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Autore: Severa Crouch    17/12/2020    7 recensioni
Si dice che un Potter porti sempre scompiglio a Hogwarts. Lo sa bene Minerva McGranitt, l’anziana preside della scuola di magia e stregoneria più prestigiosa d’Inghilterra, che ha allertato Prefetti e Capiscuola in vista dell’arrivo del primogenito di quello che fu il Bambino che è Sopravvissuto.
Come se fosse una maledizione legata al nome, con l’arrivo di James Sirius, strane presenze compaiono tra i corridoi della scuola, riportando a galla gli echi di una guerra finita.
In modo del tutto speculare, con reciproche diffidenze e sospetti, i cugini Weasley-Potter e i fratelli Lestrange indagano su quelle apparizioni, cercando di fare luce su quel mistero che riapre ferite che sembravano guarite.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 6

 

Hogwarts, 17 ottobre 2015

 

“Teddy, datti una calmata.”

Amelia gli diede una gomitata mentre continuava a tenere d’occhio i Lestrange. “Non mi fido di loro. Stanno tramando qualcosa.”

La sua amica gli diede un pizzicotto sulla gamba per costringerlo a distogliere lo sguardo da loro e prestarle attenzione. Teddy incrociò lo sguardo di Amelia che gli restituì un sorriso sarcastico: “Pensi di fare l’Auror in questo modo? Innervosendo i tuoi obiettivi? Come pensi di scoprire qualcosa se loro si sentono osservati per tutto il tempo?”

Le parole di Amelia lo riportarono con i piedi per terra e lo convinsero a distogliere lo sguardo dai Lestrange. Non si fidava, ma Amelia aveva ragione, non poteva osservarli continuamente, avrebbe dovuto fare più attenzione. Avrebbe potuto scrivere a zio Harry e forse lui avrebbe mandato qualche Auror a perquisire casa loro, così gli sarebbe passata la voglia di fare gli sbruffoni e aggirarsi con l’aria di chi sta tramando qualcosa.

“Oggi hanno incontrato una studentessa di Durmstrang. Ammesso che fosse una studentessa, sembrava molto più grande. Si sono incontrati alla Testa di Porco, è tutto molto sospetto,” disse mentre si serviva una fetta di pasticcio di carne e delle patate.

“Magari pensavano che ai Tre Manici di Scopa sarebbero stati infastiditi. Forse volevano solo un posto tranquillo dove parlare,” provò a ipotizzare Amelia.

“Tu sei sempre ottimista, vedi il lato migliore delle persone e non ti rendi conto che i Serpeverde tramano nell’ombra, che hanno introdotto rituali strani che nessuno di noi si sogna di festeggiare,” le disse mentre aggiungeva una salsiccia nel piatto. Amelia mandò giù il boccone di pasticcio di carne e gli sorrise. Non si innervosiva mai quando si trattava dei Serpeverde, nemmeno al pensiero degli ex-Mangiamorte. Sua zia era stata uccisa da Voldemort in persona e lei continuava a giustificare i figli dei seguaci di quel mostro. Gente che sperava di vincere la guerra per impedire a persone come lui e Vic di mettere piede a Hogwarts!

“Teddy, durante i sabba aprono la sala comune di Serpeverde anche agli altri studenti. Non è mai successo in tanti secoli dalla fondazione di Hogwarts. Non fanno altro che accendere candele, bruciare erbe e recitare le formule che si studiano in Antiche Rune, non c’è niente di misterioso. Potresti andarci questo Samhain, ti sorprenderesti.”

“Tu partecipi ai loro sabba?” domandò perplesso.

“Sono andata l’anno scorso a Imbolc, per curiosità. Secondo me, finché loro saranno chiusi tra di loro, continueranno a fossilizzarsi su quelle idee antiquate che hanno. Le altre Case dovrebbero adottare dei Serpeverde perché solo così possono cambiare idea! La Preside ha fatto benissimo a introdurre le ronde con persone di Case diverse.”

“Certo che ha fatto bene, così possiamo impedire alle Serpi di fare i prepotenti con gli studenti delle altre Case. Zio Harry mi ha raccontato di come si comportava il prefetto di Serpeverde, Malfoy, quando lui era a Hogwarts…”

“Sì, però non puoi paragonare continuamente oggi a come era un tempo.”

“Amelia, il punto è che se apri le fogne, finisce che contamini i pozzi. È una legge scientifica abbastanza semplice. La tua idea darebbe loro modo di fare proselitismo e convincere gli altri delle loro idee, è così che Voldemort è andato al potere, e Grindelwald prima di lui. Vuoi che torniamo a quei tempi? Perché io non ho voglia di essere ricercato solo perché mio padre era un Lupo Mannaro…”

“No, certo, però in assenza di indizi o prove su attività illegali non puoi accusarli, è così che gli innocenti sono finiti nei guai e si sono create le maggiori ingiustizie. Stai conducendo un processo alle intenzioni.”

