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Autore: Mercurionos    03/08/2020    3 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 16 – L’Eroe del Pianeta Brench, Parte 3 – Anno 1, 33 Brumaio/41 Nevoso

Fu soltanto dopo cena che, quel giorno, Vegeta poté apprendere più informazioni sulla “peculiare” situazione familiare di Mirk. Stranamente poco distratto dall’immensa mole di cibo fornitagli, un lusso che nell’ultimo anno non si era potuto concedere fin troppo spesso, il saiyan ascoltò interessato la storia narrata da Bonyu. Nonostante le obiezioni di Vegeta, su quanto poco gli importasse delle origini della compagna, la donna lo costrinse ad ascoltare. La stessa Mirk, prima di allontanarsi dal tavolo, spronò la madre a raccontare del loro passato, probabilmente incoraggiata dalle parole proferite da Vegeta. Bersagliato dagli sguardi non poco convincenti delle due brench, Vegeta terminò il pasto in assoluto silenzio.
Bonyu prese a sorseggiare lentamente una tazza di tè fumante e cominciò a raccontare di come avesse raccolto una giovane Mirk dalle strade della città, probabilmente abbandonata dai genitori per il vistoso colore della pelle. Infatti, nonostante la pacifica quanto rigida segregazione tra le due razze dominanti di Brench, in rari casi si sviluppavano relazioni segrete tra membri delle due fazioni. Nell’eventualità che una di queste andasse a buon fine, però, i figli meticci avrebbero mostrato sul proprio corpo i segni di tale unione proibita. Bonyu ne parlò comunque con leggerezza, ridacchiando spesso tra un ricordo e l’altro, e Vegeta continuò ad ascoltare in silenzio mentre il tempo passava. Il saiyan venne inoltre a conoscenza delle origini di Sauza, anch’egli abbandonato dalla propria famiglia; a differenza della sorellastra però, nonostante il sangue misto, non mostrava alcun segno fisico della propria origine. Il ragazzo venne comunque abbandonato e Vegeta venne rassicurato da Bonyu che presto ne avrebbe scoperto il motivo.

La donna si alzò una volta terminata la tazza di tè: “Mirk mi ha detto che sei un tipo serioso, ma non immaginavo di certo mi portasse a casa un saiyan tanto educato! Non ho mai avuto il piacere di misurarmi con uno del tuo pianeta, caro.”
“È da tanto nell’esercito?” Chiese Vegeta cortese tra un biscotto e l’altro.
“Sì, ma ho abbandonato l’uniforme prima di incontrare quei due. Di tutti i ragazzi che ho addestrato, loro erano gli unici senza famiglia né casa, quindi ho pensato di investire quello che avevo messo da parte, dargli un posto dove vivere e di renderli dei veri guerrieri, più forti perlomeno di quello stupido Gis…”
Quel nome attirò subito l’attenzione di Vegeta: “A proposito, Mirk mi aveva detto che Gis fosse suo zio… Quindi ha o non ha dei famigliari?”
“Oh, non prenderla alla lettera. Sì, Gis viene a visitarci d’inverno e spesso si allena con quei due, ma non siamo parenti, solo vecchi compagni di squadra.”

La mano che tratteneva l’ennesima galletta dolciastra, prima ancora che avesse potuto raggiungere la bocca di Vegeta, si bloccò a mezz’aria, rigida. Il saiyan scosse rapidamente il capo, come per accertarsi di aver sentito correttamente, ma non cambiò nulla. Il suo volto sorpreso venne presto notato da Bonyu, che senza indugio tentò di approfondire: “Non ti ha detto nemmeno questo, vero? Uff… poi non posso certo stupirmi che mi porti in casa un uomo solo per allenarlo, quella piccola fissata con il combattimento e le sue idee… Comunque sì, ai tempi facevo parte di quella che oggi chiamano la ‘Squadra Ginyu’, anche se devo dire che Ginyu non si merita affatto il grado di capitano, è un… Cretino di proporzioni galattiche! Mi allontanò solo perché non riuscivo a stare dietro a quelle stupide pose! Le fa ancora eseguire a tutti i membri?”
Vegeta, con la bocca ancora semiaperta, annuì nuovamente in silenzio.
“Che pezzente! Si mise a tirar fuori scuse sulle mie graziose forme, quel maniaco, e comunque è riuscito a trovare altri idioti che assecondino i suoi gusti ridicoli! Ma sto dilungando, vuoi sapere altro su Mirk?”
“No, no, io non volevo nemmeno…”
“Esatto, Mirk. Lei aveva proprio il tuo medesimo sguardo.”

