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Autore: runami_ lu99    27/12/2020    2 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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DICIASSETTESIMO CAPITOLO:
SAGA DEL PAESE DI ORCHIDEA: AD UN PASSO DALLA MORTE






I compagni si erano divisi tra loro e ognuno di essi stava affrontando un avversario diverso, gli unici rimasti nel salone principale erano Agatha e Jonathan: la prima era rimasta in piedi accanto alla parete distrutta, il secondo era invece in ginocchio a testa bassa ripensando alle parole della governante.
-Come?- balbettò attirando la sua attenzione.
-Come hai potuto uccidere mio padre?!- gridò strozzato dalla tristezza, mentre calde lacrime cominciavano a rigargli il viso.
-Oh, non sono stata io, è stato Holus, solo lui ai tempi ne era in grado, io gli ho solo ordinato di farlo- rispose Agatha ghignando. Jonathan strinse i pugni e i denti, sbatté la testa sul pavimento di legno percosso da tremiti, poi alzò lo sguardo furibondo verso di lei, che rise ancora di più.
-Cosa sono quegli occhi? Non dirmi che stai pensando seriamente di farmela pagare- disse allargando le braccia con fare di sfida.
-Ti odio, ti odio con tutto me stesso! Mi hai ingannato per anni facendomi credere di essere una brava persona, mi hai abbindolato con bugie e menzogne, quando in realtà facevi tutto questo per il tuo tornaconto!- gridò piangendo sempre di più.
-Già, e sai una cosa... Non me ne frega niente di quello che provi in questo momento, sei solo uno stupido ragazzino che si divertiva a giocare al samurai con suo padre, non ti ha mai insegnato realmente a combattere per questo sei così debole, potrei schiacciarti con un dito se volessi- ribatté avvicinandosi a lui, Jonathan si asciugò le lacrime con il dorso della mano, ora che aveva metabolizzato la notizia, la tristezza aveva lasciato spazio a tanta rabbia, rabbia che per tutta la sua vita aveva scaricato su se stesso, per non essere stato in grado di proteggere le persone del suo paese, per questo si era allenato ogni giorno dalla morte di suo padre, fino a capire che era tutto inutile. Rimase in silenzio contemplando le assi di legno del pavimento.
-Sai perfettamente che io non farei del male ad una mosca, ma tu...- cominciò alzandosi in piedi, gli occhi oscurati da una leggera ombra e un tono di voce quasi minaccioso.
-... Tu sei peggio di qualsiasi cosa abbia mai avuto modo di incontrare, ora io non riesco a considerarti un essere umano, nemmeno un semplice animale... per me, in questo momento, sei come spazzatura- disse sprezzante avvicinandosi sempre di più, Agatha si infiammò a quelle parole.
-Come ti permetti bastardo!- andò nella sua direzione a passo svelto, nel frattempo una seggiola cominciò a levitare e subito dopo venne scagliata colpendo il ragazzo in pieno viso, essa si disintegrò a causa della forza utilizzata. Jonathan arretrò di qualche metro e sollevò lo sguardo incredulo.
-Questo potere...- disse con gli occhi spalancati, Agatha rise a squarciagola.
-Cosa credevi? Che me ne sarei rimasta in disparte mentre tutti i miei allievi imparavano ad utilizzare la magia?- chiese con tono ovvio.
-È la stessa di...- venne interrotto lui.
-Hai indovinato, è telecinesi, proprio come quella del demone dai capelli celesti- affermò ghignando.
-Ma com'è possibile?- chiese più a se stesso che a lei, ma la governante rispose comunque, cominciando a passeggiare attorno a lui.
-Quando quella disgraziata ha lasciato l'orfanotrofio, io sono andata in quello scantinato dove lei era rimasta reclusa e ho trovato un libro interessante, capii che aveva imparato la telecinesi proprio da quel libro, non la credevo una cosa possibile, così ho cominciato ad insegnare agli altri bambini come si utilizzava la magia usando altri volumi come quello, è incredibile come le loro menti assorbano così tante informazioni in così poco tempo. Un anno dopo erano pronti per scendere in campo, fecero fuori tuo padre e il mio piano cominciò a dare i suoi frutti. Ti sei mai chiesto perché i miei ragazzi uccidessero solo i paesani che avevano dei figli?- chiese cominciando a sogghignare, il ragazzo la guardò e una terribile sensazione si fece largo in lui.
