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Autore: breezeblock    27/03/2021    5 recensioni
[...]Hanno raggiunto un punto tale nella loro tribolata conoscenza, che gli slanci esagerati, gli affanni e i sospiri gli scivolano addosso. Non che il suo cuore non batta all’impazzata ogni volta che lo incrocia per i corridoi, ma è una sensazione diversa, nata da una stabilità raggiunta a fatica, ciò nondimeno conquistata. È un tipo di passione addomesticata, di quella che intercorre solo tra chi è arrivato a conoscersi così in profondità, che ha visto i lati peggiori e più oscuri dell’altro, e che proprio tra questi angoli bui si è creato uno spazio per sé.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Robins, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Cose Semplici 
 
2.
Passione rivelata
di amori e tradimenti




Draco Malfoy ha bevuto fin troppo, ma poco importa. Tutte le ore di studio per cui ha sacrificato le uscite con gli altri ad Hogsmeade hanno finalmente portato i suoi frutti. Questa è la sera in cui festeggiare l’ultima sua primavera ad Hogwarts, e non si risparmierà, specie dopo aver ottenuto risultati scolastici così brillanti. È secondo solo a una persona, ma se ci pensa bene, non gli dispiace per niente. 
Si morde le labbra, sperando di riuscire a frenare questi pensieri illogici e impedirgli di acquistare concretezza. Beve un sorso di non sa cosa e degluitisce pesantemente. 
“Andiamo, non fate i soliti vampiri inconsolabili”, mugugna con difficoltà Zabini rivolto a lui e a Nott, stringendo poco saldamente una bottiglia di whiskey incendiario in mano. 
Li spinge verso un falò e un gruppo indistinto di persone.
La luna è già alta in un cielo senza stelle, e crea giochi di luce freddi sulle acque del Lago Nero. 
 
Hermione è stata letteralmente trascinata per le scale da Ginny e Demelza. Non ha alcuna voglia di partecipare a questa festa. Il superamento brillante degli esami -una cosa ovvia, mai fuori dall’ordinario incedere delle cose per lei – non è una scusa per lasciarsi andare. Non avrebbe avuto nulla di cui preoccuparsi, almeno per una sera, ma il solo pensiero di rivedere Draco dopo le parole che si sono scambiati prima di cena, le fa arrovellare lo stomaco. Fortuna che ha trasformato il suo succo di zucca in vino passando inosservata, e ha potuto annegare l’imbarazzo in quel liquido rosso sangue senza pensare alle conseguenze. Sarebbe rimasta molto volentieri nella sua stanza ad ubriacarsi da sola, se le sue amiche non l’avessero letteralmente tirata fuori dal letto. 
 
Lo aveva colto di sorpresa, come ultimamente succedeva tra loro, aspettandolo direttamente nei sotterranei all’uscita del suo dormitorio. Lui uscì dalla porta d’ingresso della Sala Comune con ancora le mani impegnate con le asole dei bottoni della camicia, e nel vederla inarcò le sopracciglia, mentre il sorriso abbozzato comparì spontaneo.
“Granger, lo sai che aggirarsi alle porte dell’Inferno porta guai?” scherzò lui, ma la ragazza ignorò la battuta e procedette con il suo discorso, senza fare troppi giri di parole. Gli altri la stavano aspettando per cena.
“Dovrei chiederti una cosa”.
Draco le fece un cenno con la testa invitandola a parlare.
Il suo viso era contratto, e i suoi occhi danzavano da una parte all’altra come se stesse controllando non ci fosse nessuno a guardarli. Non era mai stata così con lui, negli ultimi tempi. Draco assunse un’espressione confusa.
“Demelza Robins è interessata a te e si chiedeva...insomma si chiedeva se tu potessi ricambiare l’interesse”. 
 
Quando lo rivede in riva al Lago Nero, non si stupisce del violento balzo del cuore nel petto. A differenza del viso, paonazzo per l’alcool ingerito, quello rimane sincero e limpido. Nessun bicchiere di vino potrebbe sporcarne i contorni e renderlo meno vero, semmai lo potrebbe ulteriormente accentuare, demarcando quella spessa linea di confine che li separa.
Indossa un paio di jeans chiari e una camicia di flanella a quadri, lasciata aperta su una maglietta bianca. Sembra straordinariamente normale.
“Andiamo, quel gioco sembra divertente, posso sentire la puzza di alcool da qui”. Demelza la strattona poco elegantemente, soggiogata dall’eccitazione forse provocatale dall’atmosfera in festa. Hermione si volta a guardarla, senza riuscire a dissimulare il velo di preoccupazione che le indurisce immediatamente i lineamenti del viso.
“Demy...sicura di star bene?”
“Mai stata meglio, davvero! Voglio soltanto bere e smettere di pensarci”. Il suo sorriso incoraggiante non è abbastanza contagioso, stavolta.
Si avviano verso un cerchio intorno al falò, dove siedono per la maggioranza ragazzi dell’ultimo e penultimo anno. C’è anche lui.
 
