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Autore: Chiara PuroLuce    05/06/2021    4 recensioni
Patty è sempre stata gelosa del rapporto di amicizia che lega Holly ad Amy, ma ora ha deciso di cambiare rotta.
Amy ha sempre cercato di avvicinare Patty, ma lei le si era sempre negata e con che grinta, ma se un bel giorno...
Una storia che tratta di un legame di amicizia, tanto insolito quanto vero che riserverà non poche sorprese alle due ragazze e non solo a loro.
Tratto dal prologo:
Cosa ci azzeccavano loro due insieme? Niente, eppure…
«Amy, lasciamelo dire, ho l’impressione che da oggi si scriverà un nuovo inizio per noi due. Ma che non lo sappia nessuno, mi raccomando.»
«Come? E perché?»
«Perché io non ti sopporto, ufficialmente. Lo sanno tutti. E così dovrà continuare a essere.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yayoi Aoba/Amy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Amico, qui urge un aiuto professionale.»

A parlare era stato Hiro, il suo primo amico giapponese, conosciuto al ristorante il primo giorno di lavoro e ora socio alla pari. Steffen gli doveva tutto ed era molto legato a lui.
 
«Sì, lo so, siamo incappati in un’impresa più grande di noi e da soli non possiamo farcela. Però, un professionista, come quello che serve a noi, costa e attualmente siamo a corto di fondi extra.»

«Be’, in qualche modo dobbiamo trovarli o siamo fregati, Steff. Non stiamo parlando della ristrutturazione di un appartamento o di un localino, ma di ben due – due – locali, se pur collegati tra loro. Forza, attacchiamoci alla rubrica e cerchiamo questo benedetto architetto d’interni.»

«Suppongo tu abbia ragione. Ok ragazzi, mettiamoci all’opera. Speriamo solo di trovare qualcuno che sia talmente interessato al progetto e al risultato finale, da surclassare sul nostro esiguo pagamento. Sarà un’impresa disperata, ma ce la faremo. Siete carichi?»

«Sììììì!» urlarono tutti insieme.

Lui, Hiro, Robert, Eisuke e Jerome. L’allegra brigata di cucina. Avevano sempre funzionato bene insieme e continuava a essere così. La voglia di riscattarsi era tanta, quella di lavorare anche, ma con i loro esigui conti…
Ce ne era abbastanza per disperarsi. Un’ora di incessanti ricerche non avevano dato frutto e la delusione aleggiava tra loro. Dovevano gettare la spugna e tenere la vecchia cucina, e il datato arredamento almeno per i primi tempi? Certo, non era il massimo, ma se non altro era funzionante e…
Driiiiiinnn Driiiiiiiinnn

 
«È aperto» urlò.

Doveva essere Miki che, finalmente, veniva a ritirare il borsone. Erano passate tre settimane da quel piccolo incidente, quando aveva scoperto il suo interno e ne era rimasto basito e intrigato. Ne erano passate due, da quando lei, Miki, gli era rimasta vicina dopo l’aggressione del calciatore e lo aveva aiutato ad accettare il fatto che Patricia gli avesse preferito Hutton. Hutton che ora insieme al suo amico castano si era trasferito lì.
Due giorni dopo che aveva litigato con il calciatore e che aveva iniziato a rivalutare Miki, Patricia era andata da lui e – con suo sommo dispiacere – gli aveva comunicato la sua decisione irreversibile e definitiva.

 
«Dio, Steff, ma che ti è successo all’occhio?» gli aveva chiesto appena lui aveva aperto la porta.

«Come, il tuo bello non te l’ha detto? Pensavo non avesse perso tempo a vantarsi. Oh, sì, me l’ha fatto lui. Carino, vero?»

«Mi dispiace. È che quando mi ha visto uscire da casa tua in quello stato lui… bè, si è ingelosito molto. Lo so che non doveva comunque farlo e non è una giustificazione, ma…»

«Patricia, smettila» l’aveva bloccata lui «l’avrei fatto anche io al suo posto. E Dio solo sa se non avrei preferito esserlo. Insomma, eri mezza nuda a casa mia e… non ci ha visto più. Lo capisco. Cosa sei venuta a dirmi?»

