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Autore: cin75    07/10/2020    9 recensioni
WARNING FINALE DI STAGIONE 15
Dopo essermi arrampicata sugli specchi e districata tra mille ipotesi, questa è l'unica immagine che è rimasta vivida ai miei occhi.
Storia in due parti.
Abbiate pietà.
Genere: Angst, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sam Winchester morì alla veneranda età di 92 anni, riscaldato dall’amore di sua moglie, una donna che della caccia aveva voluto solo sapere l’intento, che aveva ascoltato ogni storia, compreso ogni rimorso, accettato ogni errore, consolato ogni dolore.  Vegliato dai suoi adorati nipoti e dei suoi tre preziosi figli: Dean, Bobby John e la più giovane, Mary.
Ma per quello che , sarebbe stato disappunto per Dean, suo fratello, non era né diventato calvo, tanto meno grasso o imbottito di Viagra.
Fu un battito di ciglia.
Sam chiuse gli occhi e il momento dopo si ritrovò a fissare il vecchio sé stesso compianto dalla sua famiglia.
Ma per sua somma sorpresa, guardandosi le mani e sfiorandosi appena il viso, le sue sembianze erano quelle di un uomo sui trentacinque anni.
Quelle stesse sembianze che aveva quando ancora cacciava e quando smise di farlo.

“Non credo che questa volta ci saranno proteste o ripensamenti, vero Sam?” fece una voce ancora conosciuta alle sue spalle.
“Billie?” fece non troppo sorpreso. “Pensavo fossi in pensione ormai dopo tutto quello che è successo!”
“La Morte non va mai in pensione, dovresti saperlo. Nonostante tutto!!”.
Sam annuì soltanto. “Allora?!” fece poi in attesa del prossimo definitivo passo.
“Come disse il mio predecessore: Vita ben spesa. Ben fatto, ragazzo!”
“Grazie!” sussurrò per quello che sembrava essere un complimento.
“Ed è per questo che è stato concesso un ultimo favore!” disse la Morte.
“Favore?!”

“Ciao Sam!” si palesò Castiel.

“Castiel?? cosa...”
“Ho chiesto di poter essere io ad accompagnarti.”
Sam sorrise abbassando appena il capo. “Quindi ….piani alti?!” sembrò quasi azzardare.
“Senza ombra di dubbio, amico mio!” asserì orgoglioso l’angelo poggiandogli una mano sulla spalla.

Un attimo dopo, Sam si ritrovò davanti ad una porta bianca, su cui vi era apposta una strana targa su cui sopra vi era incisa la sua data di nascita e , facendolo sorridere mestamente, tutte le date delle sue morti.
“Decisamente strano!”  ammise.
“Già. Per voi Winchester la data di morte è stata sempre un’incognita.” e a quell’uscita dell’angelo ancora al suo fianco, Sam strabuzzò gli occhi. Di sicuro doveva esserci un’altra porta con una targa simile.
Lo guardò timoroso di fare quella domanda. Poi cedette.
“Lui?...anche lui è...”
“Un passo alla volta , Sam.” lo fermò Castiel, aprendo la porta del suo paradiso. “Ora devi fare questo!”

Sam vi entrò, qualche passo in avanti e si ritrovò accerchiato da libri di ogni sorta e dimensione. Un sottofondo smielato dovuto alla voce di Celine Dion che cantava Immortality con tanto di Bee Gees a farle da coro.
“Non posso crederci!” esclamò e Castiel vide che era decisamente radioso.
“Nemmeno io, ma qualcuno non ha sentito ragioni. O facevamo così o ha giurato che ci avrebbe messo sotto sopra il Paradiso!” confessò enigmatico , l’angelo.
Sam si voltò di scatto verso di lui. “Ma cosa...” e in quella posizione, alle sue spalle , una voce.

“Ciao, Sammy!”

