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Autore: KUBA    17/04/2021    3 recensioni
"Merda, è successo di nuovo. Di questo passo non distinguerò più il reale dall’illusione [...]"
Salve a tutti, questa è la prima volta che pubblico un testo in prosa. Questo progetto fa parte della serie "Hornets", che narra le vicende di James, un avvocato italo-americano molto ambizioso, ma che si è scontrato con la realtà dei fatti. Nella serie troverete anche delle poesie che serviranno per l'evoluzione del protagonista. Anche "Storie di vecchie poesie bruciate" è in fase di elaborazione, quindi sarà un lavoro lungo. Spero che vi possa piacere :)
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hornets'
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VII

Io sono un membro degli Hornets. Da ormai diverse settimane mi sono unito a questa associazione, non certo per scelta, non certo per credo, non certo per desiderio, ma, alla fine della fiera, io sono un membro, e questo comporta, in quanto avvocato, una serie di obblighi e di impegni, primo fra tutti: quello di essere sempre reperibile, ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. Forse, ma non sono così sicuro di quello che vi sto dicendo, questo è uno dei motivi per cui ho smesso di dormire, per cui ormai la mia essenza è quella di un essere infimo, codardo e maledetto.
Ho ottenuto tutto quello che desideravo: un mucchio di soldi, alcolici pregiati, vestiti firmati, un sacco di sesso e il potere. Non mi manca niente, direte voi. Beh, vi sbagliate, eccome se vi sbagliate. Il prezzo da pagare è altissimo: la mia intera anima. Io non sono più nulla.
8.00 A.M. Suona la sveglia. Ma a cosa mi serve una sveglia in questo periodo? Ah quanto mi piace essere così incoerente, non dormo ma lascio che una stupida suoneria scandisca l’inizio della mia giornata, però, forse, riflettendoci meglio non è poi una cattiva idea, del resto per non impazzire del tutto ho ancora bisogno di poter scindere la notte dal giorno, non lasciare che si uniscano in un amplesso che li confonda e non mi permetta più di distinguerli. Oh cazzo, ma cosa sto dicendo? Lasciamo perdere e prendiamo un caffè. Probabilmente – e su questo punto sono più serio che mai – la mia vita finirà quando smetteranno di produrre caffè, cioè io dico: ma chi è quel pazzo scriteriato che vive senza introdurre nel suo corpo quella fantastica droga chiamata caffeina?
Oggi non vi descriverò più tutto quello che faccio, vi dico solo che oggi ho optato per un look formale: abito blue navy di Tom Ford, camicia bianca, con impercettibili linee azzurre, realizzata su misura da Ermenegildo Zegna, ove ho acquistato anche i bellissimi gemelli in oro che indosso oggi, una cravatta blu di Brioni e delle scarpe in pelle nera lucida, che non ricordo dove ho comprato, ormai ho talmente tante scarpe che ricordarsi tutti i luoghi in cui le compro è diventata un’impresa.
Detto questo, passiamo alle cose serie. Ho comprato anche una di quelle fiaschette da whisky, che sanno molto di film, tanto la mia vita è talmente finta che mi fa bene pensare di essere in un set hollywoodiano. La riempio con un whiskey molto particolare, è un whiskey giapponese, la bottiglia non costa troppo, si aggira sugli 80 euro, ma è uno dei miei preferiti ed è quello che preferisco quando devo preparare un old fashioned. Sto parlando del Mars Shinshu Iwai e di quell’ibrido di sapori che ti permea il palato ad ogni assaggio, la quercia, la vaniglia e la cannella, a cui poi si aggiunge per concludere con una straordinaria bellezza quella nota cremosa di mais. Tutti nella vita dovrebbero assaggiare questo liquore straordinario per vivere un’esperienza estatica.
Posso uscire di casa, il mio autista mi starà già aspettando.
Arrivo in ufficio, Azrael è già lì che mi aspetta. Che palle! Da quando lo conosco non l’ho mai visto arrivare in ritardo, chissà come fa.
“Azrael – esordisco – che piacere vederti qui! Non mi aspettavo di trovarti già a quest’ora.”
“Jim, Jim – risponde lui – sei sempre il solito, ci conosciamo da tanto tempo e ancora ti stupisci della mia puntualità? Dovresti saperlo, io arrivo sempre in orario, qualunque sia il mio compito.”
Un ghigno malsano gli scappa sul viso ed ecco che la sento. Dal nero del mio cuore, emerge a passo lento, ma deciso, l’ansia, pronta ad accogliermi in un altro momento di folle intimità. Mi abbraccia, come la più dolce delle madri, ma poi stringe, stringe, stringe, fino a soffocarmi, non posso urlare, non posso piangere, non posso morire.
“Conosco quel sudore, Jim – mi sussurra Azrael – dovresti andare in bagno e riprenderti, abbiamo cose importanti da fare, lo sai”
“Sì. Sì. Lo so. Adesso vado, mi sciacquo e torno, tu non preoccuparti e aspettami qui, Pao… Azrael”
Cazzo. Cazzo. Spero non se ne sia accorto, ne va della mia vita.
Mi lavo la faccia, devo sciacquar via ogni angoscia. Via maledetta, sparisci. Mi colpisco in faccia, mi prendo a schiaffi, sempre più forte, fino a ferirmi il labbro, sino a gustare il sapore del sangue nelle mie papille gustative. Ora sono ritornato in me, posso gestire il caso.