«Ah, sì. Non c’è un modo semplice per dirlo, quindi non ci girerò attorno. Sono venuta a ribadirti che io lo amo Steff e voglio stare con lui, con Holly. Mi spiace. Ho voluto dirtelo di nuovo perché l’ultima volta non ci siamo lasciati bene e volevo fosse chiara la mia scelta.»

Lui era stato in silenzio per un po’ e poi aveva esordito, spiazzandola.
 
«Mi hai presentato Anego, mi ricordo. Ma per favore non farlo mai più perché è inquietante e non è affatto simpatica.»

«Bè, lei esce fuori quando meno ce lo si aspetta e quando succede, non riesco a controllarla molto.»

«Me ne sono accorto. Basta Anego con me, ho capito l’antifona, preferisco Patricia.»

«Ricevuto. Quindi è tutto chiaro? Non è una scappatoia o una scusa per scaricarti, lo giuro, è che… che io lo amo per davvero.»

«Va bene, l’avevo capito da tempo, ma non volevo ammetterlo neanche con me stesso. E l’ho detto anche a lui che aveva vinto. Possiamo rimanere amici?»

«Oh… ma certo che sì, Steff. Non chiedo di meglio e, a dire il vero, ci speravo.»

«Posso baciarti un’ultima volta? In onore dei vecchi tempi» l’aveva provocata facendole l’occhiolino.

«Preferirei di no» era stata la sua lapidaria risposta «e poi credo che una certa stangona timida, ma non troppo, non sarebbe d’accordo.»
 
E lì, lui era arrossito vistosamente. Dannazione.

«Oltre che a un certo calciatore. Ah, cavoli, che situazione assurda e imbarazzante. E ora che facciamo? Ci stringiamo la mano?»

«E perché no? Alla nostra amicizia» gli aveva detto tendendogliela.

«Alla nostra amicizia» aveva replicato lui stringendogliela.

«Ah, come sono sollevata, sai… avevo paura mi dicessi di no. Non voglio perderti come amico Steff.»

«Non potrei mai dirti di no, Patricia. Ma, dimmi una cosa ora… siete diventati intimi, vero?»

«Co… come… che…» balbettò lei tutta rossa in viso.

«Sei un libro aperto per me, ormai. E poi non è necessario dirlo, basta guardarti in faccia che sei appagata e al settimo cielo.»

Steff aveva visto la sua amica circondarsi il volto con le mani e annuire piano, guardando per terra.
 
«Non pensavo che fosse così bello stare con qualcuno fisicamente. È stato molto dolce e premuroso e anche passionale. Mi ha fatto sentire amata, sensuale e audace. Holly è così bello e gentile e… sexy. Oddio, mi sembra così strano parlarne con te.»

«Patty, sei tu a essere sexy senza saperlo e lui è solo riuscito a farti mollare i freni inibitori permettendoti di vivere a pieno l’esperienza. Certo, sono un po’ invidioso di lui, ma così va la vita, no?»

Lei ci aveva un po’ riflettuto e poi gli aveva sorriso timidamente.
 
«Lo ami davvero così tanto? Come l’hai capito?»

«Lo amo da sempre e continuerò ad amarlo per sempre, ora lo so. È vero, ha commesso molti errori e io con lui, ma quello è il passato. Non so da cosa l’ho capito, credo che sia stato il mio cuore a rendersene conto prima di me. Vedi, io mi trovo bene con lui e quando è con me, mi sento in pace, felice e forte. Il modo in cui mi guarda, mi sorride, si preoccupa per me… e poi mi fa ridere. Tutto questo credo che abbia portato prima il mio cuore e poi la mia mente a perdersi per lui. Anche quando litigavamo, quando lo vedevo uscire con le altre, quando ci sforzavamo di ignorarci a vicenda… in realtà eravamo già uniti e non lo sapevamo. Steff, quando troverai il vero amore, lo saprai anche tu, a pelle. La guarderai e saprai che è lei ancora prima di parlarci. Senza vecchie zie – zitelle e svampite – di mezzo che cercano di fare da cupido e te la idealizzano confondendoti le idee.»

E lui aveva pensato a una certa persona e aveva sorriso.
 
