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Autore: LadyHeather83    10/04/2021    4 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Majin-Bu, tutto sembra tornato alla normalità, o quasi.
Qualcuno riesce ad evocare il drago Polunga per riportare in vita un popolo quasi estinto.
Una nuova avventura aspetta Goku e Vegeta, che si troveranno ad affrontare delle importanti decisioni, per il proprio bene e quelle per le sorti delle persone che amano di più
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vegeta-Sej

*

Capitolo 7 – Saiyan: una nuova minaccia?

*

A Goten vorticava la testa e  l’ultima cosa che ricordava era sua madre che gli urlava nella penombra di scappare.

Di scappare da suo padre?

Che Goku fosse diventato cattivo e che nel pianeta di Lord Beerus gli fosse ricresciuta la coda?

Aprì lentamente gli occhi e gli ci volle un po' perché la vista ritornasse ad essere normale e non più offuscata.

“Goten? Goten mi senti?” Anche se ovattata, poteva distinguere la voce di Trunks che lo chiamava.

Si guardò attorno, quella non era nè casa sua e ne la sua camera da letto.

Pensò di essere dentro la Gravity Room a casa di Trunks, di essersi svegliato dopo che un colpo ben assestato di Vegeta gli avesse fatto perdere i sensi, non era raro che il principe dei saiyan, si intrattenesse con quei due ragazzini al pomeriggio, quando il figlio di Kakaroth bazzicava per i corridoi con suo figlio.

Quei due nanerottoli erano un buon passatempo per allenare i riflessi, e in contemporanea, poteva insegnargli qualcosa di nuovo.

Ma Vegeta non c’era, si stava allenando assieme a suo padre da Lord Beerus.

Pavimento lucido, pareti metalliche saldate con bulloni sporgenti e arrotondati, grossi tubi argentati che attraversavano il soffitto e una luce accecante, erano queste le cose che vedevano i suoi occhi, una stanza fredda e asettica, senza panchine, tavoli, e soprattutto finestre, per fortuna con lui c’era Trunks.

“D-dove sono?” Chiese passandosi una mano sulla faccia per poi stropicciarsi gli occhi.

La nuca gli doleva, così la massaggiò lentamente, in modo che il fastidio sparisse.

“Non lo so, mi sono risvegliato anch’io qua”.

Quello che udirono sembrava il rombo di un motore acceso, poi la stanza traballò facendogli perdere l’equilibrio.

“L’ultima cosa che ricordo è papà” Spiego Goten guardandosi attorno.

“Papà? Goku è tornato sulla Terra?” Fece il lilla di rimando.

“A questo punto dubito fosse lui.” Disse abbassando lo sguardo.

“Invece io ricordo solo due figure in cucina, una pelata e uno con capelli lunghissimi, però ce ne deve essere stata una terza, perché non ricordo più nulla” Fece una breve pausa per cercare di raccogliere gli ultimi avvenimenti “Mamma! Mai!” Urlò poi ricordandosi che in cucina c’erano anche loro.

Si avviò verso la porta metallica e cercò di scardinarla con tutta la forza che aveva in corpo.

Era fatta di un metallo pesantissimo e indistruttibile.

Un materiale che non aveva mai avuto il piacere di vedere e toccare.

Goten stava per lanciare una kamehameha, ma venne interrotto dall’amico che gli abbasso entrambe le braccia.

“Vuoi farci saltare in aria?”

Non ottenne risposta, perché la porta si aprì, sparendo nella parete, e davanti a loro si era materializzato un uomo.

“P-papà?” Balbettò trovandosi di fronte una figura molto simile al padre, solo lo sguardo minaccioso e truce gli fece accendere dentro la sua testa un campanello d’allarme.

“No, moccioso. Se fossimo sulla Terra, mi chiameresti…nonno

“Dove sono gli altri?” Chiese Trunks mettendosi in mezzo a quella conversazione con aria di superiorità.

“Oh! Tu devi essere il figlio di Vegeta”

“Precisamente!” Annuì il lilla digrignando i denti.

“Senti, nonno, mi puoi dire dove sono la mamma, Bulma e Mai?” Giocò la carta della gentilezza e dell’ingenuità, ma con il capitano Bardack, questo non funzionò.

“Non lo so” Fece spallucce “…io sono stato incaricato di tenervi d’occhio”. Che colpo basso per il capitano e comandante dei guerrieri più forti dell’universo, cambiare pannolini a dei poppanti non era contemplato nel suo contratto verbale, ma forse quella era la sua punizione per non essere riuscito a difendere il pianeta Vegeta-sej dalla sua distruzione iniziale. “Per me gli altri sei possono essere tutti morti!”

“Sei?” Fece di rimando Goten.

“Si, tua madre, tuo fratello, la sua schiava, sua figlia” Alzò le dita ad ogni nome “…poi tua madre e tua sorella” Si rivolse infine a Trunks.

