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Autore: FlameWolf    22/08/2020    5 recensioni
La guerra è finita, ma Capitol esige vendetta. La gente ha la memoria corta, ha bisogno di promemoria...
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3° giorno – tardo pomeriggio

 

Ben Williams, tributo del distretto 10, 14 anni

No, non di nuovo.

Sento la parte sotto la lingua ingrossarsi nuovamente. So benissimo cosa sta per succedere, ma non voglio!
Lo stomaco mi si stringe, sento il conato di vomito farsi strada lungo l'esofago. Chiudo gli occhi. Non posso più combattere, è troppo tardi.
Apro la bocca, e lascio uscire quel poco che avevo ancora dentro. Cosa mi sta succedendo? Che l'arma di quel ragazzo fosse veramente avvelenata? Oh Milo, temo proprio che non stesse bluffando!

Una potente fitta mi colpisce alla pancia, piegandomi in due dal dolore. Non ho mai provato così tanto male in vita mia, mi sembra di impazzire! Non ne posso più, vi prego, aiutatemi!
Una nuova ondata di nausea mi coglie all'improvviso, e mi mordo forte il pugno per reprimere il tutto. Non voglio vomitare di nuovo, sono stanco! Mi fanno male gli addominali, la bocca ha un sapore disgustoso, e non più praticamente niente dentro alla pancia! Che senso ha ancora?

In lontananza avverto qualcuno ridere, anzi, più di una persona.
“Chi è?” urlo allarmato guardandomi intorno, ma il movimento mi costa caro. Tutto sta iniziando a vorticare velocemente intorno a me, come se fossi all'interno di una giostra.
Nel coro di risate se ne aggiunge una più limpida ed infantile, che riconosco come quella di mio fratello Manuel quando era ancora un bambino. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che l'ho sentita? Eravamo alla fiera del distretto, a fine estate, festeggiamo la fine della stagione calda, la peggiore per noi. Avevamo montato come al solito il vecchio ed arrugginito carosello, ma era l'unica giostra che possedevamo, e l'amavamo tantissimo. Ora non c'è più: Capitol l'ha distrutta per punirci della ribellione. Ti ricordi, Manuel, quanto era divertente salirci sopra? Quanto aspettavamo con ansia quel giorno?
La risata di mio fratello si fa sempre più forte, e riesco a vederlo mentre sfreccia nella pioggia, mentre ha in mano una pannocchia di granturco. Era tutto così divertente, quanto vorrei tornare a quei giorni... aspetta! Manuel? Che ci fa qui? Non può essere, e in ogni caso oggi non ha più quell'aspetto! È cresciuto ormai, è quasi un uomo!
Mi stringo forte la testa fra le mani. Sto impazzendo, non può essere! Sto avendo delle allucinazioni! Che sia anche questo colpa del veleno, o è la mia testa che sta partendo di suo? Sarebbe anche normale dopo tutto quello che ho visto! Prima Iris, e adesso anche Milo! Milo... perdonami se sono fuggito come un vigliacco, ma non potevo far nulla per te!

“Non ti perdono!” mi urla una voce che risuona come quella del mio vecchio alleato “Tu non sai cosa ha fatto al mio corpo quel bastardo! Come pensi che reagiranno i miei, quando vedranno il mio corpo mutilato? Mi hai tradito, Ben!”

Mi copro istintivamente le orecchie, anche se so benissimo che è del tutto inutile, visto che questi suoni provengono dalla mia testa. Sono i sensi di colpa e il veleno che stanno parlando! Devo resistere, è tutto una bugia! Milo non è qui, e neppure mio fratello!

“Ma io ci sono invece, caro cucciolo” dichiara una nuova voce, ferma e crudele.

Mi volto. È apparso Santos, e ha in mano la falce sporca di sangue. È un'allucinazione anche questa? Come posso saperlo? Non capisco più nulla!

“Ben, sei tu?” mi chiede una voce dietro di me.

Mi giro. Daisy mi sta guardando con gli occhi spalancanti, ed accanto a lei c'è una ragazza, un tributo di cui non mi ricordo né il nome, né il distretto di appartenenza. Entrambe mi sembrano dimagrite dall'ultima volta che le ho viste, e i loro vestiti sono così fradici, da aderire completamente ai loro corpi. “Daisy?” chiedo per sicurezza. Cosa sta succedendo? Non capisco più niente! Cosa è vero e cosa è no? Santos non dovrebbe esserlo, o a quest'ora sarei già morto! Oppure mi sto sbagliando? La testa.... mi sta scoppiando!

“Stai bene? Sei così pallido...” afferma la ragazza castana accanto alla mia compagna di distretto.

No... deve essere anche questa un'allucinazione! Daisy non si fida degli altri, non prenderebbe mai nessuno accanto a sé! Sono circondato solamente da bugie, devo andarmene da qui, o finirò per impazzire.