«È quello che è successo a te quando l’hai conosciuto?» aveva indagato.

«Sì. Avevo solo dieci anni, ma l’ho visto e amato da subito. Poi lui mi ha sorriso, e mi sono persa. E quando mi ha parlato dicendomi il suo nome, anche il mio cervello è partito per una vacanza. E quando poi l’ho visto giocare a calcio, ho capito di essere in guai seri. Voglio lui, Steff, e lo vorrò sempre.»

«E Hutton che dice? Lo sa, questo?»

«Sì, lo sa. Mi ha detto che ha sempre provato qualcosa di speciale per me, ma che l’ha capito tardi e che non è mai riuscito a dirmelo. Sia io che lui eravamo così confusi riguardo ai nostri sentimenti che… abbiamo perso tanti anni, e ora siamo una coppia. Una coppia. Ancora non ci credo.»

«E io ero il diversivo nella tua confusione, ora lo so. Il ragazzo venuto dal nord che è servito a farti capire che colui che odiavi e ti aveva delusa in realtà era il tuo grande amore.»

«No, Steff, non sei mai stato un diversivo. Ti ho voluto un mondo di bene e sì, ho anche pensato di potere andare oltre con te, ma il mio cuore non era d’accordo. Mi hai fatta stare veramente bene e, per la prima volta, mi sono sentita compresa e amata, ma non era quello che volevo. Diciamo pure che ciò che avevamo è sempre stato più amicizia che amore.»

«Potrai sempre contare su di me, Patricia, e sul mio aiuto. Se quel cretino dovesse deluderti e farti piangere… la mia porta sappi che sarà sempre aperta per te. E forse così, potrò restituirgli il pugno che mi ha dato» aveva detto facendola ridere. «E ora va, o finisce che quel bacio te lo do’ sul serio.»

E, dopo avergli dato un piccolo bacio sulla guancia e averlo abbracciato forte, Patricia era uscita, lasciandolo stranamente sollevato.

 
Da allora l’aveva sentita per telefono o incrociata brevemente sulle scale, ma avevano deciso di vedersi quella stessa sera in terrazza. Se non altro lì potevano avere privacy e tranquillità. In fondo erano pur sempre amici e niente vietava loro di trovarsi per chiacchierare un po’.
Driiin Driiiiin

 
«Miki entra pure, è aperto.»

«Miki? Ehi, amico, e Patricia che fine ha fatto?» Gli chiese Hiro attirando l’attenzione di tutti.

«Siamo amici e… anche Miki è mia amica, chiaro?»

Tutti scoppiarono a ridere, ma le risate si smorzarono subito quando videro chi fece capolino in soggiorno.
 
«Ah, ma qui ti stai costruendo un harem. Ecco perché non ci inviti quasi mai.»

«Hiro… insomma dai, lei è off limits, vero Amy?»

«Decisamente e felicemente fidanzata, sì» confermò quella arrossendo. «Ciao, Steff, ragazzi, è bello rivedervi. Volevo solo sapere se avevi della farina bianca e… oh, ma siete impegnati. Scusate il disturbo, che state facendo?»

«Ah, non preoccuparti, è solo una noia mortale e siamo felici di fare una pausa, vero amici?» Le rispose dirigendosi in cucina, lieto di stiracchiarsi un po’.

«Sei la nostra salvezza Amy. I nostri cervelli stanno fondendo dal troppo pensare e hanno bisogno di cibo urgente per ricaricarsi» lo sostenne Hiro.

Steff tornò cinque minuti dopo con qualche stuzzichino per il gruppo e un pacchetto di farina per l’amica. Notò che era stranamente interessata alle carte sparse sul tavolo.
 
«Un bel casino, vero?» Le disse. «Dovremo ristrutturare gli interni, ma siamo rimasti quasi a corto di soldi e tutti gli architetti d’interni contattati fino a ora ci hanno dato buca, dopo avere scoperto lo stato delle nostre finanze.»

«Amy, tu conosci nessuno che ci possa aiutare?» Le chiese Hiro, poi aggiunse vedendosi fissare male. «Che c’è, tentar non nuoce, no?»

