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Autore: Spensieratezza    09/03/2021    3 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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È un mese che i due fratelli Potter non si parlano. Un mese che il loro rapporto è cambiato. Certo, James non ha smesso di stuzzicarlo, con battutine varie, Albus continuava più o meno a rispondere, ma James intuiva che non era la stessa cosa, non era più come prima.  Rose l’aveva rimproverato, insultato,quasi intimato di chiedere scusa ad Albus, ma lui aveva risposto con un laconico:
 
Se ho sbagliato, chiedere scusa non servirà a niente.
 
Il giorno dopo, Rose l’avrebbe detto ad Albus, di quella risposta, e il fratello avrebbe risposto:
è un continuo citare canzoni babbane. C’è almeno qualcosa di spontaneo che gli esce dal cuore?? Di VERO?
 
Rose non avrebbe detto a James di questa risposta, per non indispettirlo ulteriormente. Non sapeva Albus, che James se avrebbe fatto parlare il cuore, gli avrebbe detto che al mondo non sentiva di amare nessun’altra cosa più di lui.
 
Non sapeva da dove veniva questa sensazione, forse da molto lontano, come un rumore nel vento.
Aveva anche provato, i primi giorni a parlare con Albus, senza successo.
 
“Per favore, Al, tu devi ascoltarmi!”
“Io?? Io non devo fare proprio niente e non TI devo niente, a te soprattutto!”
“Se hai letto la mia lettera..”
“L’ho letta, sì! Ho visto anche che mancava una parolina, una parolina che avrebbe fatto la differenza, Jamie!!”
 
Jamie era restato zitto.
“Ma tu..non sei capace di farlo, vero? In tutta la tua vita non te l’ho mai sentita pronunciare!! Perché non sei capace di ammettere UNA VOLTA di aver sbagliato??
 
 
 
 
Inizio passato…
 
Severus pensava che il perdono fosse qualcosa aldilà di una parola. Per questo non aveva mai chiesto scusa, né perdono. Non l’aveva mai fatto con Lily, né quando l’aveva chiamata sanguemarcio, né quando era morta per colpa di un tradimento involontario del suo ex amico.
Quando poi era diventato la spia di Silente, tutto ciò si era rafforzato dentro di sé.
La parola “Scusa” era solo una parola. Non esistono le scuse, esiste solo l’espiazione e quello che tu fai per ottenere il perdono. Perdono che poteva anche durare tutta la vita…
 
Era diventato il suo mantra. Aveva vissuto tutta la vita nell’espiazione, talmente tanto che all’improvviso era diventato una crociata, non più un’espiazione. Si era dimenticato del motivo per il quale era cominciata e senza volerlo..era diventato un uomo del bene. L’uomo di Silente.
 
 
“Forse perché io sono fatto così, forse perché io vivo di sensazioni, di emozioni, e non di aspettative, e ODIO quando qualcuno ha delle aspettative su di me, perché mi toccherà disattenderle sempre! Sei deluso, Al? Beh, chi se ne frega! Io sono così e non ti chiederò scusa per aver disatteso le tue aspettative, perché io non ti ho MAI chiesto di averle! Non ho mai detto di essere perfetto, non ho mai detto di essere un santo e se tu ti sei fatto dei pensieri diversi nella tua testa, allora il problema è tuo, non è mio!!”
 
 
 
 
 
PASSATO
 
I primi due giorni di insegnamento erano stati una vera frana. Severus si sentiva nervosissimo, quasi sull’orlo di un collasso nervoso, aveva fatto la valigia e aveva riempito i suoi vestiti.
In quel momento bussò qualcuno al suo appartamento.
 
“Lei? Cosa..ci fa qui a quest’ora? Signore.” Disse Severus, impallidendo ancora più di quanto lui non fosse.
 
“Buonasera, Severus, come va, anche se forse dovrei dire Buonanotte? Non ti ho visto nella Sala Grande per il pranzo e la cena quest’oggi, mi chiedevo se stessi bene.”
 
“Va tutto benissimo, solo un po' di stanchezza. Mi sono fatto portare qualcosa dagli elfi domestici. Si sieda, le faccio del tè!”
“Davvero? Strano, non mi hanno avvisato del cambio di programma. " Albus si sedette e si mise ad osservare le mani di Severus che reggevano il pentolino.  
"Le tue mani tremano, Severus, non ti senti ancora bene?”