“È che certe persone non cambiano mai. Il maestro di mia madre diceva che un Mangiamorte rimane sempre tale, e non credo che i figli siano diversi. Roland me l’ha detto chiaramente che sa come farmi fare la fine dei miei genitori. Non mi servono altri indizi per diffidare di loro e non voglio avvelenare i pozzi con le loro idee del cazzo.”

“Teddy!” Amelia lo rimproverò “sei un Caposcuola! Modera il linguaggio! Se ti sentissero i bambini del primo anno?”

Teddy sorrise. Amelia era un Prefetto decisamente più coscienzioso di quanto lui non fosse mai stato. Si concentrò sulla cena. Le loro attenzioni furono distolte da Nigel che continuava a parlare di Passaporte e Metropolvere da quando gli avevano suggerito di fare domanda all’Ufficio per il Trasporto Magico. “Secondo voi mi lasceranno collaborare per l’organizzazione della Coppa del Mondo di Quidditch? Insomma, dovrei aver appena finito Hogwarts nel 2018!” domandava entusiasta.

Teddy alzò lo sguardo verso Nigel e gli disse: “Credo che ti metteranno a creare talmente tante Passaporte che te le sognerai la notte.”

Amelia scoppiò a ridere annuendo. “Ma che fretta hai di andare al Ministero? Io mi sento male solo al pensiero di dover lasciare questa scuola!”

“È un po’ come casa, vero?” le domandò Teddy che iniziava ad avvertire la nostalgia da ultimo anno. Hogwarts gli sarebbe mancata moltissimo, soprattutto i suoi compagni di Tassorosso, i pomeriggi con Vic, molto di meno i Lestrange che ora ridevano tra di loro. “Amelia, io non ce la faccio, mi fanno sbroccare!”

“Teddy, calmati e sii paziente, tra un po’ vi vedrete nell’ufficio del professor Longbottom e assisterai alla caterva di punti che toglierà loro e alla punizione che si prenderanno! Aspetta, non mettere nei guai il nostro punteggio.”

Sospirò e attese pazientemente la fine della cena chiedendo a Tosca di assisterlo e aiutarlo a tenere a freno il temperamento da Grifondoro ereditato da suo papà. Non era semplice praticare la pazienza quando si cresceva circondato da impulsivi Grifondoro e una nonna Serpeverde piena di veleno contro la famiglia che le aveva distrutto la vita.

Si presentò davanti l’ufficio di Neville con qualche minuto di anticipo, sperando di poter parlare con il professore. Vi trovò la Direttrice di Tassorosso, Zelda McMillan, che era anche la loro insegnante di Pozioni.

“Eccoti, Teddy, sei in anticipo.”

Neville sorrideva bonariamente appoggiato alla scrivania del suo ufficio. Era una stanzetta circolare dalle pareti in pietra coperte in buona parte da libri di erbologia e piantine che si arrampicavano sulle colonnine della finestra bifora, l’unica fonte di luce naturale. C’erano bauli ordinati e in un angolo, tra il portaombrelli e un appendiabiti con il mantello c’era una vanga. Teddy immaginò che potesse servire anche per difendersi alla bisogna.

La professoressa McMillan gli domandò: “Vuoi raccontarmi cosa è successo prima che arrivino gli altri?”

Zelda McMillan era una strega dai corti capelli neri e l’aria vispa e gentile. Riusciva ad appassionare molti studenti allo studio delle Pozioni grazie al suo entusiasmo. A lezione organizzava delle vere e proprie sfide intorno ai calderoni per la realizzazione del filtro perfetto. Adesso lo osservava con il capo inclinato e un sorriso gentile sul volto.

Teddy annuì: “La ricostruzione dei Lestrange è vera. Ero con Victoire da Mielandia, abbiamo sentito che confabulavano di dover incontrare qualcuno e ci siamo insospettiti, li abbiamo seguiti fino alla Testa di Porco che, insomma, è un locale abbastanza dubbio…” Il professor Longbottom annuiva continuando ad ascoltare, mentre la professoressa McMillan manteneva il suo sorriso paziente e attendeva la fine del racconto. Teddy proseguì: “Victoire ha tirato fuori le Orecchie Oblunghe dei Tiri Vispi Weasley, io ho aperto la finestra e abbiamo ascoltato solo dei convenevoli. La ragazza sembrava che conoscesse i genitori e che stesse per partire per Durmstrang. Hanno detto che avevano bisogno del suo aiuto e poi ci hanno visto.”

“Quindi era veramente un’amica di famiglia che studiava a Durmstrang?” domandò la professoressa McMillan. Guardò il professor Longbottom e disse: “Nevill, Pucey insisterà su questo aspetto e ha ragione: tre suoi studenti sono stati pedinati, spiati e non stavano facendo nulla di sospetto.”

