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Autore: MalfoyAmalia    20/10/2020    1 recensioni
Hermione, dopo la guerra, perde parte della sua memoria, quella riguardante i suoi affetti, le amicizie e i nemici che durante i 7 anni scolastici si era creata. Ripartendo da zero, la sua vita rimarrà la stessa o avrà qualche cambiamento?
La storia la si può trovare anche su un'altra piattaforma, wattpad. Ci tengo a precisare che la scrittrice sono sempre io.
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 3: rifugio di speranza

Era arrivato il giorno, quello che segnava l'inizio della fine, ma né Draco, né tanto meno Hermione potevano immaginare ciò che, al mattino seguente, sarebbe avvenuto. E a Draco, a dirla tutta, neanche importava perché sapeva sarebbe giunto, ma ringraziò di aver vissuto tanto la donna che gli giaceva accanto in quel preciso istante.

I capelli di lei erano totalmente scompigliati e le labbra, ancora rosse per via di tutti i baci che non si erano risparmiati, erano un po' schiuse mentre respirava lasciando intravedere i denti perfetti dopo l'incantesimo "densaugeo" che le aveva lanciato contro per sbaglio durante l'anno del Torneo Tre Maghi mentre cercava di ribattere all'incantesimo "Furnunculus" di Harry.

Draco la contemplava, gli occhi pieni di un amore che solo lei aveva avuto l'onore e il peso di vedere quello che avrebbe comportato.

Era con un sorriso sulle labbra, Draco, mentre ripensava alla serata che era avvenuta sulla Torre d'Astronomia. Era stata la loro volta, la loro prima volta, e non voleva che il sonno gli privasse della meravigliosa visione del suo amore di una vita, non quando era così tanto vicino da sfiorarlo.

Hermione, la sera prima, aveva portato due grandi coperte a quadri, lui, invece, aveva pensato al cibo.

Si era impegnato tutto il pomeriggio per preparare lui stesso qualcosa: sapeva del CREPA che prima, quando ancora ricordava, sosteneva fortemente Hermione e aveva avuto l'accortezza di non sfruttare, per la prima volta in vita sua, il lavoro degli elfi domestici. Infondo, forse, lei avrebbe potuto ricordare anche grazie a ciò e apprezzare il suo gesto, avere la voglia, il piacere di stare insieme nonostante tutto, amarlo forse come lui amava lei. Immensamente e incondizionatamente. Ma probabilmente stava sperando troppo, si stava facendo troppe storie mentali, troppe false speranze, fin troppe aspettative che l'avrebbero portato a crollare.

Nonostante tutti i suoi pensieri, si erano salutati con un bacio prima di salire i gradini che li separavano ormai dalla loro meta fissa quasi ogni sera, quando fuori pioveva, o faceva freddo, o, come in quell'occasione, volevano solo stare seduti a vedere le stelle dal punto più alto del castello.

Draco poggiò il cesto con i viveri per terra e prendendo un telo dalle mani di Hermione, si apprestò a stenderlo sulla pietra fredda. La sua accortezza, non se lo sarebbe mai potuto aspettare, risultò abbastanza utile. Nessuno le aveva mai parlato del suo progetto per paura che tornasse a tartassarli con la storia di trattare meglio quei poveri e abbruttiti elfi domestici.

Bene inteso: nessuno tranne il ragazzo biondo che, seduto accanto alla riccia, con il braccio sinistro (su cui spiccava il marchio nero) poggiato sulla spalla di lei per poterla tenere più vicino al suo petto. Questo perché lui era pronto a sostenerla nella sua folle, e per lui incomprensibile, impresa.

«Sai, prima di perdere i ricordi, tu eri una ragazza testarda, che lottava per i diritti di tutti quelli che lo meritavano» voleva aggiungere che aveva lottato anche per lui prima che i genitori di Hermione morissero in un incidente, salvandolo dall'inferno che portava il nome di Azkaban, ma lo tenne per sé stesso. Il discorso in generale lo uscì dal nulla tra una coscia di pollo un po' abbrustolita e un purè troppo dolce di sale, mentre guardavano il cielo oscuro, privo di stelle.

«In particolare avevi fondato un'associazione, non so se i tuoi amici te ne hanno parlato, ma li avevi coinvolti nel...» fu interrotto da un movimento di lei che si staccò piano dal petto del ragazzo dove era poggiata in modo rilassato fino ad un secondo prima e iniziò a guardarlo subitamente in modo timoroso mentre attorno tutto quanto le sembrava girare in modo vorticoso.

Sbarrò gli occhi mentre tornavano a galla tutte le vecchie immagini e si sovrapponevano alle nuove, affiorava la sua vecchia vita e si sommavano tutti gli ultimi mesi che aveva vissuto. A ciò che aveva provato negli ultimi mesi. A Draco e ciò che per lui sentiva di provare, ora più che mai. Avrebbe desiderato in quel momento una goccia d'Amortentia per confermare il tutto, ma non le serviva veramente.

