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Autore: Whatliesintheend    06/03/2021    1 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
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Non alzare lo sguardo verso di lui era sempre più difficile ogni anno che passava.
Due tavolate di distanza erano troppe, la lontananza lo rendeva irrequieto, eppure erano allo stesso modo troppo poche, poichè non bastavano certo a troncare l'attrazione quasi gravitazionale che Harry esercitava sugli occhi cerchiati di Draco.

Quel Grifondoro invece sembrava non accorgersene, di nuovo troppo impegnato a raccogliere su di sè l'attenzione di tutti i suoi compagni di Casa, con i suoi modi schietti e carismatici.

Il Serpeverde li conosceva bene ormai: per prima cosa sembrava essere padrone dello spazio che lo circondava, non si faceva problemi a toccare cosa e chi gli stava intorno, padroneggiando l'atmosfera alla perfezione, guidando il discorso con la sua personalità trascinante e così umilmente tendente al mettere in luce gli altri, ma ottenendo l'effetto radicalmente opposto.
Il biondo era non infastidito, ma nauseato da quegli atteggiamenti di umile tracotanza: non alzarsi, non raggiungere San Potter e tirargli un bel paio di ceffoni era veramente arduo.

Lasciò che il suo sguardo indugiasse sul gruppetto di Grifoni ancora per qualche istante, uno di troppo forse.
Harry era sorpreso, probabilmente a causa di qualcosa detto dai suoi compagni di Casa e aveva lanciato verso Draco un paio di occhiate: la prima era stata involontaria, senza dubbio sconcertata, trasformatasi subito dopo in una smorfia infastidita, la seconda occhiata arrivò poco dopo e Malfoy, che aveva stretto la presa sulla tazza di tè ormai freddo che teneva tra le mani, arrossì impercettibilmente, riincontrando gli occhi di Potter, questa volta solo indagatori.

Durò poco, ma durò troppo... il biondo, nelle ore successive, non riuscì per un attimo a smettere di chiedersi a proposito di cosa stessero confabulando i Grifonidioti a colazione.

Ben prima di quanto si aspettasse, però, altro si insinuò nella sua testa.
Avvenne ad Erbologia... o poco prima a dire il vero.
Quando il professor Piton fece chiamare Draco nel suo ufficio il ragazzino era ben consapevole che la conversazione non avrebbe riguardato il suo andamento in Pozioni, per quanto sarebbe stato preferibile a quello di cui in effetti discussero.

"Lascia che lo faccia io, Draco."

Scandì viscido l'uomo seduto dietro alla scrivania, con la pelle più giallastra del solito, il naso più adunco e i capelli forse ancora più unti.

"È un compito che Lui ha assegnato a me. Con tutto il rispetto, professore, non si metta in mezzo."

Sibilava Draco irremovibile, per quanto in fondo non desiderasse altro che fuggire, o meglio, delegare, esattamente come i Malfoy avevano sempre fatto.

Quando uscì da quella stanza non potè trattenere un sospiro stanco, si chiedeva se quelle sedute di persuasione sarebbero state abitudinarie e quanto sarebbe riuscito a resistitere.
Doveva iniziare ad elaborare una strategia, magari concentrarsi sullo svolgimento effettivo l'avrebbe distratto dal fine ultimo e dal suo essere così moralmente ripugnante.

"Signor Malfoy! Anche lei fuori a spasso per i corridoi, che lezione ha adesso?"

Una voce autoritaria appartenente nientemeno che alla professoressa McGrannit lo riportò sulla Terra tutto d'un colpo, ricordandogli della lezione di Erbologia, ormai iniziata da un pezzo, alla quale lui non era evidentemente presente.
Lui e non solo lui... se i suoi occhi non lo ingannavano.
Ma tra tutti, perchè lui?

Lo sguardo a disagio di Harry Potter era molto simile a quello di un bambino pestifero colto con le dita nel barattolo di marmellata.
Il Serpeverde si corrucciò, lanciandogli un'occhiataccia di rito, che venne prontamente ricambiata.

"Erbologia, professoressa."

"Molto bene allora, scelgo di fidarmi di lei signor Malfoy e le affido il compito di assicurarsi che entrambi vi troviate a lezione nel giro di cinque minuti.
Sono più che convinta che riuscirete a trovare la strada per la serra della professoressa Sprout anche da soli."

Chiaramente il biondo non si sognò di contraddirla, nonostante restare solo con Potter non fosse la sua massima aspirazione per quella giornata che, iniziata male, sembrava poter solamente peggiorare.