Inizio a correre con tutta le energie che mi sono rimaste in corpo, ignorando le varie voci che mi richiamano a sé. Dannazione! Il mio corpo e la mia mente stanno collassando! Non voglio morire così, non voglio! Voglio tornare a casa! Mamma, mamma!
Sento qualcosa di duro sbattermi contro la caviglia, perdo l'equilibrio, e cado dentro un' enorme pozzanghera di fango.
Alzo la testa, ed inizio a tossire, sputando fuori quel poco che ho bevuto del liquido. Mi giro dall'altra parte,e rimango sdraiato.
E ora? Cosa ne sarà di me? Il mondo sta iniziando a tingersi di colori innaturali, gli alberi stanno diventando viola, il cielo verde, e la pioggia rossa, mentre nelle mie orecchie risuona la risata infantile di mio fratello. Lo stomaco continua a farmi male come se qualcuno lo stesso continuamente calciando, mentre la testa è pesante come un macigno. Se Santos ha ragione, non mi resta molto vivere, e in questo momento non riesco a trovare nulla per contraddirlo. È ovvio che sto per morire per davvero.
Una lacrima mi scivola giù per la guancia, mentre dalla mia bocca fuoriescono dei singhiozzi. Ho tanta paura, cosa ne sarà di me? Esiste un aldilà, ho diritto di accedere ad un paradiso? E la mia famiglia? Cosa sta provando in questo momento? Stanno piangendo per colpa mia? Sono un tale disastro, non voglio che soffrano! Mi mancano, voglio tornare da loro.

“Apri gli occhi, Ben” mi sussurra dolcemente una voce femminile.

Eseguo gli ordini, e mi ritrovo al mio capezzale una ragazza con dei capelli scurissimi legati in due trecce carine ed innocenti. Iris. Mi chiedevo come mai non fosse ancora apparsa.
La mia vecchia alleata mi indica una scatola argentata poco lontana, posizionata sopra a una macchina radiotelecomandata, come una di quelle che volevo da bambino, ma che i miei non potevano permettersi. Un'altra allucinazione? Strano però, non avevo mai visto niente del genere...

“Non è ancora giunta la tua ora” mi spiega la ragazza “Lì c'è la tua salvezza”.

Mi risiedo per terra, sono completamente confuso. Possibile che quello sia davvero un regalo da parte degli sponsor? Per me? È reale? Forse dovrei tentare, cosa potrebbe accadere di male?

Mi trascino verso la scatola, e la tocco. È solida e liscia, e soprattutto è reale. Oppure esistono anche allucinazioni tattili? Ah! Che importa!
La apro, e trovo all'interno una grossa siringa, con un ago a dir poco gigantesco.
Deglutisco, sarà sicuramente poco piacevole, ma se mi salva la vita sono disposto a tutto.
Mi inetto il liquido bianco sul braccio, poco sopra la ferita inflittami da Santos, stringendo i denti, e sopportando il dolore. Avverto un bruciore che inizia dal braccio, e che poi si propaga per tutto il corpo.
Stacco la siringa, e mi sdraio nuovamente per terra. Sono sicuro che sia stato reale, il dolore era vero. Sono salvo allora? Vedremo, ma intanto il cielo è tornato ad essere grigio.

 

Melody Russell, tributo del distretto 7, 16 anni

“Sei sicura di non volerlo andare a cercare? Non sembrava stare molto bene” chiedo alla mia alleata. Ben era in uno stato pietoso. Era pallido, ferito al braccio, e non sembrava neppure stare bene con la testa. Continuava ad agitarsi, e a guardarsi intorno spaventato. Cosa gli sarà successo? Volevamo aiutarlo, ma non ce l'ha permesso. Mi dispiace averlo lasciato andare, in fondo è pur sempre il compagno di distretto di Daisy, dovrebbe aiutarlo dato che almeno lui è ancora vivo, mentre il mio.. Oh, Milo! Non avuto alcuna possibilità per chiederti scusa! Mi dispiace così tanto...

Daisy scuote la testa “Fra poco farà buio, è pericoloso muoversi adesso. E poi non è ancora stata annunciata la sua morte, credo che se la stia cavando”.

Inizio nuovamente a tossire. Ho incominciato qualche ora fa, esattamente come Daisy, che in breve tempo si è ritrovata con il naso completamente chiuso. È normale però, sono quasi due giorni che siamo sotto la pioggia. A volte vorrei tornare indietro verso la scuola, almeno lì sarei riparata, ma ho paura che i ragazzi ricchi siano ancora là dentro. Soltanto uno di loro è morto, e quelli ancora vivi mi fanno ancora paura. Siamo entrambe disarmate e... ma cosa dico? Anche se avessi un'arma cosa potrei combinare? Durante gli allenamenti avevo preso in mano qualche coltello da lancio, ma gli avevo lasciati subito stare quando avevo sentito il ragazzo dell'uno ridermi dietro. Forse avrei dovuto insistere, e provare ad imparare ad usarli. In fondo erano leggeri, e Devis diceva che avevo un'ottima mira. Come al solito però mi sono fatta fregare dal giudizio altrui. Mi piacerebbe essere più forte di così, ma per quanto mi sforzi, non riesco minimamente a migliore. Cosa c'è di sbagliato in me?