“Zelda, perché avevano bisogno dell’aiuto di una studentessa di Durmstrang?”

“La domanda che devi porti, Neville, e te la pongo perché ce la porrà Edgar, è se avevano bisogno della studentessa di Durmstrang o dell’amica di famiglia? Erano andati a comprare dei regali per i genitori. Io acconsentirò alla punizione di Teddy per la partecipazione nell’attività di pedinamento e spionaggio, ma chiederò che vengano puniti per averlo attaccato.”

“Loro diranno che è stata la loro amica ad attaccare, professoressa,” disse Teddy.

“Ed è così?”

Teddy annuì di controvoglia. “Mi secca ammetterlo ma lei e Victoire si sono scambiate delle frasi poco carine e hanno iniziato a duellare, mentre io sono stato immobilizzato.”

“Grazie per la tua onestà Teddy,” disse la McMillan, “lo apprezzo molto. Più di una volta i Lestrange non hanno esitato a mostrare i loro ricordi al professor Pucey per far vedere come sono andate le cose e abbiamo finito per trovarci in difficoltà.”

Teddy annuì: “Il professor Longbottom me l’ha detto. Ne sanno una più del diavolo quei tre. Sembra sempre che abbiano l’alibi pronto e questo continua ad essere sospetto.”

“Ma scusa, Teddy,” la McMillan sospirò come se cercasse le parole migliori per esprimere i suoi dubbi, “sta succedendo qualcosa nella scuola perché tu e Victoire siete così sospettosi nei loro confronti? Ammetto che incontrare studenti di altre scuole alla Testa di Porco non è una delle solite attività dei nostri studenti, ma non capisco il vostro bisogno di tenere d’occhio i Lestrange. È successo qualcosa?”

Teddy scosse la testa: “No, non che io sappia, professoressa, ma loro tre hanno sempre l’aria di qualcuno che stia tramando qualcosa.”

Il discorso venne interrotto dall’arrivo dei tre fratelli Lestrange insieme al Direttore di Serpeverde, il professor Edgar Pucey che insegnava Difesa contro le Arti Oscure. Pucey sorrideva benevolo ai tre ragazzi che, come sempre, erano riusciti a portarlo dalla loro. Roland Lestrange aveva assunto l’aria da bravo ragazzo ingiustamente perseguitato. Teddy avrebbe voluto spaccargli il naso. Rodolphus lo guardava con il sopracciglio alzato senza nemmeno nascondere la sua irritazione per la perdita di tempo, mentre il più piccolo, Rabastan, era stato così paraculo – e non c’era altro termine per definirlo – da arrivare con un libro di Erbologia e uno di Pozioni sotto il braccio. Teddy era decisamente furioso.

“Accomodatevi,” disse Neville con un sorriso tirato. Teddy notò che guardava solo il collega e poi aveva portato lo sguardo all’orologio da polso, in attesa della professoressa Robins e di Victoire.

Arrivarono poco dopo scusandosi per il leggero ritardo. A quanto pareva Pix aveva preso di mira alcuni primini all’uscita della Sala Grande e avevano dovuto aiutarli a pulirsi dalla farina. Victoire gli sorrise incoraggiante e prese posto accanto alla direttrice della sua Casa.

Demelza Robins era l’insegnante di Trasfigurazione e da quando Teddy aveva messo piede a Hogwarts, aveva fatto innamorare un sacco di studenti con i suoi occhi azzurri e i boccoli castani. Tuttavia, i cuori finivano per spezzarsi al primo compito di Trasfigurazione, visto che era estremamente esigente. Inoltre, era appassionata di Quidditch e non aveva nessuna intenzione di mettere in difficoltà la capitana che stava regalando molte vittorie a Grifondoro.

“Direi che ci siamo tutti,” disse il professor Pucey. “C’è poco da discutere, Neville, i miei studenti non hanno fatto nulla. Ho il ricordo di Roland che mostra chiaramente come sono andate le cose, e persino la graziosa studentessa di Durmstrang che è un’amica dei tre signori Lestrange. A quanto pare, il luogo dell’incontro l’ha scelto la ragazza che non conosce bene Hogsmeade e sperava di trovare Vodka Incendiaria. Niente di rilevante.”

Pucey camminava per la stanza del professor Longbottom con una mano in tasca e l’altra impegnata a giocare con la barba scura da cui iniziava a intravedersi un po’ di grigio. I capelli ricci erano disordinati e sotto il mantello di lana marrone scuro indossava una camicia bianca, dei pantaloni e un panciotto in tweed. Teddy non aveva dubbi sul fatto che il Direttore di Serpeverde avrebbe provato a prendere le difese dei suoi studenti.