Al Grifondoro non disse nulla e iniziò solamente a camminare a passo svelto, seguito a ruota da Harry, più silenzioso del solito.
Una persona normale avrebbe pensato fosse a causa della loro lite sul treno, dopotutto per poco non erano passati alle mani e di sicuro non era stato solo un battibecco, tuttavia anche quel tipo di discussioni era per loro di normale amministrazione, ciò che zittiva il moro aveva probabilmente molto più a che fare con gli sguardi di quella mattina.
Di che accidenti stavano parlando quei dannati Grifoni?

Quel pensiero, passato in secondo piano, tornò a tormentare Malfoy fin quando l'altro non mise fine a quello straziante silenzio e il biondo non potè che pensare che sarebbe potuta finire così: Harry Potter non era capace di starsene zitto.

"Non ti facevo uno che scappa dalle lezioni, Malfoy"

Debole come provocazione, Potter...che ti prende?

"Ciò che faccio non sarebbero affari tuoi in ogni caso."

Fu la sua risposta lapidaria, avrebbe troncato la discussione se non fosse stato Harry a dovergli rispondere.
Si sarebbero aggrappati a tutto pur di non lasciare all'altro l'ultima parola.

"Farmi gli affari tuoi mi sembra il minimo Malfoy, sono certo che quest'anno tu sia meno innocuo del solito. Non ho prove, non ancora, ma nascondi qualcosa e scoprirò cosa. Intendo fare in modo che nulla di ciò che fai mi sfugga."

Il Serpeverde si irrigidì visibilmente: aveva deciso di giocare a carte scoperte quindi? Di già?
Mai come in quel momento sentì il bisogno di aggrapparsi a qualcosa per non barcollare.
Sapeva che non sarebbe stato facile trovare un modo di portare a termine il suo compito senza dare nell'occhio, ma era chiaro che Potter sospettasse già e forse sapeva più di quanto non mostrasse.
Non ci poteva riuscire, non con gli occhi di quel Grifondoro addosso costantemente.

Stava per crollare, lo sentiva... ed era solo l'inizio.
Il suo passo rallentò gradualmente finchè il Serpeverde si fermò, mise le mani nelle tasche dei pantaloni del suo costoso completo nero e strinse i pugni di nascosto mentre si girava verso il ragazzo con gli occhiali, deciso a non farsi sconfiggere così in fretta e ricacciando il senso di nausea, pronto ad affrontare il sorrisetto trionfante di quell'idiota.

Ma non lo vide sorridere, vide che, dietro le lenti, gli occhi verdi di Harry Potter erano seri, bruciavano di ostinazione, determinazione.
Draco rilassò i muscoli tutti d'un colpo, vinto per un istante da quell'improvviso colpo basso.
Tolse una mano dalla tasca e si avvicinò a Harry, con movimenti misurati, tranquilli.

Piantò gli occhi in quelli del Grifondoro senza riserve.
Erano fuoco contro ghiaccio, come sempre.
Non si sarebbero dati per vinti e come sempre non si sapeva chi avrebbe prevalso.

"Non ho idea di cosa tu stia parlando, Potter."

Formulata quella breve frase, indugiò con lo sguardo su Harry, come avvertendolo di non insistere oltre, poi si girò nuovamente, ma ben presto sentì il fiato caldo del Grifondoro raggiungerlo all'altezza del collo e quasi non si accorse di quello che aveva risposto.

"Invece lo sai benissimo, Malfoy. Prendi il mio come un avvertimento:  ricordati solo di guardarti le spalle perchè sarò la tua ombra"

Si sentì uno sciocco per il modo in cui aveva impercettibilmente buttato la testa indietro e chiuso gli occhi, lasciandosi inebriare dal calore improvviso di Harry, così vicino, per come aveva ridicolmente rigirato le parole del ragazzo a suo piacimento, permettendosi di arrossire e soffocare un sospiro.

Poi avvertì il moro irrigidirsi alle sue spalle e fu scaraventato nella realtà bruscamente, facendosi male di nuovo.

"Stammi lontano, Sfregiato"

Fece un passo avanti, allontandosi da lui e, da lì, continuare a camminare fu semplice.
Meno lo fu cercare di cacciare le lacrime, spiegando loro che non era il momento, che Harry era ancora lì, che la giornata non era finita, che doveva andare a Erbologia, che era solo l'inizio.

   
 
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