Sam non poteva crederci e non ci credeva a tal punto che non riuscì a muoversi, a girarsi.
Lo sguardo fisso sull’angelo di fronte a lui. Gli occhi increduli fissi in quelli dolcemente soddisfatti di Castiel.
Se quella voce….se non fosse stato lui, se fosse solo una voce donatagli dal Paradiso per dargli conforto, se... se… se... se.
E poi…
“Ce ne hai messo di tempo ad arrivare. Stavo impazzendo a giocare a poker con questi sfigati piumati. Non ti danno nemmeno il gusto di barare!” fece deluso, mentre Sam sentiva quella voce sempre più vicina. E lui ancora incapace di voltarsi.
“E’ peccato barare. Oltre che poco onorevole per l’Uomo Giusto. Devi già ringraziare che ti passino la birra!!” lo redarguì Castiel, sperando che quel suo mettersi a battibeccare come ai vecchi tempi , avesse dato tempo e coraggio al più giovane dei Winchester di girarsi.
“Ehi...se Ash può avere un bar ed Einstein farsi il suo White Russian, io posso avere la mia birra!!” replicò convinto.

Sam stava per girarsi quando sentì un tocco.
Quel tocco deciso. Quella mano ferma. Quella presa sicura.
La roccia su cui si era aggrappato per tutta la vita.
Decise.
Si voltò.
Ed eccolo. Di nuovo. Il viso di Dean, i suoi occhi verdi brillanti e pieni di luce viva, il suo sorriso dolce ed impertinente, i suoi lineamenti gentili e forti al tempo stesso. In quei lineamenti niente più dolore, frustrazione, colpa o delusione.
“Ehi, Sammy!!”

Sam continuò a fissare quello che, per una parte della sua vita, quella parte più assurda, più eccitante, più inspiegabile, più incredibile, era stato suo fratello.
Voleva dire tante cose. Dirgli tante cose.
Raccontargli quell’altra sua vita, quella che si era costretto ad avere senza di lui.
Voleva dirgli che gli era mancato, che lo aveva odiato per tanto tanto tempo per averlo lasciato in quel modo in quel cimitero.
Voleva parlargli dei suoi figli e di quanto Dean, il suo Dean gli somigliasse.
Voleva davvero trovare la forza di dire tutte le cose che gli stavano passando per la testa in quel momento.

Poi, quasi speculare di un momento accaduto anni e anni addietro, il giovane colpì con un pugno in pieno viso il fratello ritrovato per poi gettarsi , con un gesto veloce, letteralmente tra le sue braccia.
Fu un abbraccio di una disperazione e di una felicità tale che le due emozioni contrastanti trovarono in quella stretta un equilibrio perfetto.

“Dean!!” sussurrò emozionato, il minore.
“Sammy!!” rispose con quella stessa emozione mal trattenuta, ignorando completamente il colpo appena ricevuto.

