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Autore: sallythecountess    26/08/2020    1 recensioni
Ian è uno sceneggiatore, aspirante scrittore fallito, che ama i libri e la vita comoda, ma per un caso del destino incontra lei: un'attivista, politicamente scorretta, sovversiva, rockettara e francamente bellissima. Si scontrano, si provocano e ovviamente finiscono col desiderarsi. C'è solo un problema, però: lei è la ragazza di cui è innamorato suo nipote. Riusciranno Ian e V a trovare una loro dimensione in tutto questo casino?
“Vedete il destino è sempre molto chiaro con noi, ma a volte siamo noi ad accanirci. Lui ce lo fa capire chiaramente che due persone troppo diverse non possono essere felici, ma noi continuiamo a sbattercene in nome di quella cosa terribilmente stupida che chiamiamo amore. Eppure c'è un motivo per tutto, solo che non vogliamo accettarlo. C’è un motivo se il giorno e la notte non s'incontrano mai, e neanche la luna e il sole. Due parallele, semplicemente, non dovrebbero mai incontrarsi o sono veramente casini. Quindi non prendetevela con il destino, se siete voi ad ignorare tutti i segni e a lanciarvi a capofitto in storie che non possono far altro che dilaniarvi. "
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo: lezioni di guida                                                                                                    
Non ero molto felice di questa cosa, ad essere sinceri. Adoravo il sesso con lei, mi stava dando quasi dipendenza, ma volevo tenerla stretta per il resto della notte. E invece il fatto di avere quei quattro idioti in giro per casa me lo rendeva impossibile. Mi svegliai davvero di pessimo umore, e cominciai a chiedermi se fosse giusto parlare con Jimmy e dirgli che Ariel e io volevamo stare insieme. Ci pensai un po’, ma poi mi dissi che era troppo presto, e così odiando la mia vita andai di sotto in cerca della colazione, ma trovai una sorpresa.
La mia bellissima bionda, in pantaloncini e maglietta, stava preparandomi la colazione, come un’adorabile mogliettina. In cinque minuti mi passò per la mente tutta la storia: io che le chiedo di sposarmi, lei che ovviamente accetta e stavolta non se ne va con una donna, lei incinta, noi genitori, il primo giorno di scuola dei bambini e poi, proprio mentre stavo per arrivare alla fine, lei si girò e urlò “Dannazione Ian! Quest’abitudine di apparire alle spalle delle persone devi davvero perderla!” ma io con molta tenerezza (sì, sono anche tenero) l’afferrai da dietro e sussurrai piano “scusa amore, ti stavo solo fissando…” facendola ridere.
“Ho dato a Luz il permesso di stare a casa oggi, Lola ha la febbre alta. Sei arrabbiato?” chiese con tanta dolcezza, ma io ridacchiando risposi solo “Così te ne approfitti perché fai sesso col capo eh?” Ma lei bruscamente mi allontanò e con fare gelido rispose “Ah adesso facciamo sesso, eh?Tutte le romanticherie di prima non esistono più? Fantastico…”
“Amore…” le sussurrai piano, baciandole la spalla, ma lei rigidissima continuò a fare le uova, ed io maledissi il mio stupido senso dell’umorismo che mi faceva tirare fuori frasi così stupide.
“pensavo di essere la donna del capo, non quella che si scopa…” rispose lei seria ed io capii che per una questione di semantica rischiavo di farla infuriare, così sussurrai piano “Scusa, era una battuta sciocca, non volevo sminuire il nostro rapporto. Dai…” le dissi, cercando di farmi sorridere e lei mi baciò e basta in risposta.
“Voglio fare una cosa speciale e romantica con te questo weekend, ma dobbiamo cercare di capire come allontanarci senza dare nell’occhio…” le dissi, mentre bevevo il caffè che aveva preparato, e lei mi chiese mille cose, ma io non risposi e le dissi solo “…tu risolvi il problema di come allontanarti senza dare spiegazioni…” e lei sorrise dicendo solo “…non hai ancora capito, tesoro?Non do mai spiegazioni a nessuno…”
Ci salutammo in modo un po’ troppo espansivo, lo ammetto, ma non volevo che fosse arrabbiata con me. E provai a dirle di non fare le pulizie, perché oggettivamente non sarebbe morto nessuno per un giorno di polvere, ma lei mi mandò via con un sorriso, e quando provai ad insistere mi rispose seria  “Io sono una primogenita, sono abituata a pulire. E se posso aiutare una donna che ha avuto una vita di merda come quella di Luz, non vedo perché no. Non mi sciupo per due faccende. Adesso, però, vai a lavoro e…torna presto perchè abbiamo lasciato delle cose in sospeso, ok?”
