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Autore: Chiara PuroLuce    22/11/2020    6 recensioni
Patty è sempre stata gelosa del rapporto di amicizia che lega Holly ad Amy, ma ora ha deciso di cambiare rotta.
Amy ha sempre cercato di avvicinare Patty, ma lei le si era sempre negata e con che grinta, ma se un bel giorno...
Una storia che tratta di un legame di amicizia, tanto insolito quanto vero che riserverà non poche sorprese alle due ragazze e non solo a loro.
Tratto dal prologo:
Cosa ci azzeccavano loro due insieme? Niente, eppure…
«Amy, lasciamelo dire, ho l’impressione che da oggi si scriverà un nuovo inizio per noi due. Ma che non lo sappia nessuno, mi raccomando.»
«Come? E perché?»
«Perché io non ti sopporto, ufficialmente. Lo sanno tutti. E così dovrà continuare a essere.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yayoi Aoba/Amy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Patty! Apri questa dannata porta di merda!» urlò a più non posso alla porta chiusa mentre la scuoteva, inutilmente «Porca puttana, signorina Gatsby, apri o la sfondo a calci!»

Holly era sconvolto. Ma che cazzo era appena successo? Era sceso per andare da Vanesia con l’obiettivo di chiederle aiuto con un massaggio – il che era già strano di suo – e poi, sovrappensiero per via di Patty che se ne stava tranquilla, tranquilla, dal suo amico vichingo, aveva suonato un campanello e… sbagliato porta. Cazzo.
Gli aveva aperto una ragazza molto alta, con i capelli lunghissimi e un’aria interrogativa di chi sta cercando di capire chi sei, ma non vuole chiuderti la porta in faccia per maleducazione. Gli aveva riferito che Vanesia era fuori – lo sapeva perché doveva ritirarle un pacco dal corriere – e che gli sembrava uno con un bisogno disperato di aiuto e lei essendo una psicologa poteva farlo. Così – contrariamente a quello che inizialmente era sceso a fare – si era ritrovato a parlare con quella strana tipa. Ma, alla fine, chi aveva aiutato chi?
Lui le aveva parlato di Patty e lei… di Steffen? Lì per lì, ne era rimasto spiazzato, ma poi aveva capito che se avessero fatto fronte comune… e perché no?
Il problema, semmai, era che quella ragazza – Miki aveva detto di chiamarsi – era di una timidezza estrema. Dopo un’ora passata a parlare con lei, si era deciso a tornare di sopra, per andare in casa sua, non certo per disturbare i due piccioncini, ma li aveva sentiti parlare sulla soglia – che avessero avuto la stessa idea? – e poi era successo il patatrac.
Ricapitolando: lui stava salendo, Miki subito dietro intenzionata ad andare da Steffen a riprendersi un borsone – in fondo che colpa ne aveva lui se gli era scappato che era in casa, senza dirle con chi? – e poi…
Già, e poi. Patty era comparsa sul pianerottolo… nuda! No, non nuda, ma semi nuda! Stava uscendo dalla casa del vichingo in intimo di pizzo nero – parecchio eccitante che ora non si sarebbe più tolto dalla testa – le forme provocanti in bella vista e i vestiti appoggiati al braccio.
Dio, quanto era bella!
Il primo pensiero nella sua testa fu: devo averla!
Il secondo pensiero nella sua testa fu: che cazzo ci faceva in casa del vichingo nuda?
Il terzo pensiero nella sua testa fu: sta scappando, fermala, fermala, fermala!
E così scattò. Ma lei fu più veloce e, sorda ai suoi richiami, si era ritrovato con la porta della sua camera chiusa in faccia.
E ora era lì, a urlare e bussare, sperando che lei cedesse e lo facesse entrare.

 
«Patty, amore mio, per favore, apri» disse poi con più dolcezza «ti prego, fammi entrare.»

«Non ti sente, è insonorizzata» intervenne una voce dietro di lui, Amy.

Cazzo, era vero… dannazione!
 
