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Autore: runami_ lu99    09/01/2021    3 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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DICIOTTESIMO CAPITOLO:
SAGA DEL PAESE DI ORCHIDEA: NEMICI PERICOLOSI






Noite stava utilizzando la sua luce oscura contro Reinier, che però grazie ai suoi specchi continuava a riflettergli contro i suoi stessi attacchi.
-Tu stai con loro? Non era stato predetto che ci fosse una persona in più, uip- disse il nemico.
-Non sto con loro, io sono qui per divertirmi- rispose Noite apatico, Reinier lo guardò stranito.
-Come sarebbe a dire divertirti? Non stiamo giocando, odnacoig- ribatté il mago degli specchi.
-Lo so, è proprio questa la parte divertente- sorrise appena scagliandogli addosso un raggio di luce.
-Non sono proprio sicuro che sia stata una buona idea batterti con me, i nostri poteri sono opposti, ciò significa che tu sei in netto svantaggio, oiggatnavs- disse il nemico ridendo e rispedendo indietro l'attacco grazie ai suoi specchi.
-È quello che voglio- rispose Noite apatico intercettando il colpo con un nuovo fascio di luce oscura, essi esplosero a mezz'aria lasciando nell'aria particelle luminose. Reinier scoppiò a ridere ancora di più.
-Devi essere fuori di testa, atset- disse.
-Ah, sei troppo stupido non capiresti Roger- ribatté il God Slayer infilandosi le mani in tasca, Reinier si innervosì: odiava come rispondeva apaticamente alle sue provocazioni, ma soprattutto odiava come storpiava il suo nome.
-Ti ho già detto e ripetuto che il mio nome è Reinier, Reinier!- esclamò facendo apparire diversi specchi davanti a lui, essi si deformarono per poi trasformarsi in copie del proprio padrone.
-Vediamo come te la cavi ora, aro- sibilò lui e tutti i sosia partirono all'attacco. Noite li guardò avvicinarsi, portò le mani in avanti e dai palmi sparò diversi raggi di luce oscura diretti verso quelle illusioni, alcune scomparvero non appena furono sfiorate, altre invece riuscirono a non farsi colpire e cominciarono a muoversi attorno a Noite cercando di confonderlo, fingendo di attaccarlo per poi arretrare, il ragazzo li scrutò uno ad uno finché non venne colpito in pieno da uno di essi, quello reale, con un pugno in pieno viso, barcollò ma rimase in piedi e Reinier continuò ad attaccarlo da qualsiasi direzione, quando Noite decise di contrattaccare, con la coda dell'occhio lo vide avvicinarsi alla sua sinistra e lo schivò per poi colpirlo con un raggio luminoso alla schiena, Reinier si ritrovò con la faccia spiaccicata al suolo e un dolore tremendo alla spina dorsale.
-Vedi di darti da fare e fammi divertire, se volevo combattere contro uno che non si impegnava andavo ad allenarmi con un sacco da boxe- ordinò Noite spingendolo in là con un calcio, Reinier si alzò tenendosi la parte dolorante.
-Bastardo, odratsab- sibilò rimettendosi in piedi.
-Adesso vedrai, iardev- disse, apparirono decine e decine di specchi in tutta l'area, Noite sorrise appena.
-Così mi piace- disse, dal suo palmo sparò un grosso raggio di luce, che partì a gran velocità verso Reinier, creando un movimento d'aria che gli fece svolazzare quei due ciuffi che gli cadevano davanti agli occhi, uno specchio intercettò il colpo riflettendolo contro un altro, e quest'ultimo fece la stessa cosa. In pochi secondi Noite si ritrovò circondato di specchi che continuavano a riflettere il suo stesso attacco, il raggio di luce non si fermò neanche per un istante aumentando progressivamente la sua velocità e la sua intensità.
