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Autore: Mue    28/08/2009    6 recensioni
Luna è ormai una donna adulta quando si imbatte nel suo vecchio amico d'infanzia Rolf Scamandro, ora diventato un celebre allevatore di cavalli alati.
Sono passati tanti anni e lui sembra terribilmente cambiato.
Ma lo è davvero?
La storia d'amore di Rolf e Luna vista da me.
{Dal testo:
«Luna, ti ricordi di mio nipote Rolf, vero?»
Luna sollevò gli occhi dal bicchiere che aveva in mano e incrociò lo sguardo dell’uomo che la signora Peakes le stava presentando.
Gli sorrise. «Certo che mi ricordo di lui. Mi ha baciata.»}
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Rolf Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Menta e Bisque Burley'
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Sarò monotona, ma grazie di nuovo a chi ha letto e recensito; anche whateverhappened mi ha incaricata di ringraziare a sua volta chi le ha fatto i complimenti ^-^
Dato che non riesco mai a essere di molte parole nelle note autore quando non ho informazioni di servizio da farvi sorbire, vi lascio alla storia, che poi è il motivo per cui sopportate i miei sproloqui ad ogni inizio capitolo.
Buona lettura.

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Capitolo IV


5 luglio, Diagon Alley

Quel pomeriggio Luna entrò in farmacia per comprare alcuni ingredienti che le servivano per preparare una pozione attira-Ricciocorni. Aveva deciso di incentrare la sua tesi di Faunologia Magica Terrestre su quelle creature, ma doveva assolutamente portare prove concrete della loro esistenza o non avrebbe passato l’esame di settembre. Per fortuna aveva tutte le vacanze estive a disposizione prima dell’inizio dell’università.
Era un pomeriggio piovoso, e grosse gocce cadevano sulla strada battuta e sulle finestre, lambendo i vetri opachi e inzuppando i pochi passanti.
Luna dava le spalle alla porta, intenta a scrutare un barattolo colmo di squame di Kelpie che galleggiavano pacifiche in uno strano liquido verde acido.
«Siete riusciti a catturare il Gorgosprizzo?» le chiese una voce sarcastica alle sue spalle.
Luna si voltò con un sorriso. «Oh, no, purtroppo ci è scappato. Non è che tu l’hai visto da qualche parte?»
Rolf Scamandro –perché di lui si trattava- scosse il capo. «Temo di no. A ogni modo buongiorno, Luna.»
Era vestito all’antica, con un paio di lunghi stivali e un mantello nero attorno alle spalle. Aveva tante gocce di pioggia tra i capelli e le sopracciglia.
Luna lo osservò con attenzione.
«Rolf, per caso sei imparentato con i satiri e non me l’hai mai detto?» gli domandò, senza rispondere al suo saluto.
Lui inarcò una delle sue sopracciglia oblique, interrogativo. «Non che mi risulti. Perché?»
«Be’, hai delle sopracciglia insolite» rispose tranquilla Luna. «Sembri proprio un satiro o un fauno. Strano, quando eravamo piccoli non le avevi così…»
Evidentemente doveva aver detto qualcosa di terribilmente sbagliato, perché Rolf assunse la stessa espressione di qualcuno costretto a ingoiare un limone.
Prima che potesse ribattere, però, un individuo biondo dietro a Rolf che Luna notò solo in quel momento scoppiò a ridere.
«Per la barba di Merlino!» esclamò, senza smettere di ridere. «Sai, Rolf, che ha proprio ragione? E io che in questi ultimi tre anni mi sono sempre chiesto che cosa mi ricordassero le tue sopracciglia senza mai arrivarci…»
Rolf sembrava piuttosto irritato. «Se ho la sfortuna di avere un amico tanto cretino da non avere niente di meglio a cui pensare eccetto le mie sopracciglia, non è colpa mia!» disse aspramente.
«Dai, non fare l’offeso, ora» fece l’altro, continuando a sogghignare. Poi si rivolse a Luna. «E’ molto suscettibile su questo argomento, sai? Anche se Rolf non lo ammetterà mai, è fissato con quelle sopracciglia. Lo hai appena colpito nel suo punto debole.»
«Se non la smetterai di parlare di sopracciglia, Rawdon, te ne procurerò io un paio che ti forniranno un argomento di conversazione per il resto della tua vita» commentò minaccioso Rolf.
«Quanto sei permaloso! Non ti si può nemmeno stuzzicare. Se proprio vuoi cambiare argomento, perché allora non mi presenti questa tua amica così carina?»
Rolf guardò Luna, sorpreso.
In effetti anche per lei era la prima volta che si sentiva definire carina. Be’, a parte quella volta che aveva accompagnato Harry a una festa di Lumacorno, ma lui probabilmente lo aveva detto perché non sapeva di cosa parlare.
