Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: manpolisc_    15/08/2020    1 recensioni
•Primo libro della trilogia•
Sharon Steel è una ragazza di diciassette anni che vive a Ruddy Village, una cittadina tra il Nevada e la California. La sua vita non è mai stata semplice: è stata definita pazza per le cose che vede e alle quali la gente non crede, che l'hanno portata a sentirsi esclusa. Solo l'arrivo di una persona come lei riuscirà a farle capire di non essere sbagliata, ma solo diversa. Scoprirà la sua vera natura e dovrà decidere del proprio destino.
Dal testo:
- È solo un bicchiere che è caduto. - Mormoro. Mi guarda, accennando un sorriso divertito.
- E la causa della sua caduta è solo qualcosa alle tue spalle, che brancola nel buio, pronto ad ucciderti. -
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 28

- Tu. - Mormora June tra i denti, fulminando con lo sguardo mia zia che è rimasta sulla soglia.
- Silenzio. Stavo parlando io. - La interrompe quest'ultima sempre con tono calmo, alzando un dito per farle segno di stare zitta. Mi giro a guardare Imogen, le cui labbra si riducono a una linea sottile. Nonostante cerchi di aprir bocca, non ci riesce. È costretta a limitarsi a mugolii furiosi mentre tenta di dividere le labbra, muovendole, ma senza successo. Espira rumorosamente e stringe i pugni, abbastanza irritata, mentre guardo del tutto scioccata Tess Perry: ho cercato in tutti i modi di rifiutare l'idea che fosse una strega, ma ora, vedendola usare la magia, posso solo dar ragione a June. Adesso davvero è chiaro perché non voleva che scoprissi la verità: lei conosce troppo bene tutto questo, sa da tempo cosa significhi avere questo genere di vita. Ora che ci penso, è probabile che mia madre abbia sempre voluto tenermi lontana da lei perché sapeva che è una strega. È l'unica spiegazione plausibile, irrazionale forse, ma comunque la sola che riesco a prendere in considerazione in questo momento. Affermando questo, però, dovrei anche ammettere che mia madre sappia tutto, e so perfettamente che le cose non stanno così. Sono sicura che la mia testa potrebbe scoppiare in qualsiasi istante. Se non avessi imparato almeno un po' a tenere a bada le emozioni forti, adesso starei urlando. Non riesco ancora a crederci, nonostante ne abbia avuto la conferma di persona. - Sto comodamente seduta sul mio divano a guardare la mia puntata di Grey's Anatomy quando suonano alla porta, e un giovanotto con uno strano cappello in testa mi dice che mia nipote è in pericolo a casa tua, Imogen. Mi vuoi gentilmente spiegare cosa succede, per favore? - Chiede mentre incrocia le braccia al petto, senza distogliere lo sguardo dall'altra strega. L'unico che indossa sempre un cappello, e che poteva sapere di questa storia, è Luke, ma non capisco perché avrebbe dovuto chiamare mia zia di sua spontanea volontà e, soprattutto, come possa conoscerla. Zia Tess la guarda, aspettando una risposta, mentre Harry rimane dietro di lei per assicurarsi che nessuno entri. - Oh, già. Scusami. - Schiocca le dita per permetterle di parlare di nuovo quando si rende conto che June non può farlo.
- Ti prego, Tess. Nessuno ha toccato la tua nipotina. Non fare tante storie. - Sbuffa l'altra, abbastanza annoiata al pensiero di una futura ramanzina.
- Disse colei che ha trasformato il suo ex marito in un albero. - Le risponde a tono l'altra, senza alzare la voce o perdere le staffe. È fin troppo calma, come se fosse un semplice incontro tra due vecchie amiche, e questo sta irritando parecchio June. Sposto lo sguardo su Harry, che segue entusiasta la conversazione tra le due. Sono più che sicura che brami il momento in cui entrambe arriveranno a usare le mani, o i poteri. Forse si divertirebbe di più con quest'ultima opzione; chi trasforma in scarafaggio una, chi fa trucchetti sull'altra. Mi godrei la lotta anch'io, se mia zia non fosse coinvolta in questa futura, probabile, rissa. Le donne si scambiano un'occhiata torva. Solo dopo zia nota le mie manette e, con un solo sguardo, le fa sparire in una piccola nuvola verde. Mi massaggio entrambi i polsi per alleviare il rossore dei segni che quelle hanno provocato mentre Harry si avvicina a me e mi aiuta ad alzarmi.
