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Autore: Ale Villain    10/05/2021    1 recensioni
AGGIORNATA CON IL CAPITOLO 26 - MARZO 2024
Era così lei: niente di più che una studentessa dalla vita semplice, circondata da pochi affetti e con un passato misterioso, ma che ormai per lei non rappresentava che un mero ricordo. Era così lei, da quando era in quel mondo: ma per quanto ancora le sarebbe andato bene?
---
I.V era stranamente agitato. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva nemmeno come approcciarsi e che motivazione dare a questa sua “visita” inaspettata.
[...]
Stava per muovere un altro passo quando sentì un rumore veloce, alla sua sinistra, proprio dove si trovava il soggiorno.
Si bloccò e si girò piano.
Finalmente la vide.
Era a pochi passi da lui.
E gli stava puntando contro una pistola.

---
Sospirò nervosa e fece per chiudere la porta; I.V, però, non glielo permise e posizionò con uno scatto il piede tra la porta e lo stipite.
Mise una mano sulla porta, spingendola fino ad aprirla nuovamente.
"Non costringermi a usare questi metodi" sussurrò, guardandola intensamente negli occhi.
Ambra deglutì. Quel timbro di voce l’avrebbe fatta impazzire, prima o poi.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo XIII: Rosso di sera I















Rafaelle si mise ad urlare a gran voce.
“Sei seria?! Cioè, non è uno scherzo?” le continuò a domandare, mentre le prendeva le mani tra le sue. Ambra era divertita e sconvolta allo stesso tempo.
“Certo che sono seria!” rispose, alzando automaticamente anche lei la voce, come per adeguarsi al volume dell’amica. 
Raffaelle si lanciò su di Ambra, travolgendola letteralmente e abbracciandola forte. Fortunatamente caddero entrambe sul divano di casa della rossa.
“Mi sembra un po’ esagerata come reazione” mormorò Ambra, ridendo ancora. 
“Mi fai conoscere uno strafigo, Ambra! Ovvio che sono contenta!” continuò lei, lasciandola finalmente andare “E poi cavolo, da un sacco che non vado ad una festa”
Ambra sospirò, ancora con il sorriso sulle labbra. 
Vedendo come aveva reagito la bionda, Ambra pensò che avesse fatto più che bene a chiedere anche a lei di venire alla festa. Perché sì, alla fine aveva accettato quella sottospecie di invito di I.V di andare a quel party esclusivo, solo che era sempre rimasta con un senso di angoscia. Sapere di essere l’unico elemento in un covo di soli cacciatori, non la faceva proprio sentire a suo agio. Così aveva chiesto, o meglio ricattato I.V, avvertendolo che sarebbe venuta ma solo se avesse potuto portare un’amica. Portarsi dietro un’umana non la faceva di certo stare molto più tranquilla, ma almeno ci sarebbe stato qualcuno di cui potersi fidare al cento per cento. Perché di I.V poteva anche fidarsi, ma non poteva dire di fidarsi in toto. Inoltre, sentiva il bisogno di avere una figura femminile su cui fare affidamento.
E poi sapere che la bionda aveva dimostrato un interesse per Jeim poteva tornarle utile. Il cacciatore aveva un carattere tosto, ma anche Rafaelle non era di certo da meno. Forse, tra due teste calde, poteva nascere qualcosa di buono. E magari riusciva anche ad intortarsi un po’ anche lui.
“E come pensi di farla entrare?” le aveva domandato I.V con tono di sfida, quando aveva ricevuto la chiamata di Ambra con la risposta definitiva per la festa “Ti ricordo che si può portare una persona a testa, e io ho portato te”
“Allora è davvero un invito!” aveva esclamato la rossa, quasi facendolo scappare di bocca senza volere. L’ultima volta, I.V era stato più vago riguardo ciò.
I.V era rimasto zitto ancora qualche secondo.
“Sì, okay, è un invito” aveva confessato poi, sospirando “Contenta? Ora, per cortesia, mi spieghi come vorresti portare la tua amica?”
Era ovvio che avrebbe sorvolato e deviato subito, perciò Ambra non rimase sorpresa dal repentino cambio di argomento.
“Invece che venire con te, vengo con Rafaelle” spiegò brevemente, facendo anche spallucce, nonostante fossero al telefono e lui non potesse vederla.
“Ma se ti ho appena detto che sono io che porto te” rispose, con tono scocciato. 
Ambra rimase qualche istante in silenzio, pensando a come poter risolvere la situazione. Prese in mano il volantino della festa e lo osservò qualche istante. 