-Prendi questo... Refletc burst! Tsrub- gridò, la luce oscura di Noite rimbalzò sui vari specchi colpendolo in tutto il corpo e provocandogli ferite e bruciature gravi ovunque, poco dopo l'ultimo raggio gli trapassò una spalla da parte a parte, barcollò per qualche secondo tenendosi la ferita dolorante, ma senza nessuna espressione particolare in viso, apatico come sempre. I suoi vestiti erano stati quasi del tutto ridotti a brandelli, il trench nero che portava, appoggiato sulle spalle, era stato ridotto ad un colabrodo e i guanti che aveva infilati alle mani, erano stati come frantumati rivelando le braccia completamente coperte di bende, anche queste avevano subito l'attacco e in parte erano rovinate facendo intravedere, a pezzi, la pelle di Noite segnata da tremende cicatrici che si facevano sempre più gravi vicino alle mani, queste invece sembravano essere color del metallo, quasi come il braccio robotico di Nicolash.
-Chi diavolo sei una mummia per caso, osac?- chiese Reinier guardandolo con un sopracciglio alzato. Noite lo fissò con i suoi occhi glaciali e sbuffò, poi si guardò gli arti.
-Invece di fare domande inutili perché non riprendiamo da dove eravamo rimasti Roberto- disse serio cambiando argomento. Una vena pulsante fece capolino sulla fronte di Reinier.
-Ora ti sistemo io, oi- affermò ripartendo all'attacco.

 
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Demetra era stata rinchiusa in quella stanza senza né porte né finestre, teneva incoccata la freccia nel suo arco scrutando con attenzione attorno a sé, Clelia appariva e scompariva in continuazione, il problema era che non capiva da che parte sarebbe rispuntata, a differenza degli altri nemici, lei non emetteva alcun suono, nessun movimento strano o traiettoria prevedibile, il suo potere era veramente scomodo per una come Demetra. Una luce rosata apparì dietro di lei e in una frazione di secondo Clelia partì alla velocità di un missile e la colpì con la nuca sulla schiena, la ragazza gemette di dolore e venne scaraventata contro la parete di mattoni, si rialzò in fretta e furia ma il nemico era già scomparso.
-Dannazione- imprecò, stava andando avanti così ormai da un pò, non era riuscita a colpirla neanche una volta, cosa poteva fare? Cominciò a pensare senza smettere di osservarsi attorno. Di nuovo una luce rosata apparì alla sua destra, lei velocemente schivò gettandosi in avanti, ma subito dopo un portale si aprì sopra la sua testa e Clelia la colpì nuovamente alla schiena.
-Thè thè, che delusione sembravi una tosta, mi aspettavo di più thè thè- disse l'avversaria ridendo e parandosi davanti alla ragazza, immediatamente lei la fissò dal basso seria, prima che ruotasse su se stessa per farle una spazzata a terra, Clelia però non cadde perché un portale si aprì sotto di lei e la risucchiò in pochi secondi, Demetra strinse i denti e si rialzò ritornando a guardarsi attorno. Un nuovo portale si aprì ma questa volta sotto di lei, che ci finì dentro, nonostante questo continuò a cadere dato che Clelia aveva creato due portali comunicanti posti uno sopra l'altro, in questo modo Demetra appariva in uno e spariva nuovamente da dove era entrata, la forza di gravità ebbe la meglio e la sua velocità di caduta aumentò a dismisura, finché il portale inferiore non sparì e lei si schiantò al suolo con un tonfo sordo, si creò uno spostamento d'aria e si sollevò una nube di polvere, il pavimento era stato disintegrato, ma non vi era alcun piano inferiore. Demetra si rialzò coperta di graffi sanguinanti, non appena si rimise in piedi sentì un dolore lancinante poco sopra il fianco sinistro, si tenne quella parte con espressione sofferente.
-Merda- disse tastandosi la gabbia toracica e scoprendo quattro costole rotte, grazie a dio la sua armatura aveva attutito in parte lo schianto, altrimenti non sa se sarebbe riuscita a sopravvivere. Strinse i denti e gli occhi.
-Sei ancora viva? Thè thè, forse mi sbagliavo, nessuno riesce a sopravvivere ad uno schianto del genere, ma il tuo corpo non reggerà ancora per molto- constatò Clelia credendo per un attimo di averla fatta fuori.
-Forse puoi spezzare il mio corpo...- si rialzò espirando e guardandola da sotto le sopracciglia.
-... Ma non riuscirai a spezzare il mio spirito- continuò con tono risoluto battendosi un pugno sul cuore nonostante il dolore. Clelia rise a squarciagola.