- Tu non sei nella situazione di proferire sull'argomento, dato che sei la causa della sua metamorfosi in pianta. -
- Il vero problema è che tu non hai mai accettato che voi due foste troppo diversi. Hai duecentotrentaquattro anni, ritengo che sia ora di comportarsi da adulti, non credi? - Apre il palmo della mano verso June, che viene bloccata al muro. Cerca di allontanarsi, ma viene respinta indietro, e questo la fa sospirare in maniera spazientita. - Poteva anche soprassedere sul fatto che tu fossi una strega, ma non poteva davvero far finta di niente riguardo a ciò che sei in realtà. -
- Stai zitta! - Sbraita June, liberandosi definitivamente da quella magia che la teneva inerme al muro. Protrae le mani verticalmente in avanti, come se le avesse poggiate su un muro invisibile, dopodiché chiude gli occhi e comincia a sermonare. - Venite, spirituum immundorum. Ambula coram me, et faciat pacem. - Non comprendo cosa stia dicendo, non conosco la lingua, ma sembra un’evocazione dal tono profondo e autorevole che sta usando. Ha un'espressione dura e decisa in volto, e non ci vuole un genio per capire che questo non porterà nulla di buono.
- Che cosa ha detto? - Chiedo in un sussurro al riccio accanto a me, ma anche lui scuote la testa e scrolla le spalle, perplesso.
- È latino. Jackson lo parla. In queste situazioni traduce sempre lui. - Mi spiega con tono dispiaciuto, forse rimpiangendo che non sia qui con noi. Se June non l'avesse ammaliato, avrebbe potuto dare una mano, sempre ammettendo che sia ancora vivo. Harry ha detto che il sangue sulle sue mani, e che adesso si sta pulendo sulla maglietta, non è quello di Jackson. Gli credo, dato che nel video sembrava lo stesse strangolando, quindi di sicuro non è dello Gnomo. Tuttavia ancora non so cosa gli sia successo. Spero solamente che il suo tono di voce non sia dovuto ad altro. Non riesco neanche a pensare a una cosa del genere. In pochissimo tempo sono stata costretta ad adattarmi alla realtà che è cambiata senza neanche lasciarmi il tempo di concretizzare per bene tutto. Non credo di riuscire ad abituarmi anche a quella possibilità: sarebbe sul serio troppo per me saperlo morto per davvero.
- Non provare a evocare nessuno, Imogen! Sappiamo entrambe che non sei capace di far trovare pace a quei fantasmi! - La rimprovera severamente zia. - Non fare promesse che non riuscirai a mantenere. Pagherai le conseguenze delle tue azioni. - Prova nuovamente a fermarla, ma l'altra non batte ciglio e apre gli occhi, dopodiché la osserva con un sorrisetto compiaciuto. Dietro di lei appaiono due ragazze more con un top bianco e una minigonna nera, le stesse che hanno sorriso a Harry prima in salotto. Sapevo che c'era qualcosa che non andava in quelle due. Entrambe, con un gesto rapido, si legano i capelli neri in uno chignon e scompaiono, comparendo subito dopo vicino a mia zia. Le agguantano i polsi e la trascinano fino al muro per tenerla ferma ed evitare che scappi, così velocemente che zia Tess non riesce a fermarle in tempo. Non so dire se quelle due siano spettri o meno, ma entrambe guardano June, forse aspettando i suoi ordini, mentre lei rilassa le braccia lungo i fianchi.
- June, Imogen e ora Melinda Gordon. - Commenta Harry. - Come strega hai una piccola crisi d'identità. - Si muove in un modo così rapido che non riesco a comprendere quale sia la sua azione; poi, vedo il coltellino volare verso una delle due ragazze. Il bersaglio del dampiro scompare un attimo prima che l'arma possa colpirla. La lama si conficca nella parete. Il ragazzo si scaglia sull'altra ragazza, ma inutilmente poiché anche questa svanisce. La strega subito lo getta verso la parete opposta con un gesto della mano, facendolo sbattere e cadere successivamente a terra. Mia zia sta per agire, avendo le mani libere ora, ma June è più veloce di lei. Nello stesso istante in cui quest'ultima stringe il palmo in un pugno, fa cedere il suo ginocchio in modo da farla cascare. È più forte di Imogen, ma non capisco perché si trattenga dall'ucciderla. Forse ha paura che non la guarderò con gli stessi occhi, ma questo mi sembra normale, dato ciò che ho scoperto. Però abbiamo bisogno del suo aiuto ora.
