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Autore: Belarus    15/10/2020    1 recensioni
"Dall’alto dei suoi due metri e delle batoste prese nella sua breve vita, Kidd la osservò mordicchiarsi la bocca e un pensiero lo investì, facendogli lanciare di mal grazia la rivettatrice nel carrello degli attrezzi.
«Che si fottano loro e tutta la classe dirigente di Marijoa. Puoi stare da me.» annunciò serio, facendo scappare a Killer la saldatrice accesa di mano."

[AyaKiddAU con la simpatica collaborazione di Law in veste di vicino]
Storia partecipante{o quasi} al Writober2020 indetto su Fanwriter.it
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Teru-Teru Bouzu '
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Titolo: Shiawasenashi - La morte felice
Genere: Generale, Commedia.
Prompt: Viaggio
Personaggi: Nuovo personaggio; Eustass Capitano Kidd.
Note: Nella mia testa era un misto tra mad max fury road e un viaggio da film di terza categoria negli states, com’è venuta fuori così non chiedetemelo e d’altronde ha poca importanza. Il punto è che ad Aya piace da matti fare gite e Kidd se la porta dietro perché anche non volendo è come quei cagnolini che provi a lasciare in casa quando hai da fare, ma loro sono subdoli e ti passano in mezzo alle gambe, così ti ritrovi in pose assurde e adieu dignità. Un messaggio profondo per una shot profonda. E dopo questa, i saluti di rito a chi passa, si aggiunge, recensisce, sparisce, vi adoro tutti, sul serio~ ci sentiamo tra due giorni zuccherini!




#06. Viaggio





Maledetto, inutile, incapace. Che quel fottuto miserabile fosse maledetto! Si erano messi in viaggio all’alba per arrivare in quel buco di fogna dimenticato da Dio e solo per avere i pezzi di ricambio da montare prima di fine mese. La colazione era andata a farsi benedire e il pranzo lo avevano fatto in auto pur di non perder tempo, ma no. Ovvio che no. Perché se era lui a fare le cose come si deve per una cazzo di volta, doveva esserci qualcun altro a fare la stronzata. Avrebbe dovuto fiutarla quando erano arrivati la fregatura, quel maledetto li aveva fatti aspettare in strada per il resto del pomeriggio prima di degnarsi a parlare.
«Sette fottute ore di macchina per niente. Sette fottutissime ore di macchina!» latrò scocciato, macinando quei due metri scarsi di marciapiede dove avevano montato le tende.
Sia chiaro, a lui stare in auto piaceva. Che fossero ferme o in movimento, con le auto passava tre quarti della sua giornata, sputava volentieri sangue per la sua officina e quella era la prova. Non era stato il lungo viaggio a farlo incazzare, non era quello il punto!
«Gliel’ho fatto presente.» annuì Killer, seguendolo con la calma piatta di un artificiere davanti a una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro.
«È già sera e non ho ancora quel cazzo di pezzo! Sono venuto fino a qui solo per quello!» sbottò alla fine, serrando i pugni in una tacita minaccia che il suo migliore amico accolse con un assenso.
Erano andati lì per lavorare diamine! Per guadagnare, per tagliare i tempi morti e i costi di spedizione che in quella fottuta regione erano più alti della benzina da comprare per il pieno. Perché cazzo quell’idiota gli aveva dato appuntamento per quel giorno se non era sicuro di avere tutto?!
«Ha detto che i fornitori hanno rimandato senza avvisarlo, non ha colpe, ma li ha chiamati. Davanti a me. Il pezzo arriverà domattina, fanno una deviazione sulla tabella per noi. Ho fatto in modo capissero che era importante.» lo quietò Killer, serrando le braccia sul giubbotto da biker e Kidd a quell’ultima precisazione annuì soddisfatto, seppellendo l’ascia di guerra.
Di Killer si fidava. Killer era il suo migliore amico, gli avrebbe affidato la vita, altro che officina. Se diceva che avrebbe avuto tutto domattina, allora avrebbe avuto tutto domattina. E poi conosceva i suoi metodi di persuasione, gli piacevano, erano efficaci come i suoi, solo meno rumorosi. L’idiota se li era meritati.