-Thè thè! Ma quale spirito e spirito, non venire a farmi la morale, qualunque essere umano al mondo prima di morire prova paura, e pur di salvarsi la pelle implora pietà, abbi il coraggio di dirmi che il tuo spirito non si spezzerà neanche davanti alla morte... oh no, ti assicuro che lo farai, thè thè- disse la maga dei portali.
-Mi hanno sempre insegnato ad essere risoluta davanti alle situazioni difficili, perciò non mi piegherò mai, il mio è l'animo di un guerriero, perché se non fosse così...- portò una mano in avanti tenendo ben salda la sua arma.
-... Non sarei più degna di impugnare questo arco- disse seria scoccando una freccia, Clelia venne presa di sorpresa e schivò l'attacco per un soffio, questa però le lasciò un piccolo taglio sulla guancia, il dardo si conficcò nella parete opposta, lei si passò il pollice sulla ferita per pulirsi da quella goccia di sangue che stava per cadere, poi alzò lo sguardo notando Demetra a pochi centimetri da lei, con un pugno caricato all'indietro, Clelia sbarrò gli occhi e poi venne colpita in pieno sulla guancia da un gancio destro, in seguito, Demetra allargò il braccio colpendola con il piccolo scudo posto sullo stesso arto. La ragazza dei portali roteò su se stessa prima di cadere a terra, sputò del sangue sul pavimento e poi si rialzò.
-Non ti credevo in grado di combattere a mani nude- disse Clelia quasi intimidita, ma sta volta non rise.
-Lo faccio solo in caso di necessità- ribatté lei tenendosi le costole rotte e facendo una smorfia di dolore, poi ghignò.
-E io avevo necessità di prenderti a pugni- continuò afferrando nuovamente il suo prezioso arco.

 
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Alèk caricò un pugno all'indietro e lo portò in avanti cercando di colpire Lykan in pieno petto, il nemico però aveva utilizzato il Take Over e si era trasformato in un ibrido mezzo uomo, mezzo lupo, con le sue zampe fermò l'arto del ragazzo e sorrise.
-Questo ti sembra un pugno?- sorrise prima di caricare indietro la mano sinistra e colpirlo con un dritto in pieno viso, Alèk venne spedito lontano e strisciò al suolo per diversi metri finché non concluse la sua corsa contro un paio di alberi che caddero a picco per terra. 
-Questo è un pugno!- precisò il nemico cominciando ad ululare, il ragazzo si risollevò, la sua maglia a maniche corte era stata completamente ridotta a brandelli, si guardò e strappò quel poco che restava di essa rimanendo a petto nudo.
-Su chi devi fare colpo piccola fenice?- chiese ironicamente Lykan, Alèk rise prima di portarsi una mano tra i capelli.
-Potrei farti la stessa domanda, anche se con tutti quei peli che hai, più che senza maglietta sembra che tu abbia addosso un cappotto- lo prese in giro.
-Ma quanto sei spiritoso- affermò con sarcasmo l'avversario abbassandosi su quattro zampe per poi partire all'attacco, Alèk posò le mani a terra e tutto il terreno davanti a lui diventò liquido, poi lo sollevò e lo compresse facendolo diventare una sfera più dura del ferro. Andò in contro al nemico correndo anch'esso, poi lanciò la sfera in alto, le diede un potente calcio e la spedì contro Lykan, questo la agguantò con una zampa conficcando gli artigli all'interno di essa, ruotò e grazie alla sua potenza e alla forza centrifuga gliela rispedì indietro, Alèk sbarrò gli occhi e portando i palmi in avanti la parò, anche se a causa della sua velocità arretrò di parecchi metri lasciando due solchi profondi sul terreno, il ragazzo sorrise e lanciò in aria la sfera per poi riprenderla più e più volte.
-Cos'è, vuoi per caso sfidarmi ad una gara di forza?- gli chiese, Lykan ululò al cielo.
-Perché no piccola fenice? Non credo che tu possa competere contro di me- accettò il mago del Take Over, Alèk sorrise, con un braccio usò la sfera per scagliargliela contro nuovamente, i suoi muscoli parevano esplodere, l'oggetto partì ad una velocità impressionante, Lykan rise prima di bloccare l'attacco anche se con fatica.
-Non puoi competere con la forza di un lupo!- esclamò ritirandogliela indietro, Alèk la bloccò.