“Allora, ci sono novità? In questi giorni sono stata così impegnata con il comitato organizzativo della festa che non ho avuto modo di rintracciarti, dove sei sparita?”. 
“Dovevo studiare per...”
“Si, si i N.E.W.T. lo sanno tutti…”. Hermione non riuscì a interpretare la leggera increspatura nel tono della sua voce, fattosi improvvisamente più cupo. Non si era mai sentita così a disagio. 
È questo il modo in cui ci si sente, quando si condivide un’amicizia così? Non ne è più certa.
“Ad ogni modo…ci ho parlato”.
“E che ti ha detto?” Demelza inarcò le sopracciglia e schiuse la bocca, in attesa. Si aggrappò al bracciolo del divano su cui Hermione era seduta e si sporse verso di lei, visibilmente concitata.
Solo in quel momento Hermione si accorse di quanto fosse ancora una bambina, e che fosse toccato proprio a lei l’ingrato compito di spezzarle il cuore per la prima volta.
 
Sono finiti a fare un gioco che un momento prima Hermione era convinta esistesse solo nel mondo babbano. 
“Obbligo o verità?” esclama Zabini tutto concitato, mentre cerca maldestramente di disporre tutti i partecipanti in cerchio. 
“Sul serio?” Draco è più annoiato che mai, e forse anche abbastanza ubriaco per unire tutti i fili.
“Io non voglio giocarci, è una cosa stupida”, borbotta la nobile Grifondoro. Nonostante i buoni propositi, è spinta a sedere da Demelza, che nel frattempo sciorina battute su quanto sia troppo timida. Draco la guarda di sottecchi, ma ha la testa così annebbiata che non riesce a cogliere fino in fondo il suo disagio. Ad Hermione invece, gli sembra più distante che mai. Possibile che riesca a trovare il modo di rovinare tutto nonostante parta sempre con le migliori intenzioni?
 
“Chi è Demelza Robins?” Draco inserì l’ultimo bottone nell’asola e finalmente la guardò negli occhi. La domanda era sincera, perché il suo sguardo era limpido, cristallino. Sembrava davvero colto alla sprovvista.
Ad Hermione venne da ridire. “Fai sul serio?” gli diede una leggera spinta sulla spalla. 
Il Serpeverde finse di essere stato colpito a morte, si mise una mano sul petto e fece una smorfia di dolore misto a sorriso che per un attimo fece ridere anche Hermione. Ma no, lei non poteva permettersi di ridicolizzare quella situazione così seria. Per Demelza era importante, e lei avrebbe fatto di tutto, anche sacrificare la sua felicità pur di aiutare i suoi amici. L’aveva sempre fatto.
“Faccio sempre sul serio Granger, non ho idea di chi sia”.
“Sesto anno, Grifondoro, mora, gioca a Quidditch”.
“Ah si, lei”.
“Quindi?”
“Perché non me lo sta chiedendo lei? Perché proprio tu?”
Aveva centrato il punto. Nemmeno lei sapeva il perché, non se l’era chiesto in effetti. La sua domanda scatenò anche la curiosità di Hermione e la mise di fronte alla cruda realtà delle cose, facendole realizzare quanto fosse stata ingenua a buttarsi a capofitto in quella faccenda senza prima porsi le domande giuste. 
Era così buona che credeva lo fossero anche le altre persone con lei, che fossero tutte senza macchia, ad eccezione di chi era palesemente malvagio. Ripensò distrattamente ai giorni in cui anche Malfoy rientrava in quella categoria, e guardandolo adesso, si dispiacque immensamente di non averlo ascoltato come forse meritava. 
“Lo faccio solo per farle un favore”. Come faceva ogni volta che qualcuno la provocava, Hermione rispose a muso duro, mettendosi a braccia conserte come per proteggersi. 
Draco lo notò subito, e finse di non preoccuparsene più di tanto.
“Comunque… no, lei non mi interessa”.
Hermione sbuffò rumorosamente, un po’ delusa e contrariata.
“Che c’è?” commentò Draco soffocando una risatina, “non è mica te che ho rifiutato”.
“Gentilissimo, come sempre. E adesso che le dico?” 
“La verità”, concluse sardonico lui, un po’ stanco di quella discussione senza senso e con lo stomaco ormai brontolante.
“Ma le spezzerò il cuore”.
“Succede quasi sempre”.
“La pianti di fare il filosofo? E poi tu che ne sai di cosa succede?” 
Hermione si rese conto del colpo basso il secondo dopo averglielo inflitto. Draco si rabbuiò improvvisamente, finì di abbottonarsi frettolosamente i bottoni dei polsini e si passò una mano tra i capelli, nervoso. 
“Niente ovviamente. Ci si vede, Granger”.
 
