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Autore: Potteriana_V    30/12/2020    4 recensioni
Sono passati quattro anni dalla fine della Seconda Guerra Magica, Hermione torna in Inghilterra dopo avere iniziato la sua vita in Francia. Tante cose sono cambiate ed è proprio il suo ritorno che le aprirà gli occhi su tanti aspetti della sua vita: nuove attrazioni, vecchie storie e tanto altro sono pronti a coinvolgere i nostri protagonisti. Gli anni di terrore sembrano ormai storia passata... ma se così non fosse?
Genere: Azione, Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era successo tutto velocemente ed ora Hermione si trovava seduta su un tavolino ancora apparecchiato con una manciata di cubetti di ghiaccio avvolti in un tovagliolo e premuto poco sopra l’orecchio destro.

La sala era ormai semivuota. I rinforzi erano arrivati quasi subito, ma non abbastanza da avere in mano il sospettato,  ed in quel momento Draco, Harry e gli altri stavano facendo le domande ai vari invitati e tutte le persone che si trovavano alla festa per un qualche motivo. Perciò eccola lì, mentre degli inservienti pulivano il casino che si era creato nel grande salone tra bicchieri rotti, tartine lasciate cadere e tanto altro. Ogni tanto passava qualche invitato per uscire e tornare a casa dopo che qualcuno dei suoi colleghi ritenesse opportuno congedarlo.

Quando notò che il tavolino sul quale si trovava era l’unico a non essere ancora stato ripulito si alzò di scatto.

-Scusate, non avevo notato di esservi d’intralcio. Ero sovrappensiero.- si scusò reggendosi al tavolo cercando di fermare il capogiro che il movimento brusco le aveva causato.

-Non si preoccupi signora Granger.- le disse una signora delle pulizie paffuta ed affettuosa -Ecco.- fece levitare una poltrona vintage in pelle rosso scuro da un qualche ufficio nella struttura -Si segga qui.- la voce della donna era uscita dolce ed autoritaria allo stesso tempo come quella di una madre mentre riprese a svolgere i suoi compiti.

La riccia poggiò la testa allo schienale sospirando e sentendo lo chignon premere sulla nuca. Chiuse gli occhi e lasciò sul bracciolo il ghiaccio ormai completamente sciolto e di poca utilità.

Cercò di fare mente locale nella sua mentre e di respirare in modo regolare mentre sentiva in sottofondo lo scricchiolio dei cocci di vetro venire spazzati via da una scopa ed in lontananza qualche auto partire.

La testa le pulsava. Le veniva difficile concentrarsi, ma doveva ricordate per forza! Aveva ripreso coscienza quando ormai i rinforzi erano arrivati, si era già deciso che ogni tentativo di recuperare il sospettato fosse inutile poiché era sicuramente fuggito ed il corpo del signor Stuart era stato coperto con un telo dalla Abbott che, appena si rese conto che si fosse svegliata, la visitò.

“Hermione vai con calma. Torna indietro” disse a sé stessa con ancora gli occhi chiusi.

Ricordò Peter ricevere l’anatema che uccide alle spalle e che, non appena il corpo senza vita dell’uomo cadde tra le loro braccia, sia lei che Draco avevano alzato lo sguardo vedendo una figura ricoperta da un mantello fuggire facendosi spazio tra la gente. Avevano inviato l’incantesimo di rinforzi alla squadra ed avevano provato a farsi largo nella folla per seguirlo, ma sempre dall’alto avevano iniziato ad arrivare numerosi incantesimi sulla folla, troppi incantesimi, probabilmente non vi era un solo sospettato. Come un’epifania ricordò di aver visto un incantesimo in procinto di raggiungere una signora anziana e, per farle scudo, non aveva notato un altro anatema raggiungerla e colpirla così da farle perdere i sensi.

Strinse i pugni, certo, era stato un colpo alle spalle mentre cercava di difendere un civile, ma faceva comunque rabbia. Aveva lasciato Draco solo a dover gestire una situazione immensa ma, a quanto pareva, non aveva avuto difficoltà.

-Hermione.- spalancò gli occhi e vide Pansy ad una decina di metri da lei. In un attimo la mora fu da lei, iniziando a tastarle la pelle nuda delle braccia -Stai bene? Come ti senti? Hai dolore alla testa?- domandò senza prendere fiato.