-Dalla tua espressione sembra che tu abbia realizzato solo adesso: semplicemente i bambini senza genitori venivano portati da me, all'orfanotrofio e io potevo utilizzarli come soldatini da ammaestrare, per renderli dei maghi potenti, che a loro volta avrebbero ucciso ancora e ancora... E così, sarebbe nato un circolo vizioso che mi sarebbe valso un grande e potente esercito di maghi- fece un breve pausa.
-Inizialmente l'idea era quella di estorcere denaro agli abitanti di altri paesi, ma poi Theos Velona ci ha presi sotto la sua ala e abbiamo continuato a muoverci nell'ombra, fino al giorno in cui scoprii, tramite un articolo sul giornale, di quel gruppo di ragazzi che stava girovagando per la nazione, abbattendo le sedi dei Vasileias, vidi la sua foto, quei capelli erano inconfondibili, così iniziai ad architettare il mio piano, il destino mi ha fatto proprio un bel regalo, permettendo al demone dai capelli celesti e al Tramonto Fantasma di incontrarsi, altrimenti io non avrei saputo come altro fare- fece una breve pausa.
-E ora che ci penso, tutto questo non sarebbe successo se lei non avesse lasciato lì, in quello scantinato, il suo libro, la dovrei ringraziare, in qualche modo è lei la causa di tutto questo, della sua futura morte, di quella dei suoi compagni, degli abitanti e anche di quella di tuo padre- concluse ridendo sguaiatamente, Jonathan si lasciò andare in ginocchio, come svuotato di qualsiasi forza ed emozione, gli occhi persi nel nulla, vacui. Agatha gli si avvicinò e gli diede un calcio che lo fece sdraiare completamente a terra, rannicchiato di lato, posò il suo piede sulla sua testa e gliela schiacciò contro il pavimento, cominciò a ridere.
-Cosa speravi di fare venendo qui? Volevi cercare di fermarci?- gli chiese deridendolo.
-Come? Con quali poteri? Con quale stratagemma? Venire qui è stato un enorme sbaglio, hai deciso di fare la stessa fine di tuo padre a quanto pare, ma almeno lui ha lottato per la sua vita, devo ammettere che è stato divertente, tu invece... Sembra che non te ne importi niente...- si fermò cercando altre parole con cui ferirlo.
-... Anzi, sai che ti dico, che fai bene a non interessarti della tua esistenza, visto che è sempre stata inutile e miserabile, chi la vorrebbe una vita così? Se io fossi stata in te me la sarei tolta anni fa... meglio morire che vivere da deboli noh?- disse cominciando a prenderlo a calci, Jonathan si parò la testa con la braccia, ma non provò neanche a reagire.
-Per questo ti voglio fare un regalo, visto che tu non sei capace di farlo, io ti toglierò la vita- esclamò cominciando a sollevare qualsiasi oggetto nella stanza per lanciarglielo contro, e mentre lui veniva colpito dagli attacchi di Agatha che gli provocarono ferite profonde, si portò una mano al petto, dal lato sinistro: non avrebbe mai creduto che sarebbe arrivato a soffrire così tanto, quella situazione lo stava logorando da dentro, tutti i sensi di colpa dovuti alle persone che non era riuscito a salvare, gli stavano gravando sul cuore, ma anche il fatto di essere stato ingannato a quel modo gli faceva male come non mai. Tutto quello che voleva era smettere di soffrire, voleva solamente tornare a stare bene, quello era il suo unico desiderio in quel momento, per questo aveva cominciato a pensare che forse Agatha aveva ragione: in fin dei conti morire, non sarebbe stato poi così male.

 
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Milah scrutava con sguardo attento Forge davanti a lei, la sua katana era infilata ancora nel fodero rosso uguale al colore dell'elsa.
-Prendere d'ostaggio Alex è stata una mossa meschina- disse lei armeggiando con i guanti.
