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Autore: Spensieratezza    30/03/2021    2 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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Una delle cose che Albus Potter amava di James, era il suo sangue freddo. Adesso aveva capito da dove veniva, ma non mancava di stupirsene tutte le volte e di ammirarlo sempre di più, perché non era detto che una caratteristica che ti portavi dietro da una vita passata, riuscissi a mantenerla ancora nell’altra. Si trattava di lottare sempre per mantenere con sé qualcosa, le idee come le abitudini, dovevi guadagnartele. Sempre.

Sempre…

Albus aveva intuito che sarebbe stato un capodanno diverso, da quando la tivù era accesa su un documentario sugli animali e fecero vedere dei serpenti che sibilavano.
Caso voleva che James fosse davanti al televisore e Albus l’aveva visto.

Anche se il minore era dietro di lui, Albus poteva immaginare il tumulto di sensazioni e sentimenti che lo agitavano dentro. Una forte inquietudine lo aveva avvolto, soprattutto perché la scorsa notte avevano rivissuto entrambi le loro morti.

“Jamie..Jamie, vieni via.” Gli aveva detto più forte il fratello, accarezzandogli le spalle, con tono fermo.
James si era voltato lentamente e con un sorriso che doveva essere rassicurante, gli disse:

“Sta tranquillo. È a posto, Al. Sto bene. Non trovi che siano carini?” gli chiese dandogli un’altra fuggevole occhiata prima di allontanarsi.

Albus aveva sospirato forte. No, non credeva che i serpenti fossero CARINI, soprattutto dopo quello che in un’altra vita, uno di loro, aveva fatto a lui, così come non trovava che il suo modo di rassicurarlo fosse carino, ma evitò di puntualizzare.

“Albus, va tutto bene?” chiese Harry, avendo notato un brusco congedo da parte di James.
“Sì..” disse Albus, velocemente, poi pensò che non c’era niente di male a suggerire almeno una mezza verità a suo padre.

“Potresti magari..uhhh girare canale? Per evitare che…sai, mostrino animali predatori un po’ pericolosi. “
Harry sembrò perplesso, poi annuì lentamente con una nota di quasi consapevolezza e Albus benedì la sagacia di Harry.
 
 



*

Verso il pomeriggio, Albus perse di vista il fratello e con una scusa, andò a cercarlo. Sentì dei lamenti invisibili e senza indugio si diresse da lui, strappandogli il mantello. Quello che vide, lo raggelò: James si teneva le mani strette alla gola, come se gli stesse mancando l'aria. La prima cosa a cui pensò, fu un attacco di panico.

“Maledizione, Jamie! Che ti succede?? Ehi, ehi, Jamie, guardami!!” gli prese la faccia tra le mani, ma James lo respinse con una smorfia sofferente.
“Non...dire quella parola.”
“Scusa?”

“È proprio..la parola che dissi a lui..quando..quando..”
Albus chiuse gli occhi, mordendosi le labbra, carico di sensi di colpa per avergli detto la stessa cosa che lui disse a Harry poco prima di morire.

“Stai rivivendo la tua morte?”
“Sì..”
Albus gli tolse le mani dalla gola e lo costrinse ad abbracciarlo.
“Ti prego, ascoltami. Stai bene, è finito. È tutto finito. Non sei più laggiù. Sei al sicuro. Ora. È passato. Non sei costretto a riviverlo. Mai più.

Poi lo baciò , James ricambiò e Albus fu sollevato di sentire battere il cuore di suo fratello dall’emozione e non più dalla paura. Gli sembrava quasi di sentirlo, il fiato di James accendersi di nuovo.
James piano piano, attenuò i singhiozzi sul suo collo e si calmò.
“Va meglio?” gli accarezzò il viso con i pollici.
“Perdonami.”

“Perdonarti? Perché mai?”
“Non ti ho detto la verità ieri..nè a te, né a Lily.”
Albus lo fissò sgomento.
“A proposito di cosa??”