 
Hermione è agitata. Non riesce a fermarsi un secondo, va avanti e indietro nella sua camera e si mordicchia le unghie, sperando che con il prossimo passo arriverà la soluzione. La risposta non arriva. 
Quando è seduta in Sala Grande i muscoli fremono e cercano una via di fuga oltre lei ma la sua mente le impone di stare ferma e immobile, di aderire alle norme sociali che le vietano di alzarsi e spaccare la faccia a qualcuno.
Hermione è arrabbiata, delusa, si sente tradita anche se è lei che hanno chiamato traditrice. Non indossa più la corona che comunque non ha mai voluto, ma adesso le manca. Le manca terribilmente essere quella affidabile, coraggiosa, altruista, generosa. Scoprirsi così egoista le fa schifo, non riesce a crederci.
Dopo quella sera al Lago Nero, Demelza non le rivolge più la parola ed Hermione ha una paura fottuta che sia tutto finito, la vuole indietro. Ma c’è un’altra parte di lei, quella più arrabbiata, quella più vera, che non vuole indietro nulla, che calpesta i piedi con foga, che butta giù ogni cosa intralci i suoi pensieri ma che, ciò nonostante, non riesce a farsi sentire, soffocata dal cibo che trangugia senza neanche masticare.
Non riesce a capire neanche perché ultimamente non faccia altro che mangiare, ma ha smesso di parlare. L’unica voce che sente è quella di Demelza che le ha ormai fottuto il cervello. 
Nei suoi sogni, continua a darle della bugiarda, della codarda. A suo dire, lei aveva già capito tutto, per questo le aveva chiesto di fare le sue veci con Draco.
“Non ti saresti mai opposta e nel frattempo non avresti potuto muovere un passo verso di lui. Ti credevo fin troppo buona per farlo, d’altronde non avresti mai fatto un torto ai tuoi amici”. Nei suoi sogni lei sta ferma in un angolo ad ascoltare le parole che Demelza le urla contro e che le arrivano come sciabolate a squarciarla in due. 
Nei suoi sogni, come nella realtà, Demelza l’ha presa in giro, l’ha usata per i suoi scopi tenendo conto della sua buona fede. Non avrebbe mai fatto un torto ai suoi amici e aveva perfettamente ragione. 
“Dovevo fare qualcosa, per me lui era troppo importante e con te non avrei mai retto il confronto, ho dovuto chiederti di intercedere per me così da bloccare qualsiasi tua iniziativa, se mai ci fosse stata. E invece mi hai tradito senza pensarci un secondo, dì la verità!”
Hermione le ha risposto che non sapeva di cosa stesse parlando, che la verità è un’altra -la sua- e che con Draco non c’è mai stato niente.
“Tutti prima di te avevano capito che cosa provassi, perfino Ginny ha detto che sarebbe successo”. I ricordi della lite dopo quello stupido gioco la tormentano ancora, suda freddo e soffoca le parole con la bocca piena.
Ginny. 
 
 
“Obbligo o verità?”
Con la verità Hermione si è sempre sentita a suo agio. Una persona retta come lei, di sani principi, non può che dire la verità, sempre, a tutti i costi.
“Verità”.
“Ti piace Draco?”
“No”.
“Bugiarda”.
Demelza si alza di scatto e lascia il falò, seguita da Hermione che adesso le corre dietro in cerca di spiegazioni. In cerca d’accettazione.
Draco si alza in piedi senza sapere che fare, guardandola sparire nella notte.
 
 
“Perché mi hai mentito, Hermione?” 
Hermione soffoca la verità in un’altra porzione di pasta al formaggio, va tutto bene, ha tutto sotto controllo, eccetto i ricordi, quelli si intromettono dispettosi e violenti nei suoi pensieri a farle lo sgambetto, continuamente.
“Non ti ho mentito! Non ci ho mai fatto niente con Draco, io stavo cercando di aiutarti! E invece scopro che il tuo era solo un modo per impedirmi di…”
“Impedirti di fare cosa? Dillo!”
Ginny se ne sta in disparte, osserva in silenzio. Complice. 
“Di provare anche solo a capire cosa provassi!”
“E cosa provi? Non hai forse detto che non ti piace, ad obbligo o verità?”
“Infatti! Ma il solo fatto che tu mi abbia fatto avvicinare a lui per tuo conto perché temevi ti potessi tradire, anzi proprio aspettandoti che ti avrei tradita, è da persone meschine!”
“E tu cosa saresti invece? Smettila di pretendere di essere una santarellina, lo sappiamo tutte e due che provi qualcosa per lui! Io ti avevo chiesto un favore!”
“Se sapevi già prima di me cosa provassi allora perché mi hai chiesto comunque di farlo?”
“Avevo paura che potessi rubarmelo, cosa che è successa, alla fine”.
Com’era quel detto? Tieniti stretti gli amici ma ancor di più i nemici? 
“Non è successo niente! Perché non vuoi ascoltarmi?”
“È successo, invece. Io e te abbiamo chiuso, non siamo mai state così amiche, in fondo”.