-Nulla vieta di farlo, è solo la vostra morale che vi impedisce di fare certe azioni, per questo io non ne ho una- rispose serio guardandola con i suoi occhi arancioni.
-La morale è ciò che ci distingue dagli animali, quando un uomo ne è privo, non è così diverso da una bestia selvaggia- ribatté lei togliendosi i guanti per poi lasciarli cadere a terra.
-Sei brava solo con le parole o anche con i fatti?- gli chiese posando una mano sull'elsa della katana.
-Fatti sotto che te lo dimostro- lo sfidò lei mettendosi in posizione d'attacco, lo studiò bene con i suoi occhi bicromatici, prima che lui scattasse in avanti con la spada dritta davanti a se, lei come se niente fosse sollevò una parete di ghiaccio per proteggersi, l'arma si conficcò appena nella superficie gelida, poi Forge sorrise e cominciò a spingere, la lama cominciò a diventare incandescente e in poco sciolse lo scudo di Milah, che si ritrovò la punta della katana a pochi centimetri dal suo collo, sbarrò gli occhi incredula, ma prima che la colpisse lei si piegò all'indietro schivando il colpo per un soffio, spostò lo sguardo sul suo obbiettivo e mentre posava le mani a terra per usarle come leva, i suoi piedi si ricoprirono di uno spesso strato di ghiaccio acuminato, li sollevò ritrovandosi per un frangente di secondo appoggiata sulle braccia e tentò di colpire con la punta del piede il suo avversario che però balzò indietro evitando l'attacco. Milah si ritrovò accovacciata su quattro arti, poi ritornò in posizione eretta.
-Che razza di magia è quella?- chiese, stupita del fatto che una semplice spada avesse sciolto il suo ghiaccio di drago. Forge fece un mezzo sorriso.
-Calore a induzione, trasmetto il calore delle cose che tocco aumentandone la temperatura a mio piacimento- rispose chinandosi per prendere un sassolino da terra, lentamente questo cominciò a virare al rosso intenso fino a che non si sciolse sul suo palmo diventando lava, con un cenno della mano si scrollò quel semi liquido di dosso, esso sfrigolò quando entrò in contatto con il terreno, emettendo un leggero fumo grigio.
-Direi che è uno scontro interessante il nostro- affermò lui chinando leggermente la testa di lato.
-Forse dal tuo punto di vista, a me sembra solo una spina nel fianco- ribatté lei seria.
-Questo è perché tu sei in svantaggio- disse sorridendo Forge, in un batter d'occhio lei se lo ritrovò davanti con la katana caricata all'indietro, grazie a dio i suoi riflessi erano ottimi e riuscì ad indietreggiare in tempo, ma l'avversario non mollò continuando a menare fendenti, lei non smise mai di schivare, nel mentre si accorse che i suoi colpi erano tutti precisi e diretti verso i punti vitali, non aveva neanche un'ombra di esitazione nei movimenti, voleva veramente ucciderla. Un altro fendente andò a vuoto quando Milah schivò a sinistra ed entrò nella sua guardia.
-Ice Dragon's Freezing Claw!- le sue mani si ricoprirono di ghiaccio che si allungò assumendo la forma di artigli, con un movimento veloce lo ferì al petto lasciando tre solchi profondi e sanguinanti, Forge indietreggiò dolorante stringendo i denti, ma Milah non gli lasciò un attimo di tempo e inspirò a pieni polmoni.
-Ice Dragon's Roar!- espirò e dei pezzi di ghiaccio frastagliati investirono il nemico provocandogli diversi tagli su tutto il corpo, l'avversario si ritrovò in ginocchio.
-Ice Dragon's Freezing Point!- Milah portando una mano in avanti fece partire dal suo palmo, un raggio di ghiaccio che colpì in pieno Forge, una nube di polvere si sollevò, lei era stata troppo veloce senza dare a lui il tempo di contrattaccare. Milah seria partì all'attacco nuovamente, lo aveva sentito grazie ai suoi sensi di drago, che era ancora vivo, ma Forge si era già rialzato.
-Non ne hai abbastanza, hai la pellaccia dura!- esclamò Milah scattando nella sua direzione, Forge impugnò a due mani la sua spada incandescente.
