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Autore: Spensieratezza    25/03/2021    3 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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Tutto merito di un lupacchiotto bianco e di un unicorno
 



 James era nel suo dormitorio, stava cercando il piacere dentro la sua stanza, da solo. Non sapeva che Albus aveva scelto proprio quel giorno per andarlo a trovare.

Pensando di essere solo, non si preoccupava di gemere a bassa voce e purtroppo Albus si accorse di quello che stava facendo.
Vergognandosi come un ladro, non riusciva a muovere un muscolo e solo quando trovò la forza di scappare, urtò il portaombrelli fuori dalla porta.
“Damn..” disse Albus.
Chi c’è?? Chi diavolo è?” gridò James.

Albus scappò a perdifiato, James rovistò frettolosamente nel baule e prese subito la mappa del malandrino.
“No..” disse, guardando il puntino di Albus correre a perdifiato.
 
 



*

Erano in classe, c’erano varie scolaresche e stavano per fare una gara di patronus, si poteva scegliere anche di non dire di chi fosse il patronus, ma James, che si era allenato tanto per l’occasione, non voleva non dirlo.
Ma ci ripensò subito, quando il suo lupo bianco argentato, trottò a cavallo sparendo alla vista.

Quello che vide lo lasciò senza fiato, il SUO LUPO, il suo meraviglioso lupetto, era davanti un bellissimo unicorno che lo guardò e poi lo leccò sul naso, il lupo a quel gesto gli leccò la bocca con la lingua, mentre l'unicorno lo guardava con grandi occhi languidi socchiusi.
Una vampata di caldo lo attanagliò sul viso. In fondo era lui il lupo.

Era la cosa più bella e dolce che avesse mai visto, eppure la più scioccante.
Chi era il proprietario dell’unicorno??

Chi provava per lui certe sensazioni ed emozioni tanto dolci?
Cercò di concentrarsi per capirlo, ma l’aula era così piena di studenti.
Notò che tutti lo stavano guardando e si sentì svenire.
 
Quando rinvenne, tutti si congratularono con lui, chiedendo a vivavoce quale fosse il proprietario dell’unicorno, ma nessuno sembrava saperlo. Quell’incantesimo era fatto apposta per consentire privacy a chi non volesse svelarlo.

“Il mio patronus è coinvolto sentimentalmente. Desidero sapere con chi!” decise James con aria strafottente, cercando di alzarsi dal tavolo su cui era disteso.
Dentro di lui cercò lo sguardo di suo fratello, in mezzo all’aula. Una speranza? Una certezza?

“E io desidero che lei, signor Potter, vada in infermeria.” Disse il professore. “Signor Potter, accompagni suo fratello.”

Al aveva tutta l’aria di chi avrebbe preferito fare qualcos’altro, magari sprofondare nella melma, piuttosto che fare una cosa del genere, ma annuì.
 

 
Mentre camminavano, però, James non mollava la presa.
“Devo assolutamente scoprire a chi apparteneva quell’unicorno.”

“James, basta, sta diventando un’ossessione.” Lo pregò Al.

“Ossessione?? Ossessione?? Certo, non sei mica tu il proprietario di un patronus che si è appena baciato appassionatamente con un altro. Non hai idea di come mi guardavano tutti, chi rideva, chi faceva battute…”

“Secondo me era una scena carina.” Si lasciò scappare Al.

“A proposito, il tuo che patronus era?”
Al si ghiacciò sul posto.
“Io..non me lo ricordo.”
“Come non te lo ricordi? Impossibile.”
“Io..non ho capito bene che forma era.”

“Al, non prendermi per il culo.”

“Adesso basta, stai esagerando, e vuoi camminare?”
“NO.”
Sono incazzato. Sono FURIBONDO. Non faccio altro che pensare alla dannata giornata del ballo, a me, Albus e a una dannata sigaretta, a come fu tutto così eccitante..poi lui..in camera..e ora..

“D’accordo, allora rimani pure li. Ciao.”

James lo bloccò al muro in men che non si dica.
“SEI IMPAZZITO???” gridò lui.
“Dimmi che patronus hai evocato o fammelo vedere.”
Devo saperlo. Devo esserne sicuro! Perché non vuole dirmi qual è il suo?

