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Autore: eddiefrancesco    13/03/2021    1 recensioni
Abbandonata all'altare, Susanna dovrà fare da dama di compagnia alla ricca Amelia Western.
Per un capriccio del destino, viene rapita al posto dell'ereditiera dai sicari di Ben Wolfe.
Rapire la donna sbagliata sconvolge i suoi piani.
Romanzo trascritto dall'opera " La donna sbagliata "di Paula Marshall.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Così, quando Susanna, si ritrovò di nuovo faccia a faccia con lui, le mani tenute in alto, Francis le sussurrò: - Avevo sentito dire che avevate lasciato la casa paterna e non eravate più in società.- Lei ebbe appena il tempo di ribattere: - Siete stato male informato - che si ritrovò con Ben. - Chi diavolo è quel tizio che vi importuna ogni volta che lo passate? - l'aggredi' lui. Per fortuna la danza la allontanò anche da lui. Chi gli dava il diritto di interrogarla così sommariamente? E Francis! Che faccia tosta! Entrambi gli uomini la stavano fissando accigliati come se lei li avesse offesi. Decise di non parlare a nessuno dei due. Così quando Francis, nell'incrociarla, le chiese: - Chi vi ha accompagnata qui, Susanna? A chi posso porgere i miei rispetti alla fine del ballo?- lei voltò la testa dall'altra parte. - Quel tizio vi importuna ancora? - rincarò Ben, quando le passò accanto. Lei li ignorò, e non meritavano altro, dato che Francis l'aveva abbandonata all'altare e Ben l'aveva rapita. La sua irritazione crebbe non appena si accorse che i due uomini adesso si fissavano in cagnesco. - Cosa diavolo ci fate qui con lui? - le sibilò Francis. - Non sapete quanto sia dubbia la sua reputazione?- Susanna non poté trattenersi dal ribattere: - Non può essere peggiore della mia, Francis, dopo che mi avete abbandonata all'altare! - Questo avrebbe dovuto chiudere il discorso, ma non fu così, perché la volta successiva in cui piroettò attorno a lei, Francis se ne uscì con un: - Non intendevo farlo, sapete - - Allora cosa intendevate? - ribatté lei, prima di passare al fianco di Ben. - Vi sta ancora molestando? Volete che mi occupi di lui, alla fine del ballo? - le domandò Wolfe. Susanna per poco non se ne venne fuori con un: - Dio ce ne scampi.- Invece, mormorò: - Meglio di no. È lord Sylvester.- Questo peggiorò le cose, perché Ben le sibilò all'orecchio: - Il bastardo che vi ha abbandonata, eh? Gli darò quel che si merita.- - Oh no! Se non volevate finire impiccato per George Darlington, volete penzolare dalla forca per uno come Francis? Nessuno dei due merita tanto. E io dovrei farmi suora per sfuggire allo scandalo! - Per fortuna Ben non aveva ancora perso il senso dell'umorismo, e quando vide l'espressione biricchina degli occhi di lei, le sue labbra ebbero un guizzo divertito. - Vero. Ammetto d'aver avuto una reazione esagerata, ma Sylvester è proprio il tipo di mollaccione che non riesco a sopportare.- Susanna si trattenne dal far notare che in confronto a Ben Wolfe tutti gli uomini presenti nel salone sembravano dei mollaccioni, ma che questo non gli dava il diritto di minacciarli di morte violenta. Finito il ballo, Ben la prese per un braccio con aria possessiva e praticamente la trascinò fino al divanetto su cui era seduta madame. Ma non riuscì a liberarsi di Francis. L'uomo li inseguì, inchinandosi a madame e ignorando ostentatamente Ben, che era stato costretto a lasciare il braccio di Susanna, una volta che l'aveva riportata sotto l'ala della contessa di Saulx. Francis era bello e raffinato come quando l'aveva corteggiata in passato, pensò Susanna. Eppure, Ben aveva ragione: nei suoi lineamenti c'era una mollezza che lei non aveva notato prima. - Ci siamo incontrati a Parigi, credo, madame la comtesse. A un ricevimento dato da M. de Talleyrand. Sono lieto di rinnovare la vostra conoscenza, e vorrei rinnovare quella della signorina Beverly. Se è ancora signorina Beverly, ovviamente.- I modi di madame furono, come sempre, impeccabili. - Lord Sylvester. Sì, ricordo l'occasione. E la signorina Beverly non è sposata, ma non sono sicura che desideri rinnovare la sua conoscenza con voi. Deve deciderlo lei.