“Ma io non ho sorelle” Scosse il capo.

“La morettina non è forse tua sorella?”

“Mmm…no, è Mai, vive da noi”

“E’ la sua fidanzata, una volta gli ha anche tenuto la mano” S’intromise Goten con la sua ingenuità.

“Non è la mia fidanzata” Arrossì e diede un sonoro ceffone sulla testa del moro.

“Ahia, mi hai fatto male, Trunks”. Goten si tenne la testa e cercò di non piangere, anche se delle goccioline salate si erano appena formate ai lati dei suoi occhi neri.

“La volete smettere?” Bardack li aveva preso per la testa  e sbattute insieme come fossero due noci di cocco e il rumore che rilasciarono fu molto simile.

Dovettero trattenersi per non frignare.

“Hai la testa dura, Goten!”

“Anche la tua non scherza”

Entrambi i bambini si massaggiarono la fronte visibilmente rossa e gonfia.

Poi una voce fece rizzare le orecchie al saiyan, qualcuno stava chiedendo aiuto, e sembrava provenisse dalla cella, dov’erano rilegate le tre donne.

“E’ mamma!” Aveva urlato Goten, pronto a oltrepassare Bardack per lanciarsi verso quella voce disperata.

Di tutta risposta si beccò un pugno dritto in faccia.

“Ma che problema hai?” Chiese Trunks soccorrendo l’amico.

“State qui, e non muovetevi, altrimenti…”

“Oppure cosa? Ringrazia chi ti ha creato che mio padre non è qui! Altrimenti ci penserebbe lui a tutti voi.” Il lilla digrignò i denti, e di tutta risposta, Bardack, gli rise in faccia.

“E’ quello che vogliamo…che il nostro amato principino ritorni a casa!” La porta metallica ed invalicabile si chiuse e accanto ad essa comparve sul display la luce rossa.

*

“Fateci uscire da qui!!!” Stava urlando Chichi in preda ad una crisi isterica.

Bulma e Videl dovettero coprirsi le orecchie per evitare che non le perforasse i timpani con quella voce da oca starnazzante.

Chichi si dimenava e batteva forte i pugni contro la porta, non si sarebbe arresa finchè qualcuno non fosse arrivato a dare spiegazioni.

“E’ tutto inutile” Biascicò Videl non muovendosi dal suo angolo visibilmente preoccupata per sua figlia.

Non sapeva dov’era e dove l’avevano portata, l’ultima volta l’aveva vista in mano, trattenuta come fosse una bambola di pezza, da quello con i capelli lunghi.

“Non ti preoccupare, Pan è una bambina forte!” Bulma le mise una mano sulla spalla.

Videl annuì, ma non per questo era meno turbata.

“Ehiiiii!!! Mi sentite!!!!???” La mora non si arrese e continuò ad urlare.

Qualcuno doveva dare delle spiegazioni, soprattutto su dove fossero i suoi figli e sua nipote.

“Sei sicura di aver visto il padre di Goku?” Chiese Bulma cercando di calmarla e fare luce su quell’assurda situazione.

“Era lui” Aveva risposto in tono pacato e con le lacrime che le scendevano dagli occhi rigandole il volto pallido e provato.

Bulma stava per dirle qualcosa, ma un conato di vomito le uscì dalla bocca, si era voltata appena in tempo per rimettere un po’ di bile.

Era dal giorno prima che non metteva qualcosa nello stomaco.

“Stai bene?” Le aveva chiesto Videl.

“E’ solo fame e stanchezza” Rispose in modo naturale pulendosi la bocca con un fazzoletto trovato nella tasca dei pantaloni.

Fece un respiro profondo perché la nausea stava ancora avendo la meglio su di lei.

Questo bastò.

Chiuse gli occhi e appoggio la schiena alla parete metallica fredda, inspirando ed espirando ad intervalli regolari.

“Siediti, Bulma” Chichi l’aiutò quando si accorse che le forze le stavano venendo meno e che sarebbe stramazzata al suolo svenuta, da un momento all’altro “…ma tu scotti!” Aveva constatato tastandole la testa, notando le sue guance rosse e la fronte che iniziava a stillare di sudore.

Videl non perse tempo e bussò insistentemente alla porta.

Porca miseria, quella era una navicella, possibile che nessuno si degnasse di andare a vedere cosa stava succedendo o si degnasse di dare una spiegazione.

Cazzo! Ne avevano il diritto.

Sua figlia e suo marito non sapeva dove fossero.

Goten, Trunks e Mai: idem.

Chi erano quelli? Che cosa volevano da loro?

Tutto ciò che sapeva era che volevano Goku e Vegeta, ma perché?

“Aiutateci per l’amor del cielo! Una donna sta male!!!!” Le mani le dolevano, erano arrossate e l’insistente picchiettare sul metallo le stava provocando ferite, dapprima superficiali, poi il dolore iniziò a propagarsi per il polso fino a raggiungere la spalla.