Quasi improvvisamente si rese conto di una cosa.
“Io ho un invito per la festa…” mormorò piano, osservando il volantino rosso.
“No, ehy, aspett-“ cominciò a dire frettolosamente I.V, ma non riuscì a fermarla in tempo.
“Posso usare questo invito e non venire con te” spiegò “Io mi porto dietro Rafaelle e tu vieni per i fatti tuoi. Così siamo a posto, no?”
Lo sentì sospirare e fare un verso di frustrazione, al che corrugò le sopracciglia.
“Che c’è?”
“C’è che quel volantino che hai lì è il mio!” esclamò I.V, alzando di appena un tono la voce “Se lo usi tu, io non posso entrare”
“Oh…” mormorò Ambra “Aspetta! Ho un’altra idea!” 
I.V farfugliò qualcosa in coreano con tono sommesso. Probabilmente si stava lamentando, in attesa di sapere quale altra cavolata avesse pensato.
“Io porto Rafaelle, tu fai finta di essere stato invitato da Jeim”
Ambra già poteva immaginarselo corrugare le sopracciglia; oppure aveva alzato il sopracciglio con il piercing, cercando di capire se quello che avesse detto fosse serio o meno.
“No”
Risposta secca, concisa, niente giri di parole.
“Io senza Rafaelle non vengo” si impuntò lei, vedendo come si stava evolvendo la questione.
Rimasero entrambi in silenzio per qualche istante, pensando tutti e due a come poterne uscire da quella situazione.
Fu I.V a rompere per primo il silenzio.
“Possiamo far venire Rafaelle come invitata di Jeim” propose. 
“Ehm… Non conosco Jeim, ma non credo proprio sia tipo da portare qualcuno ad una festa solo per fare un favore a me”
“Al massimo il favore lo fa a me, non a te” specificò lui “Anche perché l’imbarazzo di dover far finta di essere un invitato di un altro cacciatore proprio non lo voglio”
Ambra non era molto convinta di quella spiegazione. 
“Resta il fatto che l’invito lo ho ancora io” continuò Ambra, spostandosi una ciocca di capelli da davanti al viso “Quindi per ora rimaniamo che io porto Raf-“
“Non se ne parla” la interruppe subito “Tu vieni con me. Rafaelle va con Jeim e se lui non vuole sono cazzi della tua amica”
Ambra non ebbe neanche il tempo di rispondere, che I.V aveva già chiuso la chiamata.
Che caratterino, si ritrovò a pensare. 
Il racconto della chiamata fece sorridere più volte la bionda.
“Quindi io risulto proprio un’invitata del rosso?” continuava a chiedere Rafaelle, già immaginandoselo vestito di tutto punto e pronto a tenderle il braccio per accompagnarla in una elegantissima sala. 
“In realtà ancora non lo so” rispose Ambra “Jeim non è un tipo semplice, da quello che ho potuto constatare”
“Però se I.V ti vuole tutta per sé, in qualche modo dovrò pur entrare”
Ambra la guardò stranita a quell’affermazione, ma distolse immediatamente lo sguardo quando si rese conto di essere arrossita leggermente.
“Non dire così… Lui semplicemente non vuole essere un invitato di Jeim” ribatté, ripensando anche alle parole che aveva usato con lei.
Rafaelle alzò un sopracciglio con uno strano sorriso.
“Non credo sia solo quello. Se avesse semplicemente voluto che tu in qualche modo ti imbucassi, si sarebbe fatto andare bene qualsiasi metodo. Invece vuole che tu sia una sua invitata…” 
Ambra scosse la testa.
“Mi ha detto che non vuole essere invitato da Jeim”
“E ha anche chiuso la chiamata dicendo che tu vai con lui, giusto?” insistette l’altra.
Ambra si zittì, non sapendo più cosa ribattere. Non poteva negare che tra tutto quello che si erano detti in chiamata, quella era sicuramente la frase che le era rimasta in testa più di tutte. 
Tu vieni con me.
No, sicuramente lo aveva detto sempre per lo stesso motivo per cui, in quel momento, stavano discutendo lei e Rafaelle. Nessun cacciatore voleva essere sottoposto ad un altro, in nessun contesto.
Eppure, il fatto che I.V avesse accettato che lei invitasse un’amica non implicava, in qualche modo, un serio interesse nel volerla portare a quella festa?
“Tesoro, lo so che avendo Richard tu non puoi dire o pensare molto riguardo queste cose… Ma io da esterna le noto” 
Ambra rialzò lo sguardo su di lei.
“Sai, ultimamente Richard non mi presta le giuste attenzioni. Insomma, quando può ci vediamo, altrimenti chi lo sente più. Ed è convinta che io viva solo per lui” disse debolmente, ripensando a quello che le aveva detto la volta precedente. Forse non si era reso conto di quanto male le avessero fatto quelle parole.
