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Autore: Kagome    11/05/2021    8 recensioni
La festa della mamma colpisce duramente Adrien. Ma quando Marinette fa del suo meglio per tirargli su il morale, la reazione impulsiva del ragazzo provoca un'escalation di eventi molto inaspettata. Riuscirà Chat Noir a sopravvivere a una sessione di 'Obbligo o Verità' con Marinette e Alya? Senza avere un infarto o mettere a repentaglio la sua identità segreta? Leggete e scopritelo ;) Adrienette/Marichat, angst, fluff e bel reveal!
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 — la Verità fa male…

"Cosa c'è da fraintendere in quest'immagine?" Alya girò il telefono e gli mostrò la foto che aveva scattato pochi secondi prima, di loro due abbracciati. Chat Noir rimase inorridito nel vedere come il suo viso fosse in piena vista, e che aspetto orribile avesse. Deglutì a vuoto e si portò una mano alla nuca.

"Se mi lasci spiegare!" iniziò Marinette.

"Sono tutta orecchi," ribatté Alya, incrociando le braccia sul petto Batteva ritmicamente il piede destro sul pavimento. "Ed è meglio che sia una buona scusa perché questo può essere uno scoop per il mio Ladyblog. Immagina gli hits che potrei ricevere. 'Chat Noir tradisce Ladybug con la mia migliore amica!'" Alya tirò su le braccia mettendo in evidenza il titolo immaginario con il pollice e l'indice di entrambe le mani.

"Ma non è vero!" "Nessuno sta tradendo Ladybug!" dissero i due, quasi contemporaneamente.

"Ah, devo solo scrivere un paio di parole e premere invio... e il mondo lo saprà. A meno che la vostra scusa non sia assolutamente ragionevole, ovviamente! In tal caso potrei, e sottolineo POTREI, farvela scampare."

Ma l'espressione di Alya passò dallo scherno alla perplessità quando finalmente diede un'occhiata a Chat Noir, il suo sorriso si spense e gli chiese, "A proposito, Chat Noir, cosa ti è successo? Ti ha investito un treno?"

Chat Noir aprì la bocca per rispondere. E poi la richiuse. Apri e chiudi... si sentì come un pesce fuor d'acqua. Non sapeva che dire. Ogni volta che pensava a qualcosa, apriva la bocca per parlare, ma poi cambiava idea pensando che fosse troppo stupido. Non voleva scavarsi una fossa ancora più profonda. Forse era meglio tenere la bocca chiusa!

"Sì, ecco, è proprio per questo", disse Marinette, poiché evidentemente aveva capito che lui non avrebbe parlato. "Ecco perché lo stavo abbracciando. È atterrato sul mio balcone pochi minuti fa, Alya. Era in uno stato terribile. Ho fatto per lui quello che avrei fatto per te, se ti avessi trovata in lacrime da qualche parte."

Gli occhi di Alya si addolcirono quando sentì le parole di Marinette, e le sorrise. Tuttavia, il suo sguardo fu di nuovo duro quando si spostò sul viso di lui. Chat Noir deglutì.

"In questo caso, ho un'altra domanda." Chat Noir sapeva che non gli sarebbe piaciuta, per niente. "Che cosa ci faceva esattamente sul tuo balcone a," guardò l'orologio, "quasi le otto di sera?"

"Ha detto passava da queste parti e ha visto la luce della mia stanza."

"Di tutte le luci, proprio la tua! Sono sicura che ci sono MOLTE luci accese in giro a quest'ora Marinette. Com'è che lui ha deciso di fermarsi proprio qui?"

"Perché..." Marinette esitò un secondo. "Perché in passato lui mi ha aiutata durante due akumizzazioni. Ti ricordi di Evillustrator? Ladybug lo aveva mandato qui per proteggermi. E mi ha anche salvato quando mio padre è stato akumizzato. Quindi conosceva il mio balcone!"

"Okay, ma ancora non si spiega perché lui abbia scelto di fermarsi qui invece di sentirsi triste a casa sua, o andare a farsi consolare da Ladybug!"