-Mi gira un po’ la testa ma sto bene.- le disse accennando un sorriso. Non voleva farla preoccupare e soprattutto voleva tornare utile e lavorare -Hai finito con gli interrogatori?- le chiese alzandosi lentamente.

-Sì, non ho ricavato niente, sono stati presi tutti alla sprovvista.- rispose storcendo il muso in una smorfia insoddisfatta.

-Raccontami che è successo.- la frase le uscì con tono autoritario, quasi come fosse un ordine. Non voleva che solo per un incidente la escludessero dalle indagini.

-Solo se ti siedi.- la riprese Pansy indicandole la poltrona e avvicinandosi una sedia del catering che giaceva poco distante da loro -Allora siamo arrivati poco dopo del vostro messaggio. Abbiamo trovato la sala nel caos più totale e Draco che stava quasi per prenderli, ma sono riusciti a raggiungere il limite per smaterializzarsi e sono scappati- spiegò sinteticamente -Non ti dico com’era incazzato Draco, ma ha fatto di tutto per raggiungerli e comunque erano 4 contro 1.-

-4 contro 1?!- domandò stralunata Hermione tormentandosi le mani. Quattro individui? A malapena avevano un mezzo sospettato ed in quel momento avevano sul tavolo 4 soggetti ignoti.

-Alexis e Dean hanno raccolto prove prima che pulissero- continuò Pansy -appena anche Draco ed Harry finiranno con l’interrogare i testimoni ci sarà sicuramente una riunione per fare il punto della situazione.- terminò Pansy guardandosi intorno studiando la sala.

-Herm sei sveglia!- Harry Potter si palesò alle ragazze provenendo da uno dei corridoi che portava al punto dove erano sedute le due ragazze -Come ti senti?- le domandò non appena si trovò vicino a lei, per accarezzarle una mano poggiata al bracciolo della poltrona.

-Un po’ di mal di testa, ma con un buon analgesico magico scomparirà tutto.- disse sicura di sé, mentre Harry si avvicinava a Pansy per stringerle una mano.

-Non vuoi andare a riposare?- chiese il moro e, dalla stretta di Pansy, capì di aver fatto un grande errore.

-Harry Potter, vuoi provare a tagliarmi dalle indagini?!- esclamò Hermione alzando il tono della voce sentendo il pulsare della sua testa intensificarsi -Non provarci nemmeno.-

-Okok va bene.- disse lui sapendo che non le avrebbe fatto cambiare idea in nessun modo -Allora facciamo così.- guardò l’orologio al suo polso -sono le 4 passate ormai, la riunione speciale inizierà alle 6, perciò andate a casa, mettiti qualcosa di comodo e mangiate qualcosa.- propose -Noi finiamo qui e ci troviamo tutti al Quartier Generale- terminò con sguardo rassicurante.

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Harry aveva avuto ragione. Appena arrivata a Grimmoul Place si era infilata sotto il flusso caldo della doccia che le aveva subito sciolto i nervi, aveva indossato qualcosa di più comodo e, dopo aver fatto colazione, Pansy le aveva porto una pozione analgesica che aveva fatto effetto quasi subito. Si sentiva un’altra.

-Ci sei?- le chiese Pansy dopo aver messo a lavare nel lavandino i piatti sporchi.

-Sì.- rispose Hermione alzandosi ed infilandosi il trench che aveva lasciato sull’appendipanni della cucina qualche giorno prima -Che ne dici se passiamo a prendere qualcosa per Harry e Draco da mettere sotto i denti? Saranno stanchissimi.- disse pensierosa pensando al biondo.

-Certo, Draco- disse Pansy marcando il nome dell’amico -Sarà veramente felice di vedere che ti preoccupi per lui.- scherzò infilandosi il chiodo di pelle -Dove vuoi andare?- le chiese sapendo già che avesse in mente qualche posto particolare. Hermione era una tipa abitudinaria e che si affezionava molto ai luoghi, perciò specialmente a Londra aveva un sacco di posti “preferiti” per le varie occasioni.

-Ricordi la caffetteria vicino al San Mungo di cui ti avevo parlato?- chiese.

-Certo.- disse Pansy sorridendo pensando che i suoi pensieri erano pienamente fondati.

-Ok allora andiamo lì.- disse porgendole il braccio per smaterializzarsi ed arrossire un po’. Per il suo bene decise di omettere all’amica che aveva scelto quel posto perché era già stata lì con Draco e sapeva che al biondo fosse piaciuto quasi quanto piacesse a lei.