«Hermione, ti senti bene?» le domandò apprensivo Draco avvicinando una mano al suo volto e guardandola negli occhi in attesa di risposta. Lei avvicinò maggiormente la guancia al palmo della mano di lui e rispose «Nel CREPA» e già a quello la bionda serpe spalancò gli occhi. Lei non si fermò, si sentiva in dovere di aggiungere un particolare di cui Draco non era a conoscenza «Ma i miei amici non me ne hanno mai parlato» Mentre lui realizzava a pieno il significato della prole, lei rifletteva su ciò che era accaduto e stava succedendo. Lei, da che mondo era mondo e cielo era cielo, aveva sempre provato astio nei confronti del ragazzo sedutole accanto e che le stava dando conforto, ma in quel momento non poteva che provare anche amore, puro e semplice, ma mai banale o infantile.

L'aveva trattata per mesi e mesi come se fosse stata fatta di cristallo, un oggetto così fragile che si sarebbe potuto rompere al minimo urto, e l'aveva amata. Con gli occhi e non ancora con il corpo, ma l'aveva fatto più e più volte.

Dal canto suo Draco, comprendendo che lei aveva riacquistato tutti i ricordi e si scostò da lei, timoroso di essere cacciato, e con un flebile tono di voce le chiese «Hai ricordato tutto, vero?» Hermione, in risposta, annuì solamente. 

Draco sorrise amaramente e annuì. «Speravo solo di avere più tempo» le disse poi Draco alzandosi e avviandosi verso la porta che lo avrebbe condotto giù, fuori dalla sua vita. «Dove vai Draco?» chiese Hermione, accorgendosi solo in un secondo momento di cole le fosse venuto naturale pronunciare il nome di quello che era da sempre il suo nemico. «Immagino che tornerai ad odiarmi, che non mi vorrai tra i piedi come hai sempre fatto. Purtroppo lo avevo messo in conto e per quanto mi faccia male, lo farò» Draco era freddo mentre pronunciava quelle parole. Voleva che lei lo fermasse, che gli dicesse che sbagliava, che lo rincuorasse, ma sognava troppo probabilmente. E avvenne che lei si alzò dalla coperta a quadri dove stavano mangiando fino a poco prima, avvenne che Hermione gli si avvicinò e gli prese una mano poggiandola poi sul proprio petto, per poter far sentire il battito frenetico del suo cuore. «Vorrei tenerti lontano, tornare ad odiarti. Sarebbe  la cosa più comoda. Vorrei davvero tanto allontanarti da me, Draco, ma lo senti come sta battendo forte il mio cuore? Il solo pensiero mi strazia l'anima. Non so come sia potuto accadere! Anzi, lo so, è il perché che non comprendo, ma è successo e mi va bene così. Mi sono innamorata del mangiamorte pentito. Io! Hermione Granger! E la sai una cosa? Non me ne pento affatto. Mi basta sapere che è lo stesso» il monologo di lei ebbe su Draco un effetto placebo che gli rassicurò il cuore allontanando la paura di essere respinto, di perderla.

Lei lo aveva accettato per quello che era. La baciò d'improvviso e la fece lentamente sedere sulla coperta iniziando finalmente ad amarla in ogni modo. Fecero l'amore e lei divenne "sua" come egli aveva sempre desiderato fin dal primo momento in cui certi atti erano stati raggiunti dal pensiero di un Draco quindicenne, uscito finalmente dall'ingenuità per entrare nello stadio che la segue. Lo stadio del piccolo uomo che ormai cerca quello di cui ha bisogno. E lui aveva bisogno di lei. Anelava l'amore della ragazza che l'aveva attratto già dall'età di 11 anni. Cercava qualcuna che lo amasse come sua madre, nonostante tutto, amava suo padre. Fui nell'atto più alto che con voce roca urlò al mondo, al suo mondo, a lei «Ti amo» e si riversò in lei prima di poggiare la testa sul suo seno e nuovamente sul suo cuore. Uscì da lei e le tolse qualche ciocca di capelli dal viso per poi baciarla. 

Draco Malfoy tornò al presente e le diede un bacio a fior di labbra prima di coprire entrambi con la seconda coperta e addormentarsi con il sorriso sulle labbra, mentre abbracciava l'amore, la speranza, la sua ancora di salvezza.

E la mano del gigante

su quel petto di creatura

scioglie tutta la paura

è un rifugio di speranza

 

Nota dell'Autrice: 

Ed anche questo capitolo è giunto a termine. Ho cercato di non entrare troppo nei particolari quando ho parlato dell'atto in sé, tentando allo stesso tempo di farlo intendere in modo da farlo risultare piacevole e scorrevole nella lettura, spero di esserci riuscita.  Per quanto riguarda le quattro frasi finali, non mi pare di averlo detto nella descrizione della storia o nei primi due capitoli quindi, per chi non la conosce, è una canzone di Lucio Dalla, "il gigante e la bambina" che ho messo alla base della storia. Rappresentando le fondamenta appare evidente anche la scelta di metterla alla fine del capitolo o della parte che viene presa in considerazione, a simboleggiare le radici che mi hanno permesso di scrivere quella che sarà una piccola long-fic. Penso di avervi annoiati abbastanza questa volta con le note quindi al prossimo capitolo, un bacio, Amalia♥

  
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