-Non mi faccio battere facilmente- ribatté provando un affondo verso di lei che però si parò nuovamente con un muro di ghiaccio, esso evaporò leggermente emettendo una nuvoletta di vapore acqueo quando l'arma si appoggiò sulla superficie, ma questa volta la lama trapassò subito lo spesso strato gelido della Dragon Slayer, lei non poté fare niente e venne colpita al fianco sinistro, la katana la trapassò da parte a parte, emise un grido di dolore lancinante, non tanto per la ferita quanto per il calore che essa emanava, la stava letteralmente bruciando dall'interno, Forge con un ghigno estrasse l'arma bianca e proseguì nuovamente con un fendente che le lasciò un enorme solco in diagonale lungo tutto il petto. Cominciò a sanguinare copiosamente e cadde a terra, a pancia bassa, tossendo sangue. Forge le posò un piede sulla ferita al fianco e cominciò a ruotarlo prima a destra e poi a sinistra. Milah venne pervasa come da una scossa e non riuscì a trattenere un urlo straziante, il nemico rise di gusto sollevando la katana e appoggiando la punta sul suo collo per dargli il colpo di grazia.
-Ciao ciao piccola fenice- sibilò ridendo, la sollevò appena per poi abbassarla nuovamente di colpo, Milah strinse i denti: non riusciva a muoversi a causa di quel piede che appoggiava sulla ferita, ma anche se ci avesse provato, il dolore era veramente insopportabile, la lama ormai era a pochi millimetri, quando lei aggrottò le sopracciglia e un'idea le balenò nella mente.
-Muori!- esclamò Forge, la katana però invece di colpire Milah, toccò direttamente a terra, il ragazzo si sbilanciò e quasi cadde al suolo, guardò in basso con espressione interrogativa, vedendo la lama spostata di poco dal collo della Dragon Slayer che si stava rialzando lentamente e con fatica: aveva il corpo coperto da un piccolo strato di ghiaccio, grazie a quello il piede di Forge era scivolato facendogli perdere l'equilibrio e mancando il suo obbiettivo. Milah si era completamente rialzata e aveva chiuso le sue ferite con del ghiaccio, quantomeno il freddo le stava alleviando il dolore dovuto alla scottatura.
-Mossa astuta te lo concedo- affermò il nemico voltandosi verso di lei che si stava togliendo il cappotto.
-È arrivato il momento di fare sul serio- disse lei lasciando la mantella a terra.
-Ice Dragon's Zero Blade- dal suo palmo cominciò ad apparire prima l'elsa, poi la guardia e infine la lama di una spada di ghiaccio.
-Interessante- cantilenò Forge.
-Ora combattiamo ad armi pari- ribatté lei ritornando in posizione d'attacco.

 
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-Sangue chiama sangue- Casper si portò la mano con il guanto vicino all'occhio bendato e la sua carnagione si fece sempre più chiara, Plusmag invece con i suoi arti robotici era già partito all'attacco. Cremisis cominciò ad investirlo di aghi che però rimbalzarono sulla sua corazza impenetrabile.
-Non mi fai niente- disse colpendolo duramente con una spallata e spedendolo contro una roccia che si frantumò. Casper si rialzò massaggiandosi la testa.
-Ti sembra questo il modo di trattare chi è più anziano di te? Rispetto giovanotto- lo rimproverò alzandosi, si guardò poi i vestiti.
-Ah guarda quanta polvere, guarda come sono conciato- disse cercando qualcosa nel suo zaino, ne estrasse una specie di raccogli briciole elettrico e cominciò a passarselo lungo tutto il corpo, finché esso non gli scappò di mano e si diresse a gran velocità contro Plusmag.
-Hey, non ti hanno mai insegnato a non rubare le cose degli altri?- chiese il ragazzo.
-Smettila di giocare e comincia a fare sul serio- ribatté il nemico rispedendo l'oggetto contro Casper che lo schivò all'ultimo, ma questo andando a sbattere contro il tronco di un albero si ruppe in mille pezzi, il Devil Slayer lo guardò con espressione interrogativa.
-Come hai fatto?- chiese.