«Quindi restiamo qui?» s’intromise la voce di quella dannata donna, facendoli trasalire tutti.
«Quando sei ritornata?» chiese stordito Wire dalla portiera posteriore, guardandola mentre si arrampicava sul cofano con quel suo bel vestitino bon-ton come se nulla fosse. Kidd la guardò fare spallucce con indifferenza, le gambe nude che penzolavano e l’aria serafica di sempre.
«Si può sapere dove cazzo eri finita donna?! Non posso badare anche a dove vai, maledizione!» abbaiò scocciato, rifilandole una scia dell’arrabbiatura di poco prima.
Giusto per farle capire che aria tirava, perché era evidente che a lei sembrasse più che altro una gita scolastica. A lei tutto sembrava una gita scolastica. Non faceva altro che sparire e andarsene in giro senza avvisare, c’erano mattine in cui Kidd arrivava in salotto e si chiedeva sé se la fosse sognata per qualche birra di troppo o chissà che altro. Era un vizio il suo.
«Ho fatto un piccolo giro della periferia, volevo prendere i mezzi per il centro, ma mi sarei allontana troppo e non sapevo quando vi sareste sbrigati. Allora restiamo a dormire?» insistette a chiedere con una punta di eccitazione nel tono che non sfuggì a Heat, accovacciato sul muro di fronte l’auto con la sigaretta in bocca.
«In cinque in auto, davvero emozionante.» le sbuffò contro, cercando come sempre di stroncarle l’entusiasmo.
E in quell’occasione avrebbe anche avuto ragione, se non fosse che alla dannata quell’euforia non crollava neppure a sprangate e sembrava piuttosto che volesse ringraziarlo per avergliela servita su un piatto d’argento, ferma lassù a scrutarli con aria innocente. E lei d’innocente aveva solo quella, perché era ovvio semplicemente a guardarla che la sua testolina doveva aver partorito qualche idea delle proprie per strada.
«Io in realtà avrei visto un motel tre incroci più su, accanto alla stazione di servizio. Aveva il parcheggio riservato e uno spaccio. Potremmo prendere qualcosa da mangiare, passare la notte lì e domattina sbrigare i vostri affari con quel tipo….» la buttò lì in una nuova alzata di spalle, guardandoli ad intermittenza quasi a voler sondare il terreno.
Era perfetto, assolutamente perfetto. Non si sarebbero spostati di molto, non avrebbero perso tempo in inutili ricerche in giro per quella periferia schifosa, potevano fare il pieno per il giorno dopo e anche cenare. Neanche se avessero vinto alla lotteria di fine anno gli sarebbe potuta andar meglio, ma quella proposta suonò comunque un po’ a tutti inaspettata, persino conoscendo da chi era venuta e… strana. Cazzo se lo era.
«Vuoi andare in un motel?!» domandò Wire, girandosi a guardarla con incertezza.
E lo stesso fece Kidd, perché si, la sapeva perfettamente capace di dormire in un capsule hotel, in ryokan ed internet café, sapeva degli alberghi che non erano alberghi, ma un motel…
«Almeno saremo più comodi, ma anche la macchina a me va bene se non vi va.» si difese sentendosi fissare.
«È un motel di periferia davanti a una pompa di benzina, Aya. La moquette puzzerà di vomito e in bagno, sempre che ci sia, ci saranno scarafaggi grossi come cani.» puntualizzò Wire, con uno di quei sospiri esausti che cacciava fuori ogni volta che doveva ragionare con lei. Puntualmente però, lei finì per focalizzarsi altrove e la presunta comodità di quella bettola passò in secondo piano, quando sollevò entrambe le sopracciglia per squadrare quello che tutti ormai chiamavano “la sua balia personale”.
«Tu hai paura degli scarafaggi? Sul serio? Tu?» s’informò, mentre Wire incassava come suo solito il colpo e a Kidd scappò una risata.