«Non sono un’amica carina, signore» disse Luna, affabile. «Sono solo un’amica, sempre che a Rolf non dispiaccia.»
Il sorriso sul viso di Rawdon si allargò. «E sei pure spiritosa! No, in questo caso non può decisamente essere una tua amica, Rolf. Tu hai un senso dell’umorismo pari a quello di un centauro sclerotico.»
«Il mio senso dell’umorismo, Rawdon, è pur sempre meglio di quello di un Amomongo Ridens del tuo calibro» ribatté l’altro, gelido.
«Rolf, non devi dire queste cose! Mi sento terribilmente offeso, anche se non so cos’è un Amomongo!» replicò Rawdon allegramente cercando di assumere un tono offeso senza riuscirci.
«E’ una scimmia volante delle Filippine» disse subito Luna, senza riflettere.
I due uomini la fissarono, sorpresi.
«Come lo sai?» chiese Rawdon, ammirato.
«Studio all’Università di Naturalistica Magica di Edimburgo» spiegò Luna pacificamente. «E mio padre è appassionato di Creature Magiche.»
«Wow» fece Rawdon, ammirato. «So che non è da tutti arrivare a quell’università. Chi è tuo padre? Un naturalista famoso?»
«No, è il direttore del Cavillo, Xenophilius Lovegood» dichiarò Rolf prima che Luna potesse aprire bocca. «E lei è una mia amica d’infanzia, Luna Lovegood. Luna» aggiunse, rivolgendosi a lei, «questo è un mio amico, Rawdon Greengrass.»
«Oh, lo conosco. Sei il fratello di Astoria Greengrass, vero?» chiese Luna stringendo la mano che Rawdon le porgeva.
Lui ammiccò. «Precisamente. Conosci mia sorella?»
«Solo di vista. E’ una compagna di classe di Amy Peakes, la cugina di Rolf.»
Il viso di Rawdon s’illuminò. «Ah, allora sei amica anche di Amy, eh? E’ venuta un paio di volte da noi durante le vacanze di Natale. Il mondo è davvero piccolo.»
«Non mi pare» disse secco Rolf, interrompendo Rawdon. «Conosce Amy perché è mia cugina e perché abitavamo tutti nello stesso posto.»
Era una puntualizzazione inutile, e Luna non esitò a farglielo notare. «Non è il caso di essere così pignoli.»
Rolf s’irrigidì e si voltò a guardare gli scaffali di merci con un borbottio simile a: «Va bene, non sono affari miei.»
Rawdon sogghignò e sussurrò a Luna con un sorriso scaltro: «E’ sempre così protettivo quando ti presenta a un ragazzo?»
Luna batté gli occhi. «Protettivo? Chi, Rolf?» ripeté ad alta voce.
Rolf, che dava loro le spalle, li sentì benissimo. Lanciò un’occhiata di puro fiele a Rawdon. «Quelle sopracciglia le preferisci del tuo colore originale o posso sbizzarrirmi?»
Rawdon ridacchiò. «Una battuta! Questa ragazza deve farti davvero un effetto benefico, Rolf. La voglio incontrare più spesso.» E, senza badare all’espressione assassina dell’altro, tornò a rivolgersi amabilmente a Luna. «Dato che sei amica di vecchia data di Rolf perché non vieni a trovarlo? Io ora sono ospite a casa sua, e ho bisogno di svago. Rolf in questo periodo sa essere terribilmente noioso. Ho quasi la tentazione di tornarmene dai miei genitori nel Suffolk.»
«Non immagini che liberazione sarebbe sbarazzarmi di un amico invadente che invita gente in una casa d'altri» disse gelido Rolf.
Luna guardava da uno all’altro. «Ma voi siete davvero amici?»
La risposta velenosa di Rolf fu preceduta da Rawdon. «Sì, sebbene Rolf abbia bisogno che gli venga ricordato in continuazione. Suppongo che faccia così anche con te.»
Luna sorrise. «Oh, no. Con me è sempre stato gentilissimo.»
Rawdon lanciò uno sguardo eloquente a Rolf, ma stavolta ebbe il buongusto di non commentare. «In ogni caso, Luna, perché non vieni, domani? Sempre che il padrone di casa non sia contrario.»
Rolf sembrava alquanto infastidito da tutta la discussione, però mantenne un contegno molto dignitoso. «Non sono contrario» commentò freddamente.
«Bene!» esclamò Rawdon facendo schioccare le dita. «Allora è deciso. Domani ci vedremo per un tè.» Poi lanciò un’occhiata fuori dalla finestra. «Ora che ha smesso di piovere dovremmo andare, Rolf. Mia sorella ci aspetta. Signorina Lovegood, è stato un piacere. A domani!»
«A domani!» gli gridò dietro Luna mentre lui già usciva a grandi passi.
Rolf, dal canto suo, le fece un cenno di saluto con il capo. Prima che uscisse, però, Luna lo trattenne.
«Sono molto felice di venire a bere un tè a casa tua, Rolf. Grazie.»
Rolf sembrò arrossire lievemente. «Figurati. A domani, Luna.»

   
 
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