Rafaelle annuì comprensiva, mentre la ascoltava parlare.
“Ed è per questo che forse I.V ti fa venire le guance rosse?” ridacchiò la bionda, alludendo a poco prima, avendo notato il leggero rossore che le era comparso in viso “Ti sta dando attenzioni e dimostrando, in qualche modo, che ci tiene a te. E lo fa molto meglio di Richard”
Non poteva sapere se I.V realmente ci tenesse a lei, ma quello che poteva affermare con certezza era che il non aver scelto di portare Richard a questa festa era stato dettato da due semplici motivi: poteva anche stare andando male tra di loro, ma a lui ci teneva e lo voleva comunque proteggere. Il secondo motivo, il principale, era che lui sembrava non capirla più. Non poteva essere solo lei a muovere dei passi nella sua direzione.
Il pensiero di stare mentendogli, però, l’aveva perseguitata per tutta la giornata, anche quando era arrivato il fatidico orario di ritrovo per la festa ed era in procinto di prepararsi. A lui aveva detto una mezza verità, ovvero che andava ad una festa con Rafaelle ed era stata imbucata proprio da lei, per quello non sarebbe riuscita a portarsi dietro anche qualcun altro. Insomma, non gli aveva detto una cosa completamente distante dalla realtà, ma comunque non era tutto.
Ed era proprio a quei pensieri che aveva dato la colpa di quel senso di ansia e di quasi dolore alla bocca dello stomaco. Non aveva mangiato praticamente niente durante il giorno; aveva deciso di far stare a casa sua Rafaelle fin dal mattino, ma neanche la tranquillità e l’allegria della bionda erano bastate per tranquillizzarla.
Ambra si guardò per l’ennesima volta allo specchio cercando di mettere da parte, come meglio poteva, il turbine di emozioni che stava provando.
Continuava a non essere del tutto convinta della scelta che aveva fatto, nonostante quel vestito in velluto color bordeaux le stava più che bene, lo doveva ammettere. Aveva le maniche a tre quarti, la scollatura non particolarmente profonda ed era svasato, così che le fasciasse bene la figura. Aveva indossato, per completare il look, un paio di stivali neri con un po’ di tacco, alti fino al ginocchio. 
Non era abituata a vestirsi così elegantemente. Aveva anche provato a farsi i boccoli, per l’occasione, ma non era per niente capace, perciò il risultato era qualche boccolo sul davanti e il resto dei capelli un misto indefinito tra il mosso e il liscio. Sperò nessuno si lamentasse della cosa. 
Fece un mezzo giro su sé stessa per provare a guardarsi anche di schiena. 
Chissà se a I.V piacerò.
“No, Ambra” come se si fosse resa conto solo in quel momento del pensiero che aveva formulato “No, cazzo” continuò a ripetere. 
Si maledisse mentalmente, ripetendosi che le uniche persone per cui poteva permettersi di farsi bella erano sé stessa e, al massimo, Richard, il fidanzato. Non doveva importargli del parere di I.V. 
O meglio, doveva importarle ma solo per fargli fare bella figura alla festa. Non per altro. 
“Gliela farò fare, questa bella figura?” mormorò tra sé e sé.
“Ma come siamo belle!” 
Ambra osservò, dal riflesso dello specchio, la figura che era appena entrata in camera sua. Rafaelle aveva aperto la porta con un sorriso sornione. La rossa si scostò dal viso un ciuffo di capelli, con fare imbarazzato.
“Anche tu stai molto bene” rispose ricambiando il sorriso. Sì, quella gonna rossa a tubino e la camicetta nera le calzavano a pennello.
“Se ci sei, possiamo cominciare ad andare” dichiarò poi “Anche perché tuo fratello è ingestibile”
Già, anche Giovanni era diventato particolarmente difficile quel giorno. Non era affatto convinto di questa festa e Ambra lo poteva capire perfettamente. Però, lui sapeva dov’erano e la rossa gli aveva promesso che avrebbe tenuto il telefono sempre con sé.
Uscì dalla camera seguendo Rafaelle e dirigendosi in salotto, proprio per salutare il fratello.
“Per qualsiasi cosa, chiamami. Qualsiasi”
Ambra annuì e gli diede un bacio sulla guancia, costringendosi a calmare una volta per tutte l’ansia che sentiva crescere, man mano, dentro di sé.




