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Autore: Chiara PuroLuce    07/11/2020    6 recensioni
Patty è sempre stata gelosa del rapporto di amicizia che lega Holly ad Amy, ma ora ha deciso di cambiare rotta.
Amy ha sempre cercato di avvicinare Patty, ma lei le si era sempre negata e con che grinta, ma se un bel giorno...
Una storia che tratta di un legame di amicizia, tanto insolito quanto vero che riserverà non poche sorprese alle due ragazze e non solo a loro.
Tratto dal prologo:
Cosa ci azzeccavano loro due insieme? Niente, eppure…
«Amy, lasciamelo dire, ho l’impressione che da oggi si scriverà un nuovo inizio per noi due. Ma che non lo sappia nessuno, mi raccomando.»
«Come? E perché?»
«Perché io non ti sopporto, ufficialmente. Lo sanno tutti. E così dovrà continuare a essere.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yayoi Aoba/Amy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Patty si svegliò con un senso di appagamento e felicità non comuni. In genere al mattino era scontrosa fino alla colazione e invece quel giorno…
Un momento, ma dov’era? Non a Tokyo, perché era andata dai suoi per una riunione extra sulla nonna e per cena e poi… Holly!
Quella era casa sua, o meglio dei suoi. Aveva dormito lì? Sul divano? Con… lui? Entrò in panico e un intenso rossore le invase il volto, tentò di girarsi, ma qualcosa la bloccava.
Mise a fuoco meglio e notò che era un braccio muscoloso, la mano appoggiata sul suo seno. Oddioddioddiooooo!
Se si concentrava meglio poteva sentire il corpo di lui avvinghiato al suo e sentire il suo torace alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro. Oddioddioddioooooooo!
Doveva fare qualcosa, subito! Si girò con cautela, ma così facendo la mano di Holly percorse tutto il suo petto fino ad abbracciarla completamente e a lei mancò il fiato. Quando riuscì a voltarsi verso di lui, prese coraggio e alzò leggermente la testa, che al momento era all’altezza del suo torace muscoloso e…

 
«Buongiorno splendore, e così finalmente abbiamo dormito insieme.»

Era sveglio! Oddio quanto era bello di prima mattina con l’aria assonnata e la voce roca. Cosa non avrebbe dato per poterlo vedere così tutti i giorni. Cosa? Patty, ma sei matta? No, sei solo innamorata persa di lui. Sì, ma ora digli qualcosa, sembri un pesce lesso con la bocca aperta e gli occhi spalancati dallo stupore, pensò.
 
«’Giorno a te. Ehi, ultimamente le inventi tutte pur di starmi appiccicato, vero?»

«Sì, ma questa è senza dubbio la migliore idea che abbia mai avuto. Oh, amore mio, hai un corpo fantastico, perfetto per le mie braccia e le mie mani. Saranno dieci minuti che sono sveglio a guardarti senza potere fare altro e il mio corpo è al limite della decenza.»

«Sporcaccione. Flirti di prima mattina? Oh, andiamo, puoi fare di meglio capitano.»

«Lo so, e ora ti dimostro anche quanto.»

E poi la baciò a fondo, stringendola ancora di più a sé, vagando con le mani sulla sua schiena. Improvvisamente Patty si ritrovò sdraiata sotto di lui che non la smetteva di assaporarle la bocca e accarezzarla. Le mani di Holly corsero sotto il suo top e raggiunsero in fretta il loro obiettivo che esplorarono con lentezza e lei emise mugolii di piacere.
Holly spinse i fianchi contro di lei per farle capire quanto fosse eccitato e lei – come mossa da una forza sconosciuta – portò le sue mani sul posteriore del suo innamorato e lo strinse. Holly smise di baciarla per qualche secondo – peccato – la guardò sornione e le sorrise, prima di riprendere possesso delle sue labbra.
Istintivamente Patty sollevò le gambe e le sostituì alle mani che gli mise nei capelli per avvicinarlo ancora di più a sé e si dedicò a farlo impazzire.

 
«Patty» la chiamò lui da molto lontano «Patty, amore, dobbiamo fermarci.»

«Nonononono» cantilenò lei cercando di riportarlo dov’era fino a poco prima.

Sentì Holly ridacchiare compiaciuto contro le sue labbra, prima di baciargliele un’ultima volta.
 
«Non farlo, ti preeeeegooo. È così bello» lo supplicò.

«Dio quanto vorrei assecondarti… ma devo farlo, lo sai anche tu. Se non vogliamo scandalizzare mia madre e Daichi, ci conviene smettere, subito.»

Cosa? Oddio! Improvvisamente conscia del pericolo che correvano, Patty emerse da quel languore tanto eccitante quanto sconveniente e lo fissò con gli occhi sbarrati e pieni di timore.
 
