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Autore: Tale Vivo    24/01/2021    1 recensioni
Pepper Potts lavora per Tony Stark da circa dieci anni. Da qualche mese lavora anche per Iron Man.
Tony Stark è un genio, miliardario, playboy, filantropo e, da qualche mese, è Iron Man. Rischia di morire, rischia di non amare.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Proverò a farmi perdonare con un’omelette

 

Il profilo di Montecarlo aiutava Pepper Potts a distendere i muscoli. Si trovava sulla macchina scura che stava portando lei e il signor Stark al piccolo aeroporto per jet privati, da dove sarebbero partiti per tornare in America.
Il giorno precedente aveva rischiato di morire, attaccata da un russo, tale Ivan Vanko, che cercava di uccidere Stark. Ovviamente, aveva già redarguito il suo capo, con parole poco eleganti e un tono di voce non proprio soave: dopotutto, chi non perderebbe il suo aplomb parlando con Tony Stark? La signorina Potts, però, non lo aveva mai abbandonato fino alla fine, riuscendo sempre a mantenere un minimo dell’eleganza e della pacatezza che la caratterizzavano.
La piccola discussione col suo capo aveva raffreddato il loro rapporto, probabilmente aiutata anche alla decisione di Stark di assumere Natalie Rushman, il notaio, come sua nuova assistente. Alla fine, pensò Pepper quando la vide nel ristorante a Montecarlo, Tony era riuscito a ottenere ciò che voleva, almeno in parte: la presenza della giovane e bella ragazza aveva causato un piccolo dispiacere alla nuova amministratrice unica delle Stark Industries e il suo ex-capo non pareva averlo notato.
Il jet aspettava al centro della pista e Happy, il fidato autista, si premurò di portarli ai piedi della scaletta. Tony Stark cercò di aiutare Pepper con la sua valigia, ma la donna si assicurò che la sua mano non la sfiorasse nemmeno. La seguì sull’aereo e poggiò sul tavolo la valigetta contenente l’armatura.
«Non ricordavo che i castighi fossero così noiosi».
Gli occhi chiari di Pepper si posarono su di lui, pesanti.
«L’unica cosa noiosa, qui, è Lei».
«Adoro le sue parole d’amore per me».
La donna si avvicinò a Tony e poggiò le mani sui fianchi con fare minaccioso.
«Sà una cosa? Dovrebbe imparare a capire quando è il momento di scherzare e quando, invece, è necessaria una briciola di serietà».
Il sorriso di Stark si spense.
«Ha ragione».
«Lo so».
Tony fece un passo avanti, avvicinandosi di più a Pepper.
«Mi dispiace, non avrei dovuto prendere parte alla corsa».
Le braccia della bionda si staccarono dai fianchi, riducendo l’aria severa che la circondava.
«Apprezzo le sue scuse e sono contenta di essere riuscita a farla ragionare».
L’uomo sorrise.
«Soprattutto, non avrei dovuto gareggiare senza l’armatura a portata di mano».
«Tony!»
Pepper era esasperata.
«Che cosa ho detto adesso?»
«Lei doveva starsene comodamente seduto al ristorante e non andarsene in giro a mostrare al mondo quanto temerario può essere Tony Stark!»
Il sorriso dell’uomo si fece più compiaciuto.
«Mi trova temerario?»
«Io … cioè … Tony, dannazione! Non è questo il punto».
«Quale sarebbe, allora, il punto?»
Continuava a sorridere e ciò dava a Pepper più ansia e problemi di una settimana di impegni non segnati e male organizzati.
«Il suo egocentrismo. Non aveva nessun bisogno di partecipare a quella corsa».
«L’adrenalina è sempre un buon motivo. Il mio egocentrismo? Io sono semplicemente realista. Vorrebbe dire che non sono bello, affascinante, geniale, ricco, impavido-», Pepper alzò le mani, come per bloccare la sua voce.
«OK, ho afferrato il concetto».
«Non avevo dubbi: la sua perspicacia è senza eguali».
«Sa benissimo che l’adulazione con me non funziona, Tony».
«Davvero? Quale donna non cede all’adulazione?»
«Qualsiasi donna che abbia un minimo d’intelligenza».
Tony annuì. «Giusto. Allora, Pepper, mi trova temerario?», sul suo voltò ricomparve il sorriso compiaciuto e sornione.
«Trovo che non sia da tutti rischiare la vita per salvare gli altri».
«Lo prendo come un sì».
Pepper non riuscì a non sorridere, ma cercò di rimanere seria. «Per me è ancora in castigo, lo sappia».
Stark non disse nulla, ma attraversò la porta in fondo al corridoio e si diresse in cucina, continuando a sorridere.

 

***

 

Tre ore dopo, quando l’aereo aveva appena iniziato a sorvolare l’oceano, Pepper rivide Tony, il quale si sedette di fronte e lei e poggiò un piatto sul tavolino tra di loro.
«Il suo pranzo».
«L’ha cucinato lei?»
La signorina Potts faticava a crederci.
«Secondo Lei cosa ho fatto in queste tre ore?»
«Tre ore per un’omelette?»
Una piccola risata uscì dalle labbra socchiuse di Pepper.
Tony tagliò l’omelette e ne mangiò un boccone.
«Tre ore per la perfezione».
«Proprio non le piace la modestia».
«La modestia è banale: tutti vogliono essere modesti».
«Lei è un caso perso, Tony».
L’uomo tagliò un secondo pezzetto dell’omelette e lo porse alla signorina Potts.
«Lei è sempre così carina. Ora, assaggia? Vorrei sapere se basta per farmi perdonare».
Lei non poté negare l’effettiva bontà di quell’omelette.
«Per questa volta, la perdono».
Pepper Potts sapeva che l’avrebbe perdonato altre mille volte, perché a lei bastava il suo sorriso.
Tony Stark sapeva che quella sarebbe stata una delle tante volte in cui lei lo avrebbe perdonato. O meglio, ci sperava.

 


 

 

 

 

 


NdR
La seconda parte è una piccola rivisitazione del discorso che fanno Pepper e Tony in aereo.  Voi immaginatevi il mio scritto come una prima parte tagliata, seguita poi dall'effettivo discorso, con invito a Venezia e simili.

 
   
 
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