“Non è vero che ho rivissuto la mia morte! Non del tutto. Quando ho capito che era il momento che stavo per morire..ho cercato di..allontanare il ricordo. Avevo capito che stavo..sognando.
“Stavi avendo un sogno lucido.” Capì Albus. “È successo anche a me, spesso.”

“Sì, è così. Non era la prima volta che capivo che fosse solo un sogno, ma non mi sono mai ribellato. Questa volta però, avevo troppa paura..e ho pensato che non volevo riviverlo, non volevo ricordare. Appena ho sentito il serpente mordermi, mi sono imposto di scappare..Temevo di..non lo so, ma ho respinto il ricordo..e per farlo ho usato una cosa strana.. mi sono concentrato su un pensiero. Una persona. Te.”
Albus ne fu stupito.
“Ho rivissuto la TUA morte.”

Albus sorrise. “Beh, una dura botta per la mia autostima. Evidentemente hai pensato che uccidermi, fosse stato meno doloroso, che subire la tua morte.” Cercò di scherzare.
“Che stupido che sei! Quello era l’ultimo ricordo che avevo di te, quindi quando ho pensato a te, ho pensato ovviamente all’ultima cosa..all’ultima volta che io e te ci siamo visti.”
Albus lo abbracciò teneramente.

“Quanto mi dispiace James, riuscirai mai a perdonarmi? Riuscirai mai a perdonare il gesto egoistico di un vecchio egoista che aveva paura di una morte lenta e logorante?”
“Se me lo chiedi un’altra volta.” Disse James prendendo il mantello e baciandolo sotto di esso.
 
 
I due fratelli si baciarono altre volte. Si allontanarono dopo il brindisi e non riuscendo a dormire, ne approfittarono a notte fonda, quando pensavano che i loro genitori erano ormai a letto.
Non sapevano purtroppo che Harry non era nella sua stanza a dormire, ma che era uscito, quindi pensavano di essere al sicuro a baciarsi fuori dall’abitazione.
 
Mentre rientrava da una sua passeggiata notturna, notò due figure che si baciavano.
 
“Tu lo sai che io ti amerò per sempre, vero Al?”
Altro bacio.
“E che ti…-altro bacio – sarò sempre accanto?”
Altro bacio. Il biondo si aggrappò al suo collo, quasi risucchiandolo.
Harry aveva le gambe che tremavano. Non sapeva con quale forza era riuscito a non cadere nella neve.
No. Non poteva essere vero. Doveva essere un’allucinazione. Stava sognando sicuramente.
“Noi siamo nati per stare insieme. Ti amo, James! Ti prego,non lasciarmi mai.” Diceva Al,.

“ Tu sei molto di più di un mio fratello. Tu mi hai salvato. E io sono devoto. A te. Solo a te.Per sempre." disse James.
Quella parola lo aveva fulminato seduta stante.
Sempre.
Si mise velocemente il mantello per non farsi vedere e resistette fino a quando non furono tornati in casa.

Dopodiché prese la sua scopa dal garage e volò in direzione dell’albergo che sapeva ospitare il suo amico.
Anzi..
L’uomo che amava.
 
Harry non immaginava di essere stato visto.

Era stato Albus ad accorgersi per primo, di movimenti sospetti.
“Jamie, non girarti, c’è qualcuno che ci sta guardando.”
“Non è possibile, sarà un animale selvatico.”
“Jamie, no, fa finta di niente! Non andare.”
“Mamma e papà stanno dormendo. Non è possibile che..tu hai controllato?”
“No..tu?”
James lo guardò orripilato.

“Dobbiamo tornare indietro. Tu fai come se niente fosse. Segui me.”
 
Una volta tornati dentro casa, Albus si mosse alla finestra della loro stanza e quasi gridò.
“Jamie, vieni a vedere!”