«Merda! Me l’ero scordato» rispose lui, appoggiando la testa sul legno e sospirando «e adesso come faccio?»

Guardò gli amici in cerca di consiglio, ma anche loro non sapevano cosa dirgli.
 
«Ma che cazzo è successo di là?» li interrogò, pur sapendo che ne erano all’oscuro come lui. «No, dico, che cazzo hanno combinato quei due, che caz.. Steffen!» urlò poi correndo fuori dall’appartamento.

«No, Holly, fermo!» cercò di bloccarlo Julian, inutilmente «Oh, merda.»

Si precipitò nell’appartamento di lui, ancora con la porta aperta e… vuoto! Vuoto! Dove cazzo era, dove… ma certo, le scale! Gli era passato vicino scendendole di corsa e lui l’aveva fatto passare, incantato com’era da una Patty semi nuda e terribilmente peccaminosa. Scartò Julian che nel frattempo l’aveva raggiunto, forse sperando di riuscire a bloccarlo e tornò sul pianerottolo.
 
«Steffen!» urlò precipitandosi al quarto piano.

Lo trovò attaccato alla porta di Miki e gli sembrò di rivivere la scena di poco prima. Impossibile che quel…
 
«Miki, aprimi, per favore. Lascia che ti spieghi» stava dicendo lui.

Dal dentro dell’appartamento, Holly sentì provenire dei singhiozzi disperati. No, non doveva provare empatia per quel tipo. Così lo chiamò e non appena lui si girò, lo agguantò per la maglietta con entrambe le mani, anche se era decisamente più alto di lui e più massiccio e gli piantò gli occhi addosso. Ma non gli faceva paura, proprio no.
 
«Adesso tu mi spieghi perché cazzo Patty è uscita semi nuda da casa tua.»

«Non devo spiegarti proprio niente, Hutton» rispose quello «pensa quello che vuoi, non mi importa.»

«Parla dannazione. Non sono in vena di giochetti in questo momento. Non ti lascerò finché non l’avrai fatto, quindi mettiti comodo. Parla!» urlò «Cosa ci faceva la mia Patty, in intimo da te» ripeté scuotendolo.

«Tu cosa pensi?» lo provocò ancora quello.

«Penso che ti spaccherò la faccia» rispose lui «se solo hai osato metterle un dito addosso» specificò.

«Addirittura. Ma sei sicuro di avere la meglio contro di me? Non dirmi che sei geloso di me.»

«Follemente geloso. Quindi non provocarmi oltre o tu stesso non ti riconoscerai allo specchio e non è una minaccia questa, ma una fottuta promessa.»

Poi lo liberò dalla stretta, fece schioccare le dita e gli si piazzò davanti a braccia conserte, con sguardo minaccioso.
 
«Non pensi che forse sia stata lei a spogliarsi di sua iniziativa?» gli disse il vichingo e da dentro i singhiozzi aumentarono di volume «Oh, merda, Miki!»

«Patty mi ama, non si spoglierebbe mai davanti a un altro che non sia io.»

«Sei sicuro? Ha detto che voleva provarmi che non era insignificante e si è spogliata. Da sola.»

«Menti. Questa è la giustificazione più stupida che abbia mai sentito in vita mia.»

«D’accordo, vuoi sapere come è andata realmente, in due parole?»

«Non chiedo di meglio.»

«Hai vinto!»

Cosa? Ho vinto? Ma che sta dicendo ora questo idiota. Vinto, che cosa?
 
«Se vorrai sapere altro, parla con Patricia. Io ti ho già detto troppo. E ora sparisci che ho una questione urgente da risolvere» gli disse indicando con la testa la porta dietro di lui «Miki, per l’amor del cielo, non fare la bambina e apri questa dannata porta» disse poi tornando a bussare.

Holly non ci capiva più niente, ma una cosa era certa, non aveva intenzione di mollare.
 
«Non so cosa tu intendessi dire, ma lo scoprirò» gli disse e poi aggiunse «nel frattempo… Steff?»

«Che vuoi ancora?» disse lui girandosi a guardarlo.