 
Hermione è abituata a vedere le persone entrare e uscire dalla porta. Lei, comunque la lascia sempre aperta, a tutti, anche a chi forse non dovrebbe mai lasciar entrare. La verità -che cerca di soffocare ma adesso è fin troppo forte- è che ha una paura fottuta di rimanere sola, e si attacca a chi finisce col ferirla di più. Lei così perfetta, non sa riconoscere le persone sbagliate per lei. Si chiede se mai lo capirà, mentre sospira di fronte al tramonto primaverile.
Le lacrime le inumidiscono gli occhi e le appannano la vista. Draco, accanto a lei, pulisce la sua scopa prima dell’incontro contro i Corvonero.
“Non mi è mai piaciuta, quella Robins”.
“Ma se nemmeno sapevi chi fosse prima che te ne parlassi”, sogghigna guardandolo di sbieco. Sono seduti su una panchina in giardino, il tramonto all’orizzonte si fa sempre più rosso e sporca il cielo come fa il vino rovesciato sul tavolo. 
Le lacrime le si sono seccate sul viso e l’aria frizzante le punge gli occhi. 
“Mi è bastata quella sera”.
“Come fai a farla così semplice?”, la domanda non è aggressiva, vuole solo capire. Hermione ci ha messo giorni per riprendersi un po’ da quel trauma, ma sa bene che quel vuoto resterà lì ancora un po’ a ricordarle cosa ha perso. È un monito che non sa di sconfitta, solo di consapevolezza. Non sa ancora niente della vita Hermione, e di certo non sa ancora molte cose su sé stessa, ma si sta sforzando a procedere a piccoli passi.
Inciampa ancora, lo fa sempre, ma almeno ci prova.
“Non è una cosa semplice invece, è fottutamente complicata, quasi come pulire questa dannata scopa. Quando ci si attorciglia così in queste cose, non se ne esce mai bene. Di cose complicate ne ho viste, e credo anche tu”. 
Hermione rimane ad ascoltarlo, osservandolo attentamente. La sfumatura della sua voce le arriva dolce, chiara, fin troppo reale. Parla come se sapesse già tutto, ma entrambi sanno che non è così, è solo che Draco ai fallimenti e alle complicazioni c’è più abituato.
Il Serpeverde si alza, si passa le mani sulla divisa da Quidditch e si stiracchia. Hermione lo imita e poi stringe le spalle intorno al corpo. Si vorrebbe minuscola, vorrebbe sparire.
Ma questa sera Draco non glielo permette, lui, adesso che si volta, la vede eccome. Gli è sempre apparsa chiara, fin troppo reale.
Le lascia un bacio appena pronunciato sulle labbra, fa un po’ di pressione solo per assicurarsi che tutto questo sia concreto. 
Questa, è una cosa semplice”, sussurra poi, staccatosi appena dalla sua bocca.
Per la prima volta nella sua vita, Hermione sa che è vero.
Subito si accorge che baciarlo è facile come respirare. Non c'è niente di sbagliato nelle loro intenzioni, e niente di più semplice. 



 
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Eccoci qui alla fine di questa minilong. 
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, mi rendo conto che possa risultare difficile da seguire, ma confesso che è un mio limite delineare per filo e per segno in modo chiaro ciò che mi succede in testa :D Spero che sappiate perdonarmi. 
Spero di essere riuscita a esplicitare un po' le tematiche che volevo affrontare, mi rendo conto che ci sia ancora molto da dire, credo infatti che questa raccolta non si chiuderà qui. Mi rendo conto che gli aspetti più problematici qui sembrano solo di Hermione, in futuro vorrei concentrarmi anche di più su Draco e riprendere alcuni temi trattati in Ragazza Interrotta
Per qualsiasi dubbio in merito ai passaggi nel testo (mi rendo conto siano poco chiari, volevo esprimerli un po' a mo' di flusso di coscienza) scrivetemi pure. 
Un abbraccio e a presto,

Ludo. 
 
  
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