“Gradirei presenziare anch’io a questo incontro,” disse la Preside facendo capolino nell’ufficio del professor Longbottom. Fulminò tutti i docenti con lo sguardo. “Quello che è successo è di una gravità inaudita. Non è passata nemmeno una settimana da quando ho convocato i tuoi genitori, Lestrange, che ti ritrovo coinvolto in un altro duello con Lupin!”

“Temo che questa volta Lestrange sia innocente, Minerva,” disse il professor Pucey.

La preside sollevò il sopracciglio scettica e le labbra divennero così sottili da sembrare una linea. “Sentiamo, allora.”

Roland si scambiò uno sguardo con il professor Pucey che gli fece cenno di parlare. Teddy non riusciva a credere che stesse recitando la parte dello studente timido e indifeso, la povera vittima. Gli dava il voltastomaco. Sentì la mano di Victoire stringersi intorno al suo polso e solo quel contatto fu in grado di tranquillizzarlo.

“All’inizio del mese, nostra madre ci aveva scritto che una nostra amica di famiglia, che studia a Durmstrang, avrebbe trascorso dei giorni a Hogsmeade. Ci siamo scritti e lei ci ha dato appuntamento alla Testa di Porco. Lei è maggiorenne e ci ha spiegato che sperava di trovare della Vodka Incendiaria, ma abbiamo dovuto accontentarci delle Burrobirre. Stavamo chiacchierando quando ho visto la finestra aperta e un’ombra lì vicino, mi sono spostato e ho visto Weasley e Lupin che ci origliavano con quelle orecchie che vendono ai Tiri Vispi Weasley. Naturalmente mi sono arrabbiato e sono uscito fuori. La mia amica ha Disarmato Lupin, lo ha Pietrificato (fa parte del club dei Duellanti di Durmstrang) e poi ha iniziato a puntare la bacchetta contro Weasley. Io ho cercato di fermarle dicendo che saremmo finiti nei guai. La mia amica ha scrollato le spalle e si è Smaterializzata quando stava arrivando il professor Longbottom. Tutto qui.”

“La tua amica ha detto delle cose terribili a Victoire!” disse Teddy.

“La Weasley ha risposto a tono, mi sembra, visto che continua a ricordarci che il nostro futuro è ad Azkaban. Non farei a gara a chi è più antipatico.”

“Anche perché vinceresti tu,” disse Victoire.

“Ne dubito seriamente. Io non spio le persone, non le seguo per i corridoi, non cerco di sbirciare cosa studiano in biblioteca. Ti sembra che non ti abbia visto?” Roland alzò lo sguardo verso il professor Pucey e poi verso la Preside e disse con la voce che gli tremava. Patetico. “Noi siamo qui solo per studiare. Sappiamo che gran parte della scuola non vede di buon occhio il nostro nome. Non abbiamo mai creato problemi, ma se dobbiamo essere seguiti tutto il tempo, che ci venga detto e ci affidiate a un controllore. Non possiamo vivere sentendo continuamente qualcuno che ci osserva o che segue i nostri passi muovendosi nell’ombra.”

“Signorina Weasley, come sono andate le cose? Corrisponde al vero la ricostruzione?”

“In parte.”

Teddy vide Roland corrucciare le sopracciglia sorpreso. Victoire lo ignorò e si concentrò sulla preside. Era convinto che lei sarebbe stato un Auror decisamente migliore di lui che perdeva la pazienza e rischiava di far saltare le coperture.

“Abbiamo sentito i Lestrange parlare di dover incontrare qualcuno alla Testa di Porco. Ci siamo detti che fosse un posto sospetto e i nostri sospetti sono aumentati quando abbiamo visto che incontravano una strega che parlava loro di Durmstrang. Beh, sanno tutti che a Durmstrang si insegnano le Arti Oscure.”

Teddy annuì e intervenne per supportare Victoire: “Abbiamo deciso insieme di seguirli. Siamo arrivati alla Testa di Porco, abbiamo visto che erano seduti vicino una finestra, io l’ho aperta.”

“Io ho usato le Orecchie Oblunghe,” aggiunse Victoire. Il professor Longbottom indicò con la testa l’oggetto che aveva sequestrato a Roland.

“E poi ci hanno scoperto. La loro amica ci ha attaccati, senza nessun motivo e ha iniziato a dire cose orribili.”

“Ci stavate spiando! La Weasley ci ha accusato di tramare nell’ombra quando non stavamo facendo assolutamente nulla di vietato! Le regole della scuola non ci impongono di rendere conto delle nostre frequentazioni al Prefetto di Grifondoro né al Caposcuola di Tassorosso! E comunque sono intervenuto per dirvi di smetterla!” protestò Roland con quell’aria da cucciolo che voleva impressionare la Preside.

“Mi sembra che ci sia poco margine per le interpretazioni, Minerva,” disse il professor Pucey, “i miei studenti sono le vittime di questa situazione.”

“Fatto sta che li abbiamo trovati in quattro contro due per le strade di Hogsmeade,” disse il professor Longbottom.