Harry, gemendo dal dolore per la forte botta, cerca di tirarsi su, ma una volta in piedi le due ragazze fantasma riappaiono vicino a lui e lo spingono di nuovo sul pavimento, facendolo cadere di schiena. Una di loro si siede a cavalcioni sul suo petto per bloccargli i polsi mentre l'altra, accanto alla testa del dampiro, poggia un piede sulla sua gola per evitare che possa alzarsi. Non so come ci riescano se sono davvero fantasmi, ma se ne sono capaci, devono essere più forti di lui.
- Non è una strega, ma un Diwata. - Mormora mia zia a fiato corto. Questo spiega la particolare bellezza di June e la pelle pallida e perfetta, nonostante le vacanze estive. Sono caratteristiche fondamentali. Tra l'altro, sono creature note per causare disgrazie se trattate male, e direi che lei lo è stata abbastanza. Avrei dovuto rendermene conto prima. Ecco perché il marito, Nivek Jenkins, l'ha lasciata. - Una strega sarebbe incapace di provocare la peste, non ha i mezzi per farlo. E con le regole che abbiamo, e che vanno rispettate se non si vuole una revoca delle proprie abilità, non potrebbe usare la magia a suo piacimento. A quanto pare non la considerano neanche una strega, altrimenti una delle Congreghe l'avrebbe già privata di tutto. Sono molto severe su alcuni punti. - Mi affretto a raggiungerla, essendo stata ferma anche troppo tempo, ma Imogen me lo impedisce, scagliandomi sul pavimento e facendomi bruciare le ginocchia a contatto con esso.
- Però so maneggiarla, il che mi rende una strega. -
- Maneggi anche palle, ma questo non significa che tu non le rompa. – S’intromette Harry con il solito sorriso beffardo sul volto. Gli lancio un'occhiataccia: June stavolta lo ucciderà sul serio.
- Devi smetterla! - Urla mentre cammina furiosa verso di lui. Appena lo raggiunge gli molla un calcio sul volto, girandoglielo di conseguenza. Sconvolta e allarmata, trattengo un urlo per la paura che si possa essere fatto male sul serio mentre guardo arrabbiata June. Harry gira di poco la testa e le sorride, mostrando i denti e il labbro inferiore macchiati di rosso. Chiude per un attimo la bocca, recuperando il sangue, prima di sputarlo a terra verso di lei. - Avrei preferito romperti le costole con un solo schiocco delle dita, ma niente mi dà più piacere di osservarti sanguinare. - Sibila tra i denti mentre lo guarda dall'alto. Appena mi rimetto in piedi, Imogen si preoccupa di non farmi avvicinare, bloccandomi nuovamente al muro.
- Aggressiva. - Commenta lui ancora con quel solito ghigno. Sono ancora bloccata qui, ma questo non m’impedisce di usare gli elementi. Dovrei bruciare June, lo so, ma perché macchiarmi le mani quando potrei usare il fuoco su quelle due ragazze, che sono già morte? In questo modo, libererò Harry e se ne occuperà lui. Ha già funzionato con quello spettro a casa di Delice. Dall'inizio questo è stato il nostro piano: io gli copro le spalle, lui la uccide, ed è giusto così.
Mi concentro sul calore dentro di me senza staccare i polsi dalla parete e senza pensare troppo alla stanchezza che ancora mi sommerge o ai taglietti sulle mani che bruciano insieme alle ginocchia. Quando mi sento pronta, investo quelle ragazze, che ancora lo tengono fermo per impedirgli di liberarsi, con una fiamma, prestando attenzione al corpo di Harry sotto una di loro per evitare di bruciarlo. Lanciano un urlo atroce al contatto col fuoco e svaniscono nel nulla. Quando il dampiro non è più tenuto a terra contro la sua volontà, molla un calcio sull'addome di June, facendola retrocedere e gemere per la forza che ci ha messo. Cerco di liberarmi dal muro, ma non ci riesco. Incrocio lo sguardo di mia zia per un attimo. I suoi occhi sono colmi di dispiacere e rimorso. Non potendo essere utile a Harry fisicamente, mi concentro e immagino un cerchio intorno a June, pronta a dargli fuoco. Appena fa un passo, ed entra nel punto in cui l'ho rappresentato nella mia mente, libero tutta l'energia che nel frattempo ho accumulato, facendo esplodere le fiamme intorno a lei, che sussulta. Le attizzo fino a farle arrivare alla sua vita in modo da impedirle di uscire dalla circonferenza e le concentro solo sul cerchio, senza farle diramare: non vorrei che la stanza, e di conseguenza tutta la casa, noi e tutta la gente di sotto prendano fuoco. Mia zia, a fatica, si rimette in piedi e con un gesto della mano fa staccare con forza la collana dal collo di June e la fa volare nel suo pugno. Dopo aver sussurrato alcune parole in una lingua incomprensibile, una polvere grigia comincia a scivolare via tra le dita della sua mano.