Un potente pugno lo raggiunse al volto e lo fece cadere addosso alla porta di Miki, prima di farlo crollare a terra.
 
«Avrei potuto usare uno dei miei piedi e usarti come un pallone, ma non volevo sforzare troppo la mia gamba» poi gli disse, inginocchiandosi accanto a lui per poi avvicinarsi al suo volto con il proprio e puntargli un dito contro «ma se ti avvicini ancora a Patty, giuro che lo faccio. Potrei usare un Drive Shoot usando te come pallone, che ne dici? Miki, è tutto tuo, buona fortuna» disse infine alla porta chiusa, prima di alzarsi e andarsene.

Fece per tornare di sopra, ma fu bloccato da Vanesia che, sentendo tutto quel trambusto, era uscita sul pianerottolo.
 
«Non c’è nulla di più sexy e bello da vedere di un innamorato geloso» gli disse.

«Em… decisamente geloso sì e decisamente innamorato, hai ragione.»

«Hai voluto chiarire un punto?» gli chiese guardando oltre la sua spalla.

«Diciamo così, sì. Mi prudevano le mani già da un po’. Scusa, ma… ho lasciato un altro punto in sospeso» rispose lui superandola e tornando di sopra.

«Vai e fatti onore, mio caro» gli urlò e poi aggiunse sospirando «ah, certe ragazze hanno tutte le fortune!»

Doveva chiarire con Patty. Capire come mai fosse uscita in quello stato dalla casa del vichingo. Scoprire cosa intendesse quel tipo con quella frase enigmatica. Hai vinto! Hai vinto, cosa? Dannazione a lui che si divertiva a tormentarlo.
Julian e Amy lo stavano aspettando davanti alla porta, guardandolo con preoccupazione e timore, ma lui li rassicurò con un sorriso. Aveva bisogno di riflettere qualche minuto e per questo salì in casa, tallonato dall’amico e da…

 
«Oh, mio… Julian, che cosa succede qui? Che cos’è questo posto?» chiese Amy al fidanzato.

Holly la vide guardarsi in giro con sconcerto e curiosità, poi Julian la prese per mano e la condusse in camera sua dicendole che dovevano parlare, che non era così che avevano programmato andassero le cose, ma che ormai non si poteva più tornare indietro e aspettare ci fossero entrambe. Poi strizzò l’occhio a lui e chiuse la porta.
E adesso, che cosa doveva fare? Che cosa dov… ah, ma certo. Lanciò un urlo di incoraggiamento, si spogliò, percorse l’appartamento fino alla porta interna che conduceva al solaio delle ragazze e l’aprì.
Stava per dire agli amici di non seguirlo quando sentì un urlo femminile provenire da dietro di lui e un “Holly, cazzo stai facendo? Ti sei ammattito del tutto, amico?” provenire da Julian. Girò la testa e lo vide nascondere il volto di Amy sul suo petto, proteggendola con le braccia mentre lo fissava truce. Lui, di contro gli sorrise e gli disse solamente:

 
«Vado dalla mia Patty, non aspettatemi. Sarà una cosa lunga, molto lunga, credo. Ciao, ciao!»

Sentì Amy borbottare “Ma che ho fatto di male io? Perché sempre a me capitano queste cose? Oddio, che imbarazzo! A questo punto perché non vedere tutta la Nazionale nuda insieme? Così faccio prima, no?”
Lui non poté fare a meno di ridere, ricordando che la ragazza non era la prima volta che si trovava in quella situazione, come aveva raccontato durante la famosa colazione rivelatrice prima della partita contro l’Argentina.
Ops. Povero Julian.
E poi sparì oltre la soglia e richiuse la porta con un tonfo secco. Patty aveva visto nudo il vichingo? Sì, dannazione. Patty si era spogliata davanti a lui non si sapeva bene per quale motivo? Sì, dannazione doppia. Bene, anzi… male.
Ora, la sua amata signorina Patricia Gatsby, avrebbe ricevuto una sorpresa che non avrebbe mai più scordato in vita sua e che vedeva lui come protagonista assoluto… Lui, e solo lui, Oliver Hutton!
 



