ci credeva, ma era così. Ottenendo il Miraculous della distruzione, unito alla creazione, Sabine Cheng riuscì a risvegliarsi. Dopo più di sei mesi addormentata, l’ex Ladybug e la guardiana della Miracle Box, era riuscita a riprendere conoscenza, fortuna volle che l’unione dei due gioielli non interruppe l’equilibrio del mondo intero.
Marinette crollò. Tra tutta la tensione che aveva provato e tutto quel potere sulle spalle, non riuscì a resistere, trovandosi completamente senza energie e prendendosi un bel febbrone che durò per almeno qualche giorno.
Il pensiero che Adrien non si fosse fatto sentire anche in quel caso, le fece male. Avrebbe voluto scusarsi con lui per tutto ciò che avevano dovuto provare, e anche a sua madre per essersi innamorata del proprio nemico, anche se costui, alla fine, si era mostrato come il ragazzo che in precedenza le si era dichiarato apertamente.
La situazione sembrava in bilico, ed entrambi pensavano all’altro senza saperlo. Lei perché si sentiva in colpa essendosi innamorata della sua versione eroica, ed avrebbe voluto farglielo sapere, urlarlo al mondo intero che sì amava Chat Noir, ma di conseguenza amava Adrien Agreste.
E fu un ceffone, per lei, rendersi conto che in realtà non era assolutamente vero quello che gli aveva detto durante il rifiuto. Non lo vedeva come un fratello, o almeno non più così, perché ormai erano entrambi ragazzi, due adolescenti che scoprivano cosa significasse amare una persona, e faceva una paura del diavolo.
La ragazza si rendeva conto di dover nuovamente ringraziare Adrien per aver deciso di collaborare, e lo pensava ogni volta che vedeva sua madre sorriderle e farle una carezza sulla fronte calda a causa della febbre. Aveva deciso di non diventare più Ladybug, e così anche Sabine stessa, a meno che non ci fosse stato un caso di pericolo in cui non se ne poteva fare a meno. In tutto questo, Marinette provava sensi di colpa nei confronti del proprio migliore amico. Erano vari, tutti per motivi diversi. Lo aveva respinto, aveva combattuto contro di lui e adesso gli aveva portato via uno dei suoi amici più cari.
Mettendosi nei suoi panni provava una tristezza indescrivibile.

« Mamma, tu sapevi che erano loro? »

« Certo che lo sapevo. Io e Gabriel scoprimmo le nostre identità dopo la sconfitta di Papillon, perché il pericolo era finalmente scomparso, e prima che lui perdesse la ragione. Voleva sconfiggermi ad ogni costo e difendere la propria idea.. già. » spiegò la donna. « Non provo rancore per lui, era il mio migliore amico e gli voglio ancora bene, nonostante tutto. »

La donna notava come sua figlia teneva lo sguardo basso, non avendo intenzione di guardarla. Poteva capire il suo stato d’animo, i suoi pensieri, tutto quanto. Fu scelta lei stessa a 16 anni dal vecchio guardiano, e lei aveva scelto Marinette, ed era stata bravissima.

« Sei rimasta male scoprendo che Chat Noir era Adrien, vero? »

La giovane annuì, sospirando. Non provava sentimenti negativi contro sua madre, perché era veramente felice che fosse viva e stesse bene, anche se aveva dovuto usare entrambi i Miraculous e crollare a terra per il troppo potere, lo aveva fatto volentieri. Voleva davvero salvarla. Ma una domanda girava costantemente nella sua testa.. una domanda a cui solo la donna poteva rispondere.