«Tranquilla, amore mio, stanno ancora dormendo, è presto» le disse indicandole l’orologio a parete che segnava le 5.30 a.m. e sogghignando.

«Oddio che paura. Dopo la parolaccia di ieri, ci mancherebbe solo che oggi tuo fratello ci beccasse nudi sul divano mentre…»

«Ci scambiamo effusioni?» suggerì lui guadagnandosi una pacchetta scherzosa sul braccio. «In teoria non siamo ancora nudi, ma se proprio insisti…» le disse alzandosi e iniziando a sfilarsi la t-shirt, ricevendo una nuova pacca, ma sulla gamba questa volta. «Ok, ok, ho capito, la smetto. Però ora hai acceso la mia fantasia, e sappi che il mio obiettivo non è più solo conquistarti, ma anche averti, in tutti i sensi. Voglio essere il primo e l’ultimo con cui starai. Il tuo meraviglioso corpo nudo sarà solo mio! Per sempre.» dichiarò tornando a baciarla con passione.

Oh, mio, Dio. Sta dicendo che vuole fare l’amore con me ed essere l’unico uomo della mia vita?  
 
«Holly» gli disse scostandosi leggermente da lui «ma che ti prende stamattina? Sei irriconoscibile.»

«E tu sei sexy da morire» rilanciò lui facendola arrossire tantissimo.

«E… e tu sei pazzo.»

«Davvero? Solo perché ho approfittato del fatto di averti così vicina a me?»

«Perché mi stai facendo venire pensieri sconvenienti sul divano dei tuoi.»

«Mi piace questa frase. Quanto sconvenienti?» le disse baciandola ancora «E comunque i miei lo sono di più. Infatti, ci siamo fermati, no?»

«Tu ti sei fermato e… oddio che ho detto?» mormorò lei portandosi le mani sul volto e cercando di scomparire.

Sentì Holly ridere e stava per dirgliene quattro, quando un pensiero la riportò alla realtà e si mise a sedere di scatto.
 
«Oh, no, nonononono!»

«Cosa c’è, amore mio?» gli chiese preoccupato il numero dieci.

«Non ho avvisato a casa, saranno preoccupatissimi e…»

Ma dov’era finita la sua borsetta? Si guardò in giro e la individuò appesa all’attaccapanni all'ingresso, ma chi… Maggie? Doveva averla trovata incastrata nel divano e messa a posto. Corse a recuperarla e ne estrasse il cellulare, convinta di trovarsi decine di chiamate perse e invece… neanche una? Ah, no, un messaggio di sua madre c’era.
 
“Buonanotte cara, a domani mattina. Fa’ con calma e torna con Oliver. Siamo impazienti di rivederlo. Ti voglio bene, mamma.”

Sorrise a quel messaggio e vide Holly rilassarsi.
 
«Tutto bene, immagino» le chiese.

«Sì, a quanto pare tua madre ha avvisato la mia che ero qua. Ah, hai da fare stamattina? Vogliono che ti porti con me.»

«Sono libero e vengo volentieri. È tanto che non li vedo. E poi mi mancano i nostri animali, tutti e due» buttò lì con nonchalance.

«Nostri?» 

«Nostri!» ribadì lui, raggiungendola e baciandola per l’ennesima volta «Hai fame? Io ho un vuoto allo stomaco pazzesco. Vuoi assaggiare la colazione che facevo sempre in Spagna o ne vuoi una locale? Ti avverto che vivere da solo mi ha fatto bene e ora cucino un po’ meglio, giusto per non morire di fame.»

Quella confessione la fece ridere e – visto che la sua pancia borbottò rumorosamente proprio in risposta – capitolò.
 
«E colazione europea sia!» sentenziò.

Gli prese la mano e lo trascinò in cucina.
 



 
Holly non poteva più essere felice di così. La sera prima, aveva adorato ogni momento passato accanto a Patty e quella mattina… non trovava una parola adatta per descriverla al meglio. Dio, aveva quasi fatto l’amore con lei sul divano dei suoi. E lei aveva risposto a ogni suo bacio, a ogni suo tocco.
Quando si era svegliato e l’aveva vista abbracciata a lui nel sonno, si era galvanizzato non poco e quando si era sporto per vederla in viso, il suo cuore ne aveva registrato ogni lineamento ed era impazzito. Ovvio che poi, al risveglio della sua amata, ne avesse approfittato. E lei gli aveva risposto, eccome.
Patty era sempre stata una continua fonte di sorprese, ma mai così eccitanti. Sperava proprio che quella settimana passasse in fretta e poi sarebbe stato tutto più facile.

 
«Mi spieghi come mai siamo finiti lunghi distesi sul divano?» gli chiese improvvisamente lei, arrossendo.

«Devo essere scivolato durante la notte e tu ti devi essere adattata di conseguenza, spostandoti da sola, non c’è altra soluzione» le rispose dopo averci riflettuto un po’ su.