“Stavano reagendo a una provocazione, Neville,” disse la preside. Teddy capì che sarebbe finita male per lui e Victoire. “Il professor Pucey ha ragione,” sospirò guardando severamente Teddy e poi spostando lo sguardo su Victoire. In quel momento, Teddy comprese di aver oltrepassato il limite.

“Toglieremo venti punti a Grifondoro e altrettanti a Tassorosso. Trascorrerete inoltre una settimana di punizione con i Direttori delle vostre Case. Spero che riflettiate su quanto è successo e che vi rendiate conto che prima di saltare a conclusioni affrettate su qualcuno, occorre avere delle prove. Sarebbe opportuno che porgiate delle scuse ai Lestrange.”

“Cosa?” Victoire si lasciò sfuggire quell’esclamazione scandalizzata e la professoressa Robins alzò il sopracciglio con l’aria di chi non aveva nessuna intenzione di sentire la Preside contraddetta. “Mi sembra che la preside sia stata sufficientemente chiara, signorina Weasley. Imparare a chiedere scusa dopo un errore è una lezione di vita che le tornerà utile.”

Victoire borbottò un “ci dispiace” che ebbe come risposta un ghigno di Roland, l’aria disgustata di Rodolphus e un’espressione scettica di Rabastan. Teddy li avrebbe presi a pugni tutti e tre. Non sopportava la vista di Victoire che si mordeva il labbro nervosamente e usciva di fretta dall’ufficio del professor Longbottom mentre tratteneva le lacrime. Non riuscì a fermarla e Teddy capì che non voleva farsi vedere piangere. Si sentiva umiliata, proprio come Teddy che biascicò delle scuse e corse verso la sala comune di Tassorosso promettendosi che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe preso a pugni Roland e gli avrebbe tolto quell’espressione da finto innocente che aveva sul volto.

 

***

 

Hogwarts, 25 ottobre 2015

 

Era trascorsa una settimana dall’uscita a Hogsmeade, dal loro incontro con Delphi e non era successo nulla. Nessuna apparizione, nessun litigio, Teddy Lupin aveva persino smesso di fare il prepotente in Sala Grande e, finalmente, Rabastan riusciva a ripassare tranquillamente con i suoi compagni di Casa. Aveva messo su un gruppo di studio, e quello zuccone di Gordon McNair si era offerto di pagargli dei Galeoni per le ripetizioni di Incantesimi e Trasfigurazione.

Rabastan aveva dato un occhio ai temi di McNair e c’era da mettersi le mani nei capelli. Non credeva che un simile obbrobrio avrebbe preso un Desolante e non un Troll: bisognava avere proprio il cervello di un Troll per scrivere quelle baggianate.

Ad ogni modo, le ripetizioni a McNair gli stavano fruttando un po’ di Galeoni che sarebbero finite tutte al Ghirigoro non appena tornato a casa: in estate sarebbe uscito il nuovo volume della saga del Mago errante nella Terra dei Draghi di Raymond Laurent, il suo scrittore preferito in assoluto, e non vedeva l’ora. Si domandava se Nathair, il protagonista, sarebbe riuscito a dominare l’Oscurità che minacciava il villaggio degli allevatori di Ippogrifi o sarebbero morti tutti, inghiottiti da quel mostro senza volto.

“Sei pronto per la tua prima partita?”

La voce di Roland lo riportò con i piedi per terra e lo distolse dai pensieri sulla saga. Aveva delle idee su come sarebbe potuta evolvere la storia e le aveva appuntate su un taccuino. Annuì guardando il fratello che, da quando la Weasley e Lupin avevano smesso di tormentarlo, sembrava più sereno.

“Novità?” gli domandò, come tutte le mattine. Erano passati più di venti giorni dall’incontro di Roddie con Barty Crouch Jr e quello di Roland con Bellatrix Lestrange, con i loro fantasmi, e nulla più era successo. Iniziavano a pensare che quella faccenda si fosse chiusa per sempre e che chiunque avesse evocato quei fantasmi, li avesse rispediti nell’Aldilà.

Come le altre mattine, Roland scosse la testa, a indicare che anche la ronda della notte precedente si era conclusa senza incontrare fantasmi – oltre quelli che già infestavano il castello – e che potevano godersi la domenica che avevano di fronte. Rabastan avrebbe vissuto la sua prima partita da Cercatore della squadra di Serpeverde e avrebbe debuttato niente di meno che contro Grifondoro.

Fred Weasley sarebbe stato il Cercatore avversario, anche se il problema non sarebbe stato tanto avvistare il Boccino d’oro, quanto non finire sotto i Bolidi della Weasley che sembrava decisa più che mai a vendicarsi per la settimana di punizione che si era beccata dopo la figuraccia fatta alla Testa di Porco. In quell’occasione Roland era stato un genio a mantenere la calma e lasciar fare il lavoro sporco a Delphi.