 
***




I.V si appoggiò alla sua macchina, poco dopo aver parcheggiato a pochi passi dal locale. Jeim era subito sceso a fumarsi una sigaretta per ingannare il tempo. Il moro lo osservò con la coda dell’occhio; ancora non gli aveva detto che lui avrebbe dovuto portarsi dietro l’amica di Ambra. 
Che, a proposito, ancora non erano arrivate. Non si sarebbe meravigliato se fossero arrivate in ritardo. In realtà, anche Yunho e Hoseok non si erano ancora presentati; Won Hu, invece, da quanto avevano capito non aveva intenzione di venire. Come sempre. 
“Finisco di fumare ed entriamo” dichiarò Jeim, esalando del fumo. I.V non gli rispose, ma già si pregustava la sua reazione alla notizia della sua invitata a sorpresa. 
Osservandolo attentamente, si rese conto di quanto si fossero vestiti simili. Entrambi avevano un completo camicia, giacca e pantaloni eleganti. Una scollatura sul davanti, ed una catenina a poggiare delicatamente sul petto. I.V aveva anche indossato dei piccoli orecchini a cerchio, mentre Jeim aveva optato per un bracciale argentato. L’unica cosa che veramente li differenziava era che il colore del completo, che sembrava matchare perfettamente con i capelli: quello di I.V era nero, quello di Jeim rosso.
“Ti piaccio?” ghignò Jeim nella sua direzione, facendo poi un giro su sé stesso come per mostrarsi meglio, avendo notato lo sguardo dell’altro ancora puntato su di lui.
I.V alzò il sopracciglio con il piercing.
“Stavo solo constatando quanta poca fantasia abbiamo nel scegliere come vestirci” rispose poi.
Jeim squadrò rapidamente I.V e poi si specchiò nel finestrino della sua auto. 
“Cazzo, ma potevi scegliere qualcos’altro!” gli disse, per poi passarsi una mano tra i capelli per dargli una sistemata.
“Magari ho scelto prima io” ribatté l’altro, infilando le mani nelle tasche e poggiando la suola della scarpa destra sul copertone.
Jeim sbuffò, senza aggiungere altro. 
I.V tornò con lo sguardo dritto davanti a sé, distogliendo l’attenzione dal rosso; alzò per qualche istante la testa per far scrocchiare il collo. 
Tornò con la testa dritta e le vide comparire. Due figure femminili che si dirigevano verso la porta del locale. Stavano passando davanti a loro, ma non si erano minimamente accorte della presenza dei due. 
Riconobbe subito Ambra, sia per il colore dei capelli sia per l’andatura più insicura rispetto all’altra ragazza che era con lei, dai capelli biondi e lunghi e che camminava con scioltezza sui tacchi. D’un tratto si fermarono entrambe e la rossa tirò fuori il telefono, forse per assicurarsi di essere arrivate al punto giusto. 
Anche I.V tirò fuori il telefono.

From I.V To Ambra H 21.31
Girati.