Vegeta girò il capo, lontano dalla vista della donna. Raramente esternava il proprio interesse verso argomenti poco attinenti al combattimento e probabilmente i suoi occhi lo avevano tradito, ma così non fu. Bonyu gli si avvicinò, chinandosi verso il ragazzo e squadrandolo per bene: “Quando la strattonai fino a casa sfoggiava il tuo stesso sguardo, duro, rabbioso e diffidente. Le bastò vedere quanto fosse piena la mia dispensa e quanto amorevole fosse Sauza, e non ho mai più rivisto quel luccichio nei suoi occhi. Tu invece… Sembri ancora ricolmo di odio, ma verso chi?”
Vegeta rabbrividì. L’allarmante perspicacia della donna lo pervase dalla testa ai piedi, i suoi muscoli scattarono, contratti e nervosi. Si alzò con un singolo, rigido movimento, dirigendosi verso il corridoio.
“Domani cominciamo all’alba!” Disse Bonyu, seria come quando aveva accolto il ragazzo all’ingresso della propria casa. Il saiyan, dandole le spalle, non rispose né fece alcun cenno, svanendo nell’oscurità dello stretto passaggio.

Vegeta raggiunse in fretta la propria camera. Spalancò la porta e vide Mirk, appoggiata sul tavolino incastrato nell’angolo della stanza. Il ragazzo non fu felice della sua presenza: “Cosa ci fai qui? Vattene.”
“Uh, non sarà mica che sei ricolmo di odio verso di me?” Fece lei divertita.
Provocato, Vegeta le mostrò i denti stretti: “Adesso ti metti anche ad origliare?”
“Ma che origliare! Si stava parlando di me, inoltre questa è casa mia.”
“Allora la prossima volta ascolta meglio, perché quella piena di odio sei anche tu.”
Mirk si raddrizzò, infiammata da quell’accusa: “Ah sì? Chiedo scusa se non sono nata in un palazzo e che quei cani mi abbiano gettato in strada alla prima occasione buona!”
“Benvenuta nel club dei reietti allora, idiota!”

Inavvertitamente i due guerriglieri interlocutori si erano avvicinati sempre di più, quasi fino a far sfiorare le loro fronti. I loro occhi, fermi e rilucenti, infiammati da troppi ricordi, non volevano arrendersi gli uni agli altri. Vegeta rialzò il capo, portandosi una mano al collo per massaggiarlo con insistenza: “Sei troppo stupida per essere un soldato. Come diamine hai fatto a passare il test d’ammissione?”
“Cosa c’entra questo, adesso?”
“Pensi che mi sia piaciuto abbandonare il mio pianeta? Credi che ringrazi Freezer di giorno in giorno per avermi imprigionato tra le sue spire? L’ultima volta che vidi quel fallito di mio padre è stato quando mi consegnò nelle mani di quel bastardo, quindi non pensare di essere l’unica qui che detesta la propria condizione di vita.”
Mirk indietreggiò offesa, gonfiando d’ira le guance. Vegeta rincarò la dose: “Sai perlomeno perché ho deciso di seguirti, alla fine? Perché hai tremato come ho tremato io, il giorno in cui mi portarono via dalla mia casa: tu odi Freezer, odi l’impero. E almeno in questo mi assomigli, però – la ragazza continuò ad irrigidirsi, serrando i pugni sempre più stretti – una cosa non sono riuscito a capire, quest’anno: perché?”

La risposta di Mirk non tardò ad arrivare. Sopraffatta dalle proprie emozioni, si scagliò su Vegeta con un sinistro luccichio che le animava gli occhi, proiettandosi verso il volto dei saiyan. Senza alcuno sforzo, Vegeta la fermò, serrando le sue mani in una salda presa. Mirk continuò a tremare furiosa, quasi ringhiava come una belva mentre tentava di liberarsi, ma Vegeta continuò a placcarla, calmo la osservò sfogarsi, finché non smise. Cominciò ad ansimare, forte, sempre più forte, tentò di colpire Vegeta con una testata, ma non sortì alcun effetto. Premendo la propria fronte su quella del saiyan, cominciò a spingere, scalciare, l’ultimo disperato tentativo di far crollare il minuto uomo dalla titanica forza. Vegeta, per quanto calmo e nel pieno controllo delle proprie capacità, incominciò ad indietreggiare, fin quando non si trovò addossato al muro; fu sul punto di mettere fine a quella insulsa scaramuccia, quando Mirk si premette ancor più forte su di lui.

“HO FORSE BISOGNO DI UN MOTIVO PER ODIARLO?”

Vegeta, bloccato tra il muro e la ragazza, non seppe come rispondere, quindi reagì d’istinto: alzò rapido una gamba, assestando una forte ginocchiata nello stomaco dell’altra. Mirk capriolò all’indietro, sbatté contro la parete opposta e scivolò in fretta verso il pavimento. Tentò subito di rialzarsi, ma si interruppe portando una mano alla bocca. Vegeta non si mosse, ancora sorpreso dallo svolgimento degli eventi. Fece qualche passo verso il letto e vi si lasciò cadere sopra, cosicché una volta seduto ebbe il tempo di riprendere fiato.