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Trovarono Harry nella Sala riunioni intento a studiare dei fascicoli con Alexis e Dean.

-Ehi.- le salutò la tedesca sorridendo -Hermione come stai?- domandò sinceramente preoccupata.

-Bene, ho preso una pozione ed ora sto meglio.- sorrise posando sul tavolo le brioche ed il caffè che avevano comprato anche per loro -Questi sono per voi.- disse soddisfatta.

-Herm sei magica.- disse Dean addentando un cornetto alla marmellata e rilassandosi subito dopo.

-Grazie mille.- Alexis si catapultò su una brioche al burro, rilassandosi a sua volta: dopotutto loro era dal giorno precedente che stavano lavorando senza sosta.

-Siete degli angeli.- disse Harry sorseggiando il suo caffè e carezzando la mano di Pansy che si era posta dietro di lui.

-Draco?- domandò la riccia all’amico di sempre.

-Nel suo ufficio, siamo arrivati da poco e sarà andato a rilassarsi un attimo.- disse lui.

Non ci pensò un attimo, afferrò una brioche ed una tazza di caffè e si diresse sul corridoio. Studiò le targhe di tutti gli uffici e, dopo aver attraversato quello di Harry, sulla sinistra lesse “Draco Lucius Malfoy” inciso su una targhetta di acciaio con un font tanto semplice quanto elegante.

Bussò ma non ottenne alcuna risposta perciò, dopo essersi guardata intorno per confermare che il corridoio fosse vuoto, entrò. L’ufficio era leggermente più piccolo di quello di Harry, ma molto simile anche negli arredamenti sicuramente forniti dal Ministero.

Dopo aver studiato l’ambiente sorrise nel trovare Draco steso su un divano addormentato ma sempre compostissimo steso sul fianco sinistro. L’unico dettaglio che poteva suggerire scompostezza era il papillon sciolto e le maniche della camicia arrotolate fino ai polsi, mentre la giacca giaceva abbandonata sulla poltrona dietro la scrivania. Dopo averlo guardato per un altro attimo posò la sua colazione sul tavolino adiacente al divano e si calò su di lui.

-Draco.- sussurrò nella maniera più delicata possibile facendo una lieve pressione sul braccio di lui. -Draco svegliati.- continuò sedendosi su un piccolo spazio del divano lasciato vuoto.

-Granger.- disse il biondo senza aprire gli occhi.

-Sì sono io. Devi svegliarti.- disse passando la mano sulla guancia del ragazzo -Tra qualche minuto iniziamo la riunione.-

-Non sto sognando quindi.- disse lui con tono deluso ma senza ancora aprire gli occhi -Non sei qui per esaudire qualche tuo sogno erotico ma solo per portarmi nuovamente nella merda di un caso di omicidio.- constatò.

-Proprio così.- disse Hermione avvampando e sentendo delle fitte di eccitazione nel basso ventre. -Su svegliati.- cercò di mantenere una certa dignità non pensando al suo effettivo sogno erotico in un ufficio.

Il biondo aprì gli occhi e la riccia riuscì a constatare che, nonostante fosse impeccabile, gli occhi erano veramente stanchi.

-Buongiorno Granger.- disse lui

-Buongiorno Malfoy.- rispose lei abbassandosi per dargli un bacio a fior di labbra -Tieni.- disse allontanandosi prima che fosse troppo tardi per porgergli la colazione.

-Sei fantastica.- la ringraziò lui mettendosi a sedere e sorseggiando subito la bevanda scura -Come stai?- le chiese quando sentì che la caffeina iniziava a fare il suo lavoro.

-Bene, Pansy mi ha dato una pozione e sono come nuova.- disse porgendogli anche la brioche -Metti qualcosa sotto i denti, ti farà bene.-

-Che pozione?- disse lui mordendo il dolce.

-Non ti saprei dire, era in un’ampollina senza etichetta… ma è una delle migliori medicine magiche che abbia mai preso, inodore ed insapore!- constatò soddisfatta -Devo chiederle dove l’ha presa.-

-Sì, dovresti proprio.- disse lui ghignando.

-Perché quel ghigno?- domandò confusa.

-Niente.- rispose lui.

-Non ho pensato a portarti qualcosa di più comodo.- disse mortificata Hermione constatando che sicuramente quelle scarpe, la camicia ed i pantaloni non fossero il massimo della comodità.

