ALLA RICERCA DI MAI
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Capitolo 2
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Avere
la possibilità di vedere cosa accade al proprio futuro, non è cosa da tutti, ma
a lei è stato concesso questo privilegio.
Alcune
persone si affidano alle mani sapienti delle chiromanti, che attraverso sfere
di cristallo, pietre lunari, carte, o qualche altra diavoleria, per avere
risposte, per trovare speranza, per sapere se avranno un pizzico di fortuna,
per capire se l’uomo o la donna amata ricambia gli stessi sentimenti, ma di
certo a questo mondo non c’è mai nulla.
Lei
non avvertiva questo desiderio, perché era il tipo di donna, che viveva alla
giornata e la sua fortuna se la creava da sola.
Come
quando per fatalità si ritrovò alla Capsule Corp. con l’intento di rubare le
sfere del drago raccolte non con grandi difficoltà dalla proprietaria,
sicuramente aiutata da Trunks e da Goten, e senza rendersene conto era stata ospitata
nell’enorme residenza, coperta da tutti gli agi da quella famiglia ricca.
Camerieri
robot che sparacchiavano, apparecchiavano la tavola e servivano colazioni, pranzi e cene, letti
fatti e rifatti dagli stessi servitori, pulizie eseguite in tutta la residenza
nel giro di poche ore.
Solo
nei suoi sogni poteva godere di certi confort.
Chi
lo avrebbe mai pensato, il giorno prima di dormire su una panchina di un parco
pubblico ricoperta da fogli di giornali datati, e il giorno dopo di riposare in
un castello servita e riverita, ricambiando ovviamente, aiutando nel grande
laboratorio della società.
Sapeva
lavorare benissimo con tutta quella tecnologia anche se era una bimbetta, o
almeno così appariva agli occhi di chi la vedeva per prima volta.
In
tutti gli anni trascorsi con la sua banda di malviventi, aveva imparato a
riparare moto o macchine che trovavano dismesse, così da poterle usare per
scorrazzare liberi verso nuove avventure e non doversi sempre spostare, con non
poca fatica, a piedi.
La
se stessa arrivata da un tempo sconosciuto, era scesa
da quella macchina del tempo assieme ad un Trunks
della sua età, avranno avuto all’incirca trent’anni, Vegeta, Goku e Bulma del suo presente.
Era
bella.
Era
sicura di se.
E
soprattutto aveva un uomo al suo fianco che l’avrebbe protetta fino alla morte,
e per quanto ne potesse sapere di quei due, anche lei era intenzionata a fare
la stessa cosa per lui.
Non
le era dato sapere quali sentimenti legavano quegli alter ego, ma le bastò uno
sguardo per capire che quella Mai provava qualcosa di più una semplice amicizia.
Se
in qualche modo glielo avesse confessato, nemmeno questo poteva saperlo.
Ma
spera vivamente per entrambi, ovunque si trovassero in questo momento, che
siano felici, sia che le loro strade fossero rimaste la stesse, sia che per
qualche oscura ragione si fossero divise.
Strappò
nervosamente qualche filo d’erba che si muovevano in direzione del vento,
ripensando a quella giornata di qualche anno fa.
*
“Ciao
Mai! E’ un po' strano rivedere me stessa da piccola”
Le sorrise.
Quella
più minuta, finì di sorseggiare l’aranciata con la cannuccia portata gentilmente da Bulma un attimo prima, rimase seduta al suo posto e le
volse lo sguardo ricambiando il sorriso.
“Beh!
E’ un po' strano anche per me se devo essere sincera”
Fece di rimando facendole segno di prendersi una sedia e venire vicino a lei, e
così fece.
Anche
se non glielo dava a vedere, invidiava quel suo alter ego, non era costretta a
scappare o vivere con la paura di ritrovarsi schiacciata da un palazzo fatto saltare
in aria da Black.
“Sai
il mondo del futuro da cui provengo, è tutto l’opposto di questo” Sospirò
osservando il panorama dall’enorme terrazza della Capsule Corp., un bellissimo
tramonto si era dipinto davanti a loro, illuminando di rosso i loro volti.
Lo
sapeva bene, prima che arrivasse anche lei dal futuro, Trunks
glielo aveva descritto fin troppo bene, in ogni parola poteva coglierne la
malinconia e lo spettro della morte che caratterizzava quel tempo fino ad ora
sconosciuto.
“Viviamo
perennemente nel terrore, io vivo nel terrore che possa accadere qualcosa a
qualcuno mentre sono in missione, o peggio…posso accadere qualcosa a…” Strinse
un pugno in segno di frustrazione.
