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Autore: Whatliesintheend    31/03/2021    1 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Gli eventi di quella mattina costrinsero Draco a pensare.
Si interrogò a lungo sul motivo per cui il suo cervello avesse in tal modo collegato James ad Harry Potter e l'unico modo in cuì potè spiegarsi come fosse potuto succedere aveva a che fare o con il fatto che erano gli unici due che, seppure in modi diversi, gli rivolgevano la parola o con la possibilità che fossero davvero la stessa persona, il che era altamente improbabile, anzi, a dir poco impossibile.

Insomma se così fosse stato avrebbe significato che Harry Potter si fosse spontaneamente presentato nella sua stanza al sesto anno mosso da... cosa? Per le sue indagini?

Allora perchè non aveva mai fatto domande e nemmeno menzionato una sola volta il Signore Oscuro?
E perchè tornare a farsi vivo ora che tutto era finito e ogni debito reciprocamente saldato?

No, non poteva assolutamente essere Harry, ma, il fatto che il secondo nome del mago fosse proprio James, lo aveva fatto arrossire più volte, costringendolo a rimproverarsi per la stupida speranza che aveva riposto in un proprio errore di valutazione.

Ciò che concluse, a conti fatti, fu semplicemente che non avrebbe mai voluto scoprire chi fosse davvero il ragazzo che tutte le notti gli faceva visita.

No, conoscere la sua identità avrebbe cambiato ogni cosa e a lui tutto andava bene esattamente così com'era: il momento migliore della giornata, senza impegni o preoccupazioni, solo battibecchi, aneddoti, Quidditch e, talvolta, piccole confidenze.

Quella sera, però, James gli parve decisamente più nervoso del solito nel momento in cui fece il suo ingresso nella stanza.

"Uh, non siamo di buon umore oggi, eh? Che ti prende James, ti hanno beccato a copiare e ora nessuno della tua Casa ti parla più?"

Harry alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere il Mantello sul letto vuoto che era stato di Blaise, poi si sedette sul bordo di quello di Draco, dandogli le spalle, ma girandosi verso il punto in cui doveva essere seduto lui.

Sentì le sue braccia avvolgersi attorno alle sue spalle e si chiese il motivo di quel gesto.
Insomma lui conosceva la sua identità e gliel'aveva fatto capire, ma ora faceva finta di niente?
Il suo respiro sulla propria nuca, quel forte profumo di menta e acqua di colonia lo destabilizzavano, intontendolo e portandolo a ricordare la prima volta che Draco l'aveva abbracciato in quel modo, quando credeva che fosse Blaise Zabini.

Harry chiuse gli occhi e realizzò che in realtà Malfoy non aveva mai abbracciato il vero lui, sempre James, almeno fino a quella notte in cui, aveva capito tutto eppure lo abbracciava.

Il Grifondoro era più confuso che mai e non potè che sospirare, portandosi una mano a massaggiarsi la tempia con un gesto all'insegna della frustrazione.

"Lo sai benissimo che non sono Corvonero, perchè ti ostini a fare finta di niente, Malfoy?"

Harry sentì il Serpeverde irrigidirsi, ritrarre le braccia fino ad appoggiare le mani sulle sue spalle e allontanare il viso dalla sua nuca.

Forse aveva fatto male a parlarne, ma ormai c'era dentro.
Tutta quella messa in scena era stata opera sua, ora doveva affrontarne le conseguenze.

"Da quanto lo sai?"

La voce di James era dura nell'aria della stanza, Draco non l'aveva mai sentita così, ma quel tono, il modo in cui l'aveva chiamato... solo una persona poteva pronunciare quelle parole in quel modo.

Scacciò quel pensiero, molto più preoccupato di capire a che accidenti si stesse riferendo quel ragazzo.

"So che cosa?"

Mormorò intimorito, lasciando che anche le sue mani si spostassero dalle spalle dello sconosciuto e cadessero sulle proprie cosce, stringendo nervosamente la stoffa del pigiama.