-Non preoccuparti, davvero.- disse lui finendo la sua colazione -Ora andiamo, ci staranno aspettando.- si alzò e le porse la mano per aiutarla.

Hermione ovviamente non aveva valutato il doppiogioco dietro a quel gesto e, in un attimo, si trovò tra le braccia di lui a pochi millimetri dal suo viso.

-Grazie per stanotte, Pansy mi ha detto che ti sei dovuto gestire tutto da solo e che hai fatto di tutto per farmi avere i soccorsi il prima possibile.- ammise cercando di distrarsi dal profumo di lui e dal suo sguardo -Io non ricordo niente di quello che è successo.

-Mi hai fatto prendere un colpo Granger.- disse lui -Non farlo più.- stringendola ancora di più a sei.

-Va bene.- sorrise lei alzandosi sulle punte per raggiungere la bocca di lui.

In quell’attimo Hermione pensò che si sarebbe sempre chiesta come fosse possibile quella strana chimica che li faceva attrare ancora di più in ogni singolo istante e non fece niente per opporsi al biondo che le stava sbottonando il trench lentamente mentre le mani di lei vagavano nei suoi capelli.

-Signor Malf… oh scusi!- fu l’esclamazione di Heidi, la segretaria dell’ufficio, a farli staccare di malavoglia.

-Non si bussa?!- domandò con tono irritato il biondo.

-Scusi Signor Malfoy- disse la bionda -Pensavo fosse sola, non con… lei.- disse evitando lo sguardo di Hermione che aveva già sentito che qualcosa non quadrava nell’indignazione della ragazza.

-Quindi perché sei qui?- domandò ancora più scocciato Draco.

-Il signor Potter mi ha detto di avvisarla che la riunione inizierà tra cinque minuti.- disse andandosene senza essere congedata e chiudendosi la porta alle spalle.

-Malfoy.- disse Hermione attirando lo sguardo del biondo che si stava aggiustando meglio la camicia.

-Dimmi.- rispose lui tranquillo iniziando a dirigersi verso la porta per aprirla in modo che lei passasse per prima. Galanteria.

-Ti sei portato anche lei a letto?- domandò tesa facendo cenno col capo in direzione del corridoio, riferendosi appunto alla segretaria.

-Non fare domande delle quali non vuoi sapere la risposta.- disse lui ghignando divertito.

-Sei vergognoso.- disse prendendo l’uscita e sentendo le sue risatine dietro di lei.

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-Allora veniamo a noi.- incalzò Harry appena la coppia entrò nella sala riunioni -Non abbiamo alcun tipo di prova che ci possa avvicinare alla possibile identità dei 4 individui che hanno fatto irruzione alla festa stanotte. Gli identikit non portano a molto- disse leggendo alcuni dei fascicoli che regnavano sul grande tavolo -Sappiamo che indossassero tutti dei mantelli eri con il cappuccio a nascondere il viso e, secondo gli invitati, stiamo parlando di tre uomini ed una donna.-

-Come fanno a dire che fosse una donna?- domandò Hermione che era l’unica a non avere partecipato a nessuno interrogatorio della notte appena trascorsa.

-Dicono avesse un’andatura più armoniosa e, nonostante il mantello, c’è chi dice di aver notato una struttura corporea femminile.- spiegò Alexis anticipando Harry che le sorrise per ringraziarla.

-Ovviamente prendiamo tutto con le pinze.- spiegò Harry facendo volare sulla parete gli schizzi delle descrizioni dei testimoni che potevano raffigurare benissimo qualsiasi persona sul pianeta -Nessuno ha visto capelli e colore degli occhi.- disse indicando appunto come le figure fossero rappresentate come calve e gli occhi tutti di colore nero.

-Nessuna traccia di DNA?- chiese Pansy.

-Abbiamo trovato troppe tracce diverse, ovviamente non possiamo sapere quali appartengano ai soggetti ignoti e quali agli invitati perché non abbiamo lo screening di tutti.- rispose con rammarico il ragazzo che è sopravvissuto.

-Quindi per quanto riguarda l’identificazione siamo in alto mare.- sintetizzò Dean poggiandosi allo schienale della sedia sbuffando.

