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Autore: MissGolightly    23/12/2020    1 recensioni
Qualche anno dopo la fine della guerra Hermione si ritrova di nuovo a Hogwarts, questa volta come insegnante.
Dovrà fare i conti con un mistero che aleggia tra le mura del castello, ma soprattutto dovrà collaborare con l'ultima persona che avrebbe voluto avere come collega: Draco Malfoy.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo Quattordici
 
 
La versione raccontata dagli studenti di Serpeverde era abbastanza chiara da capire cosa fosse successo: Andrew e Tyler avevano iniziato a litigare in Sala Comune e il litigio era sfociato in un duello. Entrambi erano rimasti gravemente feriti - anche se ancora non si capiva bene come fosse successo - ed erano stati portati urgentemente in ospedale dopo che i compagni di casa avevano dato l'allarme.
Restava da capire per quale motivo avessero iniziato a discutere, quale ragione fosse così grave da spingerli a duellare e a ridursi in quel modo.
Hermione bevve l'ultimo sorso di caffè e poi fece evanescere il bicchierino di plastica, prima di voltarsi verso il corridoio oltre la sala d'aspetto del reparto di terapia intensiva.
Buffo come certe cose fossero le stesse sia per i babbani che per i maghi.
Il San Mungo aveva reparti specializzati per malattie e infezioni magiche, che nulla avevano a che vedere con il mondo babbano. Ma la terapia intensiva... beh, quella c'era comunque.
Era quasi ironico che l'uguaglianza tra esseri umani si notasse sempre nel dolore e quasi mai nelle cose positive.
Draco stava parlando con i genitori di Tyler, fermi a metà corridoio, proprio davanti alla camera in cui era ricoverato il ragazzo.
Aveva un'espressione abbattuta, stanca. Nulla di lontanamente simile all'espressione felice che aveva avuto solo qualche ora prima, quando erano seduti a un tavolo dei Tre Manici di Scopa.
Per Draco non doveva essere facile. Conosceva Tyler da sempre, era il nipote del suo migliore amico, e anche se non lo aveva mai detto apertamente Hermione sapeva che provava affetto sincero verso quel ragazzo.
Era come se lei si fosse trovata a dover assistere in ospedale uno dei Weasley. Sarebbe stato difficile, estenuante e l'avrebbe privata di ogni più piccola traccia di serenità.
Era un po' ciò che era successo quando era morto Fred. Per giorni era stato difficile anche solo realizzare cosa fosse successo.
Poteva immaginare come si sentisse Draco, e allo stesso tempo non sapeva come farlo stare meglio. Proprio perché anche lei si era trovata in una situazione simile, sapeva che non c'era nulla che potesse fare.
Potevano solo aspettare e sperare.
Un lieve rumore di passi la fece voltare nella direzione opposta.
Blaise era appena arrivato nella sala d'aspetto e teneva lo sguardo fisso verso il corridoio, verso il punto in cui suo fratello e sua cognata stavano parlando con Draco.
Hermione notò che aveva lo stesso sguardo di Draco. Vuoto, spento.
"Puoi raggiungerli, se vuoi" disse Hermione.
In fondo, Blaise era un parente. Aveva tutto il diritto di stare con loro.
Il ragazzo scosse la testa e si sedette accanto a lei. "Preferisco stare un po' qui."
Hermione rimase in silenzio, capendo che Blaise non si sentiva ancora pronto ad affrontare la situazione.
"Mio fratello si agita parecchio in queste situazioni. Forse perché non riesce a capire fino in fondo i danni che la magia può causare. Voglio almeno cercare di fingere di essere calmo di fronte a lui, quindi ho bisogno di un attimo" spiegò Blaise, sporgendosi in avanti e appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
Hermione gli strinse delicatamente una spalla. "Andrà tutto bene."
"Ne sei sicura?"
"No" ammise lei. "Ma voglio sperarci."