"LUI ha un nome!" urlò, unendosi alla conversazione. Maledizione, la sua voce era ancora rauca! Tossì per schiarirsi la gola. "Ero in giro e sono atterrato qui per caso. Marinette mi ha visto in faccia e mi ha detto di entrare. Mi ha dato un asciugamano per asciugarmi i capelli e un abbraccio. Punto. Fine della storia."

Alya iniziò a pasticciare con il telefono, poi lo guardò, alzando un sopracciglio. "Vai avanti, scavati una fossa più profonda. Sto scrivendo."

"Non so perché mi sia fermato qui!" Chat Noir stava diventando sempre più frustrato. Se Alya avesse continuato, sarebbe di sicuro esploso!

Ma Alya non aveva intenzione di smetterla. Fece un sorrisetto e disse in modo beffardo: "Devo andare a prendere i popcorn? Inizio a divertirmi!"

"ARGH, maledizione!!" Non ce la faceva più. "A proposito, cosa ci fai tu qui? Anche tu sei qui alle otto di sera!"

Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Chat Noir sarebbe morto all'istante. Il ragazzo sentì la fossa allargarglisi sotto i piedi.

"Per tua informazione, Marinette mi ha chiamato questo pomeriggio dopo aver consegnato qualcosa... a qualcuno... non sono affari tuoi." Alya tossicchiò educatamente, e il cuore di Chat Noir perse un battito perché sapeva esattamente di cosa stesse parlando la bruna. "Mi ha chiesto di venire stasera per un pigiama party tra ragazze per discutere di... certe cose... su quel qualcuno. Quindi, IO avevo il diritto di essere qui, Chat Noir. Tu invece devi ancora giustificare la tua presenza!"

Chat Noir lanciò un'occhiata di sfuggita a Marinette e l'espressione della ragazza gli confermò che Alya non stesse mentendo. All'improvviso però Marinette prese a sorridere nervosamente, rossa in volto e molto rigida.

"Potreste abbassare la voce per favore? Mamma e papà non sono sordi e sono al piano di sotto!" disse con un sibilo. Oh già, era vero. Il panificio chiudeva alle otto. I genitori di Marinette erano sicuramente tornati all'appartamento.

Come c'era da aspettarsi, una voce rimbombò dal piano di sotto. "Va tutto bene, ragazze?"

Era il signor Dupain, pensò Chat Noir. Il cuore iniziò a battergli all'impazzata in petto e la sua espressione doveva essere totalmente terrorizzata perché fu molto mortificato nel notare lo sguardo divertito che gli aveva lanciato Alya.

"Sì, signor Dupain, non si preoccupi!" disse la bruna. "Marinette mi stava facendo vedere un video divertente su YouTube!"

"Ah okay. Mi era sembrato di aver sentito la voce di un ragazzo."

A Chat Noir si fermò il cuore. No per favore, oggi non avrebbe potuto sopportare un altro Papà Mannaro!

"No, signor Dupain. Marinette si è dimenticata di abbassare il volume del video!"

"Va bene allora. Siamo qui sotto se avete bisogno di noi!"

"Sì, papà, grazie!" disse Marinette nervosamente.

Chat Noir udì i passi che si allontanavano sempre più e si rese conto di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo. Tirò un sospiro di sollievo.

"Avrei dovuto farti una foto anche un attimo fa, Micetto. Eri così buffo!" Alya si guadagnò un'occhiataccia sia da parte di Chat Noir che di Marinette.

"Beh, visto che sembra che voi abbiate cose… da ragazze… da discutere, suppongo sia venuto il momento di lasciarvi e andarmene." Si voltò verso la scala che portava al soppalco con il letto di Marinette per uscire dal lucernario, ma riuscì a fare solo due passi perché sentì qualcosa che lo tirava per la cinta e quando si girò per controllare vide che Marinette aveva afferrato la sua coda e lo guardava con un cipiglio determinato.

"Aha. Non vai da nessuna parte, Gattino. Non in questo stato", disse lei. Per enfatizzare quanto detto, lo tirò vicino a sé e gli fece segno di no con il dito davanti agli occhi.

"Sì, fai un altro passo e premo il pulsante 'invia', Micetto. O resti qui con noi stasera, o giuro che il mio articolo ti lascerà a bocca aperta!" disse Alya, agitandogli minacciosamente il telefono in faccia con un sorrisetto malizioso sulle labbra. Sembrò essere ancora più divertita dalla sua espressione inorridita.