-Magnetismo mio caro, è un potere quasi universale, praticamente qualsiasi cosa possiede una carica elettromagnetica e grazie alla mia magia io sono in grado di controllare quegli oggetti- spiegò, Casper aggrottò le sopracciglia: era un avversario scomodo.
-Bloody Claws!- esclamò Casper e dalla punta delle sue dita spuntarono degli aghi, scattò verso Plusmag e tentò di colpirlo nelle parti non robotiche, ma lui parò con il suo arto meccanico tutti i suoi movimenti.
-Sai, potrai anche essere parzialmente indistruttibile, ma il tuo punto debole sta proprio nel fatto che si vedono subito le parti che non hai modificato- gli disse schivando un suo pugno per poi conficcare un ago nella sua spalla, la ferita cominciò a sanguinare e l'avversario indietreggiò, usò il braccio robotico per estrarre la punta e frantumarla.
-Se lo hai scoperto allora perché non continui ad attaccarmi- ribatté il ragazzo portando una mano in avanti, essa si staccò all'altezza del polso e si diresse verso Casper che lo intercettò con un ago a mezz'aria, anche questo lo colpì con un piccolo clangore, ma non servì a niente. Cremisis schivò saltando, poi si voltò notando l'arto tornare alla carica e ruotò per deviarlo nuovamente, la mano robotica però continuava ad insistere e imperterrita lo colpì sotto il mento, il Devil Slayer cadde a terra ma si risollevò subito dopo.
-Giant Needle!- davanti a lui apparve un gigantesco ago che spedì contro Plusmag, esso sorrise quando gli arrivò a qualche metro per poi fermarsi completamente. Casper sbarrò gli occhi incredulo.
-Che succede? Perché non riesco più a controllare il mio ago?- chiese cercando inutilmente di muoverlo.
-Te l'ho detto, ogni cosa ha una carica elettrica, il sangue che tu usi nei suoi aghi è ricco di ferro, quale elemento migliore per un magnete vivente come me?- rise Plusmag, il dardo si voltò verso il suo legittimo proprietario sotto il suo sguardo sbigottito, poi partì in avanti, Casper non ebbe neanche il tempo di muoversi che l'ago lo colpì in pieno bucandogli lo stomaco, si resse in piedi per miracolo afferrando l'ago con due mani e spingerlo fuori, una striscia di sangue gli colò lungo il labbro, si impose di non guardare in basso per non svenire in mezzo al combattimento, ma la sua ferita gli doleva in modo anormale.
-Non devo guardare il mio sangue, non posso perdere conoscenza adesso- si disse fissando in avanti, anche se la voglia di controllare lo stato del suo stomaco era tanta.
-Veramente? Sei un Demon Slayer del sangue che sviene alla vista del suo?- gli chiese deridendolo.
-Perché non lo guardi o hai paura di essere ucciso?- disse, ma Casper sorrise di rimando.
-La morte non mi spaventa, ho vissuto abbastanza a lungo da capire che non è il male peggiore, però...- lo guardò inclinando la testa.
-... Se svenissi, i miei vestiti si impolvererebbero e questo non lo posso permettere- continuò ghignando, Plusmag sbuffò.
-Pff, non fare tanto il figo che con quella ferita sei ad un passo dalla morte- ribatté, Casper strinse gli occhi e i denti per il dolore: aveva ragione, ma non lo avrebbe mai lasciato vincere, mai e poi mai.

 
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Luther schivò un altro dardo scagliato da Nicolash, sbuffò e si tirò su gli occhiali con il dito medio.
-Prevedibile- disse incrociando le braccia al petto, Nicolash sbuffò innervosito.
-Mi hai veramente rotto le scatole- affermò lui stringendo i pugni.
-Sono io che mi sono stancato, questo combattimento è a senso unico, e io sto cominciando ad annoiarmi- ribatté il nemico, con una velocità incredibile scattò in avanti verso Nicolash e gli assestò un pugno deciso alla bocca dello stomaco, Neviski lo guardò con la coda dell'occhio rimanendo sbalordito, era stato talmente veloce che aveva faticato a vederlo, per un attimo gli mancò l'aria nei polmoni, intanto Luther lo sorpassò e con un colpo secco gli diede una gomitata alla base del collo, in seguito ruotò colpendolo con una ginocchiata al centro della schiena, talmente veloce che venne spedito contro un masso rompendolo in mille pezzi. Nicolash si stava innervosendo sempre di più, le aveva provate tutte, ma qualsiasi mossa lui facesse, Luther riusciva sempre a prevederla e a schivarla, nonostante questo, non lo aveva mai attaccato con una qualche tipologia di magia. Luther rise di gusto.