Rimasero in silenzio, stranamente senza avvertire alcun imbarazzo e senza sentire l'assurda necessità di dire qualcosa, come invece spesso capita in situazioni simili.
Dopo qualche minuto, Blaise si raddrizzò appoggiandosi allo schienale della sedia e guardò Hermione dicendo: "Sono contento che tu sia qui. Draco probabilmente non lo ammetterebbe mai, ma vuole bene a Tyler come se fosse un fratello. Ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino."
"Eravamo insieme quando l'abbiamo saputo, mi è sembrato scontato accompagnarlo. E poi la McGranitt non può assentarsi dalla scuola, qualcuno doveva venire qui a fare le sue veci" disse Hermione.
"Cazzate" replicò Blaise. "Non sei qui per adempiere ai tuoi doveri di insegnante. Sei qui per stare vicina a Draco perché è questo che si fa quando si ama qualcuno."
Hermione non rispose.
Blaise, pur non conoscendola, aveva capito tutto e lei si sentiva messa a nudo.
"Glielo hai già detto?" chiese Blaise, ed Hermione capì immediatamente a cosa si stesse riferendo.
Scosse la testa e poi aggiunse: "Non mi sembra il momento giusto per parlare di queste cose."
"E invece è il momento perfetto. Mio nipote è in un letto di ospedale, incosciente. Ho bisogno di pensare a qualcosa che non sia l'eventualità che non si risvegli. Quindi, tornando a te, gliel'hai già detto che lo ami?"
"No. Abbiamo avuto altro a cui pensare, non era mai il momento giusto" disse lei.
"Vivete a Hogwarts. Lì non è mai il momento giusto per niente, con tutti i drammi che succedono."
Hermione si lasciò sfuggire una risata che uscì fuori come uno sbuffo. Blaise non aveva tutti i torti.
Le cose a Hogwarts erano sempre state tutto tranne che tranquille. Per un po' di anni aveva potuto incolpare Voldemort per ogni casino successo tra quelle mura, ma ormai non era più così.
"Se hai intenzione di aspettare che te lo dica lui, mettiti l'anima in pace" disse ancora Blaise.
"Perché non prova le stesse cose?" chiese Hermione.
"Il contrario. È innamorato di te come non lo è mai stato di nessuna e ha paura di esporsi troppo e di soffrire."
"Te l'ha detto lui?" chiese Hermione curiosa.
"No, ma lo conosco bene. E poi siamo molto simili, reagiamo nello stesso modo di fronte ai sentimenti. Anche a me è capitato di amare tanto qualcuno e di avere paura di dirglielo" disse Blaise.
"E com'è andata a finire?"
"Lei si è stufata di aspettare che io trovassi il coraggio di dirglielo."
Hermione abbassò lo sguardo. Era evidente che Blaise fosse ancora innamorato di quella ragazza e che stesse cercando di assicurare al suo migliore amico un epilogo migliore di quello che aveva avuto lui.
Blaise sospirò al ricordo di quella ferita che era ancora aperta. La storia tra lui e Daphne ai tempi della scuola era stata piuttosto travagliata, e dopo aver lasciato Hogwarts non era andata meglio.
L'aveva amata - la amava ancora - in un modo che non avrebbe mai creduto possibile, ma non aveva mai trovato il coraggio di dirglielo apertamente e lei alla fine si era stancata.
Gli aveva detto che non riusciva a stare con qualcuno che non dice mai cosa prova, che le ricordava il suo rapporto ormai logorato con suo padre e tutte le mancanze che lui aveva avuto nei confronti suoi e di sua sorella.
Mai un abbraccio, mai un "ti voglio bene", mai un sorriso... e insieme a Blaise, che dopo anni ancora non riusciva a dire a voce alta cosa provava per lei, le sembrava di rivivere tutto.
Gli aveva detto che lei si meritava di più, che meritava qualcuno in grado di esporsi per lei, in grado di amarla. E se n'era andata.