Rintanata nell’angolo opposto della stanza, Mirk si accanì nuovamente sul principe: “Sai come ho fatto a passare quello stupido test? Ho soltanto risposto il contrario di quello che avrebbe scelto una persona normale, leggendo quelle domande. Mi sono immedesimata in tutti quei dementi che applaudivano durante il discorso di Cold. Quello si è messo a parlare di gloria, di onore, ma né lui né quel verme di Freezer hanno mai pensato di nascondere le proprie azioni, anzi continuano a fregiarsi di tutto il male che spargono per l’universo. A te non frega niente, vero Vegeta? Ma io? Cosa devo fare? Devo forse aspettare che mi tolgano le poche cose che ho, come hanno fatto a te? Devo starmene zitta a guardare mentre massacrano un popolo dopo l’altro e ‘imprigionano le persone che amo tra le loro spire’?!?”

Vegeta rialzò il capo. Vide Mirk, accasciata nell’angolo, che lo guardava con occhi lucidi, infiammati da una rabbia che conosceva fin troppo bene. Gli si mozzò il respiro in gola, il petto batteva e ribatteva confuso e agitato e la mente si svuotò, svanirono tutte le immagini del suo passato, il volto delle poche persone alle quali teneva, tutto inglobato in un melmoso buio nel quale navigava da anni, la pece mortale in cui era stata trascinata la sua vita, quella voragine tetra e senza uscita in cui oramai si era convinto di dover vivere. Strinse i denti, serrò i pugni, sempre più forte, ma sapeva che ciò che aveva detto Mirk era vero: coloro che non avevano ancora subito alcuna ingiustizia da Freezer erano soltanto gli ennesimi incuranti bersagli della noia dell’Imperatore che, prima o poi, avrebbe tormentato anche loro.

Freezer andava fermato, e con lui il perpetrarsi di un male all’apparenza infinito, ma questo non significava niente per il principe. Sentendo il sapore del sangue sgorgarli in bocca, Vegeta venne riconquistato dalla furia che quotidianamente rinchiudeva nel proprio cuore. Non gli importava di liberare il cosmo dalla minaccia di Freezer, non era di certo un eroe della giustizia o un difensore dei deboli, quello che infantilmente ancora desiderava era vendetta. Lui, la punta di diamante del popolo più fiero e temuto dello spazio, ridotto alla stregua di un giocattolo. Lui, prediletto dall’imperatore, poteva forse chiedere ed ottenere tutto, ma mai avrebbe avuto il lusso di poter sognare, mai sarebbe veramente stato libero. E il timore più grande dell’orgoglioso Vegeta, che tanto lo faceva infuriare, era che, da un momento all’altro, avrebbe potuto essere sostituito da chiunque.

Il brusio che stava per riempire del tutto la testa del saiyan si interruppe bruscamente quando i due studenti sentirono bussare con insistenza alla porta. Temporaneamente distratto, Vegeta ripensò a come Mirk fosse stata malmenata dalla madre solo qualche ora prima a causa del trambusto da lei causato, e temette che questa volta sarebbe toccato anche a lui un simile destino. La voce rauca e profonda di Bonyu oltrepassò la porta metallica: “Ragazzi, è l’ora del tè.”

Non avendo compreso le parole della donna, Vegeta si rivolse a Mirk: “Che c’entra adesso? Lo abbiamo appena bevuto, il tè!”
Mirk non si curò di rispondergli e balzò in piedi: “Scappa.”
“Ma che… Non possiamo semplicemente dire che non abbiamo voglia? O scusarci per il rumore? Fai sempre così tanto casino in casa tua?”
“Sta’ zitto! La finestra, presto!”
Mirk aprì la finestra scorrevole e si lanciò verso l’esterno della casa, ma fallì nel suo intento. La porta della stanza si spalancò, e quella rabbia che fino ad un momento prima stava percependo Vegeta si tramutò in terrore.

Note dell’Autore:
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo un po’ più pieno di introspezione e spiegoni. A dire la verità non ce ne sono tanti, ma vorrei attenermi alla cara vecchia regola del “mostra e non dire”, ma non sapevo davvero come esplicitare il passato di Mirk. Spero anche che vi sia piaciuto Vegeta, vorrei tanto sentire cosa ne pensate di questa focalizzazione sulla natura del suo odio. Credo di aver fatto di tutto per mantenerlo IC, quindi ditemi pure consa ne pensate.

Tutto ‘sto casino comunque è colpa di Toriyama! Se non si fosse messo ad inventare Bonyu non avrei dovuto pensare a tutto quel retroscena per la povera Mirk! E che cavolo, adesso è albina e orfana, Gis non è manco più il suo vero zio! Cos’è, la protagonista di un romanzo teen-fantasy-drama spazzatura??? Perlomeno posso dirvi che in tutta questa storia non ci sono self-insert.

Se non capite “l’ora del tè” vi siete persi una battuta eccezionale. Giocate a Kakarot. O guardatevi un gameplay.

In questo periodo ho provato a cercare un lavoro, ma senza successo. Le aziende cercano “neolaureati senza esperienza” e poi ti rifilano una mail con scritto “abbiamo preferito cercare qualcuno con qualche esperienza lavorativa alle spalle”. Sul serio, ma che cavolo di problemi avete?

Beh, tornando a noi, cosa sarà successo a Bonyu? È davvero così bonya? Vegeta muore? Mirk è un super saiyan? Darth Fener è il padre di Luke? Non perdetevi assolutamente il prossimo capitolo!
   
 
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