Andai a lavoro e in realtà non combinai molto per tutto il giorno al solo pensiero delle cose in sospeso che avevamo. Vedete, per scrivere devi essere triste ,o almeno devi avere un problema che ti spinge a scrivere una storia per evadere dalla schifosa realtà…solo che la mia vita, e dunque la mia realtà erano appena diventate interessanti e persino bellissimi. Certo, ero innamorato di una pazza e dovevo nascondere questo amore, ma finché lei s’infilava nel mio letto, anche solo per poche ore io ero felice.
Ovviamente trascorsi la giornata pensando a lei, quindi senza un briciolo di concentrazione. Continuavo a ripetermi “Ok, adesso concentrati. Basta stupidate” eppure non ci riuscivo… scrivevo e cancellavo.
Rientrai presto e la trovai insieme agli altri che suonava, ma aveva un’espressione assorta che non mi piacque.
“Abbiamo una serata!”
 Mi annunciarono improvvisamente Jimmy e Jen in coro, facendomi quasi venire un colpo perché non li avevo sentiti arrivare, dato che stavo fissando lei, che mi sorrise.
Un’altra serata di musica urlante a cui non potevo mancare, che gioia! Sorrisi pensando a cosa dire, quando Jeff se ne uscì con una frase assurda: “Conosco il proprietario di una piccola casa discografica di LA, mi deve un favore perciò…che ne dite se lo invito alla vostra serata?”
Oh fantastico direi, mentre Jimmy e Jen abbracciavano Jeff e saltellavano come due canguri mi venne una curiosità e chiesi “Jeff, che tipo di favore hai fatto ad uno così?”
 Lui mi guardò con aria di sufficienza e disse “Gli ho presentato la moglie. Faceva la stripper al palmgarden prima di conoscerlo…La conosci anche tu! E’ Janine quella con cui sono venuto alla tua festa di compleanno di tre anni fa”
Capite che uomo era il mio migliore amico? Mah. Comunque sorrisi e gli dissi “Beh se l’ha sposata forse forse non ti vorrà più vedere…” Tutti risero, ma Jeff si offese e disse “Ditemi solo dove e quando ed io vi porto un pezzo grosso…”
Ed io pensai “sì, come no” e stranamente quelle furono le esatte parole che pronunciò lei, che adesso mi aveva fatto un occhiolino. Li lasciai a provare, ma la sentivo imprecare da lontano e capii che qualcosa la rendeva molto nervosa, così le scrissi solo “stai bene?” e lei si palesò nella mia stanza. Si sedette di fronte a me e disse “è un casino Ian. Questi stanno impazzendo, vogliono un repertorio nuovo, ma io non posso provare tutto il tempo, perché devo studiare, così abbiamo iniziato a litigare…”
Le chiesi cos’avesse di sbagliato il vecchio repertorio, e lei rispose “esatto, è esattamente quello che dico io…”
Poi abbandonò la chitarra e ringhiò“ E’ inutile, non sono abbastanza brava per farlo. Forse se avessi un mese potrei avvicinarmici …ma cinque giorni, anzi quattro perché oggi è finito…proprio no. Facciamo una doccia? Così mi rilasso e non penso più a nulla...”
Risi nervosamente mentre la guardavo stiracchiarsi, ma non mi diede il tempo di dire nulla, disse solo (con voce buffa) “V non capisci: se ci scoprono io sarò quello che ha infangato il buon nome della famiglia maledicendo i suoi avi…” e poi rise.