«Ma cosa vuoi che ne sappia lei di…» iniziò Steffen, per poi bloccarsi subito dopo alla frase che Amy disse e che lasciò tutti muti.

«Tu lo sai vero che io, poco dopo essere venuta ad abitare qua, mi sono laureata? Ti ho mai detto in cosa?»

«Em… no, ma ho sempre avuto più contatti con Patricia quindi… perché, in cosa ti sei specializzata?»

Ma lei non rispose subito. Si prese del tempo per guardare le carte, girarle lentamente e tornare indietro. Ogni tanto Steff la vedeva annuire o aggrottare la fronte. Poi, dopo un tempo indefinito, lo guardò dritto in volto con sguardo serio e sentenziò.
 
«Voglio il pranzo fisso ogni giorno, dolci a volontà e assicurati che ci sia il cioccolato e… ah, ovviamente carta bianca sulla scelta dei colori. Come pagamento vi può andare bene? Vi prometto che non spenderete tanto in arredamento, ma che sarà funzionale, bellissimo e perfetto nonostante questo. È il mio primo lavoro e – se voi mi aiuterete a farmi pubblicità – spero vivamente sia solo il primo di tanti. Vi va di rischiare con me?»

Un silenzio di tomba accolse quelle parole e solo lui si azzardò a farle la domanda che tutti avevano sulla punta della lingua.
 
«Dimmi che non abbiamo capito male… tu sei…?»

«Piacere, Amy Aoba, architetto d’interni. Sarà divertente lavorare per voi.»
 
 
 

 
«Patty, Patty, Pattyyyyyyyy!»

Ma che diamine stava succedendo di là. Patty era in camera sua con la porta aperta e stava sistemando, finalmente, lo scatolone che settimane prima aveva spinto sotto il letto quando una Amy urlante era rientrata sbattendo la porta e chiamandola come se non ci fosse un domani. Non era da lei.
 
«Ehi, guarda che non sono ancora sorda. Sono in camera.»

«Ah, eccoti qua» le disse lei raggiungendola tutta trafelata.

«Che hai da urlare tanto, ti ha morso una tarantola?»

«Patty, Patty, Pattyyyyyy» ripeté lei abbracciandola stretta «sono stra felice, eccitata, entusiasta e piena, pieeeeena di idee!»

«E che ti è successo per ridurti sull’orlo dell’isterismo?» Le chiese.

«Steff. Lui e i suoi amici…. Oddio, ancora mi sembra impossibile eppure… e… giallo, no, azzurro, parquet bianco levigato e mobili verde salvia, no, meglio bianchi e…»

Ma che stava blaterando adesso. Era forse impazzita davvero? Era anche diventata tutta rossa e il petto le si alzava velocemente, troppo.
 
«Amy. Amy, cara, respira … stai iper ventilando» le disse facendola sedere sul letto «ispira, brava così… espira, perfetto. Ancora una volta dai, ispira… espira, bravissima» la lodò dopo averla vista riprendere il controllo di sé. «E adesso dimmi tutto. Con calma, però» l’ammonì prima di sorriderle.

«Ho un lavoro, amica mia. Dovrò arredare i locali di Steff. Oh, è stata una bella sorpresa per lui, sapere che l’architetto che cercava abitava proprio di fianco a lui, ma si è ripreso in fretta. Abbiamo passato l’ultima ora a parlare solo di quello e ora che ho raccolto tutte le loro idee, inizierò a darmi da fare per tornare da loro con delle proposte reali, la settimana prossima.»

«Oh, ma è magnifico! Sei passata dall’immaginartelo nudo a lavorare per lui, chi l’avrebbe mai detto. Sei proprio su di giri, vedo.»

«Mi sento viva, utile e importante.»

«Sono felice per te. Dovresti dirlo subito anche a Julian. Insomma, merita di sapere che la sua fidanzata passerà molto tempo con il vichingo nudista, giusto? Pensa se venisse a scoprirlo per caso. Geloso com’è – e qui fa concorrenza al mio Holly – non so come potrebbe reagire.»

«Oddio, hai ragione. Dovrò trovare il modo giusto per dirglielo appena tornerà e… Patty, non è che domani sera potresti lasciarmi da sola con lui in casa?»

