Libri > Forgotten Realms
Segui la storia  |       
Autore: NPC_Stories    28/12/2020    1 recensioni
Sequel di "Vampier's Diaries - Libro primo: la mia morte"
.
Sono sempre io, Erika Lesmiere, l'adorabile ragazza che avrebbe dovuto avere davanti a sé un brillante futuro. Avrei potuto fare una vita da nobildonna, o intraprendere una carriera militare, oppure avrei potuto ribellarmi alle tradizioni della mia famiglia e scegliere un percorso accademico come alchimista.
E invece no, mai una gioia. Mi sono ritrovata a diventare un vampiro.
Ma forse anche la non-vita mi riservava qualche sorpresa, dopo tutto. Forse finché siamo al mondo possiamo sempre trovare un po' di felicità.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2: Cenere eravamo…


Autunno 861 DR, campagne vicine a Silverymoon

‘Cenere eravamo e cenere ritorneremo’, era un motto ricorrente nei libri di mio padre. Credo che fosse un monito relativo alla ciclicità delle trasformazioni della materia in natura, che in definitiva era anche la ciclicità della vita, visto che le persone sono materia. L’utopia dell’alchimia è trascendere questo ciclo, portando l’essere umano a un livello superiore. L’immortalità. L’elevazione dalla carne alla forma spirituale. La trasformazione del piombo in oro, diceva mio padre, non era che una metafora per la trasformazione del comune in straordinario, dell’umano in sovrumano. A seconda di quale procedimento si volesse tentare di seguire, uno di essi prevedeva di passare per un primo stadio, chiamato Nigredo, che prevedeva che la materia diventasse scura, nera, a causa di un processo simile alla putrefazione. Se ciò era una metafora, e lord Yao ne era convinto - anzi, più che una metafora dovrei dire una realtà che si rispecchiava sia nel mondo materiale che in quello spirituale - allora essere un vampiro doveva essere il primo passo sul cammino verso una natura divina. Questo era ciò che credeva quel megalomane, ma mio padre non ne era altrettanto convinto. Era una cosa su cui avevano dissertato a lungo, come due gentiluomini istruiti, quando Yao Taman fingeva ancora di essere suo amico.
Per me, ‘Cenere eravamo e cenere ritorneremo’ non era un monito spaventoso, ma una preghiera. Avrei voluto poter afferrare quel bastardo per i piedi, mentre dormiva, e scaraventarlo all’esterno in pieno giorno giusto per vederlo diventare cenere.
Purtroppo il sonno diurno di un vampiro non è così profondo, non è un coma: se esposto al pericolo, il vampiro si sveglia e attacca in modo ferale, non del tutto cosciente. Lo sapevamo da anni, da quando lord Yao aveva tanto raccomandato a mio padre di non lasciar entrare nessuno nella sua stanza durante il giorno, per non causare spiacevoli incidenti. Io ero consapevole di non avere la forza per combattere il mio Sire. In uno scontro faccia a faccia mi avrebbe distrutta.
Tuttavia doveva esserci un motivo per cui quella frase esoterica sulla cenere continuava a tornarmi in mente. Io mi stavo concentrando solo su come uccidere lord Yao, su come vendicare la mia famiglia, e non riuscivo a escogitare un buon piano. Fu durante una notte particolarmente terribile, una notte in cui volle dedicarmi un po' troppe attenzioni, che alla fine qualcosa nella mia mente scattò.
Cenere eravamo… io ero umana, sono nata in quel ciclo di vita e morte, materia e cenere. Ora sono qualcos'altro, ma non è impossibile morire come muoiono i mortali.
Capii che se non potevo uccidere lord Yao, potevo almeno fingere la mia morte.

Yao Taman aveva resistito più di un anno prima di cedere al desiderio di vampirizzarmi. Devo togliermi il cappello davanti alla sua forza di volontà, perché io non resistetti nemmeno un mese nella stessa casa con lui. Gettai al vento i miei propositi di vendetta: dopo tante notti in sua compagnia volevo solamente scappare, tornare a essere padrona della mia vita o di quel che mi restava in luogo della vita.

Per poterlo fare, misi in atto un piano in tre fasi. La prima fu nascondere le carte più importanti di mio padre, indipendentemente dalla loro natura: in una valigia misi i suoi appunti di alchimia, i suoi libri più importanti, i suoi documenti d'identità e il suo testamento (a quell'epoca era normale fare testamento quando nascevano dei figli, e mio padre aveva corretto il suo quando era morto mio fratello), e per precauzione ci misi anche la sua copia dell'atto di proprietà di una piccola casa che possedeva a Silverymoon e che ora sarebbe passata a me, una volta sistemate le carte in un ufficio legale. Approfittai di una bella giornata di sole per andare a nascondere quella valigia in un capanno per gli attrezzi al limitare del nostro territorio.