-Questo lo dici tu!- gridò lanciandogliela un'altra volta, continuarono così per qualche minuto, Alèk la fermò nuovamente e si asciugò la fronte imperlata di sudore, il suo respiro era affannoso, così come quello di Lykan.
-Credo che da questo punto di vista siamo pari- constatò il fratello dei Black.
-Oh no, neanche per sogno!- ribatté il nemico testardo, Alèk gliela lanciò per l'ultima volta, ma l'avversario la rispedì indietro al mittente, il ragazzo portò le mani in avanti e decise di farla tornare allo stato liquido, ma prima che ci riuscisse essa si disintegrò in mille pezzi e dietro a questa apparì la figura di Lykan, in men che non si dica lo atterrò conficcandogli gli artigli nel petto e mordendolo alla base del collo, Alèk gridò di dolore mentre il sangue cominciava a riempire la bocca del nemico. Il ragazzo strinse i denti e con il braccio libero afferrò il muso allungato di Lykan e lo strinse con una potenza tale che lui dovette mollare per forza la presa a causa del dolore. Il nemico si risollevò ma senza togliere gli artigli dal suo petto. Alèk lo guardò, Priscilla aveva combattuto contro di lui mentre erano nella base sotterranea, ma la sua forza e la sua velocità erano impressionanti, non poteva credere che lei avesse affrontato un avversario tanto potente, tutta da sola.
-Cos'è quell'espressione da ebete?- gli chiese Lykan risvegliandolo dai suoi pensieri, istintivamente lui voltò la testa alla sua sinistra vedendo in lontananza la ragazza in questione, l'avversario seguì il suo sguardo e ululò.
-Oh, il demone dai capelli celesti... Devo ammettere che è diventata un bel bocconcino- disse, Alèk lo fulminò con lo sguardo, ma Lykan rise.
-Ah, non preoccuparti, fin da quando era piccola è sempre stata presa di mira, sai la picchiavamo in continuazione, per questo ci prenderemo cura di lei quando tutti voi sarete morti, anche se non avrà vita tanto lunga- disse, Alèk rimase in silenzio, gli occhi erano oscurati da una leggera ombra, poi cominciò a tremare di rabbia.
-Se ti azzardi anche solo a torcerle un capello...- sollevò lo sguardo e le use iridi cambiarono diventando rosso rubino, le sopracciglia erano aggrottate e le vene sulla sua fronte sembravano volessero esplodere da un momento all'altro. 
-... sarai tu a non avere vita lunga- disse sollevandosi appena da terra, il nemico sbarrò gli occhi quasi intimidito, poi i suoi artigli affondarono di più nel suo petto, ma lui sembrava non provare più nessun dolore, grazie alla scarica di adrenalina. Alèk lo colpì con un pugno potentissimo sul muso, e il nemico venne scaraventato lontano, Black si rialzò su due piedi ritto e fiero, nonostante la ferita al petto e al collo che gocciolavano sangue. Lykan fece lo stesso ed uscì dalla nube di polvere.
-Trasformazione: modello licantropo- gridò, la sua figura si fece più grossa, più muscolosa, la coda si allungò, così come gli artigli e le zanne, il pelo da grigio diventò nero e i suoi occhi divennero rossi come il fuoco, ululò al cielo facendosi sentire ovunque nei dintorni. Alèk non si mosse di un millimetro continuando a fissarlo minaccioso: potevano toccare tutto, ma non i suoi compagni, non Priscilla.

 
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Priscilla sentì un ululato levarsi al cielo e istintivamente si voltò alla sua destra, in lontananza vide Alèk impegnato con Lykan: quel tipo era veramente forte, le ritornò in mente quando aveva avuto a che fare con lui, anche solo per poco tempo, l'aveva messa veramente in difficoltà, ma era sicura che non fosse forte e in gamba quanto Alèk, sorrise impercettibilmente, aveva fiducia in ognuno dei suoi compagni, in cuor suo sapeva che ognuno di loro ne sarebbe uscito vincitore. 
-Che sorriso raccapricciante, non sei bella per niente!- commentò Rose spostandosi dietro l'orecchio un boccolo biondo, Priscilla strinse un pugno e una vena le cominciò a pulsare freneticamente in fronte.