- No! - Urla in modo disperato June con voce rotta, sul punto di piangere. Man mano, la forza che mi teneva fino a pochi secondi fa bloccata al muro mi lascia andare. – Che cosa hai fatto?! -
- Ti privo della tua magia. - Risponde mia zia con lo stesso tono pacato di prima. Apre definitivamente il pugno e, dopo aver fatto cadere tutta la polvere della collana sul pavimento, si pulisce le mani.
- Tanto non riuscirai a liberarlo! - Ride in modo isterico l'altra, ormai nella disperazione più totale. - Rimarrà sempre legato a quell'albero, per il resto dei suoi giorni! -
- I suoi giorni sono finiti tempo fa! - Stavolta è mia zia ad alzare la voce, parlando subito dopo di lei. - Secondo te l'avrei lasciato lì a marcire? Ho dovuto uccidere tutte quelle persone affinché tu potessi credere che lui fosse ancora lì dentro, scagliando un altro incantesimo su quell'albero. Ho dovuto uccidere Nivek stesso per evitare che tu potessi fargli più male di quanto non gliene avessi già fatto. Ho dovuto ammazzare quel povero ragazzo il mese scorso, quando l'unica che avrei dovuto uccidere dall'inizio eri tu. - Si asciuga una lacrima che le scorre sul viso, per poi prendere un bel respiro. June nel frattempo sgrana gli occhi, completamente angosciata. La capisco: è brutto sentirsi dire che quello che si credeva vero è solo una finzione. Non per questo mi dispiace per lei. Non provo neanche pietà nei suoi confronti. Voglio solo vederla soffrire come lei ha fatto con ogni singolo essere umano che ha ucciso. Meriterebbe le peggiori torture per non essersi pentita neanche un po' per ciò che ha fatto. Le si dovrebbe togliere la vita tante volte quanto lei ha fatto ad altri.
- Tu... tu l'hai liberato... - Dice più a se stessa che a noi altri. Sta cercando di metabolizzare le sue parole, senza riuscirci sul serio. Harry incrocia le braccia al petto, avvicinandosi a me. Ormai è una questione tra loro due. Tra l'altro June, senza la sua magia, è del tutto innocua. Non ha neanche più il controllo sui fantasmi, avendo perso i suoi poteri. Abbiamo un problema in meno di cui preoccuparci, senza abbassare sul serio la guardia. Non si sa mai. Poi, quegli spettri sono spariti ormai.
- Stai bene, vero? - Mi sussurra Harry con il Diwata in sottofondo che continua a ripetere le stesse parole, forse sotto shock.
- Sì. - Rispondo, sebbene non sia vero. Mi sento troppo stanca e non riesco a capire perché. Utilizzare il fuoco non mi ha mai prosciugato così tanto le energie, mentre ora è diverso. Ho ancora il controllo sul cerchio, ma sento che lo sto lentamente perdendo. Ero sicura che mi avesse lanciato una specie d’incantesimo per auto-giustificarmi questa stanchezza, ma non ne sono più così convinta da quando la sua magia è svanita. Il dampiro si sta godendo questa scena patetica senza insistere. Lei è stata anche la causa dei suoi problemi: l’ha quasi ucciso, gli ha portato via il suo migliore amico e, come se non bastasse, ha nominato sua sorella. Ormai anche per lui è diventata una questione personale. Non sono sicura di sapere come June sia venuta a conoscenza di Daisy, ma credo che abbia ricevuto tutte le informazioni che voleva da Jackson. Ammaliato, e sotto il suo controllo, aveva la mente del tutto fragile. Forse, allo stesso modo, ha saputo che saremmo venuti qua: abbiamo provato a svegliare lo Gnomo, avvertendolo di lei, e lui è andato a confessarle tutto. È abbastanza ragionevole. Oppure Imogen è in grado di leggere le menti, e subito ha avuto accesso alle nostre. Però, questo rimarrà un mistero, e non ho voglia neanche di capirlo. Ormai non ha più importanza.
- È colpa tua! - Comincia a urlarmi contro il Diwata, portandomi ad alzare un sopracciglio, confusa. - Hai fatto saltare tutti i miei piani! Volevo il tuo sangue, ne avevo bisogno! -
- Non alzerai neanche un dito su di lei, Imogen Foster! - La zittisce mia zia.