Favoloso! Si mise a sedere a gambe incrociate, con rabbia. Era in trappola e le due ragazze lo sapevano benissimo.

"Va bene..." sospirò Marinette. Era contenta che lui non stesse opponendo resistenza? "Dato che resteremo qui per un bel po', vado di sotto a prendere qualcosa da bere e un po' di avanzi della boulangerie."

Le sue orecchie da gatto si rizzarono a quelle parole. All'improvviso essere intrappolato in quella stanza non sembrava più essere un tale calvario. Chat Noir osservò Marinette aprire la botola e scendere le scale con cautela.

"Muovi un piede, Micetto, e il mio articolo va online", lo avvisò Alya. "La tua storia non mi convince affatto e voglio anche capire per quale motivo tu sia in questo stato, non ti ho mai visto così. E credimi…" Si sedette a gambe incrociate accanto a lui e gli diede un amichevole colpetto sul naso. A Chat Noir il gesto non piacque. Solo la sua Lady gli dava i buffetti sul naso. "Sono un'esperta a estrapolare la verità."

Sì, Chat Noir lo sapeva benissimo. Nino era stato molto chiaro su questo punto. Non riusciva a nascondere NULLA alla sua ragazza, lei lo scopriva sempre e riusciva sempre a estrapolare la verità. Chat Noir deglutì di nuovo.

"Non c'è niente da estrapolare", cercò di dire, ma sapeva, al 1000%, che Alya non gli avesse creduto.

"Certo, come no." Gli occhi della ragazza divennero minuscole fessure sul suo viso. "In tal caso non hai nulla di cui preoccuparti, vero?" Gli sorrise trionfante quando lo vide deglutire di nuovo.

Maledetta Alya. Oggi non era il caso, Non era nello stato d'animo giusto per affrontare un interrogatorio! E non poteva nemmeno scappare! Gesù, ma perché era atterrato sul balcone di Marinette nei panni di Chat Noir? La sua espressione doveva aver mostrato il suo terrore, perché Alya lo osservava divertita.

La faccia da poker non era mai stata il suo forte. Era proprio nei guai!

oOo

Quando Marinette tornò, aveva un vassoio con cibo per almeno venti persone. A Chat Noir venne l'acquolina in bocca alla vista delle quiche, dei vol au vent, dei croissant e dei macarons. C'erano anche bigné e alcune fette di torta di ricotta e pinoli (secondo quanto aveva detto Marinette, perché lui non aveva mai visto una torta del genere). La ragazza aveva anche portato un paio di bottiglie, una d'acqua e l'altra di succo d'arancia.

Nathalie non lo avrebbe mai perdonato se avesse mangiato tutta quella roba a quell'ora di notte. Naturalmente, Chat Noir se ne fregò altamente. Prese una fetta di torta e ci diede un morso.

Ma che cosa divina! Gli sfuggì dalle labbra un gemito di contentezza.

"Ma guardalo Marinette!" La voce di Alya sembrava ancora più divertita di prima.

"Sì... cos'è che dicono? Dai da mangiare a un gatto randagio e non te lo toglierai più dalle scatole?"

Le due ragazze si misero a ridere, ma a lui non poteva importare di meno.

Diede un altro morso alla torta e di nuovo gemette di contentezza. Ecco, aveva deciso. Poteva rimanere intrappolato in camera di Marinette per il resto dei suoi giorni; anche affrontare l'interrogatorio di Alya non sembrava più essere un problema insormontabile pur di poter continuare ad assaporare questo pezzo di Paradiso.

"A proposito, Micetto. Penso tu possa toglierti quella maschera dalla faccia."

Alya si guadagnò due occhiatacce.

"Oh... intendo la maschera per gli occhi, non la sua maschera da supereroe!" Lo disse guardando Marinette, che sorrise all'istante. Oh, sì, la maschera per gli occhi. Se n'era completamente dimenticato. La staccò e la mise per terra accanto al piatto vuoto.

"Sembra un po' meglio, Gattino", gli disse dolcemente Marinette.

"Wow... doveva essere davvero in uno stato disastroso!" Quella era Alya.

