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Autore: Niminue    12/05/2020    0 recensioni
Elain era una ragazza come tutte le altre fino a quando non arrivò il giorno del ballo, il giorno in cui sarebbe cambiato tutto.
Avrebbe oltrepassato il Cancello che divideva il mondo umano dal mondo da quello fae poiché ormai non rimaneva più niente dietro di se.
in quei luoghi che si nascondevano dietro quell'arcata avrebbe affrontato ciò che temeva di più e avrebbe constatato che le favole di sua madre erano vere.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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Pian Piano riaprì gli occhi avevo ancora la vista un po’ offuscata era buio in quella stanza, tranne per una candela appoggiata accanto al comodino mi trovavo in un camera da letto. Ma di chi? E cosa era successo.
Mi guardai intorno in cerca di un segno che potesse indicarmi dov’ero, provai d alzarmi dal letto ma le mie gambe ero tremolanti e indolenzite, non ci riuscivo. Sentivo una presenza in fondo alla stanza immersa nell’oscurità, cercai di capire di cosa si trattasse ma non vedevo nessuno eppure la sentivo che mi fissava.
“Dovresti riposarti o finirai per cadere dal letto” sobbalzai dallo spavento, chi era quella persona o quella cosa, non sapevo come definirla e certamente era qualcosa di deforme se si nascondeva nel buio.
Sentii una sedia scricchiolare, qualunque cosa fosse si era alzata e stava avanzando verso di me, cercai di rimanere impassibile ma il mio corpo non smetteva di tremare mentre si avvicinava ancora di più.
Dove sono e chi siete” furono le uniche parole tremolanti che riuscì a dire prima di prendere la candela in mano agitandola, come se potesse tenere lontano quella cosa, una risata vivace e crudele fu l’unica risposta che ebbi prima che l’essere avanzo verso la luce e la vidi.
Rimasi incantata per qualche secondo davanti a quel incantevole presenza era un ragazzo alto con i capelli neri un po’ spettinati il naso dritto e la bocca un po’ carnosa, ma ciò che mi colpi erano i suoi occhi erano blu come la notte.
Si sedette accanto alla sponda del letto e mentre lo fissavo ancora disse: “Sono Aziel il Signore del regno della Notte adesso sei al sicuro, nessuno ti inseguirà più, riposati e domani mattina parleremo ancora “ senza che avessi il tempo di dire una  sola parola si alzo e se ne andò lasciandomi sola in quella camera e in quel regno sconosciuto.
La mattina arrivò in fretta e mentre scendevo dal letto, una domestica intuì da come era vestita, entrò nella mia stanza con degli abiti puliti mi guardò un po’ incuriosita e senza dire una parola l’appoggio sullo scrittoio accanto a letto e se ne andò.
Mi vesti velocemente ormai l’abito del mio compleanno era completamente rovinato e sudicio, aprì la porta con delicatezza senza farmi sentire e guardai nel corridoio circostante, ma non c’era nessuno tranne per un splendido odore di pancetta affumicata che provenire dalla stanza in fondo al corridoio.
La porta era aperta e dentro risuonavano due voci una maschile la stessa di ieri sera e una femmine, mi avvicinai senza emettere il minimo rumore, ma quando fui accanto alla soglia le voci smise di parlare.
“Vieni avanti dovrai essere affamata” dannazione mi avevano scoperta, ormai non restava altro che affrontarli, forse loro sapevano cosa fosse successo ieri notte, al quel pensiero i miei occhi iniziarono a luccicare, chissà se i miei genitori…
Raddrizzai la schiena ed entrai in quella Sala era molto simile a quella di casa mia, mi avvicinai alla sedia vicino alla sinistra del Signore del Regno mentre fissavo la donna che era accanto a lui, una donna bionda con un viso serio come se mi stesse sfidando i suoi occhi erano verdi cristallini sembravano ipnotici.
Cercai di non fissarla troppo mentre mi sedevo al tavolo e dissi “dove sono io non ho mai sentito parlare di questo regno e cosa è successo ieri sera al cancello chi ci ha attaccato”
Aziel si girò ha guardami incuriosito come se fosse un nuovo esemplare da scoprire “per cominciare potresti dirci come ti chiami” “lei è Ania” indicando la donna seduta accanto a lui “la mia comandante e questo è il regno della notte dubito che tu ne abbia sentito parlare perché solitamente gli umani non sanno aprile il cancello che ci separa”
Umana? Era l’unica parola che mi frullava dentro la testa ma la mia attenzione si sposto sul viso di Aziel e infine sulle sue orecchie, ero a punta, lui o meglio loro erano dei Fae, ma io ne avevo sentito parlare solo nelle favole di mia madre non pensavo che fossero vere.
-Mi schiarì la gola cercando di rimanere impassibile “il mio nome è Elain sono la figlia del Re di Priman” a quel nome la donna fece un lieve cenno con la testa come se quel nome li ricordasse qualcosa, poi continuai “Grazie per avermi salvata ieri sera io non riesco a capire cosa sia successo.”
Ci furono alcuni minuti di silenzio dove sua Aziel che Ania mi fissavano, mi studiavano come se potessero leggeri dento l’anima “Credi “disse la donna mentre si avvicinava a me “Forse “ rispose il compagno mentre si sistemava sulla sedia e si avvicinava “tua madre è Freya Minger ?”
Mi irrigidii a quel nome come faceva a conoscerla e se loro erano gli stessi che hanno invaso il mio castello, che hanno ucciso tutta quella gente e che cercavano me “NO” dissi cercando di essere convincente.
Nessuno dei due aveva creduto alla mia bugia lo vedevo dai loro occhi “non mi piacciono le menzogne Elain, quelli che hanno attaccato il tuo castello e che ti hanno seguita fino al cancello vengono chiamati Brutex sono esseri al quanto disgustosi” fece una breve pausa mente bevve dal calice e poi continuò “ ieri sera quando hai toccato il cancello è suonato l’allarme in tutti i regni, ma sono arrivato io per primo dato che mio è più vicino”
“Come fai a conoscere mia madre” dissi alzandomi di scatto dalla sedia non sapevo che cosa erano quelle creature se tutto questo fosse solo una trappola per mettermi alla prova.
Hai il suo stesso carattere e le assomigli molto e se mi raggiungi in cortile ti spiegherò perché loro ti stavano cercando” non mi bastava quella misera risposta e mentre Aziel mi passava accanto lo afferrai per un braccio e dissi nuovamente “Come fai a conoscere mia madre”
L
ui mi sorrise maliziosamente e disse “Perché lei è una di noi”.
   
 
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