Blaise non aveva fatto nulla per fermarla, consapevole che avesse ragione, e dopo anni si ritrovava a pentirsi per tutta quella storia e a cercare di evitare al suo migliore amico lo stesso errore.
Ancora assorto tra i suoi pensieri, si accorse che Draco li aveva raggiunti solo quando lo sentì parlare.
"Ve lo lasciano vedere per qualche minuto, se vuoi."
Blaise sollevò lo sguardo e sorrise leggermente, in segno di gratitudine. Poi si alzò e raggiunse suo fratello e sua cognata.
Draco prese posto accanto a Hermione, nella sedia che fino a un attimo prima aveva occupato Blaise.
"Come sta?" chiese lei.
"Non si è ancora svegliato, ma i medici sono ottimisti. Notizie di Andrew?"
"Ho parlato con sua sorella, i suoi genitori non si sono fatti vedere per ora. Pare che le sue ferite siano meno gravi, dovrebbe svegliarsi entro qualche ora" disse Hermione.
"I signori Earlham non sono mai stati particolarmente interessati alla salute dei propri figli. Lo scorso anno Julia ha avuto una brutta influenza, è stata in infermeria per settimane. Non le hanno nemmeno mandato una lettera" commentò Draco.
Hermione evitò di commentare. Sapeva che Draco le aveva raccontato quella cosa semplicemente per fare conversazione, ma che in realtà non era minimamente interessato a cosa stessero facendo i genitori di Andrew.
"Continuo a chiedermi cosa sia successo, cosa abbia potuto scatenare una simile discussione, e non riesco a darmi una risposta. Tyler e Andrew non sono mai stati amici, non amici stretti almeno. Ma non hanno mai nemmeno avuto motivo di discutere" disse Draco dopo qualche attimo.
"Lo scopriremo, non preoccuparti" rispose Hermione prendendogli la mano.
Draco ricambiò la stretta, sentendosi finalmente meglio.
Sapere che Tyler era stato portato al San Mungo in condizioni critiche, aveva seriamente rischiato di farlo crollare.
Voleva bene a Tyler come a un fratello, e voleva bene alla sua famiglia. Non riusciva ad accettare che stesse accadendo tutto quello.
Ma avere Hermione accanto lo faceva sentire meglio, come se il peso di quella sofferenza lo stessero portando in due.
"Sono contento che tu sia qui con me" disse voltandosi verso di lei.
Hermione sorrise, prima di appoggiare la testa sulla sua spalla.
Blaise aveva ragione, non era lì in veste di insegnante. Era lì per Draco, per stargli vicino in un momento difficile.
E non riusciva a pensare a nessun altro posto in cui avrebbe dovuto essere.
 
 
Come previsto, Andrew si era svegliato poche ore più tardi.
Draco aveva dovuto reprimere l'impulso di fiondarsi nella sua stanza e chiedergli cosa fosse successo, ed era certo che l'unico motivo per cui era riuscito a trattenersi fosse la mano di Hermione posata sulla sua gamba, che lo teneva ancorato a quel briciolo di razionalità che ancora aveva.
I medici erano stati ottimisti anche sulle condizioni di Tyler, dicendo che nonostante la gravità delle ferite credevano che si sarebbe ripreso completamente in un paio di giorni. A quel punto Draco aveva sospirato sollevato e aveva deciso di tornare al castello.
Hermione era andata subito ad aggiornare la McGranitt, permettendo a Draco di andare a riposare.
Era stata una lunga notte e più volte aveva visto nei suoi occhi la paura di perdere una persona cara. Poteva solo immaginare quanto Draco si sentisse sfinito in quel momento.
"La cosa importante è che stiano entrambi bene" disse Minerva, dopo che Hermione l'aveva aggiornata sulle condizioni dei due studenti. "Anche se ovviamente dovrò prendere provvedimenti per questa faccenda, non posso lasciarli impuniti."