Una leggera volata di vento si alza, facendomi rabbrividire fino alle ossa. Ci mancava solo il vento.
Mi volto verso Daisy, seduta sotto un angolo in cerca di un piccolo riparo dalla pioggia. È inutile però; sta piovendo così forte ormai, che non c'è nessun angolo asciutto in questo bosco.

“Temo che dobbiamo fare come nella fattoria” afferma la rossa dopo aver tirato su con il naso.

“Cioè?” chiedo.

La ragazza mi fa cenno di sedersi accanto a lei.

Oh, ora ho capito! È un po' imbarazzante, ma credo che non abbiamo altra scelta. Seguo il suggerimento della rossa, e mi siedo accanto a lei, appoggiando la testa sulla sua spalla. Sento il corpo di Daisy irrigidirsi al mio tocco, ma dura solamente un istante. Non piace neppure a lei questa situazione, ma non abbiamo davvero altra scelta.

Tossisco nuovamente, spingendo Daisy a guardarmi preoccupata.

“Abbiamo bisogno di un posto asciutto, non possiamo continuare così” osserva.

“Ma qui siamo al sicuro...” le faccio notare dopo aver tossito nuovamente.

Daisy volge lo sguardo dall'altra parte, ben sapendo che in fondo ho ragione. Preferisco morire di malattia, che trafitta dalla spada di qualche tributo. Non voglio una morte violenta, non voglio morire come loro. Papà non mi ha mai fatto vedere i loro corpi, ma una compagna di scuola me li aveva descritti per il solo scopo di terrorizzarmi. Erano scheletri secchi, su cui erano attaccati ancora qualche capello al cranio. I loro vestiti erano stracciati, ma tutto sommato ancora integri seppure sporchi. Erano stati trovati dentro ad una fossa, l'uno accanto all'altra, per sempre insieme anche nella morte. I detective hanno detto che Devis è morto dissanguato, mentre mia madre è stata picchiata a morte, come dimostravano le varie ossa rotte. Quest'immagine non ha fatto altro che terrorizzarmi da allora. Seppure non li ho mai visti, i loro corpi si manifestano davanti a me ogni volta che chiudo gli occhi. Me li immagino abbracciati, con la bocca aperta e sdentata, e le orbite vuote. Perché tutto questo? Non ho neppure mai ricevuto una risposta in merito! Negli anni mi sono fatta molte teorie in merito, ma nessuna di esse ha mai avuto riscontro. So di certo che sono stati minacciati per anni prima dell'accadimento. A dieci anni avevo trovato quella famosa lettera, che non sono mai riuscita a leggere fino in fondo. Era ricca di parolacce, e di minacce, ma ero troppo piccola per capire. Che il tutto sia successo per colpa di debiti non saldati? Che i miei abbiano chiesto soldi a gente poco raccomandata? Oppure c'era qualcosa di più personale dietro? Faida? Tradimenti? Semplici psicopatici? In ogni caso non lo saprò mai. Papà si è rifiutato di spiegarmi la verità, temendo che ciò mi avrebbe troppo turbata. Ora non avrò più occasione per sapere cosa c'era dietro, del perché metà della mia famiglia sia stata assassinata. Siamo sempre di meno, è vero, ma onestamente non so come spiegarmi il fatto di essere ancora viva. Solo fortuna, immagino, ma non può durare per sempre.

Mi stringo più forte alla mia compagna, godendo del calore del suo corpo, mentre il mio viene colpito nuovamente dagli spasmi della tosse. Mi sento più al sicuro accanto a lei, sono fortunata ad averla incontrata. Sembra cattiva e senza cuore, mentre in realtà ha un cuore d'oro. Mi piacciono le persone così, con un lato fragile che nascondono con tutte le forze. Le ho sempre trovate affascinanti. Se fosse stata un ragazzo, avrei potuto innamorarmene. Sarebbe stato bello avere un fidanzato come lei. Silenzioso, ma onesto, intelligente, e razionale, pronto a tenermi sempre con i piedi per terra. Ma quando avrei potuto incontrare un tipo del genere? Da quando è successa quella tragedia, non mi sono più mossa da casa. Mio padre me l'aveva richiesto, ed io avevo accettato senza alcuna esitazione.

“Il mondo là fuori, è un posto crudele” rifletto ad alta voce, per poi tossire nuovamente.

“Anche dentro casa, fidati” replica lei seria.

Mi sposto per guardarla meglio in volto. Che cosa intende? Che uscita strana... che non stia bene con la sua famiglia? Che la trattino male? Durante l'intervista però aveva parlato bene dei suoi genitori...

La rossa scuote la testa “Lascia stare, sto solo vaneggiando”.

Mi rimetto seduta nella mia precedente posizione, riappoggiando nuovamente la testa sulla scheletrica spalla di Daisy.

Sono così stanca, mi si stanno chiudendo gli occhi...

Sto per addormentarmi, quando sento risuonare le note dello xilofono.
Mi alzo di scatto, guardandomi intorno in cerca del pericolo.
Mi volto verso Daisy, anche lei tesa, e con le orecchie ben aperte per scoprire che sia il nuovo deceduto.

