Videogiochi > Final Fantasy Type-0
Segui la storia  |       
Autore: whitemushroom    07/08/2020    3 recensioni
"In un mondo dove dimenticare è un dogma, accetteresti di diventare la mia eresia?"
Monologo delirante di Kazusa Futahito.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kazusa Futahito
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
We’ve made it through the storm
Take my hand and run with me
Someday, somewhere,
Only the two of us
Together will be free


No, non potevi essere una persona qualsiasi. Non potevi, perché questo vuoto sta inghiottendo anche la mia stanza.
Ridammi il mio cuore, chiunque tu sia.
Domani mi sbarazzo di quella bestiaccia.
Oggi no.
Non ne ho voglia.

Occhi bellissimi, dai colori ormai sbiaditi. Mi afferrano come fossero mani.
È stato il Tonberry a rinvenire questa foto, non ricordavo nemmeno di averla. Mi è bastato scendere a mensa ed al ritorno l’ho trovato seduto in un angolo, con la sua lanterna appoggiata su un fianco e con quell’immagine stretta a sé; non so come ho fatto a prendergliela senza rimetterci una mano.
Hai un viso.
Lo so che è il tuo. Lo so senza saperlo, perché i miei occhi possono ricordare cose che la mente è stata costretta a dimenticare. Sorridevi, uomo misterioso, di un sorriso così semplice che la prima cosa che ho cercato di fare è stata accarezzare il vetro per sfiorare quel labbro leggermente inarcato verso l’alto. E io ed Emina dietro, che invece ridiamo come due imbecilli davanti alla macchina fotografica facendomi nutrire seri dubbi sul nostro livello etilico. Chissà perché ci siamo scattati quella foto?
E perché più mi guardi da un altro tempo e più io cerco di afferrare il tuo nome?
E scavo, scavo dentro di me e vorrei sfasciare tutta questa stanza, più voglio cercare questo ricordo e più mi pare di allontanarmi, di essere scaraventato lontano e continua a bruciare, perché la mia gola sta cercando di strillare il tuo nome. Tu sei qui, in questa maledetta immagine, e so che, da qualche parte dentro la mia testa, le mie orecchie ricordano perfettamente il suono della tua voce e non me lo vogliono più restituire.
Se non restituisco la foto al Tonberry domani mattina temo che mi sveglierò senza qualche parte molto sensibile del mio corpo.
Dimmi, era tua questa bestiaccia?
Ma un gattino come i cadetti normali no, eh?




“Don’t waste your life on me. Save yourself instead”, you cry
“I’ll fine on my own”
Pain well up in your eyes
I brush away your tears and take you in my embrace
“My life’s only wasted without you by my side”


Ho fatto bene a studiare i ragazzi della Class Zero; quando si tratta di prelevare delle cellule per clonare un tessuto occorre sempre prendere la matrice migliore. I gioiellini della dottoressa Arecia sono quanto di meglio l’Accademia possa offrire ed ammetto di essere stato davvero un genio previdente a farli venire nel mio laboratorio con qualche scusa per prelevare un po’ del loro DNA.
Li drogavo? Certo che sì! Hai idea di quante scartoffie avrei dovuto compilare per soddisfare gli standard del comitato etico del Bureau sul consenso delle cav … ehm, degli studenti? E la ricerca non può essere certo rallentata da queste quisquilie moraliste, specie quando mi sono limitato a prelevare solo un po’ di cellule qui e lì.
Va bene, forse qualche porzione di fegato l’ho presa (guarda che ricresce, non lanciarmi quell’occhiata).
Ah, e un rene.
Uno solo.
Di quella Rem, tanto è malaticcia e morirà comunque, ma ad una prima analisi i suoi reni stavano bene e dunque perché non farne un uso migliore? Per te sceglierei soltanto materiale di primissima qualità, come quell’Ace che sembra un cherubino smarrito. O quell’Eight, che non capisco perché non vogliano clonare in massa la sua matrice muscolare per avere un esercito di tutto rispetto, altro che quei ragazzini che mandiamo a morire? Sì, lo so, lo so, quei cadetti sono davvero molto fortunati che sul lavoro io sia sempre molto professionale, non come certi colleghi di mia conoscenza che quando si ritrovano una studentessa carina durante i controlli allungano le ma …
Uff, sì, potrei averti drogato. Una volta o due.
Se avessi la decenza di sussurrarmi il tuo nome, uomo col Tonberry, magari potrei utilizzare direttamente le tue cellule e ci risparmieremmo entrambi una gran fatica, non trovi?



Ti scongiuro, dimmi che quel Cactuar col mantellino azzurro non è tuo …




I thought I’d leave this place forever
Don’t look back, just let go
In the rain I started walking down
The only road I know
And just when I thought it was over, you’re the freedom that found me
So don’t let me go
I’ll run everywhere if you’ll run with me, too.


Stanotte ti ho sognato.
Eravamo in piedi su una terrazza e mi dicevi di esserti appena fidanzato con una bellissima ragazza.
E io ti ho dato una bella pacca sulla spalla, sorridendoti, mentre mille lame mi aprivano in due.
Mi sono svegliato chiamando il tuo nome, ma la luce del giorno me lo ha rubato dalle labbra.

In sé ricreare un corpo umano non è complicato: ho presentato stamattina il progetto al Bureau, e sembra che siano intenzionati ad autorizzare questo esperimento permettendomi di unire l’utile al dilettevole.
Molto, molto dilettevole.
Il problema, come sto cercando di spiegarti, sta nei dettagli. Figuriamoci, ai piani alti interessa solo creare anonimi soldati senza personalità o il benché minimo gusto artistico, ma tu sei un’altra cosa.
Il mio corpo ricorda tutto del tuo.
Le tue mani, che erano piccole e sgraziate. I palmi coperti di calli e scottature come quelli di un mago; e le passo e passo di nuovo contro il mio viso, cercandone ogni piccola sfumatura, modellandole seguendo memorie che non dovrei possedere. E disegno le tue forme sotto le dita, ad occhi chiusi, smussando le costole che ti ho fatto troppo ampie, levigando giorno dopo giorno la curva delle tue spalle. Perché forse è vero ciò che si dice, che i ricordi siano come una catena e che siano sparpagliati dentro al nostro cuore per mano dei Cristalli, separati ma non perduti per sempre. Giuro sulla mia vita che forgerò di nuovo quella catena, così potrai trovare la strada per tornare da me.
Il Tonberry sostiene che tu abbia una grossa cicatrice sulla mano sinistra; ammetto di essere un po’ geloso del fatto che questo mostriciattolo conosca certi dettagli.
Forse è il caso di metterti qualcosa addosso.
Per il bene di tutti e due.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy Type-0 / Vai alla pagina dell'autore: whitemushroom