Riuscirono a vedere la sagoma che volava con la scopa nel cielo.
“Non può essere nostro padre..non può.” Disse James.
“Sembra proprio lui!” disse Albus.
“Vado a controllare in camera, tu vai a guardare nel garage!” disse James.
“NO! IO NON TI LASCIO!!”

“Al..” gli prese i polsi. “Sapevamo fin dall’inizio quali erano i rischi..”
“Allora..vai prima tu, io ti aspetto e poi..”

James scosse la testa.
“È meglio che tu vai giù in garage a controllare se manca la sua scopa, così quando scenderò, nel frattempo tu saprai già se hanno rubato la scopa o no. Se papà è lì, sapremo che è stato un ladro, se papà non è nella stanza, sapremo che era lui che ci ha visti. In ogni caso almeno velocizzeremo il tempo. Al, in due c’è più possibilità di svegliarli, se stanno dormendo. Io farò piano.”
Albus reprimette i singhiozzi e James gli accarezzò il mento.

“Ti fidi di me, giusto? L’hai sempre fatto. Non smettere ora.”
“Va..bene.”
Con la morte nel cuore, Albus scese le scale.
 
 



*
James aveva mosso la maniglia piano, cercando di non far rumore.
Per fortuna Ginny aveva il sonno pesante e non si mosse neanche. James si mise la mano sulla bocca. Al posto del lato di Harry, c'era un posto vuoto.
 


Albus ormai stava singhiozzando. Doveva essere un brutto incubo.
Mancava una scopa, quella di Harry.
Appena James scese giù, portando due giubbottini per lui e per Al, il minore lo accolse disperato.

“Oh, Jamie..la scopa..la scopa è..”
“Lo so.” Disse James.
Si abbracciarono come due diamanti bianchi in una bufera di neve.
“Papà lo sa..che cosa faremo adesso?” chiese Al.
“Io..io non lo so, ma..non ti sembra strano che..non sia corso da nostra madre?”
Albus lo guardò indignato.

“Hai una passione per il melodramma? Non vedi l’ora?”
“Non fraintendermi, sono contento che non l’ha fatto. Ma perché? Dov’è andato?”
“Probabilmente è andato a farsi una passeggiata a riflettere sui figli disgraziati che siamo!” disse Al, gli occhi vitrei sembravano due specchi d'acqua ghiacciata.
James scosse la testa.

“Non è così..Harry non ragiona in questo modo. Lui in genere quando succedono tragedie, si sfoga con le persone che ama e i suoi amici.”
Albus lo fissò.
“Sei rimasto ancora alla scuola? Guarda che le persone cambiano, crescono..e poi adesso i suoi amici non..” lo fissò. “Credi che si andato dagli Weasley?” la bocca orripilata.

“Sì, lo penso, ma..c’è qualcosa che non quadra..non penso che vorrebbe  turbare una famiglia a quest’ora della notte. Aspetterebbe domani mattina.” Disse James.
“James! Non dirmi che intendi davvero seguirlo. Se non ci ha ancora ucciso, potrebbe farlo se lo facessimo.”
“Tu che cosa supponi di fare? Di stare qui ad aspettare l’indomani mattina, la tragedia che si abbatterà su di noi? Qualcosa dobbiamo fare.”
Albus annuì sospirando.

“Se mi stai vicino, posso fare qualunque cosa.”
“Sei tu la mia forza, Al. IO non ti lascio solo.”
 
 


Per fortuna Albus e James si ricordavano che Ron stava da un po’ di tempo in albergo e con le loro scope riuscirono a rintracciarlo. Furono scioccati di vedere loro padre e loro zio, baciarsi sulla neve.

Decisero di lasciare il posto quando Ron fece per tirarlo su e portarlo in albergo.
A quel punto tornarono  a casa, fecero il viaggio in silenzio per poi atterrare in un punto ancora abbastanza lontano dall'abitazione.
“Io sono sconvolto, Al. Non mi reggo in piedi.”
“Come credi che mi senta io..nostro padre nostro zio..perchè non l’abbiamo mai capito? Ecco a cosa serve una presidenza al Winzengamot e tutta la mia arroganza di sapere sempre tutto.”