Una voce meccanica inizia a parlare.

 

Isabelle Blackwood, tributo del distretto 9, 17 anni

Apro gli occhi. Il mondo è sempre stato così luminoso? Cosa sta succedendo? Mi sento diversa, leggera oserei dire. Ho ancora caldo, ma questa sensazione non è minimamente paragonabile a quella che provavo fino a stamattina. Sento la pancia meno gonfia, il mal di testa mi è passato, e anche il dolore alle braccia è diminuito.

Mi guardo intorno. Questi strani e pazzi ragazzi sono tutti intorno a me. Amalia ha gli occhi lucidi, e sta finalmente sorridendo, così come gli altri due. Mi rivolgo verso Annah, la mia gentile infermiera. Dopo la morte Eric, non pensavo di potermi più affezionare ad un altro essere umano, ma lei è stata in grado di smentirmi. Si è presa cura di me in maniera encomiabile, con gesti delicati e precisi, nonostante la fatica e la fame. Non mi ha mai abbandonata, né incolpata per la situazione del gruppo. Le sono grata. È raro incontrare persone come lei. Ancora non riesco a capire il perché di tutte queste premure, era facile lasciarmi in quell'angolo a marcire, ma va bene così. Mi stanno permettendo di vivere, e di rispettare la promessa fatta.

“Ha avuto effetto!” esclama con tono squillante Amalia “Stai meglio, vero?”

Alzo un sopracciglio confusa, e mi gratto la nuca. Di che cosa sta parlando?

“Gli sponsor sono rimasti commossi dalla tua determinazione, e ti hanno premiata con degli antibiotici. Te li abbiamo somministrati un'oretta fa, mentre eri svenuta”.

Sgrano occhi e spalanco la bocca incredula. Cosa? Loro hanno... scoppio a ridere. Non ci credo. Hanno davvero deciso di salvarmi? Eric, hai sentito? Ho ancora una possibilità concreta! Temevo che la mia unica possibilità di vittoria fosse quella di stare in un angolo ferma ed immobile, mentre gli altri si uccidevano fra di loro, mentre, guardami! Sto recuperando le forze, posso ancora farcela! Per davvero stavolta! Non sprecherò questa opportunità, credimi! Ti renderò fiero di me.

Mi alzo in piedi, ma per poco non cado nuovamente giù. La testa mi ha girato un attimo.

“Sei ancora in ripresa” mi spiega Annah anticipando la mia domanda.

Annuisco. Ci sta. Devo solamente avere un po' di pazienza, e poi? Già, e poi? Qual è il piano? Era Eric quello con le idee geniali. Io so solo che voglio arrivare fino in fondo.

La mia attenzione viene catturata da un rumore strano, tipo elettrico. Credo di averlo già sentito da qualche parte, ma non ricordo.

“Un altro sponsor?” chiede Amalia ad alta voce, per poi fare un grosso starnuto ricco di muco. Si è raffreddata anche lei? Di questo passo avremo bisogno di un camion di fazzoletti... Yuki aveva iniziato ad usare i miei vecchi panni sporchi, ma credo che ormai siano inutilizzabili anche per quello scopo.

Comunque, a quanto pare questo suono anticipa uno sponsor. Interessante.

“Ne dubito” replica Yuki, andando in automatico a sistemarsi un cappello che non c'è più. Le abitudini sono dure a morire “Per noi ne è appena arrivato uno da poco, non avrebbe senso mandarcene due di fila”.

Quindi c'è un altro tributo nei dintorni! È la mia occasione per avvicinarmi di più alla mia meta.

Mi incammino a passo svelto verso la sorgente del rumore, ignorando per un momento le vertigini derivanti dalla pressione bassa, e i richiami preoccupati dei miei soccorritori. Sto meglio, e voglio approfittarne! Sono stata così vicina alla morte, che ora ho una disperata sete di vita! Voglio tornare a casa il prima possibile, voglio riprendermi tutto, e anche di più! Vivrò in maniera più vorace, non mi risparmierò alcuna esperienza! Il suono delle mie risate arriveranno anche ad Eric!

Impugno il mio pugnale nascosto nell'elastico della gonna, e mi preparo. Uno in meno, posso farcela. Ho già ucciso in passato, posso rifarlo benissimo.

Davanti a me c'è un tributo con i capelli lunghi e mori, inchinato davanti ad una macchinina radiotelecomandata. Ha in mano un thermos, sicuramente con dentro qualche liquido caldo.

“Qualcuno mi pensa ancora, allora” riflette il ragazzo ad alta voce, con una traccia malinconica nella voce.

Faccio un passo in avanti, catturando la sua attenzione. Il tributo si gira, ed è allora che lo riconosco. Quelle cicatrici... proprio lui dovevo incontrare? È un ragazzo innocuo, alle prove individuali aveva perfino ottenuto un voto basso. Non è un pericolo, ed onestamente mi fa perfino pena, ma è l'arena che lo richiede. Solo uno di noi esce da qui vivo, e quella persona devo essere io! Spero che questo ragazzo possa capirlo e perdonarmi. Non è nulla di personale, in una situazione normale ci avrei scambiato volentieri due chiacchiere, deve avere una storia molto interessante alle spalle, ma questo purtroppo non è il posto adatto.