"Non ne hai idea Alya... avrebbe potuto facilmente essere akumizzato. E in effetti mi domando come sia possibile che Papillon non abbia colto l'occasione al volo. Normalmente non si lascia sfuggire opportunità del genere."

"Forse... aveva da fare? Era malato? All'estero?" tentò di dire lui, ma anche lui lo trovava strano. Aveva letteralmente pianto tutto il giorno e non aveva visto l'ombra di un'akuma. Non gli dispiaceva ovviamente, ma era di sicuro strano. Che Papillon stesse perdendo smalto?

"Sì ... sono passati un paio di giorni dall'ultimo attacco akuma. Suppongo che anche lui sia un essere umano; magari ha un impegno o sta male!" pensò a voce alta Alya. "Forse hai ragione, Micetto. Magari è all'estero… chi lo sa. Dev'essere lontano altrimenti non si sarebbe perso un'emozione forte come la tua. Io sono stata akumizzata per molto meno!"

"Mhhhmhhh" fu l'unica cosa che riuscì a dire lui mentre divorava il terzo croissant, questa volta farcito al cioccolato. Chiuse gli occhi per assaporarne il sapore cioccolatoso.

"Bene, è meglio che mangi qualcosa pure io prima che il signor CAT-astrofe qui svuoti il ​​vassoio!" Alya prese un croissant alla crema pasticcera gli diede un morso. Chat Noir inarcò un sopracciglio, sia per il gioco di parole che per l'offesa di aver visto un croissant di una tale beltà lasciare il vassoio nelle mani di qualcun altro. "Sei proprio buffo, sai Micetto!" Alya rise quando notò il suo disappunto e finì di mangiare il suo croissant in un paio di morsi, leccandosi languidamente le dita.

"Cosa facciamo per passare la serata?" chiese Marinette, ma prima che Alya potesse dire nulla, aggiunse: "Che ne dici di guardare qualcosa in TV, tipo un film Disney?"

Alya le lanciò uno sguardo furibondo. Chat Noir ebbe la vaga sensazione che il piano di Alya non prevedesse guardare la TV.

"Ma che bell'idea!" disse lui.

"E dimmi, Marinette. Come fai a nascondere il nostro ospite ai tuoi genitori se andiamo di sotto a guardare la TV?"

Il sorrisetto nervoso di Marinette fece capire a Chat Noir che la ragazza non ci avesse pensato. "Ops..." disse lei infine.

"Ho un'idea", annunciò Alya. Marinette si irrigidì. Chat Noir ebbe la sensazione che non gli sarebbe piaciuta l'idea della ragazza. "Facciamo un gioco!"

"Un gioco?" dissero insieme lui e Marinette.

"Sì... qualcosa di divertente, che può distogliere la tua mente dai pensieri cupi, Gattino, e la mente di Marinette dalle... preoccupazioni... e che possiamo fare proprio qui, adesso, senza bisogno di farti trovare dai genitori di Marinette." La ragazza gli diede un'occhiata furba e Chat Noir sapeva benissimo che non fosse per niente quello l'obiettivo del gioco.

"Tipo…?" chiese dubbioso.

"Diciamo ... obbligo o verità?" Ecco. Sì, non gli piaceva per niente l'idea.

"ALYA!!" Marinette alzò la voce e poi si guardò intorno preoccupata. Probabilmente aveva paura che i genitori potessero sentirla. Continuò a parlare tra i denti: "Chat Noir è un supereroe. La sua identità deve rimanere segreta. Non puoi fargli domande e aspettarti che sia sincero!" Chat Noir sorrise nervosamente e annuì. Parecchie volte.

"Beh..." Alya non sembrava pronta a rinunciare all'idea. "Possiamo mettere la regola che le domande che possono rivelare la sua identità siano off limit. Che ne dici? Giuro con il mignolino di non fargli domande trabocchetto!"

"Sei sicura, Alya? Io ti conosco..." Marinette la guardò accigliata, ma Alya le sorrise, agitando il mignolo nella sua direzione. Poi, lanciò a Chat Noir uno sguardo furbo che gli fece venire i brividi lungo la schiena.

"Ma ovviamente si possono fare domande succose che non rivelino la sua identità," sussurrò.