«Niente di più facile. E… come mai tua madre non ci ha svegliati quando è rientrata? Non l’abbiamo nemmeno sentita tornare e, per quanto ne sapevamo stamattina, avrebbe potuto stare fuori tutta la notte a nostra insaputa e la porta sarebbe rimasta aperta.»

«Vero. Non avrà voluto disturbarci e poi tu non saresti potuta tornare a casa lo stesso, con il buio. E io non ti avrei più potuta tenere le braccia e svegliarmi con certi pensieri in testa» le disse facendole l’occhiolino mentre cucinava le uova e friggeva il bacon.

«Sicuro che sia una colazione spagnola? Secondo me è più americana» gli rispose lei glissando e affiancandolo ai fornelli.

«Ti ho promesso la mia colazione, non quella spagnola» le disse rubandole un bacio.

Holly allungò un braccio e lo posò sulla vita di lei, traendola a sé e la sentì circondarlo con le braccia, mentre si stringeva a lui. Dio, come gli sarebbe piaciuta una scena del genere tutte le mattine.
Chi l’avrebbe mai detto.
Quando fu pronto, Patty fece per allontanarsi da lui, ma Holly la trattenne e si mosse con lei per la cucina fino a che fu apparecchiato e servito. Si sedette e la fece accomodare sulle sue gambe, poi iniziò a imboccarla tra le risate di lei e i mugolii estasiati che emetteva tra un boccone e l’altro.

 
«Buonissima» gli disse leccandosi le labbra dopo l’ultima forchettata «ora potresti anche lasciarmi andare. Vorrei passare un attimo in bagno, dire a mia madre pressappoco a che ora arriviamo, insieme a Daichi visto che gliel'ho promesso e ripartire per Tokyo.»

«Devi proprio tornare là così presto? Dopotutto hai detto che sei sola.»

«Vieni con me» gli propose di getto accarezzandogli i capelli «hai da fare?»

«Per te ho sempre tempo, amore mio»

Soprattutto se la mia presenza irriterebbe oltre misura il vichingo. Mi piacerebbe tanto sapere cosa si sono detti dopo la scoperta del mio ricordino.
Patty gli sorrise, gli diede un lungo bacio e – con suo sommo dispiacere – scese dalle sue gambe e si diresse al bagno.
 


 

 
«Oh, cara, tu lo ami molto, ora ne sono certa.»

A Patty prese un colpo, appena uscì dal bagno, povera ragazza. Dal balzo che fece all’indietro, Maggie Hutton seppe di averla colta di sorpresa. Era sulla soglia della sua camera e la stava fissando con un gran sorriso.
 
«Buongiorno. Em… l’abbiamo svegliata? Mi dispiace.»

«In realtà è stato un delizioso profumino a farlo e quando sono scesa a vedere da dove provenisse…»

«Oh, cavoli. Senta, io…» iniziò lei diventando di tutti i colori.

Ma lei l’interruppe subito, avvicinandosi e trascinandola in camera sua, dove la fece sedere sul letto, prima di accomodarsi accanto a lei. Poteva vedere che Patty era sempre più sconvolta da quell’atteggiamento, ma lei doveva parlarle prima che se ne andasse da lì e prima che suo figlio le interrompesse.
 
«Ieri sera non me la sono sentita di svegliarvi, dormivate così bene o poco fa, in cucina, eravate così carini che era un peccato intromettermi.»

«Holly è stato molto dolce a prepararmi la colazione, sì» le rispose lei imbarazzata.

«E a imboccarti, vi ho visti. Mio marito ogni tanto lo fa ancora, credo gli venga naturale e nostro figlio ha preso da lui su questo» ridacchiò «lui ti ama!» sentenziò infine con veemenza.

«Lo so, me l’ha detto tante volte e io… oh, Maggie, posso darle del tu?» e quando lei annuì, continuò «Che devo fare? Sono così confusa. Posso parlarti sinceramente?»

E così, Maggie si ritrovò ad ascoltare la ragazza che suo figlio amava con tutta l’anima e capì. Quel Steffen era furbo e riusciva sempre a far breccia nel cuore di Patty con parole dolci, gesti carini e sorprese. Ma se Patty si trovava in questa situazione, la colpa era anche di Holly, che ora era geloso marcio.
Sì, perché Maggie, aveva visto Patty innamorarsi a prima vista di lui – e di anni ne aveva solo dieci – e aveva visto lui, ignorarla. Poi aveva iniziato a trattarla male e a uscire con chiunque – di sesso femminile e priva di cervello – respirasse, non mancando di sbattergliele sotto il naso. E, a quel punto, cos’altro poteva fare lei se non ripagarlo con l’indifferenza?
E ora, nella sua vita, era comparso questo nordico – che suo figlio tanto odiava – e Patty si era infatuata di lui. Anche se il suo cuore, Maggie lo sapeva da sempre, era tutto per suo figlio.
Patty era la figlia che non aveva mai avuto, pur desiderandola tanto e voleva vederla felice, se con Holly ancora meglio.
Poco prima, quando li aveva visti in cucina, abbracciati mentre facevano colazione, le si era scaldato il cuore. Erano una coppia magnifica e meritavano di essere aiutati.