"Non sarebbe meglio prima accertarsi delle cause di questo scontro?" azzardò Hermione.
"Hanno duellato nella loro Sala Comune ed entrambi hanno addosso i segni del Sectusempra. Non posso fare finta di nulla."
"Non è la prima volta che uno studente attacca un altro con quell'incantesimo" fece notare Hermione.
Sia lei che la preside McGranitt ricordavano bene quando Harry aveva usato quell'incantesimo su Malfoy durante il sesto anno, e Minerva si ritrovò a concordare con Hermione suo malgrado.
"Cosa proponi?"
"Una punizione esemplare, senza dubbio. Ma eviterei di considerare l'espulsione. Non prima di aver capito cosa c'è dietro, almeno" disse Hermione.
"D'accordo, cerchiamo di capire cosa c'è dietro e poi si vedrà" rispose la McGranitt.
Un attimo dopo Hermione si alzò, dirigendosi verso l'uscita dell'ufficio, ma Minerva la fermò dicendo: "Immagino che Draco sia molto provato da questa situazione."
"Sì, in effetti" rispose Hermione.
"Cerca di stargli vicino. La tua presenza lo aiuta molto" disse Minerva.
Hermione non poté fare a meno di arrossire.
 
 
Quando rientrò in Sala Comune ormai era quasi l'alba.
Lei e Draco avevano trascorso quasi tutta la notte in ospedale e poi lei aveva passato quasi un'ora a parlare con la McGranitt. Percorrendo i corridoi del castello, aveva visto oltre le vetrate il cielo iniziare a schiarirsi.
La Sala Comune era avvolta dal silenzio. D'altronde non poteva aspettarsi che le cose fossero diverse, visto che era domenica mattina e sicuramente gli altri insegnanti stavano ancora dormendo.
Osservò per un attimo la porta della camera di Draco, domandandosi se dovesse lasciarlo solo oppure no.
Forse, almeno per qualche ora, doveva concedergli i suoi spazi e lasciarlo riposare.
Draco però non sembrava volere spazio ed Hermione se ne accorse appena entrò nella sua stanza
Draco era sdraiato sul suo letto, completamente vestito e decisamente non addormentato.
"Che ci fai qui?" chiese Hermione.
Avevano chiesto alla McGranitt di fare una copia delle chiavi delle loro stanze, in modo da poter entrare e uscire liberamente anche senza l'altro, quindi Hermione sapeva benissimo come avesse fatto Draco a entrare. Ma non capiva perché fosse lì.
"Non mi va di stare solo" ammise lui.
Sembrava così piccolo, così indifeso.
Hermione non disse altro.
Si sdraiò accanto a lui senza nemmeno svestirsi e infilarsi un pigiama e lo abbracciò.
Draco si rilassò contro di lei, mentre Hermione lo stringeva di più a sé facendogli appoggiare la schiena contro il suo petto.
"Non sei solo. Ci sono io" mormorò lei
E per la prima volta Draco smise davvero di sentirsi solo.












Spazio autrice:
Buongiorno! Ecco qua un capitolo che mi è piaciuto tantissimo scrivere.
Ho adorato parlare del lato sentimentale di Draco, del suo attaccamento per Tyler e della necessità di avere Hermione al suo fianco in quel momento. Ma soprattutto ho adorato parlare di Blaise, che solitamente è sempre un personaggio che amo nelle ff.
Ho anche dato qualche spiegazione in più sul suo rapporto con Daphne (e non temete, arriverà anche lei a un certo punto) e ho cerato di fargli fare il consigliere di Hermione perché me lo vedo bene a dare consigli in affari di cuore.
Intanto colgo l'occasione per farvi gli auguri visto che questo capitolo sarà l'ultimo prima di Natale. Spero che, nonostante il periodo, passerete una bella giornata. 
E noi ovviamente ci risentiamo domenica :) 
   
 
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