Crossover
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Autore: Crybaby    24/08/2009    7 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I personaggi che appaiono in questa fanfiction sono di proprietà di Naoko Takeuchi (Sailor Moon), Masashi Kishimoto (Naruto) e Akira Toriyama (Dragon Ball). Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

DISCLAIMER: ogni possibile riferimento a fatti realmente accaduti o persone realmente esistenti o esistite, ed ogni possibile somiglianza con altre fanfiction presenti in questo o altri siti, è puramente casuale.

...

Dejà Vu

Un lungo corridoio. Freddo, come il metallo di cui era composto, e nero, come una notte senza luna. Ma non silenzioso.
Da una parete all’altra, rimbalzava infatti l’eco di piccoli passi veloci, prodotti dai tacchi delle scarpette di una ragazza: coperta fino alle ginocchia da un impermeabile giallo, borsetta nera a tracolla, mani protette da guanti in lattice bianco, teneva i capelli nascosti sotto un foulard rosso e gli occhi, di un acceso color arancione, celati dietro un grosso paio di tondi occhiali.
Dopo un lungo camminare -forse troppo lungo, pensò lei stizzita- la ragazza giunse alla fine del corridoio, dove ad attenderla c’era una piccola porta.
Con un luccichio di perfidia negli occhi, afferrò la maniglia, e la aprì.
“Questa missione sarà un successo, me lo sento.”