"Per Godric, Malfoy! Non fare il finto tonto... sai chi sono, sai che sono Harry Potter, o non mi avresti salutato in quel modo stamattina in bagno!"

Il silenzio più assoluto gelò per un istante ogni centimetro della stanza, poi Harry parlò di nuovo, piegando una gamba sul letto del Serpeverde in modo da potersi protendere verso la sua figura immobile con più facilità.

"Volevi che sapessi che mi avevi scoperto, vero? Allora perchè ora fai finta di niente?"

Harry insisteva, nel farlo gli si avvicinava, Draco invece sentiva girargli la testa e non credeva a una sola parola che le sue orecchie parevano aver udito distintamente.

"I-io non lo sapevo..."

Balbettò, non sapendo nemmeno da dove avesse trovato la sicurezza sufficiente ad aprire bocca.
Stavolta fu il suo interlocutore a bloccarsi, interdetto.

"James... tu sei Harry Potter?"

Quella domanda, che aveva già ricevuto una risposta molto chiara e inconfutabilmente sostenuta dall'inconfondibile voce decisa che l'aveva formulata prima ancora che venisse richiesta, risuonò nella stanza come un gemito disperato e Harry sbarrò gli occhi colpito in pieno petto.
Cos'era quel tono debole e affranto? Perchè il biondo non era arrabbiato?

"Oh Salazar!"

Esclamò Malfoy e Potter fu certo che si stesse rivolgendo a se stesso più che a lui.

"Tutto quello che ho fatto e detto... tutto quello che tu hai fatto e detto. Salazar fra tutti proprio tu?"

Un singhiozzò spezzò la frase all'ultimo, Harry si mosse per accedere la luce, aveva fatto un disastro, ma almeno in quel momento voleva dargli un supporto sincero, smettere di nascondersi.
Fu la voce del biondo, resa roca e isterica dalle lacrime che ormai gli scorrevano incessanti lungo le guance a fermarlo.

"Non ti azzardare, Potter! Sei rimasto nell'ombra fin'ora, alle tue condizioni, sei uscito allo scoperto alle tue condizioni, ma non osare nemmeno per un istante imporle anche a me."

Il moro non si sognò nemmeno lontanamente di contraddirlo, mortificato per l'accaduto, sconvolto dal contesto.

"Draco, scusa non l'avrei mai fatto se non fossi stato sicuro che-"

"STAI ZITTO, POTTER"

Gridò Malfoy prima che lui potesse finire la frase, Harry era certo di non aver mai sentito in tutta la sua vita un suono tanto afflitto lasciare le labbra del ragazzo.
I suoi singhiozzi poteva solo sentirli, erano la sua tortura perchè lui ne era la causa.

Esattamente allo stesso modo era stato la causa di tutto ciò che di male avesse dovuto subire Draco, senza di lui, non sarebbe diventato Mangiamorte, non avrebbe vissuto in un inferno personale per anni.
Doveva già odiarlo fino all'inimmaginabile e ora, sempre lui, gli aveva tolto l'unico confidente, l'unico appoggio che avesse.

"Draco mi dispiace, mi dispiace da morire..."

Le mani di Harry si strinsero attorno alle spalle del biondo, cercando di conferirgli un po' di calma, ma fu peggio, lui rifuggì quel contatto e scese in fretta dal letto.

"Tu, Potter! Non hai nemmeno lontanamente idea di cosa hai fatto. Tutto per cosa, eh?"

Harry si alzò a sua volta e aggirò il letto per raggiungerlo, aveva compreso la gravità del momento e che non ce ne sarebbero stati altri, si giocava tutto lì, suo malgrado, a luci spente.

"Per te! Ho visto quest'anno come ti trattano, non te lo meriti io...volevo aiutarti"

"Ah, il virtuoso San Potter! Non te l'hanno insegnato che ci sono dei limiti? Dei limiti che non vanno per nessun motivo oltrepassati!"