- Che cosa aspetti, allora? Uccidimi, oso sfidarti! - Urla dopo qualche secondo di silenzio mentre s’inginocchia a terra, ormai abbattuta. Ha quel ghigno furbo in volto, ma che cela un po' di resa. Non dovrebbe farmi pena, lo so, ma ora che ha perso tutto, non riesco a non dispiacermi per lei. Posso essere anche stupida, stolta, per pensarlo, ma sono fatta così: non riesco a essere vendicativa.
- Non ti ucciderò. - Annuncia zia Tess. - Sai, un mio vecchio amico diceva che la morte annulla anni di sofferenza e l'unico dolore che puoi sentire è nel momento della fine. Mi dispiace per te che io non sia compassionevole, ma voglio che tu capisca il dolore che hai provocato. - Chiude gli occhi e allunga la mano verso di lei mentre parla di nuovo parole in una lingua strana.
- No, Tess. Ti prego. Uccidimi, voglio morire. - Mia zia non la ascolta e continua a sermonare in latino mentre June viene avvolta da una nube verde. - Uccidimi! - Urla mentre cerco di capire cosa le stia accadendo, ma non ne ho idea. La riccia continua a strillare e pregarla di ammazzarla mentre la sua pelle comincia a invecchiare, se non marcire. Ora credo che sarei disposta perfino a fermare mia zia per quanto mi dispiaccia per Imogen. Da quanto afferma l'Enciclopedia dei Mostri, non può essere uccisa, essendo immortale, e il fatto che lo chieda in un modo così disperato mi fa provare sempre più pietà per lei. Tuttavia credo sia inutile. Devo accettare che, se voglio continuare a essere un cacciatore, la morte sarà qualcosa di quotidiano per me. È inevitabile e, se provassi a sfuggirle, l'avrò solo ritardata, non eliminata.
Mia zia riapre gli occhi e si rilassa, cercando di recuperare energia con un'espressione dura in volto. Appena la nube si dissolve, spengo le fiamme del cerchio. Al posto di June rimane solo un topolino bianco. Zia Tess si avvicina e lo afferra prima che possa scappare via, dopodiché lo stringe tra le mani e lo addormenta, infine si volta verso di me.
- Tu e io faremo una bella chiacchierata dopo. Ora devo cercare una gabbia per Imogen. – M’informa con tono severo prima di sparire in una nuvola verde. Guardo la stanza vuota, ancora confusa. Un topo, sul serio? Pensavo che le provocasse le più atroci sofferenze di questo mondo.
- Beh, almeno ha ripreso la sua forma naturale. - Commenta Harry, come se ciò che è appena accaduto fosse una cosa del tutto normale, mentre si pulisce un altro po' il sangue dal labbro e cammina verso la porta. Mi giro a guardarlo e muovo l'aria in modo da spingerlo a terra. Lui cade e mi osserva con espressione stupita, non aspettandosi per nulla un gesto del genere da parte mia. - Vuoi finire di uccidermi anche tu? - Chiede ancora sul pavimento, continuando a fissarmi meravigliato.
- Dov'è Jackson? - Cerco di mantenere la calma mentre parlo. Non so dove sia, tantomeno cosa Harry gli abbia fatto. Tra l'altro, sto tremando dalla rabbia perché se l’ha ucciso davvero, non sarei responsabile delle mie azioni. Prima di tutto, perché è, per qualche assurdo motivo, mio amico, diciamo; secondo perché non sono riuscita a chiedergli niente in quanto June ha causato l'apocalisse per un semplice uomo. Però, so anche che se dichiarassi guerra a Harry, vincerebbe lui. Questo si alza e mi fulmina con lo sguardo.
- Sta dormendo in macchina. L'ho fatto svenire e l'ho portato lì. -
- E come hai fatto? - Chiedo diffidente, incrociando le braccia al petto. Lui sbuffa e rotea gli occhi al cielo.
- Esiste un punto sotto il lobo che, se premuto per pochi secondi, blocca il flusso di sangue al cervello in modo da provocare una perdita temporanea dei sensi. - Mi spiega, ma io continuo a guardarlo impassibile. - Stai tranquilla. Non uccido il mio migliore amico. Non ancora, almeno. - Mi rassicura. So che non lo farebbe, ma con tutta questa storia davvero non ci ho capito più nulla e sono perfino arrivata a dubitare di lui, cosa che non dovrei fare. Apre la porta e mi fa segno di uscire. Prendo un bel respiro per calmarmi prima di seguirlo. Per ora ho solo bisogno di assicurarmi che Jackson stia bene, e magari di sedermi perché mi sento svenire. Per quanto riguarda ciò che è successo con mia zia, me ne occuperò dopo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: manpolisc_