“Ho una voce così ridicola?Cioè sembro veramente Austin Powers?” Le chiesi ridendo e lei fece cenno di sì con la testa. Poi si avvicinò in modo felino e sorridendo e mi sussurrò all’orecchio “Va bene, io vado a fare la doccia tu immaginami, oppure se vuoi ti mando un video, facciamo tipo doccia platonica…”
Non c'era bisogno di chiederlo: mi era già venuta la pelle d'oca al solo pensiero e giuro che avrei fatto qualsiasi cosa per entrare in quella doccia, ma a quell’ora era oggettivamente troppo pericoloso perché erano tutti in giro, così mi misi a ridere e risposi “Mi sembra un'ideona la doccia platonica. Una specie di tortura medievale insomma. Quale sarebbe lo scopo, uccidermi?”
La signorina dispettosa rise soltanto, ed io aggiunsi piano “… non possiamo farla dopo insieme?” e lei con un sorriso malizioso chiese “dopo cosa?”
“Dopo la spesa, mia adorata signorina V…” le risposi ridacchiando e lei si gettò totalmente sul divano sconsolata.
“ Ci serve qualcosa oltre ad una scatola da 1000 preservativi e il lubrificante?” chiesi, cercando di farla sorridere e  V scoppiò a ridere, mi guardò in modo malizioso e rispose “…a che ci serve esattamente il lubrificante?” ed io risi soltanto, facendo per andarmene.
 “Vengo con te, dai. Meglio che li scegliamo insieme i preservativi…Ho standard abbastanza alti.”
S’infilò le scarpe e uscimmo, continuando a parlare di quello che volessi fare con il lubrificante. Finalmente non facevo più la figura del cretino, avevo capito il gioco: V era surreale, avrei dovuto esserlo anche io, e in effetti funzionò…per circa cinque minuti, il tempo di arrivare al garage…
“Oddio santo, hai davvero un Suv? Perché abiti in Amazzonia o in un luogo con strade sterrate?”
 Lo sapevo! Ero certo che avrebbe criticato la mia auto e vi giuro che mi ero messo anche a guardare le opzioni per prendere una elettrica, ma non si cambia così facilmente.
“E’ carina e anche veloce. Ed è molto solida…” risposi ridacchiando.
“E per questo usi una macchina mostruosamente grande e inquinante? Ah complimenti”Poi, sorrise e mi disse “Non è che ti serve per fare colpo sulle donne, eh?”
 Sorrisi nervosamente e feci cenno di sì con la testa, ma lei rispose piano “…ecco, peccato che con me non funzioni…”
“Ed è per questo che sei così speciale, perché sei unica, mia piccola ribelle…” le risposi, scombinandole i capelli, e lei ridacchiando scosse solo la testa.
“…cambierò anche questo, Ariel. Ok, ora sono un’idiota che ha il suv e faccio del male ai poveri paesi del Sud America impedendogli di progredire perché vado in vacanza a Cuba, ma giuro che cambierò, ok?” le dissi molto serio e lei ridendo iniziò a baciarmi il collo e sussurrò “non cambiare troppo, Ian…” ed io sorrisi e basta.
 La verità era che guidare con V accanto non era un’impresa facile neanche in America, era troppo bella e mi distraeva troppo. E poi era letteralmente costantemente eccitata. Impressionante, ragazzi.
Fortunatamente smise di essere espansiva con me, accese la radio e cominciò a gridare! Sciolse i suoi bellissimi capelli e cominciò a ballare e cantare, poi mi fissò seriamente e disse “No Ian, non dirmi che non conosci gli AC-DC perché giuro che ti prendo a schiaffi”
Ora, sapete come si fa veramente la figura del cretino? Cercando di giustificarsi mentendo male, perché se si mente bene, ancora ancora ci si può salvare. Insomma io non li conoscevo, ma non sono mai stato un esperto di musica, quindi era normale. Avrei dovuto tacere, ma mi uscì una frase stupida: “Non capisco nulla di musica, contemporanea!” V spalancò i suoi occhioni, aprì la bocca in segno di stupore e mi disse “Dio Santo Ian questa è una bestemmia…”Aveva reagito in modo sproporzionato e io non capivo quale fosse il problema, quando fortunatamente il dj di radio KO105 mi salvò la vita, possa essere benedetto ovunque egli sia, dicendo “L’ultimo era un classico degli anni ottanta AC-DC con You Shook me all night long”! Ecco! Ma davvero non potevo stare zitto! Dissi solo “Oddio” e V si mise a ridere e mi disse “Non aver paura, io ti addomesticherò come la volpe con il piccolo principe”
Sorrisi, era una cosa molto dolce da dire, non me l’aspettavo. “E così lo stai leggendo,ti piace?”