 
Severus poggiò il suo pentolino sul fornello, prendendo un gran respiro.
Con un colpo di bacchetta, Silente riempì il pentolino di acqua bollente.
“Così va meglio. Perché non ti siedi, Severus, così parliamo.”
 
“Con il rispetto dovuto, signore, non capisco di cosa dobbiamo parlare all’una di notte.”
“Per esempio della valigia che ho visto ai piedi del tuo divano, vai da qualche parte?”
 
Severus impallidì.
“Ho intenzione di lasciare l’insegnamento.”
“Dopo soli due giorni? È un record. Pozioni non è di tuo gradimento?”
“Non è questo! Credo non sia il ruolo giusto per me.”
“Eppure sei sempre stato bravissimo in questa materia.”
“Andiamo, Silente, lo sa a cosa mi riferisco.”
“Veramente no, illuminami. Qualcuno ti ha dato fastidio? Ti hanno importunato, insultato?”

Silente sembrava preoccupato, notò Severus con stupore e un pizzico di imbarazzo. Non era abituato a queste accortezze.

“No! No! Sono tutti gentili, fin troppo.”
“Non sei abituato alla gentilezza?”
 
Severus lo fissò, sentendosi scoperto.
“Non c’è niente di male se anche fosse così.”
“I-io non sto cercando compassione, nè gentilezza e non voglio darla!”
“Ci avviciniamo al problema, vai avanti.”
 
“è la sensazione che questo castello mi da! Oserei dire che mi sento peggio di quando sto con..” non finì la frase, colpevole.
“Peggio che stare in compagnia di Voldemort?” sorrise Silente. Se fu offeso dalla cosa, nessuna espressione sul suo viso tradì tali sentimento.
Severus stette zitto. Era imbarazzato, ma non cercò di negare.
“Non ti preoccupare, vai avanti. Non pensavo che questo posto fosse peggio del covo di Voldemort.
Severus si irrigidì.
 
“Non è il posto. È colpa MIA. Non sono all’altezza del ruolo che mi compete. Non sono abbastanza..buono..”
 
Silente alzò le sopracciglia.
“Interessante. Continua, voglio che tu mi dica tutto quello che ti passa per la testa.”
 
“Sono impaziente, nervoso, irascibile, non sono gentile e non sono chiaramente portato ad educare i ragazzi!" disse Severus, che in quei primi due giorni aveva cercato di non essere sgarbato soprattutto con gli studenti, ma era stato uno sforzo superiore alle sue forze, che lo aveva provato molto. "Non posso…essere..non mi sento all’altezza di questo posto in cui tutti sono..buoni. Non mi sento me stesso, perché io non sono così. Ed è per questo che volevo portare le mie dimissioni. Ma comunque continuerò lo stesso a fare la spia per voi, non ho intenzione di rimangiare la mia promessa.” disse solenne.
 
Silente aveva prestato molta attenzione al racconto del professore.

“Non capisco solo una cosa.. la tua principale preoccupazione è quella di essere gentile e paziente con gli studenti e presumo con gli insegnanti, ma chi ti ha chiesto di esserlo?”
 
Severus lo fissò con gli occhi sgranati.
 
“I-io..in realtà..”
 
“Mio caro Severus, sapevo chi eri quando ti ho chiesto di fare la spia per me e quando ti ho dato questo incarico, se avessi voluto un bonaccione tutto miele e vaniglia, avrei scelto un bonaccione tutto miele e vaniglia, non credi?”
 
Severus stette zitto.
 
“Non ho un bel carattere. “
 
“Non mi interessa questo, mi interessa solo che tu faccia bene il tuo lavoro di insegnante e che li educhi all’insegnamento, che ci tenga davvero a questa materia e ad insegnare agli studenti.”
 
“Non mi sento a mio agio quando qualcuno ha delle aspettative su di me. Potrei deluderla..”
 
“Più che delle aspettative, mi fido della tua parola e mi dispiace, mio caro Severus ma su chi decido di dare la mia fiducia, è un mio cruccio e uno soltanto, sul quale ahimè tu non hai al momento, alcun potere.Rispondi solo a una domanda, tu hai intenzione di tradirmi?”
 
“MAI!” disse Severus quasi iracondo, per poi imbarazzarsi.
 
“Molto bene! Questa è l’unica risposta che conta e non ci torneremo mai più!”
“Ma..”
 