Marinette non sembrava affatto convinta, e nemmeno lui, a essere sincero. Sapeva che Alya voleva avere informazioni sul perché lui fosse in quello stato e perché si trovasse da Marinette e non poteva dirle nulla senza rivelare la sua identità. Ma se Alya manteneva la sua parola e non gli faceva domande che potessero rivelarlo, anche lui non riusciva a vedere il problema nel fare questo gioco. Infatti era uno di quei giochi a cui aveva sempre voluto partecipare, gli sembrava davvero divertente. "Ma se c'è una domanda o un obbligo, a cui non vuoi rispondere perché è imbarazzante, come fai?" chiese infine. "Questo gioco mi interessa, non ci ho mai giocato e mi farebbe piacere davvero farlo. Ma non so cosa aspettarmi e non conosco le regole, ecco tutto."

Decise di essere sincero, ma se ne pentì immediatamente perché sia Marinette che Alya lo guardarono con gli occhi spalancati, manco avesse avuto tre teste.

"Eh?" chiese un po' sorpreso.

"Ma come, Chat Noir, non hai mai giocato a Obbligo o Verità? Pensavo fossi un tipo estroverso!" Alya stava ancora alzando un sopracciglio alla scoperta. Persino Marinette sembrava sorpresa.

"Beh, le cose non sono sempre come sembrano." Chat Noir abbassò lo sguardo. Non era pronto ad ammettere con le ragazze che la sua vita fosse molto meno eccitante di quanto loro potessero pensare. Sentì il sangue fluirgli sulle sue guance e si toccò nervosamente la nuca con la mano. Lo sguardo sorpreso di Alya si trasformò in un cipiglio, come se sospettasse qualcosa.

"Se non vuoi rispondere a una domanda o a un obbligo, Micetto, devi fare penitenza", disse infine la ragazza bruna.

"Cioè?"

"Ti togli un capo di abbigliamento!" terminò Alya con nonchalance. "Il che non include scarpe, calzini o cinture!"

"Hey! Non è giusto!" Chat Noir iniziò a sentire parecchio caldo. Questa storia gli piaceva sempre meno. Si immaginava Plagg con l'occhio della mente ridere all'impazzata per il casino in cui si era infilato. "Io posso togliermi solo la cintura!"

"Mmmmmmh..." Alya lo guardò, poi gli si avvicinò. Ispezionò attentamente la sua tuta da supereroe. Molto da vicino. Fin troppo da vicino. "Porti gli stivali..." disse infine.

"Che hai detto non contano! E non so nemmeno se posso toglierli!" sospirò. "Non ho mai provato..."

La ragazza continuò a ispezionare la sua tuta. "Queste coperture si staccano?" Indicò le coperture in cima ai suoi guanti.

"Boh? Non ne ho idea."

"Hanno un bottone!" disse lei, e continuò a cercare. Il suo sguardo raggiunse il petto del ragazzo. "C'è una lampo qui!" osservò trionfante, indicando la sua campanella.

"E poi c'è la campanella..." aggiunse timidamente Marinette.

Chat Noir si ricordò che Plagg non era rimasto molto favorevolmente impressionato dalla sua tuta. Era questo il motivo?

"Non so se posso toglierla. E per quanto riguarda la lampo... non so se si apre!" Ma mentre lo diceva, sentì una strana sensazione sul petto, come se qualcosa fosse stato rilasciato. Si guardò il collo e notò che la tuta era leggermente più allentata del solito. PLAGG !! Ti ammazzo quando ti becco! Ma cosa fai? Vide la mano di Alya raggiungere la sua campanella e usarla per tirare un pochino più in basso la lampo della sua tuta.

Lo zip scese un pochino. La stanza divenne improvvisamente MOLTO calda.

"Voilà. Funziona, che bugiardo che sei! Possiamo iniziare allora?"

"Ma... non credo di portare... niente... sotto..."

Alya si finse sorpresa e... oltraggiata? "Suvvia Chat Noir... Non riesco a credere che il supereroe più flirt di Parigi sia qui, con due belle ragazze che vogliono che si scopra il petto... e si senta imbarazzato a farlo? Non vogliamo che ti tolga la maschera, bello di casa. Solo la tuta."