“E’ ovvio che mi piace! E’ così tenero.”
Mi sorrise e ci guardammo per un attimo negli occhi… e non vidi il semaforo rosso. Dato che sono un uomo fortunato una pattuglia della polizia ci fermò immediatamente e V cominciò a ridere tanto da destare sospetti nei poliziotti che ci fecero l’alcol test. Mi fecero una multa salatissima e dovetti ammutolire V, che ovviamente odiava la polizia. Rientrammo in macchina e lei fece una cosa assurda: si stese sulle mie gambe e mi disse “scusami per la multa” e dicendolo cominciò a baciarmi. Accostai per non prendere un’altra multa e rimasi un secondo a godermi quel bacio inaspettato e molto bello e iniziai a provare un desiderio terribile di dirle quello che provavo per lei, ma non potevo e questo mi incasinava ancora di più.
Nel parcheggio decisi di provare a fare una cosa carina, una cosa da fidanzato, così le dissi “…perché non approfittiamo di questi ultimi raggi di luce per imparare a guidare, signorina Ariel?” lasciandola immensamente perplessa.
Le spiegai che se voleva vivere in California doveva prima o poi imparare, e lei molto scocciata mi disse solo “va bene proviamo…”
Era tenerissima, e particolarmente imbranata alla guida, ma si divertì anche molto ed io cercai di essere incoraggiante e gentile, ma ebbi una paura assurda ad un certo punto, perché lei prese velocità molto entusiasta.
“Ok, direi che hai imparato!” le dissi, cercando di non sembrare totalmente terrorizzato. Volevo assolutamente chiudere quest’esperienza, ma lei era sovreccitata e mi disse solo “ho imparato a guidare, che figo!”
“Hai imparato a guidare un Suv…” le dissi, per punzecchiarla e il sorriso si spense dalle sue labbra e disse solo “sì, ma non deve saperlo nessuno…” ed io risi forte baciandola un’ultima volta.
 
Capitolo: amare davvero qualcuno
Ovviamente dopo poco si presentò un altro problema: all’ingresso del supermercato c’era uno stand con strani tipi. Sedute al tavolino c’erano due ragazze: una con capelli corti e blu, piena di piercing e tatuaggi, l’altra molto bella, con folti e morbidi capelli biondi che scendevano in splendide onde e un abito molto carino. Mi chiesi come fosse possibile che quelle due stessero lì sedute senza uccidersi, date le loro differenze, ma poi un tizio attirò la mia attenzione su tutti: era un ragazzo biondo, molto molto magro e indossava una tutina da Superman e distribuiva volantini. V sorridendo disse “lo stand di Greenpeace” ed io le chiesi come diavolo avesse fatto a riconoscerlo, se avesse una specie di sesto senso per quelle cose, ma lei puntò il dito verso il banchetto e disse “l’ho solo letto” mostrandomi uno striscione enorme, ed io pensai “sei un idiota Ian”. Si avvicinò allegra e cominciò a fraternizzare con loro. Tirò fuori un tesserino per identificarsi e sembrava quasi un agente FBI dei film. Così mi venne da ridere, ma ovviamente era la cosa sbagliata. La ragazza dark con capelli blu si offese e mi guardò male chiedendomi “Che cazzo ridi proprietario di Suv?”
Ecco, volevo morire e probabilmente a loro avrebbe fatto piacere aiutarmi, ma la donna speciale intervenne. V sorrise e disse “E’ tutto ok, Ian è un membro giovane, ha cominciato a conoscere Greenpeace da quando stiamo insieme e sta imparando, giorno dopo giorno…”
Mi guardarono male comunque, ma io mi sentii come una principessa medievale appena salvata dal suo cavaliere e ne fui davvero felice. Si scambiarono i contatti e si organizzarono per vedersi, poi salutammo e V mi prese per il braccio e scherzammo per un po’. Entrati nel centro commerciale e ci separammo: V doveva andare in erboristeria ed io al supermercato. Mi baciò la guancia e disse che mi avrebbe raggiunto. Rimasi solo, purtroppo, non per molto: incontrai una vecchia amica, o forse meglio dire una vecchia amica di quella stronza della mia ex.