-Per quanto riguarda il signor Stuart.- cambiò argomento Harry – Dall’autopsia di Hannah abbiamo conferme sulla vostra ipotesi.- disse guardando prima Draco poi Hermione -Il suo corpo è stato sottoposto per lunga durata alla maledizione Imperio, quindi se ha ucciso lui tutte quelle persone, non lo ha fatto per sua volontà.- constatò rammaricato.

-Ci sono tracce della provenienza magica?- domandò Malfoy.

-Purtroppo sono stati molto attenti a non lasciare tracce, sappiamo solo che la maledizione era abbastanza potente.- ammise Harry.

-Quindi è stata lanciata da qualcuno senza rimorso o rammarico per la figura del Signor Stuart e da qualcuno che voleva veramente ciò che stava facendo.- concluse il biondo per lui. Harry annuì.

-Purtroppo anche questa pista per ora è un vicolo cieco. Per fortuna siamo riusciti a trovare la casa della quale vi ha parlato.- 

-Benissimo.- disse Draco alzandosi -allora andiamo?-

-Mi dispiace Malfoy ma tra un quarto d’ora inizia la conferenza stampa e tutti vorranno sentire te.- rispose Harry alzando le spalle.

-Non puoi mettermi sempre a fare questo lavoro da ufficio!- disse il biondo irritato -Solo perché voi Grifondoro avete paura di parlare ai microfoni non vuol dire che ci debba andare di mezzo il mio lavoro.-

-Senti Malfoy- iniziò Harry cercando di calmarlo -E’ vero che io cerco sempre di delegare queste cose, ma sicuramente tutti vorranno sapere di ieri, delle dinamiche e tutto- fece una pausa serio -e vorranno sentire tutto ciò da chi era lì in prima persona.- terminò.

-Lo farò.- sputò Draco -Ma non credere sia per questo tuo discorsetto.- Hermione nascose un sorriso con un colpo di tosse -Tu non ridere Granger, il tuo amichetto ha dimenticato di accennare che sicuramente metà delle domande sarà su noi due.- e la ragazza divenne seria di colpo.

-Come… ma…- titubante -e tu cosa dirai?-

-Dipende da ciò che mi chiederanno.- ammiccò lui malizioso.

-Tieni Draco.- disse Harry dandogli un piccolo fascicolo -Qui ci sono tutte le informazioni che dovrai comunicare. Pansy tu rimarrai qui con lui.- concluse con la voce di chi non vuole sentire obiezioni.

-Quindi per quanto riguarda la casa?- domandò Sean per dirottare la conversazione, mentre la Serpeverde arrossiva dal fastidio.

-Andremo noi a dare un’occhiata.- annuì Harry -Alexis, vuoi illustrare le informazioni che avete trovato questa notte negli archivi del Ministero?- domandò.

-Certo.- rispose la ragazza alzandosi -Allora, per fortuna abbiamo trovato l’albero genealogico della famiglia Burke. Da quanto sapevano Jeremia Watson e Martine Burke non avevano avuto figli…- iniziò a raccontare con tono serio ma anche eccitato -…ed era vero! Però la signora Burke essendo rimasta vedova molto giovane avrà trovato compagnia in un altro uomo. Da questa unione nasce un figlio che, probabilmente perché ripudiato dal vero padre, prende il cognome di Martine.- fece una pausa constatando che tutti pendessero dalle sue labbra, poi continuò -Da quel momento in poi ogni famiglia dell’albero ha avuto solo un figlio maschio, per poi arrivare a Herbert Burke, il padre di Herbert Burke jr cioè l’ultimo proprietario effettivo del negozio a Nocturn Alley.- prese un respiro -Beh, dall’albero genealogico sappiamo che Herbert senior aveva anche una sorella, Martine Burke jr. Dall’albero genealogico sappiamo che i rapporti tra i genitori ed Herbert erano andati a degradarsi, perché il ramo che li connette è stato eliminato con la magia.- spiegò

-Come Sirius con i suoi genitori.- disse Hermione guardando Harry che annuì per darle conferma.

-Beh, quindi questo ci fa dedurre che probabilmente il pugnale sarà stato consegnato a Martine, che non ha mai avuto marito, però nell’albero genealogico risulta che abbia avuto un figlio maschio, probabilmente l’unione non piaceva ai genitori e quindi il piccolo non è stato inserito completamente nell’albero.- ipotizzò la ragazza.