“Non ci posso credere….non ci speravo nemmeno nei miei desideri più segreti! Tu? Sei tu!!” confessò, Sam, allontanandosi appena ma rimanendo con le mani ben salde sulle spalle del maggiore.
“Si, fratellino, sono io.”
“Ma tu...tu...” fece poi rivolto all’amico angelo. “Quando venisti da me non mi avevi detto che...che potevi...che tu e lui...”
“Quando quel giorno, dopo tutti quegli anni tornai da te, il Paradiso ancora non mi permetteva di vederlo. Dean doveva completare il suo esistere. Doveva….completarsi. E quando ti dissi che mi mancava ...era vero!” si giustificò Castiel.
“E come...” cercò di capire ancora.
“Grazie a te!” intervenne Dean, sorprendendo il fratello, che attese stranito, la spiegazione.  Il maggiore sorrise. “Sam...ricordi quando decidesti di dare l’Impala a Dean, come regalo per i suoi 16 anni?”
Sam potè solo annuire, quasi sconvolto. Dean, suo fratello, davvero aveva costantemente vegliato su di lui anche se non era al suo fianco?!
“Sì!” riuscì a sussurrare.
“Gli hai insegnato a guidare. Gli hai insegnato come aggiustarla, come prendersi cura di lei, come continuare a renderla parte della storia dei Winchester. Di una nuova generazione di Winchester. In quel momento hai deciso di andare definitivamente avanti. Hai voltato pagina. Hai lasciato che la storia andasse avanti. Che avesse un nuovo inizio. Hai permesso a me di completare ciò che avevo iniziato con te. Il mio cerchio era...completo.”
“Dean...” esalò emozionato.
“E’ sempre stato il mio compito: prendermi cura del mio fratellino!” lo rassicurò Dean poggiandogli una mano sul petto. Sul cuore.
Sam annuì. Fiero. Orgoglioso. Grato.
“E Jack?! Nemmeno lui….” chiese poi.
“Anche lui non poteva vederlo per la mia stessa ragione!” rispose Castiel, emozionato anche lui.
“Beh!! spiegazioni fatte!” esclamò soddisfatto Dean. “Stiamo diventando troppo emotivi e questo è il momento per festeggiare. Le crisi ormonali post mortem le lasciamo per un altro giorno!!” scherzò al suo solito modo. Modo che era mancato terribilmente a Sam. “Ora..che dire?? la tua vacanza è finita, Sammy. Ora hai di nuovo il tuo fratellone a romperti le scatole e qui...come dire...non fanno molto caso ai reclami!!”
“Non è un albergo Dean!” replicò Castiel, che aveva assistito entusiasta all’incontro. “E devi smetterla di appendere un cartellino per la colazione fuori dalla tua porta!!” lo rimproverò, mentre Dean sorrideva allegro e faceva l’occhiolino al fratello ancora vicino a lui.
“Devi farti sempre riconoscere, eh?!” lo rimproverò bonariamente, Sam, sorridendo al fare spallucce dell’altro.
“Ok! Se non me la portano loro, vuole dire che me la porterai tu.”
“Cosa??!” balbettò confuso, il minore.
“Siamo vicini, Sammy!” fece Dean indicando la porta che separava il suo Paradiso da quello di Sam. “Ma tranquillo , pareti insonorizzate. Richiesta mia!!” fece orgoglioso. “Non ho intenzione di sorbirmi l’Usignolo del Quebec per l’eternità!!, ma sentiti libero di approfondire la tua cultura rock e una birra da favola quando e quanto vuoi, basta bussare!! Il nuovo degli Ac/Dc è una bomba!!” e Sam rise, stranamente sollevato.
Sentendo , per la prima volta, quella pace, quella vera pace che aveva sempre cercato.
Per lui. Per Dean.

I due fratelli si ritrovarono a guardarsi negli occhi.
Per un po’…. silenzio.
Avevano passato tutta la vita che gli era stata donata a seguire uno il coraggio dell’altro, a guardarsi le spalle l’un l’altro. A soffrire , a gioire, a ridere e piangere spalla a spalla. A litigare, a gridarsi dietro rimproveri o semplicemente a chiamare allegri o spaventati i loro nomi.
Avevano passato una vita a salvare vite.
A salvare il mondo.
E ogni suono che quelle loro vite aveva creato, ora, sembrava , farli respirare di nuovo.
Sembrava averli portati finalmente a casa. Per sempre.
“Mi sei mancato così tanto!” sussurrò Sam. “Che a volte mi mancava il fiato!” ammise emozionato.
Dean gli si avvicinò appena, mettendogli una mano tra la guancia e il collo. Quel tocco così fraterno che tanto era mancato al più giovane. Con quel tocco si erano divisi in Terra. Con quel tocco si erano ritrovati in Cielo.
“Mi sei mancato anche tu fratellino, ma ti giuro, ti giuro...che non ho mai smesso di vegliare su di te.” ed era così sincero nel dire quella semplice frase che Sam, non potè collegarla che al fatto di aver avuto una vita piena, una moglie, dei figli anche grazie a quella promessa mantenuta perfino dal Paradiso.

Poi arrivò il suono più bello...

“Ciao, idiota!”
“Ciao, stronzetto!!”

 

Tutto ciò che è andato , oggi è qui.
Ritrovo lo spazio per respirare.
Seguo il tuo modo di fare,
 e nonostante i suoni di alcuni giorni,
sono a casa!( Sounds of someday, Jensen Ackles by Radio Company Vol.1)
   
 
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