“Io l’ho un po’ sempre sospettato che quei due avevano un rapporto un po tropo vicino.” Disse James.
“Sì, ma perché..vederci baciarci avrebbe dovuto spingerli tra le loro braccia? A meno che,..non vada avanti da tanto tempo.” Disse Al.
“Non siamo gli unici a nascondere dei segreti a quanto pare.” Disse James. “Beh, a sto punto possiamo usare la cosa a nostro vantaggio.”
“Che? Cosa vuoi dire?”

“Hai capito benissimo. Non diremo il loro segreto se loro manterranno il nostro!”
“JAMIE! Non essere MESCHINO!”
“Ognuno gioca con le carte che ha, credi l’alternativa sia migliore, a quanto vedo. Sono curioso di ascoltarla! Non penso che nessuno voglia scatenare un terremoto di proporzioni bibliche nella nostra famiglia, giusto?”

Albus riflettè. “Però..se tutta la verità salta fuori, non sapranno più se essere più arrabbiati con loro o con noi e almeno non attireremmo tutta l’ira su di noi.”
“Ma guarda adesso chi è il manipolatore eh?” chiese James compiaciuto.
Albus fece una smorfia.

“Ma facendo così in questo modo invece di avere due reietti in famiglia, saremo quattro. Non so quanto possa essere un bene, di sicuro sai cosa un bene non lo è? Tornare qui. Secondo me, dovremmo prendere le nostre valigie e andarcene.”
“Per andare dove?” lo sfidò Albus.
 
In quel momento un biancore argenteo li accecò quasi.

“Credevo fosse una strillettera da qualcuno della nostra famiglia e invece guarda che razza di coso..” disse Albus accarezzando il patronus di un gufo molto più grosso del normale, che faceva le fusa.
“Albus lascialo, probabilmente deve dirci qualcosa.”
Albus lo fissò.

“Sei un genio eh. Stavo cercando di impedirgli di parlare, infatti.”
Il gufo si sgranchì la voce e cominciò a parlare. I ragazzi sussultarono quando si resero conto che parlava con la voce del professor Philip.
 
Siete attesi al castello di Hogwarts nelle mie stanze, alle prime ore del mattino, verso le 8: 30. Ho un’importante comunicazione da darvi e il regalo che vi ho promesso.

“Con tutti i momenti che poteva trovare, proprio questo?” chiese Albus.
“Non capisci, Albus? È perfetto, in questo modo abbiamo un buon motivo per svignarcela!”

“Credo tu non capisca, Jamie..non possiamo semplicemente andarcene. Dobbiamo comunque avvisare con un biglietto e appena lo faremo, nostro padre verrà a prenderci.”
“Non credo lo farà. In questo momento siamo gli ultimi che vorrà vedere, fidati.”
“Ma dovremmo tornare qui, dopo!”

“Buona idea.. allora cominciamo a preparare la valigia, almeno non siamo costretti a tornare.”
“Jamie..magari..magari nostro padre non ci ha visti baciarci, magari ci ha visto solo quando non..quando ci siamo staccati.”
“Al..non ci credi neanche tu..e se fosse come dici, perché sarebbe scappato? Tu vuoi davvero rischiare restando qui? “
“No.”
“Bene.” disse James con un sorrisetto furbo.
 



















Note dell'autrice:  finalmente torno a pubblicar capitoli nuoviiii xd spero che il capitolo non vi abbia troppo deluso. Lo so che sembra sbrigativo ma non vedevo l'ora di togliermelo di mezzo, dopo che ci avevo tanto pensato. Abbiate pietà, non sono situazioni facili da scrivere xd vi avviso che la storia sta per finire :)
   
 
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