E così mentre quella tizia di cui non ricordavo allora il nome e non lo ricordo ora, mi raccontava la storia della sua vita, io pensavo solo a come allontanarmi. Mi rivolse una domanda, ma io non sentii, ero troppo preso dai miei pensieri, ma fortunatamente qualcuno sentì per me e disse “Scusa amore ma queste nausee non mi danno tregua…”
Mi girai e cercai di capire cosa stesse succedendo, quando V mi mise un braccio sulla schiena, si accoccolò sulla mia spalla e disse “Ciao, non sono sicura di aver capito il tuo nome…”
L’amica della ex stronza nel vedermi con quel pezzo di donna spalancò gli occhi. “E già mia cara signora, non sono più lo sfigato che si è fatto mollare dalla lesbica”pensai…ma non lo dissi, mi limitai ad avallare la versione di V che era stupenda.
“Ciao, sono Ariel Watt, la moglie di Ian e a breve mamma del suo primo piccolino”. La tizia ci rimase di stucco, sorrise e disse “Congratulazioni” e ci riempì di domande. Conoscevo troppo bene Juliette e il suo gruppo di amiche per non sapere che avrebbero fatto la serata “vi racconto gli affari di Ian” così decisi di avallare la versione di V, che aveva capito tutto e le stava raccontando una storia che, detta così, era bellissima:
“Ian è uno sceneggiatore di talento. Ci siamo incontrati in Equador, io insegnavo inglese ai bambini e lui era lì per un documentario…all’inizio ci odiavamo, cioè io lo odiavo perché sai non potevo accettare il suo modo di vivere ma poi…mi sono innamorata e Ian mi ha supplicata di seguirlo in America in ginocchio, su una splendida spiaggia al chiaro di luna”.
La tizia se ne uscì con un “Ohhh!” e io pensavo “Ma quante cose è capace di inventarsi questa matta?”
 Poi le parlò del bambino e l’oca amica di Juliette fece una domanda stupenda: “Ma non portate le fedi, come mai?” V non si perse d’animo, sorrise e disse “Siamo contro questi inutili orpelli…Ian ha preferito fare una donazione agli orfani dell’ Equador…io sono molto più felice così…”
 “Si vede che vi amate tanto. Vi auguro ogni bene!” disse quella tizia, che mi fu quasi simpatica in quel momento, poi toccò la pancia incredibilmente magra di V e mi schioccò un bacio sulla guancia. Appena si allontanò abbastanza V si mise a ridere,io la guardai e dissi “Ma come?” Lei rise e con aria saggia disse “Mr. Ian, io sono una strega, non dimenticarlo mai…”
La strega in questione non mi fece nessuna domanda, comprai le ultime cose e mi avviai alla cassa. C’era una fila chilometrica e noi ovviamente eravamo gli ultimi. Davanti a noi c’era una coppia di persone anziane che coccolava un cagnolino, erano molto dolci, sembravano quasi i genitori di un bambino piccolo. Sorrisi e dissi “V guardali. Staranno insieme da tutta la vita e si amano così tanto” Lei mi sorrise dolcemente e disse “Oh! Romantico Ian!” Poi fece una cosa che non avrei potuto prevedere, e quando mai? Si avviò dalla signora e le disse “Permette? Salve, io so che non ci conosciamo, ma è mio dovere dirle una cosa importante. Lei ha un cane, quindi ama gli animali, giusto?”
La signora, il marito e persino il cane guardarono V con uno strano sguardo e lei continuò “ Vede, lei ha un cagnolino, è bellissimo ma poi compra questa crema e probabilmente non sa che per farla ne hanno uccisi e torturati almeno cento! E tanti conigli e tantissimi altri animali innocenti” La signora la guardò commossa e disse “Ma è terribile!” V annuì costernata e il marito della signora si sentì in dovere di intervenire e disse “E’ da sempre che glielo dico: queste schifezze costano tanto e non ti servono, sei bella così!” V sorrise e le disse “Una semplice confezione di burro di cacao e una di Karitè potrebbero sostituire tantissimi prodotti che lei ha nel carrello e che sono fatti torturando povere bestioline. Insomma le maschere per capelli, la crema mani, la crema viso possono tutte essere sostituite con cose naturali! E non c’è niente di meglio delle uova per i capelli.”