Torno dal mio cliente. È incredibile come non si sia mosso di un millimetro, è ancora nella stessa identica posizione di prima, con lo stesso identico ghigno perverso. Quest’uomo è la mia rovina.
“Dimmi, Azrael – affermo – cosa ci facevi ieri sera in mezzo alla strada nel bel mezzo di una esplosione?
“Cosa vuole che stessi facendo – mi risponde scimmiottando – sono corso in strada subito dopo l’esplosione, perché mi ha svegliato nel cuore della notte ed ero molto spaventato, mi deve credere”
Odio quando fa così, pretende serietà e mi risponde come fossi un deficiente.
“Certo… peccato che casa tua sia esattamente dall’altro lato della città, non mi sembra un movente valido.”
“Mio simpatico avvocato, ma perché si preoccupa di queste facezie? Sono qui perché dobbiamo affrontare una questione ben più importante. Come ben sa, gli Hornets stanno espandendo il loro campo, adesso vogliono acquistare una delle aziende più importanti del paese, la Nazional, l’emittente televisiva più importante del nostro amato paese. Non serve perdere tempo in spiegazioni giusto? Ma a me divertono le perdite di tempo, quindi, stia bene ad ascoltare: come può immaginare, non è opportuno che passino troppi messaggi riguardanti le nostre attività, quiiiindi per proteggerci meglio – perché noi siamo una povera e indifesa associazione che agisce solo ed esclusivamente pro bono – abbiamo pensato di acquistare l’ente principale in materia di informazioni televisive, così da avere un po’ di privacy in più. Dopotutto, anche noi onesti criminali abbiamo bisogno di essere tutelati nella nostra sfera intima e privata, non trova? Poi, una volta che avremo completato questo passaggio, passeremo ad acquisire le emittenti radio e le restanti società in materia di – aspetti che prendo il foglio in cui mi sono scritto la definizione, ecco qui – produzione e distribuzione televisiva. Che ne pensa? Non è tutto così meraviglioso? Ma aspetti! Ancora non le ho detto la parte migliore: sarà proprio lei, mio fantastico avvocato, a vestire i panni del negoziatore con i proprietari della Nazional. Ma ci pensa? In questo momento, lei ha in mano le sorti di uno dei più importanti affari per la nostra organizzazione!”
Ah. Questa poi, non me la aspettavo. E adesso cosa faccio? Non è minimamente il mio campo quello della negoziazione, io mi occupo di diritto penale, ma che cazzo sarà saltato in mente ai superiori?
Prima che io potessi dire qualcosa, però, Azrael conclude il suo monologo.
“Non faccia quella faccia, signor Rabotto, o scusi, volevo dire Jim, i miei superiori sanno che lei non è così negato in materia di negoziazione, del resto all’università ha seguito un corso sul tema, giusto? E poi stia tranquillo, non sarà così complicato, si ricordi che può avvalersi di tutti i mezzi che preferisce, legali e non.”
Termina con una risata dal sapore isterico, poi si alza e va verso la porta. Meno male, cazzo. Questo incubo è finito, odio avere a che fare con uno psicopatico del genere.
Oh merda sta tornando indietro, ma che cosa vuole ancora?
“Ah già dimenticavo – afferma ridacchiando – dobbiamo ancora discutere la mia difesa per la questione di ieri notte. Non penso che ci metteranno molto ad arrestarmi – ma tanto che differenza fa? A me diverte essere arrestato, mi dà quell’ebbrezza che neanche il più forte degli alcolici potrebbe darmi – e dovrà essere lei a tirarmi fuori di prigione. Ma non ho voglia di ascoltare la sua pappardella, tanto so già che mi tutelerà egregiamente, non è vero? Dunque, per una causa di questo tipo potrei offrirle, mmh vediamo, sì: che ne dice di una somma pari a 20000 euro per la fase di studio e di istruzione? Dovrebbero bastare, no?”
Cosa? 20000 euro? Ma è una cifra abnorme rispetto ai parametri ordinari per una causa del genere in primo grado!
“Ah, un’ultima cosa, Jim. Se ti scappa ancora una volta il mio vero nome, giuro sul mio stesso nome, che non mi farò scrupoli nel ritinteggiare questo studio con il tuo fottuto sangue. Intesi?”
Il suo sguardo gelido e privo di qualsiasi emozione umana è l’ultima cosa che voglio ricordare di questo dannato incontro.
Ho bisogno di sfogarmi, mi finisco la fialetta mentre fumo una dozzina di sigarette consecutive. Vediamo chi posso chiamare? Ah sì, Federica, una delle donne più belle che io conosca. Vediamo quali sono i suoi impegni per oggi.
“Pronto, Federica? Ciao, sono Jim, come va? Tutto bene grazie, senti ma oggi hai impegni? No, perfetto, allora sappi che tra un quarto d’ora sarò da te e che sarai mia fino a domani.”
Riaggancio. Mi precipito in macchina e ordino all’autista di lasciarmi da lei.
Penso di essermi meritato una giornata da dedicare al sesso e alla droga.




Angolo dell'autore: Salve a tutti! Eccoci qui con un nuovo capitolo della serie, sfortunatamente il file con il testo si è danneggiato e io ho recuperato quello di ieri sera, quindi, anche se l'ho riletto, eventuali errori o espressioni ridondanti potrebbero essere presenti, se ci fate caso per favore ditemelo che provvederò a correggere! 
Dal prossimo capitolo, ve lo prometto, si entrerà nel vivo della storia e ci sarà più azione. Quindi, un po' di pazienza e vedret dove andrà a parare il nostro povero avvocato.

Buona lettura!
   
 
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