Si avvicina il Natale e Hestia Jones percorre i corridoi del castello carica di felicità ed eccitazione.
La sua festa preferita è alle porte e lei non vede l’ora di trascorrere quel periodo con la sua famiglia. Non rimarrebbe a Hogwarts per nulla al mondo, nonostante le proteste dei suoi amici.
Gira un angolo e si ritrova faccia a faccia con Evan Rosier, che ricambia lo sguardo come se l’avesse aspettata fino a quel momento.
«Ciao?» prova lei, incerta. Quel ragazzo è difficile da capire: il più delle volte la ignora, ma ci sono giorni in cui la osserva da lontano con vivo interesse. È strano che qualcuno trovi qualcosa d’interessante in lei. Hestia è convinta di essere l’incarnazione della banalità. Tutto il contrario di Evan, che, con i suoi occhi grigi e la sua voce roca, attira l’attenzione ovunque vada.
«Ciao».
«Posso passare?» chiede lei gentilmente, aspettando che il ragazzo la smetta di sbarrarle la strada.
«Certo» dice lui, ma Hestia capisce che ha in mente qualcosa. L’ultima volta l’ha baciata a tradimento. Cosa si inventerà ora? «Ma prima devi pagare pegno».
«Non ho perso nessuna scommessa».
«Allora diciamo che devi rispettare una tradizione» continua lui, non scomponendosi.
Hestia segue lo sguardo di Evan che punta verso l’alto. Il ragazzo ha alzato un braccio sopra le loro teste, reggendo quello che sembra essere del vischio.
«Quindi?» la incoraggia lui e Hestia si ritrova a sorridere. 
Questa volta glielo sta chiedendo. Certo, in una maniera contorta e tipicamente Serpeverde, ma è pur sempre una richiesta. Non può aspettarsi troppo da lui, almeno non ancora.
Hestia si alza in punta in piedi – Evan la supera di almeno due teste – e gli appoggia delicatamente le labbra sulle sue. È imbarazzante, ma la sensazione le piace.
Evan la stringe, approfondisce il bacio e poi la lascia andare.
«Ora puoi passare» le dice e Hestia lo sorpassa, rossa in viso.
«Buon Natale, Evan».
Lo chiama per nome per la prima volta. Usare convenevoli, oramai, non serve più.
 
 
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