Sorrisi. Un’altra volta V aveva fatto la sua magia e aveva cambiato altre due persone. Tornò vicino a me e io dissi solo “La mia crema dopobarba è della stessa marca della crema della signora, perché a me non hai detto nulla?”Lei sorrise e disse “Perché a te non importa degli animali…”
Mi offesi! Io amavo gli animali e glielo dissi. Lei mi sorrise ed io andai a posare tutte le mie creme. Ritornai ed era lì che mi aspettava con un sorriso, non disse nulla e io dissi solo “Ok mi hai convinto… perché quando tu parli io mi sento sempre in colpa? Mi hai ricordato il mio cane e…ci sto ancora male.” Mi prese il volto con le mani e…occhi negli occhi mi disse qualcosa, ma io ero troppo preso dalle mie riflessioni per sentire. Allora si allontanò e disse “Ok…ti sei perso di nuovo,vero?Pagherei oro per sapere dove vai…” Sorrisi ma non dissi nulla, pagai e uscimmo. Nel parcheggio la signorina mi si parò davanti e disse “Non me lo dici chi è, eh?” Risi e dissi “una delle migliori amiche della mia ex lesbica…” e lei sorrise soltanto.
In auto scherzammo e ridemmo per un po’, ma poi lei ricevette una email e cambiò completamente. Divenne molto meditabonda, ed io non sapevo cosa dire, ma fu lei a chiedermi di accostare e a sputare fuori il rospo. Ed era davvero il principe dei rospi, amici miei.
“Sto valutando di fare una scelta molto importante dopo la laurea, e credo che a questo punto, in qualche modo, riguardi anche te…” mi disse, fissando fuori distrattamente ed io pensai “ti prego vieni a vivere con me” ma poi mi vergognai di averlo pensato e mi venne fuori un sospiro troppo forte.
“ok, lo sa solo Kim, perché anche lei è coinvolta in questa cosa…” mi confessò fissandomi negli occhi profondamente, ed io non avevo idea di cosa pensare, ma poi lei aggiunse “…vedi un amico di Greenpeace mi ha offerto un lavoro con una Ong che si occupa di bambini in difficoltà.”
“E’ favoloso!” le dissi, cercando di essere un buon fidanzato che supporta la sua compagna, ma lei scosse la testa e aggiunse  “…è nelle zone di guerra in Siria.”
Volevo solo dirle “no, non ci pensare neanche” ma onestamente non potevo. Era una cosa folle, ma estremamente altruistica e non si può dire ad una persona che pensa una cosa del genere “non puoi farlo” così le sussurrai piano “e non avresti paura di andare in guerra?”.
Non era quello che si aspettava, perché spalancò gli occhi confusa e poi sorridendomi molto dolcemente sussurrò piano “sì, ho paura Ian. E mi vergogno davvero tanto di questa cosa, perché è ingiusto avere paura quando al mondo si stanno commettendo quei crimini atroci. Insomma, quanto sarebbe diversa la storia se avessimo avuto paura di combattere i nazisti?”
“ma non è la tua guerra” le sussurrai, mettendole il pollice sulle labbra. Volevo supplicarla, implorarla di non partire e lei evidentemente lo capì e sussurrò “Ian, non possiamo voltare le spalle a queste cose solo perché non avvengono sotto casa. L’assetto politico mondiale interessa tutti…”
   “Ma tu sei una bambina…” aggiunsi, accarezzandole le labbra e lei cominciò a baciarmi dolcemente, con una dolcezza francamente inaspettata, perché non era mai stata così.
“Mi stai chiedendo di non partire?” disse, dopo avermi baciato per più di dieci minuti, ma io scossi la testa e sbuffando risposi “…ma no Ariel, non potrei mai chiederti una cosa simile…” facendola sorridere.
“…probabilmente pregherò ogni giorno qualunque divinità esistente che non ti succeda nulla, che tu torni a casa sana e salva, pretenderò lunghissime videochiamate e morirò di ansia per tutto il tempo, ma sarò solo più orgoglioso di te…” le dissi piano e lei sconvolta farfugliò “wow…non ci credo…” ricominciando a baciarmi.