-Ahio! Si può sapere perché mi hai schiaffeggiato la mano, Michiru?
-E me lo chiedi pure? Se continui a premere quel cavolo di clacson finirai per farci beccare una multa per inquinamento acustico! Se proprio vuoi attirare l’attenzione di Setsuna perché non vai a bussare educatamente alla porta come fanno tutte le persone normali? Io ti aspetto qui.
Sbuffando sonoramente, Haruka scese dal posto guida della sua auto e sbattè la portiera, lasciando la compagna sul sedile del passeggero. Anche se non la vedeva, sapeva benissimo che Michiru se la stava ridendo sotto i baffi.
Percorso velocemente il viale e saltati un paio di gradini, Haruka giunse davanti alla porta di casa della loro amica. Prese un bel respiro, e…
-SETSUNA! HOTARU! ALLORA, VI DECIDETE A USCIRE??? SONO CINQUE MINUTI CHE VI STO CHIAMANDO!!!- sbraitò, prendendo a pugni l’uscio dell’abitazione. Dalla macchina, Michiru si battè una mano sulla fronte: non era certo quello che intendeva per “bussare educatamente alla porta”.
Finalmente Setsuna si affacciò, schivando per miracolo un nuovo pugno della ragazza.
-Buongiorno Haruka, è sempre un piacere ricevere una tua visita. A cosa debbo l’onore?
-Come, non ricordi? Questa sera Mamoru ritorna dagli Stati Uniti, e ho pensato (veramente, è stata un’idea di Michiru) che sarebbe stato carino se anche noi fossimo andate all’aereoporto a dargli il bentornato, insieme a Usagi e le altre.
-Ah, ora mi ricordo. Mi dispiace, ma temo che non potrò venire con voi. Hotaru si è da poco appisolata e mi dispiacerebbe svegliarla. Cerca di capire, non posso nemmeno uscire e lasciarla in casa da sola.
-Ho capito. Non preoccuparti, vorrà dire che porteremo i vostri saluti a Mamoru. Arrivederci.
Mani in tasca, Haruka si girò e fece per tornare alla macchina.
Quando un orribile presentimento le balenò nella mente.
“Un momento. Hotaru che dorme già a quest’ora? Proprio come l’altra volta! Vuoi vedere che…”
Improvvisamente Haruka si ri-girò, spinse da parte Setsuna e zompò sulle scale che portavano al piano superiore, saltando quattro gradini per volta. Ignorando le grida spaventate dell’amica, la guerriera di Urano evocò addirittura la sua spada e una volta giunta di fronte alla porta di Hotaru la sfondò con un calcio e fece irruzione nella cameretta, brandendo l’arma sopra la propria testa.
-Questa volta non ci inganni, Mistress 9! Ormai conosciamo le tue strategie a memoria! Vieni fuori, così la finiamo una volta per tutt…eh?
Sul suo lettone, Hotaru stava effettivamente dormendo saporitamente, proprio come aveva detto Setsuna. Abbracciata ad un enorme orsacchiotto bianco di peluche, la piccola emetteva di tanto in tanto dei piccoli sbuffi, e sul suo faccino era dipinta un’espressione talmente dolce che avrebbe sciolto il cuore di chiunque. Persino quello di Haruka, dopo una strenua resistenza, fu costretto ad arrendersi.
Fatta sparire la spada, la ragazza ridiscese al pianterreno, evitò gli sguardi indagatori di Setsuna e di Michiru appena entrata, e uscì a testa bassa dall’abitazione.
Dopo essersi scambiate un’occhiata dubbiosa, le due fecero spallucce e anche loro salirono fino alla cameretta, fermandosi sull’uscio ad ammirare in silenzio la piccola addormentata.
-Lo abbiamo vinto qualche sera fa, allo Star Park- spiegò Setsuna, notando come l’amica stesse osservando il gigantesco peluche -ha insistito tanto per averlo, sai? Continuava a ripetere che le ricordava qualcuno.
-Mmh… a giudicare dalle dimensioni, penso di aver capito a chi si stesse riferendo…
Michiru si portò un dito sotto al mento e socchiuse gli occhi, con fare sognatrice.
Nonostante fosse trascorso ormai più di un anno, per lei, come per tutti gli altri, i ricordi di quell’avventura parevano risalire solo a ventiquattr’ore prima, e difficilmente sarebbero stati cancellati dalla loro memoria.
-Sente la sua mancanza, non è vero?
Setsuna sospirò.
-Già. Da qualche giorno, sempre più spesso la vedo giù di corda: non ha quasi mai fame, né voglia di giocare… Ma ho già trovato un modo per risollevarle il morale.
-Vedo…
-No no, non sto parlando del peluche. Giusto poco fa ho telefonato a suo padre.
-Il dottor Tomoe?
-Esatto, proprio lui. Gli ho parlato del problema di Hotaru, e gli ho chiesto se poteva venire a trovarla. Non puoi immaginare la sua gioia all’idea di poter riabbracciare sua figlia: addirittura ha subito proposto di portarla con sé in vacanza per una o due settimane da quanto era emozionato. E prima ancora che gli dessi il mio consenso, l’ho sentito chiaramente trafficare con le valigie e parlare da solo, chiedendosi a voce alta quale costume portare dietro. Sai com’è fatto, si è scordato di nuovo di riagganciare il telefono… da quel che ho capito, dovrebbe venire a prenderla già domattina.
-Già… domattina? Così presto?
-Cosa pretendevi, che gli dicessi di no su due piedi?
Michiru si intristì non poco a quella notizia. Il pensiero di dover stare lontana dalla piccola sarebbe stato molto duro da accettare, per lei come per il resto delle outer. Tuttavia, dentro di sé sapeva che una vacanza padre-figlia sarebbe stata la soluzione ideale, per ridare almeno un po’ di sorriso alla loro Hotaru. Con un papà come quello, poi…
Uno spietato strombazzare di clacson ridestò improvvisamente le due dai loro pensieri, costringendole ad uscire dalla cameretta e chiudersi la porta alle spalle.
-Ne riparleremo domattina, Setsuna. Adesso è meglio che vada. Non vorrei che quella matta di Haruka parta e mi costringa a correrle dietro fino all’aereoporto.
-Va’ pure. A domani, allora.