“Che cosa, un bel pugno sull’occhio? Perché è quello che avrai, se non mi lasci subito.”
“Perché non vuoi farmi vedere il tuo patronus?”

“PERCHÈ DOVREI?? L’esercitazione consente di avere la privacy e la riserva di segretezza. Non sono tenuto a dirtelo.”

“Allora in questo momento sei appena diventato un sospettato.”
Al gli mollò un calcio in mezzo alle gambe.
“Ouch. Sei impazzito???”

“IO?? Tu no?? Come osi costringermi a dire una cosa che non voglio dire??? E va bene! Vuoi proprio saperlo?? OK Sì SONO IO. SONO IO L’UNICORNO. SEI CONTENTO ADESSO?”
 
James lo guardò in un modo che fece desiderare Al di ritrattare quello che ha detto.
“Sei serio?”
“Andiamo, non è come se non lo sospettassi già, vero? Altrimenti a che scopo questa scenata?”
“Io..io..”

“Che c’è, Jamie? Il gatto ti ha morso la lingua? Sono solo dei patronus. Non è come se io o te volessimo..metterci la lingua in bocca o qualcosa del genere.“
James diventò bordeaux e Al se ne accorse.
“Io..non mi spiego solamente perché..è accaduto solo a noi due.”

“Io non mi spiego invece come mai hai subito pensato che l’unicorno fosse il mio patronus, tra tanti, cosa ti ha reso così sicuro, JAMIE???”

L’ira di Al lo colse impreparato.
“Io..non lo so..”
Mi sto solo..sbagliando?

“È una coincidenza, è una maledetta coincidenza, poteva essere chiunque, anche..anche Rose! O Lily! Non so come funziona, ok? Non..non è colpa mia.”
“Non ho detto questo.”

“Ma l’hai pensato!! Insomma, io non capisco qual è il problema! Magari loro, il MIO patronus, ha intuito il nostro legame fraterno, e quindi che c’è di male se si sono dimostrati affetto a modo loro?”
James lo guardava con sguardo terrorizzato, Al sapeva che non l’aveva bevuta.
“Sai che c’è? Mi hai stufato. Vattene da solo in infermeria e poi vattene all'inferno!” fece per andarsene ma la voce di James lo bloccò.

“I patronus vengono mossi dai sentimenti dei loro padroni..”
Al si sentì congelare, si girò molto lentamente verso di lui.
“Che cosa vorresti dire..”
“Magari sei tu che vorresti baciarmi..”

SCIAFF.
Non vide neanche arrivare lo schiaffo.

James subì inerme, poi prese il polso di Al tenendolo fermo.
“Lasciami.”
James lo spinse in un’aula vuota., mentre Al gridava.


“Che stai facendo??? Mollami! Mollami immediat..”
James lo sbattè contro il muro, mettendo le mani davanti.

La sua espressione era durissima, ma anche affascinante, la sua frangia lunga gli copriva gli occhi e lo rendeva ancora più bello. Albus non voleva guardarlo. Non doveva.
 
Non sei stanco di guardare, Al???”
Al boccheggiava. Che James leggesse il pensiero ora? Aveva imparato la leglimanzia?

Ti ho visto.”
“C-che cosa..”

“Una settimana fa!! Ti ho visto che mi guardavi mentre mi masturbavo in camera. E poi hai fatto cadere il portaombrelli! Sarebbe dovuto bastare quello a farmelo ammosciare, e invece..dopo che te ne sei andato, ero più eccitato che mai.”
Si avvicinò al suo viso, poi sorrise sentendo l’eccitazione del membro di Al.
“J-Jamie, per favore, allontanati..” gli disse terrorizzato.

“Hai guardato allora, come sei rimasto a guardare, prima, durante l'incantesimo. Non fai altro, Al, che guardare. Io sono un tipo di..fatti. E per causa tua, anche io mi riduco a…guardare. Come ho guardato oggi. Te lo ripeto ancora, non sei stanco di stare a guardare? Perché non ti prendi quello che vuoi, o pensi che lo avrai, restando fermo a guardare in eterno?”
“Non sai quello che dici..non ti rendi conto..”

“E va bene, Al, credevo che avessi molto più coraggio..” disse James strafottente, fece per voltarsi e lasciarlo, ma Al, boccheggiante, gli prese il viso tra le mani a coppa e lo baciò.
 