“Direi che puoi risistemare questi vestiti nella sua giusta catalogazione! E non ti preoccupare, mio caro, puoi pure essere sgarbato, maleducato, poco paziente e scontroso, ho fiducia in te che non passerai comunque il limite, dico sempre che dobbiamo sfogare la nostra rabbia, per stare bene!! Era dunque questo che ti angustiava? Non riuscire a essere abbastanza gentile?”
 
Severus stette zitto.
“Mio caro! Vorrei avere le tue stesse preoccupazioni! Non essere gentile, tu che riesci a non farlo! Dammi un abbraccio!”
Severus reagì impettito, immobile, senza ricambiare l'abbraccio.
“Vedi? Non è così difficile. Vai così che vai alla grande! A domani, Severus.”
 
Severus continuò a guardarlo, come se avesse appena visto una colomba su un davanzale.
 
 
 
 



POV JAMES
 
È già da un po' che sono tornato a sfottere mio fratello, quasi come prima. è il mio modo per cercare di riportare tutto alla normalità. Sospettavo che si era lasciato con Damian, ma sentirlo dalla sua voce ha tutto un altro effetto.
“Io e Damian ci siamo lasciati!”
“Beh, era ora! Se vuoi il mio parere secondo me è durata anche troppo! Ci avevo capito bene che era un coniglio.  Ma che fai..piangi per QUELLO Li?”
Non dovrebbe darmi così fastidio.
“Non è per lui che piango, sciocco cretino! E adesso vattene!”
 
Quindi Al piange per me? Non posso crederci, non ho capito niente, potevo abbracciarlo in tutto questo tempo che ho passato ad aspettare che mi parlasse e non l’ho fatto! Vorrei farlo anche adesso ma qualcosa mi blocca.

“Mi sembrava di averti già detto che nessun uomo vale le tue lacrime.”
“Ma a te che te ne frega..tanto hai detto che sono morto per te, no? Quindi Addio!”

No, non voglio che se ne vada via ancora!
Qualcosa sbuca dalla tunica, sono abituato a osservare con maniacalità ogni indumento che ho addosso e la riconosco subito, è la mia maglia quella che indossa. Lo strattono per guardarla meglio.
 
“JAMES, CHE VUOI, VAT…”
è la mia maglia quella che indossi?”

“N-non è più tua..da un pezzo..tu..l’avevi data a me, non ricordi? Poi te la sei ripresa, ma era comunque mia!”

"Temo di non ricordare nulla del genere! Te l’ho data o te la sei presa?”
 
Un forte sospetto mi prende. È stato nella mia camera??

Impallidisce. Non risponde. Ma perché fare un gesto del genere?

“Quello che vuoi te, sei capace di prenderlo senza chiederlo, eh?”
 
Non so perché gli dico questa frase. Forse sono impazzito del tutto.

“Ma..che vuoi dire con questo..se proprio ci tieni.”
“No, lascia stare.” Gli blocco il polso per impedirgli di toglierla. Non so perché, ma mi fa piacere. “Solo che stavo pensando…è davvero buffo che dici di odiarmi, ma corri a rubarmi vestiti che hanno ancora il mio profumo addosso.”
 
Se ne va quasi scappando. Volevo abbracciarlo ma davanti a tutti non me la sono sentita.
Per una qualche ragione, quello che è appena successo mi rende felice. Mio fratello ruba i miei vestiti per indossarli. Non mi odia. Non mi odia.
Qualcosa mi dice che domani sarà una giornata fantastica.
 
 
 
 
 
ALBUS POV



Il giorno dopo, il giorno della partita, non riesco a levargli lo sguardo di dosso.
Devo cercare il boccino ,ma è più forte di me, ho gli occhi incollati ai suoi.
Lui mi guarda, sembra dirmi qualcosa con lo sguardo.
Che cosa vuoi dirmi, Jamie? Parlami.
Ma che sto facendo. Devo giocare- La partita. Il boccino.
Quando realizzo che un bolide mi sta venendo addosso, è già troppo tardi.
E James si è lanciato davanti a me, per impedirgli di colpirmi.
Si schianta al suolo, davanti ai miei occhi che rimango agghiacciato con un grido muto a fare da cornice.
Jamie. Oddio. Che cosa hai fatto.
 
 
 
 
 
 
JAMIE POV
 
Ma che diavolo combina, Al, perché non cerca il boccino?
Mi sta guardando, finalmente mi guarda.
Ma non è il momento giusto.
Al, ma che fai, pensa alla partita, alla palla. La fottuta palla.
No, un bolide sta per raggiungerlo.
Al, spostati, spostati.
Maledizione, Al!
 