-Che diavolo vuoi? Fatti gli affari tuoi, oca!- le gridò di rimando la ragazza, il nemico sbarrò gli occhi incredulo.
-Oltraggioso, che orrendo modo di parlare che hai, è così scurrile, non è bello per una fanciulla colloquiare in codesto modo- cantilenò volteggiando su se stessa, Priscilla ebbe un improvviso tic nervoso all'occhio, ma inspirò profondamente per mantenere la calma, poi sollevò lo sguardo decisa: non doveva distrarsi, quella tipa non aveva ancora mostrato la sua magia e non sembrava intenzionata a farlo, l'unico modo era attaccarla e metterla in difficoltà, doveva rimanere concentrata, si trovava da sola, nessuno la poteva proteggere in quel momento. Fece apparire immediatamente venti biglie di ferro e cominciò a scagliargliele contro una dietro l'altra, Rose cominciò a ridere e le schivò tutte volteggiando e piroettando qua e la, finché all'ultima non portò una mano in avanti ed essa si fermò a mezz'aria, sotto lo sguardo stupito di Priscilla.
-Ritorna al tuo padrone mia cara- sussurrò e la piccola sfera come d'incanto venne rispedita al mittente alla velocità di un proiettile, la maga della telecinesi non fece neanche in tempo a muoversi che la biglia la sfiorò appena sibilandole a due centimetri dall'orecchio, concluse la sua corsa nel tronco di un albero dietro di lei, si voltò di scatto sbigottita, la sfera aveva lasciato un buco preciso nella corteccia e data la sua velocità esso stava emettendo un leggero fumo grigio. Priscilla cominciò a sudare freddo e strinse i denti: era veramente nei guai.
-Che attacco mediocre, spero non sia tutto qui- si lamentò Rose inclinando la testa e mettendo una sorta di broncio, Priscilla sorrise nervosamente.
-Quello non era neanche il riscaldamento- ribatté.
-Che la luna si alzi in cielo- sussurrò, un masso di medie dimensioni che aveva alle sue spalle si staccò da terra e venne scagliato contro il nemico.
-Trow!- gridò indicando il bersaglio, la roccia però non si mosse, Priscilla rimase stranita e riprovò, ma niente da fare, intanto Rose se la rideva sotto i baffi e continuava a tenere un braccio alzato verso di lei.
-Sei proprio una ragazza sfortunata- le disse con finto tono dispiaciuto, la roccia le venne rispedita indietro e la colpì in pieno allo stomaco, data la forza sbatté con la schiena e la testa contro un albero alle sue spalle e cadde a terra. Si tenne la parte dolorante e cominciò a tossire ripetutamente.
-Cosa diavolo succede? Perché non riesco a controllare la mia magia- disse sentendo che qualcosa in lei era cambiato. Rose rise ancora di più mentre la ragazza si rialzava da terra dolorante.
-Povera sciocca!- esclamò il nemico.
-Cosa mi hai fatto maledetta?- le chiese furiosa.
-Te l'ho detto, sei una ragazza sfortunata, la mia magia sembra stata creata proprio per opporsi alla tua- disse ridendo, la ragazza dai capelli di celesti alzò un sopracciglio e socchiuse gli occhi stranita: cosa intendeva? Scosse la testa e immediatamente sradicò un albero dal terreno, lo usò come un giavellotto e glielo scagliò contro, ma anch'esso si fermò a mezz'aria a pochi centimetri di distanza e venne rispedito indietro al mittente. Priscilla rotolò in avanti per schivare quando il tronco improvvisamente si bloccò e cambiò direzione colpendola alla schiena. Un rivolo di sangue scese dal suo labbro, mentre sollevava l'oggetto per potersi rialzare, provò a riutilizzarlo ma non fece in tempo, i suoi movimenti si bloccarono di colpo e il tronco sbatté a terra con uno schianto rumoroso, le sue braccia si fecero molli e le abbandonò accanto ai suoi fianchi, gli occhi erano fermi a fissare il vuoto davanti a lei, la sua espressione era neutra, sembrava essere diventata una specie di manichino, Rose cominciò a ridere sempre di più poi le si avvicinò saltellando, una volta che le fu vicino, le prese il mento tra il pollice e l'indice e si avvicinò pericolosamente al suo viso sorridendo appena.