Il ragazzo mi fissa, senza muoversi neanche di un millimetro, come se fosse paralizzato. I suoi occhi sono sgranati dal terrore, il suo volto è completamente pallido. È solo per un momento, però. Appena mi vede scattare verso di lui, inizia a correre, ma perde troppo tempo per rialzarsi in piedi. Lo acciuffo in breve tempo, e gli taglio la gola, cercando così di dargli la morte più rapida ed indolore possibile.

La lama si infila facilmente nella sua pelle, aprendogli una profonda ferita rossa.
Il ragazzo delle cicatrici barcolla per un momento, per poi cadere a terra, privo di vita.

Lo xilofono inizia a suonare, quando vengo raggiunta dagli altri ragazzi.

Alla vista del cadavere, Amalia trattiene a stento un urlo, mentre Yuki mi guarda disgustato.

“Cosa?” gli chiedo, mentre sento la rabbia montarmi dentro. Come osa giudicarmi in quel modo? Si è forse dimenticato dove siamo, e perché siamo qui? “Non possiamo essere amici di tutti!” replico stizzita.

“Se avessimo ragionato come te, a quest'ora saresti morta” osserva Annah.

Scosto lo sguardo ferita. Non mi piace l'idea di averla delusa, ma cosa posso farci? Perché non mi capisce? Solo una persona può uscirne viva, solo una... “Bene!” esclamo stringendo le mani a pugno “È chiaro che non ragioniamo nella stessa maniera! È meglio se ci separiamo!” affermo per poi prendere lo zaino della mia vittima, ed incamminarmi.

Decido però di rimanere pur sempre vigile riguardo ai loro movimenti. Non credo che mi attaccheranno alle spalle, ma non si sa mai. Vorrei voltarmi indietro, per guardare un'ultima volta la mia salvatrice, ma evito di compiere questo errore. So che guardare Annah per un ultima volta potrebbe far vacillare le mie convinzioni. Che pena! Le cose dovevano proprio andare in questa maniera? Se continueranno a ragionare così, moriranno tutti in breve tempo! Sono brave persone non meritano... Scuoto la testa. La verità è che sono tutti miei nemici.

 

Diamond Johnson, tributo del distretto 1, 18 anni

Scuoto la testa, non può, mi rifiuto di crederci. Non posso stare male, non ora! Ho ancora dodici persone davanti a me, devo essere al massimo della mia forma fisica! Non ho intenzione di morire qua dentro, per nulla al mondo! Non mi farò fermare da un po' di febbre! Io voglio tornare a casa, devo! Ho tanto per cui vivere, dannazione! Perché a me? Non ci volevo venire qui, non sono un esaltato come Cassandra, o un pazzo suicida come Logan, io stavo bene dove stavo! Avevo i miei sogni, i miei progetti, la mia famiglia! Davanti a me c'era solamente un brillante futuro! Non sono come gli altri tributi, destinati al massimo a zappare qualche campo, per me c'era una strada piena di gemme preziose, riunioni, e feste sfarzose! E poi... sospiro. C'è ancora quella questione.

Mi siedo per terra, in mezzo al fango, per riprendere un attimo il fiato. La testa mi sta girando, e mi sta salendo anche la nausea come se non bastasse. Sollevo l'orlo dei pantaloni, ed osservo il punto in cui quel fottuto ratto mi ha morso. Vicino alla ferita ho delle bolle rosse e gonfie, la pelle è tirata e sofferente. Non doveva finire così. Logan doveva semplicemente morire mentre era distratto. Un solo fendente, e continuavo la mia corsa. Perché cavolo ha schivato? Ha distrutto ogni mio piano! Mi ha così sconvolto, che mi sono fatto perfino mordere!

Appoggio la testa vicino ad un tronco, e sento le gocce di pioggia scivolarmi giù per il viso. Devo rimanere positivo, questo è solamente un altro ostacolo al mio percorso, ce la farò come sempre. Sono troppo giovane per morire, non può accadermi niente. Insomma, non ho neppure mai conosciuto quel tipo d'amore. A pensare che in passato odiavo vedere le coppiette in giro. Non sopportavo quei loro sorrisi da ebeti, il loro continuo sbaciucchiarsi, le loro risate spensierate. Solo recentemente mi sono reso conto che la mia era solo invidia, perché in fondo avrei voluto ricevere anch'io quel tipo di attenzioni. Com'è diventare insostituibile agli occhi di qualcuno? Legare inesorabilmente il proprio destino a quello di qualcun altro? Esiste davvero a questo mondo qualcuno a cui donerei così tanta fiducia? Se la risposta è sì, deve essere un tipo veramente speciale. E soprattutto deve essere paziente. Mi lascio sfuggire un sorriso. Già, decisamente non sono una persona facile, ma mi piaccio così, e anche lui dovrà accettarlo.