 
 
 

James nell'infermeria

James si era fatto colpire da un bolide, pur di proteggere Al.
 
Mi sento morire…è questo dunque che ha provato mio padre quando è successo a lui? E i suoi amici si sono sentiti morire dentro in questo modo vedendolo crollare dalla scopa? Hanno sentito scoppiare il cuore, gli è sembrato che gli venisse strappato via dal petto? Hanno smesso momentaneamente di respirare?
Dimentico il boccino ancora in aria, mi dimentico di TUTTO.
Corro da mio fratello, mi rannicchio vicino a lui. Sento le grida attorno a me, me ne frego, ma mi dispiace per il mio povero fratello. Tutto questo casino non gli fa bene, state zitti, non vedete che sta male?
“Al..”
“Schhh..va tutto bene. Starai bene. Ignorali, non ascoltarli. Sei stato..bravissimo..”
“Certo…un bravissimo coglione.” James ride e tossisce sangue e io mi sento morire.
“Ma l’ho fatto per te..tu..stai bene?”
Non riesco a rispondere perché me lo portano via. Me lo strappano di dosso. Io urlo come un animale ferito, braccato, mi sento braccato VERAMENTE, nel momento in cui sento delle braccia avvolgermi.
Quando mi accorgo che è ROSE e che a poca distanza da lei c’è Hugo, mi stringo tra le sue braccia., singhiozzando.
“Al..Jamie starà bene, tranquillo..lo stanno portando in infermeria..non è il primo giocatore che cade dalla scopa colpito da uno di quelli.”
“Ma lui si è gettato in mezzo per DIFENDERE ME!” grido, attirando ancora di più l’attenzione.
Percepisco Rose a disagio, poi delle braccia mi strappano da lei.
Braccia forti, da maschio.
SCORPIUS.
Il mio migliore amico mi abbraccia così stretto come se volesse inglobarsi a me e io provo l’ebbrezza di stringermi a qualcuno senza malizia, solo per consolare e essere consolato.
“Scorpius…devi sostituirmi come Cercatore..”
Lo vedo impallidire.
“Hai battuto la testa anche tu? Io non ho mai giocato..Al..devi riprendere il  tuo posto.”
Mi dibatto come un isterico.
“IL mio posto è con mio fratello. Voglio andare da lui.”
“Al..non me lo permetteranno mai.”
“E quando mai hai avuto bisogno di permesso per fare qualcosa?” mi sfilo la mia divisa. “Vai. Ti prego.”
Sento Rose dirgli di non permettersi e poi lui gridare alla platea.
Prendo il posto di Al Severus Potter e ora saranno cavoli amari PER VOI.”
Un frastuono di proteste arrivano da entrambe le squadre, ma io continuo a correre.
Magari mi odieranno tutti dopo questa sparata ma non mi importa.


 
 
POV JAMES
Il corpo mi fa male come se fossi stato investito da un tir. Mi sembra di essere una sottiletta in questo schifoso momento. Mio fratello è subito al mio capezzale. No, dovrebbe cercare il boccino. Sono riuscito a rovinargli anche questo momento. Ora è preoccupato per me. Non ne faccio una giusta ma per qualche motivo se penso al bolide, sono comunque sollevato. Almeno sono riuscito a fermarlo. Se mio fratello fosse finito all'infemieria perché ha scelto il momento sbagliato per guardarmi..non me lo sarei mai perdonato.
 



POV AL

Ovviamente non me lo fanno vedere subito, ma non mi importa.
Dopo 40 minuti restati a tormentarmi fuori dalla infermeria, Madama Chips mi fa entrare ma facendomi promettere di non disturbarlo, visto che sta dormendo.
“Glielo prometto, Madama.”

Lei continua a borbottare sull’inutilità di restare accanto a un paziente che dorme, in fondo ha ragione ma sento che non riuscirei comunque a stare da nessun’altra parte. Giocare nientedimeno, dormire non se ne parla.
Resto li per un tempo interminabile, poi mi assopisco, non mi accorgo che passano ben 5 ore.
Mi sveglio per via di un fruscio.
 
 
 
 
POV JAMES  
Mi sveglio e trovo un batuffolo che dorme sull’altro letto. Un bel risveglio, quando mi sono svegliato sentivo solo dolore tutto attorno a me.
 
 
 
POV AL

“E io che pensavo..saresti stato sul mio capezzale a vegliarmi per tutto il tempo..”