-Non ti attacco con la magia perché la mia non è adatta all'attacco semplicemente- disse, Nicolash si rialzò e lo guardò aggrottando le sopracciglia: aveva risposto ai suoi dubbi senza che aprisse bocca?
-Quanto sei stupido, la mia magia consiste nel prevedere le tue mosse, grazie al fatto che prima di agire pensi, in pratica sono in grado di leggere la tua mente- disse battendosi l'indice sulla tempia.
-Ma questo non cambia niente nel nostro combattimento, tanto qualsiasi cosa tu faccia io riuscirò a prevederla- disse ghignando, Nicolash sorrise di rimando.
-Allora mi basterà solo essere più veloce di te- ribatté inspirando.
-Shall we dance?!- gridò scattando verso di lui.
-Lama dell'anima!- una lama spuntò dalla punta delle sue dita della mano destra.
-Spadone dell'anima- creò una grossa spada ma in quella sinistra, Luther chiuse gli occhi e sbuffò deluso, senza neanche guardare schivò tutti i suoi attacchi piegandosi e ruotando, poi gli diede un potente calcio al fianco che lo rispedì a terra. Nicolash si rialzò tossendo.
-Non ho ancora finito- esclamò.
-Sei testardo- ammise Luther sistemandosi gli occhiali.
-Lo puoi dire forte- ribatté ripartendo all'attacco, ma questa volta, portò davanti a se il bastone.
-Dardo di Farron!- gridò, un piccolo proiettile magico partì in direzione dell'avversario che però non si mosse, il colpo si schiantò al suolo poco davanti al nemico sollevando una nube di polvere, Nicolash si immerse in essa, Luther si guardò attorno per niente impressionato.
-Sei prevedibile piccoletto, non riuscirai a colpirmi- disse schivando la lama di una spada semplicemente piegando la testa, poi prese il polso di Nicolash e ruotando lo ribaltò in avanti, scaraventandolo con la schiena a terra.
-Hai finito?- chiese il nemico guardandolo dall'alto, Nicolash rise.
-Neanche per sogno- rispose alzandosi con un colpo di reni, il suo sorriso non scomparve anzi si fece sempre più ampio, quasi inquietante, quando Luther venne colpito da qualcosa dritto sulla testa e gli occhiali gli caddero a terra, strinse i denti e si massaggiò la nuca, poi spostò lo sguardo verso il basso notando un bastone di legno con una sfera di quarzo in punta, puntò poi gli occhi verso Neviski che se la stava ridendo di gusto.
-Non sei poi così intoccabile quattr'occhi- lo prese in giro, Luther si infuriò.
-Non sono riuscito a prevedere la tua mossa come hai fatto?- gli chiese pretendendo delle spiegazioni.
-Hai detto che sai leggere la mente per prevedere gli attacchi, il fatto è che io ho lanciato in aria il bastone, ma non avevo la più pallida idea di dove sarebbe caduto, ma la fortuna mi ha assistito- rispose provando ad attaccarlo nuovamente senza successo.
-Non accadrà più stanne certo- ribatté il nemico colpendolo con il palmo sotto il mento. Nicolash indietreggiò pulendosi il labbro sanguinante e sorrise.
-Era da molto che non mi divertivo in una danza- disse partendo di nuovo all'attacco.

 
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Alex si tenne il naso e la bocca tappate con le mani, l'odore intenso di alcol era veramente insopportabile.
-Hic... ti vuoi fare un goccetto anche tu bambola?- chiese Etan dirigendosi verso di lei barcollando e bevendo un altro sorso dalla sua bottiglia. Più si avvicinava, più l'odore pestilenziale si faceva forte.
-Mi sembra proprio che non ti piaccia questo odore vero... hic- disse ridendo.