« Perché non me l’hai detto? »

« Perché non possiamo rivelare le identità altrui, tesoro. Le nostre devono restare segrete quando c’è un pericolo, come nel caso di Papillon.. tuo padre venne a saperlo per caso entrando in camera mentre mi trasformavo. » spiegò Sabine, abbracciando la ragazza. « Inoltre, l’avresti comunque combattuto sapendo che era lui? »

« Adrien proteggeva il Miraculous solo perché suo padre glielo aveva chiesto, aveva promesso, esattamente come avevo fatto io con te.. » continuò la giovane. « Non penso se lo sarebbe tenuto.. nonostante… oh mamma, mi sento così in colpa! »

Marinette scoppiò nuovamente a piangere, ma stavolta fu un pianto senza freni e a dirotto, carico di dolore. Non voleva che Adrien soffrisse ancora, che sentisse la mancanza di Plagg. Se l’avessero obbligata ad abbandonare Tikki avrebbe sofferto tantissimo, quindi riusciva a mettersi sullo stesso piano emotivo del ragazzo.

« Piccola mia, non piangere. »

Sorrideva, Sabine, vedendo quanto sua figlia fosse umana in quel momento, ed era così orgogliosa di lei. Aprì la Miracle Box davanti ad una Marinette confusa ed in lacrime e le fece un breve occhiolino.

« Io direi di ringraziarlo a dovere, no? »



[ . . . ]



Parigi 2017

In parallelo a ciò che la propria amica stava vivendo, senza che lui ne fosse informato, Adrien pensava a tutto ciò che era successo ed alle bugie che gli erano state dette dal padre stesso. Provava molta rabbia, ed era rimasto a pensare, combattuto tra la voglia di reagire e l’assenza di Plagg nello spazio circostante. Non aveva idea di come approcciarsi, ma aveva bisogno di farlo, e dopo due giorni dall’ultimo ‘scontro’ , seppur amichevole, tra lui e Ladybug, decise di muoversi. Suo padre l’aveva preso in giro per tutti quegli anni, facendogli credere che l’ex eroina fosse solo una donna che si sentiva al di sopra di tutti, che si fosse montata la testa, e che avesse preteso da parte dell’ex collega di rinunciare al proprio Miraculous per qualche motivo ignoto.
Non poteva accettarlo. Non da lui.

« Ho reso il Miraculous alla legittima proprietaria di mia spontanea volontà. »

« Tu hai fatto cosa? » domandò l’uomo e nella stanza si creò il gelo. « Spero tu abbia una giusta motivazione per aver fatto questa stupidaggine, Adrien. »

« Mi hai presto in giro. Mi hai sempre preso in giro. » continuò, rabbioso. « Mi hai fatto credere che Ladybug fosse una persona egoista e ti avesse tradito. L’hai quasi uccisa, te ne sei lavato le mani ed hai fatto da scarica barile con me.. TUO FIGLIO. »

« Adrien. »

« Mi hai raggirato e sfruttato. » continuò. « Non ti perdonerò mai, padre. Puoi anche smettere di rivolgermi la parola a causa del tuo orgoglio, non m’interessa. Ho chiuso con questa storia. »

Adrien si sentiva completamente distrutto.
Oltre a tutto questo aveva saputo da Alya che Marinette era a letto con la febbre. Aveva pensato e ripensato se andare a trovarla, ma dopo tutto quello che aveva passato, non se l’era minimamente sentita, lasciando effettivamente perdere e restando dov’era, a casa propria, tutto per il disagio e l’imbarazzo che provava verso la propria famiglia.
L’assenza di Plagg si sentiva eccome, sembrava un macigno sopra al suo corpo, schiacciandolo, ed il petto faceva un male tremendo. Si sentiva in colpa per lui e per lei, si sentiva in colpa per qualcosa che aveva fatto suo padre e per cui lui non c’entrava poi così tanto. Si era fatto abbindolare, ma se un uomo dice al figlio di combattere, perché è giusto, il ragazzo lo fa senza farsi troppe domande.
Fuori dalla sua finestra ormai era calata la notte, a quell’ora si sarebbe trasformato ed avrebbe raggiunto Ladybug per la loro solita lotta notturna, da una parte gli mancava quei momenti, perché si sentiva invincibile e libero come mai prima di all’ora.