Sprofondo un’altra volta. Mi sono addormentato su uno dei letti dell’infermeria. Che vergogna.
“Scusami..” dico subito. “Ma la poltrona era scomoda..e non volevo disturbarti, sdraiandomi nel tuo letto.” la sola idea di sfiorarlo mentre dormiva, mi sembrava così sbagliata.
James sorride. Ha un sorriso così luminoso, nonostante ha una benda che gli circonda il cranio e un braccio fasciato.

Delle ciocche gli incorniciano la fronte come una frangia, è così bello nonostante sta a pezzi e sento l’impulso di scostargliele, anche solo per accarezzarlo, ma mi trattengo.
I suoi occhi non hanno mai brillato così tanto.
“Hai..un aspetto orribile, Al..sembra quasi che tu abbia fatto a pugni con un bolide.”

Scoppio subito in singhiozzi a quelle parole. Il sorriso di mio fratello si spegne, e io sento l’impulso di chiedergli scusa, per questo, per tutto.
 
 
POV JAMES.
 
Non so perché Albus è in infermeria con me, dovrebbe essere a giocare, non posso fare a meno di sorridere come un demente, ma sono contento di averlo visto al mio risveglio e che mi guarda così, è tenero, poi però scoppia in lacrime e qualcosa si rompe dentro di me. Perché piange sempre quando sono davanti a lui? Perché lo faccio sempre solo piangere? Appoggia la testa sulle mie gambe e uno struggimento di tenerezza mi coglie impreparato. Questo è un sentimento nuovo. Non l’ho mai provato, non sono preparato ma temo quasi che potrei diventarne dipendente.

“Andiamo, adesso piantala di scusarti..e poi scusarti perché? Perché per una volta mi comporto come un vero fratello?”
Nel momento in cui lo dico, desidero che fosse vero. Un vero fratello. Non sono abituato  a farlo, ma potrebbe quasi piacermi. Oltre al dolore, l’ho difeso, l’ho protetto. Sento che è il mio compito.
 


POV AL

Lui mi accarezza la testa che ho messo sulle sue gambe. Percepisco dell'amarezza da lui ma cerco di sviarla, non voglio pensare che ora senta anche dei sensi di colpa nei miei riguardi dopo tutto quello che gli combino sempre.

"Non avresti dovuto metterti tra me e il bolide..è colpa mia."
“Non me l’hai mica detto tu di fare da bersaglio a un bolide spericolato.”

“Ma se IO non fossi rimasto incantato a guardare da tutt’altra parte come uno scemo, invece di stare attento a cosa succedeva intorno a me…tu non saresti finito nella sua traiettoria..” alzo lo sguardo su di lui. “L’hai fatto apposta, non è vero? Per non far colpire me.”
James deglutisce, una cosa che gli ho visto fare poche volte.
“Tu stai bene? Ti ha anche solo graffiato?”
“Cosa? NO.”

“E allora almeno la mia mossa è servita a qualcosa.” sorride.
Lo guardo sbalordito.
“Non avresti dovuto farlo. Guarda come ti sei ridotto..” gli prendo la mano, me la porto alle labbra. Senza malizia, per una buona volta. È MIO FRATELLO quello che ha rischiato di morire, per colpa mia. Non riesco a fare a meno di pensarci. Quand’è stata l’ultima volta che ho provato un sentimento d’amore fraterno smaliziato in questo modo?

Lui sgrana gli occhi ma non molla la mano e mi sorprendo a pensare che è il momento più intimo che abbiamo mai avuto.
“Non potevo rischiare che avessimo un altro Potter che chiamassero lo sfregiato.” Sorride malizioso.
“Ora forse chiameranno te così. Almeno non hai una cicatrice in fronte.” Gli sfioro la fronte con le dita.



 
POV JAMES
 
Mi sfiora la fronte ed è come immergersi in un bagno caldo. Non ci sono mai carezze tra di noi, nè tocchi languidi. Qualcosa che sono sempre stato abituato a vedere come una debolezza, una cosa di cui vergognarsi, una debolezza inammissibile che rende ridicoli. Come può sciogliermi?


POV AL



James sorride di nuovo, poi mi toglie il dito dalla fronte per stringermi la mano nella sua.
Rimango abbagliato per qualche secondo dall’intensità del suo sguardo.
“Ti sei buttato tra un bolide e me..nonostante tutte le brutte parole che ti ho detto..” sono ancora lacrimante e brucio dai sensi di colpi.
James mi sorride di nuovo.