 
Patty era disperata. Che umiliazione. Tanto valeva che ci fosse l’intera Nazionale sul pianerottolo così l’avrebbero vista come una donna e non solo come Anego.
Holly l’aveva vista in mutande e reggiseno, di pizzo, nero. Era il capo intimo più sexy che aveva nel cassetto e il suo preferito. L’aveva messo perché tutti gli altri erano in lavatrice.  Ironia della sorte, l’aveva comprato pensando a lui. Solo che avrebbe voluto mostrarglielo in circostanze diverse e non davanti a Steff, a una Amy sbigottita, a un Julian imbarazzatissimo, a una Miki delusa e… e a lui, a un Holly… ammaliato e del tutto incantato da lei.
Era ancora lì fuori? Quanto tempo era passato?  
Oddio, era corsa via. Oddio, gli aveva chiuso la porta in faccia. Oddio, gli aveva urlato di andarsene. Oddio, quanto era stupida.
Non poteva rimanere lì dentro tutto il giorno, quindi si fece coraggio e corse in bagno, doveva darsi una sistemata. Aveva pianto talmente tanto che le facevano male gli occhi e se li sentiva bruciare e se li immaginava rossi e gonfi.

 
«Fatti forza, copriti, spera che non ci sia nessuno ed esci da qui, Patty, prima o poi devi farlo, no?» disse alla sua immagine riflessa nello specchio, poi si gettò dell’acqua fredda in viso più volte e rise di se stessa... sembrava una che non dormiva da giorni.

Prese la vestaglia che le aveva regalato Amy al suo ultimo compleanno. Rossa, di seta con l’ampio collo in pizzo, le maniche a tre quarti sempre di pizzo e tremendamente trasparente. Si pettinò velocemente i capelli e poi aprì con cautela la porta, per sbirciare fuori. Nessuno in vista, per fortuna, via libera. Spalancò la porta, decisa ad andare in cucina a farsi un sandwich con prosciutto, formaggio e frittata – quando era nervosa le veniva una fame tremenda – e… e lanciò un urlo.
 
«Non sei contenta di vedermi, amore mio?»

Holly? Holly era lì? Holly era lì, seduto davanti alla sua porta e… completamente nudo! Arrossì fino alla radice dei capelli, era magnifico, come aveva sempre immaginato.
 
«I… iooo… sssì» ammise balbettando «cre… credevo che non volessi più saperne di… di me!» gli confessò.

«E come mai?» domandò lui.

«Pe… per via della scena che hai visto sul pianerottolo. Io… io ti devo spiegare, io… io non ho…» oh, ci mancava solo che iniziasse a balbettare.

«Sei una visione, lo sai? Sei così sexy che ti salterei addosso in questo preciso momento e non so cosa mi trattenga dal farlo.»

«Cosa? Holly, non mentire per cercare di tirarmi su di morale e… oddio, sei… sei nudo!»

«Così pare. Ti piace quello che vedi?» le chiese con voce roca.

Piacerle? Era semplicemente incantata da quella visione mascolina e lui le chiedeva se gli piaceva?
 
«Non sapevo ti fossi dato al nudismo. Ti sta bene.»

«Grazie, in attesa del tuo nudo integrale – possibilmente solo per i miei occhi –mi sono portato avanti.»

Quel ragazzo era pazzo, ma lei lo amava lo stesso e così scoppiò a ridere. Poi si guardò in giro e…
 
«Dove sono Amy e Julian? E perché voi due perché siete qua, insieme? Dio che imbarazzo con loro.»

«Ah, non preoccuparti per loro. Sono sicura che Amy gli starà facendo dimenticare cosa ha visto in questo preciso momento. Ne parleremo più avanti del motivo del nostro arrivo improvviso, vuoi? Ora abbiamo cose più importanti da dire e da fare, non sei d’accordo con me?»

Lo era, lo era molto e fu per quello che gli disse…
 
«Baciami, Holly. Baciami e fammi dimenticare quello che è successo là fuori.»