James chiaramente non se lo aspettava, visto che si irrigidì, ma comunque restò fermo, mentre Al continuava a muovere le labbra sulle sue, tremante, ma lo shock durò poco, James come risvegliato da uno stato di trance, lo spinse contro il muro e tenendogli una mano sulla nuca, lo forzò ad aprire la bocca.

Al gemette mentre faceva come ordinato implicitamente, godendosi la lingua di James che lo esplorava.
Quel bacio lo fece diventare se possibile ancora più eccitato. La lingua di James si muoveva così fluida, capace, preparata, bagnata, contro la sua, come fossero fatte per stare insieme, non separate. James era una trottola, usciva e rientrava dalla sua bocca, gli leccava le labbra sensuale, gli mordeva il labbro inferiore facendolo gemere e poi gli leccò tutti i denti con l’ennesimo bacio passionale.

Il bacio si fece sempre più audace e passionale, vorticoso, sembrava che la bocca di Al spariva, inghiottita dalla sua, Al era sempre più appiccicato al muro, mentre James continuava a baciarlo.
Erano tutti e due eccitati, James gli sfiorò la pelle nuda sui fianchi, facendolo quasi svenire, Al lo attirò di più a sé, gemendo a sentire le loro erezioni una contro l'altra, realizzando quanto anche James fosse eccitato esattamente come lui.

James gli morse una spalla, cercando sollievo a quella costrizione, ma questo fece eccitare ancora di più entrambi, Al si strofinò contro il suo inguine cercando sollievo, James si scostò come scottato.
“F-fermo. Fermo. Io..dobbiamo calmarci.”

Al respirava con affanno, calmarsi? Ma se stava BRUCIANDO.
“S-strano che sia tu a dirlo, visto che mi sei saltato addosso.”
Va via, Al.”
“Come????” Non poteva chiedergli una cosa del genere. Non adesso.
“Ascolta..” disse James, passandosi una mano sul viso. “Lo vedi quel tavolo laggiù? Ora tutto quello che mi dice il mio istinto primordiale è quello di sbatterti su quel tavolo e farti..cose..che non posso dire..”
Al boccheggiò.
“E se io volessi?”
James gemette guardandolo.

“Ti prego. Tu non sai cosa mi fai. Io ti voglio. Troppo. Ma ho ancora dei principi morali e sei pur sempre mio fratello. Non posso trattarti così.”
Al respirò con affanno, temeva che quando avesse oltrepassato quella soglia, James avrebbe fatto finta che tutto quello non fosse mai accaduto.

“Ehi..” disse James come se gli avesse letto nei pensieri.
Gli prese la mano e gliela baciò, poi gli diede un morso sensuale.
“Ne riparleremo. Dammi solo..una pausa ok?”

Più tranquillo, Al se ne andò, ma non prima di stampargli un bacio veloce sulle labbra.






















 Note dell'autrice: note fucsiaaaaa come questo capitolo!!  Eh sì non vi lascio il tempo di riprendervi dal super mega extra capitolo precedente che ho scritto sul ballo, che ne sforno subito un altro xd Abbiate pazienza ma finalmente abbiamo superato lo scoglio delle revisioni difficili yeeee d'ora in avanti i pochi capitoli che mancano che riempiono i buchi lasciati saranno più facili da postare perché non devo cambiare quasi nulla e quindi non vedo l'ora di arrivare al punto in cui finalmente ci riallacciamo all'incantesimo per Albus, che, ricordiamoci bene, non è in realtà l'incantesimo di Lily, ma chi segue la storia già da un bel po' già lo sa sicuramente. Ora i prossimi capitoli comprenderanno tutta la storia di James e Albus che ho scritto nel capitolo 3, ma i capitoli li metterò separati individuali perché una cosa che desidero fare da tanto tempo però non ho potuto farlo prima perché era meglio fare un capitolo unico per non creare confusione.

C'è poco del pov di James questa volta perché non volevo che si spezzasse la magia visto che già ho rischiato con i capitoli precedenti qualcosina ho messo ma poi ho preferito non rompere troppo questo momento con due pov alternati forzati! tanto avremo tanto tempo per leggere di cosa pensa James di questo bacio
   
 
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