“Possiamo litigare, odiarci, ma morirei per proteggerti. Tu sei il mio fratellino, anche se a volte..lo dimentico. Dimentico che il mio primo istinto primario sarebbe quello di preservarti, per fortuna questo istinto torna fuori quando è necessario che lo faccia.”
Rimango in silenzio.
“Jamie..”
“Al..non pensare mai, nonostante i nostri litigi, e le nostre incomprensioni, che ti abbandonerò o che non ci sarò quando ti troverai in pericolo, ci sarò SEMPRE quando avrai bisogno di me..perché tu sei mio fratello…non scordare mai queste parole.
 “Jamie..”
“PROMETTIMELO, AL.”
Annuisco. Gli prometterei tutto in questo momento. Scoppio di nuovo a piangere e lo abbraccio, ficcando la testa sul suo petto.

Lui mi accarezza i capelli, con una dolcezza che non avrei mai immaginato che possedesse.
C’era così TANTO AMORE in quei tocchi, ho lasciato che questa dolcezza mi cullasse come quella di un bambino.
Quello che ha fatto James, mi è piombato all’improvviso addosso, come un fulmine e un tuono.
 
 
 
POV JAMES
 
 
Tanto tempo ad aver desiderato di fare pace con lui e alla fine è successo in un modo che non mi aspettavo. Infliggendomi del dolore da solo. Ma dovevo uscire da me stesso per ottenerlo, smettere di pensare a quello che volevo io, per proteggere una persona a cui davvero voglio bene. Mio fratello. Forse dovevo espiare in questo modo, ma non fa niente, proverei mille volte quel dolore pur di avere questo momento. Adoro accarezzarti. Odio il fatto di essere sempre così tanto aggressivo con te, perché ti ho trattato così male? Perché sono fatto così? Prepotente, sgarbato, maleducato..perché faccio di tutto per respingerti, invece di abbracciarti soltanto? Eppure bastava così poco, tu ora ti stringi a me, come se non ti avessi mai ferito..chi l'avrebbe mai detto..che potevo essere anche io, così delicato. Trema e mi si stringe il cuore. Ha freddo, ma è rimasto comunque qui con me, senza niente di più pesante che una maglietta. Un forte istinto di protezione mi coglie. Lo stringo a me più forte, cerco di scaldarlo. Non voglio che trema. Qualcosa di simile al senso di colpa mi attanaglia. DEVO proteggerlo. è mio fratello. Oggi era in pericolo, ma può ricapitare qualcosa di simile. Non avrei dovuto stargli lontano.
 
 
 
POV AL

Abbiamo discusso fino alla sera prima, mi ha preso in giro, umiliato, eppure non ha mai smesso di volermi bene, solo qualche ora dopo è stato pronto a gettarsi addosso un bolide, per me!
Che pessimo fratello sono! James mi ama di un amore disinteressato, generoso nella maniera più pura e io quante volte l’ho rinnegato solo perché non ha ceduto ai miei desideri oscuri. Non merito di essere chiamato FRATELLO da lui, non merito di avere questo onore, ma mai come oggi, ne sono così grato.

Ha ragione lui, ha sempre avuto ragione. Ho lasciato che i pregiudizi e la superficialità mi contaminassero il cuore come un veleno, ho dato peso alle sue parole ma… avrei dovuto guardare ALTRO.
 
“Stai tremando, scricciolo.” Dice lui, abbracciandomi e accarezzandomi le spalle.
Oh, sapesse che in realtà non tremo per il freddo!
“Non è vero..”

“Sì, invece, cosa ti è saltato in mente di venire qui in maglietta?”
“Io..non ho avuto il tempo di cambiarmi.” Confesso.
Lui mi guarda con un sorriso di rimprovero che mi fa rabbrividire.
 
“Oh, il nostro paziente si è svegliato. Bene, Al adesso devi andare, sei stato abbastanza non credi? Adesso devo visitare tuo fratello e credo non voglia nessun visitatore ad assisterlo. Deve farsi anche un bagno rigenerante e gli ho preparato la vasca.”
Faccio di tutto per non pensare a James nudo nella vasca, lui ridacchia.
“Ancora due minuti e poi Al se ne va, ce li concedi, Madama?”

Io tento di fare un verso permaloso e allo stesso tempo di non concentrarmi sul fatto che a James, probabilmente, nessuno gli negherebbe niente.
Lei infatti con una faccia leziosa, acconsente, dicendo solo: non più di CINQUE.
 
