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Autore: Mercurionos    20/07/2020    3 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Testo di
Mercurionos
 
Correzioni di
Pataffa
 
Con il supporto straordinario di
X_98
Zappa
TheBigDreamer
sese87
Amy_diciotto18
 
Dedicato a
Altares
 



IL CAPITOLO BON(Y)US
L’EROE DEL PIANETA BRENCH
 
Capitolo 16 – L’Eroe del Pianeta Brench, Parte 1 – Anno 1, 33 Brumaio/41 Nevoso
 
Un paio di giorni dopo la loro partenza, Mirk e Vegeta atterrarono nel grande spazioporto della capitale di Brench: le loro astronavi sferiche caddero dal cielo sulle morbide piazzole d’atterraggio, poi vennero lasciate in custodia al personale della struttura. In preda ad un incredibile guizzo di galanteria, Vegeta non si curò minimamente di pensare al pagamento della sosta, che quindi venne effettuato dalla povera e disillusa Mirk. I compagni lasciarono il complesso di edifici, poi si diressero in volo verso la grande città. Per quanto Mirk tentasse di sfidare in velocità Vegeta, il saiyan riuscì a tenerle dietro senza alcuno sforzo per il breve tragitto, fin quando la ragazza non fece segno di scendere in un ampio viale del centro cittadino, attraversato da cespugli in fiore. Vedendoli, Vegeta non poté fare a meno di pensare ai due compagni che aveva abbandonato su Neo Freezer: mentre lui si godeva una vacanza nelle soleggiate terre di Brench, baciate dalla calda luce dell’estate, gli altri saiyan erano costretti a battersi quotidianamente con la gelida morsa dell’inverno.
 
Una volta esaminati i dintorni, Vegeta corrugò la fronte e si rivolse a Mirk: “Non avevi detto di vivere in una ‘tranquilla cittadina di campagna’?”
Mirk ritrasse la testa tra le spalle come un bambino colto sul fatto mentre ruba dei biscotti: “Ah, ecco… Sì però… Devo prendere una cosa. Assolutamente.”
“Cos’hai dimenticato adesso?”
“Piantala! Quell’incidente con i bagagli allo spazioporto è stato semplicemente un caso. E non so proprio da dove venissero quei mutandoni da uomo!”
“Va bene, va bene, dannazione! Cosa siamo qui a fare, allora?”
“Devo comprare una cosa.”
Vegeta le lanciò un’occhiata inquisitoria, curioso di scoprire cosa potesse servire alla ragazza, se non pure lievemente scocciato. Mirk approfondì: “Devo prendere… del tè. Per mia madre.”
“Che cosa?!”
“Che problema c’è? Le piace il tè! Ne prendo un pacco e poi ce ne andiamo subito, va bene?”
“Datti una mossa, allora!”
 
Mirk si precipitò in una porta vicina, svanendo all’interno di quella che pareva essere una piccola ma esclusiva drogheria e ne uscì poco dopo carica di un grosso sacco di tela, dal quale esalava un intenso aroma.
“Deve piacerle proprio tanto questo tè.” Fece Vegeta sarcastico.
“Sì, lo fanno dall’altra parte del pianeta e costa un fuoco, ma l’ho sempre comprato io per lei.”
Vegeta balzò verso il cielo terso e così fece anche la compagna, che lo guidò in volo verso la propria casa. In assoluto silenzio, volarono tranquilli per qualche minuto, fin quando Mirk indicò il terreno. Scesero in fretta, piombando in una stretta viuzza al confine dell’insediamento: da quello che Vegeta aveva potuto vedere, il paese natio di Mirk era poco più grande del terreno occupato dall’Istituto di Neo Freezer. Il sole brillava intensamente allo zenit, e le erbose pianure vicine venivano con foga sferzate dal caldo vento, tanto forte da agitare violentemente l’inelegante zazzera del saiyan. Una volta rimosso il sudore dalla propria fronte, Vegeta diede uno sguardo ai suoi paraggi: la strada deserta in cui si trovavano era costeggiata da poche case, piccole costruzioni bianche come ne aveva viste a migliaia, nel resto dell’Universo. L’edificio al quale si stava avvicinando Mirk salendo una breve rampa di scale in muratura, però, stonava con il resto del vicinato, più frugale e ordinario; quella casa invece saltava all’occhio per le sue forme dure e slanciate, ben lontane dallo stile semplice diffusosi nell’Impero. Vegeta non volle indagare oltre e si accostò alla compagna di fronte all’ingresso dell’abitazione. E aspettò. Poi però si stancò di aspettare e cominciò a lamentarsi come suo solito.
 