Lei la guardò. Questa nuova Amy le piaceva molto, finalmente era uscita dal suo bozzolo e – complice anche la sua nuova vita fuori casa – era sbocciata in una creatura ancora più meravigliosa di prima.
 
«Certo. Vorrà dire che – per festeggiare il loro ritorno a casa – darò il mio personale bentornato al capitano. Credo che mi toccherà sedurlo un pochino. Anche perché lui sa che stasera mi vedo con Steff in terrazza ed è già agitato così, sarà meglio che mi studi un metodo per rilassarlo.»

Amy rise di gusto e lei la seguì a ruota.
Sì, l’avrebbe fatto davvero. Si sarebbe resa più audace e gli avrebbe fatto capire che era lui e solo lui il suo amore e che non aveva più nulla da temere da Steff. Anche perché in quell’ultima settimana l’aveva intravisto spesso entrare in un certo appartamento sotto il suo e mai a mani vuote.
Quel pomeriggio Holly e Julian erano stati convocati dalla Federazione Calcio per una riunione straordinaria, insieme a tutti i membri della Nazionale e sarebbero rientrati solo nel tardo pomeriggio del giorno dopo, poiché la cosa si prevedeva lunga e Mister Gamo li aveva invitati tutti a soggiornare al ritiro.
Già le mancava. Nonostante il bacio mozzafiato che le aveva dato prima di partire. Quelle settimane passate tra le sue braccia, erano state meravigliose. Avevano trascorso quasi tutte le notti insieme, notti in cui si cercavano spesso e consumavano la passione che li divorava, senza risparmiarsi. Notti insonni. Notti appaganti. Notti d'amore. Quella che stava per arrivare si prospettava solitaria e triste.

 
«Patty, ci sei ancora?» Le chiese l’amica con voce preoccupata. «Hai un’aria sognante e a mille miglia di distanza da qua. A cosa pensavi, cose sconce?»

«Sì», le confermò lei, spiazzandola «stavo mentalmente organizzando la mia seratina romantica di domani, con Holly.»

«Ma brava, io ti parlo del mio nuovo lavoro e tu hai fantasie erotiche su un certo calciatore, ma grazie, bella considerazione» le disse con finta indignazione. «Manca anche a me Julian, ma ora ho troppi pensieri per la testa per pensare a come sedurlo. E poi non ne sono capace, fallirei miseramente ancora prima di iniziare, ragion per cui lascio fare a lui.»

«Non ci riesci perché non l’hai mai fatto prima, Amy. Buttati. Sii ancora quella ragazza che si è presentata vergine alla sua porta col borsone e ne è uscita da donna.»

«Co… come? Oddio, detta così però… suona malissimo. E se dovesse respingermi? Insomma, dai, prima gli dico che vado a lavorare per Steff e poi lo seduco. Non pensi che potrebbe vederci qualcosa di strano e pensare chissà che cosa su noi due?»

«Bè, è una possibilità, sì. Ma considera che gli hai detto di averlo visto completamente nudo e di non riuscire a togliertelo dalla testa. Ci sta se ti immagina nuda con lui mentre, avvinghiati tra le lenzuola, parlate del colore delle pareti della cucina.»

«Pattyyyyyyyy, sei tremenda!»

«Ti confesso che – se Holly non avesse cambiato rotta e iniziato a corteggiarmi – probabilmente sarebbe stato il bel vichingo quello a cui mi sarei donata. E invece lui ora è tutto della nostra Miki. Non credo siano ancora giunti a questo punto, ma ci si stanno dirigendo a grandi passi.»

«Già, lo penso anch’io. Anche perché prima credeva fosse lei ad avere suonato il campanello, non si è neanche scomodato ad aprirmi, l’ha urlato da dove si trovava ed è rimasto molto deluso nel vedermi. Oddio, ha tentato di mascherarlo bene, ma non ci sono cascata neanche per un secondo. E poi Miki è cotta di lui.»

Era vero e ancora lei non si spiegava come aveva fatto Steff a non notarla prima. A suo dire, erano perfetti insieme. Ma quella sera ci avrebbe pensato lei a dargli una svegliata.
 