La vide alzare immediatamente lo sguardo, cercando il mittente del messaggio. Si guardò intorno un paio di volte, prima di puntare finalmente lo sguardo su di lui. 
Rimase immobile per qualche secondo, poi la vide allungare il braccio per cercare l’amica che era ancora intenta a studiare il nome del locale. La bionda la guardò qualche secondo; poi Ambra, probabilmente, le doveva aver detto di girarsi. E così lo fece anche lei.
La bionda parve illuminarsi. Cominciò a camminare a passo spedito verso di loro, mentre Ambra le stava dicendo di aspettare. Le sembrava parecchio più impacciata del solito.
La bionda si piazzò di fronte ad I.V che si staccò dall’auto e la squadrò qualche istante. Ambra, nel frattempo, l’aveva raggiunta. 
Allungò la mano verso il moro.
“Tu devi essere I.V” dichiarò “Io sono Rafaelle”
Ambra, nel frattempo, stava cercando un modo per scomparire da lì per l’imbarazzo. 
Jeim si affiancò ad I.V.
“E questa chi cazzo è?” gli domandò in coreano, continuando a squadrarla come se fosse un essere strano uscito da chissà dove.
Rafaelle corrugò le sopracciglia e girò la testa verso Ambra, abbassando la mano.
“Ma sei sicura che parlino italiano?” 
Ambra aveva incrociato le mani tra loro e si stava tenendo a debita distanza. Annuì stringendo le labbra. 
“Certo che parliamo italiano, cosa credi?” rispose Jeim. 
Rafaelle riportò l’attenzione su di lui. 
“Finalmente ho l’onore di conoscere il mio accompagnatore!” esclamò sorniona. 
“Il mio che?” ribatté il rosso, senza capire. 
I.V colse la palla al balzo, lasciandoli da soli a “conoscersi”, per allontanarsi appena dai due e raggiungere la rossa. Era la prima volta che non la vedeva vestita in modo casual e aveva rapidamente capito il perché: si vedeva chiaramente che non era a suo agio. Continuava a guardarsi intorno, a controllarsi le unghie, a guardare l’orario sul telefono. Completamente imbarazzata. 
Approfittò della – almeno apparente – distrazione di Ambra e rimase ad osservarla per qualche secondo. 
Stava dannatamente bene vestita così. 
“Ti sei ricordata l’invito, vero?” le domandò, muovendo un altro passo verso di lei.
Quest’ultima quasi sobbalzò. 
“Sì, certo” rispose poi, tirando fuori dalla pochette nera il volantino. Lo porse ad I.V, che se lo riprese volentieri.
“Cominciamo ad entrare” le disse, superandola.
Quest’ultima non si mosse.
“Io aspetto Rafaelle” 
I.V si bloccò. Chiuse gli occhi e sospirò piano.
“Ambra non cominciam-“
“Io non ti ho mai invitato! Non se ne parla!” 
Entrambi si voltarono verso Jeim, che aveva appena urlato contro Rafaelle. 
La bionda lo stava guardando con espressione furiosa. 
“E dire che parti avvantaggiato con quegli occhi che ti ritrovi, peccato che sei veramente insopportabile!” gli urlò di rimando lei.
Ambra, che stava osservando la scena impietrita, venne improvvisamente presa per un braccio dall’amica. Non contenta, passando di fianco ad I.V, la bionda gli strappò di mano il volantino.
Quest’ultimo non ebbe nemmeno il tempo di ribattere, che la sentì dire “Vacci tu con quello stronzo”
I.V rimase con la mano sospesa a mezz’aria, mentre si girava verso il rosso, che non lo era più solo di capelli. Probabilmente da un momento all’altro sarebbe scoppiato.
“Sarà una serata molto lunga…” sospirò I.V, abbassando la mano e dirigendosi verso il locale. 


















Angolo Autrice
Come si può intuire dal titolo del capitolo, questo è un'introduzione al tot. numero di "episodi" dedicati alla serata. Ci sarà tanto da scoprire, tanto da emozionarsi (spero, ovviamente!) e anche un po' di colpetti di scena! Sinceramente non vedo l'ora di presentarvi anche gli altri dedicati alla festa.
E lo so, ultimamente invece che il sabato sto pubblicando praticamente sempre il lunedì. Ma prima, essendo zona rossa e poi arancione, me la gestivo meglio con il sabato pomeriggio, visto che il sabato mattina lavoro. Ora che siamo gialli, ovviamente i week end li passo con il mio fidanzato e non mi porto il pc dietro. Però mi sembra di stare comunque rispettando la cadenza settimanale, per me l'importante è questo.
Ad ogni modo, spero la storia vi stia piacendo tanto quanto a me, anche se io sono di parte.

Un salutone.
  
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