-No, se l’albero è stregato il figlio è stato inserito solo perché la magia ha riconosciuto la presenza di una continuazione dell’albero.- spiegò Draco serio -Quindi anche se avessero voluto, non avrebbero mai potuto tagliare l’inserimento di qualcuno che conteneva in parte il sangue di famiglia… mentre per quanto riguarda il padre sì, hanno scelto di non inserirlo di proposito.- terminò sicuro.

-Bene.- disse annuendo Alexis -Quindi dobbiamo trovare qualcuno che ci possa dire chi sia nato da quest’unione, così da provare a seguire la traccia del pugnale.-

-Qualche idea?- domandò Harry scorrendo lo sguardo lungo il tavolo.

-Isolde.- dissero in contemporanea Draco e Pansy.

-E’ la madre di Blaise.- spiegò Pansy -Nonostante viva in Italia sa tutto di tutti qui in Inghilterra. Quindi se ci sarà qualche figlio illegittimo lo saprà sicuramente.-

-Bene, allora parlate con lei.- disse ai due Serpeverde.

-Sì, le scrivo una lettera dopo la conferenza, così da concordare un incontro al prima possibile.- spiegò il biondo.

-Come se ce ne fosse bisogno.- sbuffò Pansy -Sei un secondo figlio per Isolde.- constatò divertita -Ah dimenticavo che sei un Malfoy.- scherzò scimmiottandolo per la sua formalità.

Draco le fece un cenno con la mano per farla tornare seria ed Hermione si perse nella semplicità di quel gesto così semplice quando elegante ed autoritario.

-Bene, quindi per ora è tutto organizzato, ci vediamo qui a fine giornata per il resoconto.- disse Harry ponendo fine alla riunione.

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La sala conferenze era come sempre gremita di giornalisti più o meno preparati, una parte concentrata sull’effettivo argomento della conferenza, la maggior parte interessata al gossip; dopotutto gli Auror, soprattutto Potter e Malfoy, erano oggetto di interesse di maghi e streghe.

Appena videro Draco prendere posto sul pulpito e Pansy qualche passo dietro di lui, la sala calò in un silenzio accompagnato solamente dallo scrosciare dei fogli e dal tintinnare delle penne magiche.

-Buongiorno.- iniziò Draco -Siamo qui, come sapete, per parlare degli avvenimenti riguardanti la notte appena trascorsa…- e fu così che iniziò la conferenza vera e propria, quella fatta di botta e risposta -…quindi sono qui, in qualità di ViceCapo Auror e testimone dei fatti, per rispondere alle vostre domande nel limite possibile.- disse con tono scherzoso scaturendo risatine e chiacchiericcio dal pubblico.

Pansy guardò orgogliosa l’amico, sapeva fosse bravo con la gente nonostante tutti avessero pregiudizi per lui ma ogni volta vederlo all’opera le ricordava i tempi di Hogwarts, quando con solo qualche parola imbambolava tutta la Sala Comune verdeargento ed anche molti componenti di altre Case.

-Chi è la persona rimasta uccisa nell’evento?- quella domanda fatta da un giornalista paffuto e calvo la ridestò dai suoi pensieri, portandola di nuovo sulla terra e facendola rendere conto che già l’amico aveva risposto ad un bel po’ di domande.

-Il signore è Peter Stuart, un imprenditore inglese e grande elemento della vita mondana Londinese.- rispose sicuro di sé Draco con tutte le informazioni che Harry gli aveva lasciato in quel mucchietto di fogli.

-Come mai la signora Parkinson è qui con noi oggi?- chiese un giornalista molto giovane che, Draco aveva notato dalla sua posizione, non aveva tolto lo sguardo da Pansy neanche un attimo.

-Perché il Signor Stuart ha cittadinanza Anglo-Francese, perciò giustamente vi deve essere un contributo dal governo Francese. Abbiamo avuto, come sapete, un’altra vittima francese ma pensando fosse un caso isolato abbiamo evitato il coinvolgimento di più elementi. Ora però è giusto che anche la Francia faccia la sua parte, perciò la signorina Parkinson e la signorina Granger contribuiranno alle indagini.- concluse la sua spiegazione descrivendo nuovamente tutto quello che Harry gli aveva chiesto di divulgare.

-Signor Malfoy.- la voce stridula di Rita Skeeter risuonò nell’ambiente circostante in modo fastidioso. La signora, nel suo tailleur verde acido, continuò solamente dopo essere stata sicura di aere le attenzioni di tutti su di sé -Per quanto riguarda la Granger, cosa ci dice della vostra uscita allo scoperto di ieri?- domandò con sguardo malizioso.