Sento qualcosa muoversi. Dei passi, non ho dubbi. Sogghigno. L'avevo detto che oggi era una giornata di caccia d'altronde! Afferro la spada, e mi alzo in piedi. Sono curioso di capire chi avrò a breve davanti. Non credo che siano quei due traditori del distretto 4, è impossibile che si siano separati, né tanto meno Logan, il cui passo è decisamente più pesante di questo.

Il tributo si è fermato, deve essersi accorto della mia presenza. Non ho intenzione di farlo fuggire! Devo approfittare immediatamente di questa situazione! Un tributo morto, è un passo in più verso casa, dove mi attende il mio radioso futuro! Starò anche male, ma sono quasi tutti spaventati da me, sarà semplice sfruttare ciò a mio vantaggio. Ed inoltre, esclusi quei tre, chi potrebbe mai rappresentare un pericolo per me qua dentro? Ho già la vittoria in tasca.

Accelero il passo, ignorando per un momento il dolore nascente alla testa. Niente mi può fermare.

Raggiungo il tributo in un batter d'occhio, e lo riconosco subito. Sono pochi qua dentro ad avere uno aspetto così ordinario e noioso. “Quanto tempo” lo saluto con un sorriso.

Dingir prende un lieve respiro, probabilmente per placare la sua ovvia paura. “Diamond” mi saluta con calma “Hai la faccia piuttosto rossa, va tutto bene?”

Digrigno i denti. Bastardo! Come può essere tranquillo anche in questa situazione? Il solito altezzoso di merda! Non la calcola nemmeno la sconfitta! “Sto benissimo” rispondo fra i denti, senza smettere di fissarlo per un solo secondo. Indossa un impermeabile, è completamente asciutto, e non sembra neppure stanco. Era pronto ad andarsene in qualsiasi momento. Sapevo che non dovevo fidarmi di lui! Accettare di entrare in quell'alleanza, è stato il più grande errore che abbia mai fatto!

“Non sembra, proprio” ribadisce “Sai, non sono mai stato morso da un ratto, ma non deve essere una bella esperienza”.

Non ho intenzione di continuare a sentire le sue parole, ne ho abbastanza di lui! Ho dovuto sopportarlo per troppo tempo! Carico il mio attacco, pronto ad ucciderlo con un solo colpo. Mi basta tagliargli la gola, oppure infilzarlo all'altezza del cuore, basta poco. A metà tragitto però, vengo colto da una potente fitta all'altezza dello stomaco, così forte da farmi piegare in due. Dannazione! Non ora.

Mi fermo un attimo, e lotto contro l'impulso di vomitare. Perché adesso? Devo ucciderlo! Devo resistere solamente qualche minuto! Questo non è neppure un vero scontro! Dingir è uno scarsone, l'ho visto combattere!

Alzo lo sguardo, e vedo che Dingir strappare un ramo da un albero, e impugnarlo come se fosse un mazza.

“Non oserai...” provo a dire, ma prima che finisca la frase, vengo colpito dal ramo all'altezza della guancia.

Perdo l'equilibrio, e finisco dritto in mezzo al fango. La testa mi gira più forte di prima, il mondo non fa altro che vorticarmi intorno. Lo stomaco mi si stringe ulteriormente, e finisco per vomitare. Che umiliazione! Le sto davvero prendendo da uno come Dingir? Se solo non stessi così male, a quest'ora...

“Sei stato sfortunato” afferma il moro con un tono sicuro “Non avresti mai potuto farcela contro di me, ho un destino molto più grande del tuo. Sarò io a vincere, e a fare la storia di questo Paese”.

“Ma di cosa cavolo...?” provo a chiedere, ma in cambio ricevo solamente un'altra bastonata alla nuca. Il mondo per un momento diventa nera, mentre il dolore si fa strada con i suoi tentacoli fra il collo e la testa. Provo a rialzarmi, ma il mio corpo risponde in ritardo ad ogni ordine. Ho male dovunque, ho caldo, e pure le vertigini. Muoviti, stupido corpo! Non vedi che siamo in pericolo? Non possiamo morire! Non così! Non contro questo tipo! È uno dei più scarsi qua dentro! Muoviti, ti prego!

Pianto le mani a terra, e faccio leva sui muscoli delle braccia per rialzarmi, quando vengo colpito un'altra volta, e poi ancora, ed ancora. Sento qualcosa di denso bagnarmi la testa, e l'odore metallico del sangue riempire l'aria. È così che finisce allora? Non è giusto! Dovevo essere io quello a vincere! Che ne sarà della mia nuova linea di gioielli? E della mia famiglia? E della mia anima gemella? Non è giusto, non è assolutamente giusto...

 

Jordan Cold, tributo del distretto 6, 17 anni

È morto, non ci credo. Credevo che un tipo del genere sarebbe arrivato più in là, e che avrebbe addirittura vinto, e invece...