Oddio, Alya, quella ragazza aveva seriamente intenzione di fargli prendere un infarto. Guardò Marinette per ottenere supporto, ma la ragazza sorrideva e sembrava quasi sul punto di ridere. Questo davvero non lo aiutava, Marinette!

"Che c'è da ridere?" chiese un po' accigliato.

"Sai, normalmente sono io quella in imbarazzo quando facciamo questo gioco," ridacchiò lei. "E' divertente vedere te in imbarazzo, per una volta, Micetto!"

Chat Noir sapeva di essere nei guai nel momento in cui aveva visto la testa di Alya spuntare dalla botola. Ma ora ne aveva la certezza assoluta. Non sarebbe sopravvissuto alla nottata!

"M-ma tu hai il ragazzo no, Alya?" disse Chat Noir, cercando un'altra via di fuga.

"E allora? A Nino non dispiacerà! L'importante è guardare ma non toccare!" Per enfatizzare le sue parole, la ragazza bruna spostò il dito dalla lampo della sua tuta alle sue spalle, e glielo passò delicatamente lungo il braccio. Gli vennero i brividi e la sensazione non gli piacque affatto.

"Allora, iniziamo?" Alya sorrise e si alzò per prendere una bottiglia di plastica dalla scrivania di Marinette; finì di bere l'acqua all'interno e poi la mise sul pavimento, sedendosi in modo da creare in una specie di triangolo. "Per rendere l'inizio più equo, facciamo girare la bottiglia per stabilire chi comincia. Dopodiché, sceglie la persona che fa la domanda, Gattino." Beh, almeno essere stato sincero e aver spiegato di non averci mai giocato aveva il vantaggio che Alya stesse spiegando le regole.

Il ragazzo annuì e la bottiglia iniziò a girare. Si fermò davanti a Chat Noir, che si strofinò le mani deliziato. Per una volta era stato fortunato!

"Ok Gattino... ora chiami il nome di una persona e chiedi 'obbligo o verità', e vedi cosa ti risponde. A seconda di ciò che sceglie l'altro, fai una domanda a cui deve rispondere in modo sincero o lo obblighi a fare qualcosa che pensi che potrebbe non voler fare", spiegò Marinette. Poi arrossì e aggiunse con un sorrisetto sfrontato (wow non aveva mai visto un sorriso del genere sul viso di Marinette!) "Tipo per esempio chiedere a te di abbassarti lo zip sul petto!" La ragazza ridacchiò perché doveva aver notato quanto lui fosse arrossito. Maledizione, Marinette! Da lei non se l'aspettava!

"Va bene... allora... fammi pensare... mmmmmmmh .... Marinette... obbligo o verità?" In fondo se l'era cercata.

"Verità!" disse lei, fin troppo in fretta per i suoi gusti.

"Mhhhhh..." Finse di non sapere cosa chiedere, ma aveva una domanda che gli stava girando nel cervello da diverso tempo e questa era un'occasione d'oro per investigare un pochino su quello che era successo quel pomeriggio. Una volta tanto, fu grato ad Alya per aver menzionato il dettaglio poco prima, o non avrebbe potuto chiedere senza rivelare la sua identità. Invece così aveva la scusa! "Poco fa, Alya ha detto che le hai chiesto di venire qui perché avevi dato qualcosa a qualcuno... ma è stata molto vaga e questo mi rende curioso. Cosa hai dato, e a chi?" Provò una grande soddisfazione nel vedere le guance della ragazza prendere fuoco. Almeno non era più l'unico ad essere imbarazzato. Fece un sorriso sornione.

"Wow… sei sicuro che non hai mai giocato, Chat Noir? Sono sbalordita!" Alya lo fissò, poi spostò lo sguardo su Marinette che stava ancora guardando il pavimento, rossa in viso.

"Magari non ho mai giocato, Alya, ma lo sai che sono purr-fettamente in grado di imparare in fretta!" Le fece l'occhiolino, guadagnandosi un'occhiataccia da parte Marinette, ma un bacetto al volo e un occhiolino in risposta da Alya. Ridacchiò: dopotutto questo gioco non era così male!