Tobias Dolohov, nuovo Cacciatore di Serpeverde, gli si avvicinò mentre si avviavano verso il campo di Quidditch. “Allora, Lestrange, pronto al debutto contro Grifondoro?”

“Io sono nato pronto. Tu? Sei emozionato?” domandò divertito. Probabilmente, uno tra lui, Selwyn e Bulstrode sarebbe stato il futuro Capitano di Serpeverde, una volta che Roland si fosse diplomato. Rabastan era intenzionato a mantenere in famiglia il titolo di capitano. Per questo motivo voleva fare un debutto spettacolare.

Il cielo, tuttavia, non sembrava voler semplificare le cose. Man mano che si avvicinavano al campo di Quidditch, le nuvole si ammassavano, oscurando il sole e minacciando di riempire di pioggia pubblico e giocatori. Rabastan avrebbe preso il Boccino e schivato i Bolidi in qualsiasi condizione atmosferica. Guardò la sua Firebolt nuova fiammante e si riunì insieme al resto della squadra.

“Oggi è un giorno molto importante,” esordì Roland, “non solo perché è la prima partita di campionato, e sappiamo che chi ben comincia è a metà dell’opera, ma perché il nostro avversario non è altri che Grifondoro. I nostri storici e più agguerriti rivali! Facciamo capire ai Grifondoro che quest’anno Hogwarts sarà verde-argento!”

Flint esclamò: “Facciamogliela vedere!”

“Prima di entrare in campo: vi ricordo che metà della squadra è composta da nuovi membri. Aiutatevi e copriteli. Sappiamo che cercheranno di metterli in difficoltà. Noi sappiamo che i nostri nuovi giocatori sono fantastici, ma loro penseranno che siano scarsi e che non siano affiatati con il resto della squadra! Dimostriamo che noi Serpeverde siamo portati ad agire come un corpo solo!”

Questa volta l’urlo di approvazione uscì all’unisono e Roland sembrò molto soddisfatto. Roland andò avanti e si fermò a metà del campo, davanti la Weasley. Non appena Madame Hooch fischiò, le scope si sollevarono in aria.

Rabastan aveva una visuale ottima del campo. Controllò il gioco degli altri, ma soprattutto tenne d’occhio i Battitori di Grifondoro: Sebastian Baston e Victoire Weasley. Alternava lo sguardo tra loro e Fred Weasley il loro Cercatore, per controllare se lui non avesse visto per primo il Boccino d’oro.

Assistette a un tiro negli anelli di Grifondoro messo a segno da Roxanne Weasley, poi un altro da Dominique. Rabastan era preoccupato. Vide Roland lanciare un Bolide contro Dominique e fare in modo che Eliot Bulstrode prendesse la Pluffa. Eliot la passò a Tobias Dolohov che mise a segno un tiro e Serpeverde finalmente guadagnò i primi dieci punti.

Grifondoro conduceva la partita 60 a 40 e Rabastan continuava a non vedere il Boccino d’oro. Fred Weasley si guardava intorno nervosamente, segno che nemmeno lui lo aveva visto. Continuò a volare cercando di tenere d’occhio la partita e i movimenti nell’area del campo. Assistette a un altro tiro messo a segno da Bulstrode. Le due squadre sembravano pari e questo significava che la partita sarebbe stata decisa dal Cercatore. Significava anche che Roland aveva messo su in poco tempo un’ottima squadra che, nel corso del campionato, aveva ottimi margini di miglioramento. Eliot stava mettendo in difficoltà Dominique che lo marcava stretto.

La partita sembrava non finire, erano passate diverse ore e dovevano aver superato anche l’ora di pranzo. Le due squadre continuavano a pareggiare e adesso erano 300 a 290 per Grifondoro.

“Punto per Serpeverde! Sono di nuovo pari!”

Rabastan stava seguendo l’azione quando vide il Boccino d’oro dietro Victoire Weasley. Sarebbe stato complicato avvicinarsi alla Capitana di Grifondoro senza beccarsi un Bolide ma non poteva non tentare, altrimenti avrebbe consegnato la vittoria a Grifondoro. Fissò il Boccino e si chinò sulla Firebolt in direzione della Weasley.

Il Cercatore di Grifondoro se ne accorse e lo raggiunse in poco tempo. Rabastan era leggermente avvantaggiato dal nuovo modello di scopa e dal suo peso, era più leggero di quel Weasley spilungone e per nulla aerodinamico ma che volava dannatamente bene. Si curvò sul manico per andare più veloce. Schivò il Bolide lanciato da Baston e vide che Fred dovette schivare quello lanciato da Roland.

Si augurò che suo fratello e Hawk gli coprissero la schiena con i loro Bolidi. Il Boccino si era allontanato dalla Weasley e questo significava solo che anche lei era libera di tornare a usare la mazza.