-In questo momento sono io che tengo le redini della battaglia, letteralmente- le sussurrò all'orecchio con tono sadico, sghignazzò.
-Come ben sai la tua magia richiede una grande concentrazione mentale, il controllo degli oggetti tramite telecinesi funziona grazie alla forza del pensiero che trasforma l'etere in forza cinetica, ma questo tu già lo sai giusto?- chiese guardandola.
-Oh che sciocca, non puoi rispondermi, che bello... Comunque sia, il mio potere è emettere plasma, il plasma è il quarto stato della materia, che come tu ben sai è più comunemente raffigurato come un fulmine, in pratica io emetto queste piccole scosse elettriche che sono in grado di interferire con le sinapsi del tuo cervello, in questo modo sono in grado di farti fare ciò che voglio, davvero bello!- disse, la guardò dritta negli occhi.
-Capisci cosa vuol dire?- le arrivò ad un soffio dal naso, mentre Priscilla rimaneva immobile senza poter fare niente.
-Che sei sotto il mio completo controllo- concluse allargando la bocca in un inquietante sorriso.

 
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Bulk cominciò a ridere sguaiatamente, come farebbe un pazzo omicida.
-Non vedo l'ora, non vedo l'ora!- continuava a ripetere le stesse parole, le accompagnava sempre con un sorriso che si faceva più largo ogni volta e mentre i suoi occhi si allargavano, le sue pupille si restringevano. Velvet lo guardò con un espressione tra lo stranito e lo schifato.
-Ma che problemi hai?- gli chiese.
-Non vedo l'ora, non vedo l'ora!- gridò nuovamente ridendo sempre di più, guardò Velvet passandosi la lunga lingua sulle labbra.
-Non vedo l'ora di torturarti per bene!- esclamò con tono sempre più acuto. Velvet sbarrò gli occhi, ma poi sorrise.
-Voglio proprio vedere se ci riesci, fatti sotto scimmione- lo intimò, Bulk rise ancora prima di far spuntare dal pavimento due colonne di legno massiccio, la ragazza portò avanti le mani e intercettò l'attacco con un grosso fulmine che però si disperse al contatto, essi continuarono la loro avanzata colpendola in pieno e spedendola contro la parete di mattoni, cadde a pancia bassa sul pavimento, ma si rialzò subito dopo con un sorriso stampato in faccia.
-Legno eh?- chiese più a se stessa che al nemico.
-Che rottura di palle- commentò ghignando, Bulk smise di ridere.
-Perché non gridi di dolore?- chiese con tono arrabbiato avvicinandosi a lei.
-Perché se vuoi sentirmi ti devi impegnare di più- rispose Velvet.
-Elettro Speed!- la sua velocità aumentò a dismisura e in un battito di ciglia fu accanto al suo avversario con una mano appoggiata sul suo fianco.
-Elettro Shock!- il corpo di Bulk fu invaso da scariche elettriche che emettevano un fragore assordante, ma lui rimase immobile, guardò Velvet dall'alto in basso e con una mano tentò di prenderla al collo, lei fu più veloce e si spostò allontanandosi.
-L'elettricità non funziona con me, lo sai che il legno non è un buon conduttore, soprattutto se è il legno della Hevea Brasiliensis, l'albero da cui estraggono il liquido per creare la gomma- disse lui ridendo.
-Mi piace vedere le ragazze che cercano di difendersi da me, perché so che non hanno possibilità, ma dare loro speranza per poi togliergliela da sotto il naso è eccitante! Loro ci hanno sempre provato, fino a che non arrivavano ad implorare pietà ad un passo dalla morte- disse guardando la ragazza con sguardo sadico.
-Quando succede ti senti come un dio potente e allora quelle grida di dolore che arrivano dopo averle martoriate, diventano come musica per le mie orecchie... Perciò perché non ti lasci torturare!- gridò il mago del legno come farebbe un bambino capriccioso.
-Non credo che sia sulla lista delle cose da fare oggi- ribatté lei ridendo e prendendolo in giro, Bulk si arrabbiò, e in un attimo fece spuntare due colonne di legno ai lati della ragazza, la schiacciò con un colpo secco, ma non emise alcun suono o grido di dolore eppure tossì sangue per qualche secondo, prima che Bulk aumentasse la pressione sulla due colonne schiacciandola ancora di più, non riusciva più a respirare, il legno gli stava premendo contro il diaframma impedendogli di muoversi.