-Mi sta venendo il vomito- sussurrò tra se e se Alex, i suoi capelli virarono al grigio e lanciò una folata di vento contro Etan, tutto il miasma venne spazzato via e lei poté finalmente respirare. Dopo pochi secondi però l'odore di alcol ritornò più intenso di prima.
-Hic... hai provato a spazzare via questo odore? Non hai notato che non c'è alcuno sfiato in questa stanza? Non puoi fare niente con la tua magia- disse Etan, dal suo corpo cominciò ad uscire dello strano fumo verde che si andò a contrapporre al vento di Alex, ma esso riuscì a superarlo e ad investire la ragazza in pieno, lei senza volere ne inspirò una piccola quantità, immediatamente le venne un capogiro e la testa cominciò a dolergli in modo anormale, se la tenne stretta come se fosse li li per cadere.
-Cosa diavolo è?- chiese reggendosi ad una parete.
-Hai perso l'equilibrio vedo... hic... è la mia bellissima magia- disse storpiando alcune parole per via della sbronza.
-Grazie a tutto l'alcol che metto in corpo posso produrre dei fumi che hanno il suo stesso effetto e variarne l'intensità... hic- rispose singhiozzando.
-Cosa mi stai facendo?- disse lei faticando a reggersi in piedi.
-Te l'ho detto, i fumi dell'alcol possono essere peggiori dell'alcol stesso, grazie a questi, tra poco perderai ogni capacità di ragionamento, di parlare e anche di muoverti fino ad arrivare al coma etilico e quindi alla morte- spiegò, Alexis sbarrò gli occhi, si guardò attorno vedendo solo figure sdoppiate o addirittura distorte, poteva usare il potere dell'aria ma la stanza era chiusa e prima o poi i fumi dell'alcol avrebbero raggiunto il punto di saturazione massimo, le pareti in più erano di uno spesso strato di mattoni difficile da buttare giù in quella situazione.
-Maledizione non mi resta che farlo fuori in questo stato... non ho altra scelta- disse mettendosi in piedi e cercando di rimanere in equilibrio, i suoi capelli virarono al grigio e un leggero venticello cominciò a soffiare attorno a lei alleggerendo gli effetti della magia di Etan.
-Vieni qui tesoro ti faccio vedere come si fa a combattere da ubriachi- le disse lui correndo, seppur con difficoltà, verso di lei, la ragazza creò una palla compressa di aria davanti a se e la spedì con forza contro di lui che però schivò con dei movimenti alquanto bizzarri, come se si trascinasse dietro tutto il corpo, gli arrivò ad un centimetro di distanza e la colpì con le nocche dritto sulla trachea, lei smise di respirare all'improvviso, ma nonostante questo utilizzò il braccio destro per creare un piccolo turbine e lo scaraventò contro la parete di mattoni, poi si accasciò a terra cercando di trovare un pò di aria, dopo qualche secondo di apnea finalmente riuscì a tornare a respirare, tossì un paio di volte per poi rimettersi in piedi con qualche difficoltà.
-Fatti avanti- lo intimò facendogli un cenno con le dita, Etan sorrise prima di bere un sorso di sakè dalla sua borraccia.







ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!! Come avete passato il Natale? Vi siete strafogati di cibo più o meno come me o riuscite ancora a camminare sulle vostre gambe?
A parte gli scherzi, io tra una roba e l'altra sono riuscita a pubblicare oggi, questo perché ho passato le ultime due settimane prima di Natale che non avevo un minuto di respiro, ma soprattutto tempo per scrivere, infatti questo capitolo l'ho finito esattamente 15 minuti fa. Beh anche se scritto di fretta come vi è sembrato? Non vi preoccupate che nel prossimo capitolo inserirò anche i combattimenti degli altri membri!!
Comunque vi presento Nicolash Neviski
(https://www.deviantart.com/pangolino99/art/Nicolash-Neviski-865264309?ga_submit_new=10%3A1609082589) scusa Ophion ma il medaglione al collo non sapevo come farlo e quindi ho pensato di fare finta che fosse sotto la giacca (infatti si intravede la catenina) spero vada bene lo stesso. Sorry. Ci sentiamo tra due settimane nel weekend del 9/10. Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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