Draco tremava, scosso da un pianto sommesso e disperato, era troppo tardi per provare a ricomporsi.
Forse, se tutto fosse stato meno inaspettato, sarebbe riuscito a reagire diversamente.

In quel momento sapeva solo una cosa: ogni istante che Potter passava in quella stanza era potenzialmente pericoloso, che il ragazzo doveva uscire di lì alla svelta, prima di finire col portarsi via anche il suo segreto.

Ad ogni passo che trascinava Malfoy ad indietreggiare, Harry avanzava, determinato come non mai a fare chiarezza su tutto, una volta per sempre.

"Sì! Forse al sesto anno ti avrei dato ragione. Ma adesso? Adesso che importa?"

Draco strinse le palpebre, singhiozzando sconfortato mentre le sue spalle si scontravano contro il muro freddo della stanza, ma non disse nulla, parlò ancora Harry.

"Penso di capire quanto tu debba odiarmi, io me lo merito e lo so bene, ma non lo accetto. Sono stufo di mentire di continuo, e stufo di vedere di te solo quello che tu mi dai il permesso di vedere."

"Potter, di nuovo non hai capito niente"

Gemette il Serpeverde mentre l'avanzare costante di Harry e la sua impossibilità di allontanarsi lo allarmava profondamente.

"Cosa dovrei capire? Vuoi che me ne vada così puoi continuare a soffrire e crogiolarti nel tuo dolore, convinto che non mi importi o che ne sia felice."

Harry si fermò troppo vicino al biondo, il ragazzo scosse la testa con forza mentre quella sua disperazione sorprendeva il moro per il suo essere così sincera, così pura e spontanea.

Draco, per continuare la sua infantile fuga dalla vicinanza con il ragazzo e dai suoi rischi, scivolò contro la parete, raggomitolandosi su se stesso.
Fu un gesto inutile perchè il Grifondoro si inghinocchiò davanti a lui, guardandolo senza poter trovare parole giuste per esprimere il proprio rammarico.

Aveva sbagliato tutto dal principio, e quella scena ne era la prova: voleva aiutare Draco perchè si era innamorato di lui, ma era solo riuscito a ferirlo come non poteva nemmeno immaginare.

E questo perchè c'era sempre quel pezzo mancate del puzzle, che il biondo custodiva troppo gelosamente.

"Vattene Harry, hai fatto abbastanza"

La voce di Malfoy lo raggiunse come da lontano, soffocata dalle ginocchia tra le quali il ragazzo aveva nascosto la testa.
Già, aveva fatto abbastanza e di nuovo pretendeva di continuare una conversazione che stava facendo del male a Draco solo per soddisfare la sua curiosità.
Per una volta avrebbe fatto bene a metterla da parte o il dolore che avrebbe causato al biondo l'avrebbe perseguitato per tutta la vita.

"Hai ragione"

Mormorò affranto e l'unica cosa che fece prima di lasciare la stanza, fu allungare una mano, accarezzare i capelli sottili di Draco, infilarvi le dita attraverso per l'ultima volta e baciargli la fronte come fosse stata porcellana.
Non gli sarebbe mai bastato per l'eternità, ma così sarebbe dovuto essere.

Ci sono tanti modi di amare, per Draco farlo lealmente e incondizionatamente, ma in silenzio era l'unico modo perchè fosse al sicuro e per sempre.

Invece per Harry era diverso, si era fatto ammaliare dal principe delle Serpi, aveva lasciato che il buio lo illudesse, creasse una felicità fittizia,  che con ogni parola, ogni gesto di quel ragazzo, lo condannasse a necessitarne un altro, o il suo amore avrebbe finito con il potersi nutrire del suo solo proprietario.
Abnegarsi e tacere l'avrebbe consumato.

   
 
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