«D’accordo amica. Appurato che sei felice come una mosca nello zucchero, adesso mi racconti tutto quello che è successo di là e che progetti hai già in testa.»

«Va bene, ma non ora. Devo uscire. Devo andare a fare un sopralluogo del posto – Steff mi ha dato le chiavi – e farmi un’idea di cosa si può o non si può fare. Ci rivediamo tra un paio d’ore, o forse anche tre» poi le schioccò un bacio sulla guancia e uscì di corsa.

Ah, Amy. La sua cara, dolce, pudica, gentile, paziente e timidissima migliore amica Amy. No, correzione. Pudica non più e poi aveva mutato anche il suo modo di esprimersi, non solo l’atteggiamento che, in quegli anni, era notevolmente migliorato facendosi meno pauroso e più agguerrito.
Sorrise al ricordo di come si erano conosciute e degli anni sprecati a odiarla. Sorrise ancora anche al ricordo di come avevano nascosto la loro amicizia a tutti. Sorrise pure quando si ricordò della prima reazione avuta da Amy nel vedere Steff nudo e… oh, cavoli.
Corse fuori casa sperando di raggiungerla.

 
«Amy» urlò «e i miei biscotti?»

Ma l’ascensore era già arrivato nell’atrio ed era impossibile che la sentisse. Dannazione. Addio ai biscotti al limone.
 
 


 
«Ma voi avete idea del motivo di questa strana convocazione?»

«No, Bruce. È stato tutto così improvviso… chissà cosa vogliono da noi» esordì Mark «e dire che per stasera avevo programmato una serata fuori con Maki, cazzo che sfiga.»

A quelle parole tutti ammutolirono e Holly sorrise tra sé, eh l’amore. Anche lui era contrariato per essere stato separato da Patty senza preavviso.
Quelle settimane erano state bellissime, piene d’amore e di passione e si era abituato a passare la notte con lei, svegliarsi tra le sue braccia, fare colazione insieme e poi, una volta tornato dalla sua corsa mattutina…

 
«Terra chiama il capitano, terra chiama il capitano… ci sei?»

«Eh, cosa? Ah, ma quanto sei spiritoso Bruce, dove vuoi che sia.»

«Non qui, questo è sicuro. Ci hanno appena chiamati in sala riunioni, non sei curioso di sapere cosa vogliono da noi?»

«Invece sono qui» gli rispose e poi aggiunse a bassa voce «anche se non vorrei.»

«Che coooooosaaaa?» urlarono gli amici in coro.

«Che cosa… cosa?» domandò al gruppo.

«Guarda che ti abbiamo sentito tutti. Cos’è questa novità? Quando mai vorresti saltare qualcosa inerente al calcio, tu» lo aggredì Bruce.

«Sì, Holly, da quando sei arrivato… sei strano. Che succede? Credevo che il vichingo fosse ormai archiviato e che tu e Patty fosse felicemente insieme, finalmente oserei dire» intervenne Tom.

«E lo siamo, è proprio questo il problema» poi aggiunse, vedendo le loro facce sconvolte «odio il dovermi separare da lei anche per poche ore, figuriamoci per una giornata intera. Sì, lo so, ho passato anni a non apprezzarla, a mortificarla e bla bla bla… ma ora le cose sono cambiate. Steffen è stato rilegato al suo posto, noi due siamo una cosa sola e vorrei sempre averla al mio fianco. Solo che… uff, ha voluto approfittarne per passare una giornata con Amy, poi deve passare a riscuotere gli affitti e a vedere se c’è qualche problema e… e stasera ha quel dannato incontro amichevole col vichingo in terrazza!»
 
«Che cooosaaa?» ripeté il gruppo.

«E tu la lasci andare così?» Sbottò Benji. «Ma sei scemo? Sei sicuro che ora siano solo amici e che il vichingo non abbia un piano in mente per portartela via?»

«Ecco, grazie amico, ora sono più tranquillo.»

Non poté aggiungere altro perché il Presidente della Federazione Calcio, il signor Katagiri, Mister Gamo, Mister Turner e il signor Pearson, entrarono e la riunione straordinaria della Nazionale Giapponese ebbe inizio.
   
 
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