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Autore: storiedellasera    16/08/2020    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il desiderio di Milla



La locanda dei desideri era immersa in un silenzio assoluto.
I corpi smembrati dei guerrieri giacevano immobili nella sala da pranzo e nel corridoio al primo piano. Le assi di legno dei pavimenti non erano in grado di assorbire l’incredibile quantità di sangue che si era riversata a terra. Organi e arti mozzati erano sparsi ovunque.

In una camera del secondo piano, Milla sedeva su un angolo di un letto, singhiozzante e intenta a ricucire la mano di Kyleen sul suo braccio menomato.
La ragazza del nord era di pessimo umore. Si era accomodata su uno sgabello vicina alla locandiera. La sua natura di rediviva le permetteva di rimarginare, seppur lentamente, tutte le ferite che le erano state inflitte: lo squarcio sul suo volto si stava richiudendo e il suo occhio lacerato si era già riformato.
Kyleen non muoveva neanche un muscolo, si limitava a fissare il pavimento sotto di se mentre porgeva il braccio ferito verso Milla.
La locandiera sentì una lacrima scorrergli fin sulla punta del suo naso. Si asciugò strofinandosi il volto su una spalla e riprese a ricucire.
Una volta terminato il lavoro, Kyleen osservò con attenzione la mano ricollegata al suo braccio. La sollevò, roteò il polso, aprì e chiuse le dita.
Finì di saggiare la mobilità della mano e fu soddisfatta del risultato, anche se la sentiva ancora indolenzita. Il suo sguardo cadde poi sulla finestra della stanza, da lì si poteva vedere un limpido cielo celeste.
Poco fa Milla aveva confessato che Anders, esprimendo il desiderio di sparire, si era trasformato in un uccellino. Spiegando le ali, il giovane era volato via e non era più tornato.
Fissando quella finestra, Kyleen sentì la rabbia ravvivarsi dentro di se. Voleva bene al ragazzo e l’idea di non poterlo più rivedere la faceva star male.
Rivolse improvvisamente una domanda a Milla: “perché non sei più in grado di usare i tuoi incantesimi? Prima che i guerrieri entrassero nell’edificio avevi detto che non puoi più usare la tua magia.”
La locandiera rispose: “non ho perso la magia. La sto usando tutta quanta per conservare una cosa nei sotterranei della locanda.”
“Cosa stai conservando di così importante? E perché mi hai tenuto all’oscuro di tutto?”
“Kyleen… non posso dirtelo.”
La ragazza del nord si alzò dallo sgabello e spinse via Milla, la quale finì distesa sul letto.
“Aspetta!” Urlò quest’ultima preoccupata. Ma Kyleen era già uscita dalla stanza.

Milla si affacciò sul corridoio e iniziò a seguire Kyleen. Era intimorita, così decise di restare in silenzio. Raggiunsero il primo piano ed entrarono nella loro camera. La ragazza del nord si accucciò a terra e iniziò a cercare qualcosa sotto il letto.
Lì si trovava ancora l’uovo dorato di Milla. Le era stato regalato da lady Flio il giorno in cui presentò Anders alle due proprietarie della locanda.
Kyleen allungò una mano per tastare il pavimento. Sapeva che lì si trovava un minuscolo scompartimento segreto, dove Milla nascondeva una chiave molto particolare.
La trovò in pochi secondi.
La chiave era antica e pesante. Kyleen la prese e si rialzò da terra.
Fu in quel momento che Milla iniziò ad agitarsi. Si posizionò di fronte la porta per impedire alla sua amata di uscire.
“Kyleen, ti prego…” disse con voce tremante “…parliamo.”
Ma la ragazza del nord la scansò facilmente. Fissò Milla negli occhi e rispose: “Devo scoprire cosa mi stai nascondendo e non posso fidarmi di te.”
“Kyleen… per favore” le suppliche di Milla non sortirono alcun effetto.

Kyleen raggiunse la sala da pranzo e si diresse verso la botola vicino al camino.
“No!” Gridò Milla.
Superò i cadaveri disseminati sul pavimento e si avvicinò alla sua amata. La prese per le spalle: “non scendere lì sotto, Kyleen! Non andare nei sotterranei” disse piangendo.
La ragazza del nord la ignorò di nuovo. Si chinò sulla botola. Infilò la chiave nella serratura e la fece scattare. Si sentì un suono metallico riecheggiare in tutta la stanza.
Kyleen dovette sforzarsi molto per sollevare il pesante coperchio della botola. Era da un anno che non veniva aperto. Nel compiere quel gesto, la ragazza sentì diversi scricchiolii all’attaccatura della mano appena ricucita. Ma lei non badò alle condizioni delle sue ferite.
Oltre la botola si vedeva una scala di legno discendere verso il buio.
Un forte odore di muffa, polvere e aria viziata si sprigionò da quel buco. Kyleen accese una torcia prima di scendere nei sotterranei. Milla la seguì terrorizzata, si era ormai arresa all’idea di bloccare la sua amata.