"Uh... beh," vide il rossore di Marinette diventare più profondo; la ragazza non sembrava riuscire a parlare. Poi fece un grande respiro e lo guardò con determinazione. "Io... vedi… c'è questo ragazzo che... che mi piace, te ne avevo già parlato." Chat Noir annuì, ma subito dopo si strozzò con la sua saliva e iniziò a tossire.

"Tutto bene, Gattino?" Alya gli si avvicinò e gli diede un paio di schiaffoni sulla schiena.

"Uh. Sì, meglio... "

Cosa aveva detto, Marinette? Che voleva dire? Lui sapeva benissimo a chi lei avesse dato quel qualcosa!

"Nelle ultime settimane l'ho visto diventare sempre più triste e non sapevo cosa stesse succedendo. Non ha detto niente a nessuno, incluso Nino che è il suo migliore amico. Non sapevo cosa pensare. Negli ultimi due giorni a scuola, sembrava quasi depresso." La ragazza sospirò sommessamente.

"Non sono riuscita a chiedergli che cosa lo preoccupasse, perché non riesco mai a spiccicare due parole in croce attorno a lui, ma era evidente che fosse a disagio, se n'è reso conto perfino Kim e lui, lasciamelo dire, non è che brilli di acume."

Chat Noir continuava a fissare Marinette in un silenzio scioccato. L'unica cosa che gli era rimasta nel cervello di quanto la ragazza avesse detto finora era la prima frase che aveva pronunciato. "C'è questo ragazzo che MI PIACE". Cioè le piace nel senso che… le piace piace?

"Quindi, ho deciso di controllare se magari ci fosse qualche evento sportivo questo fine settimana, un torneo di scherma, qualcosa che magari lo preoccupasse, ma nulla, non riuscivo a trovare niente. Poi questa mattina ho acceso il mio computer e ho visto un messaggio di una ragazza che seguo su Twitter. Faceva gli auguri alla sua mamma per la festa della mamma… quindi ho fatto una ricerca e ho scoperto che oggi è il giorno della festa della mamma in Inghilterra."

Chat Noir deglutì mentre lei continuava: "So che sua madre è scomparsa poco più di un anno fa e so che proveniva da una famiglia Inglese". Marinette arrossì come un pomodoro al suo sguardo sbigottito. "Non guardarmi così, Gattino. Non è difficile da capire. Il cognome di sua madre era Graham de Vanily, dopotutto. Graham non è un cognome francese."

Se qualcuno lo avesse pugnalato al cuore, non l'avrebbe sentito. Non riusciva a respirare.

"Quindi," continuò Marinette, "ho capito che magari era triste per questo motivo. Ha senso che se la sua mamma veniva da un paese straniero, preferisse festeggiare la festa della mamma nell'occasione a cui era abituata e non quando lo facciamo noi. Tutto bene, Micetto? Hai la faccia... cremisi."

"Uh," riuscì a dire lui. Il suo viso era talmente caldo che probabilmente aveva raggiunto una nuova tonalità di viola mai descritta finora. "O-kay..." disse infine.

Marinette sospirò di nuovo. "Quindi ho pensato di fare qualcosa per rallegrarlo. E... ho preparato dei macarons al gusto di frutto della passione, il suo preferito, li ho messi a forma di fiore e ho scritto un bigliettino per tirarlo su di morale e gliel'ho portato a casa." La ragazza guardava Alya mentre parlava a raffica, come se stesse cercando di far uscire tutte le parole insieme perché non sarebbe riuscita a dirle a velocità normale.

"OH MIO DIO, Marinette!!! Gliel'hai dato DAVVERO?" Alya sembrava entusiasta, le braccia alzate in un segno di vittoria e gli occhi spalancati. Lo sguardo di Chat Noir si spostò da Marinette al viso eccitato di Alya e poi di nuovo verso Marinette. "Tu non puoi capire, Chat Noir. Sono secoli che questa mi sbava su Splendore. SECOLI. Gliel'hai dato il regalo Marinette?" (Splendore?) Chat Noir inarcò un sopracciglio.

Marinette sospirò. "L'ho dato a Nathalie. Ha detto che glielo avrebbe dato lei."