A passo svelto la ragazza uscì il più in fretta possibile dal negozio, senza nemmeno aspettare che le porte scorrevoli si fossero aperte del tutto.
“Ma io dico! Una cabina telefonica, una toilette per signore, uno sgabuzzino o un qualsiasi altro posto normale non andava bene, eh? Proprio dallo sportello di un frigorifero in vendita dovevo uscire! E tutti quei clienti che mi guardavano come si guarda un alieno, che vergogna! Appena finita questa missione devo dirle due paroline riguardo il suo “precisissimo” varco dimensionale! Vabbè, torniamo a pensare agli affari, che è meglio.” -TAXI!!! -TAXI!!!
In piedi sul bordo del marciapiede, la ragazza alzò un braccio in direzione della strada. Poco dopo, uno dei taxi che aveva chiamato le si accostò davanti, e l’autista le fece segno di salire.
-Dove la porto, signorina?
-All’aereoporto internazionale. Faccia presto.

E proprio al piccolo fast-food dell’aereoporto, si trovavano cinque ragazze. Sedute ad un tavolino rotondo, stavano allegramente chiacchierando e mangiando, nel tentativo di ammazzare il tempo che mancava al ritorno di Mamoru.
A dire la verità, chi mangiava, delle cinque, era solo una.
-Usagi, per l’amor del cielo! Smettila di ingozzarti come un maiale, che figura vuoi fare?- sbottò Rei esasperata, mentre al suo fianco l’amica si strafogava di polpette di riso.
-Che figura vuoi che faccia, scusa? Siamo in un fast-food, fuori c’è pure un cartello con scritto “Tutto a volontà”, è normale che mi comporti così!
-Non parlavo di quello. Insomma, non pensi all’impressione che farai a Mamoru quando ti rivedrà? Oh, ma cosa parlo a fare! Passano gli anni ma mi sembra di ripeterti sempre le stesse cose…
-Io lo so perché Usagi non ha paura di far brutta figura con Mamoru- sussurrò Minako maliziosa, dandole un paio di leggere gomitate -ormai di lui non le importa più niente. Sappiamo tutte che nel suo cuore adesso c’è posto solo per U…
Prima che riuscisse a finire la frase Usagi le afferrò la cima della testa e spinse con forza verso il basso, schiantandola sotto il tavolo.
-TACI! Ub è un ragazzo d’oro e un carissimo amico, ma per quanto speciale possa essere come persona né lui né nessun altro prenderà mai il posto del mio Mamoru! Uff…
La ragazza dai codini si calmò, aiutando poi l’altra bionda a rialzarsi.
-Comunque, mia cara Minako, tra noi due sei tu quella che ha passato più tempo con lui. Eravate in squadra insieme o sbaglio?
-Sì, è vero, ma non è che abbiamo legato molto. In compenso…
Minako salì in piedi sul tavolo e assunse una delirante posa di trionfo. Per la disperazione delle sue compagne.
-…ho conosciuto una persona fantastica, un ragazzo che finalmente ha capito il vero valore della sottoscritta e ne ha osannato le qualità come leader e come guerriera sailor! Praticamente è diventato il mio fan numero uno!…
-Ti riferisci a Rock Lee?- domandò Ami.
-Precisamente! La Bestia Verde di Konoha e Sailor Venus, che coppia che eravamo!
-Sarà… se posso dire la mia, comunque, (anche se era già strambo di suo) penso che Lee lo abbia fatto solo per assecondarti. Senza offesa, eh…
Nonostante quell’ultima precisazione, Minako si afflosciò sul tavolo come un budino, avvolta da un alone di depressione. Subito dopo, però, riacquistò tutta la sua malizia e scivolando come un lombrico si avvicinò ad Ami, bisbigliandole in un orecchio.
-Dì la verità, sei gelosa perché io ho conquistato Lee mentre tu non sei riuscita a combinare nulla con KibAHIA!
Come Usagi anche Ami spinse l’amica fin sotto il tavolo, badando bene di tenerla ferma mettendole un piede sulla testa.
-Parliamo di storie più serie- Ami si girò verso Makoto e Rei -come va con Shun e Hyoga? Vi sentite ancora?
-Mmh, sì, ci mandiamo delle mail di tanto in tanto- rispose Makoto.
-Lo stesso per me e Hyoga- aggiunse Rei -purtroppo, il nonno mi permette di scambiare messaggi con lui solo ad ogni notte di luna nuova. Sapete, non l’ha preso molto in simpatia quando gliene ho parlato…
-È ancora intenzionato a volerti far fidanzare con Yuichiro?
-Già…
In stereofonia, le cinque si abbandonarono ad un lungo sospiro, carico di malinconia.
-Certo che è dura tornare alla vita di tutti i giorni…
-COMUNICAZIONE AI GENTILI OSPITI. IL VOLO 769, PARTITO DAGLI STATI UNITI, È IN ARRIVO ALL’USCITA 5. COMUNICAZIONE AI GENTILI OSPITI. IL VOLO 769, PARTITO DAGLI STATI UNITI, È IN ARRIVO ALL’USCITA 5. COMUNICAZIONE AI GENTILI OSPITI…
Come se la nostalgica conversazione non fosse mai avvenuta, al sentire la notizia irradiata dagli altoparlanti le ragazze si alzarono di scatto piene di nuova energia. Si alzò anche Minako, ma purtroppo essendo sotto al tavolo ricevette una bella capocciata.
-È senza dubbio l’aereo di Mamoru! Tutte all’uscita 5!
-Andiamo!
Usagi in testa, ad una ad una le ragazze lasciarono il tavolo e si fiondarono all’uscita del fast-food. Una pesta e malconcia Minako faceva da chiudifila.