“Se vuoi che me ne vada, posso andare anche adesso..non hai bisogno di 5 minuti.” Dico con il tono da bambino piccolo.
“Volevo chiederti una cosa..non mi hai detto chi ha vinto..”
Io sprofondo. A dire la verità ho sentito che abbiamo vinto noi, Scorpius ha preso il boccino, l’ho sentito perché lo gridavano dal giardino.
“Serpeverde.”

Appare stupito, ma contento.
“Quindi hai preso il boccino?”
“SCORPIUS.”
Sgrana la bocca stupito.

“Ma lui..non è un giocatore..e sei tu il cercatore”
“Gli ho chiesto di sostituirmi come favore personale.”
Tento di districarmi da lui, con orrore mi sono accorto che mi tiene ancora stretto, ma lui rinsalda la presa.
“Al!! Sei rimasto qui tutto il tempo?”

“Perdonami..io..quando ho visto che sei caduto..io non ho capito più niente..James, non prendertela con me, per favore!!”
Lui sospira.
“Sono troppo stanco per arrabbiarmi.” Mi abbraccia di nuovo. “E chi ha sostituito me?”
“Non lo so. Io sono rimasto qui.”
James sospira di nuovo.

“I minuti stanno scadendo e tu continui a tremare.”

Mi accorgo con orrore che mi teneva stretto a lui per scaldarmi.
“Adesso vado su così mi metto qualcosa di più..”
Ma James si sta già levando il suo maglione nero, che ho chiesto di fargli recapitare e che madama Chips gli ha infilato mentre dormiva. Sgrano la bocca allibito.
“Jamie, cosa stai..”

“Sapevi già che dormire con i maglioni indosso, specie se pesanti, è scomodissimo?”
“Jam! Non pensarci nemmeno. Serve a te e..”
“In realtà non mi serve qui dentro, ho il sangue bollente, a differenza tua che sei un ghiacciolo, come adesso, non voglio averti sulla mia coscienza se ti becchi un raffreddore..”

“Jamie, ho detto di n…”
“Schhh non fare i capricci.”
Ma non mi infila il maglione, me lo passa sulle spalle e me lo annoda davanti con un nodo come un fiocco, come fosse una sciarpa.
“Se non vuoi indossarlo, almeno lascia che ti copra il collo e le spalle. E poi sei carino così.”

Arrossisco, non posso farne a meno. Mi immagino il suo maglione nero, dalla stoffa così morbido, avvolto al mio collo, come un fiocco regalo.

Faccio fatica a ragionare, perché vengo avvolto subito dal suo profumo così buono, speziato, sa di cose buone, cucinate, sa di spezzatino, di brodo, di legno buono, con un retrogusto di muschio bianco di bosco.Mi inebria i sensi, vengo invaso da una scarica d’amore così intensa che mi fa tremare le gambe. E dopo averlo così tanto desiderato nel contatto fisico, nel PECCATO, vengo sovrastato dall’amore di James, in quel singolo odore e mi rendo conto di quanto mi ami! Di quanto IO lo ami.

Poi mio fratello mi dice una cosa che mi strazia il cuore.
“Perlomeno questo incidente ha portato una cosa buona.. adesso posso..ho potuto averti un po' con me senza che fuggi via come una saponetta appena mi avvicino.."
Mi sovviene in mente una frase che lessi nel libro del piccolo principe. Lo guardo sconvolto, mentre mi sovviene quella frase.

Lo guardo sconvolto e tutto a un tratto una realizzazione così accecante da offuscarmi la vista.

Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare.

“Adesso vai.” Dice, è autoritario, ma dolce, mentre la citazione commovente del piccolo principe mi stordisce ancora la testa. Sembra non rendersi conto di quanto mi ha stravolto. Andare? Ma se mi tremano le gambe.
“Ma..è il tuo maglione.” Provo ancora a protestare.
“Lo so. Ma perlomeno questo è un MIO regalo. Vai, scricciolo.”  Mi fa una fuggevole carezza
“O.ok..”
Sto per andare via, ma mi sporgo per dargli uno scioccante bacio sulla guancia, a occhi chiusi, per salutarlo.
Lui non dice una parola, sembra momentaneamente senza parole, così ne approfitto per fuggire via.
 
 
 
 
POV JAMES
  Vai, gli ho detto. Stava diventando tutto troppo sdolcinato, melenso e insopportabile, tutto troppo. Albus è così limpido nelle sue emozioni, che a volte la sua emotività mi trapassa.