-Ho detto che devi urlare!- gridò, Velvet rise e con la poca aria rimasta nei polmoni parlò.
-Qui l'unico che urla sei tu, bestione- gli disse, il nemico si infuriò ancora di più e le diede un altro colpo con una nuova colonna di legno, spedendola lontano, finalmente riuscì a respirare una volta libera dalla sua morsa. Velvet si asciugò il labbro sanguinante e lo guardò fisso negli occhi: l'elettricità non funzionava su di lui, ma questo di sicuro non l'avrebbe fermata. Bulk creò decine di cubi di legno e le spedì contro di lei che con una mano tentò il contrattacco.
-Lightning Ray!- un grosso fulmine uscì dal suo palmo e si abbatté sul primo cubo disintegrandosi, questo proseguì senza nessun danno e colpì la ragazza allo stomaco, in seguito anche gli altri la tempestarono urtandola in ogni parte del corpo, dopo pochi minuti la ragazza si ritrovò stesa a terra coperte di lividi, graffi e ferite ovunque,  ma si rialzò nuovamente con un sorriso sulle labbra. L'avversario fece apparire nella sua mano una frusta fatta di legno e cominciò a sferzarla in aria.
-Grida! Grida maledizione grida!- urlò Bulk colpendola ripetutamente con diverse frustate, Velvet provò ad intercettare l'attacco più e più volte ma ad ogni tentativo esso veniva respinto o disintegrato. La ragazza si ritrovò a barcollare cercando di rimanere in piedi, quasi priva di forze, nonostante tutto, il suo sorriso non era mai scomparso e non aveva mai emesso un gemito di dolore, solo per non dare a quello scimmione la soddisfazione di sentirla urlare.
-Mi stai dando sui nervi, non solo non gridi, ma non provi nemmeno a proteggerti, non c'è gusto in questo modo!- esclamò Bulk furioso. Velvet all'ennesimo colpo di frusta la prese al volo e se la avvolse attorno al polso strappandogliela dalle mani, poi alzò il dito indice nella sua direzione.
-Uno: non sto gridando proprio perché tu mi stai ordinando di farlo, non c'è dubbio che io obbedisca agli ordini di un uomo come te- disse, alzò anche il medio.
-Due: non mi sono mai protetta, non ho fatto altro che contrattaccare, ma questo non l'ho fatto per darti fastidio...- sollevò lo sguardo.
-... Se speravi di aver trovato la ragazza che scappa e che implora per salvarsi la vita, beh mi dispiace dirtelo ma hai cagato fuori. Non sono come le altre, a me piace descrivermi in gergo tecnico come una donna con le palle quadrate...- si avvicinò a lui di qualche passo mantenendo il contatto visivo.
-... Proteggermi con incantesimi di difesa non fa parte del mio stile- concluse con un sorriso prima che le sue braccia bendate si illuminassero di un color oro intenso.

 
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Holus se ne stava in piedi in mezzo alla via principale, le braccia incrociate al petto e lo sguardo cremisi annoiato sul suo avversario di fronte a lui, non un graffio intaccava i suoi abiti perfettamente bianchi. Una leggera brezza fece svolazzare i capelli di Knightbuster e il cappotto candido di Holus, Tyson lo fissò immobile con i suoi occhi bicromatici studiandolo dalla testa ai piedi, la falce bendata era stata lasciata stranamente al suolo poco più lontano, poi emise un gemito strozzato prima di cadere a peso morto a terra, completamente coperto di sangue.






ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti!! Come state? È arrivato il nuovo capitolo!! Qui vi ho presentato le battaglie degli altri componenti della gilda! Quale tra tutti vi è piaciuto di più? Sappiate dirmelo con una recensione!! E siccome è uscito il nuovo capitolo vi presento il disegno di un nuovo personaggio... ecco a voi Demetra Ashdown!
(https://www.deviantart.com/pangolino99/art/Demetra-Ashdown-866579703?ga_submit_new=10%3A1610207116 ) che ne pensate? Ci sentiamo tra due settimane nel weekend del 23/24 Gennaio!! Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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