-Eccoci arrivati, signorina. La tariffa è di…
Girandosi verso la sua cliente, l’unica cosa che il tassista vide fu un marchingegno puntato nella sua direzione, dal quale uscì lo sbuffo di un gas rosa. Subito dopo, l’uomo cadde addormentato sul volante.
-Sogni d’oro.
La ragazza scese con nonchalance dal taxi, avviandosi poi nel settore dell’aereoporto riservato ai visitatori. Mentre saliva su per una scala mobile, dalla sua borsetta estrasse una piccola fotografia e un binocolo, col quale si mise a spiare una per una le varie persone presenti nel grande salone d’aspetto.
“Spero per quelle racchie delle mie colleghe che il computer di cui decantano tanto le lodi abbia ragione, a dire che la vittima di oggi si trova qui. Non sopporterei l’idea di aver fatto un viaggio a vuoto. Dunque, vediamo un po’…”
Il suo sguardo orbitò da una parte all’altra del salone, alla frenetica ricerca del suo obiettivo. Finalmente, tra uomini d’affari che si parlavano col cellulare e comitive di turisti carichi di zaini e valige, scorse un gruppetto di cinque ragazze uscire da un piccolo fast-food sulla sinistra. La misteriosa ragazza alzò e abbassò gli occhi, guardando con attenzione prima il gruppo, poi la fotografia che aveva in mano, più volte. Fin quando non ebbe la conferma dei suoi sospetti.
“Non ci sono dubbi, è lei! Allora quel rottame di un computer funziona davvero!”
Sorridendo soddisfatta, la ragazza sgattaiolò dietro una grossa pianta e chiuse a pugno la mano destra. Pochi istanti dopo, fra le sue dita si materializzò uno strano bastone di metallo, sulla cui estremità nodosa spiccava una stella nera.
“Perfetto. Ora, tutto quello che devo fare è attendere il momento giusto per entrare in azione.”