 
«Sai Patty, io ti sono molto affezionata. Ti ho vista crescere e diventare una stupenda donna, forte e combattiva, ma anche dolce e gentile. Ti voglio dare un consiglio da mamma, lo accetti?»

«Sì, per favore. E grazie per i complimenti.»

«È la verità e la cosa bella è che, finalmente, se ne è accorto anche mio figlio. Per tornare a noi… parla chiaro con questo ragazzo, Steffen, e mostra a lui tutti i tuoi lati. Scommetto che lui non conosce la nostra Anego, giusto? Intendo quella arrabbiata e non solo quella spudorata che non ha avuto problemi a parlare con lui mentre era tutto nudo» e quando lei arrossì violentemente al ricordo e le diede ragione, continuò «Patty, mia cara ragazza, affrontalo seriamente e non lasciarti distrarre dai suoi tentativi di glissare le cose. Lo so che sarà dura, specie se dici che non resta mai a lungo arrabbiato e trova il modo per alleggerire il discorso, ma devi farlo. Solo così troverai pace dentro di te.»

«Se solo tuo figlio…»

«Lo so, è stato un cretino per tanto, troppo tempo, ma ha capito i suoi errori e vuole fare ammenda. Steffen è arrivato al momento giusto, vero? E forse Holly si è meritato un ostacolo del genere. Gli ha aperto gli occhi e dato il coraggio per cambiare.»

Guardò Patty che le sorrideva timidamente e le prese le mani.
 
«Chiunque ti abbia definita dura di cuore e insensibile è un grandissimo imbecille, credi a me» le disse, facendole sbarrare tanto d’occhi «e sì, lo so che mio figlio è il primo della lista, non credere. Non sai quante volte gli ho intimato di smetterla, quando parlava con astio di te, ma era come se avesse alzato un muro. Sono molto felice sia rinsavito fino a questo punto.»

«Gra… grazie Maggie, anch’io lo sono.»

«Ah, l’amore. Gliel’hai già detto, che lo ami?» s’informò poi.

«No, io… devo prima mettere ordine nella mia testa e poi… oh, sì, lo amo molto, ormai lo so, ma…»

«Vuoi essere sicura che lui veramente lo sia di te, anche se te l’ha confessato» e lì ancora Patty strabuzzò gli occhi «cara, sono una donna, e ho vissuto certe cose prima di te, di voi. Il fatto stesso che lui te l’abbia detto e da allora faccia di tutto per dimostrartelo, dovrebbe essere la risposta che cerchi.»

Maggie era consapevole dell’effetto che quelle parole avrebbero avuto su Patty, ma non poteva fare a meno di metterle un piccolo dubbio in testa. La vide arrossire e pensarci seriamente. Da madre, era più che felice che suo figlio fosse rinsavito e avesse deciso di conquistarla e lei gli avrebbe dato una mano anzi, l’avrebbe data a entrambi.
Ora rimaneva solo un piccolo dubbio da toglierle.   

 
«Cara, me lo sto chiedendo da ieri sera… come mai ti ho trovata qui? Holly non mi aveva detto che ti aveva invitato, se lo deve essere dimenticato.»
 
«Ah, em…» iniziò quella «in realtà non era programmato. Mi trovavo dai miei, e ho pensato di passare a salutarlo prima di ripartire per Tokyo. Abbiamo incominciato a parlare e a giocare con Daichi e, quando si è addormentato, l’abbiamo fatto anche noi senza volere. Scusami per il disagio, non era mia intenzione farmi trovare addormentata sul tuo divano con Holly. Chissà a cosa avrai pensato.»

Maggie non era stupida e capì che quella ragazza le stava nascondendo qualcosa, ma non indagò, così la lasciò andare, ma non prima di averle chiesto il numero di cellulare “nel caso avessi bisogno di parlare con una donna più adulta e più vicina a un certo capitano della Nazionale”, le aveva detto, ottenendolo.
 
«Ora vai, mia cara o qualcuno si chiederà dove sei sparita.»

L’abbracciò stretta e poi la guardò uscire dalla sua camera. Subito dopo le inviò, in rapida successione, due foto.
Bip bip. Bip bip.
Ok, missione compiuta… brava Maggie, brava!, si complimentò da sola, scoppiando a ridere immaginando la faccia della ragazza e si diresse a controllare Daichi.
   
 
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