Senza contare il seno gonfio e duro.

Aveva bisogno di allattare la sua piccola Pan prima di provocarsi una mastite.

L’ultimo pugno lo assestò alla corazza.

Videl aprì gli occhi quando si accorse di aver colpito qualcosa di più morbido rispetto al metallo.

“Dov’è mia figlia, grandissimo figlio di pu….”

“Oh, oh, oh! Calma! Che linguaggio sconcio! Ma me lo sarei aspettato da una puttanella e schiava come te!” Bardack si era palesato davanti alle tre donne.

“A-acqua! Acqua” Balbettò Bulma, e con le ultime forze rimaste indicò la borraccia che teneva appesa alla cintura.

“Per favore, ha bisogno di cure. Credo abbia la febbre!” Chichi implorò quell’uomo che assomigliava così tanto a suo marito, di portarla da un medico.

Si avvicinò con fare incessante e mise la turchina sulla spalla come fosse un sacco di patate.

“La farò visitare!”

“Grazie! Biascicarono entrambe le donne.

“Non ringraziatemi. La faccio curare per immolarla poi davanti al principe Vegeta, non ha senso che perda la vita ora!”

“Dov’è mia figlia?” Chiese Videl con gli occhi lucidi.

“La mocciosa?” Inarcò un sopracciglio “…è nella nursery per essere testata. Se supera il test con buoni risultati non verrà gettata nello spazio.”

“Ho bisogno di nutrirla!”

Bardack la guardò torva e lo sguardo poi sulla maglietta alla’altezza del seno.

Aveva la maglietta bagnata e il latte ormai colato le delineava le sue forme tonde.

“Ci penseranno i nostri macchinari.” Rispose spicciolo prima di rinchiuderle ancora una volta dentro quella gabbia di metallo.

*

Quando il dottor Brief se ne era uscito con la storia della navicella a disposizione, i presenti urlarono di gioia e non esitarono un solo secondo a dirgli di prepararla, che sarebbero partiti immediatamente.

L’avrebbe governata Crilin, l’unico con un po’ di esperienza sul campo anche se l’ultima volta che aveva pilotato una navicella spaziale era durante il viaggio su Namecc, quando Bulma era intenta a riposare.

Ma il padre della turchina lo aveva rassicurato dicendo che sarebbero rimasti in contatto, e che lui avrebbe seguito il tragitto della navicella grazie alla sua apparecchiatura super tecnologica e di ultima generazione.

Sarebbe riuscito a sistemare e a correggere eventuali errori di sistema, se ce ne sarebbe stata la necessità.

Erano tutti pronti e con le valigie cariche di roba.

Non sapevano quanto sarebbero stati via o che tempo facesse, quindi era meglio premunirsi di vari abbigliamento.

Majin Bu sarebbe rimasto a vegliare sulla Terra.

La piccola Marron, era stata affidata alle cure di nonno Genio il quale si era dimostrato saperci fare con i marmocchi, e poi Crilin affiderebbe la sua via in mano a quella del maestro.

“Motore. Accensione” Il piccoletto aveva pigiato i pulsante rosso e preso in mano il timone.

Tutti allacciarono le cinture di sicurezza.

Il dito si mosse velocemente sulla tastiera impostando la rotta, gli bastò digitare PIANETA VEGETA-SEJ, che le coordinate comparvero in automatico sullo schermo verde.

I motori si avviarono facendo traballare il veicolo e i presenti.

Il dottor Brief, controllava che tutto fosse in regola dal suo laboratorio.

Impianto elettrico: ok. Una spunta.

Motori: ok. Una spunta.

Audio: ok. Una spunta.

Impianto idraulico. Stava per mettere una spunta, quando si accorse che i tubi per lo scarico dell’acqua non erano stati collegati.

Un po’ imbarazzato, parlò ai membri dell’equipaggio, dicendo che non sarebbero partiti nell’immediato.

**ggiarono

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buon sabato a tutti fan di Dragon Ball.

Grazie infinite per essere arrivati fino a qui. Mi spiace che la storia stia andando a rilento e di non riuscire ad aggiornare come per l’altra storia due volte a settimana, però le giornate si stanno allungando e quindi cerco di passare più tempo fuori casa con il nano XD.

Passando al capitolo, spero vi sia piaciuto. Che dite, riuscirà il quartetto a partire per sostenere i nostri amici?Purtroppo nel prossimo non verrà svelato, ma faremo un piccolo salto temporale all’indietro per scoprire il segreto che si nasconde dietro le famose gemme rosa, e non a caso il prossimo capitolo sarà proprio: Gemme rosa.

Ringrazio chi mi sostiene apertamente, ma anche chi preferisce starsene in silenzio.

Baci, Erika

  
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