“Allora? Ti sei dimenticata come si aprono le porte? Vuoi una mano?”
“N-non dire s-stronzate, Vegeta…!”
“Che ti prende? Hai paura di entrare?”
“No! Io no! Certo che no!”
“Seh… Ce l’avete un citofono?”
“Non toccarlo! – Clic – No aspetta! Non sono…”
 
Vegeta non ebbe il tempo di sfoggiare il suo tipico sorrisetto accennato e pervaso di perfidia che Mirk era già svanita dalla sua vista. Una mano serrata in un saldo pugno aveva perforato la porta scorrevole all’ingresso della casa, polverizzando il punto d’impatto. L’aria attorno si era spezzata senza produrre in principio alcun suono, soltanto in seguito il boato generato dall’attacco venne captato dalle orecchie di Vegeta. Il saiyan scattò all’indietro con una capriola verso il centro della strada, poi gettò uno sguardo alle proprie spalle: Mirk era stata scaraventata addosso all’edificio dal lato opposto del vialetto, incuneandosi nella parete di metallo.
 
Vegeta tornò a focalizzarsi sulla porta sfondata con tanta violenza, che in quel momento si aprì di scatto, scivolando all’interno delle mura della casa. Sentì dei passi, lenti e pesanti, tonfi grevi e sordi alternati uno all’altro; l’aria, già di per sé parecchio calda, parve scaldarsi ulteriormente, schiacciata da montagne invisibili, tanto che diventò difficile da respirare. La figura che aveva aggredito Mirk si fece avanti poco alla volta, la mano che aveva sfondato la porta diventò un braccio, poi un altro si appoggiò al telaio dell’entrata, trascinò con sé le ampie spalle coronate da occhi feroci, scintillanti perle auree incorniciate nella marmorea capigliatura che le scendeva oltre l’ampio bacino. Si appostò in cima alla scaletta, serrando i pugni sui fianchi. Era una donna alta poco più di quanto lo fosse Vegeta, quindi non esattamente una stanga, ma la sua posa salda occludeva il cielo come se fosse potuto scoppiare un temporale da un momento all’altro. Il ragazzo restò con le braccia alzate, prontissimo a saltarle addosso, ma le sue gambe non vollero staccarsi dal terreno. Quel momento di indecisione gli costò caro: venne fissato dalla donna per pochi istanti, quanti bastavano per immobilizzarlo in una morsa di energia. Vegeta sentì i propri gomiti conficcarsi nelle reni, schiacciati da un denso cerchio di energia violastra. Guardò la tecnica che era stata applicata su di lui, ma non comprese: quando era stata lanciata?
 
Mirk si riprese, staccandosi dalla lamiera in cui era stata incastrata. La gravità la trascinò verso il selciato della strada, ma la ragazza si mosse d’istinto: balzò in alto, evitando rapidamente lo stesso anello purpureo che aveva appena intrappolato il compagno. Vegeta vide il disco d’energia svanire nell’aria, vide anche come quell’attacco fallito divertì la donna che li stava attaccando, che sarcasticamente sorrise tenendosi il mento con due dita. Ancora una volta il principe non era riuscito a scorgere l’arrivo dell’attacco. Tentò di divincolarsi dalla sua prigionia, ma questa non volle allentarsi nemmeno di qualche millimetro.
 
Senza curarsi ulteriormente della presenza di Vegeta, la formosa assalitrice tese un dito verso il cielo, puntando direttamente a Mirk e scagliò in aria un fiammeggiante raggio di energia. Era un attacco evidentemente molto potente ma semplice da schivare, però Mirk decise di indietreggiare, mantenendosi sulla traiettoria del colpo. Il raggio esplose all’improvviso, frantumandosi in una miriade di colpi dell’aura, e la donna continuò a scagliare l’attacco verso Mirk, riempiendo il cielo di brillanti scintille turchesi. Vegeta osservò interessato i movimenti della compagna, il modo in cui stava elegantemente schivando tutti quelle piccole e fulminee onde di energia, quasi come se già conoscesse quell’attacco; aveva anche evitato l’anello che era riuscito a colpire ed imprigionare il principe dei saiyan, quindi dalla mente di Vegeta si levò ogni dubbio: se Mirk conosceva la donna che li aveva attaccati, allora questi non poté essere altri che la madre della ragazza. Vegeta tornò ad esaminare l’assalitrice, ancora concentrata nell’inarrestabile attacco: la carnagione rossa e i capelli bianchi la identificavano indubbiamente come un’abitante di Brench, ma i suoi occhi atipicamente dorati non somigliavano a nulla che il saiyan avesse mai visto. La stessa Mirk aveva occhi scuri come gli altri membri della sua razza.
 