-Ahio… ragazze… ohi… mi aspettate per piacere?…
Parole al vento. La povera Minako riuscì appena a scorgere Usagi sgomitare tra la folla per raggiungere l’uscita 5, con Ami e Makoto sottobraccio e Rei alle calcagna, prima di stramazzare definitivamente al suolo.
-Uffa, non è giusto… ahia… perché queste cose capitano solo alla sottoscritta? Che dolore… ah, come vorrei che una volta tanto provassero quello che sto passando io…
-Se lo desideri così tanto ti accontento subito. CHARM BUSTER!!!
Da un punto alle sue spalle, una scarica d’energia nera prese vita e si abbattè con un acuto stridio sulla folla. In pochi secondi l’intero salone fu vittima di un improvviso black-out e tutti, comprese le sue quattro amiche, si accasciarono al suolo a peso morto, privi di sensi.
-Ecco fatto. Così addormentati, quegli stupidi non ci disturberanno.
Minako voltò la testa di scatto. Dalla zona delle scale mobili, vide sopraggiungere la misteriosa ragazza con l’impermeabile. La prima cosa che saltò subito all’occhio della sailor fu il bastone che teneva in mano: per qualche ragione, quel particolare le ricordava qualcosa, ma era troppo stanca ed atterrita per ragionarci sopra con calma. Intanto, la ragazza l’aveva ormai raggiunta, e beffarda la stava squadrando dall’alto in basso.
-Finalmente ti ho trovata, Aino Minako. Sai carina dovresti considerarti molto fortunata, visto che il tuo nome è stato estratto da una lista di ben trentadue soggetti.
-Estratto? Estratto per cosa?
Aspettandosi quella domanda, gli occhi della misteriosa ragazza scintillarono di malvagità.
-Per essere la nostra prima vittima.
Detto ciò, con un solo strattone si levò di dosso impermeabile, foulard, guanti e occhiali. Rivelando a Minako la sua vera identità.

..

.

Spazio autore:

SONO TORNATO!!!

Lo ammetto, come capitolo iniziale per il seguito di Last Menace Of Chaos (perché di seguito ufficiale e non di spin-off si tratta, e più avanti nella storia verrà svelato il motivo che lega le due vicende) non è poi questo granchè, ma vi assicuro che già dal prossimo la trama subirà un’impennata mica male. Portate pazienza!
Un paio di considerazioni riguardo i personaggi:
-poiché la storia si svolge un anno dopo, mi piace immaginare i personaggi di Naruto con l’aspetto che avranno nella serie Shippuuden;
-come avrete già notato, a parte una piccola citazione in questo capitolo, non saranno presenti i personaggi di Saint Seiya. Come mai? A dire il vero, non lo so nemmeno io. Il fatto è che mi trovo più a mio agio a scrivere sugli altri tre anime, piuttosto che su quello. Chiedo scusa a chi si aspettava una loro partecipazione anche qui, perdonatemi!

Approfitto di questo spazio per ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno letto Last Menace Of Chaos e l’hanno inserita tra i preferiti e i seguiti (e rinnovare la mia preghierina di lasciare almeno un commentino piccino picciò: non è per il piacere di avere più recensioni, è che ci tengo molto a sapere i vostri pareri sulla fanfiction, cosa vi è piaciuto o non vi è piaciuto e cose così. Certo, non vi obbligo mica con un fucile puntato, ci mancherebbe!).
Tranquilli, non mi sono dimenticato di chi ha recensito! Oltre agli immancabili e immarcescibili Nicoranus83 e Suikotsu, un grazie particolare ad Anonimo9987465: grazie mille per la tua recensione, mi ha fatto molto piacere che la mia fanfiction ti sia piaciuta così tanto (tra l’altro congratulazioni per essere riuscito a leggerla tutta in soli due giorni, nemmeno io che l’ho scritta ne sarei capace!). Spero di riuscire a rendere questo seguito all’altezza di Last Menace Of Chaos, e soprattutto non deluderti. Farò del mio meglio!

Bene, per il momento è tutto. Alla prossima ragazzi, statemi bene!

  
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