Rabastan sterzò a destra per schivare il Bolide lanciato da Victoire e continuò a puntare il Boccino.

“Il nuovo Cercatore di Serpeverde, Rabastan Lestrange, ha puntato il Boccino d’oro. Anche il Cercatore di Grifondoro, Fred Weasley, è all’inseguimento con la sua nota abilità nel volo! Guardate Weasley come schiva il Bolide lanciato da Flint! Lestrange ha i riflessi pronti nello schivare quello proveniente da Baston! Il pubblico è con il fiato sospeso!”

Rabastan vedeva il Boccino davanti a sé, lo stava per afferrare. Allungò la mano per prenderlo e sentì la scopa traballare. Portò le mani salde sul manico, si capovolse un paio di volte e riuscì a non perdere l’equilibrio.

“Grifondoro ha preso il Boccino d’oro! Grifondoro ha vinto la partita per 450 a 300!”

Rabastan tornò in equilibrio e si trovò davanti gli occhi Fred Weasley che sorrideva con il Boccino in mano. Il Cercatore di Grifondoro alzò le sopracciglia e gli fece un sorriso di scherno mentre tornava a terra, pronto a festeggiare. Rabastan raggiunse il resto della squadra sentendosi in colpa. Trattenne le lacrime quando Roland lo abbracciò e gli disse che aveva giocato un’ottima partita.

Negli spogliatoi Roland disse: “Il risultato di oggi non era scontato. Abbiamo perso solo perché la Weasley ha colpito il nostro Cercatore mentre stava afferrando il Boccino. È colpa mia e di Hawk, dovevamo coprirgli le spalle durante un’azione così delicata. Questo è il gioco di squadra. Avevamo una squadra composta per metà da nuovi arrivati e devo dire che avete giocato benissimo! So che continuando ad allenarci faremo un bellissimo campionato! Ci rifaremo alla partita di ritorno!”

Gli altri si diressero sotto le docce mentre Rabastan si lasciò cadere su una panca, in attesa del suo turno. Si sfilò la divisa con il morale sotto i piedi. Roland lo raggiunse con un telo legato in vita e gli disse: “Non abbatterti. Lo so che è difficile da credere, ma hai giocato una buona partita.”

“Avevo il Boccino lì davanti, lo stavo afferrando!” esclamò deluso, “e poi ho visto l’espressione trionfante di Weasley!” sbuffò.

“Fatti una doccia, vedrai che andrà meglio. Ti aspetto o ci vediamo in Sala Grande per cena?”

“Vai, voglio restare un po’ da solo,” disse ripensando alla partita.

Continuava a rivedere la scena in cui stava per afferrare il Boccino e avere la vittoria e poi improvvisamente questa gli veniva strappata. Lasciò scorrere l’acqua e si lasciò andare alle lacrime non appena rimasto solo nello spogliatoio. Non voleva che lo considerassero un moccioso, ma non riusciva più a trattenere la delusione che bruciava e si mescolava alle battute di scherno, alle occhiate sospettose, ai sussurri che sentiva quotidianamente alle sue spalle. Appoggiò la testa contro le mattonelle del cubicolo della doccia e il freddo lo riportò al presente. Chiuse l’acqua e si avvolse in un telo per poi tornare a indossare i pantaloni, la camicia e il maglione del suo abbigliamento domenicale.

Avevano scelto di non indossare le vesti tradizionali che indossavano a casa e di tenere una specie di seconda divisa per il tempo libero a Hogwarts.

Orion, infatti, era stato preso in giro per tutto il primo trimestre del primo anno ed era tornato a casa in lacrime. Nessuno indossava più le vesti da mago tradizionali, perché ricordavano un passato che molti ritenevano ingombrante, altri perché sostenevano che così i Nati Babbani non si sentivano diversi e la mamma aveva commentato che chissà come mai, per far sentire i Nati Babbani a proprio agio, finisce che sono sempre i maghi a doversi nascondere. Tuttavia, Orion, Roland e persino Roddie che indossava le vesti tradizionali solo durante i sabba e nella sala comune, nessuno di loro aveva voglia di combattere tutto il tempo una battaglia che sentivano persa.

Sembrava di essere nei romanzi di Raymond Laurent, dove il tempo dei maghi stava giungendo al termine e solo pochi, valorosi, maghi si cimentavano nello studio dei segreti della magia, mentre gli altri si accontentavano di vivere una vita ordinata e tranquilla. Rabastan si ricordava che Nathair, il protagonista, non aveva mosso guerra alla scuola degli stregoni e che aveva intrapreso il suo cammino alla scoperta della magia solo dopo aver completato gli studi. Le avventure di Nathair iniziavano dopo la scuola e Rabastan doveva fare come il suo eroe: terminare gli studi e iniziarsi allo studio delle profondità della magia, solo così sarebbe arrivato a vedere i Draghi e magari anche un Tuono Alato.