Mi sento sottosopra, non so cosa pensare, né tanto meno cosa provare! Una parte di me vorrebbe cantare e ballare, perché sa benissimo che questa morte mi ha porta più vicino a casa, eppure... era pur sempre un ragazzo molto giovane, con i suoi sogni e le sue ambizioni. Era molto legato alla famiglia da quanto ne ho capito, e sono sicuro che dietro alla sua rabbia si nascondeva qualcosa di grande e profondo. Spero che adesso, almeno nella morte, possa stare in pace.

“Siamo rimasti in dodici, allora. Metà di noi è morta” osserva Zerene.

“E altri undici dovranno morire ancora” aggiungo con un tono cupo. Fa male realizzare quanto tutto questo sia reale. Fino a ieri, io e Zerene eravamo al sicuro, sotto a un tetto, lontano da tutto e tutti. Eppure oggi siamo qui, sotto questa pioggia torrenziale, in mezzo al massacro. Stamattina abbiamo intravisto il dell'undici, con una falce sporca di sangue in mano, e un sorriso malato in volto. Sapevo che c'era qualcosa che non andava in lui. Sono rimasti nascosti per un bel po', ed è stata una fortuna che non ci abbia visti. Vabbé che Zerene ha il suo arco, ma eviterei lo stesso qualsiasi tipo di scontro. Non ho mai visto un cadavere, e vorrei evitare di guardarne uno in faccia ancora per un po'.

“Abbiamo solamente dieci persone di cui preoccuparci ora” afferma Zerene con un lieve sorriso.

“Anche questo è vero” concordo mentre mi strofino le mani fra di loro cercando così di scaldarmi un pochino. Ha sempre fatto così freddo qua fuori, o è solo una mia impressione? È vero che ho addosso quella felpa trovata dentro allo zaino, ma non mi sarebbe dispiaciuto avere un impermeabile come la mia alleata. In parte mi pento di averglielo ceduto, ma era giusto comportarsi da gentiluomo! Con che faccia l'avrei guardata mentre avrebbe tremato per il freddo? I miei mi hanno educato meglio di così!

“A questo proposito pensavo ad una cosa...” dichiara lei con lo sguardo basso.

Mi volto, prestandole tutta la mia attenzione, anche se spero di aver già capito cosa voglia propormi. Anzi, sono sicuro di averlo già capito. È strano. Ci conosciamo solamente da una decina di giorni, eppure riesco già ad anticipare buona parte dei suoi pensieri, come se fossimo cresciuti insieme, l'uno accanto all'altra, e in un certo senso è davvero così. Non mi sento più il ragazzo spensierato di una volta. “Dimmi” la incoraggio.

“Voglio arrivare in finale con te, voglio che sia tu il mio ultimo avversario. La vittoria deve essere del nostro distretto, per il bene delle nostre famiglie”.

Annuisco. Ci avevo preso anche stavolta. Sono d'accordo con lei, non voglio separarmi da Zerene, fosse l'ultima cosa al mondo. In questo malato mondo, è la mia unica famiglia rimastami. Che vinca io o lei, sarei ugualmente contento. “Va bene, ma aggiungo una clausola”.

Zerene incrocia le braccia nel suo buffo impermeabile giallo. Le sta davvero enorme! Sembra così goffa vestita così! “Chi vince dovrà prendersi cura della famiglia dell'altro. Ti auguro buona fortuna, papà è un tipo veramente pesante! La mamma però è un tipo apposto!”.

Zerene sorride e scuote la testa “Il mio è un tipo silenzioso, ma è un bravo cuoco. Ha un pessimo pollice verde, però. Se le mie piantine sono ancora vive, ti prego, preditene cura”.

Sorrido, e le allungo la mano per sigillare il patto, a cui le risponde senza alcuna esitazione.

Stiamo per riprendere il nostro cammino in cerca di altre bacche, quando uno strumento musicale inizia a suonare. Non è il solito xilofono però, ma una tromba. Al solo sentirlo mi viene da ridere. Mi ricorda i vecchi film di guerra di scarsa qualità che guardava mio padre.

“Si annuncia ai tributi rimasti, che domani all'alba la pioggia ininterrotta, che vi sta colpendo fin dal primo giorno, diventerà altamente acida. Si consiglia per allora di trovare un posto sicuro”.

Il mio cuore perde un battito, mentre avverto una profonda sensazione di gelo penetrarmi fino alle ossa. Che cosa ha detto? Ho sentito bene? No, non è possibile!

Mi volto verso Zerene, e riesco ad intravedere il suo volto imperlato di sudore, e gli occhi sgranati nonostante il cappuccio. Allora è vero, hanno intenzione di spingerci a combattere ad ogni costo. Domani mattina ci troveremo tutti nello stesso punto, con una minaccia dal cielo a renderci ancora più stupidi di quanto lo saremmo normalmente. Ho paura di cosa potrebbe accaderci. Sarà come il primo giorno, con la differenza che questa volta siamo pienamente consapevoli a che cosa stiamo andando incontro. Sarà una strage questa volta, un vero bagno di sangue, e non possiamo esimerci, o sfruttare la confusione altrui a nostro vantaggio. Questa volta non ce la caveremo così facilmente.