Dopo quella domanda Draco e Pansy capirono che il momento delle domande inerenti al caso fosse finito.

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Magic Street era una via della Londra Magica che faceva da traversa a Diagon Alley. Era occupata nella quasi totalità da condomini e case eleganti, eccezion fatta per qualche studio professionistico. La squadra Auror arrivò all’appartamento che era appartenuto a Peter Stuart e, dopo aver appeso il mandato di perquisizione alla porta ed un incantesimo Alohomora, entrarono.

Il posto era arredato in uno stile barocco che fece storcere il naso ad Hermione. Era uno stile che non le era mai piaciuto, le ricordava la casa delle bambole di sua cugina Amelia che, non capendo la sua natura, la prendeva in giro incostantemente. Avanzarono a perlustrare le varie camere, tutto sembrava nella norma ed immacolato. Harry spalancò la porta dell’ultima stanza rimasta e tutti rimasero impietriti. Davanti a loro si presentava una camera grande forse quanto tutte le camere appena ispezionate messe insieme. Nessuno della squadra avrebbe saputo dire di che colore fossero i muri, perché questi erano coperti completamente da scaffali e scaffali completamente occupati da libri e un particolare tipo di piante che, dall’aspetto, doveva essere il fiore della Francia del Nord che Neville gli aveva illustrato.

Una sola parete era libera per essere invece occupata da una grande finestra che recava forti segni di scassinamento ed era stata la sciata spalancata. L’unico pezzo di mobilio nella camera oltre agli scaffali era una scrivania di medie dimensioni posizionata proprio al centro, completamente vuota eccezion fatta per qualche piuma e una boccetta di inchiostro rovesciata.

-Chiunque è stato qui ha rubato tutte le prove che potevamo avere.- disse Dean frustrato battendo il piede al pavimento.

-Non toccate niente, dobbiamo prendere il kit di raccolta prove prima, meglio non perdere altri pezzi.- sputò irritato Harry.

Hermione studiava i libri negli scaffali ed i fiori.

-I tomi sono tutti riguardanti i folletti e le loro opere.- disse più a sé stessa che agli altri -Ieri sera sembrava quasi incantato dalla mia collana!-

-Studieremo bene tutto, probabilmente il carnefice ha fatto in modo che il Signor Stuart fosse a conoscenza delle opere dei folletti e che, in casi come lo scambio con Antoine, non venisse fregato.- ipotizzò Harry mentre studiava a sua volta tutto l’ambiente -Ma cos’è quella?- domandò indicando una piccola fiala viola che si trovava nascosta tra le foglie di una pianta.

-Ci sarà da divertirci.- disse ironica Alexis mentre afferrava uno dei kit di raccolta prove richiamati direttamente dal ministero.

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 La giornata lavorativa era passata tra perquisizioni e conferenze stampa.

-Granger vieni a casa mia stasera? Ordiniamo qualcosa per cena, pizza, sushi… decidi tu.- propose non appena la riunione fosse finita e tutti iniziarono ad andare frettolosamente a casa, stanchi per la giornata stancante; dopotutto si poteva dire che nessuno di loro avesse dormito nelle ultime 30 ore.

-Va bene.- sorrise Hermione sentendo lo stomaco brontolare… avevano pranzato con un semplice tramezzino, troppo indaffarati dalle questioni lavorative -Vada per la pizza.- annuì convinta della sua scelta -passo da Grimmould Place per prendere il cambio e darmi una rinfrescata e ti raggiungo ok?- domandò stampandogli un bacio sulle labbra.

-Va benissimo, ti aspetto a casa allora.- disse afferrando la sua giacca abbandonata lì da quella mattina e smaterializzandosi.

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Hermione, come stabilito, si presentò a casa del biondo dopo essersi fatta una doccia e aver preparato una borsa col cambio per il giorno seguente. Bussò.

-Ehi.- Draco la accolse con un sorriso, in tuta e con i capelli ancora bagnati dall’acqua della doccia.

-Ciao.- disse lei avvicinandosi per dargli un bacio.

Entrarono e, Hermione si stupì di vedere due cartoni di pizza sul tavolo della cucina.

-Sei così presuntuoso da pensare di conoscere i miei gusti in fatto di cibo?- gli domandò impertinente.