Non capisco tutto questo, così come il nostro rapporto.

Gli ho detto di andare, prima di stringerlo a me e impedirgli di lasciare questa infermeria, fino a quando mi avrebbero dimesso.

Una cosa buona ha portato tutto questo.
Abbiamo fatto pace.

Ne valeva la pena, qualche costola rotta, per sentire il cuore fare adesso qualche capriola.



*
Corro quasi per il corridoio in preda a una specie di febbre, brucio, brucio, brucio, ricordando a scatti, cosa era successo davvero, con L’ALTRA MAGLIA di James.
 
Sbircio nel suo baule. All’inizio non la trovo e subito mi agito. Che non sia qui? Ma poi mi ricordo di avergliela visto indosso in quei giorni, tanto che ho fatto quel sogno che lui ce l'aveva indosso..ma..oddio, e se l’avesse messa a lavare e ora era stesa? Nonostante siamo dei maghi, lasciamo che i nostri indumenti si asciughino come i babbani, per sfruttare l'energia e la pulizia dell'acqua.
Ma poi la trovo! Per fortuna non la stava indossando! La sua stupenda felpa azzurra. Nella mia fantasia., lui mi aveva PULITO con quella..e so che sembro un depravato..ma..non posso farci niente..averla con me..è come se rendesse quel sogno più reale..
La annuso disperatamente, immergo la mia faccia sulla sua felpa.
Perdonami, James..perdonatemi tutti se potete..ma mi restano solo le fantasie..
 
 
Quella notte stessa, vado di soppiatto nella sala comune, mentre tutti dormono, e comincio a darmi piacere, accarezzandomi, sospirando, pensando che era James a toccarmi.
Poi stendo la sua maglia sul divano, comincio a baciarla, ad accarezzarla, immaginando che è lui , gli do teneri baci, mi soffermo sulla stoffa, vezzeggiandola. Sento il suo odore addosso.
Oddio.
È così bello. Mi struscio sul divano, ma non mi basta.
Ho bisogno di più.
Creo dal nulla un manichino, lascio che la maglia aderisca perfettamente al manichino ma non lo rendo vivo.
Mi sento già abbastanza in colpa.
Allora comincio a baciare quell'illusione di un corpo, ma non tolgo mai via la maglia, è l’unica illusione che mi rimane di lui.
Mi spoglio, resto in mutande e comincio a strusciarmi sul manichino. Sulla maglia. Poi la lascio e mi concentro sul manichino.
La tentazione di avere un orgasmo sulla SUA MAGLIA è così forte..ma non posso..
Già mi sento in colpa così..mi sembrerebbe di violentare mio fratello
E non posso fargli questo.
Ed ecco così che vengo sul divano con un sospiro strozzato.
 
 
Mentre penso a tutte queste cose, penso che NULLA, nulla è paragonabile a quello che mi è successo oggi. Un suo regalo dato spontaneamente non vale tutte le fantasie di questo mondo. Non vale neanche aver scoperto finalmente dopo tanto tempo CHE IO LO AMO. Ne avevo il sospetto ma oggi, OGGI è stato il giorno che mi sono sentito di amarlo profondamente. Questa maglia è come una reliquia per me, è il simbolo dell’amore di mio fratello, non voglio sporcarlo, voglio tenerlo con me, respirare il suo odore, il suo AMORE.  
 
Mando una lettera ai miei genitori, racconto loro che MIO FRATELLO si è messo in mezzo per proteggermi e che mi ha donato la sua maglia perché sentivo freddo. Mia madre è commossa da quel gesto gentile e ciò mi riscalda il cuore, anche se lo liquida con una frase di circostanza "che cosa tenera!!" mentre io vorrei parlarne per ore, ma fa niente, so che è normale, non possono capire lo stravolgimento che mi ha dato un gesto apparentemente normale, ma è giusto così, è comunque così bello far vedere a tutti che abbiamo anche noi un legame di amore fraterno normale. è bello. più bello di quello che mi sarei mai aspettato, per una volta sento che tutto questo potrebbe bastarmi.  
 





















Note dell'autrice: per chi vuole sapere da che canzone è tratta questa frase:  Se ho sbagliato, chiedere scusa non servirà a niente. Al si riferisce alla La fine - di Tiziano Ferro. Mi piace pensare che Jamie si è fatto una cultura di canzoni babbane, che siano italiane o inglesi poco importa xd se noi conosciamo quelle americane non vedo perchè loro non debbano conoscere le nostre xd
   
 
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