“Trunks” Completò la frase la piccola.
La
Mai del futuro annuì con il capo abbassando lo sguardo.
“Siete
molto uniti” Continuò sperando di riuscire a capirne un po' di più.
“Ah”
Sospirò e le grattò la testa “…siamo sempre state molto curiose” Cercò di
sviare il discorso.
Tutte
e due scoppiarono in una risata che attirò l’attenzione di Trunks,
quello grande per essere più precisi, che in quel momento stava attraversando i
lunghi corridoi della Capsule Corp.
“Che
avete da confabulare voi due?” Chiese curioso.
“Niente!”
Dissero all’unisono le due ragazze.
“Domani
è il gran giorno Mai! La carica del carburante necessaria per il viaggio, è
quasi completata. Speriamo di non dover più ritornar qui a chiedere aiuto” Trunks si appollaiò sulla ringhiera e venne raggiunto da
Mai che le mise una mano sulla spalla.
“Sei
diventato forte Trunks e sono orgogliosa di te,
vedrai che non avremo più bisogno di compiere ancora viaggi nel tempo, insieme
siamo una squadra imbattibile”
I
due si abbracciarono non curandosi della piccola che gli osservava con gli
occhi gonfi, sarebbe scoppiata da lì a poco a piangere, gelosa della sua
controparte che poteva stringere a se quel
meraviglioso ragazzo…se solo fosse stata più grande…
Mai
gli sussurrò all’orecchio che non era il caso di continuare con certe smancerie
difronte alla piccola, non voleva si facesse strane idee.
Troppo
tardi.
*
“Ehi
Mai a cosa stai pensando?” Pilaf interruppe i suoi pensieri porgendole un pezzo
di pane.
Non
mangiavano da giorni e quel pasto era l’unica cosa che era riuscito a
racimolare, o meglio a rubare al panettiere lì vicino.
“Non
ho fame” Gli disse senza prendere niente.
“Devi
pur mangiare qualcosa” Le disse Shu ancora con il
fiatone per la corsa appena fatta per seminare quel pover
uomo che li aveva beccati sul fatto.
“ Se solo fossimo rimasti alla Capsule
Corp., lì avremo avuto di tutto” Si lamentò Pilaf addentando qual pasto.
“Già…ma
perché ce ne siamo andati?” Chiese Shu facendo la
stessa cosa.
“Perché
Mai si è presa una cotta per il ragazzino e …” Non fece tempo a finire la frase
che gli arrivò un sonoro ceffone che gli fece la guancia rossa.
“Ce
ne siamo andati, punto e basta” Rispose tagliando corto, faceva ancora male
pensare a lui, a quegli occhi, a quel viso, a quel sorriso, a quel corpo che
sembrava scolpito da un sapiente artista.
“Anzi
sapete che vi dico?” continuò alzandosi dal prato e scrollandosi di dosso
dell’erba e della terra dai pantaloni “…le nostre strade di dividono qui”.
Disse lapidaria lasciando di stucco i suoi compagni di avventure.
“Non
voglio fare questa fine, non voglio dover dipendere da qualcuno e niente meno
rubare per vivere, per questo ce ne siamo andati, e non perché mi sono innamorata
di Trunks” Mentì spudoratamente.
“Se
ti fossi sposata con lui, adesso non saremo qui a patire la fame ed il freddo”
Constatò Shu spostandosi per non ricevere lo stesso
trattamento del capo.
“Freddo?
Ma se è ancora estate” Scherzò Mai visibilmente frustrata per
quell’affermazione.
Certo,
le sarebbe piaciuto condividere con Trunks un
sentimento così grande, se non fosse stato per quel piccolo dettaglio, la sua
età, si era ritrovata senza il suo volere nel corpo di una ragazzina avendo più
di cinquant’ anni, e si vergognava di essersi innamorata di un ragazzo che
poteva benissimo essere suo figlio o addirittura suo nipote.
“Io
ho nostalgia di quelle tavole imbandite ogni giorno come se fosse festa, delle
lenzuola pulite e le nostre stanze calde o fresche a seconda della stagione. Bulma ci viziava sempre e ci aveva accolti a casa sua” Pilaf
e Shu si abbracciarono piangendo come due bambini.
Solo
il tono imperativo di quel “smettetela voi due” pronunciato dalla
ragazza li fece ritornare alla realtà.
Prese
dalla borsa un cofanetto contenti dieci capsule, scelse la numero 4 che
trasformò in moto.
