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Autore: Maqry    21/07/2020    9 recensioni
Harry è morto, la Battaglia di Hogwarts è stata persa e Voldemort ha vinto.
Ma, nonostante sembri tutto perduto, qualcuno non vuole arrendersi.
L'Ordine c'è ancora, decimato ma determinato a combattere perché il mondo torni libero.
1- "Goccia dopo goccia", Hermione Granger e Harry Potter
2- "Dimmi i tuoi perché", Ernie Macmillan e Justin Finch-Fletchley
3- "Dentro il tuo sorriso", Fabian Gallagher e Charlotte Sheridan
4- "Voce di chi resiste", Lee Jordan
5- "Che rumore fa il vuoto", Seamus Finnigan e Dean Thomas
{Raccolta sparsa di frammenti su personaggi e attimi legati alla serie "Cosa tiene accese le stelle"}
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Esercito di Silente, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Da VII libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Cosa tiene accese le stelle'
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coppia: Harry/Hermione (intesi come bromance)
genere: angst, introspettivo, malinconico
note: what if? in cui Harry è morto per mano di Bellatrix – sprovvista di Bacchetta di Sambuco – durante la Battaglia di Hogwarts, quando cerca di intervenire per proteggere Ginny (nel canon Molly lo precede), decretando così la vittoria di Voldemort. Di conseguenza i sopravvissuti di Ordine ed ES si sono dovuti nascondere, cercando di organizzare una sorta di resistenza
contesto: primi mesi di Hermione a Shell Cottage dopo la Battaglia (maggio/giugno 1998)
parole: 490

 
 
 
 
 
 

 
 
Goccia dopo goccia

 
 
 
 
Hermione si era stilata il suo personalissimo elenco di regole per la sopravvivenza – e non devi, e fai, e non dire, e stai attenta. Ogni notte se lo ripeteva per addormentarsi, e nella sua testa assomigliava a una torre di gradini sconnessi e incertezze – una torre che pende, che pende e non cade mai giù1. O almeno così sperava.
Il problema di quella torre sbilenca stava tutto nelle fondamenta che non erano mai state solide. Forse aveva sperato lo fossero nei primi tempi di quella situazione – quando aveva iniziato a stabilire i passi da seguire per rimanere in piedi e non sprofondare nel vuoto, e quello era stato il primo –, ma coi mesi e le settimane si era resa conto che no, non era così facile, era forse il passo più doloroso di tutti e spesso la faceva incespicare. Eppure non poteva essere diversamente, e una torre pendente con fragili fondamenta era sempre meglio di una torre crollata, si ripeteva.
Così tutte le notti, partendo dalle basi, snocciolava uno a uno ogni punto – non pensare a Harry, non esitare mai, non…
 

 
Ma la prima regola era la più difficile a cui obbedire: i dettagli, spesso, la fregavano proprio lì.

 
Un lampo verde squarciava l’aria, e due occhi – occhi stanchi e pieni di speranza – le sorridevano di nuovo. Plic.
Il tintinnio dei bicchieri posati nell’acquaio per essere lavati, e una risata – suono caldo e innocente e sereno – le straziava le viscere. Plic.
Un gatto nero dal pelo arruffato le si strofinava contro il braccio, e una zazzera di capelli – ciocche ribelli e scomposte nel vento – le scorreva tra le dita in una leggera carezza. Plic.
Il bucato fresco da piegare, e un profumo – odore di mattine assonnate e abbracci e sogni – le pizzicava il naso inumidendole gli occhi. Plic.

 
Ma la prima regola era anche la più necessaria: il trucco per sopravvivere, lo sapeva, stava tutto lì.

 
Hermione non aveva mai voluto prendere davvero in considerazione l’ipotesi che uno di loro sarebbe potuto morire – non loro tre, non Harry. E quei rari, brevissimi momenti in cui l’aveva fatto aveva sempre pensato che sarebbe stato un sacrificio necessario, con anni di pace a seguire per provare – anche inutilmente, anche a metà – a rattoppare con il tempo e l’amore lo squarcio che si sarebbe aperto lì dove finiva il cuore di uno e iniziava quello degli altri due.
Ma nulla era andato secondo i piani, e a Shell Cottage aveva scoperto che la morte di Harry era una goccia, una goccia che si sommava a un’infinità di gocce precedenti, un poco alla volta, e, un plic oggi e uno domani e uno ieri, scavava l’anima. E le fondamenta della sua torre, per quanto provasse a tenerla in piedi.
Si sarebbe spezzata, un giorno – lo sapeva –, e tutta quell’impalcatura di gradini e passi incerti sarebbe crollata a soffocarla. Per il momento, però, si trattava ancora di una goccia dopo un’altra goccia.
 

Plic. Harry. Plic.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note alla storia: idealmente, questa vorrebbe essere una raccolta in ordine sparso e a tempo perso di frammenti tratti da “Cosa tiene accese le stelle”, nata un po’ per caso nelle scorse settimane poco prima che il pc mi abbandonasse: ora che l’ho recuperato (già litigo con l’html in condizioni normali, figurarsi da telefono) possono pian piano vedere la luce i primi pezzi. Questo in particolare è stato ispirato dal pacchetto lasciatomi da Longriffiths nel gioco Scrivimi del gruppo “Caffè e calderotti”; il pacchetto prevedeva come elemento obbligatorio la bromance Harry/Hermione (e almeno questo l’ho rispettato), il genere avventura (che come si può notare ho bellamente aggirato) e il prompt “l’acqua taglia la pietra”, che ho riadattato nella versione classica “la goccia scava la pietra”. Non credo fosse quello che lei aveva in mente, ma spero possa essere un esperimento non del tutto fallito.
Passando alla flash in sé, sul tema della reazione dei personaggi alla morte di Harry – che per ovvi motivi sta alla base di tutto il progetto – avevo già lasciato qualche semino nelle altre storie, soprattutto dal punto di vista di Hermione. Questa è stata un po’ l'occasione per riprenderlo e trattarlo in modo più completo una volta per tutte: a questo proposito, spero non si riveli solo una noiosa ripetizione. Nello specifico, questa è la Hermione che immagino nei primi periodi, che riesce a rimanere in piedi, che non vuole pensare per paura di farsi travolgere definitivamente dalla perdita di Harry, ma che cammina comunque su un filo, pronta a spezzarsi alla prima goccia di troppo e convinta che ciò accadrà. Insomma, in un certo senso questo è il seguito della Hermione de "Il teatrino" e delle sue riflessioni, passato il primo momento. Poi la guerra, chi la circonda e il tempo la cambieranno, ma questa è un'altra storia. Lo stile è un po’ diverso da quello che ho finora provato a usare nei miei pochissimi tentativi di flash, e non so quanto funzionale alla brevità: l’idea della raccolta è anche quella di prendere confidenza con queste lunghezze, che mi sono inaspettatamente ritrovata ad amare, per cercare uno stile adatto e che mi soddisfi. 
Come sempre quando scrivo qualcosa di breve finisco poi per dilungarmi eccessivamente nelle note: contando di tornare a breve da queste parti (e anche sulla mini-long, che è in lenta revisione) vi lascio, ringraziando chiunque abbia dato una sbirciatina a questo fermoimmagine e sperando sia stato una lettura piacevole.


 

[1] Mi è sorto il dubbio che non sia particolarmente famoso, comunque quello citato è l’unico pezzo che ricordo di una filastrocca sulla torre di Pisa usata – forse solo da mia nonna che me l’ha insegnata – per fare la conta.
   
 
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