“Ian però…” aggiunse seria e triste ed io pensai “c’è altro? Davvero?” ma rimasi ad ascoltarla.
“…se vado in Siria, non mi concederanno più il visto d’entrata per gli Stati Uniti. Insomma…per un bel po’ non potremmo vederci…” aggiunse con occhi bassi ed io capii: era questo che non voleva dirmi? Così con il cuore in gola sussurrai “…e tu vuoi chiudere con me?”
“Assolutamente no…” mi rispose lei dolce e solo allora fui in grado di respirare e iperventilando feci un po’ il buffone per dimostrarle che ci tenevo all’idea che lei stesse con me, ma poi dissi “…lavorerò io dal Regno Unito. No problem…” e lei mi saltò di nuovo al collo, sussurrando pianissimo “non puoi essere serio, non può essere davvero così semplice…”
“E’ semplice Ariel, perché io voglio che lo sia. Mi fa paura saperti in guerra, ma mi rende anche orgoglioso di te, anche se mi costringerà ad andare in chiesa con mia madre tutte le mattine a pregare per la tua testa…” aggiunsi ridacchiando e lei sorrise soltanto.
“Il punto è che questa è la persona che sei, questa è la donna che ho scelto e che voglio…” le dissi, fissandola profondamente negli occhi e lei sorrise ancora bisbigliando pianissimo “pensa che Val ha detto a Kim che la lascerà se dovesse partire…”
“…è una sciocchezza, davvero. Non ci si…fidanza, diciamo, con una persona come te senza tenere presente quali sono le sue priorità. Tu sei così ed io…”
Ok, li vedete i puntini sospensivi? Ora riempiteli con le parole “innamora” e “ti amo” perché davvero stavo facendo uno sforzo per non dirglielo e lei sorridendo mi fece capire che le era chiaro.
“…io ti ho scelta per la donna che sei, e ti terrò così. Sono consapevole che tu hai un grande futuro, e non mi fa paura aspettarti e di certo non metterò tutto il futuro della nostra relazione su una cosa così futile. Detesto le persone che lo fanno…” aggiunsi un po’ stizzito e lei mi strinse fortissimo.
“…ma io Ariel te lo ripeto: a differenza di molti, ho scelto la donna che sei, non quella che vorrei che tu fossi. Molti iniziano una relazione con in testa l’immagine idealizzata della persona che hanno davanti. Si potrebbe dire con la loro versione di quella persona nel cuore. Scelgono un compagno o una compagna, immaginando come sarebbe se cambiasse questa o quest’altra cosa, e non si rendono conto che non stanno scegliendo quella persona, nella realtà, ma la loro visione di quella persona. E poi si arrabbiano anche se la persona non si conforma alle loro idee! Non si sceglie una persona per impedirgli di vivere come vorrebbe, e onestamente non è amore se si tarpano le ali alla persona amata con migliaia di paranoie e divieti. Perciò va’ in Siria, fa’ le tue esperienze, vivi la tua vita, ma se potrai e vorrai, torna sempre da me, che ti aspetterò a braccia aperte, senza farti pesare il tempo che sei stata via, ma festeggiando per quello che deciderai di regalarmi…”
Avevo fatto un monologo e le avevo praticamente detto che l’amavo: stavo andando davvero in panico. Lei era rimasta a fissarmi in silenzio per tutto il tempo sorridendo, perciò quando finii mi sentii un tantino in imbarazzo. Le chiesi cosa pensasse di quello che le avevo appena detto, e lei stringendomi sussurrò “che sono molto fortunata…” facendomi sorridere.
Ci coccolammo un po’, e poi ripartii con mille cose per la testa.
“Dobbiamo vedere che vaccinazioni servono per la Siria, e anche che equipaggiamento ti serve. Magari compriamo qualcosa che ti faccia funzionare internet ovunque. Ti comprerò anche qualche medicina in più e…” continuai a dirle, preso dai miei piani, ma lei mi afferrò forte la mano e rispose piano “…mancano molti mesi e non ho ancora deciso definitivamente, anche perché i miei non saranno così accomodanti. Stanotte pensiamo solo a fare l’amore…” e così facemmo.
 Nota:
Ciao a tutti, allora che ne pensate di questi due? Vi piacciono come coppia? Li trovate teneri? fatemi sapere
   
 
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