E lui lo fece. Cazzo, se lo fece, eccome. Patty dimenticò persino il suo nome.
 
«Quanto sei sexy... il nero ti dona e il rosso poi… ho una proposta per te.»

«Davvero? E dimmi, quale sarebbe? Qualcosa di sconcio immagino» poi aggiunse quando lo vide ridacchiare «i tuoi occhi parlano per te.»

«Sconcio non direi. Giusto, equo, semmai. Spogliati, Anego. Fa che non sia l’unico a esserlo, incomincio a sembrare un maniaco e sto morendo dalla voglia di vederti senza nulla addosso.»

Cosa? Poteva farlo? Poteva osare? Dio, quanto era tentata di dargli retta. Si guardò in giro con cautela e lui se ne accorse.
 
«Tranquilla, amore mio, siamo soli e non entrerà nessuno qui, per un bel po’ di tempo. Ho chiesto loro di essere lasciati in pace.»

E così, lei, sentendosi tanto audace quanto pazza… lo fece. E Anego tornò.
Si sfilò la vestaglia che cadde per terra e lo vide trattenere il respiro. Mosse i fianchi con lentezza – senza smettere di fissarlo – si girò e continuò il suo show privato. Piano, piano, fece scivolare anche le mutandine, piegandosi in avanti nel momento in cui dovette sfilarle e sentendolo trattenere il respiro alla vista del suo sedere in quella posizione. Poté giurare di averlo anche sentito imprecare. Tornò a guardarlo, girandosi ancora, facendo dondolare l’indumento intimo su un dito prima di lanciarlo lontano. Infine, portò le braccia sulla schiena e si slacciò il reggiseno che sfilò mooolto lentamente, prima di farlo cadere ai suoi piedi.
Improvvisamente intimidita cercò di coprirsi con le braccia, ma Holly gliele bloccò e poi la baciò dapprima con lentezza, poi con sempre maggiore passione e desiderio.

 
«Sei uno spettacolo, amore mio. Neanche nelle mie fantasie più remote ti avevo immaginata così sexy» le disse poi, facendola arrossire.

«Sono lusingata e… molto in imbarazzo» gli confessò con un filo di voce.

«Non devi esserlo, sei perfetta.»

«Sono… ciccia e tu sei così… tonico e tanto che…»

«Sei perfetta» ribadì lui tornando a baciarla «mi piacciono le tue forme così femminili e mi piace toccarle. Prima di continuare dobbiamo parlare.»

Quella richiesta la spiazzò, ma era giusto e quindi – improvvisamente libera da ogni pudore – lo prese per mano e condusse sul suo enorme letto a due piazze al centro della sua stanza. Salì con movenze languide e si sistemò con la schiena alla spalliera invasa dai cuscini. Con il dito gli fece cenno di raggiungerla e poi picchiettò sul materasso.
 
«Così mi uccidi, amore mio» le disse, raggiungendola senza smettere di guardarla negli occhi.

Patty lo vide sedersi davanti a lei, con le gambe incrociate e le mani a protezione delle sue parti basse e lei lo imitò.
 
«Chiedimi tutto quello che vuoi, capitano. Non vado da nessuna parte per il prossimo futuro» gli disse, facendolo ridere.

E fu accontentata.
 
«Spiegami perché eri nuda a casa del vichingo» le chiese Holly a bruciapelo e percorrendola tutta con lo sguardo, mandandola in tilt.

«Semi… nuda» specificò lei, recuperando un barlume di raziocinio «non è successo niente. O… o meglio, qualcosa è successo e non so come la prenderai appena te lo dirò.»

«Qualcosa… cosa?» le disse, tagliente.

«Em… gli ho fatto conoscere Anego.»

A quel punto, dopo un attimo di silenzio, Holly fece una cosa che la spiazzò… scoppiò a ridere.
 
«Non è divertente!»

«E invece sì. Finalmente, amore mio. E… come l’ha trovata?» le domandò.

«Credo l’abbia spiazzato e... non penso sia diventato un suo fan.»