-Non sono presuntuoso, sono semplicemente fantastico.- disse lui dandole le spalle per prendere due bicchieri di vetro colorato dalla credenza.

-Allora sentiamo- Hermione prese posto con aria di sfida -Che gusto di pizza preferisco?- domandò alzando il naso con fare snob.

-Ovviamente per una Grifondoro orgogliosa come te non possiamo non avere la capricciosa.- rispose lui aprendo il frigo per prendere una bottiglia di vino e stapparla con la magia.

-Ma come?- Hermione rimase stupita dal fatto che effettivamente il biondo avesse ragione.

-Sono pur sempre Draco Malfoy.- constatò lui prendendo posto di fronte a lei ed aprendo il cartone della sua pizza 4 stagioni -So sempre tutto di tutti.-

-Sempre modesto.- sbuffò lei sorseggiando il vino che le aveva appena versato e che le sciolse i nervi tesi dalla stanchezza.

Iniziarono a mangiare parlando del più e del meno quando vennero interrotti da un picchiettare insistenze alla vetrata dell’appartamento. Un gufo li guardava con gli occhi stanchi di chi ha fatto un lungo viaggio.

-Di chi è?- domandò Hermione quando il biondo fece entrate l’animaletto che, subito, andò a posarsi sul trespolo che era lì proprio per i gufi di passaggio. L’animale aveva un piumaggio folto e sano, quindi doveva appartenere a qualcuno che se ne prendesse veramente cura.

-Non ti so dire.- disse sincero il biondo staccando dalla zampetta quella che entrambi con orrore riconobbero essere una strillettera. Quest’ultima volo via dalle mani del Serpeverde per iniziare a parlare:

-Draco Lucius Malfoy ed Hermione Jean Granger.- la voce di Blaise li fece tanto sorridere quanto inorridire allo stesso momento; avevano dimenticato di avvisare i loro amici della loro relazione!

-Sono scioccato ed incazzato nero- continuò la strillettera che, con la voce di Blaise, era ancora più buffa del solito -Vi sembra il caso che debba sapere queste informazioni da un articolo di una rivista scandalistica invece che da voi in prima persona?!- esclamò furioso il pezzo di carta -Sappiate che non appena tornerò subirete il peggiore pressing mentale della vostra vita. Anche Daphne è incazzata anche se non mi supporta in questa cosa.- risero entrambi pensando ad una Daphne a braccia conserte mentre Blaise si accingeva a creare la strillettera -Beh, che dirvi, mi avete deluso e io lo avevo detto! Scopate con le protezioni. Vi odio ma vi voglio anche bene ciao.- e così la lettera si disintegrò in tanti coriandolini che, ancor prima di toccare il pavimento, si dissolsero.

-L’abbiamo fatta grossa.- constatò Hermione seria.

-Vero, ma gli passerà.- disse lui facendo spallucce e sedendosi sul divano.

La riccia lo raggiunse in un attimo e, a contatto col morbido sentore della pelle, si rilassò ulteriormente. In un attimo, nessuno dei due sapeva come, si trovarono appiccicati a baciarsi anche se lentamente e svogliatamente.

-Draco.- interruppe lei il contatto per guardarlo negli occhi -Siamo entrambi stanchi morti, che dici di andare a dormire?- propose titubante.

-Granger non potevi farmi proposta più allettante per oggi.- ammise lui soddisfatto, facendola rilassare.

Si alzarono per andare in camera da letto e, finalmente, riscattare il loro meritato riposo.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

VI CHIEDO UMILMENTE SCUSA. Non ho scusanti per avervi abbandonato e chiedo perdono! Avrei voluto pubblicare il capitolo prima di Natale ma, per forze di causa maggiore, non sono riuscita. Spero comunque che abbiate passato un sereno Natale e che stiate passando delle belle vacanze (nonostante tutto).

Il capitolo è un “Intermezzo”, le indagini sono di nuovo di fronte un punto interrogativo quando tutti pensavano di essere arrivati ad una tappa importante! Per quanto riguarda l’uscita allo scoperto della nostra coppia quella di Blaise sarà solo la prima di tante reazioni che vedremo!

Fatemi sapere che ne pensate del capitolo e come sempre ringrazio tutti voi che seguite, preferite, ricordate e recensite la storia (nonostante i miei ritardi imperdonabili!). Vi mando un abbraccio e vi auguro un buon anno, sperando sia migliore del 2020! Alla prossima!

  
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