"Sempre che quella str... mhhhhhhh ok, va bene, quella brava donna non si perda il biglietto come l'ultima volta!" sbottò Alya incrociando di nuovo le braccia sul petto.

EH? Ok, avrebbe dovuto parcheggiare questa nuova informazione e porre la domanda in seguito.

"A proposito. Hai firmato il biglietto, Marinette?" Alya le lanciò un'occhiata corrucciata.

Il viso della ragazza coi codini divenne di nuovo cremisi. "Uh ... non mi ricordo."

Alya si mise una mano sulla fronte e sospirò. "Beh, non credo che nemmeno lui possa essere così ottuso..."

Chat Noir lanciò un'occhiataccia ad Alya. Ehi!! Era questo che pensavano di lui i suoi amici?

"Non guardarmi così, Micetto. Amo davvero Splendore. È un ragazzo tanto bravo, bello, e buono come il cornetto più gustoso." Chat Noir inarcò di nuovo un sopracciglio mentre Alya continuava: "Ma giuro su Dio, Micetto, è proprio ottuso. Tutta la scuola sa che Marinette gli sta sbavando addosso da secoli. TUTTA LA SCUOLA. A volte penso che anche i professori lo sappiano. Ma sai chi è l'unico che non ne ha la più pallida idea? Sì, proprio lui! Davvero, non riesce a vederlo. Marinette è… 'solo un'amica'..." Alya sospirò drammaticamente mentre con le dita delle mani faceva il segno delle virgolette.

"Ma continua, Marinette. Magari riesci a finire prima che al nostro ospite prenda un infarto..." La ragazza lo guardò di nuovo, alzando un sopracciglio e scrutandolo in maniera sospettosa. In maniera MOLTO sospettosa. Oddio, faceva di nuovo caldo, o era solo lui a sudare?

"Non c'è nient'altro da dire, Alya, non mi ha fatto sapere niente. Non so nemmeno se l'ha ancora ricevuto, forse Nathalie glielo darà domattina, non ne ho idea." Marinette lo guardò di nuovo. "Sei sicuro di stare bene, Gattino?" Lo guardò accigliata, ma lui non riusciva a parlare. "Chat Noir?"

Il ragazzo tornò alla realtà e si rese conto che Marinette si era messa a carponi e gli era andata davanti. Istintivamente si spostò indietro. Il cuore sembrava volergli uscire dal petto mentre nuove lacrime traditrici gli spuntavano agli angoli degli occhi. Ovvio che lei stesse aspettando una reazione da parte di Adrien. E invece lui, da bravo idiota, era riuscito a rovinare tutto presentandosi sul suo balcone come Chat Noir!

Congratulazioni, Adrien!

Il ragazzo che mi piace...

Il ragazzo che mi piace...

Il ragazzo che mi piace...

Lo sa TUTTA LA SCUOLA...

COMPRESI I PROFESSORI!!

E LUI. Non ne aveva. La più pallida. Idea.

La vocetta che lo rimproverava nella sua testa suonava sospettosamente simile alla voce di Plagg.

Per piacere, smettila di infierire. Smettila!

Chat Noir si asciugò gli occhi e scosse la testa. Forse era vero che era ottuso… Almeno in quel preciso istante si sentiva davvero ottuso.

"Sì. OK. Tutto bene." Tirò su col naso.

No, non andava bene. Non andava bene per niente.


Nota dell'autrice:


Ciao a tutti! Alya ha proprio preso vita e ha deciso di mettersi in mezzo e di entrare in modalità reporter… e quando Alya si mette una cosa in testa è difficile togliergliela. Quindi continuate a seguirmi perché se pensavate che Chat Noir si fosse già abbastanza imbarazzato in questo capitolo, beh, non avete visto ancora niente.

Vi prego di commentare! Le recensioni sono quello che mi fa andare avanti e mi motiva, quindi se volete che aggiorni presto, sapete cosa fare. Lasciatemi un messaggio e fate contenta sta povera disgraziata che traduce alle 3 di notte (guarda l'orologio. 3.30)! Risponderò sempre non appena avrò letto :)

Ancora una volta, un mare di ringraziamenti ai miei fantastici beta, Genxha e Sherry! Siete meravigliosi!

Ci sentiamo presto!

   
 
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