« Adrien. »

Il ragazzo si voltò a quel richiamo vedendo che dalla finestra era atterrata una coccinella che gli sorrideva dolcemente. Sbattè le palpebre un paio di volte, non credendo a ciò che vedeva. Non era finita qualche giorno fa? Perché lei era lì?

« L-Ladybug? Che succede? » domandò, perplesso. « Mi sono dimenticato qualcosa..? »

« Oh no, amico mio. Io mi sono dimenticata qualcosa. »

Amico? Da quando erano diventati amici? Avevano lottato per settimane, tirandosi ogni frecciatina possibile, e adesso lo chiamava amico? Inoltre suo padre aveva ucciso quasi ucciso una persona per il proprio egoismo, lavandosene subito dopo le mani, e lui da bravo figlio aveva fatto di tutto per accontentarlo.. chissà cosa sarebbe successo se avessero continuato. Se anche lui avesse fatto una mossa di troppo, sarebbe sicuramente morto nei sensi di colpa che l’avrebbero divorato per intero. Fortunatamente non era andata così.

« Che cosa..? »

« Tikki, spots off! »

Un bagliore rosso l’avvolse per qualche secondo, Ladybug venne sostituita da Marinette, davanti agli occhi esterrefatti di un Adrien maggiormente confuso. In effetti, pensandoci bene, quella era la stessa espressione che Ladybug aveva mostrato quando Chat Noir era tornato ad essere solo il biondo che conosceva nella vita civile.

« M-Marinette, tu sei.. »

« L’ex Ladybug è mia madre, esatto. » rispose ridacchiando ed avvicinandoglisi. « Mi ha spiegato tutto, sapeva che il nuovo Chat Noir eri tu, anche se ovviamente non ha avuto modo di dirmelo in tempo, inoltre non possiamo rivelare le identità altrui. Non prova rancore per te, come non ne provo io. Entrambe abbiamo capito la situazione, perché identica alla nostra. Inoltre.. mi ha detto di dirti che questo è tuo. »

Adesso era tutto più chiaro. Ecco perché suo padre aveva tentato, attraverso dei consigli, di allontanarlo da Marinette senza spiegazione. Lui sapeva sicuramente che era la figlia della vecchia Ladybug, ed aveva sfruttato questa consapevolezza per raggirarlo maggiormente.
Aveva attaccato per settimane la ragazza che amava. Ovviamente non sapeva ci fosse lei sotto la maschera, ma quel pensiero non lo tirava poi molto su, consapevole di averla messa in pericolo e di aver fatto l’orecchio da mercante. Il senso di colpa e la rabbia aumentavano di pari passo in conseguenza a quei pensieri che vorticavano nella mente del sedicenne.
Abbassando lo sguardo notò che sul palmo aperto della ragazza si trovava un anello argentato che il ragazzo riconobbe subito. Lo osservò per qualche secondo, poi rialzò lo sguardo e la giovane ancora gli sorrideva. Lo poteva prendere davvero?
Una volta indossato, Plagg tornò a svolazzargli intorno. La rabbia che fino a quel momento aveva provato scemò così com’era arrivata, bastava un sorriso della ragazza per farlo sentire di nuovo bene. Era quella la forza dell’amore?

« Marinette, grazie.. »

« No, grazie a te, Chaton. »

Risero insieme, tenendosi le mani, dandosi un lieve bacio sulle labbra ed abbracciandosi.
La guerra si era finalmente conclusa, le incomprensioni erano state risolte, i Miraculous avevano di nuovo la loro guardiana, il peso sulle spalle giovanili era scemata, ed un nuovo amore era nato così, d’incanto. Una maschera può nascondere il volto delle persone, ma non le loro vere emozioni.
Non c’era bisogno di dichiarazioni complicate ed imbarazzanti, i loro sguardi avevano parlato senza l’uso delle parole.
Ed alla fine era vero: Ladybug e Chat Noir sconfiggono sempre il male.
  
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