Non appena la donna interruppe il proprio attacco, Mirk si gettò in picchiata su di lei generando un globo d’energia in un palmo che poi scagliò con un rapido colpo della mano opposta. Vegeta riconobbe l’attacco che tante volte aveva provato sulla propria pelle, ma questi non sortì alcun effetto sul suo bersaglio: la brench scacciò la sfera come se fosse stato un moscerino, lasciandola volare oltre le proprie spalle. Qualche attimo più tardi esplose in lontananza, disperdendosi in tremori attraverso il terreno della zona. Mirk non interruppe il proprio assalto, lanciandosi verso il viso della donna, ma nuovamente non andò a segno. La donna bloccò le sue mani, poi la tirò verso di sé, cozzando la propria fronte sulla sua; la fissò per qualche istante nelle scure pupille, che sempre più piccole tentarono di rintanarsi lontano dal suo sguardo.
Poi piegò il collo e le diede un rapido bacetto sulla guancia.
 
“Argh! Eddai mamma, non adesso!”
“Che c’è, ti vergogni? Una come te, con tutte quelle tette tra l’altro, che si porta a casa un ragazzo?”
“MAMMA!”
“Oh, ti sanguina il naso.”
“Sì, mi hai fatto male prima, cazzo!”
Mirk venne lasciata andare, ma la sua faccia fu presto raggiunta da un violento schiaffo. La ragazza piroettò una decina di volte sul posto, prima di fermarsi, leggermente frastornata.
“Ti ho detto di moderare i termini, quando sei a casa! E poi è colpa tua, avresti dovuto vederlo arrivare.”
“Cosa, ATTRAVERSO la porta?”
“Ovvio! Non è mica la prima volta che lo faccio!”
 
“Ahi… Comunque, Vegeta, questa è mia…” Mirk si voltò verso Vegeta: il ragazzo stava fissando inebetito le due donne discutere, senza dir nulla, ancora attorcigliato nella morsa purpurea.
“Ahem! Mamma, che ne dici di…”
“Oh sì! Quasi me ne scordavo.” Vegeta venne liberato dall’anello di energia viva e sciolse le spalle con qualche movimento meccanico, poi si presentò: “Sono Vegeta. Molto piacere.” Mirk lo guardò con fare stupito, confusa dall’inconsueta cordialità del ragazzo. La dimostrazione di forza della madre probabilmente era bastata per ottenere il rispetto del saiyan.
“Vegeta, eh…” fece la donna con voce rauca, abbassando lo sguardo. Vegeta si preparò a ripetere il discorso che aveva tenuto innumerevoli volte con gli alti ufficiali dell’esercito, sul fatto che fosse l’ultimo della sua razza, sulla scomparsa del suo pianeta e così via. Ma così non accadde, per lo stupore del saiyan.
“Bel nome. – disse la madre di Mirk – Il piacere è mio. Puoi chiamarmi Bonyu.”
 
Note dell’Autore:
Dal momento che in DBZ – Kakarot la stupenda Bonyu non ha una musica tutta sua, direi che possiamo benissimo affibbiarle “One Winged Angel – Rebirth”, che sto ascoltando decisamente troppo spesso negli ultimi giorni.
 
L’inclusione di Bonyu mi è stata imposta dal dio di questa storia, esatto, dal maestro Toriyama in persona. Quando è stato rivelato questo personaggio, inclusa l’informazione che fosse stata disegnata dal Tori in persona… Ho urlato. Davvero, maestro Toriyama? Io a Mirk ci avevo pensato tre anni prima dell’annuncio di Bonyu, cosa vuole fare, disintegrarmi la fic? Beh, sì, visto che hanno anche fatto DBS – Broly… Comunque Bonyu è proprio bonya. Spacca tutto, è super forte e le piace il tè, la guerriera definitiva.
 
Ah, ora ho una pagina facebook. Non ho la minima idea di come funzioni, ma passate a dirmi ciao, quanto scrivo male e ditemi se si vedono le immagini della storia nell’album.
 
Cosa combinerà Vegeta sotto la supervisione del Genio della Squadra Ginyu? Non perdetevi assolutamente il seguito!
 
   
 
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