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Le due si ritrovarono in una piccola stanzina piena di vecchie bottiglie di vino poste su degli scaffali di legno marcio. La metà di quelle bottiglie erano vuote e l’altra metà contenevano del vino ormai inacidito. Kyleen aveva visto quella stanza una sola volta, molto tempo fa… eppure rammentava perfettamente il passaggio segreto che si trovava al suo interno e come aprirlo.
Premette una specifica pietra su una parete e quest’ultima sprofondò al suo interno, mettendo in funzione una serie di ingranaggi nascosti.
Una porta, nascosta in un muro, si aprì provocando dei cupi mormorii. Scie di polvere caddero dal soffitto. Milla tossì.

Oltre la porta segreta si vedevano solo tenebre.
Kyleen puntò in avanti la sua torcia e proseguì, sempre seguita da Milla.
Si ritrovarono in un angusto corridoio dal soffitto molto basso.
Kyleen, che era più alta della locandiera, fu costretta a curvarsi. L’aria era quasi irrespirabile e per un po’ di tempo la torcia illuminò solo le pareti di roccia e la moltitudine di vecchie ragnatele che infestavano quel posto da incubo.
D’un tratto le ragazze scorsero una tenue luce color verdeacqua di fronte a loro.
Alla fine di quel buio e stretto corridoio si apriva una grotta naturale.
Non era molto ampia ed era invasa da un gran numero di strane piante. La maggior parte di loro erano rampicanti o funghi così grandi da raggiungere i fianchi delle ragazze.
I loro ombrelli erano maculati ed emanavano la tenue luce verdeacqua.
Quel luogo inoltre ospitava delle radici nodose e di notevoli dimensioni che salivano verso l’alto, oltre il soffitto naturale.
Kyleen proseguì la sua esplorazione, raggiungendo in pochi secondi la fine della grotta.
Lì trovò un antico piedistallo di alabastro, aggredito da diversi rampicanti. Sulla sua superficie erano incise delle rune in una lingua sconosciuta alla ragazza del nord.
Su quel piedistallo di trovava un cuore umano ancora pulsante… ancora vivo.
Il cuore era collegato a diverse radici. Anche quei viticci risalivano la grotta e proseguivano oltre il soffitto. Kyleen fissò scioccata quell’ammasso di carne sul piedistallo.
Illuminò poi le radici connesse all’organo e iniziò a studiarle. Le pulsazioni del cuore si trasmettevano in quei viticci, come se pompasse sangue al loro interno. Si trattava un sistema circolatorio tra un organo umano e una misteriosa componente vegetale. Kyleen non riusciva a comprendere cosa fosse, centinaia di teorie germogliarono nella sua mente, una più inquietante dell’altra.
Si voltò lentamente verso Milla. Quest’ultima sembrava divorata da dei sensi di colpa.
“Perché hai quell’espressione sul volto?” Chiese confusa Kyleen ma non ricevette alcuna risposta. In quel momento la ragazza del nord ripensò al giorno in cui fu uccisa e trasformata in rediviva.
Un terribile pensiero le attraversò il cervello.
Indicò in cuore pulsante sul piedistallo: “questo… questo…” disse balbettando a Milla “…questo è il mio cuore?”
Milla annuì.
Kyleen sentì le sue gambe tremare e temette di cadere.
Respirò a fatica e si portò una mano all’altezza del petto. Scioccata continuò a parlare: “non è vero. Stai mentendo, Milla. Sento il mio cuore battere dentro di me.”
Milla chiuse gli occhi, prese un grande respiro e cercò di dominare la paura.
Dopo diversi secondi alzò lo guardo verso Kyleen e rispose: “quello che senti nel petto è solo l’eco dei battiti del tuo cuore… lo stesso cuore che ora si trova su quel piedistallo a pochi passi da te. Non è più nel tuo corpo ma continua a pompare sangue dentro di te grazie a una potente magia.”
“Ma perché si trova fuori dal mio corpo? E’ perché sono una rediviva?” Kyleen non poté far a meno di pensare all’orrenda cicatrice che aveva al centro del petto e della schiena.
Milla rispose: “tutto quello che so… è che quando ti trasformai in rediviva fui costretta a estrarti il cuore dal corpo.”
La ragazza del nord spalancò gli occhi: “s-sei stata tu a rendermi una rediviva? Mi avevi detto che non avevi idea di come ero riuscita a tornare in vita. Perché tutte queste menzogne, Milla?”
Per diverso tempo nessuna delle due parlò. Nella grotta calò un silenzio opprimente, interrotto solo dal crepitio della torcia, dal suono di alcune gocce d’acqua che cadevano dal soffitto a dai sinistri battiti del cuore di Kyleen. Il ritmo di quelle pulsazioni era aumentato poiché la ragazza del nord si stava agitando. La luce della torcia irradiava la grotta di un bagliore cremisi. si rifletteva in maniera inquietante negli occhi della locandiera.
Milla sospirò: “mia amata… tu non hai ricordi del giorno in cui ti uccisero.
Avvenne un anno fa. Io non ero ancora la strega di questa locanda. Ti assassinarono di fronte a me. Quante lacrime versai quel giorno.”
Kyleen, fino a quel momento, non sapeva quanto avesse sofferto Milla.
Sentì le lacrime scorrergli sul volto mentre la strega continuava il suo racconto: “trascinai il tuo corpo nella locanda e senza accorgermene pronunciai un desiderio… un desiderio che ti fece tornare dal mondo dei morti. Non era mia intenzione trasformarti in ciò che sei ora, ossia una rediviva.”
Milla sentì di star per piangere e fece un gran respiro per controllarsi.
Tornò a guardare Kyleen: “è da un anno, da quando ti ho stappata alla morte, che sto usando la tutta la mia magia per incanalare il potere della locanda nel tuo cuore. Ecco perché riesce ancora a battere fuori dal tuo corpo. Sono sempre in grado di lanciare incantesimi ma se dovessi farlo allora bloccherei il tuo cuore e moriresti definitivamente.”
“E le radici che vi sono collegate?” Kyleen era troppo sconvolta per poter proferire altre parole.
Milla rispose: “secoli fa, quelle radici appartenevano a un albero incantato in grado di esaudire i desideri delle persone. Ma un giorno l’albero fu abbattuto e dal suo tronco fu ricavato il legno per costruire questa locanda.
Le radici formano un legame tra il tuo corpo e il tuo cuore, trasferendo le pulsazioni dell’organo nelle tue vene. Questo ti tiene in vita e ti permette di rigenerare le tue ferite.”  