La seconda fase del piano fu la più rischiosa, e ci misi diverse notti a prendere coraggio prima di farlo: l'idea era far arrabbiare il mio Sire.
Déi, quanto odio la parola Sire. So che in altre regioni, dove vige la monarchia, Sire è il modo corretto di appellarsi a un re. Allo stesso tempo si usa la parola sire per indicare il padre, ma non di una persona, di solito si usa per gli animali. Per indicare un pedigree, soprattutto per chi seleziona i migliori cavalli o dei cani con particolari caratteristiche. È strano che anche i vampiri usino questa parola per indicare il mostro che ti ha dato la vita oscura. Siamo più simili a degli animali di razza, oppure a dei re? Nel caso di Yao Taman non avevo molti dubbi. In ogni caso odiavo la parola perché non avevo intenzione di riconoscerlo né come mio padrone, né come mio padre. Lui aveva ucciso mio padre.
Ma per tornare al punto, la seconda fase del piano era attirare su di me il malcontento di quel pezzo di sterco rinsecchito. Non potevo rischiare di fare una cavolata grossa, ma ero assolutamente una maestra nel far perdere la pazienza alla gente creando molti piccoli fastidi. Era un metodo che avevo già sperimentato e rifinito con mio zio, il barone.
La prima cosa da fare era scegliere la notte giusta: una in cui Lord Yao si sarebbe svegliato di cattivo umore. Questo non era difficile, il vampiro era quasi sempre di cattivo umore. Da lì, era tutta discesa: rispondere alla sua chiamata un po’ più lentamente del solito, eseguire i suoi ordini in modo un po’ meno efficiente, portargli da bere un animale più vecchio e malandato di quanto fosse saggio… tanti piccoli atti di incompetenza; avrebbe anche potuto sospettare che fossero atti di sabotaggio o dispetti, se non fosse stato convinto di avermi schiavizzata nel corpo e nella mente. Invece interpretò la cosa come una serie di sfortunate casualità, ma la sua pazienza si stava erodendo sempre di più, come avevo previsto. Mi bastava che facesse un errore, uno solo. Che mi desse un ordine interpretabile. E lo fece.
“Vai a terminare quel maledetto esperimento!” mi disse scocciato, agitando una mano come qualcuno che vuole scacciare una mosca. “A qualsiasi costo!”
Era un ordine, no? Tassativo, rigido, l’ordine di qualcuno che ha fretta. L’ordine di chi non vuole fermarsi a lungo in una casa il cui proprietario era morto. La servitù prima o poi avrebbe iniziato a dubitare delle mie rassicurazioni, che mio padre fosse indisposto e rinchiuso in camera sua. La sua stanza era troppo silenziosa, io e lord Yao non mostravamo sufficiente preoccupazione per lui… non ci comportavamo come se fosse malato, ma come se non ci fosse più.
Lord Yao aveva fretta, ma io no. Tornai nel laboratorio, appoggiai entrambe le mani al grande tavolo di metallo e mi fermai a riflettere. Quante volte mio padre mi aveva ripetuto che la fretta è una cattiva consigliera? Quanto spesso mi aveva messa in guardia contro il compiere esperimenti senza la dovuta attenzione? Sarebbe stato un vero peccato se appena prima dell’alba, mentalmente stanca dopo una notte di lavoro, assonnata a causa della prossimità della luce del sole, alla fine io avessi commesso un errore. Ma la mia dedizione al mio Sire era tanto profonda, tanto accorata… ovviamente avrei dato la priorità ai suoi ordini anziché alla mia sicurezza. E una ragazzina di sedici anni, una semplice apprendista, può ben commettere un errore. Un errore fatale. Un errore sicuramente accidentale, perché chi mai vorrebbe morire nell’esplosione infuocata di un laboratorio di alchimia?

Yao Taman non sapeva che io potessi camminare sotto il sole e non sapeva che fossi libera dal suo controllo mentale. Due enormi svantaggi tattici.
Chissà cosa gli passò per la testa, quando si svegliò al tramonto del giorno seguente. Suppongo che come prima cosa mi abbia chiamato. Magari, non sentendomi rispondere, mi ha anche cercata. Chissà cosa avrà pensato, trovando il laboratorio devastato dalle fiamme, la porta di metallo rinforzato piegata sui cardini, mezza sciolta. Là dentro, avrà pensato, dev'essersi scatenato il calore di una fornace. Abbastanza da distruggere una Progenie così giovane.
Se il laboratorio non fosse stato costruito a regola d’arte, sotto terra, con pareti spesse due metri, suppongo che tutta la casa sarebbe collassata. Per fortuna non c’è architetto più prudente di un alchimista. E quando Yao Taman trovò i miseri resti delle librerie di legno, pensò che fra quelle ceneri ci fossero anche le mie?
Me lo sono chiesto, ma non posso saperlo. A quell’ora io ero già in vista di Silverymoon, dopo aver viaggiato di gran carriera per tutto il giorno. La terza fase del piano infatti consisteva in questo: la fuga.

Solo dopo aver varcato la Porta della Brughiera, l’accesso a Silverymoon da ovest, riuscii a sentirmi al sicuro. Al sicuro, ma non del tutto: la città era sotto il controllo dell’Alta Maga Elué Dualen, oggi meglio nota come Alustriel Silverhand. Famosa per essere un’incantatrice eccezionale, non certo amica dei non morti. Per non cadere dalla padella nella brace, da quel momento in avanti avrei dovuto stare molto attenta e tenere un profilo basso.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Forgotten Realms / Vai alla pagina dell'autore: NPC_Stories