«Intendeva che è comodo solo per chi deve farsi o vuole… un certo genere di compagnia occasionale.» chiarì Killer per il loro povero amico, misurando le parole in uno slancio di compostezza.
Considerando dove si trovavano, drogati e puttane erano il minimo sindacale nel quale si sarebbero potuti imbattere, ma evidentemente alla dannata la cosa importava meno che a tutti loro, dato che annuì lenta e saputa solo per una frazione di secondo prima di tornare a trattenersi a fatica dal sorridere.
«Le stanze però hanno le chiavi e puoi chiuderle, c’è la tv via cavo, costa una miseria e nessuno s’impiccerà di quello che facciamo. I suoi vantaggi ce li ha.» continuò imperterrita, neanche l’avessero pagata per promuovere lo spot pubblicitario di quella bettola in culo al mondo.
«Stai morendo dalla voglia di ficcarti là dentro.» tagliò corto Kidd, trattenendosi a stento dal riderle dietro.
Era una maledetta pazza e poco c’entrava che per lei fosse tutto una novità da sperimentare, le piacevano cose assurde e si elettrizzava per banalità che avrebbero mandato in pappa il cervello a chiunque. Non c’era posto ormai in cui andasse e dove lei non si ficcasse in mezzo, non aveva fatto altro che sorridere per sette ore di auto, cazzo, solo guardando fuori dal finestrino! Figuriamoci se si lasciava scappare l’opportunità di fare una roba del genere. Era una specie di mostruoso caterpillar per quelle robe.
«Non ho mai fatto un viaggio così, sembra una cosa da film!» trillò, sprizzando entusiasmo verso di lui neanche fosse una teenager al suo primo pigiama party e quello tutto sembrava tranne un pigiama party.
«Come no, da film porno.» puntualizzò infatti Heat, ricevendo appena un’occhiataccia da lei e Killer che fece ridere di nuovo Kidd.
Era inutile che glielo facessero notare, per lei era assurdo che a Heat sembrasse strano e persino fuori luogo che lo avesse investito un pensiero come quello. Non si era fatta problemi ad andarsene di casa con due cambi dentro uno zaino e senza la minima idea di dove andare o cosa fare, un motel in confronto le sembrava un luna-park e l’entusiasmo era proprio quello.
«Allora possiamo? Ci andiamo?» quasi lo supplicò, sporgendosi dal cofano ormai a carte scoperte.
Ed ignorando il sospiro spossato di Wire per quel brio immotivato e il verso di disappunto di Killer, Kidd le ridacchiò contro quasi del tutto dimentico dell’idiota che l’aveva lasciato a mani vuote in quella lurida città.
«Solo tu potevi elettrizzarti per una boiata simile!» sghignazzò in un assenso e la vide quasi gettarsi dal proprio posto con un salto, macinando qualche metro per l’entusiasmo prima di voltarsi a chiamare la sua fidata ed esasperata spalla.
«Wire vieni, andiamo avanti per prendere qualcosa da mangiare! Grazie, grazie, grazie!» li salutò elettrizzata, senza aspettare oltre il bruno, che rassegnato si staccò finalmente dalla portiera per andarle dietro come un’ombra silenziosa.
Ancora ridendo, Kidd li seguì con lo sguardo allontanarsi di qualche metro, prima che Killer gli si affiancasse.
«È…» cominciò incerto, guardandoli sparire dietro l’angolo.
«Pazza. Completamente.» finì per lui Heat con una smorfia indecifrabile.
«È Incredibile come tu abbia un’idea peggiore dell’altra con lei.» completò ugualmente, ignorando l’altro.
E per contro Kidd decise di ignorare lui. Già se la vedeva, la faccia ebete del ciccione disadattato della reception, intento a seguire chissà quale talk di serie B alla tv, quando avrebbero preso una camera unica sino al giorno dopo: quattro come loro, con quelle espressioni che facevano da pessimo biglietto da visita e una come lei… ah, cazzo! Sarebbe stato un miracolo se non si fossero trovati in una centrale della Marina prima delle due di notte e fanculo i pezzi di ricambio, era divertente!



  
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