Sistemò il colletto della camicia e il maglione di cachemire che gli aveva regalato zia Pucine, si avvolse nel mantello con la scopa in spalla e si incamminò verso la Sala Grande. Come al solito, si era perso nei suoi pensieri e aveva fatto tardi. Roland avrebbe alzato gli occhi al cielo dicendo che doveva vivere su questa terra e non nelle Terre dei Draghi di Nathair.

Le giornate si erano accorciate e una pioggia sottile aveva iniziato a cadere. Rabastan sbuffò e si coprì con il cappuccio quando vide una figura davanti a sé.

“Professore?” domandò.

Era una figura alta, avvolta in un mantello o in una veste da mago. Si disse che era una scelta insolita. Il professor Pucey era più basso e lo escluse a priori. Si domandò se non fosse il professor Longbottom, alto, giovane, longilineo, ma non era sicuro di averlo mai visto così.

“Questa scuola migliorerebbe la qualità della didattica se insegnassi qui,” gli rispose quella figura con un tono sarcastico mentre si voltava a guardarlo. Rabastan aveva visto quel volto in numerose foto e in tutte le pubblicazioni che il Ministero mandava sulla commemorazione della Battaglia di Hogwarts.

“Lord Voldemort?” domandò incredulo. “Siete tornato? Delphi ha avverato la profezia?” domandò ancora più incredulo. Si toccò per vedere se stesse sognando o scomparendo.

“Ti sembra che sia tornato? Piccolo, inutile, Lestrange! Ah, i tuoi genitori erano molto più svegli di te!”

“È uno scherzo, vero?”

“Ti sembra uno scherzo?”

“Non ho paura: o sei uno scherzo o sei un fantasma! Scopriamolo! Bombarda!”

Il raggio della bacchetta oltrepassò Lord Voldemort e si perse nel vuoto del giardino. Rabastan osservò la scena incredulo, mentre Lord Voldemort sembrava piuttosto offeso da quella iniziativa. “Tu! Piccolo stupido di un Lestrange! Tuo padre non ti ha insegnato il rispetto? Te lo insegnerò io!”  

Il fantasma si avventò su di lui e lo attaccò. Rabastan si sentì sollevare in aria e poi sbalzare contro qualcosa. Sentì dei rami contro la schiena. Nell’urto gli sfuggì la scopa che finì in un angolo del giardino. Provò a richiamarla con un incantesimo di Appello ma non era ancora molto bravo e il ramo a cui si era aggrappato si stava dimenando. Sembrava che la pianta fosse furiosa di trovarsi Rabastan sui propri rami e che volesse disarcionarlo.

“È assurdo, le piante non si muovono!” si disse mentre si aggrappava forte a un ramo che lo scagliò violentemente contro un altro ramo e poi a terra. L’urto fu violentissimo. Rabastan sentì la gamba spezzarsi e la testa battere contro il terreno senza riuscire a parare il colpo. La vista gli si annebbiò e nella confusione gli sembrò di sentire la voce di Delphi.

“Padre! Siete tornato!”

“Ti sembra che sia tornato? No! Sono qui perché sono stato evocato, ma tu cosa ci fai qua?”

“Sono venuta a vedere la scuola in cui Voi e la mamma avete studiato, padre! Volevo osservare da vicino questi posti, tra poco partirò per Durmstrang!”

“Ricorda la profezia, Delphi! Devi tornare indietro nel tempo! Torna indietro nel tempo e governeremo insieme! L’Augurey sarà alla destra del Padre! Adesso devo andare! Vai anche tu, prima che ti trovino qui!”

“Sì, padre! Verrò a salvarvi! Ve lo prometto!”

Rabastan provò a puntellarsi sul gomito per osservare la scena, ma il dolore fu così forte che perse l’equilibrio e intorno a lui fu solo buio.

 

 

 

 

 

Note:

Ciao a tutti!

Dopo un periodo di relativa calma, i fantasmi sono tornati, anzi, IL fantasma per eccellenza è tornato e, come si nota, è eccezionale anche in veste di fantasma. Il povero Rabastan si è preso prima la sconfitta a Quidditch e poi anche la sconfitta nello scontro con Voldemort.

Le cose però non sono andate bene nemmeno per Teddy e Victoire che stanno capendo di non poter tirare troppo la corda e che devono darsi una calmata. Ci voleva una battuta d’arresto per quei due, lo avevate scritto anche nelle recensioni e, come vedete, la Preside è intervenuta.

Nel prossimo capitolo vedremo le reazioni degli studenti che ha avuto l’incidente di Rabastan. <3

Nel frattempo, grazie a tutti coloro che stanno leggendo, seguendo, recensendo questa storia e che si stanno affezionando ai personaggi.

Un abbraccio,

Sev

   
 
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