- - Allora vorrei pregarla di concedermi un colloquio privato. Per pochi minuti - s'affrettò a precisare Francis. - Poiché devo informarla di un fatto strettamente riservato.- Susanna distolse lo sguardo. - Se si tratta di una spiegazione per il vostro comportamento di quattro anni fa, è un po' tardiva, milord.- - Mi rendo conto che vi ho fatto un grave torto, ma vorrei rimediare. Vi chiedo di permettermi di parlare, in ricordo di ciò che un tempo siamo stati l'uno per l'altro.- Susanna sentiva lo sguardo feroce di Ben Wolfe su di sé, sapeva che voleva che lei rifiutasse, e fu proprio questo a indurla ad accettare. - E va bene, lord Sylvester - mormorò, alzandosi. - Vi permetterò di parlarmi in privato, ma solo per pochi minuti, e con l'intesa che non tenterete di trattenermi fisicamente.- - Meglio che non ci provi - ringhiò ben tra i denti, guadagnandosi un colpetto spazientito del ventaglio di madame, che guardava interessata il turbine di emozioni che passavano sul suo viso solitamente impassibile. Lord Sylvester tese la mano. Susanna scosse la testa e lo seguì, senza toccarlo, nello stesso salottino in cui George aveva tentato di trascinarla poco prima. Vedendo che le faceva cenno di sedersi, lei scosse il capo di nuovo. - Molto bene - replicò lui, la voce malinconia. - Vorrei dirvi quanto mi dispiace d'essermi comportato come ho fatto, quattro anni fa. Ma non avevo alternativa. Ero indebitato fino al collo, ma le banche, sapendo del nostro matrimonio, aspettavano. E poi, due giorni prima delle nozze, il vostro tutore, il signor Samuel Mitchell, venne da me e mi annunciò che, contrariamente a quanto tutti credevano, voi non eravate un'ereditiera. Aveva scoperto che vostro padre non vi aveva lasciato nulla, e di conseguenza io ero nei guai. Le banche erano ormai al corrente della cosa e c'era un mandato di cattura contro di me. Sarei finito a Marshalsea, poiché non ero in grado di pagare i miei debiti. Per sfuggire alla prigione, avrei dovuto lasciare il paese immediatamente. Mitchell disse che mi avrebbe aiutato a condizione che partissi senza farne parola con voi. Si sarebbe occupato lui di voi, perché non doveste soffrire in seguito al nostro mancato matrimonio. Mi detto' una lettera d'addio, e io partii per il Continente il giorno seguente. Potete immaginare la mia sorpresa quando, non molto tempo fa, venni a sapere che avevate lasciato la casa paterna poco dopo le nostre mancate nozze.- Susanna lo fissava allibita. Possibile che Francis stesse dicendo la verità? Dunque il suo patrigno aveva fatto il doppio gioco con lei? E se così, perché? La stanza cominciò a girarle intorno. Si aggrappò allo schienale di una poltrona. - Devo credere a quello che mi state raccontando? - Francis preoccupato per il suo pallore, si affrettò ad aggiungere: - Vi giuro che vi sto dicendo la verità. Vi amavo allora e vi amo adesso. Sono fuggito perché non potevo condannarvi a un matrimonio con un uomo che presto sarebbe andato in prigione per debiti, o sarebbe partito per Calais senza più poter fare ritorno in patria. Perdonatemi per avervi ingannata in modo tanto vile quattro anni fa, ma amandovi come vi amavo, pensai di essere giustificato.- Forse le diceva la verità, ma Susanna non osava fidarsi di lui. - Se le cose stanno così, come mai siete potuto tornare in patria ora? - - Perché un'anziana zia, che conoscevo appena, è mancata di recente nominandomi suo erede. Mi ha lasciato abbastanza per pagare i miei debiti e per vivere una vita decorosa in Inghilterra. Ho rinunciato al gioco e alla vita sfrenata che mi aveva ridotto sul lastrico. Sono cambiato e vorrei rifarmi una vita. Con voi, se mi accettate.- Tentò di prenderle la mano, ma lei la ritrasse. Non sopportava d'essere toccata da quell'individuo. - Accettarvi! Voi non sapete cosa mi chiedete, né cosa sia stata la mia vita da quando mi avete abbandonata all'altare. Avete il mio perdono, ma sposarvi! Mai, neanche se foste l'ultimo uomo al mondo.- esclamò amaramente. Con suo orrore, lui si gettò in ginocchio ai suoi piedi, e questa volta riuscì ad afferrarle la mano. - Ascoltatemi, vi prego...- iniziò. - No, non lo farò - lo interruppe lei, cercando di liberarsi. Fu allora che la porta si spalancò.
   
 
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