È vero, Zerene è armata, ma è pur sempre un'arma a lunga distanza, e non possiamo di certo nasconderci in un albero a sparare a destra e manca! Non solo perché non ci sono alberi così vicini della scuola, ma anche perché se rimaniamo all'esterno rischiamo di morire! Sarà davvero così acida questa pioggia? Cosa rischiamo concretamente se ignoriamo l'annuncio? Non può essere una buona idea in ogni caso!

E se...

Qualcosa mi afferra la guancia, ed avverto subito dopo un forte dolore.

Allontano immediatamente la mano di Zerene, facendomi fuggire un “Ahi” di dolore. Manaccia ai suoi pizzicotti! Sono i peggiori!

“Stai calmo, ho già un piano” annuncia la mia compagna.

Sgrano gli occhi ed apro le orecchie, pronto ad ascoltare qualsiasi sua proposta.

La mia alleata abbassa lo sguardo verso l'arco preso durante il primo giorno, per poi chiudere gli occhi mentre emette un sospiro sofferente.

“Hai presente quando siamo usciti da quel passaggio segreto?”

Annuisco, mi ricordo. Ha senso. Entreremmo dentro senza farci notare da nessuno, e saremmo salvi, almeno per un po'.

“Non so se ti ricordi, ma c'era una corda di cavi non troppo lontana da lì, che conduceva direttamente al primo piano”.

Sgrano gli occhi. Perché entrare da lì? Che senso ha? Possiamo accedere in maniera tranquilla, perché rischiare di... oh! L'arco. Wow. Vuole davvero farlo? “Zerene, tu soffri di vertigini” le ricordo sperando in questo modo di farla desistere.

Zerene chiudi gli occhi e deglutisce “Lo so, ma pensaci è la nostra occasione migliore. Abbiamo sempre giocato in difesa fino a questo momento, è ora di passare all'attacco. Potrebbe essere l'ultima occasione di liberarci di gente pericolosa come il tributo dell'undici, o la ragazza del dieci, o i due del quattro! Non possiamo continuare con la solita strategia, non può salvarci all'infinito”.

Mi mordo il labbro. Non mi piace l'idea, ma so che ha ragione. Non possiamo evitare il conflitto in eterno.

Guardo la mia alleata negli occhi, sembra esser ben decisa. Dubito di poterle fare cambiare idea. Sospiro. E guerra sia. Diamoci sotto.

 

 

Ciao! Questo era probabilmente l'ultimo capitolo con 5 pov, e dal prossimo... beh, avete letto l'annuncio? Aspettatevi un secondo bagno di sangue!
I morti dovevano essere Isabelle e Ben originariamente, ma sono stati sponsorizzati, quindi ho dovuto scegliere altra gente, ed è stato difficilissimo!

Alla prossima!

 

Classifica:

24° Anona Dream, tributo del distretto 12, 17 anni, uccisa da Diamond (3 pov)

23° Iris Cruise, tributo del distretto 8, 15 anni, uccisa da Santos (3 pov)

22° Cole Mccalen, tributo del distretto 12, 15 anni, ucciso da Isabelle (2 pov)

21° Eric Murter, tributo del distretto 9, 18 anni, ucciso da Cole (3 pov)

20° Jacob Goldwell, tributo del distretto 8, 17 anni, ucciso da Logan (2 pov)

19° Cassandra Winsdor, tributo del distretto 2, 16 anni, uccisa da Diamond (3 pov)

18° Lucile Marshall, tributo del distretto 3, 17 anni, uccisa da un serpente velenoso (3 pov)

17° Annabelle Janice Mullins, tributo del distretto 5, 15 anni, uccisa da Violet (3 pov)

16° Violet Hardlock, tributo del distretto 11, 15 anni, uccisa da Kane (3 pov)

15° Milo Ruiz, tributo del distretto 7, 18 anni, ucciso da Santos (4 pov)

14° Kane Wave, tributo del distretto 5, 18 anni, ucciso da Isabelle (4 pov)

13° Diamond Johnson, tributo del distretto 1, 18 anni, ucciso da Dingir (4 pov)

 

Alleanze:

I giusti: Yuki, Amalia, Annah

I colleghi: Zerene, Jordan

Le improvvisate: Daisy, Melody

Solitari: Santos, Logan, Dingir, Ben, Isabelle

 

Masterkiller:

Diamond (2 uccisioni)

Santos (2 uccisioni)

Isabelle (2 uccisioni)

Dingir (1 uccisione)

Cole (1 uccisione)

Logan (1 uccisione)

Violet (1 uccisione)

Kane (1 uccisione)

Altro (1 uccisione)

 

Feriti:

Tutti- tranne Zerene, Logan, Dingir che hanno un impermeabile (bagnati, sporchi ed infreddoliti)

Ben (fame, ferita sul braccio)

Melody (tosse)

Daisy, Yuki, Amalia (raffreddati)

Zerene, Jordan, Santos (leggera fame)

Logan (febbre da morso di ratto, un po' di fame)

I giusti, Isabelle (affamati)

  
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