«Meraviglioso. Io invece l’amo tantissimo, come te del resto» le confessò facendola arrossire ancora di più.

«Lo so, caro, lo so.»

«È la seconda volta che mi chiami così. Significa quello che spero?»

Ma lei non poteva ancora rispondergli. Prima doveva chiarire una cosa.
 
«Holly, mi ami davvero?»

Quella domanda dovette spiazzarlo perché si allungò, la prese per i fianchi e si impossessò della sua bocca con maestria e passione.
Patty diventò più rossa della sua vestaglia abbandonata in corridoio. Non tanto per il bacio quanto per il fatto di essere allacciata a un Holly totalmente inedito e decisamente… nudo!

 
«Questa riposta ti soddisfa?» le chiese

Patty si limitò a sorridergli, non si fidava della propria voce che doveva essere sparita, come il suo cervello.
 
«E…» gli disse schiarendosi la voce «mi trovi… interessante, oppure di contro… che so, insignificante?»

Che aveva detto di così… scioccante?
 
«Te l’ha detto lui, vero? Che sei insignificante per me, intendo» le chiese con voce tagliente e sguardo di fuoco, aumentando la presa sulla sua vita.

«E mi trovi bella?» chiese ancora.

Doveva sapere.
 
«Cosa? Ma che cazzo ti ha detto quel troglodita? Certo che sì. Tu sei stupenda, meravigliosa, immensamente fantastica.»

«Quindi, non mi useresti mai come passatempo in attesa di rientrare in Spagna e spassartela con altre puttanelle che ti potrebbero giovare alla carriera?»

«Patty, ora mi dici le parole esatte che ha usato e giuro che questa volta non mi limiterò a un solo pugno in faccia.»

«Hai picchiato Steff? Quando? Perché?» gli chiese.

«Se lo meritava. È successo poco fa e… oh, se stai pensando di raggiungerlo per vedere come sta, non farlo. C’è Miki con lui. Credo che gli piaccia e, da come lui suonava alla sua porta implorandola di aprire, credo che sia ricambiata. Mi spiace per te, hai perso uno spasimante. No, in realtà non mi spiace per niente… perché ora sei tutta mia e solo mia!»

«Conosci Miki? E da quando?»

«Sei gelosa, amore mio?»

«Puoi scommetterci» disse lei facendolo ridere «e dunque, non hai risposto alla mia domanda. Sono una tipa insignificante, Holly?»

Per tutta risposta, lui tornò ad abbracciarla stretta. Poi le prese una mano e gliela portò, lentamente, là dove voleva. Patty all’iniziò si irrigidì e fece per spostarla, ma lui la tenne ferma per il polso, incatenandola con gli occhi e… oh, caz… cavoli! Stava davvero… stava davvero…
 
«Ti sembra la reazione di uno che ti trova insignificante, questa?» le chiese Holly con voce bassa e roca.

Lei non riuscì a dire nulla dall’imbarazzo e si limitò a scuotere la testa con decisione.
 
«La vogliamo smettere di parlare ora?» domandò a un soffio dalla sua bocca.

Se le parole si erano date alla macchia, allora poteva usare le labbra in un altro modo e fu quello che fece, assaggiando le sue, mentre gli faceva scorrere la mano libera nei capelli e lo attirava più vicino a sé.
Poi, non seppe come, si ritrovò sdraiata sotto di lui che l’assaggiava ovunque con calma e con fare languido, sensuale.
Patty era sopraffatta dalle emozioni, non riusciva a parlare per esprimerle neanche a volere e allora decise di farsi capire con i gesti, i baci, i sospiri e le mani.
Gli avrebbe dimostrato tutto il suo amore con ogni fibra del proprio essere, fisico e spirituale.
Ma quando lui, tra un bacio e l’altro parlò e le disse “Ti Amo Patty!” lei si ritrovò a rispondergli:

 
«Ti amo tanto anch’io Oliver Hutton. Così tanto che il mio cuore è andato in tilt. Ti amo alla follia.»
 
   
 
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