Kyleen iniziò a camminare avanti e indietro.
Tutte quelle rivelazioni le facevano girare la testa. Poggiò la schiena contro una parete della grotta. Era scomoda a umida ma la ragazza non era in grado di muoversi. Si rivolse di nuovo a Milla: “il tuo desiderio mi ha riportato in vita in forma di rediviva… e stai usando tutta la tua magia per convogliare il potere della locanda nel mio cuore, permettendomi di continuare a vivere.”
La strega annuì: “precisamente.”
“A che prezzo, Milla? Cosa comporta sfruttare il potere della locanda in questo modo?”

Milla fissò intensamente Kyleen e questo la fece rabbrividire.
La strega infine rispose: “sai benissimo che ogni desiderio ha delle conseguenze… queste possono essere buone o disastrose. Dipende unicamente dal caso.
Ma nel convogliare il potere della locanda nel tuo cuore privo le persone di tale casualità, costringendole a subire solo le conseguenze più gravi dei loro desideri.”
Kyleen iniziò a tremare come una foglia: “Ma allora… Anders?”
Milla la guardò con occhi gelidi: “diventare per sempre un animaletto era la conseguenza più grave del desiderio di Anders. Il ragazzo poteva subirla anche se non manipolavo il potere della locanda. Ma non gli ho lasciato altra scelta e si è trasformato in un uccellino.
Tutti i miei clienti sono in realtà maledetti, costretti a subire gli effetti più orrendi dei loro desideri. E’ inevitabile e io non posso farci nulla.
Ti è tutto chiaro, Kyleen? Il tuo cuore va a parassitare il potere dei desideri della gente così che tu possa continuare a vivere.
Ecco perché avevo deciso di non dirti nulla. Sei in grado di vivere con un simile fardello, mia amata?”
“S-sei un mostro!” Sussurrò Kyleen mentre indietreggiava da Milla.
La torica le scivolò dalle mani, cadde a terra ma non si spense.
Nessuna delle due ragazze parlò per diversi interminabili secondi.
Milla interruppe quel silenzio e parlò con un tono di voce terribilmente pacato: “Kyleen, pur di restare al tuo fianco, darei alle fiamme il mondo intero... non mi interessa se brucio dei peccatori o degli innocenti.”
Kyleen scattò in avanti, colpì involontariamente Milla con una spalla, facendola volteggiare su se stessa. La ragazza del nord continuò a correre.
Si tastò la vita alla ricerca della sua spada. Il contatto con la sua arma le diede la forza per contrastare, seppur in minima parte, la paura che provava in quel momento.
Le parole di Milla continuavano a risuonargli nella mente.
Un improvviso senso di nausea la costrinse a fermarsi e a piegarsi in due.
Kyleen strinse i denti e riprese la sua fuga, senza riuscire a voltarsi per vedere se Milla la stesse guardando o inseguendo.
Percorse a ritroso il tragitto nei sotterranei e infine tornò nella sala da pranzo.
Si precipitò poi verso l’uscita della locanda, spalancò con irruenza la porta e continuò a correre fuori dal locale.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓



I fiori dell’equinozio brillavano sotto la luce del tramonto.
Kyleen si guardò attorno e cercò di riordinare le idee. Ma era troppo spaventata per poter ragionare.
Scappò via. Scappò tra gli alberi senza mai fermarsi.
Le ombre della notte iniziarono ad avvolgerla quando raggiunse Vecchia foresta… lì dove dimorava un’ombra assassina.


fiore

   
 
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