Salì
in sella avviando poi il motore, guardò i due e abbassandosi gli occhiali
trasparenti li salutò “Arrivederci”.
Mai
prese la strada verso est.
Pilaf
e Shu si guardarono strabuzzando gli occhi.
“Lo
ha fatto davvero?” Chiese Pilaf
“Lo
ha fatto davvero” Fece di rimando l’altro.
“C-ci
ha abbandonati?” Balbettò Shu.
“Come
faremo senza di lei?” Piagnucolarono all’unisono abbracciandosi ancora.
*
Vagava
da sola e senza meta ormai da un paio d’ore circa, la capitale della Città dell’Est
era ormai vicina.
La
strada che stava percorrendo, era lunga, asfaltata, ma si trovava in mezzo al
deserto, doveva stare attenta perché a causa di forte raffiche di vento, sulla
sua via si erano formate alcuni cumuli di sabbia, infatti, ogni tanto erano
segnalati da cartelli a forma triangolare.
Uno
spazio pubblicitario che si ergeva al lato della strada catturò la sua
attenzione.
Si
fermò ai piedi di esso, spense la moto e ne approfittò per dare una lucidata
agli occhiali e pulirsi il viso.
“Noi
difendiamo. Arruolati. Stiamo cercando proprio te” Questo era lo spot
impresso.
Scosse
il capo in segno di negazione “Non mi prenderanno mai” Disse riprendendo la
strada, che arrestò qualche secondo dopo facendo marca indietro.
“Siete
sicuri che state cercando proprio me?” Chiese al vendo volgendo ancora lo
sguardo verso quelle parole incise a caratteri cubitali.
“Ok,
sto arrivando” S’impennò con la moto e volò via a grande velocità, una nuova
sfida la stava attendendo.
*
“Shhh fai piano, non vorrai svegliare tutti” Pilaf e Shu si erano introdotti di nascosto nella residenza della
Capsule Corp. con l’intento di rubare il radar cerca sfere, avrebbero chiesto
al grande Drago Shenron di farli diventare ricchi,
così non avrebbero avuto bisogno di rubare per vivere o dipendere da qualcuno.
Erano
in possesso di tutti i codici di accesso di corridoi, porte e quanto altro.
“Ma
se sei tu che fai sempre un gran baccano” Gli fece notare il cagnolino.
In
casa non c’era nessuno, a parte Trunks, che di
dormire non ne aveva voglia.
Volse
lo sguardo alla sveglia che aveva sopra il comodino, i numeri in rosso
segnavano le 04.37.
Scostò
le lenzuola e si sedette sul letto, poggiando i piedi a terra.
Si
passò una mano sul viso e capelli e con un sol balzo si alzò, deciso a scendere
in cucina per prendere qualcosa da bere.
I
rumori provenienti dal laboratorio lo incuriosirono.
Bra
era a dormire da un’amica, sua madre ad un convegno e non sarebbe rincasata
prima di tre giorni e suo padre era ad allenarsi da Lord Beerus.
“Guarda
là dentro” Gli ordinò il cane che stava mettendo a soqquadro l’intero laboratorio.
Pilaf
si spostò da una scrivania all’altra, da un armadio all’altro senza trovare
quello che cercava, quando le luci si accesero all’improvviso.
“TRUNKS!”
Urlarono i due incursori.
“Che
state facendo voi due?” Sbadigliò e credendo di trovarsi in un sogno.
Pilaf
e Shu erano li, in casa
sua, e Mai? Si guardò attorno in cerca di quelle iridi nere, senza trovarle
ovviamente.
Colti
sul fatto, i due furfanti cercavano di giustificarsi come meglio potevano “Non
è come credi, ti possiamo spiegare”.
“Dov’è
Mai?” Chiese.
Era
l’unica cosa che gli importava.
+
Continua
*
Angolo dell’autrice: ciao a tutti
ed eccomi qua con un nuovo capitolo, incentrato su Mai e come ovviamente
immaginate, il prossimo su Trunks.
Spero
vi sia piaciuto, se fosse così o al contrario, mi piacerebbe sapere cosa ne
pensate, una recensione è sempre molto gradita.
Colgo
l’occasione per ringraziare chi ha voluto lasciare una sua impressione sul
prologo la volta scorsa, e anche chi ha solo letto.
Vi
avviso già che pubblicherò il terzo capitolo in settimana, poi mi prenderò un a
piccolissima pausa di sette giorni, finalmente sono arrivate le tante agognate
ferie anche per me.
Alla
prossima.
Erika