Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: AlfoPec95    08/04/2021    3 recensioni
Racconto in chiave comica di una serata con i personaggi del crudele mondo di AoT
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Si chiude qui la mia prima Fan Fiction, e lo fa in una data non casuale

Un grazie a chi ha letto questa storia

Un grazie speciale a Kseniya, che mi ha incoraggiato a e supportato nello scrivere questa storia

 

Socchiudo gli occhi per riassaporare tutti i momenti vissuti durante lo spettacolo.

È andato tutto bene alla fine, nonostante l'incredibile montagna russa di gag e di imprevisti che hanno colorato la serata: nei loro sguardi colgo entusiasmo, tutta quella spensieratezza letta nei loro occhi quando erano reclute con sogni e lentamente spentasi man mano che aumentavano i rimpianti e la paura di non sopravvivere.

 

C'è il tempo di fare qualche foto, porterò con me il loro ricordo fino alla fine dei miei giorni.

Tra un flash e l'altro, riesco a strappare varie fotografie con quasi tutti i protagonisti.

 

E poi, mi si avvicina lei: è Mikasa, ed ha con sé due calici di vino.

 

''Ti ringrazio davvero''. Tre semplici parole che mi mettono in ginocchio.

Vorrei risponderle, ma le parole che fino ad un istante prima fluivano come la piena del Nilo adesso restano strozzate in gola; per fortuna la goliardia di Connie e Hanji toglie le castagne dal fuoco.

 

''Un brindisi a questa serata, la più bella che abbiamo vissuto''.

Colpo di bicchieri e sguardo che vale più di mille parole: il sorriso che ne scaturisce dopo vale, per me e Mikasa, come reciproca gratitudine e stima.

Ho ancora la lucidità per chiederle una foto ricordo.

 

Solo qualche altro minuto, concedetemi solo qualche altro minuto per poter bere ancora un po' e chiacchierare con loro.

 

-''Davvero una bella serata, tutto sommato''- la voce che irrompe tutta d'un tratto è quella che non ti aspetteresti mai: il capitano Levi in persona.

Fatico ancora a crederci, come può una persona di tal rango aver apprezzato qualcosa di simile?

-''I-i-i-il piacere è stato il mio''- balbetto in un misto di imbarazzo e di incredulità.

 

''Però, devo essere sincero: non sarei qui se una persona non mi avesse spinto a farlo''.

-''Chi è questa persona di cui parli?''- la domanda del capitano è eloquente, ma continua a sembrare strano che sia lui a farmela.

''S-si chiama Kseniya, heichou (''salute!'' -''Non ho starnutito, Sasha!'')''

 

-''Kseniya, mmmh? Salutala e ringraziala da parte mia allora''- afferma il capitano, sorridendo per la seconda volta nell'arco di una sola serata: se non è un record questo, cos'altro potrà mai esserlo?

E, mentre penso a questo, un altro pugno nello stomaco: il capitano deve averci preso proprio gusto! Ma questa volta è un papagno indolore, dato come gesto di stima e rispetto a cui do seguito dicendogli che mia nonna avrebbe colpito più forte: lo sguardo di sfida che ne viene fuori dura un attimo, e si conclude con un ''vaffanculo'' celato da una risata prorompente. Te lo giuro capità, se ci rivediamo ti offro una birra!

 

Che occasione davvero splendida questa, per evadere dalle reciproche realtà: loro dalle infinite battaglie che hanno combattuto e che dovranno combattere, io dalle limitazioni imposte dal lockdown e dai problemi quotidiani.

 

Per una sera, per lo spazio di qualche ora, non c'era alcuna differenza tra mondo reale, eldiani, guerrieri e marleyani: se inspiro a pieni polmoni ciò che mi pervade è un senso di pace ed armonia, destinato però a durare poco.

Alfo, devi fare i conti con la realtà adesso: se persino Dante è stato costretto a lasciar l'amor che move il sole e l'altre stelle, tu che di Dante c'hai forse solo l'aspettativa di vita come puoi considerarti l'eccezione e restare qui?

 

Se c'è una cosa che detesto è lasciarmi andare davanti agli altri, ma questa volta le lacrime scendono giù incessantemente come una pioggia primaverile.

 

Già, ora ho compreso: oltre l'oceano, ci sono differenze... Ed oltre le differenze, c'è la libertà.

 

''Arrivederci ragazzi''. L'unica frase che riesco a pronunciare è questa e per poco non la biascico a forza di singhiozzi.

Mi ritornano alla mente tutte le volte che ho salutato compagni di università, colleghi, amici e cari che partono periodicamente per proseguire le proprie vite nelle rispettive città: arrivederci temporanei nella realtà o addii dolorosi nella fantasia che siano, la sensazione di impotenza che colpisce lo stomaco è sempre la stessa.

 

-''Portaci sempre con te, nei tuoi ricordi e nella tua creatività''- è il grido che si alza un'ultima volta capeggiato da Connie, Sasha e Hanji seguiti a ruota da tutto il resto del plotone, a raggiungermi e a rincuorarmi...

-''Ragazzi, mi serve uno strappo a casa... Marco, ci pensi tu si?''- d'improvviso un ultimo sprazzo di ironia mi pervade come un maratoneta che raccoglie le ultime energie per lo sprint finale, regalandomi un'ultima risata da parte loro...

 

E, tra la banda, scorgo anche un sorriso di Levi e di Mikasa... Proprio loro, che non hanno nelle parole e nelle manifestazioni d'affetto il loro forte, stavano compiendo quel gesto così spontaneo e più eloquente di mille parole?

 

E, guardandoli per l'ennesima ultima volta, realizzo.

 

Oggi finisce un'epoca che ha fatto la storia del mondo dei manga, ma un sorriso mi si illumina tra il Niagara di lacrime che sta sgorgando ininterrottamente dalle mie iridi: basterà sfogliare un volume, o cercare una scena su Youtube, o ancora guardare un episodio random per rivivere i momenti con voi...

E, se mai un giorno avessi ancora voglia di parlare con voi o di vivermi una serata, penso di aver finalmente compreso la natura che fa funzionare i sentieri: IMMAGINARE.

 

Apro gli occhi, è tutto svanito ormai: in bocca solo l'amaro della delusione e il sapore di vino e amari che mi aveva accompagnato la sera prima, in mano il volume che stavo (ri)leggendo distrattamente; l'impressione è quella di aver fatto un sogno lunghissimo.

 

Cazzo, è tardi! Devo correre! Nella fretta faccio cadere il borsello con cellulare e portafogli.

Merda, mi sono caduti tutti i documen... E queste, cosa sono?

 

Raccolgo le varie carte scivolate, e resto incredulo: nove polaroid, tra cui una con tutto il cast e una con Mikasa.

I sentieri esistono davvero.

 

   
 
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